[Primo Accesso] Il Porto

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  1. The_Drake
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    Finalmente quella nave maledetta era arrivata al porto e i due shinobi della Foglia poterono sbarcare: nel caso di Drake a tutto birra, considerando che il viaggio, non per la compagnia che era ottima, ma per la lentezza dei mezzi era stato totalmente noioso e pieno di pratiche inutili, quando lui era abituato a spostarsi in groppa di rane enormi che sapevano muoversi veloci come il vento anche nei più burrascosi mari.
    Erano circa le 10 della mattina, considerando che la nave era partita il giorno prima si erano fatti quasi metà giorno su quella trappola infernale, quindi potevano tranquillamente proseguire verso la vera entrata nel territorio della Nebbia; Non era difficile capire che il porto non era semplicemente un luogo dove controllare le merci, ma una zona abbastanza sorvegliata dove anche i turisti erano scrutati e analizzati prima dell'arrivo nella grande città: ma considerando che le intenzioni dei due erano abbastanza tranquille, almeno alla vista, non avrebbero, forse, corso grossi pericoli.
    Cercando con lo sguardo, Drake, provava a capire dove la folla fosse canalizzata in modo da poterla seguire per arrivare presto alle mura principali; Voleva fare tutto da solo, in modo da capirci qualcosa anche per le future visite, considerando che se avesse chiesto ad Hanako, avrebbe sicuramente fatto prima dato che la Kunoichi sapeva benissimo come fare.


    Hanako-san, da questa parte...penso d'aver trovato la via che porta fino alle mura! Voglio sedermi al più presto possibile, il viaggio mi ha stancato...molto.
    Spero che Itai abbia alcuni spicci da parte, dato che mi aspetto che mi offra qualcosa di buono da mangiare e bere...e considerando che sto morendo di fame, la sua paga mensile è già sfumata!


    Sorrise alla ragazza, dirigendosi verso l'imbocco verso le mura, il passaggio prima dei portali di Kiri, dove finalmente avrebbe potuto incontrare un paio di persone di spicco e conosciuto: primo fra tutti c'era Itai, poi Akimaru Tokugawa un suo allievo che aveva visitato Konoha qualche mese prima, Shiltar Kaguya ovviamente, il Mizukage; Sicuramente persone che avrebbero avuto molto da raccontargli e persone che aveva visto più di una volta, o in battaglia o per altri vicessitudini, ma mai si era soffermato d'ascoltare.


     
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  2. Hanako Nara
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    Era stato divertente viaggiare con Drake, anche se a dirla tutto, il ninja della foglia sembrava essere insofferente a qualcosa. Probabilmente era semplicemente annoiato dalla lentezza assoluta con cui si muoveva quella barca... sicuramente era snervante. Magari avrei potuto viaggiare con Qon e lui usare una delle sue rane, ma alla fine avevamo scelto un normale mezzo principalmente perché non c’era fretta. Alla fine, bastava chiacchierare per lasciar passare il tempo in fretta. La vista dell’isola di Kiri però fu un sollievo. Dopo un po’ la sensazione della terra ferma e stabile su i miei piedi mi mancava.

    Una volta che la barca fu attraccato scendemmo, ma Drake fu più rapido di me. A dire il vero, conoscevo benissimo la strada. Altre volte ero venuta a trovare mio fratello, ma lasciai che Drake la cercasse, anche perché, non appena giunsi lì lui l’aveva già trovata e già mi indicava la strada. smisi di camminare lentamente e accelerai il passo, raggiungendolo. Una volta affiancati iniziammo a camminare verso le mura di Kiri.

    « Io spero che alle mura ci sia già Nii-chan. Mi scoccia essere accolta da altri, di solito ti guardano come se stessi introducendo una bomba » borbottai « Sono sospettosi qui, sarà la mancanza del sole... »



    E così, chiacchierando, ci dirigemmo verso le mura, incontro alla mia famiglia e chissà, magari a qualche avventura inaspettata. Di solito non succedeva mai nulla di troppo normale attorno a Drake, così come attorno a Itai. Se poi erano vicini... povera me che c’era in mezzo!
     
