Palazzo del Mizukage

[Amministrativo]

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    Essere immerso nelle faccende burocratiche non era certo una scusa per non avvertire qualcuno che ti entra in stanza: non lo dovrebbe essere per un comune impiegato, tanto meno per il Kage di un villaggio di ninja e, proprio per questo, nel momento stesso in cui sentì i passi, Shiltar Kaguya alzò la testa.
    Di certo il Mizukage non si sarebbe aspettato un piccolo pezzente, per usare la prima definizione che balenò nella mente del jonin, non per questo, però, prese la parola per primo: rimase a guardarlo, in silenzio, con uno sguardo probabilmente un pò perplesso, tutto questo, malgrado una certa nota di consapevolezza su chi potesse essere quel ragazzino, qualcuno che da qualche parte aveva già visto.
    E fu quando il suddetto bimbetto agitò un indice iniziando a comporre frasi a mezz'aria che il Kaguya si ricordò di aver già visto una cosa tanto strana e particolare in un altro luogo: ai tempi della preparazione della fallimentare missione in quel della Cascata.
    Quel ricordo, comunque, andò in secondo piano leggendo ciò che il ragazzino aveva da "dire": aveva trovato 3 fuuinjutsu fatti una settimana prima da un uomo tutto nero e senza faccia che gli era sfuggito e che poteva, a detta del Muto, entrare ed uscire da Kiri con una qualche tecnica di teletrasporto.
    Quella descrizione non piaceva al Kaguya, ricordava troppo il poco amato Yashimata, che si era presentato come fiero responsabile del più grave dei due attentati, se tale si voleva definire l'esplosione della vecchia amministrazione.

    "Ragazzino,"
    esordì il Mizukage a quel punto, "prima di tutto vorrei un pò più di particolari su come hai trovato i fuuinjutsu ed il loro creatore e su come questo tizio in nero ti sia scappato... in che senso si teletrasporta?", domandò innanzi tutto, per capire un pò meglio se era la sua vecchia conoscenza o qualcuno di nuovo, "E, oltre questo, spiegami: da dove vorresti partire per cercare questo tizio? Che tracce hai?", continuò, era pur sempre il capo villaggio ed un ninja, doveva capire se quello del bimbetto muto era stato un colpo di fortuna ed ora andava alla cieca, o se aveva un piano su come fare la sua ricerca.
     
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  2. Ryuwhan
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    Ho trovato i Fuuinjutsu perché



    Quello che sta per dire è qualcosa che neanche lui pensava mai di poter anche solo concepire. Eppure è sempre più palese la veridicità delle prove:

    Li sento.



    Ryuwhan continua poi confidando all'ombra d'acqua che secondo il suo parere l'uomo nero aveva voluto farsi trovare. In piazza aveva palesato la sua presenza in maniera più che plateale, sfoggiando le sue forme oscure senza preoccuparsi della furtività delle proprie azioni. In seguito era scappato, era molto veloce; confessa che il suo teletrasporto, probabilmente coadiuvato dai dei sigilli, gli era utile alla fuga ma in qualche modo Ryuwhan era sempre riuscito a raggiungerlo, forse proprio perché l'uomo intendeva farsi seguire. Queste le sue supposizioni che condivide con l'ombra d'acqua.

    Ho incontrato qualcuno che cercavo.



    Questa la ragione per la quale il bambino aveva perso di vista la preda. In un certo senso è la verità.
    Il senzatetto dice all'interlocutore che se davvero le sue supposizioni sono giuste, l'uomo sta cercando di mandare un messaggio, un messaggio che soltanto chi conosce il mondo dei segni può comprendere.
    Pensiamo che sia sicuramente tipico per un terrorista avvisare preventivamente le vittime della catastrofe che sta per avvenire; forse perché la paura suscitata nelle vittime li aggrada, forse perché il pensiero di un avversario che si possa opporre a loro li stimola.

    Sono supposizioni molto azzardate, ma il senzatetto deve convincere l'interlocutore a dargli il proprio benestare.
     
