Palazzo del Mizukage

[Amministrativo]

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  1. Aoi & Taeko
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    Taeko, dopo aver bussato, entrò grazie all'altra ragazza che aveva aperto la porta.

    Quando vide una donna nello stesso ufficio di Shiltar iniziò ad agitarsi. Ma si accorse di come l'altra fosse di passaggio a causa della sacca e dell'odore che emanava. Probabilmente una ninja. Eppure non sapeva se fidarsi o meno della situazione.

    Quasi si scordava il perchè della sua presenza, quando ancora aveva le mani in grembo.

    Ora era soli, loro due. Era da tempo che non si vedevano e lei provava un certo imbarazzo. Le guance divennero rosse e ebbe un piccolo fremito.

    "Shiltar..." disse con un filo di voce.

    Da quella notte alle terme non si erano più visti. Non capiva il motivo per cui non si erano cercati entrambi. Aveva paura di aver osato troppo. Che lui si fosse ripreso dalla cotta che provava per lei.
    Aveva provato a confidarsi anche con Aoi ma nessuna risposta era servita.

    Fino a che, qualche mese prima, non si accorse che il suo corpo stava reagendo diversamente al consueto, stava cambiando. Qualcosa dentro di lei cresceva e si nutriva del suo stesso amore.

    In quei giorni aveva provato a raggiungere Shiltar, pensando anche di scrivergli ma lui era assente, fuori da Kiri.
    Quando seppe del suo ritorno ebbe paura. Così i giorni passavano e lei rimaneva chiusa in casa dividendosi la vita con le terme da mandare avanti.
    E nessuno la cercava.

    Ora, aveva preso il coraggio di affrontare il discorso, anche spinta da Aoi.
    Non sapeva come avrebbe reagito Shiltar quando si fossero incontrati nuovamente.

    Forse, un sorriso era l'approccio migliore, seguito da una nota divertente.
    Così, si era preparata, con il suo bel kimono bianco adornato da rose rosa.

    "E' bello rivederti..."

    Guardandola, Shiltar avrebbe potuto notare qualche leggera differenza nel suo corpo e una tensione nelle parole.

     
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    [Fujiko M. - Taeko]


    La discussione con Godsan si concluse in fretta, quando sentirono bussare e la kunoichi, o presunta tale, aprì la porta, lasciando entrare qualcun altro, qualcuno che, probabilmente, Shiltar non si sarebbe atteso di vedere, qualcuno la cui presenza lasciò, decisamente, il Kaguya senza parole, tanto che nemmeno salutò Fujiko mentre usciva, restando ad osservare la persona che ora era dentro il suo ufficio e l'evidente differenza fisica che lo lasciò... in un modo che probabilmente le parole non possono descrivere.

    "Taeko...", l'unica parola che riuscì a dire, dimostrando la solita ricca e forbita capacità espressiva quando si trovava dinanzi a lei, in risposta alla sottile voce di lei.

    Per alcuni secondi, il tempo necessario ad alzarsi dalla propria sedia ed andare verso la ragazza, il cervello del Kaguya andò in sovraccarico per le diverse frasi che stava scartando.
    "Come va?", sarebbe stata di certo una frase priva di tatto, considerando che da diversi mesi non si era mimamente fatto sentire dopo ciò che avevano vissuto. Altrettanto di pessimo gusto sarebbe stato un "Ti trovo un pò diversa...", che fu scartata anch'essa.
    La frase peggiore che gli venne in mente fu: "Com'é successo?", una domanda che sottolineava anche una certa ignoranza su taluni cicli vitali, oltre che un'estrema mancanza di tatto.
    Altresì sgradevole sarebbe stato dire: "Sono stato occupato.", il che, considerando che non si era fatto sentivo per dei mesi, sarebbe stato anche spaventosamente esagerato.

    La verità era che, finite quelle poche frasi che scartò, Shiltar comprese come s'era, in effetti, comportato, trovando anche una parola che lo descriveva in modo perfetto (sette lettere, iniziava per s) e di ciò si vergognava soprattutto perché a Taeko ci teneva.

    Alle parole ed al sorriso di lei, il Kaguya rispose con un sorriso a sua volta, triste, carico della vergogna che in quel momento si sentiva arrivargli addosso peggio di molti attacchi che aveva subito negli anni (e fra quelli c'era una mano mangiata, dei colpi alla schiena inferti da code composte di puro chakra, pugni che avrebbero abbattuto un muro e diverso altro).
    Poi Shiltar poggiò delicatamente le mani sulle spalle di lei, "E' bello rivedere anche te.", furono le sue prime parole, "Anche se meriterei i tuoi schiaffi più che i tuoi sorrisi.", ammise, "Perdonami... non so che altro dire per il mio comportamento.", concluse sinceramente.
    Si vergognava di se stesso, anche se, la visione di Taeko, non poteva negarlo, aveva portato con se anche una primaverile ventata, metaforicamente parlando dato il clima di Kiri, di felicità.

    [Itai]


    All'osservazione sui Kage, il Mizukage si fece scappare un mezzo sorriso: "Deve essere il cappello, ci rovina i neuroni a poco a poco, anche per questo cerco di tenerlo il meno possibile.", commentò un pò laconico, per quanto, in effetti, le parole del Jinchuuriki coincidessero con quel poco che sapeva lui.
    Ayato-sama era da molto distante dal suo ruolo di Rokudaime di Konoha, impegnato in chissà quali compiti, era da almeno un anno che Shiltar non lo sentiva, forse da quando era stato promosso a Mizukage dinanzi ad Ayato e Karin-sama, altra sua insegnante di cui non sapeva niente da tanto, tanto tempo.
    Il Rokudaime Kazekage, poi, lo aveva incontrato solo una volta, al torneo sunese, in effetti faceva un alto uso di alcolici, altro di lui non aveva avuto modo di conoscerlo, non avendoci mai effettivamente parlato, tanto meno che allora era solo un amministratore, non ancora un Kage.
    Il Nidaime Kokage, poi, lo aveva addirittura solo intravisto, alla fine del torneo di Oto, per portarsi via i tre che avevano superato le relative prove, non era di certo stato in modo d'interagirci a pieno, anzi non ci aveva nemmeno interagito un pò!
    E lui, il Sandaime Mizukage, aveva ben pensato di scatenare, involontariamente, ben due guerre con altrettanti paesi dell'Accademia.
    Bel pugno di Kage che erano!

