Palazzo del Mizukage

[Amministrativo]

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    Falce dei Kaguya


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    Shiltar rimase ad ascoltare in silenzio il discorso del suo giovane interlocutore.
    Era lieto che non ci fossero problemi alla sua presenza all'operazione e fu un pò sorpreso, ed assieme divertito, che la cosa da restituire ad Oto, a quel che diceva Ryutsuki, fossero delle lame come quella che Yami aveva in una caviglia, a quel che si ricordava il Mizukage, una brutta copia delle abilità dei Kaguya, dal suo punto di vista, ma si vedeva che ad Oto c'era la passione per taluni strumenti di tale fattura.
    Ben meno piacevole fu scoprire che Ryutsuki, dopo un periodo passato in una specie di castello pieno d'ombre (non un luogo che al Kaguya fosse noto), s'era spinto ad Oto perché voleva conoscere quello che considerava un fratello: Yami, non sapendo che in realtà era suo padre, e che lì era rimasto per stare con la "sorella", sua madre Shinodari.
    Per di più, i primi sintomi del suo risveglio dell'abilità innata s'erano fatti vivi dopo il funerale del suddetto otese, avvenuto, a quanto pare, a Suna.

    Probabilmente, in altre circostanze, il Mizukage avrebbe sorriso della contorta realtà della famiglia di Ryutsuki, che vedeva nei genitori che non sapeva di avere, un fratello ed una sorella.
    Peccato che quando si parlava della morte del fu Kayle Kaguya, Shiltar non aveva mai un sorriso sul volto, ma piuttosto un certo senso di colpa.

    "Lieto che tu acconsenta alla mia presenza all'operazione. Vedremo di richiedere una sala per la stessa, quando questo Primario di Oto si farà vedere.", esordì pacatamente il Mizukage, riprendendo il controllo del discorso, "Per quel che riguarda il tuo ingresso nel clan: sono felice di sapere che hai intenzione di restare fedele per tua scelta a Kiri e ti ringrazio per la sincerità dei fatti che m'hai raccontato. Quando ti sentirai pronto anche fisicamente per iniziare l'addestramento per le abilità del clan, che non è cosa poco e, soprattutto, non sarà indolore, inizieremo.", concluse, lasciando al ragazzino la possibilità di decidere quando iniziare.

    Ora stava a Ryutsuki decidere quando fosse pronto anche fisicamente del tutto.

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    OT: Dimmi tu quando, come e dove iniziare l'eventuale giocata free gdr per "apprendere" le abilità del clan/OT
     
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    La mia anima Kaguya

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    Durante quei momenti in cui il silenzio ci circondava, ebbi come l'impressione che ci fosse qualcos'altro, che altri pensieri albergassero nella mente del Mizukage.
    Ma più probabilmente era il semplice riflesso dei miei pensieri che rispecchiavo su di lui.

    Conclusa la parte sul mio distacco da Oto con la restituzione del loro materiale, Shiltar sama mi ringraziò per essere stato sincero sulle mie motivazioni e sulla mia volontà di restare fedele alla mia nuova famiglia.

    Il punto seguente sarebbe stata a tutti gli effetti la mia vera ammissione al clan.
    Apprezzavo la sua schiettezza, Se mi aveva concesso del tempo per decidere, significava che per un bambino poteva essere una prova molto ardua da sostenere soprattutto con il fisico debilitato.
    Ma io avevo già preso la mia decisione e di certo non a cuore leggero.


    Il mio fisico non potrà migliorare finché non sarò in grado di padroneggiare la mia eredità di sangue. Per il momento sembra che mi trovi in un periodo di calma, ma non sono realmente guarito, giusto? Non c'era bisogno alla fine di una sua conferma, era qualcosa che ero in grado di capire anche da solo. Io non so se qualcun altro abbia sofferto di questa “malattia delle ossa”, di quanto possa essere degenerativa se non venga presa in tempo, sebbene mi domandi se sia possibile prendere in tempo qualcosa che mini la propria struttura ossea dall'interno. Io posso fare solo supposizioni, ma non conosco la verità. Mi sento pronto e non intendo tirarmi indietro dalle mie decisioni. Probabilmente non ho idea di che sofferenze dovrò affrontare, quasi sicuramente saranno peggio di quello che ho passato negli ultimi mesi; altrimenti non mi avrebbe detto nulla al riguardo. Anche con questo avviso, voglio mettermi alla prova lo stesso, vi chiedo di permettermelo. Voi stesso in passato avete affrontato una prova simile, se non peggiore, e se io mi tirassi indietro proprio ora, non potrei mai essere considerato un Kaguya, un membro della famiglia di cui ci si può fidare. E' mio desiderio fare di tutto per essere sempre degno di portare con onore il nome del clan da ora in avanti. Era la mia promessa, la via che avrei seguito, la mia anima Kaguya...

    Off GdR
    Shiltar l'addestramento dove e come preferisci. Per i tempi ce la prendiamo con calma, non voglio incasinarti ne' il real ne' i tuoi impegni sul forum.
    Avviso Etsuko per i post in Ospedale.
     
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    Ryutsuki

    Il giovane figlio di Yami sembrava deciso ad andare avanti nella sua scelta di diventare un Kaguya, anche in funzione della sua particolare condizione, una questione su cui Shiltar volle essere chiaro: "In verità, Ryutsuki, io non so se la tua malattia sia una cosa che guarirà con il padroneggiare l'abilità innata del clan. Di per se stesso è l'unica vera risposta possibile, ma non ho mai sentito di eventi simili nel clan, anche se di Kaguya a cui chiedere informazioni sul passato non ne conosco poi così tanti di vivi ormai...", esordì, ed era anche vero che, un'ipotesi di Shiltar era che la causa di quella malattia alle ossa fosse il suo essere solo per un quarto di sangue Kaguya, poiché né il Mizukage, né nessun membro del clan da lui conosciuto, aveva mai sofferto di niente di simile, ma mai aveva incontrato qualcuno con una percentuale così ridotta di sangue Kaguya in cui l'innata si fosse risvegliata.
    "Ad ogni modo, se sei pronto a rischiare le sofferenze che il risveglio dell'abilità innata del clan potrebbero portarti ad affrontare, non posso che dirmi lieto della tua determinazione ed assicurarti che inizieremo presto il tuo addestramento.", concluse il Mizukage, che aveva qualche buona speranza sul ragazzo, ora c'era da vedere se, assieme alla determinazione e decisione, Ryutsuki aveva anche la capacità di far risvegliare l'abilità innata che suo padre aveva abbandonato e la volontà per restare fedele al clan ed a Kiri.
    Ma quello si sarebbe scoperto solo in futuro.