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    Shiltar rimase ad ascoltare, o più correttamente leggere, le parole di quello strano ragazzino che s'era presentato da lui chiedendo il permesso di poter inseguire un "Uomo Nero" colpevole di aver piazzato dei fuuinjutsu nel villaggio.
    A quel che scriveva, il ragazzino era capace di avvertire i fuuinjutsu, cosa forse strana quanto il suo modo di comunicare, ma non per questo inverosimile... considerate tutte le stramberie dei ninja che il Mizukage aveva incontrato negli anni.
    Il ragazzino poi avrebbe continuato, con dovizia di particolari, finché non fosse arrivato a spiegare che lo aveva perso per aver incontrato "qualcuno che conosceva", ragione anche un pò sciocca, secondo il Kaguya, ma la disciplina mentale probabilmente non l'abbinavano alla capacità di sentire i sigilli, suppose, mentre quello proponeva che tale "Uomo nero" voleva farsi trovare, il che, al Mizukage, sembrava un bel pò discordante da chi vuole fare un attentato e questo fece allontanare le speranze del Jonin che l'altro avesse effettivamente visto Yashimata.

    Malgrado ciò, quello che il ragazzino aveva visto era abbastanza sospetto da meritare delle ricerche, quindi, finito il racconto, scritto, dell'altro, Shiltar parlò: "Ok, allora il tuo grande piano è di metterti a cercare i suoi sigilli in giro per il continente? Potrebbe essere un pò dispersiva come idea, ad ogni modo, hai due mesi di tempo, se entro tale lasso di giorni non farai arrivare tue notizie qui, o all'Amministrazione, sarai fra la gente da cercare, perché dispersa... non ti preoccupare in quel senso." , va bene dare del filo ad un ragazzino piuttosto strano che poteva aver scoperto qualcosa d'interessante, ma meglio premunirsi se fosse finito male, o se si fosse fissato troppo sui suoi piani di ricercare sigilli "sentendoli".

    Se il piccolo Muto lo avesse richiesto, il Mizukage avrebbe anche scritto su carta il permesso per lo stesso.
     
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  4. Ryuwhan
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    Contro ogni nostra previsione, l'ombra d'acqua sembra acconsentire alle richieste del bambino, sebbene le ragioni presentate da quest'ultimo siano state anche ai nostri occhi un po' deboli. Ma è possibile che l'ombra d'acqua abbia voluto dare fiducia all'esperto, o forse desidera semplicemente levarselo di torno.
    Tuttavia la minaccia è reale; sebbene non ci sia immediato pericolo per il suo villaggio (almeno non più), l'ombra d'acqua pensa probabilmente all'intera organizzazione denominata "Accademia", e di come questo possibile attentatore possa agire nella più completa libertà se lasciato stare. Ryuwhan conosce i metodi del misterioso uomo, conosce il tratto del suo disegno e può trovarlo ancora. Ne è ossessionato.
    Ha due mesi per trovarlo, due mesi lontano dal Letamaio, due mesi lontano dall'accademia, dalle missioni. Lo vediamo nei suoi occhi: ha deciso di partire immediatamente.

    Ryuwhan non aspetta che l'ombra d'acqua lasci un attestato scritto, ma si volta e si incammina verso l'uscita. Ma stranamente si ferma sull'uscio dell'ufficio dell'ombra d'acqua. Per un momento crediamo che finalmente sia riuscito a comprendere le buone maniere, che si sia accorto di non aver ringraziato l'interlocutore.
    La nostra speranza termina presto, però:

    Dov'è... l'amministratrice?

    Già, il senzatetto l'ha cercata per giorni, prima di rassegnarsi a rivolgersi invece al "Mizukage" stesso. Che fine ha fatto?
     
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    Il ragazzino sembrò al quanto determinato: avuta la conferma orale da parte del Mizukage, non attese nemmeno un documento che dimostrasse tale permesso, semplicemente si voltò e fece per andarsene.
    Shiltar, dal canto suo, stava già tornando alle proprie scartoffie, quando il ragazzino si fermò e pose una semplice, ma quanto mai fastidiosa per il Kaguya, domanda: dov'era l'amministratrice.
    "E' morta." fu la risposta carica di disappunto del Mizukage, un disappunto non dovuto al ragazzino, ma al fatto che la morte di Fujiko/Godsan, essendo stata un volontario suicidio assieme al suo palazzo, era di fatto percepita, dal Kaguya, come un fallimento personale nell'aver affidato un ruolo tanto di rilievo, e la relativa fiducia, a chi, a conti fatti, non aveva avuto la forza di reggere tale peso, dal suo punto di vista.

    A quel punto, il Kaguya sarebbe tornato sulle sue carte, lasciando che il piccolo Muto partisse per la missione di cui s'era incaricato da se e che sembrava premergli particolarmente.
     