    Quando poi Itai accennò di voler accompagnare Shiltar a Suna perché non voleva incontrasse "qualche sorpresa spiacevole", il Kaguya non poté trattenere una smorfia di sorpresa, mista ad un certo divertimento, nel sentirgli dire qualcosa in cui non è che credesse molto.
    Shiltar dubitava non poco che la "preoccupazione" di Itai avrebbe portato il Jinchuuriki a scegliere per il Mizukage che aveva tradito la sua fiducia, se fosse stato necessario, anziché che per la sua cosidetta "cugina".
    <<però, come dice un vecchio detto: Meglio tenersi gli amici vicini ed i nemici ancora più vicini... peccato che non avrei abbastanza spazio qui al palazzo.>>, pensò fra se il Jonin, che non poteva comunque negare che lui ed Itai insieme avrebbero potuto risolvere molti, molti problemi.
    In ogni caso, stavolta, Shiltar sperava di evitare spargimenti di sangue fuori luogo per risolvere le questioni in sospeso ed avrebbe fatto di tutto per riuscirci.
    "Va bene, puoi venire. Credo però che chiamerò una terza persona, dato ciò che vuole l'amministratrice Jaku... in ogni caso, non partiremo prima di cinque giorni. Invierò io stesso una missiva ad Oto per accordare un incontro fra nove giorni da oggi.", concluse alla fine il Mizukage: il terzo nome lo aveva ben chiaro in mente ed avrebbe aiutato ad avere qualche informazione in più sui fatti, seppur probabilmente solo per Shiltar ed Itai.

    All'ultima domanda su Etsuko e Giants lasciati alle Mura, il Kaguya ebbe, come prima reazione, quella di mettersi le mani alla testa, per sistemarsi i capelli: "Indovina? Probabilmente faremmo meglio a lasciare le porte di Kiri spalancate, dato l'ottimo lavoro di Etsuko e Giants...", fu il primo, laconico, commento del Kaguya, "Non solo, come ricorderai, mentre eravamo a Konoha hanno ben pensato di menomare un genin, che fortunatamente poi è stato curato; ma per di più, ho scoperto in seguito dai miei coccodrilli, qualcuno è riuscito ad intrufolarsi nel villaggio, perché dubito che fosse kiriano e ha rubato le katane che dovevano spettare a voi delle Mani.
    I miei coccodrilli me lo hanno descritto come un ragazzino con il coprifronte del villaggio, ma usava dei raiton, che espandevano dal suo corpo scariche elettriche, e, per di più, creava katane con il sangue.
    Hai mai sentito di qualcuno con queste abilità?"
    , chiese infine Shiltar, che non aveva ancora avuto una traccia seria per poter confrontare quel sangue che uno dei suoi coccodrilli aveva recuperato con qualcuno.
    Anche per quello specifico errore di allora, il Mizukage aveva attuato uno dei suoi propositi, per assicurarsi che, in qualche modo, le mura fossero ben coperte.
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Ecco un’irritazione non nuova montarmi addosso. Quei due l’avevano fatta di nuovo, Giants soprattutto. Dopo quello che era accaduto l’ultima volta avrei preferito per lui che non si facesse vedere per qualche mese, altrimenti non sarei stato certamente una piacevole compagnia.
    « Ma diavolo!
    Non posso fidarmi per niente di loro, è alquanto fastidioso.
    Già l’ultima volta Giants ebbe con me un atteggiamento alquanto presuntuoso, non credevo che odiassero a quel punto la protezione di Kiri.
    Non comprendono quanto basilare sia la protezione delle mura.
    »
    Sbottai scuotendo poi appena il capo. Intanto ero lì e per lungo tempo non avevo intenzione di andarmene. Dovevo organizzare ancora il mio matrimonio, benché l’avessi deciso da un bel po’ di tempo.
    « Comunque, di gente che usa sangue e elettricità insieme ora non me ne vengono in mente, ma spade di sangue e basta una dovresti ricordarla anche tu. »
    Ero così debole al tempo di quell’umiliante sconfitta che rido al pensiero. Fosse accaduta ora avrei domato il Mikawa e la sua donnola senza troppi problemi.
    « Sempre lui, il Mikawa.
    Questa mi è nuova e devo dire che mi irrita parecchio, ma credo che sancisce la fine di quelle Katane.
    Ho un’idea per rendere inutile quel furto, ma aspetterò la riunione. Sono dell’idea che sarebbe bene svecchiare sette vecchie, taglienti e potenti tradizioni.
    »
    Non me ne intendevo troppo di tradizioni di Kiri forse, certo era che però avevo ormai preso a cuore quel villaggio e ciò che non mi aveva insegnato lo studio.
    Riesumare le spade di Kiri, quelle vere, quelle potenti ormai sparite in qualche strano anfratto e forgiarne due ormai distrutte.
    Riportare alla luce uno dei più grossi vanti di Kiri.

     
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    [Itai]


    La notizia del furto parve non dare particolare gioia nemmeno al Jinchuuriki che si lamentò addirittura di Giants, ricevendo in risposta uno sguardo che era a metà fra: Non posso cambiargli la testa ed un Lo dici a me che sono stato suo sensei più volte?

    In ogni caso, Itai suggerì che un possibile colpevole fosse proprio Diogene e per quanto Shiltar non ricordasse di averlo visto usare spade di sangue allora, ma in fondo aveva solo in un secondo tempo connesso quel vecchio armato di katana e supportato da donnole con il suo giovane allievo di un singolo addestramento, non gli venne difficile dubitare di tutto ciò, c'era giusto da chiedersi se in quei giorni in cui il Kaguya era a Konoha il Mikawa era o meno ad Oto.
    << Ottima domanda da fare all'amministratrice Jaku. >>, pensò fra se il Mizukage.