    Tre Sunesi a Kiri...

    Un'altra giornata qualunque al Palazzo del Mizukage, finché non arrivò, di tutta corsa, una delle guardie delle Mura che, senza troppi preamboli chiese di essere portato da Shiltar.
    Il Kaguya era più che disponibile ad ascoltare tale guardiano, un pò più problemi li ebbe quando quello, però, iniziò a parlare: tre sunesi erano alle Mura (uno di loro combaciava con la descrizione di Hoshi, mentre un'altra sembrava l'allieva dell'amministratrice Otori) ed avevano riportato a Kiri tale Seiji Akuma, uno dei tanti "fan" di Itai che aveva più volte dimostrato insobburdinazione, non solo verso il jonin, ma in generale verso Kiri e che ora il Jinchuuriki del Sette Code diceva essere un traditore da mettere nelle prigioni della Nebbia.
    Non che l'idea lo dispiacesse, ma il fatto che tre sunesi fossero fatti arrivare fino alle prigioni di Kiri non lo esaltava particolarmente, certo, di Hoshikuzu si fidava, ma solo del Rosso.
    "Bene, vedrò di raggiungerli alle prigioni allora.", concordò il Mizukage, dando libertà al guardiano di tornare alle Mura, prendendo con se la sua Falce di Luna e valutando quale dei suoi gechi asceti, dato che si parlava di un Akuma in possesso delle loro doti illusorie, richiamare per avere un parere in più sulla situazione, specie dopo i fatti avvenuti, tempo addietro, quando alle Mura erano spuntati degli Otesi e poi il mercato era saltato in aria.

    Post avvenimenti di Taki

    Probabilmente anche quel giorno sarebbe sembrato simile ai precedenti, a chi osservava l'ufficio del Mizukage da fuori, ma i documenti che stava leggendo Shiltar quel particolare giorno erano diversi da altri: certo erano il resoconto di una missione, ma più correttamente erano uno spaccato del fallimento nei territori di Taki.
    Certo, una delle quattro squadre aveva salvato diversi prigionieri, e la gente di Yanagi, a quel che i resoconti dicevano, aveva ben apprezzato tutto ciò, ma meno apprezzato era stato l'intervento ad Izumi, il che aveva scatenato tutta una serie di eventi.
    La Cascata ora era abbastanza avversa all'Accademia in modo aperto e portava avanti una politica di cattive pubblicità e reclami contro l'Accademia stessa, in più Yanagi era risultata inaspettatamente svuota ed anche questo fatto era stato appioppato come azione, agli accademici.
    Ma, al di là delle spicciole scuse politiche per scatenare delle guerre (di cui Shiltar era abbastanza esperto con i fatti di Godsan e Yami avvenuti tempo addietro), c'erano delle questioni più importanti: Akimaru ed Akira, due ninja di Kiri, risultavano scomparsi!
    Il primo era un bravo ragazzo che per un pò aveva gestito persino la locanda della Nebbia, gettandosi addosso tutta la conseguente sfiga che quel luogo portava, a detta del Mizukage, il che probabilmente implicava che al momento fosse chissà dove a fare chissà che per togliersela di dosso.
    Ma Akira era, sotto certi aspetti, un protetto di Shiltar, un suo allievo, per quanto in modo molto contorto e, più di questo, era stato suo compagno di viaggio in una gita a Genosha e suo ospite presso una delle stanze del Palazzo, che ora, fra Akira e Houyoku assenti da Kiri, era un pò più vuoto nei piani inferiori.
    E proprio la scomparsa di Akira non andava giù al Kaguya, che subito cercò quante più notizie possibile sulla particolare missione del suddetto ninja, il che lo portò a trovare altri tre nomi: Ippei Shinretsu, Iron Inuzuka e Shay Hyuga.
    Il primo e la terza erano compagni di missione del giovane genin in quella che sarebbe dovuta essere la loro infiltrazione; la seconda era il capo di quella squadra che eventualmente i tre avrebbero potuto richiamare per aiutargli.
    Il problema era come avere notizie dai tre: dubitava che Iron sapesse molto dei fatti avvenuti in quella loro centrale elettrica, non essendo stata, a quel che leggeva nel rapporto il Kaguya, richiamata da loro, né si trovava Ippei in quel di Kiri, quindi, l'unica opzione per il Mizukage di scoprire qualcosa, era dirigersi a Konoha e parlare con tale Shay Hyuga.
    Si sarebbe dovuto liberare per partire e trovare il prima possibile delle tracce di Akira.
     
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    Shiltar & i Sunesi

    Continua da QUI

    Il viaggio fra la prigione ed il palazzo sarebbe stato breve, assieme ad i due ospiti sunesi, "Hoshikuzu, giovane Iga, benvenuti nel mio palazzo.", avrebbe poi esordito Shiltar dinanzi al ponte di simil ossa che collegava la strada al suo palazzo, con al di sotto dello stesso il piccolo laghetto con dentro i coccodrilli, sorridendo dinanzi a quel luogo di cui riteneva innegabile l'eleganza e la qualità estetica (malgrado anche Taeko spesso dubitasse delle stesse).

    All'interno del palazzo i due sunesi avrebbero visto che tutti i mobili del piano terra, sia quelli usati dai molteplici impiegati, sia quelli dei corridoii e tutto il resto, avevano tutti una fantasia d'ossa, "Da questa parte c'é il mio ufficio.", avrebbe detto, facendogli strada in mezzo agli impiegati, "Di là, invece, c'é la cuccia dei miei coccodrilli più grossi", avrebbe continuato indicando un corridoio diverso, "non quelli che evoco in battaglia, ma quelli che allevo.", avrebbe spiegato.