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  3. Hanzo Hasashi
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    ..faceva freddo. Nel mese di dicembre le temperature sono sempre rigide, sopratutto a Kiri, paese dall'eterno inverno. All'orizzonte una piccola canoa costruita da tante vimini intrecciate si avvicina sempre di più verso il porto. Non vi sono vele, solo una persona, che con due remi voga energicamente. Ha un andamento regolare, e ad ogni colpo di reni l'imbarcazione procede spedita verso il pontile. Quando mancano una ventina di metri all'attracco il marinaio interrompe il suo vogare e la piccola canoa inizia pian piano a rallentare fino ad attraccare al pontile. Ha un mantello di pelle scura sulle spalle che cela tutto il suo corpo; solo caviglie e piedi sono in vista. Il viso è coperto fino al naso mentre un kasa gasa, il classico copricapo giapponese, occulta il resto della testa. A vederla così, nel paesaggio imbiancato di neve, la figura fa pensare ad uno spettro antico .La figura sconosciuta si guarda intorno, facendo intravedere degli occhi vitrei, degli occhi bianchi. Che sia uno Hyuga? Con un balzo di circa due metri l'uomo si porta sul molo, incamminandosi così verso il sentiero che porta verso le Mura. Il suo incedere è regolare, elegante e deciso.E così ecco che un nuovo guerriero avanza verso il suo destino, pronto ad intraprendere la via dei ninja.
     
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    La nave solcava le onde in tempesta. Fendeva l’acqua veloce e sicura a dispetto del clima che cercava di tirarla sempre più in basso. Marinai si affannavano, legavano cime e fissavano le vele all’albero maestro per evitare che il vento le strappasse via. Il capitano del vascello urlava ordini a destra e a manca, smorzati dal roboante suono della tempesta che riempiva le orecchie di tutti quanti gli uomini su quella nave.
    C’era una figura, sulla prua della nave. Si teneva con le mani ben salde al legno marcio del vascello, bagnato di acqua salata che aveva fatto gonfiare il legno. Aveva il volto celato da un cappuccio verde e i suoi occhi scuravano la tempesta. Con una mano la figura strinse meglio il suo mantello fradicio attorno alle sue spalle, con la sola illusione che potesse ancora dare una qualche protezione, quindi si voltò verso il ponte, dove l’intera popolazione della nave si affannava a non far crollare l’immenso vascelli. Restò immobile nella tempesta, come una statua ammantata di verde.

    ”Pirati a babordo!”



    La figura voltò lo sguardo verso la nave che si avvicinava. Sapeva già che non avrebbero potuto evitare l’impatto: la nave pirata procedeva sospinta dalla tempesta, che la faceva volare sulle onde tempestoe. Così, ondeggiando pericolosamente e virando quasi all’ultimo fu affianco alla nave della figura. La figura stessa si mosse, facendo qualche inevitabile passo verso babordo, laddove numrose funi erano state già lanciate dalla nave pirata.
    Pirati. Ninja che avevano preso il mare e che depredavano le navi mercantili. Criminali, Nukenin insomma. Gente della quale era un dovere sbarazzarsi.

    Sorrisi amaramente.
    Passai davanti a tutti quanti gli uomini che si preparavano a difendere la nave con spade bagnate d’acqua, lance e martelli per le riparazioni. Non aveva ricchezza se non le vite stesse degli uomini che la nave trasportava.
    Loro fissavano il ninja che aveva chiesto loro un passaggio, pagandolo profumatamente porsi tra i pirati e loro. E mi guardarono con sguardo perplesso.

    “Andate sottocoperta. Non sarà una nave di pirati a impedirmi di tornare a casa.”



    Nessuno si mosse. Non importava.
    Afferrai l’elsa della spada che avevo legato alla mia cintura con la mano destra e il fodero con la sinistra. Poi, con uno scatto repentino del braccio sfoderai la lama del colore del sangue. La sua forgia era perfetta. Il filo assetato di sangue. Il metallo vibrò nella tempesta ma quel lieve rumore si perse tra il fragore del vento.
    Poi richiamai dai più oscuri recessi del mio essere il potere del demone. Kaku come sempre mi donò il suo chakra e come ogni volta l’inebriante sensazione del potere del demone mi sorprese. Un istante dopo la mia spada era un turbinio di chakra della stessa forma del vento. Un istante dopo ancora, io non ero più lì.