    L'altro suggerimento del Jinchuuriki, poi, fu altrettanto interessante: ripristinare sette vecchie tradizioni, una cosa che Shiltar da genin voleva fare, poi da chunin iniziò a specializzarsi nell'uso di falci, quindi l'idea passò in secondo piano.
    "Gli Shinobi Katana in molti volevano rivederli vivere, compreso il precedente alleato del tuo compagno di battaglie... però ora come ora si potrebbe anche provare, in fondo so già dove sono ben nascoste due di quelle armi, ritrovare le restanti tre, ma soprattutto far forgiarne due nuove, non dovrebbe essere impossibile, anzi, se serve, conosco anche qualche fabbro.", fu il primo commento del Mizukage, ricordandosi anche Kamuro e la sua voglia di diventare uno di quei sette spadaccini.
    "In ogni caso, sarà un argomento che potremo discutere eventualmente alla riunione, sì.
    Inoltre preparati: fra cinque giorni si parte, ora scusami, ho delle missive da mandare, fra reclutare il terzo compagno di viaggio che avremo ed avvisare l'amministratrice di Oto sulla data."
    , concluse, aspettando per eventuali altri commenti, o argomenti, prima di salutare il Jinchuuriki.

    [...]

    Rimasto solo, il Mizukage scrisse quattro missive che, assieme a tutti gli altri alati messaggeri di Kiri, volarono in diverse direzioni, ognuna per informare qualcuno di diverso sui fatti.
    Una verso l'amministratrice di Oto, perché sapesse quando si sarebbero incontrati.
    Una verso il luogo in cui era certo di trovare la terza persona che, più di chiunque altro, meritava di sapere la verità sui fatti che erano accaduti ad Oto ed avevano portato a quel macello.
    Una verso chi avrebbe dovuto fare la sua parte per impedire che scoppiasse quella guerra, supportando il progetto con cui Shiltar aveva intenzione di risolvere tutto, pagando lui solo per i suoi errori.
    L'ultima verso un luogo, nei dintorni del disabitato quartiere Kaguya, dove c'era chi avrebbe saputo che era il tempo di iniziare ad agire come squadra.

    [Dintorni quartiere Kaguya]


    Quando Shiltar era tornato dall'attacco accademico, conscio dei diversi problemi in cui Kiri era in mezzo, aveva avuto tempo per riflettere e diverse idee gli erano passate per la mente, ma fra tutte, quella che aveva attecchito e che sembrava, secondo le speranze del Kaguya, dare delle opportunità al suo villaggio, richiedeva un piccolo gruppo di ninja che rispondesse solo a lui.
    Non serviva un elitè, serviva una squadra di fiducia, che facesse tutto quello che era necessario per il villaggio e, soprattutto, non fosse soggetta ai problemi che avevano i membri delle Mani.
    Shiltar rispettava tutti e tre i membri delle Squadre Speciali, ma Etsuko era orgoglioso, Giants ribelle ed Itai, per un errore del Mizukage, aveva perso la fiducia in lui; inoltre tutti i ninja della Nebbia avevano, alla fin fine, delle conoscenze ed amicizie in altri villaggi.
    Così il Mizukage cercò un gruppo di ninja che non avessero interagito molto al di fuori delle Mura e ne trovò otto: genin di lungo corso, potenzialmente abili per diventare dei chunin anche, e li chiamò, uno ad uno, in modi differenti fece arrivare loro delle missive per incontrarli in quella capanna semidistrutta e disabitata: quattro ragazzi e quattro ragazze.

    Quando furono tutti lì, Shiltar chiese loro di presentarsi e di ascoltarlo attentamente, perché non avrebbe ripetuto due volte il motivo per cui erano riuniti: "Mi servite.
    Kiri rischia la guerra con Oto e le nostre forze non sono poi così elevate come un tempo; abbiamo subito un'intrusione che solo per un caso, o forse perché sopravvalutati, non è stata un'invasione, mentre né io, né uno dei tre chunin al villaggio c'eravamo.
    Vi chiederò da oggi in poi diverse cose: venire qui, a turno, per controllare se un particolare volatile, addestrato per questo fine, giungerà fin qui per darvi informazioni, semplici e dirette.
    Nascondere la vostra identità come ninja ed iniziare ad agire, quando ve lo dirò, come semplici soldati che stanno di guardia alle Mura, organizzandovi per i vari turni sulle stesse secondo le mie direttive, perché Kiri sia relativamente più sicura, quando io non sarò qui.
    E molto altro ancora, che vi dirò solo se sarete d'accordo a restare e diventare la mia Mano Grigia."


    Il Mizukage attese e gli otto rimasero, accettando l'idea; Shiltar fece addirittura scrivere ad uno di loro il nome sul contratto dei Coccodrilli, un ottimo modo per tenersi in contatto, se solo avesse avuto l'esperienza per usare la Tecnica del Richiamo, ma magari un giorno sarebbe successo.

    [...]

    Questo era successo allora, il giorno in cui Itai andò a fare visita al Mizukage, invece, un messaggero alato, ore dopo, consegnò un semplice plico nella baracca, un plico che, quando Victor, il nome in codice che usava uno degli otto, lo lesse, aveva scritte poche, semplici parole:

    CITAZIONE
    Piano M.

    5 giorni da oggi.

    MK-III - S.K.

    Un breve ordine che si sarebbe entro un giorno disperso fra tutti e otto i membri della Mano Grigia.

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    OT: Le altre missive le spedisco in giornata, per questa non mi andava di fare un altro topic, tanto sono i miei 8 gregari^^ /OT
     
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  5. Aoi & Taeko
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    Lui, l'uomo che l'aveva sedotta sin da subito, si era alzato in piedi dalla sua postazione. Già la ragazza aveva dimenticato la presenza dell'altra donna pensado a cosa potesse accadere nei momenti successivi.
    Già pensava a quali frasi per annunciare alcuni cambiamenti.
    Poi, lui le prese le spalle, parlandole. Una scossa piacevole di calore la pervase, rincuorata da quel suo gesto.
    Dopo tutto non l'aveva dimenticata. O forse era il solito finto uomo riempito di belle parole. Ben presto avrebbe visto la sua reazione.

    Cercò lo spazio necessario per liberarsi la spalla destra caricando, neanche l'avesse richiesto, uno schiaffo. La mano, differentemente da quanto si sarebbe potuto osservare, si posò delicata sulla guancia sinistra del Kaguya e il pollice l'accarezzò.