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  6. Ryuwhan
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    Ryuwhan rimane immobile per almeno dieci secondi, pietrificato. L'ombra d'acqua è già tornata alle sue scartoffie eppure il bambino non sembra riuscire a schiodarsi dall'uscio.
    L'amministratrice, la Poliziotta... è morta. Cosa è successo? E' forse collegato alla scomparsa della stessa amministrazione?
    Le domande sono tante, ma cosa affolla la mente del bambino in questo momento? Cosa comporta per lui la morte della Poliziotta?

    Difficile dirlo. Possiamo solo aspettare e osservare le azioni che da questo momento in poi il bambino deciderà di intraprendere. Sta a lui decidere se tenere fede al "contratto"... oppure no.
    Sul suo volto leggiamo confusione mista a liberazione; la speranza di un cambiamento, la possibilità di rimediare ad un errore fatto in un momento di poca lucidità. Ma è davvero possibile che si sia potuto liberare così facilmente della morsa di quella donna?

    Come sempre osserveremo lo svolgersi degli eventi senza interferire, taciti testimoni di un destino ora più che mai imprevedibile.

    Il bambino riesce finalmente a muoversi, e messo con difficoltà un passo fuori da quell'ufficio delle rivelazioni, si mette in cammino per la prossima meta: Il Paese dell'Erba.
     
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    Ritorno (?)


    Avevo Nana in braccio mentre mi avvicinavo al palazzo del Mizukage. Avevo preferito portarla con me, ora che Hana non è in casa, per dimezzare la fatica di Ayame. Si stava lentamente riprendendo, lo notavo, eppure nessuno era ottimista quanto me. Forse il mio incauto ottimismo mi avrebbe fatto soffrire enormemente se alla fine, tutto fosse andato male.
    Ma ne avevo bisogno. Ne avevo bisogno per essere forte. Non avevo ancora assimilato l'idea di perdere Ayame, nonostante mi avesse fatto capire chiaramente che sarebbe potuto accadere.
    Da quando ero tornato a Kiri, se si eccettua quella piccola scappatella in cui mi ero procurato un occhio nero (che come quasi ognii mia ferita era sparito nel giro di una notte) non mi ero fatto vedere da nessuno. Né alle mura, né da nessun altra parte.
    Tre giorni prima, tuttavia, Ayame si era alzata dal letto. Da tre giorni camminava, sebbene affaticata aveva cercato di ricominciare a vivere. Così, con il suo consenso, avevo deciso di fare altrettanto.
    Avevo sentito dire che nessuno aveva sostituito Fujiko e che l'Amministrazione ormai abbattuta non sembrava propriamente essere stata sostituita. Non avevo sentito di alcuna inaugurazione e in buona sostanza, chissà perché Fujiko aveva cercato di ammazzarsi. Tutte domande a cui non avevo dato risposta per colpa di una missione mai voluta. Stavo iniziando ad odiare quella missione. Mi aveva fatto stare lontano da tutti i posti che ritenevo importanti. Casa mia, il mio villaggio.
    Nana e Jukyu erano cresciute. Ormai camminavano entrambe e parlavano più di quello che ci si aspetterebbe da delle bambine di quasi due anni. Così, mentre ci avvicinavamo al palazzo, lei indicava con un dito paffuto diverse cose, chiedendomi continuamente:
    Cosa è??
    Ed io mi ritrovavo a ridere, a baciarle la guancia e a rispondere, felice come non lo ero da giorni. "Una casa" rispondevo, "un cane", "un cavallo", "un negozio". Non ero sicuro capisse. A volte semplicemente indicava chiedendomi con lo sguardo di andare lì. Per colpa di quell'adorabile piccola peste il tragitto da casa al Palazzo del Mizukage era durato almeno cinque-sei volte più del necessario. Ma nessun rimpianto, era da tanto che non passavo del tempo con mia figlia.