    Passarono pochi minuti. Il ponte era un colabrodo di sangue, acqua marina e pioggia. Ero al centro di un cerchio di cadaveri che si erano accumulati attorno al me nel disperato tenativo di fermarmi. Non avevano previsto che tra tutti quanti i passeggeri del mondo su quella nave ci sarei stato proprio io. Alzai la spada al cielo e tirai un fendente nel vuoto, facendo schizzare il sangue lontano.
    Il vento si calmò e il cielo iniziò ad aprirsi. Il lontananza vidi la forma dell’isola che tante volte in quei mesi avevo sognato.

    “TERRA!”


    Gridò un marinario. Quel grido mi diede la conferma che non stavo sognando. Che era tutto vero. Sognai il volto di Ayame. Sognai il volto delle mie bambine. Sperai solo che nonn avessero creduto che fossi morto.
    Perché Itai Nara stava tornando a casa.
     
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  5. RiOx206
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    Non era una mattina molto calda e soleggiata quella, ma Hirai sembrava non sentire molto il freddo. Venne svegliato da un marinaio piuttosto rozzo, il quale gli spiego bruscamente di svegliarsi alla svelta dato che tra pochi minuti la nave sarebbe sbarcata al porto di Kiri, Hirai lo guardò aprendo solo un occhi e con uno sguardo piuttosto indispettito ma il marinaio non ci fece troppo caso e andò a continuare il suo lavoro.
    Così finalmente era quasi arrivato a destinazione, erano già passati due giorni da quando aveva abbandonato la sua isola natale per poter diventare un Genin grazie a un passaggio offertogli da una nave mercantile che faceva rotta verso il Villaggio della Nebbia.
    Hirai si alzò e controllò che nel suo zaino fosse tutto a posto, infine si diresse verso la prua della nave per vedere meglio quanto mancava alla sua destinazione, ma sfortunatamente la nebbia non permetteva di vedere molto lontano così tornò verso la parte centrale della nave e si sedette pensando a cosa fare appena sbarcato:
    << Dunque, appena sceso a terra devo pensare a trovare l'ufficio o l'edificio per potermi iscrivere al corso per Genin, poi dovrei cercare un posto in cui dormire, per i primi giorni anche una locanda può andare bene ...>>

    << TERRA! >>
    Era la voce della vedetta, a quanto pare non mancava molto all' attracco, e Hirai si sporse per vedere, era il porto più grande che avesse mai visto. Si alzò e si appoggiò alla ringhiera in legno mentre aspettava di scendere.
    Dopo pochi minuti la nave affiancò uno dei moli del porto, Hirai scavalcò la ringhiera con un salto e "atterrò" sul pontile.

    Edited by RiOx206 - 19/2/2012, 21:39
     
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    Aria di mare...
    Era un po' che non mi perdevo ad osservare le imbarcazioni che giungevano al porto.
    Negli ultimi tempi la mia vita era tornata ai vecchi ritmi, da quando la salute si era stabilizzata e le ricadute si erano fatte sempre più rare. L'unica variazione era nel mio look: i capelli tinti di un improponibile cremisi che contrastavano con le mie iridi ametista, e un coprifronte nuovo di zecca. Da quel giorno, da quando avevo promesso la mia lealtà verso Kiri, avevo troncato i legami con il mio passato.
    Quella mattina Shiltar sama era immerso nei suoi impegni di Mizukage e la sessione di addestramento con lui era stata posticipata.
    Ne avevo approfittato per fare un giro con Ys, il mio amico a quattro zampe, lungo i moli.
    Mi piaceva guardare il panorama dall'alto, fosse un muretto, il tetto della capitaneria di porto o una pila di casse, come quel giorno, stipate sulla banchina in attesa di essere smistate verso la loro destinazione finale.
    Il gatto fu il primo a notare la nave che stava eseguendo le manovre d'attracco a poca distanza da noi.
    Aveva l'aspetto di un'imbarcazione mercantile, di quelle che commerciavano tra le isole.
    Ma quello che aveva attirato l'attenzione di entrambi, era il ragazzo che si trovava dietro la ringhiera di legno.
    Doveva essere di qualche anno più grande di me. La parte inferiore del suo volto era celata da una serie di fasciature e i capelli erano una zazzera scura che sparava un po' in tutte le direzioni.
    Un tizio interessante.
    Mi alzai in piedi ed eseguendo una capriola atterrai sul pontile, qualche istante dopo che il misterioso giovane era sbarcato dalla nave.
    Decisamente era un tipo atletico a giudicare dal salto.
    Mi avvicinai a lui fino a fermarmi a pochi passi di distanza.