    In ogni modo, li avrebbe condotti fino ad un ufficio un pò più grande, con un ampio tavolo d'ossa ed una massiccia poltrona dello stesso tipo dal lato opposto, dietro la quale si trovava una coppia di sostegni, su cui Shiltar, posò la Falce di Luna.
    "Vi direi di accomodarvi, ma considerando che contavo di far conoscere a Hoshi la mia famiglia, e dato che tu, Iga, sei un amico di Hoshi, direi che posso fidarmi anche di presentarla a te, quindi vi offrirò qualcosa al piano superiore, dove vivo.", suggerì Shiltar, invitandoli a seguirli poi fuori dal suo ufficio, verso una porta senza una vera e propria toppa per la chiave.
    "Il sistema d'apertura è un pò particolare, ma l'ho reso tale per la sicurezza della famiglia.", avrebbe accennato il Kaguya, mentre la sua innata sbloccava, a contatto con un particolare punto della porta, i chiavistelli interni, mediante l'infiltrazione delle sue ossa.

    A quel punto una porta si sarebbe aperta davanti al trio, una porta che dava su una scala, alla fine della quale si sarebbe trovata un altro ingresso che dava su un piano decisamente meno "osseo".
    "Ho modificato un pò l'arredamento da quando vivo con Taeko e...", avrebbe scherzato Shiltar, invitando gli altri, prima che un forte pianto lo zittisse, il pianto di un bambino, "Scusate un attimo...", avrebbe accennato, alzando un dito ed avanzando verso una stanza poco lontana.
    Se Hoshi e Hamano lo avessero seguito, avrebbero visto che le prime due stanze erano una specie di spogliatoio ed una chiusa a chiave, mentre la stanza in cui era entrato il Mizukage aveva tre culle: in una c'erano dei peluches a forma di coccodrillo, in una seconda, dei peluches a forma di un qualche volatile, mentre la terza era al momento occupata da un bambino dai capelli chiarissimi con un peluche a forma di mezza luna fra le mani.
    "Kai-Lee, tutto solo, piccino? I fratellini e mamma?", avrebbe chiesto sollevandolo e cullandolo.
    Era un bimbetto di si e no un anno, che aveva chiaramente un che di Shiltar nei suoi lineamenti, "Lui è Kai-Lee, uno dei miei figli. Loro sono Hoshi e Hamano.", avrebbe detto il Mizukage, presentandoli.
     
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    Kiri
    ..Il Castello del Re..
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    Finalmente Hoshi ci era riuscito, era finalmente giunto al cospetto del tanto famoso e fantastico castello di Shiltar Kaguya. Da tempo sperava di visitare la dimora dell’amico che sempre aveva sognato durante le varie avventure vissute al fianco del Mizukage, spesso durante i combattimenti aveva sentito citazioni o battute sul quel luogo costruito tutto usando le ossa dei suoi nemici, ma mai il rosso si sarebbe aspettato cotanta maestosità. L’unica parola che riuscì a proferire fu un lungo urlo di stupore accompagnato da un fischio di ammirazione totale, cavolo voleva anche lui una casa così.

    -WOOOOOOOOOOOOW!!! Fiuuuuuu!!!.. ACCIDENTI SHILTAR E’ FANTASTICA!!!.. E’ ancora meglio di quello che mi ero immaginato.. accidenti Hamano guarda che roba!!!.. i coccodrilli.. ci sono dei coccodrilli!!!..-


    Come se non li avesse mai visti. La casa di Shiltar sembrava una gigantesca fortezza con tanto di fossato, si vedeva che l’amico aveva degli ottimi gusti in fatto di estetica e che sapeva bene come mettere la sua firma su ogni cosa. Hoshi era letteralmente euforico e non perdeva l’occasione per osservare da vicino ogni particolare anche il più infimo. Tutto era stato costruito con ossa di chissà quali creature, il rosso non si sarebbe stupito di trovare anche qualche testa di drago gigante o mostro mitologico, Shiltar aveva certo le potenzialità per procurarsele.

    Il rosso avrebbe salutato tutti gli impiegati con un sorriso man mano che gli sfrecciavano davanti indaffarati, era strano, ma non sembravano come quelli di Suna che acceleravano al passaggio di Gin, questi mantenevano costantemente un ritmo allucinante, segno che il Mizukage sapeva bene come farsi rispettare e forse incutere timore. Quando poi i ragazzi furono condotti al suo ufficio il rosso si mise a guardare ogni mobilio i quadro e diavoleria ci fosse con attenzione spostandosi da un punto all’altro della stanza senza.

    -Wow.. questo si che è un ufficio.. sniff.. sniff.. mmh.. e c’è anche un buon profumo.. senti Hamano.. respira a pieni polmoni.. lo senti?!.. no c’è.. non c’è quel terribile olezzo di birra e alcool.. mmh.. accidenti non mi sembra neanche vero!!!..-


    Il rosso era estasiato. Quella si che era una casa con i contro cosi, tutti lavoravano e rispettavano il padrone, Shiltar era un mito. Quando poi si avvicinarono ad una porta d’osso il rosso riprese fiato quasi emozionato, era strano ma conoscere la famiglia di Shiltar gli faceva un certo non so che, insomma era davvero emozionato della cosa.

    -Oh Shiltar.. Hamano è uno dei miei più cari amici.. puoi fidarti di lui.. oltre ad essere un ottimo ninja è anche una grande persona di buon cuore!.. vero Hamano!!!..-


    Il rosso avrebbe dato una calorosa e virile pacca sulla spalla all’amico mostrando un bel sorriso sincero. Hamano era davvero tutte quelle cose e molto probabilmente anche di più, se c’era qualcuno di cui potersi fidare quelli erano gli Iga, la sincerità fatta a persona. Inoltre Hamano aveva quella marcia in più che lo rendeva unico e al di sopra della massa, Hoshi aveva un estrema fiducia in lui.

    La porta che conduceva alla parte superiore della casa aveva un meccanismo alquanto strano, sembra infatti reagire solo alle abilità del Kaguya, una precauzione non da poco, ma necessaria considerata la posizione delicata che ricopriva Shiltar. Il piano superiore della casa era decisamente diverso e più “normale” se si poteva definire così, era ovvio che la mano femminile della compagna di Shiltar aveva inciso sul gusto totalmente diverso dell’arredamento.