    "Già, te lo meriteresti più di ogni altra cosa, più di ciò che sono venuta a dirti. Ho avuto timore, i giorni successivi. Timore di aver sbagliato, di esser stata troppo avventata. Non so nemmeno io com'è potuto accadere. Forse avevo bevuto un po' troppo e...se tutto ciò ti ha causato qualche fastidio...ti chiedo scusa" gli parlò con voce dolce e calma continuando ad accarezzarlo.

    "Ma dimmi, sinceramente, è cambiato qualcosa da quel giorno?" attese una risposta.

    Voleva tanto parlargli delle novità delle terme, della sua amica Aoi e del suo nuovo essere donna. Ma cercava dapprima delle risposte sincere che solo gli occhi del Kaguya avrebbero rivelato.

     
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    [Taeko]


    Taeko alla fine non lo schiaffeggiò, bensì gli accarezzò la guancia sinistra, un gesto che fece leggermente sorridere Shiltar, forse un pò imbarazzato, di certo felice di quel gesto, ma comunque ancora dispiaciuto per come si era comportato con lei.
    Il Kaguya la ascoltò parlare, lei si scusa con lui, una cosa innaturale dal punto di vista di Shiltar, che non tardò a sottolinearlo: "Non hai fatto niente di male, sono io a dovermi scusare, come ti ho detto, per il mio comportamento."

    Alla successiva domanda di lei, il Mizukage accennò un sorriso gentile, "Vuoi sederti?", le chiese prima di tutto; certo, non era il massimo dell'educazione, rispondere ad una domanda con una domanda, ma Shiltar non era cieco, aveva notato i "cambiamenti" nell'aspetto di Taeko, e, sia per quello, sia perché non era certissimo di cosa sarebbe potuto succedere di lì a poco, preferiva che l'altra si sedesse.
    Se Taeko avesse accettato, il Mizukage l'avrebbe invitata ad accomodarsi su una delle poltroncine dinanzi al posto che normalmente gli spettava al suo tavolo e poi si sarebbe seduto di fianco a lei, cercando con le proprie mani, quelle di lei, non al di là del tavolo, altrimenti sarebbero rimasti così, in piedi.
    In ogni caso, avrebbe poi risposto.

    "Da quel giorno, molto è cambiato nella politica dell'Accademia... e forse potrei anche dirti che è stato il caos che s'é sviluppato da allora ad impedirmi di contattarti, ma non sarebbe del tutto vero e quindi non sarebbe giusto dirtelo.", esordì.
    "Dopo quella nostra serata speciale, perché in effetti non saprei come altro definirla, bé, sono stato un pò intimorito da quelle che ero le mie scarsissime passate esperienze interpersonali.", ammise, con un pò di vergogna in volto.
    "Come ninja ho avuto esperienza diretta che, più ti leghi ad una persona e più rendi te stesso debole e la persona a cui vuoi bene un bersaglio.", affermò, ed il ricordo di ciò che era successo a Laa ritornò vivido in lui... e Brun non era minimamente paragonabile a Taeko, per quel che valeva per Shiltar.
    "Non sapevo cosa fare, se contattarti o no... poi un'accusa, portata da dei ninja di Oto alle nostre porte, di uno shinobi di Kiri che aveva ucciso dei loro guardiani, mi portò ad occuparmi di impegni militari del villaggio.
    Prima di partire per un incontro che sarebbe potuto essere pericoloso, volevo scriverti, ma l'idea di dirti che ero stato felice e che c'erano delle probabilità che non tornassi vivo, bé, non era il massimo per scusarmi, o per contattarti, almeno credo."
    , raccontò, ricordando di quando, prima dell'incontro che avrebbe portato alla morte di Yami, aveva avuto l'idea di scriverle, ma poi aveva preferito evitare.
    "In quel breve viaggio, gli eventi ... precipitarono, tanto che al momento Kiri è in una situazione di semi-belligeranza con due villaggi.
    Quello, una volta tornato a casa, fu la cosa su cui più mi concentrai, prima di un altro problema, interno al Paese dell'Acqua, di cui volli occuparmi personalmente perché legato al mio clan."
    , continuò, ricordando quando era arrivata la missiva di Karin, la sua maestra, relativamente al misterioso desiderio del Daimyo di eliminare un piccolo villaggio Kaguya nelle vicinanze ed era partito per impedirlo (mandando in prigione un impiegato per come gli aveva dato la notizia e senza averlo ancora liberato...).
    "Di ritorno, poi, sono rimasto invischiato in un attacco al palazzo centrale dell'Accademia, alcuni giorni fa.
    Insomma, ho trovato scuse su scuse, probabilmente, o comunque ho cercato di concentrami su altro, per non dover guardare in faccia la realtà dei fatti..."
    , aggiunse, memore dell'attacco di quei tipi con i draghi esplosivi, prima di accennare un timido sorriso verso Taeko.
    "Sono debole, tanto da non volerlo nemmeno ammettere quasi. Malgrado il cappello che mi hanno dato e ciò che sono pronto a fare per il bene del villaggio, con tutto che mi procuperà solo dolore personale, non ho avuto il coraggio di dirti che tenevo a te da allora.
    E per questo, per quanto possa suonare ripetitivo, ti chiedo scusa."
    , concluse.

    Certo, Shiltar non si sarebbe mai considerato un grande oratore, ma in quel frangente aveva forse parlato un pò a "braccio", ma sinceramente, e, per quanto fosse ironico, si sentiva più impreparato a quale che potesse essere la reazione di Taeko, di quanto non lo fosse mai stato fra tartarughe giganti, uomini con 4 teste, Jinchuuriki e simili.
     
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  7. Aoi & Taeko
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    Taeko si accomodò volentieri su una delle sedie, che tuttavia, non smetteva di pensare non fossero di allegro gusto, specie in quel frangente.

    Shiltar le raccontò le sue avventure, i motivi per cui non era stato più presente. Lei se li poteva immaginare, dato che l'altro ricopriva una carica importante. Volle ascoltarlo fino in fondo. Non aveva fretta e sperava nessuno li disturbasse, specie poi, quando lei avrebbe dovuto rivelargli qualcosa di importante.

    Taeko guardò Shiltar per tutto il tempo incuriosita ma allo stesso tempo affascinata dalla sua vita piena di movimento. Seppure, nonostante tutto, trasparisse una certa emozione nelle parole di lui; un'emozione che, in maniera diversa, avrebbe promesso ai due un lungo cammino.