    Ciao, non mi sembra di averti mai visto da queste parti. Prima volta a Kiri? chiesi con una sfumatura di curiosità nel tono della mia voce, salutando il ragazzo con un cenno della mano.
    Certo, era stato un azzardo il mio ad avvicinarmi così ad uno sconosciuto; sempre che lo fosse stato veramente.
    Alla fine era trascorso appena un anno da quando ero approdato in quelle lande nebbiose e la mia conoscenza dei suoi abitanti non era esattamente accurata.
    E forse quel giovane poteva non gradire l'intromissione di una ragazzino più piccolo di lui, ma mi stavo annoiando.
    E interagire con qualcuno era un'ottima soluzione contro la noia.
     
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  7. RiOx206
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    Hirai alzò lo sguardo e notò che un ragazzo lo stava guardando mentre si avvicinava verso di lui.
    Quel ragazzo deve avere pressapoco la mia età, forse è di poco più piccolo di me ed era accompagnato da un gatto. Solitamente preferisco non parlare con chi non conosco e non mi fido degli sconosciuti ma il ragazzo aveva una mano alzata in segno di saluto e sembrava innocuo, in questo caso potrebbe essermi utile per sapere cosa fare e dove andare in questo villaggio.

    <<ciao, non mi sembra di averti mai visto da queste parti. Prima volta a Kiri?>> disse il ragazzo con tono piuttosto curioso.

    Risposi cercando di arrivare subito al dunque dato che non mi piaceva parlare con le persone che non conoscevo bene.
    <<sì, è la prima volta che passo a Kiri, tu sembri pratico del luogo forse puoi darmi una mano.
    Sto cercando informazioni per iscrivermi al corso per Genin.>>
     
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    Era un ragazzo che andava dritto al punto, da come esordì.
    Non mi sembrava un tipo sospetto ed era possibile stesse dicendo la verità sui motivi per cui si trovasse a Kiri.
    La storia che fosse giunto nel paese della Nebbia era plausibile. Per poter accedere all'Accademia era molto più semplice partire a qui, piuttosto che dalle isole dell'arcipelago.

    D'altra parte, dopo gli ultimi avvenimenti, la prudenza non era mai troppa.


    Mh... Corsi Genin, dici? soppesai le mie parole, squadrandolo per un istante. Temo che all'interno del villaggio non ci siano sedi distaccate dell'Accademia, per cui dovrai quasi sicuramente recarti alla sede centrale sul Continente. spiegai, assumendo un'espressione seria.

    Per quanto riguarda invece il tuo soggiorno qui, ti toccherà sbrigare qualche pratica burocratica per avere il permesso di accedere all'interno delle mura del villaggio. Se vuoi ti accompagno io da una delle guardie preposte. mi offrii più o meno volontariamente.

    Avevo buoni motivi per farlo.
    Se il ragazzo era veramente quello che diceva di essere gli sarebbe stato d'aiuto qualcuno che gli facesse da guida; in caso contrario, non potevo assolutamente permettere che mettesse anche un solo piede dentro Kiri.

    Quasi dimenticavo. Ryutsuki Ka... Mi interruppi ... Kaguya. mi presentai con un'aria fin troppo cordiale.

    Kazekumo...
    Avevo evitato appena in tempo di pronunciare quel nome.
    Ormai apparteneva al passato, un passato che intendevo dimenticare.



     
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  9. RiOx206
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    <<temo che all'interno del villaggio non ci siano sedi distaccate dell'Accademia, per cui dovrai quasi sicuramente recarti alla sede centrale sul Continente.>>
    Dopo aver sentito queste parole feci uno sbuffo, avevo solo perso tempo, anche se tutto sommato mi ero comunque avvicinato al continente .

    <<per quanto riguarda invece il tuo soggiorno qui, ti toccherà sbrigare qualche pratica burocratica per avere il permesso di accedere all'interno delle mura del villaggio. Se vuoi ti accompagno io da una delle guardie preposte.>>

    Dovendo andare nel continente non era poi così importante trovare una residenza subito, ma riguardo alle pratiche burocratiche, era meglio sbrigarle subito in modo da non doverci più pensare una volta tornato.

    <<sì, grazie, renderebbe tutto più facile dato che non conosco il posto.>>

    <<quasi dimenticavo. Ryutsuki Kaguya.>>

    Guardai il ragazzo con un po di sospetto, aveva esitato nel pronunciare il cognome, solitamente il proprio nome dovrebbe essere una cosa ovvia e il fatto di aver esitato aveva un qualcosa di sospetto. Comunque al momento era l'unico contatto che avevo sull'isola quindi mi presentai.