    Dopo un periodo alquanto tormentato riuscii a trovarmi, a circa metà mattinata, dinanzi alla porta del Mizukage. Nana era sulle mie spalle, poggiata placidamente ed evidentemente un po' stanca. Bussai e non appena sentii, se l'avessi sentito, il permesso di entrare, aprii la porta.
    Tōchan chi è? chiese Nana, strappandomi un sorriso. Chissà se non l'avesse strappato anche a Shiltar.
    Il Mizukage tesoro. Avanti, salutalo dissi alla bambina senza aspettarmi che lo facesse davvero. Era decisamente raro che riuscisse a capire l'importanza di salutare una persona. Invece Nana, sorprendendomi, alzò una manina e salutò il Mizukage.
    Tao Misuge
    Dovetti trattenermi parecchio per evitare di scoppiare a ridere e presi la bambina in braccio.
    Misuge, eh? Certo che a questa età ne trovano di modi strani per chiamare la gente. Comunque, sono tornato da quella missione, c'è voluto un po' più del previsto e poi Ayame è stata poco bene. Dovevo occuparmi delle bambine ma sì, adesso posso dire di essere tornato non mi ero davvero informato di cos'era successo a Kiri. C'erano molte cose che avrei voluto chiedere a Shiltar e feci la classica e immancabile domanda della persona che manca da tempo.
    Ci sono novità, Mizukage-sama?


    Itai è stato in un luuunga missione. Visto che sembra che nessuno si sia lamentato di una mia "immotivata scomparsa" come scusa può andar bene XD:
    Ovviamente è su una timeline differente rispetto a Ryuwhan
     
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    Erano passati alcuni giorni dal passaggio del piccolo ninja muto e delle sue strane affermazioni, strane in primis per il modo in cui venivano esposte... e Shiltar era di nuovo lì nel suo ufficio a gestire noiose scartoffie, specie per ora che nessuno si occupava dell'amministrazione, quando sentì ancora una volta bussare e, al suo "Avanti" di risposta, si ritrovò davanti non un impiegato, bensì un'altra creatura ben più piccola dei normali visitatori (esclusi i suoi figli, naturalmente), però accompagnata da qualcuno di ben più noto, Itai.

    Il Jinchuuriki aveva pensato di fare un "saluto" portandosi una delle figlie, che storpiò leggermente il titolo del Kaguya, cosa che lo fece leggermente sorridere, in fondo anche i suoi di figli stavano iniziando a parlottare e spesso con risultati altrettanto divertenti.
    Poco dopo fu il padre a parlare: Itai affermò di essere tornato da "quella" missione, peccato che Shiltar non avesse la bencheminima idea di quale missione l'altro parlasse, come forse il suo sguardo un pizzico perplesso su quel particolare argomento avrebbe anche potuto lasciar intuire; aggiungendo anche ulteriori particolari famigliari, spiacevoli di per se, prima di confermare che era tornato.
    "Novità? Niente di particolare...", esordì il Kaguya, "O almeno, niente che si noti ad occhio.", si corresse considerando delle piccole ricerche che stava facendo fare a Kisugy e gli altri che aveva riportato a Kiri in quel periodo, "Siamo ancora senza un'amministrazione funzionante, quindi mi becco tutte le scartoffie; non ci sono, che io sappia moltissimi nuovi genin o chunin al villaggio dopo quella mal attrezzata missione a Taki ed in generale non sono arrivate grosse notizie nemmeno dagli altri villaggi di informazioni che si possano condividere fra villaggi.", spiegò secco, prima di appoggiarsi alla poltrona d'osso.
    "Tu? Com'é andata questa missione... qualunque cosa fosse?", concluse cordialmente, sorridendo più alla bambina che al Jinchuuriki stesso e cercando di ricordarsi se aveva qualche giocattolo dei figli lì nel tavolo, ma dubitava che l'altro gradisse dei sonagli d'ossa per le figlie.

    Max, non è che se un utente ed il suo pg scompaiono mi metto a lamentarmi ^^', però non per questo il mio pg sa di che missione tu vai parlando ^^'
     