    "Shiltar..." ripetè nuovamente il suo nome "capisco le tue preoccupazioni. Vorrei tanto starti vicino in questi momenti e...se ci fosse qualcosa che posso fare, ti prego non esitere a chiedermelo. Non voglio di certo essere un impiccio tra gli affari di Kiri e te, ma semplicemente trovare un modo, coniugare al meglio questa relazione" era la prima volta che definivano la loro storia come "relazione" "per trarne solo che bene, per tutti e due, per noi."

    Le parole dolci di Taeko trovarono spazio in quella stanza mentre lei pensava già a come impostare un nuovo discorso.
    Si passò una mano, delicatamente sopra la pancia.

    "Lo sai" attaccò improvvisamente come presa da un attimo di estrema gioia "che alle terme procede tutto bene? Aoi è soddisfatta e io pure. I clienti non mancano e i guadagni anche. Sono contentissima. Ma," una lieve nota di dispiacere solcò il viso di lei "tra qualche mese non potrò più aiutarla. Spero riesca a gestire da sola. Ma, in verità, senza che lei lo sappia, sto già cercando un aiuto."

    Concluse portandosi l'indice in bocca tra le labbra, come a pensare a qualche soluzione.
    Taeko aveva appena buttato l'amo con il suo giro di parole. Sperava Shiltar abboccasse.

     
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    [Taeko]


    Le parole di Taeko risultarono, in risposta al suo racconto, decisamente più ragionevoli di quanto il Kaguya potesse sperare, forse perché troppo abituato ad avere a che fare con egocentrici individui addestrati ad utilizzare arti ninja variegate (non che lui fosse da meno di quelli con cui interagiva di solito).

    Shiltar accennò un sorriso alla parola "relazione", lui aveva usato metafore probabilmente meno dirette, parlando di "legame", o simili, in effetti c'era passato parecchio alla lontana da quella parola, ma non poteva negare che fosse decisamente corretta.
    Il problema più grosso, però, era che non aveva il coraggio di dire tutto il resto a Taeko, o meglio, quel piccolo resto che aveva saltato: ciò che sarebbe potuto succedere nel prossimo futuro, ora che Kiri aveva un'amministratrice, ciò che avrebbe dovuto fare per risolvere la questione con Oto.
    "Taeko, ti chiedo solo di darmi un pò di fiducia, per le scelte che dovrò fare come Kage, e chiedimi altrettanto in cambio, credo che questo sia alla base di una relazione...", fu il poco che disse, accennando poi un sorriso, "O almeno penso, non sono molto esperto su questo argomento.", concluse, cercando di spezzare la tensione di ciò a cui stava pensando.

    Fu poi, però, Taeko stessa, con gran sollievo di Shiltar, a cambiare argomento di discussione, parlando delle terme e di come il lavoro stesse andando bene, per poi accennare che, entro qualche mese, avrebbe dovuto allontanarsi dal lavoro.
    In quel momento un'evidente nota di sorpresa si sarebbe potuta leggere sul volto del Kaguya, probabilmente anche evidenziata da un sopracciglio un pò inarcato, anche se sospettava la ragione, in fondo era un ninja medico e non era cieco, ma preferì che fosse lei a dare una risposta al suo sospetto, seguendo volentieri il discorso da lei iniziato.
    "Tra qualche mese non potrai più aiutarla?", domandò con un certo grado di perplessità nella voce, "Come mai?", lo chiese semplicemente, ogni giro di parole, o osservazione contestuale sarebbe stata fuoriluogo, certo, era anche un pizzico interessato a sapere da chi voleva far supportare Aoi nel suo lavoro, ma in quel momento la cosa andava, decisamente, in secondo piano.
     
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  9. Ratty
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    LA MISSIVA DI KONOHA
    Brezza Guerriera


    Un messaggio trasportato da un volatile messaggero sarebbe stato recapitato con urgenza alle amministrazioni dei quattro villaggi accademici. La missiva, contenuta all'interno di un cilindro, aveva il simbolo di Konoha.
    Avrebbero aperto il cilindro solo per i kage di villaggio, rilasciando il proprio chakra sul sigillo, come una sorta di marchio di identificazione.
    Una volta superata questa misura di sicurezza, i destinatari avrebbero preso visione del seguente messaggio.


    CITAZIONE
    All'attenzione dell'amministrazione di Villaggio,

    Konoha richiede una riunione straordinaria in sede accademica per discutere della situazione d'attrito venutasi a verificare tra Konoha e Kiri negli ultimi tempi, che potrebbe sfociare in guerra. Per prevenire questa eventualità, si richiede la presenza nella riunione.
    Sono ammessi al massimo due rappresentanti per ciascuno villaggio, scelti tra il Kage e gli amministratori. Si terrà a porte chiuse, un'eventuale scorta dovrà aspettare all'esterno.


    Shika Nara,
    Amministratore di Konoha


     
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  10. Aoi & Taeko
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    Le chiedeva fiducia, e forse tempo. Taeko era una donna molto attiva e la staticità non era un qualcosa che la rendeva così felice. Ma da quanto c'era Shiltar aveva imparato a conviverci, per amore.

    "La mia fiducia ce l'hai, non può mancare. Spero solo di non dover vagare in un limbo di attesa, in un pezzo di terra dove sopra di te vedi un cielo felice. Mentre sotto lo sguardo si getta in un baratro senza fondo." si accorse di quella risposta filosofeggiante un po' troppo tardi ma descriveva bene la situazione.

    Avrebbe voluto parlare di come quella situazione non fosse delle migliori per il ruolo di Kage che ricopriva. Ruolo che di fatto stava minando a quella relazione. Ma non voleva darci un peso. Non poteva criticare una persona per le sue scelte. Le stesse le avrebbe fatte pure lei. Quindi le appoggiava. Era solo in maniera egoistica che vedeva quel ruolo come un blocco. Dubbi e pensieri che si insinuavano nella sua mente prima di rispondere all'altra domanda postale.

    "Non potrò perchè...ehm...ecco" titubò un attimo, arrossendo lievemente "perchè dovrò allontanarmi per un certo periodo. Niente di grave comunque.". Aveva dato una mezze verità. Credeva di sentirsi pronta ma in realtà non era così.