    Il rosso avrebbe seguito Shiltar chiedendo permesso prima di entrare, strano da parte sua, l’emozione lo stava letteralmente cambiando. Quando poi udì il pianto di un bambino il rosso sobbalzò letteralmente quasi spaventato, ancora non riusciva a collegare il potentissimo Shiltar Kaguya con quella realtà. Si insomma lo aveva sempre visto maneggiare quella gigantesca falce per uccidere e squartare nemici e quella situazione così casalinga lo stava mettendo in crisi. Hoshi sapeva bene che Shiltar aveva una famiglia, durante una delle tante missioni il kaguya aveva raccontato di Taeko e i tre suoi figli, vivere l’esperienza però era diverso, quella situazione aveva del surreale per il Chikuma. Quando poi si fece strada nella cameretta di una dei bambini il rosso sbottò divertito alla scena di Shiltar che cullava un mini-Shiltar, cavolo quando avrebbe voluto portarsi dietro una macchinetta fotografica.

    -Ahahahah!!!.. un mini-Shiltar!!!.. Ahahahah.. ma è fantastico!!.. ehi ciao piccolino.. io sono Hoshikuzu Chikuma.. il Turbine Rosso di Suna.. piacere di conoscerti!!!..-


    Il rosso avrebbe messo vicino la mano del piccolo il mignolo della mano destra per farlo stringere al bimbetto. C’era solo da sperare che non fosse già in grado di sparare fuori ossa da tutte le parti.



     
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  6. Manu ©
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    Grazie al fatto che Hoshi era amico col Mizukage Hamano riuscì ad avere l'accesso alla sua dimora, cosa che mai e poi mai si sarebbe aspettato.
    Mentre il rosso esclamava tutta la sua meraviglia Hamano invece se ne stava zitto ad osservare l'immensa, incredibile, quantità di ossa che vedeva. Non aveva idea di quale tipo di abilità disponesse il Mizukage né quali fossero i suoi hobby, ma per tutto quel numero di ossa come tema della sua dimora doveva avere una qualche strana fissazione. Ovviamente si tenne questi pensieri per sé anche perché non voleva ritrovare l'osso del suo unico braccio rimanente in pasto ad uno dei coccodrilli che sguazzavano sotto di loro.
    Entrati all'interno del palazzo Hamano non poté notare, anche con un pizzico di invidia, come gli impiegati fossero efficienti nel loro lavoro senza bisogno di insultarli e/o spronarli con minacce di varia natura. Ovviamente anche i mobili di ossa facevano il loro effetto ma oramai il ragazzo aveva capito quali fossero i gusti del Mizukage in materia di arredamento.
    Sembrava anche che Hoshi si stava divertendo un mondo davanti a quello spettacolo salutando tutti e tutti come un bambino, incurante del fatto che in quel momento rappresentava la massima autorità di Suna in visita ad un villaggio dell'Accademia. Purtroppo era il suo capo perciò Hamano poté camminargli dietro a testa china sperando che gli impiegati non li notassero troppo. Se ci fosse stata Deidara probabilmente lo avrebbe già colpito in qualche maniera ma lei aveva deciso di andare con l'originale da qualche parte a fare chissà cosa.
    Il Mizukage li portò nel suo ufficio decisamente maestoso. Anche per Hamano fu difficile mantenere il suo solito contegno quando sapeva bene com'era quello del Kazekage.

    Ma perché il Kazekage non può avere un ufficio bello così? Perché deve farlo sembrare un porcile? Hoshi, al nostro ritorno gli devi dire qualcosa!

    Dentro all'ufficio c'era poi una porta blindata, l'accesso al vero e proprio appartamento del Mizukage e a quel punto Hamano si sentì quasi in imbarazzo. Il kage voleva far loro conoscere la sua famiglia ma il ragazzo si sentiva terribilmente fuori posto. Poteva capire per Hoshi dato che avevano compiuto diverse missioni insieme, ma Hamano era un ninja sconosciuto per il Mizukage e non si aspettava di certo un simile trattamento.
    Gli sembrava scortese rifiutare ma poi venne in soccorso il rosso che mise una buona parola per lui, facendo addirittura quasi commuovere il chunin dal braccio meccanico. Subito dopo le parole dell'amico si ritrovò a fare una serie di inchini verso il Mizukage.

    La ringrazio per la fiducia nei miei confronti, è davvero un grande onore, per me e per tutto il mio clan, davvero, la ringrazio infinitamente.

    Sarebbe stato un ringraziamento adatto alla situazione se Hamano non lo avesse fatto quasi rosso dall'imbarazzo continuando ad inchinarsi ripetutamente come se fosse un giocattolo rotto.
    Era talmente preso dall'emozione che non si accorse nemmeno di come il Mizukage aveva aperto la porta blindata e si ritrovò nuovamente a seguire Hoshi mentre entravano.
    Il fatto di poter entrare nell'ambiente più privato della persona più influente (e probabilmente più forte) di Kiri lo continuava a mettere a disagio anche se oramai aveva ripreso il controllo di sé stesso.
    Quando poi fecero la conoscenza del figlio del Kage ad Hamano quasi prese un colpo.
    Un essere così piccolo figlio di un ninja così immenso che maneggia un'arma imponente. Era tutto così surreale.
    Ovviamente Hoshi non si fece pregare che già si era avvicinato al piccolo mentre Hamano gli stava dietro poco sopra la sua spalla, incapace di proferire alcuna parola.

     
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    Shiltar non sapeva come fosse il palazzo del Kazekage a Suna, non lo aveva mai visitato, ma sembrava in qualche modo che non fosse poi così bello, considerando come entrambi i sunesi erano a dir poco esaltati dall'aspetto del suo di palazzo.
    Certo, dal punto di vista del Kaguya, la sua abitazione era a dir poco un'opera d'arte, ma questi erano gusti personali.