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    Una mia mano andò tra i miei capelli e sospirai. Al solito, avevano combinato qualche casino. Avevano mandato me in un altro continente e nemmeno avevano mandato una lettera al mio capo per spiegargli la mia assenza forzata.
    La faccenda testò bene la mia rinnovata pazienza perché, anziché imprecare, mi limitai a posare Nana sulle sue gambe (più salde di quelle che sembrano) e a farci una battuta sopra.
    Avranno sbagliato l'indirizzo della lettera che ti doveva arrivare immagino. Comunque, è andata bene. Un paese senza ninja ha chiesto una mano per una guerra. Mi hanno fatto intervenire in luoghi chiave e gli ho sistemato la faccenda strinsi appena le spalle come per dire "sai che cosa" Non so nemmeno che benefici spera di trarne l'Accademia. Avranno i loro motivi immagino.
    Nana iniziò a girovagare per la stanza, osservando senza toccare nulla. Non sembravano esserci oggetti alla sua portata se non i muri e qualche mobile che evidentemente non suscitava il suo interesse, così iniziò a gironzolare curiosa come sempre.
    Crescono in fretta, vero?
    In quel momento mi sentii più vecchio di quello che effettivamente ero. Ma Shiltar poteva capirmi benissimo. I nostri figli avevano esattamente la stessa età. Ora più, ora meno, erano però nati lo stesso giorno.
    Riguardo l'Amministrazione... Come ti dicevo prima, Ayame non sta passando un periodo molto felice in termini di salute. A meno di catastrofi, non mi muoverò dal villaggio per un po'. Se hai bisogno di una mano per qualcosa, fammelo sapere. Se devo ingrassare, almeno spero di farlo facendo qualcosa di utile.
    Itai Nara che offre il suo aiuto spontaneamente a Shiltar Kaguya, apparentemente senza motivo e senza uno scopo. Strano vero? Eppure era così, non c'era un reale motivo. Forse la semplice voglia di non restare inutile mentre restavo qui a Kiri.
    Poi ripensai a Fujiko. Lanciai uno sguardo a Nana, che si era seduta per terra e osservava con particolare intensità il muro. Chissà forse aveva notato qualcosa che solo lei riusciva a vedere.
    Hai capito perché l'ha fatto?
    Non pronunciai alcun nome, ma immaginai che capisse a chi mi riferivo. I nomi non pronunciati erano sempre di quelle persone il cui spettro aleggiava intorno a chi, nel bene o nel male, era stato vicino a quella persona. Nel caso di Shiltar nel bene. Nel mio, nel male.
    Per quanto, negli ultimi tempi, avessi cercato di cambiare. Non avevo fatto abbastanza in fretta però.
     
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    Le informazioni di Itai sulla sua "missione" furono quanto mai strane: l'Accademia lo aveva mandato da solo a supportare con tattiche di disturbo, a quel che raccontava, una qualche fazione in una qualche guerra in una terra priva di ninja... un'estrema idiozia secondo il personalissimo parere di Shiltar, ma il Kaguya tenne per se quelle pensate, anzi, da quel punto di vista tanto meglio che l'Accademia non gli avesse detto niente, altrimenti il Mizukage avrebbe negato la disponibilità per un qualsiasi ninja del suo villaggio a fare una cosa tanto sconsiderata e futile.

    "Sì, crescono in fretta...", confermò il Mizukage in un mezzo sorriso mentre osservava la figlia del Jinchuuriki, che si trovava a girare in un ambiente a "prova di bimbi di due anni", per ovvi motivi di sicurezza dei figli stessi di Shiltar, tutto ciò quando l'altro stava suggerendosi per dare una mano nell'amministrazione, "Grazie Itai, ci penserò... avevo un altro nome in mente, ad essere onesti, specie conoscendo il tuo essere più girovago, per così dire, ma eventualmente ci penserò.", replicò il Kaguya, che, in effetti, aveva un nome in mente da qualche tempo, anzi ne aveva avuti due per un certo periodo, ma uno lo aveva escluso (Kisugy non sembrava voler riprendere il suo posto), l'altro nome doveva ancora sapere che ne pensasse di avere quel ruolo.

    Alla successiva domanda, però, giacché era facile capire di chi Itai parlasse, il Mizukage rispose con un tono di voce che forse sorprese l'altro: non c'era dispiacere, tristezza o altro, ma solo disappunto.
    "Non saprei... forse non ha retto alle responsabilità, forse il suo ego ha avuto la geniale pensata di rendersi indimenticabile con la vecchia amministrazione, forse era puro e banale esibizionismo... non ti so dire. Di certo ho una pessima capacità di analisi sui miei allievi, pensavo che quel ruolo sarebbe stato un bene non che spingesse il suo ego fino a fare ciò.", rispose.
    E quello portò Shiltar a ricordare quando aveva incontrato Godsan la prima volta, al suo primo corso da sensei a degli aspiranti Genin, c'erano Femho e Razen, altri due promettenti shinobi della Foglia, che però avevano abbandonato il mondo dei ninja; poi lo aveva aiutato a diventare chunin, come aveva fatto con Yami, Febh, Shika, Kisugy, Kamuro ed altri... e di quelli alcuni erano morti, altri avevano abbandonato per un certo periodo la vita dei ninja e l'unico che brillava come uno shinobi di un alto livello, Febh, in pratica non aveva qualche problema a sopportare Shiltar.
    Tutti ottimi motivi per cui aveva abbandonato il ruolo di sensei. Godsan in ultimo era stato un'ulteriore conferma.
     