    "Ehm...Shiltar caro...hai mai pensato a metter su famiglia?" disse in fretta e quasi ridendo.
    "Lo so, una domanda abbastanza bruciapelo. Ma così, è curiosità la mia."

    Magari prendendola dall'altro lato ci sarebbe riuscita a parlargliene.

     
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    [Taeko]


    La risposta alla richiesta di fiducia lasciò Shiltar in silenzio: capiva il punto di vista di lei e nemmeno lui amava quella situazione; il Kaguya era da sempre abituato a prendere tutto di petto (o di falce), ma la politica a cui un Kage doveva sottostare era molto più lenta di quanto poteva essere una missione, o uno scontro.
    Lui aveva involontariamente causato una situazione instabile, con la morte di Yami avvenuta durante il loro scontro, quindi doveva risolvere quella situazione e non era una cosa fattibile con un altro scontro, o almeno voleva evitarlo, per evitare che qualcuno assalisse Kiri, così come vi era entrato (perché dubitava che il furto al suo palazzo fosse stato fatto da un ninja della Nebbia) quando lui non c'era.
    Odiava quella situazione d'attesa ed odiava che anche Taeko dovesse conviverci, ma per ora non poteva darle qualche certezza sul futuro.

    In ogni caso, quando, dopo la sua domanda sull'assenza di lei dalle terme, Taeko fu vaga, relativamente alla risposta, chiedendo poi se Shiltar aveva mai pensato a metter su famiglia, il Kaguya accennò un sorriso, un pò intimidito a dire il vero, mentre il dubbio che lo aveva tarlato fin dal momento in cui lei era entrata, si stava via via facendo sempre più un sospetto tendente a certezza.

    "Una famiglia è qualcosa che non ho mai avuto. Ammetto, però, che, ogni tanto, nei momenti di calma, quando magari torno da qualche missione, o mi curo una ferita, un pensiero va ad una possibilità del genere: sarebbe bello, immagino.", ammise con un sorriso gentile, prima di abbassare leggermente gli occhi, intimidito.
    "Taeko, bé, questo discorso...", aveva pensato di prendere direttamente la questione: in fondo non era giusto che fosse sempre lei a dover "dirigere" questi discorsi, lui li aveva sfuggiti da troppo, forse.
    "Ecco, io sono anche un ninja medico e ho un pò di occhio, o almeno credo.", esordì, "E da quando sei entrata, mi è parso ci fosse qualcosa di... diverso.", lì si fermò: la sua capacità dialogativa andava decimandosi ad ogni nuova frase.
    "Sei bellissima come sempre, questo sia chiaro, ma, ecco, m'é parso di notare una sottile differenza e questa tua curiosità, mi porta ad un dubbio.", volle precisare subito dopo.
    "Un'eventualità bellissima, ma prima di continuare con un discorso che potrebbe portarmi alla peggior figura della mia vita, se mi stessi sbagliando, penso che tu dovresti dirmi se forse è ciò che sto supponendo è corretto, o se è meglio se sto zitto...", concluse, attendendo una parola da lei, o anche una frase, magari.

    [Le Missive]


    La Riunione di Kiri c'era stata, il viaggio a Suna, in qualche modo, era stato compiuto ed ora, ritornato in quel del suo villaggio, il Mizukage iniziò a guardare le missive accatastatesi sul suo tavolo.
    Fra tutte, due saltarono subito al suo occhio: il messaggio più vecchio, proveniente da Konoha, era di Shika Nara, che assicurava che alla prossima ventura riunione dei Kage si sarebbe parlato della sua proposta relativa ai problemi con Oto e Konoha, anche se parlava di farlo nell'Accademia, che, in teoria, come costruzione non esisteva più da qualche settimana.

    Il secondo messaggio, che come il primo era arrivato dopo che Shiltar era partito per Suna, era all'interno di un cilindro con il simbolo di Konoha.
    Il Kaguya provò ad aprirlo, senza successo, gli diede anche qualche botta contro il bordo del tavolo, temendo che si fosse incastrato, poi, puntò ad un più "classico" uso del chakra, distribuendolo sul cilindro, che si aprì volontariamente, a quella semplice azione, permettendo al Kage di leggere il messaggio.
    Letto il messaggio, Shiltar chinò leggermente il capo, richiudendolo: il momento era arrivato, avrebbe dovuto far accettare la propria proposta ai vari villaggi, subendo solamente lui i danni per le sue azioni, risolvendo i problemi, fasulli, con la Foglia e cercando di sistemare quelli con il Suono.
    Alla fine, in un modo o in un altro, avrebbe avuto la sua risposta su quello che ne sarebbe stato di se stesso, di Kiri e dell'unica altra persona di cui gli importava, o più correttamente, delle uniche.
    Ora doveva solo informare l'amministratrice del nuovo viaggio che avrebbero dovuto fare, Itai che avrebbe preferito lasciarlo a Kiri per la protezione del villaggio e... bé, non c'erano altri ninja, per quel che ne sapeva, che potevano essere utili in quel frangente al momento.
     
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  12. Aoi & Taeko
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    Era difficile iniziare un discorso e poi deviarlo come nulla fosse. E siccome Shiltar era pure un medico, doveva prevederlo.
    L'aveva notato, aveva notato che c'era qualcosa di diverso. Un campanello d'allarme risuonò in Taeko che a tali parole rispose con la prima battuta che le venne in mente.

    "Oh, ti sei finalmente accorto del mio nuovo look?!?" usò un po' di ironia.

    In effetti da qualche giorno aveva cambiato look; si era raccoltà una parte di capelli in una ciocca dietro la testa ed adottato abiti più primaverili.
    Ma nonostante ciò, nell'insicurezza, nel disagio delle sue parole lui aveva visto bene.
    Taeko era effettivamente cambiata...fisicamente.

    "...vedi...Shiltar...comprendo che questo, tutto ciò, possa essere strano" si alzò dalla sedia con calma abbassando al contempo lo sguardo "e spero che ciò che tu stia pensando riguardi entrambi perchè..." le era ormai arrivata vicino "...è una cosa che vorrei tantissimo, assieme a te..."