    Quando poi Hoshikuzu fece un commento sull'odore della stanza del Mizukage, il Kaguya sorrise: "Tra l'altro, Hoshi, ricordi il tizio che abbiamo affrontato durante l'assalto all'Accademia? Ecco... quella è una parte di lui che Sobek non ha voluto mangiare", avrebbe detto indicando un appendiabiti.
    Avendo tempo il Mizukage avrebbe raccontato del Kaguya traditore che costituiva buona parte del tavolo, o di molti altri pezzi che un tempo avevano avuto modo d'incontrare la sua Falce, prima di essere disossati, ma alle parole del Chikuma sul fatto che Hamano fosse un tipo di cui fidarsi, per poi osservare i molteplici inchini dell'Iga e le sue parole di ringraziamento, Shiltar non poté che sorridere, "Lieto di averti in casa mia, Hamano Iga.", fu la sua replica a quel punto.

    [...]

    Quando il trio salì al piano di sopra ed il pianto di Kai-Lee introdusse i due sunesi ad uno dei figli del Mizukage, Hoshi non si fece pregare e subito si avvicinò al piccoletto, che prontamente prese il pollice, tirandolo a se, e mormorando un "Losso...", piuttosto confuso, mentre giocherellava con quel dito e Shiltar lo guardava sorridente.
    "Sì, Kai-Lee, ha i capelli rossi... qualche parola qua e là già la dicono.", avrebbe detto il Mizukage prima al piccolo e poi ai due sunesi, prima di sentire una risata di un altro pargolo provenire da poco lontano, "Weeeeeeee", avrebbero sentito tutti e tre, prima che, probabilmente Hamano per primo, vedessero un geco con in groppa un altro bambino, molto simile a Kai-Lee per aspetto, con un completino bianco ed azzurro addosso.

    "Dominatore è tornato... la sua compagnia mi ha lasciato i suoi due cuccioli a cui badare, mentre lei portava la terza in un'altra stanza... penso che questo in particolare abbia marcato il territorio sulle mie squame...", avrebbe laconicamente detto, con un pò di vergogna in voce, quella che era una delle evocazioni di Shiltar, giacché spesso il Mizukage, per sicurezza di Taeko e dei bambini, lasciava qualcuna delle sue creature a sorvegliarle.
    Il Mizukage, sorridendo, avrebbe riposizionato Kai-Lee nella sua culla, eventualmente ancora aggrappato al mignolo di Hoshi e si sarebbe avvicinato al geco ed all'altro suo bambino, "Lui, invece, è Sendo... che prospetto un giorno diventi un ottimo evocatore... magari evitando di fare i suoi bisogni sulle creature a cui si alleerà, vero, piccino?", disse, sorridendo al bambino e sollevandolo da sopra la sua improvvisata cavalcatura.
    "Se non c'é altro, Dominatore, io andrei a lavar via questa onta da... sopra le mie squame...", avrebbe detto il geco asceta, pareggiandosi autonomamente.
    "Tu lo sai dove sono Mikan e la mamma?", avrebbe intanto chiesto il Mizukage al suo primogenito, "Ci sono degli amici che voglio presentarli: eccoli, Hoshi e Hamano", avrebbe aggiunto, volgendo lo sguardo sorridente del bambino verso i due della Sabbia.
     
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    Kiri
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    Solo ora Hoshi comprendeva perché Shiltar fosse così dedito a raccogliere pezzi dei nemici che faceva a pezzi. Glielo aveva visto fare svariate volte durante le innumerevoli missioni e avventure vissute assieme, ma mai si era posto il problema di capirne il perché. Mistero risolto, il Mizukage semplicemente li riutilizzava a casa come trofei di caccia, geniale.

    Il ragazzo di suna ci trovava gusto a giocare con il figlio di Shiltar, era la prima volta che interagiva con un marmocchi etto del genere, era davvero simpatico. Quando poi il Chikuma vide spuntare dall’angolo del corridoi uno dei Geki dell’arcipelago delle quattro bestie con su un secondo mini Shiltar il rosso non trattenne una risata delle sue, capaci di smuovere le fondamenta stesse della terra.

    -WAHAHAHAHA!!!.. accidenti Shiltar.. non credevo che costringessi i tuoi alleati a fare da balia.. AHAHAHAH!!!..-


    Il rosso si sarebbe asciugato le lacrime cercando di ricomporsi, conosceva bene i Geki di Shiltar anche se non tutti e sapeva che genere di personaggi fossero. Schiaritosi la voce il rosso si sarebbe avvicinato all’animale salutandolo con un semplice gesto della mano.

    -Yo!!!.. è bello sapere che voi Geki asceti state aiutando Shiltar a crescere i suoi figli.. ahahah.. chissà se anche Daikenjin sarebbe felice di cambiare pannolini ai miei figli!!!..-


    La situazione era tragicamente comica per il Chikuma che a stento riusciva a soffocare le risate, la casa di Shiltar era davvero il massimo. Il secondo figlio di Shiltar era molto simile al primo e di nome faceva Sendo, il Kaguya aveva ottimi gusti in fatto di nomi, sempre se non fosse stata la sua compagna a darli ai ragazzini. Quando il Mizukage presentò i due al bimbetto Hoshi allungò anche verso di lui il mignolo per farlo prendere al bimbetto, per il rosso era come suggellare un patto con un grande e futuro amico.

    -Ciao Sendo!!!.. piacere di conoscerti!!!..-


    Il rosso avrebbe mosso la mano su e giù come quando si stringe la mano ad un uomo d’affari, ma con stampato un gran sorriso in volto. Quindi si sarebbe voltato verso Hamano per dargli una bella pacca sulle spalle e avvicinarlo al bimbetto che si era imbambolato a fissarlo.

    -Ehi forza Hamano fai amicizia con Sendo!!!.. accidenti non vorrai mica trovarti ad affrontare due Kaguya del calibro di Shiltar in futuro?!!!.. AHAHAHAH!!!..-


    Il rosso naturalmente stava scherzando, non sarebbe mai riuscito a alzare le mani contro Shiltar o la sua famiglia, il legame di amicizia e rispetto che aveva legato con il Mizukage non aveva pari, Shiltar Kaguya era davvero uno dei suoi più grandi amici e compagni di avventura. Il rosso ora però era troppo curioso di fare la conoscenza del dolce forno che aveva sfornato i pargoli, era curioso di conoscere i gusti del cavaliere bianco in fatto di donne.