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    Immaginavo che Shiltar non avesse capito quanto a lungo intendevo far diventare "quel po'". Non avevo nemmeno troppa intenzione si spiegarglielo a dire il vero: semplicemente, non mi andava di insistere. Avevo dato la mia disponibilità a dare una mano per un qualsiasi lavoro in Amministrazione che potesse dargli una mano, stava a lui vedere se, cosa e quando avere voglia di farsi aiutare. Tuttavia non potei non pensare, tra a me e me, che doveva essere davvero difficile per Shiltar fidarsi di me. Immaginavo dipendesse dalla faccenda "ti ammazzo per aver ammazzato il mio Sensei". Allora però erano altri tempi. Io meno paziente e forse un amico ucciso giustificava una rabbia che avrebbe potuto portare conseguenze troppo importanti. Era cambiato per fortuna.
    Come preferisci, conta pure su di me tuttavia, mentre pronunciavo quelle parole con un placido sorriso sulle labbra i miei occhi furono velati da un velo di tristezza. C'era un motivo per cui non potevo lasciare il villaggio per una qualsiasi missione. Avrei preferito di gran lunga essere definito "girovago" che vedere le vita di Ayame in pericolo per via di qualcosa contro cui non potevo combattere.
    Poi il discorso andò su Fujiko. E come aveva previsto il Mizukage, mi sorpresi dal suo tono carico di rancore, più che di tristezza. Sembrava quasi che Shiltar avesse sbagliato qualcosa in quella storia. Alla fine, quando terminò di parlare mi limitai e fissare per qualche secondo il pavimento.
    E quando mai abbiamo potuto scegliere i nostri allievi? A me non è mai successo fin'ora. Se ti devo dire la mia, non credo che il suo ego abbia potuto produrre un suicidio, ma credo che forse non abbia retto alle responsabilità. Non tutti ci riescono e tu non avevi modo di sapere in che modo avrebbe reagito all'essere Amministratrice. Non ci addestrano a governare dopotutto. Forse nella sua vita c'era qualcosa di cui non avevi idea, forse soffriva per chissà quale motivo sospirai appena e sulle mie labbra nacque un sorriso amaro Pensare che avevo intenzione di sistemare tutto e prima di poterci parlare... le mie parole s'interrompono lì. Avrei voluto dire "ho trovato il suo cadavere tra le macerie" ma non riesco a pronunciarle. Non so nemmeno perché ci sono rimasto così male. Forse perché con lei ero stato tremendamente ingiusto. Forse perché lei e morta prima che riuscissi a rimediare ai miei errori. Non sono del tutto certo che l'avrei mai capito.
    Etsuko è al villaggio? Sono giorni che lo cerco e vorrei fargli visitare Ayame chiesi allora al Kaguya, abbandonando il discorso di Fujiko. Una cosa era certo: per quanto potessimo parlare i motivi per cui Fujiko s'era ammazzata giacevano nella sua tomba con il suo cadavere.
     
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    Per un attimo alla supposizione di Itai che la defunta amministratrice soffrisse per chissà quale motivo, gli venne quasi voglia di sottolineare che essere un uomo creduto morto che era stato operato e reso una donna, probabilmente non aiutava l'autostima, fra le altre cose, di "Fujiko", ma lasciò per se quel pensiero: il segreto di Godsan era, almeno per il Kaguya, seppellito con Fujiko, tanto più che spiegare ora che Godsan non era in effetti morto, sarebbe stato un pò inutile, dato che adesso lo era.
    "Forse non ci addestrano a governare, ma non lo vedo come un motivo valido... ho fatto anch'io i miei errori, ma il palazzo è ancora in piedi.", fu l'unico commento del Mizukage alla supposizione del Jinchuuriki.
    Poi quando quello cambiò argomento accennando ad Etsuko, ironicamente l'unica altra persona a sapere la verità su Godsan, il Kaguya ci pensò un pò: "Non lo vedo da parecchio, ma è anche vero che da molto non vado all'ospedale, per fortuna, e sospetto che lui da altrettanto tempo non ne esca.", rispose dopo un pò.
    Se Itai voleva farla vedere Ayame ad Etsuko, l'altra doveva avere decisamente un qualche problema più grave della media, considerando che all'ospedale di Kiri c'erano diversi ninja, ma escluso Etsuko, verosimilmente, nessun ninja medico praticante, tanto più che gli unici altri due di cui sapeva il Kaguya erano lui stesso e Kisugy, che non era propriamente rientrato attivamente nella vita di Kiri.
     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    Quando dici il Caso…