    <<il mio nome è Hirai Momochi>>
     
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    Non gli avevo dato una buona notizia.
    Quel ragazzo era appena approdato, e già gli avevo prospettato il doversi rimettere in viaggio, ma in teoria non c'era tutta questa fretta.
    A differenza delle navi che si facevano i giri per l'arcipelago, quelle dirette sul continente partivano molto più di frequente.
    Probabilmente fu anche il suo pensiero, visto che non sembrò interessato ad andare verso la Capitaneria di Porto per avere informazioni sulle prossime navi in partenza, quanto piuttosto sembrasse più propenso a sbrigare le formalità per accedere all'interno del villaggio.


    Figurati. All'inizio è un po' così per tutti, ma una volta che ti sarai ambientato, non avrai difficoltà a muoverti sull'isola. Considerai, volgendo per un breve istante lo sguardo verso la strada che conduceva alle mura del villaggio vero e proprio. Hirai Momochi, spiace se ti chiamo solo Hirai? Sono allergico a tutte quelle formalità con prefissi, suffissi, onorifici e via discorrendo. A parte quando non mi dovevo rivolgere a Shiltar sama, ma quella era un'altra faccenda. Ho supposto male, che tu voglia stabilirti qui? L'iscrizione in Accademia presuppone che la persona in questione sia uno shinobi appartenente ad uno dei quattro villaggi: Kiri, Suna, Oto e Konoha. Recitai a memoria, contando i nomi con le dita della mano destra. Non ho ricordo di un qualche “ospite straniero”, ma è molto probabile che in Amministrazione siano più al corrente di me su queste cose. Se non lo sa Fujiko san che vive nelle scartoffie burocratiche. Ti chiederai chi sia... Giusto, lei è la nostra amministratrice. Una volta che ti daranno il permesso per accedere al villaggio, posso accompagnarti da lei o da qualche burocrate che si trovi nell'edificio amministrativo per farti consegnare il coprifronte e... mi sa che sto correndo troppo. Ammisi, con un profondo sospiro.

    D'accordo. Andiamo direttamente da una delle sentinelle che pattugliano le mura. Qui mi sembrano troppo occupate a controllare gli affari marittimi. Spiegai, facendo segno di seguirmi.


    Continua alle mura
     
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  11. RiOx206
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    ho supposto male, che tu voglia stabilirti qui? L'iscrizione in Accademia presuppone che la persona in questione sia uno shinobi appartenente ad uno dei quattro villaggi: Kiri, Suna, Oto e Konoha.
    Non ho ricordo di un qualche “ospite straniero”, ma è molto probabile che in Amministrazione siano più al corrente di me su queste cose. Se non lo sa Fujiko san che vive nelle scartoffie burocratiche. Ti chiederai chi sia... Giusto, lei è la nostra amministratrice. Una volta che ti daranno il permesso per accedere al villaggio, posso accompagnarti da lei o da qualche burocrate che si trovi nell'edificio amministrativo per farti consegnare il coprifronte e... mi sa che sto correndo troppo.


    Risposi con aria piuttosto indifferente:

    Il mio paese e altri paesi situati sulle isole dell'arcipelago sono sotto la protezione di Kiri, e per quel che si sa dalle mie parti, da molti anni i ninja che provengono dalle isole del'arcipelago sono considerati come fossero di Kiri. In ogni caso non conosco molto bene come funziona la burocrazia una volta arrivati qui...

    D'accordo. Andiamo direttamente da una delle sentinelle che pattugliano le mura. Qui mi sembrano troppo occupate a controllare gli affari marittimi.

    Senza rispondere seguii il ragazzo verso le mura del villaggio.
     