     
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  9. Aoi & Taeko
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    La Signora Kaguya



    Taeko era in cucina, nel regno delle donne, con Mikan in braccio appoggiata ad una spalla. Stava cercando di far addormentare la bambina per il riposino quotidiano.
    Quando sentì la voce di lui si preparò ad alzarsi lentamente dalla sedia per non agitare la piccola. Aveva udito che c'era qualcun altro e pareva anche chiassoso. Se non fosse stato per Mikan gli avrebbe urlato contro. Non era modo di comportarsi urlando a casa d'altri.
    Arrivò sull'uscio della cucina nel suo kimono nero, non troppo castigato, dalle ampie vedute.


    Shiltar-san la sua voce era sì gentile ma aveva il tono di chi sapeva dirigere la casa oltre che la famiglia. Mikan dovrebbe dormire e tra poco tocca pure a Sendo. Kai-Lee si era appena addormentato! Si può sapere chi è questa gente? E dov'è Ryutsuki? Gli avevo chiesto di darmi una mano quando si liberava. Non l'avrai mandato a fare qualche strana missione?

    Quella era Taeko, dolce e severa allo stesso tempo, come il ruolo da donna di casa richiedeva. Ed era anche esageratamente bella.

    Comunque io sono Taeko, la moglie di Shiltar. E quella sulla mia spalla che sta dormendo è Mikan la secondogenita disse a loro con un lieve sorriso non appena ebbe capito che erano amici di lui. Scusate l'accoglienza ma è l'ora del riposino per i bambini. Se volete accomodarvi in cucina vi preparo qualcosa non appena li metto a dormire continuò andando in camera di Kai-Lee.

    Mikan era quella che più assomigliava alla madre, per la colorazione dei capelli color arancio. E il nome lo testimoniava tutto: significava albicocca, come il frutto. Crescendo in quell'ultimo anno assomigliava sempre di più alla madre, due gocce d'acqua nei lineamenti benchè di età diverse.
    Appoggiò Mikan nella culla di mezzo, quella con i peluche a forma di volatili. Li scansò ai piedi del letto. Poi coprì la bambina ed andò da Kai-Lee accarezzandolo e coprendolo bene. Mosse la culla per addormentarlo un pochino mentre rimaneva a fissarlo con lo sguardo di una tenera mamma.

    Fai la nanna bel bambino, fai la nanna nel lettino. Dormi bene sul cuscino, fai a tutti un sorrisino... e andò avanti con altre rime per farlo addormentare.
     
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  10. Manu ©
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    Se Hoshi se la cavava bene con in bambini Hamano dal suo canto invece faceva proprio pena. Non riusciva a spiccicare mezza parola davanti a quella piccola creaturina, vuoi perché non è abituato a vedere baby ninja o vuoi che il suo padre armato di falce si trovava vicino a lui.
    Sarebbe rimasto imbambolato lì fino a sera se una voce di bambino non attirò il suo sguardo verso un altro infante questa volta in groppa ad un geko.
    Sembrava che Hoshi conoscesse anche quella che sembrava essere l'evocazione del Mizukage, in pratica Hamano ignorava che l'amico aveva passato parecchio del suo tempo con una delle persone più importanti dell'accademia.
    Il Mizukage prese in braccio suo figlio presentandolo a loro con il nome di Sendo, ed ovviamente Hamano non spiccicò parola nuovamente mentre Hoshi faceva le presentazioni col bambino.
    Ad Hamano stava bene fare scena muta, in fondo era sempre un ospite in casa di altrui e voleva essere di meno disturbo possibile, solo che Hoshi lo trascinò di forza davanti al pargolo.
    A quel punto non seppe che fare se non presentarsi normalmente con chi non conosceva: inchinandosi.

    Piacere di conoscerti, è un vero onore per me incontrarti.

    Nel frattempo, una parte profonda della testa di Hamano gli stava dando dell'idiota per il suo comportamento.
    Come se non bastasse arrivò anche la moglie.
    Hamano aveva passato la fase dell'età in cui ogni donna deve essere guardata con un certo occhio ed ora si riteneva una persona più che rispettabile e rispettosa nei confronti del gentil sesso, solo che non poté fare a meno di fissare per qualche secondo la signora Kaguya per poi distogliere lo sguardo in maniera palesemente imbarazzata, nella speranza che i suoi capelli coprissero la punta rosso fuoco delle sue orecchie.
    La donna si presentò dopo una specie di rimprovero verso il marito, e presentò a loro anche la piccola bambina.
    Hamano ebbe un sussulto quando li invitò a sedersi in cucina perché proprio non sapeva come comportarsi in quel frangente. Di certo non si sarebbe mai aspettato di essere trattenuto in quella casa a prendere tè e pasticcini.
    Rapidamente diresse verso Hoshi un'occhiata molto eloquente del tipo "e ora che facciamo?".

     
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    Falce dei Kaguya


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    Shiltar sorrideva per il modo di comportarsi di Hoshikuzu verso i suoi due pargoli e verso il geco che aveva fatto da balia ad uno dei due: peccato che il rettile non fosse altrettanto euforico, ma era l'unica evocazione a cui Taeko, per quanto non con molto entusiasmo, permetteva di aiutarla nella gestione dei figli, considerando quanto poco apprezzasse pipistrelli e coccodrilli attorno ai bambini, come le locuste fossero poco adatte fisicamente per quel compito e come le fenici avessero anche loro dei problemi nella gestione dei piccoli.