    Stringevo quella lettera tra le mani, quasi fosse la cosa più importante che avessi mai custodito, le memorie di una amministratrice morta, caduta con la sua stessa amministrazione che per anni aveva supportato e servito. Eppur vi erano una serie di paradossi, pur in quella semplice affermazione. Amministratrice, propriamente non la si poteva definire, erano tanti i misteri che avvolgevano Fujiko o Godsan a dir si voglia, uomo tramutato in donna per un complotto accademico, la finta morte di lui era sfociata nella comparsa di lei, donna dal carattere forte e che non si preoccupava di andar a genio alla gente, poi ancora un colpo di scena… il dramma di una finta morte, il suicidio prematuro e la scomparsa, la chiusura di un capitolo, cos’altro ci si doveva aspettare da Godsan?
    Non ne avevo idea, ma il tempo delle domande da tempo era passato era giunto adesso il momento di agire…
    Avvolto in un abito completamente nero, che contrastava vistosamente con il mio usuale modo d’abbigliare bussai alla porta della più alta carica politica del villaggio, doveva essere occupato, sentivo delle voci provenire dall’interno, ma non me ne preoccupai, al più avrei ricevuto un richiamo, anche se la mia visita avrebbe sicuramente destato la curiosità del Mizukage sama.
    Aprì la porta e incrociai il suo sguardo, l’ultima volta che era successo, l’avevo impresso nella mente, quella notte in cui le sorti di Kiri erano mutate, il mio volto era rigato dalle lacrime, il suo impassibile come sempre, quasi non fosse possibile scalfirlo con alcuna emozione.

    Shiltar Sama

    Lo chiamai volontariamente con il proprio nome, i segreti in comune su quella vicenda ci ponevano sullo stesso piano.

    Ho qualcosa da consegnarti

    Solo dopo mi resi conto della presenza di Itai e della piccolina nella stanza, un lieve cenno del capo per il primo, mi forzai nel proporre quello che più poteva assomigliare ad un sorriso per la bimba.

    Direttamente da Fujiko

    Una smorfia di dolore, sol nel pronunciare quel nome.
    Attesi di vedere quale sarebbe stata la risposta di Shiltar
    Avvicinandomi e tendendo la mano che conteneva la lettera.
    Il senso di colpa ormai era pressante, non solo quella congiura, aggiunta poi la fuga dell’altro Akuma dalla prigione, a cui avevo partecipato attivamente, chissà se si erano resi conto dell’accaduto…

     
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  14. Fujiko M.
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    Kiri, 33 anni dalla Fondazione


    Shiltar,

    se hai tra le mani questa lettera vuol dire che tutto si è compiuto qui a Kiri.

    La Fujiko che si conosceva è sparita per sempre di scena. Era troppo anche per me interpretarla così a lungo. Così arrogante ed acida, ossessiva e fin troppo puntigliosa; ad un livello maniacale potrei affermare.
    Devi comprendere che per me era difficile anche il confrontarmi con altri ninja che ignoravano me più che la mia storia. Il dover disconescere i miei stessi alleati e compagni non è stato facile. E loro non potevano sapere cosa vi fosse dietro la mia storia. Eravamo in tre a saperlo. Ora siete rimasti in due. Alla fine questo segreto verrà sepolto e finalmente ogni conflitto cesserà perchè con la morte di Fujiko muore anche Godsan e tutto ciò che ne deriva.

    Mi spiace non esser riuscito a dare un senso alla tua fiducia nei miei confronti. Entrambi abbiamo riposto nell'altro le rispettive aspettative e fiducie e io ne sono venuto meno proprio come un allievo che non svolge i compiti assegnati dal suo maestro.

    Tutto questo è così assurdo. Iniziato per un errore, per un capriccio di qualcuno che ce l'aveva con me. La falsità e la menzogna hanno generato odio in gente che non è stata capace di vedere oltre il proprio naso. Il male in queste terre prima che da fuori del Continente risiede in noi, nei villaggi. Possiamo amare od odiare le alleanze e l'Accademia. Ma non possiamo permettere di esser schiacciati da villaggi che ritenevano amici o che non vedono altro che i propri interessi personali.