    Attese, allora, solo una parola da parte di Shiltar. Una parola che la invitasse a dirgli tutto, e lei l'avrebbe fatto, per amor suo.

    L'avrebbe allora cinto con le sue braccia attorno al petto poggiandoci la sua testa col mento, guardandolo dal basso. Lui era più alto di lei. Le dava un senso di protezione aggiuntiva. Una protezione che in quel momento era necessario per compiere l'ultimo grande sforzo della dichiarazione.

    "Sai, prima ti ho detto che mi sarei dovuta allontanare dalle terme. E' vero...ma per un altro motivo" la voce le tremava., le gambe anche. Stava perdendo la cognizione del tempo.

    Era emozionata all'idea. Il calore di Shiltar la rincuorava e il cuore le batteva all'impazzata. Si sentiva estremamente felice in quel momento e il suo sorriso era radioso.
    Si stava perfino commuovendo al pensiero. Sperava che quelle emozioni potesse recepirle pure Shiltar. Le parole sarebbero potuto morire in bocca se non si fosse sbrigata.

    "Shiltar..." gli cercò le mani per stringerle forte anche a costo di fargli male, non voluto "...presto diventerò madre!"

    La sua gioia infinita esplose in lacrime di felicità stringendosi ancor di più a Shiltar. Gliel'aveva detto finalmente. Si era tolta un grosso peso. Per una donna diventare madre voleva dire molte cose, era anche un traguardo importante della propria vita. Ma alla stessa maniera per l'uomo, anche Shiltar poteva voler sentire quelle parole tanto felici.

    "E tu sarai papà!"

    Lo guardò con gli occhi bagnati e labbra umide. Era l'apoteosi di felicità che una donna potesse raggiungere in quei momenti.

     
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    Shiltar sorrise alla battuta di Taeko sulla sua acconciatura, non che l'avesse notata, concentrato su altri fattori diversi che aveva visto in lei quando era arrivata, ma, in effetti, a vederla adesso, era una bella acconciatura, "Ti sta molto bene.", fu il suo commento in tal senso, continuando a sorriderle, immaginava, per quanto erano più supposizioni, non avendo mai sperimentato prima una situazione simile, che non fosse poi così semplice per lei dire a parole quello che lui ipotizzava.

    Lei poi tornò sul vero argomento, anche se parve al Kaguya evidente una nota d'incertezza nelle sue parole, ed in effetti lui non poteva biasimarla, dato come s'era comportato, scomparendo, e tutto ciò che le aveva detto quel giorno, sui suoi problemi come Kage.
    Ma, per una volta, Shiltar decise che il problema non doveva porsi, specie se era come immaginava, così, chinando leggermente il capo e le ginocchia, per poter far sì di trovarsi vicino al volto di Taeko, le disse ciò che, sinceramente, pensava: "Se ciò che vuoi dirmi è ciò che sto pensando, allora è una cosa che sì, riguarda tutti e due, perché non vorrei condividerla con nessun altra persona, se non te."

    Taeko lo abbracciò e Shiltar si ritrovò a guardarla chinando leggermente il capo, accarezzandole i capelli con una mano, mentre il suo odore cancellava ogni altro odore nella stanza e l'attesa delle sue parole cancellava la percezione del tempo.
    Il Kaguya sentiva che lei stava tremando e, in effetti, lui aveva una strana sensazione in gola ed allo stomaco, qualcosa di paragonabile a timore, ma che, probabilmente, non sarebbe stato corretto definire in quel modo.
    La vide sorridere, mentre delle prime lacrime scivolavano sulle sue guance, un'espressione di pura gioia, bellissima secondo il Mizukage, gioia che s'irradiava da lei.
    Avvertì le mani di Taeko che si stringevano alle sue, percepì qualcosa solcargli le guance, ma, più di tutto, sentì le parole di lei: aveva visto giusto, lei sarebbe diventata madre e lui... lui padre.

    Sentiva gli occhi arrossati, le guance rigate da qualcosa, ma gli ci volle qualche secondo per rendersene conto, per quanto il suo tatto fosse, a dir poco, perfetto, gli ci volle qualche secondo per capire la rara sensazione che stava provando, la stessa che poco prima aveva visto negli occhi di Taeko: stava piangendo.

    "Padre...", una semplice parola a cui aveva raramente pensato fino a quel momento, un'esperienza che, non riusciva nemmeno a descrivere, o immaginare, per cosa potesse significare.
    "Saremo una famiglia.", sussurrò quasi, verso Taeko, asciugandole una lacrima su una guancia.
    Non trovava parole per descrivere ciò che stava provando: la gioia, l'affetto verso Taeko, l'unico gesto che fece, fu accarezzarle la pancia, un gesto che, assieme ad un sorriso, fece probabilmente scivolare qualche altra lacrima.
    "Direi che abbiamo ancora un pò di cui parlare... per, bé, creare la nostra famiglia.", ammise sorridendo ed in quel momento gli venne in mente una semplice idea: "Vuoi andare da qualche parte? Non so, chiacchierare all'aperto, festeggiare, o non so che altro... mi libererò senza problemi di qualsiasi impegno, in fondo ho appena eletto una nuova persona per occuparsi dell'amministrazione, penso che, una giornata di libertà, per noi, possa anche prenderla.", propose.
    Non riusciva a non sorridere in quel momento, a quella così inattesa novità, ad una possibilità con Taeko che mai aveva immaginato per se stesso.

    Certo, probabilmente se si fosse fermato a riflettere avrebbe realizzato come tutto ciò rendeva più difficile ciò che lui aveva intenzione di fare per evitare una guerra a Kiri, e probabilmente si sarebbe sentito morire, ma in quel momento, anche volendo, avrebbe evitato a se stesso di interrompere quella gioia, aspettando semplicemente le parole di Taeko.
     
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  14. Aoi & Taeko
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    Felice di portare in grembo nuova vita, felice che Shiltar avesse appreso positivamente la notizia, lo abbracciò ancora di più. Voleva però trovare le sue labbra, dischiudere appena le sue per trasmettergli un semplice gesto d'amore.
    Scorreva con la testa lungo il petto e poi in alto verso il volto di Shiltar, a cercar quei piccoli muscoli di passione.