    Proprio, però, mentre il Mizukage aveva con se il piccolo, la voce di Taeko si sarebbe fatta sentire e, malgrado il tono in qualche modo un pò accusatorio, Shiltar non avrebbe fatto altro che sorridere: sapeva che lei aveva il suo modo di vedere le cose per certi aspetti, così come il Kaguya aveva il proprio per altri (i mobili d'ossa al piano inferiore in primis).
    "In effetti non mi ero accorto dell'orario... ho avuto qualche questione urgente al villaggio e non mi sono reso conto che stavo per invitare questo mio amico sunese ed il suo compagno di villaggio qui proprio quando i piccoli dovevano dormire.", ammise, considerando che fra la mocciosa sunese, il traditore mezzo addormentato, Etsuko che si lamentava ed Itai non aveva tenuto bene il conto dell'orario.
    "Ryutsuki non saprei dov'é... in fondo gli faccio da sensei, non sto attento ad ogni suo movimento, comunque no, ancora non lo mando in missione...", la rassicurò, rispondendo sul giovane ospite, i cui natali era meglio non specificare, che viveva al piano di sotto del Palazzo, mentre intanto le porgeva anche Sendo, dando poi un gentile bacio sulla fronte sia al bimbo, sia a Mikan, per poi rivolgerne uno sulla guancia anche a Taeko, che s'era intanto presentata ai due sunesi.
    "Non ti preoccupare, faccio gli onori di casa... sai che non sono bravissimo in questo genere di cose, ma penso di riuscirci con Hoshi ed il giovane Iga...", aggiunse sorridendo all'altra, prima d'invitare i due ninja della Sabbia a seguirlo in cucina.

    Così, mentre Taeko si preoccupava di far addormentare i piccoli, il Mizukage invitò i due a sedersi al tavolo, di legno, che c'era nella sala addetta alla cucina, prendendo una teiera nel frattempo, "Vi va bene del thé, o preferite altro?", avrebbe chiesto pacatamente ai due.
    Quale che fosse stata la risposta, mentre versava quel che c'era da bere, il Kaguya avrebbe chiesto: "Che si dice di bello in quel di Suna, Hoshi? Qualche missione interessante a cui potrei farvi da terzo, o quarto, elemento della squadra?", lo disse più scherzosamente che altro, ma considerando come molte volte il Mizukage ed il Rosso s'erano ritrovati ad andare in missione assieme perché il Kazekage inviava il suo consanguineo nei luoghi più disparati e Shiltar non voleva lasciarlo andare da solo, tutto era possibile.
     
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    Kiri
    ..Mizukage Porcellone..
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    Il rosso stava facendo l’ebete con Hamano quando si presentò a loro la moglie di Shiltar, come volevasi dimostrare il sunese si sarebbe fatto vedere per ciò che era fin dal primo istante. La moglie del Kaguya si chiamava Taeko ed era una vera e propria BOMBA, quel porcellone di Shiltar aveva dei gusti davvero raffinati in fatto di donne ed il rosso non gli risparmiò un occhiata con tanto di colpetto di gomito come a dire, bel colpo Mizukage-sama.

    -Ci scusi per l’intrusione signora Taeko.. io sono Hoshikuzu Chikuma e lui è Hamano Iga.. siamo ninja di Suna e grandi amici di suo marito!.. la ringraziamo per la sua accoglienza e speriamo di non arrecare troppo disturbo..-


    La donna si sciolse subito, era una madre di tre figli e moglie del più potente uomo sulla faccia della terra, non doveva certo essere una passeggiata. I tre si sarebbero spostati verso la cucina dove potevano stare più tranquilli e lasciare i piccoli al loro riposo pomeridiano. Shiltar offrì loro del the che Hoshi accettò di buon cuore, anche in casa sua si beveva nonostante la calure del sole. Il rosso avrebbe ringraziato con un gran sorriso quindi dopo aver aspettato qualche secondo ne avrebbe sorseggiato quasi metà tazza, era delizioso.

    Quando Shiltar poi chiese che accadeva a suna il rosso puntò lo sguardo verso il cielo ripensando non tanto a quel che succedeva nel suo villeggio, ma cosa era successo a lui in quel periodo. Il rosso avrebbe appoggiato la tazza guardando Shiltar con fare sereno.

    -Mah!?.. ultimamente a Suna è un casino.. non so per quanto riusciremo a mantenere la pace.. il villaggio sta emergendo un po’ alla volta dal baratro in cui l’aveva gettato la guerra civile di molti anni fa.. però sembra ci sia ancora gente disposta a distruggerlo nonostante tutto!.. è una vera seccatura..-


    Il rosso stava parlando con il kage di un altro villaggio di informazioni prettamente confidenziali, non aveva proprio dubbi sulla loro amicizia.

    -..fortunatamente la missione all’arcipelago delle quattro bestie ha risollevato l’economia del paese del vento.. ma c’è ancora molto da fare.. soprattutto dopo quel brutto incidente a Taki!..-


    Il rosso non aveva partecipato alla missione ma aveva letto i rapporti della missione, inoltre Gin lo aveva informato di prepararsi perché da quel momento in poi le cose si sarebbero fatte dannatamente complicate per loro e l’intera accademia.

    -..le rotte commerciale nel paese del vento sono limitate e sempre più banditi si fanno coraggio e attaccano le carovane.. purtroppo noi ninja di Suna non possiamo occuparci di tutto.. la milizia fa quel che può.. Gin pensa che tutto sia dovuto al casino successo a taki e per questo voleva mandare qualcuno per vedere quale fosse la situazione..-


    Il rosso avrebbe preso il the per sorseggiarne un altro po’.

    -Mi ha detto che aveva pensato a te Hamano.. da quel che so hai partecipato anche tu a quella missione.. quindi dovresti conoscere già quei territori.. almeno un po’..-


    Lo avrebbe guardato con aria interrogativa, in realtà il rosso sapeva davvero poco di tutta quella storia e le sue conoscenze si limitavano alle continue lamentele che gin gli catapultava addosso.

    -Ehi shiltar!.. magari potrebbe essere interessante andare a dare un’occhiata.. fare un gita di qualche giorno.. se si stanno organizzando ad attaccare l’accademia o che so io potrebbe essere un problema.. e conoscere il nemico è la prima regola di ogni buon guerriero..-


    Il rosso l’aveva buttata la, una gita a Taki. Chissà come avrebbero reagito il potente Mizukage e lo stoico Samurai di Suna.