    Me ne vado per tutte queste ragioni. Per interrompere l'odio che esiste.
    Ti chiedo solo di mantenere la tua linea guida, di mantenere salda la tua presa sulla falce affinchè guidi correttamente la via ai nostri compagni. E non cedere al rimorso, al terrore, ai ricatti.

    Sono convinto che il buon vecchio impiegato saprà come colmare il mio vuoto momentaneo. Ah, spiace anche a me per la vecchia amministrazione ma c'era bisogno di una svecchiata. Confido che la nuova sede sia più funzionale e per l'occasione permettimi, anche se da morto, di suggerirti un nome: Etsuko.
    E' una persona su cui pongo la mia fiducia sino all'ultimo istante di vita; come hai potuto notare sarà stato lui a darti questa lettera. Forse non hai la mia stessa considerazione ma ti chiedo di provare. Sei il Mizukage e la decisione finale spetta a te. Potrai sempre intervenire se sarà necessario. Ma lascia che i tuoi ninja ti aiutino in questa vita nella gestione del villaggio.

    Grazie di tutto Shiltar!
    E che le nebbie di Kiri vi assistano.

    Godsan

    PS: se possibile mantieni nascosta la mia identità. E' pur sempre un segreto di villaggio.


     
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    Falce dei Kaguya


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    Il tempo di dire che non vedeva Etsuko da parecchio ed ecco che il Primario di Kiri spuntare, entrare senza nemmeno bussare, dicendo di avere un messaggio per il Kaguya, un messaggio che, dopo un piccolo istante occupato a salutare Itai e la bambina con lo sguardo, l'Akuma disse essere da parte di Fujiko.
    A quelle parole, uno sguardo di diffidenza e disappunto si dipinse sugli occhi del Mizukage, osservando la lettera, prima di prenderla fra le mani e leggerla.

    La lettera conteneva le ultime parole di Godsan, che fra le altre cose si lamentava di Fujiko (ed in questo non era stato l'unico nel tempo), peccato che ciò non saziasse il disappunto del Kaguya, ma, almeno, dava una ragione al perché l'altro aveva scelto di fare ciò che aveva fatto, una motivazione che, a ciò che leggeva Shiltar, si poteva riassumere in: "odio ciò che fingo di essere e l'Accademia mi costringe a restare così", o giù di lì.

    La lesse una seconda volta, in silenzio, poi la richiuse e la strinse fra indice e pollice di ambo le mani ed a quel punto lasciò scorrere il chakra elettrico finché della lettera non rimase che cenere, che cadde sul tavolo d'ossa.
    "Ok, Etsuko, grazie.", fu la prima frase di Shiltar a quel punto, sedendosi più pacatamente.
    Fujiko suggeriva di rendere l'Akuma il nuovo amministratore, il Jinchuuriki, anche lui presente nella stanza, si era proposto per il medesimo posto, peccato per entrambi che il Mizukage aveva intanto un altro nome in mente e, doppiamente peccato per l'Akuma che c'era un'ulteriore questione che, tra l'altro, era il momento giustissimo per accennare ad entrambi.

    "Al di là di ciò che l'amministratrice aveva scritto, la tua presenza, Etsuko, mi ha fatto tornare in mente una questione, a cui m'ero dimenticato di accennarti, Itai.
    Dieci giorni dopo l'operazione che gli ha cavato gli occhi, Seinji Akuma è scomparso. O meglio, il giorno dopo, quando la guardia è andata a portargli il pasto la mattina ha trovato la cella vuota.
    Gente di mia fiducia ha interrogato i guardiani vari e nessuno pare sapere cosa sia successo... quindi, signori, abbiamo un simpaticissimo ricercato da ritrovare e, questa volta, gradirei che fosse riportata a Kiri la testa ed il corpo staccati l'uno dall'altro."
    , spiegò.
    Shiltar non avrebbe accusato direttamente il medico, non ne aveva le prove, in primis, e sperava caldamente che l'altro non fosse capace di fare una cosa del genere al suo villaggio.

    ----------------

    OT: La fuga di leopolis non l'ha bloccata nessuno, quindi la considero avvenuta (e per ciò che riguarda il vostro incontro all'ospedale, noto che non avete fatto niente ancora...)/OT
     
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