    Fu un bacio lungo. In quel momento le sembrò di staccare la spina, di pensare solo a loro due, e all'amore che lei provava nei suoi confronti.

    L'attimo dopo lo guardava di nuovo negli occhi mentre ascoltava le sue parole. Lo vide piangere, cosa che credeva difficile ma umana e bella anche per un uomo. Erano entrambi in sintonia. Si accorse di stringere troppo forte le sue mani, così le lasciò andare.

    "Shiltar..." sussurrò "che ne dici di uscire a cena stasera? E poi andare allo spettacolo? Hanno inaugurato la nuova stagione a teatro" suggerì lei.

    Non sapeva se potesse piacere quel genere di cose a Shiltar ma lei le apprezzava per l'arte e per l'impegno degli attori.
    Avrebbe pensato poi a non rendere noiosa la serata se a Shiltar non fosse piaciuto.

    "Comunque sono già quattordici settimane" disse lei marcando il fatto.

    Si doveva spiegare ora, come mai quel pancione un po' troppo anticipato.

    "Fino al giorno del parto non voglio sapere il sesso dei nostri bambini. Se tu lo vorrai potrai chiederlo al medico ma non voglio saperlo per nessuna ragione. Me lo prometti?"

    Taeko aveva sicuramente qualche informazione in più di Shiltar. E si aspettava quindi qualche domanda in proposito. Di certo la notizia di essere incinta era stata presa molto positivamente così come quella di formare una famiglia. Ma si chiedeva che faccia avesse fatto una volta saputo qualcosa in più.

    Tuttavia si godeva ancora quel momento di sana felicità coccolando e facendosi coccolare.
    La notizia comunque l'aveva già data anche ad Aoi che a sua volta l'aveva presa molto bene saltandole addosso dalla felicità.
    Avevano festeggiato la sera dell'annuncio proprio come due care amiche. Aoi le aveva dato alcuni suggerimenti e Taeko li riceveva con piacere. A sua volta Taeko si premuniva di mandare avanti le terme e di trovare un modo per aiutare Aoi.

    Il pensiero di Taeko era corso anche ad altre cose oltre che al lieto evento. Pensava effettivamente di dover convivere finalmente con Shiltar, in una casa tutta loro, che già si immaginava, dove poter crescere i propri figli.
    E sognava anche di siglare quell'unione con una bella proposta di matrimonio e tutta la cerimonia al seguito. Già pensava al vestito da sposa e a come doveva essere la loro festa.

    Tuttavia, quei pensieri rimanevano nella mente di Taeko perchè attendeva il momento ideale per parlarne o, nonostante avrebbe preferito, attendeva fosse Shiltar a parlarle quando se lo fosse sentito.

    L'ennesimo bacio scaturì da quei pensieri, improvvisamente, siglando nuovamente l'amore profondo che Taeko provava nei confronti di Shiltar.

    "Ti voglio bene...!"

     
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    [Taeko]


    L'assenza di parole che aveva catturato Shiltar, per la felicità di quella notizia, fu surclassata dal bacio che Taeko volle scambiarsi, un momento di gioia che andava ad incoronare quella notizia così incredibile per il Kaguya.

    Alla proposta del Mizukage di uscire, poi, la ragazza replicò suggerendo una cena ed una serata a teatro e, per quanto non avesse mai avuto modo di andare a teatro (o più correttamente non ne fosse mai stato incuriosito), l'idea di passare del tempo con Taeko gli faceva ora ancora più piacere di quanto già gliene facesse prima, "Va benissimo. Sarà un'esperienza nuova per me, ma penso proprio che dovrò abituarmi ad una vita più famigliare, che concentrata sul loro lavoro.", rispose subito dopo sorridente, accarezzandole una guancia.

    Poi ci fu una frase che, sul momento, lasciò il Kaguya un pò sorpreso: era di quattordici settimane, quindi poco più di tre mesi, il che concordava con l'ultima volta che s'erano visti, non che avesse bisogno di tale informazione, ma dopo arrivò una richiesta un pò diversa, per quanto non assurda, a cui stava già rispondendo: "Non ti preoccupare non chiederò niente riguardo ai...", ma si fermò non appena si rese conto di star usando il plurale, "bambini", concluse confermando a se stesso di star usando il plurale.
    Probabilmente in quel momento il volto del Mizukage doveva essere quasi comico, mentre lo stupore si palesava e lentamente l'informazione sui mesi passati andava sommandosi con quel poco che sapeva di ostetricia, giungendo alla conclusione che, in effetti, il ventre di Taeko era più grande del normale.
    "Bambini?", ripeté prima di un altro bacio di Taeko.

    "Anch'io... infinitamente.", fu la risposta alle parole di lei, era felice come forse non lo era mai stato nella sua vita, un'esperienza che non aveva avuto mai modo di provare che lo riempiva di una gioia e di un affetto nei confronti di Taeko che non avrebbe saputo descrivere a parole.

    "Quindi da oggi, inizieremo a crearci il nostro piccolo nido?", aggiunse alla fine con un sorriso, quasi a voler rimarcare quella così bella notizia.

    [Itai - 3 settimane dopo]


    Erano passate tre settimane da quando aveva ricevuto la più bella notizia della sua vita, probabilmente, e qualcuna in meno dal viaggio da Suna ed il relativo ritorno con la scoperta delle due missive, che portavano sì delle risposte, o almeno la speranza di concludere qualche questione lascia in sospeso, ma, allo stesso tempo, davano spazio a nuove preoccupazioni e dispiaceri, su tutti, il timore di dover lasciare Taeko a Kiri per ciò che avrebbe dovuto fare e pagare gli spezzava il cuore e ne abbatteva lo spirito.

    Shiltar s'era reso conto che quel giorno sarebbe dovuto arrivare subito dopo la fine del'euforia iniziale per quella notizia ricevuta settimane prima, ma non per questo aveva voluto affrontare l'argomento con lei, ma presto avrebbe dovuto.
    Per ora, c'erano altre persone con cui doveva parlare e la prima era stata mandata a chiamare per presentarsi al palazzo del Mizukage quel giorno stesso: Itai.
    Sarebbe stato il Jinchuuriki del Sette Code il primo a sapere dell'imminente riunione dei Kage, ma non l'ultimo in tutta Kiri.
     
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