     
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  13. Ryuwhan
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    Era chiaro che qualcosa di incredibilmente importante fosse successo a Kiri, e Ryuwhan ne era stato diretto testimone, assieme al Grigio Perla, lo shinobi di Konoha. I motivi che hanno spinto il misterioso 'uomo dalla faccia nera' a tracciare dei sigilli apparentemente così inutili in giro per Kiri, per poi fuggire non appena scorto il minimo pericolo per la sua copertura sono ancora oscuri al bambino. Superato l'iniziale shock che gli aveva fatto perdere di vista l'uomo nero per concentrarsi sul Grigio Perla (questi aveva affermato di conoscere il Capo dei suoi Sensei), Ryuwhan torna ad essere ossessionato dalle forme di quei sigilli all'apparenza così inutili, così maledettamente illogici.
    Non poteva sopportarlo.
    Si era diretto verso la sede dell'amministrazione dove, ormai più di un anno addietro, aveva stipulato il famoso contratto con l'amministratrice; tuttavia non aveva trovato altro che macerie al suo posto. Per giorni aveva cercato l'amministratrice (ovviamente senza chiedere dove fosse a nessuno, semplicemente cercandola per conto proprio), ma non aveva avuto fortuna.
    Nel frattempo era stato chiamato per l'ennesima missione, questa volta in compagnia di Itai Nara.

    Di ritorno, Ryuwhan decide ancora una volta di perseguire gli strani eventi dei giorni precedenti, e questa volta lo fa recandosi all'infame Palazzo del Mizukage.
    Il fatto che l'interno palazzo fosse arredato con ossa di ogni genere non sembra disturbare il bambino: crediamo che pensi alle decorazioni interne come a qualcosa di normale per alcune comparse; Ryuwhan ha imparato a non giudicare più l'operato delle normali comparse, dopo la visita a casa del Jonin Coda di Paglia, anche chiamato Itai Nara. Il bambino ha ricevuto una sorta di illuminazione nel momento in cui ha capito che bisogna solo compatire chi sembra mettere da parte ogni logica, e non più biasimarlo.

    Il bambino ha chiaro in mente cosa comunicare al Mizukage, anche ribattezzato Ombra D'acqua dal bambino durante la convocazione alla nefasta missione a Taki.

    Entrato dalla porta principale, Ryuwhan si dirige alla prima sala dove ci fosse stato qualcuno per chiedere di parlare con L'ombra d'acqua.
     
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    Qualche tempo dopo l'incontro con i sunesi...

    Quando quello che sembrava un piccolo vagabondo arrivò al Palazzo del Mizukage di Kiri, probabilmente, il più degli impiegati che si aggiravano per il Palazzo, in attesa che la nuova amministrazione fosse resa completamente operativa, fu propensa a scacciarlo via, magari dandogli prima qualche spicciolo, fortunatamente, però, c'erano così tante persone assurde, nei modi e nell'aspetto, che persino quella specie di piccolo senza tetto fu catalogato solo come un altro strambo individuo che visitava lo shinobi che riempiva il proprio palazzo con mobili d'ossa e trattava i coccodrilli al pari di animali domestici.
    Tutto questo permise di certo al piccolo Ryuwhan di arrivare senza problemi a chiedere, in un modo certamente tutto suo, dove fosse l'ufficio del Mizukage, informazione che forse avrebbe ottenuto con un pò di difficoltà, se non fosse riuscito a farsi capire.

    Ignaro di tutto ciò, Shiltar era nel suo studio, a catalogare i documenti che al momento, privi di un'amministrazione vera e propria, dovevano comunque essere gestiti, mentre cercava anche un nome adatto a quel ruolo, sconfortato dalla consapevolezza che il nome migliore era anche l'ultimo un breve elenco di persone possibili.

    Ad ogni modo, nel suo ufficio Ryuwhan lo avrebbe trovato: il Mizukage seduto sulla sua poltrona d'ossa dinanzi al tavolo d'ossa con tutti i fogli sparsi sul tavolo e con la massiccia Falce di Luna poggiata al muro dietro di lui.
     
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  15. Ryuwhan
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    Ottenute le informazioni necessarie, il bambino si dirige verso quello che a detta delle comparse è l'ufficio dell'ombra d'acqua. Entro pochi minuti il senzatetto trova la stanza, apre la porta ed entra. Ovviamente non bussa (non è un comportamento che comprende), né saluta l'ombra d'acqua. Semplicemente entra nella stanza e lo fissa per alcuni secondi, durante i quali probabilmente l'ombra d'acqua si chiederà o domanderà direttamente al bambino cosa diavolo volesse.

    L'ombra è seduta su una peculiare poltrona e sembra indaffarato fra fogli di carta, scritte e chissà quali altri noiosissimi compiti. Al bambino ciò non interessa, però.
    Dopo alcuni secondi, e dopo aver probabilmente ricevuto qualche domanda sulla natura della visita, Ryuwhan alza il dito indice, creando a mezz'aria una stringa di chakra color grigio tendente al celeste, che prende la forma di un breve testo:

    Una settimana fa ho trovato 3 Fuuinjutsu sconosciuti per il villaggio.



    Esordisce il bambino, omettendo il fatto che assieme a lui c'era stato anche il Grigio Perla, lo shinobi di Konoha. Poi crea un'altra stringa:

    Ho inseguito il colpevole. Poi l'ho perso di vista.



    Omette il fatto che l'aveva perso di vista perché era stato distratto dal Grigio Perla, il quale aveva confessato di conoscere uno dei suoi sensei.

    Era uno tutto nero, dalla testa ai piedi. Senza una faccia. Ora non è più qui.



    Ed ecco il motivo per il quale Ryuwhan è in quest'ufficio:

    Voglio seguire le sue tracce negli altri villaggi.



    Ryuwhan non vuole essere qui, in realtà, non gli interessa comunicare ciò che ha scoperto; ma per rintracciare l'uomo nero deve uscire dal villaggio, e per uscire dal villaggio gli serve il permesso e per avere un permesso gli serve una motivazione.
    Poi, intuendo che la spiegazione non è stata così esauriente:

    L'uomo Nero si teletrasportava. Può tornare ancora. Quando vuole.



    Ovviamente il bambino è pronto a rispondere alle domande dell'ombra, per quanto numerose possano essere.
     
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220 replies since 5/10/2008, 19:33   4754 views
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