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  12. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Porto di Kiri - Un figuro incappucciato~


    Lungo era stato il viaggio da Konoha al Porto di Otafuku, ed altrettanto lungo fu doversi imbarcare per percorrere il tratto di mare che separava il paese del fuoco dalle svariate isole che componevano il paese dell'acqua. Quando era partito il sole la faceva da padrone, mentre quando giunse nelle vicinanze di Kiri, il raggiante sole che lo aveva accompagnato lungo quasi tutto il viaggio, si trasmutò in una lieve nebbiolina che pareva avvolgere tutto e tutti.
    Il viaggio era calmo, l'unico fastidio era il continuo ciondolare della nave accompagnato dagli inquietanti scricchiolii delle assi della stessa. Più ci si avvicinava al villaggio, inoltrandosi nella coltre di nebbia che poco a poco si faceva sempre più fitta, il mare pareva calmarsi, mentre in lontananza il grido dei gabbiani ricominciava a farsi udire come ad Otafuku.
    Il capitano uscì dalla sua cabina andando sopracoperta verso il figuro incappucciato che osservava con sguardo vuoto la nebbia che li circondava.

    "Signore, stiamo per arrivare a Kiri.... Ancora pochi minuti ed attraccheremo... Dobbiamo solo passare la flotta di guardia"

    «Molto bene capitano, la ringrazio per il passaggio»


    Uno spento sorriso si intravide dal nero cappuccio che celava il volto di quel nero individuo avvolto nel suo mantello. Unico segno di riconoscimento che portava visibile era lo stemma degli uchiha cucito in bella vista sulla schiena.
    Come predetto dal capitano non ci volle molto ancora per raggiungere il molo ed effettuare lo sbarco. Al molo pareva non esserci nessuno ad aspettarli, ed il figuro incappucciato scese dalla barca salutando un ultima volta il capitano ed il suo equipaggio.

    «E dunque è questa Kiri? Mi aspettavo un posto più ridente... Ma in effetti c'è un motivo se lo chiamano "il villaggio della nebbia"»


    Indisturbato si muoveva tra la nebbia come un ombra, diretto con passo lento ma inesorabile verso le mura del villaggio.
    Se qualche guardia lo avesse fermato chiedendogli di indentificarsi, non avrebbe avuto problemi nel mostrare i documenti accademici ed il suo volto per il riconoscimento, ma sino a quel momento avrebbe mantenuto il volto coperto sotto il pesante mantello nero del suo clan.



    OT - Avviso per i giocatori successivi: non cercate di agganciarmi da questo post per eventuali giocate dato che ho già postato alle mura e quindi non ci sono più XD - /OT


    Edited by Asgharel - 19/4/2012, 14:29
     
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  13. Rinnen Raikawa
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    Lo Sbarco a Kiri.

    Non avevo certo programmato di passare anche a Kiri, ma il soggiorno Sunese non era durato molto e non avevo intenzione di restare un secondo di più a quelle temperature subtropicali e torride. Inoltre, a Kiri, avrei potuto rivedere Etsuko e Hirai, mi sarebbe piaciuto poterci scambiare due parole nei riguardi di cosa era successo dopo la fine del nostro corso. Inoltre amavo il freddo e quale posto migliore di una città in mezzo all'oceano a pochi passi dai continenti ghiacciati?

    Avevo trovato posto in una barca mercantile di quelle con alcune cabine per passeggeri volutamente in esubero, dormendo gran parte del viaggio e passando il resto del tempo a giocare a Backgammon con Kopì; Lui odiava andare per mare, aveva il terrore che la sua stoffa potesse corrodersi a contatto con la salsedine e col calcare dell'acqua.. ma erano tutte paure sostanzialmente infondate, a differenza del rischio di raffreddore e dolori articolari che avevo io passando da un clima umido ad uno secco ad uno freddo nel giro di pochi giorni.. i rischi del mestiere, pur di vedere altri luoghi avrei dato pure un rene. Passai l'ultima ora di navigazione appollaiata sulla polena ad osservare la nave solcare le onde di un mare calmo e tranquillo, nonostante ci fossero grosse folate di vento che mi costringevano ad alzare periodicamente il colletto del giubbotto di pelle sintetica per non prendermi un malanno.

    Kiri sembrava un bel posto da lontano, i pescatori e gli altri passeggeri ne parlavano bene e non sembravano affatto maldisposti o scocciati al dover affrontare la dogana.. a differenza di quelli Otesi che dovevano vedersela sempre con guardiani scorbutici, incompetenti o rozzi. In un certo senso avrei davvero preferito restare a Kumo al tempo e vivere come una Ninja della nuvola anziché ridurmi a vivere come una mentecatta per i sobborghi di oto diventando una teppistella.. ma infondo adoravo quella vitae non dovevo continuare a vederne solo il negativo, ma anche quei lampi di opportunità che essa offriva, dall'economia alla conoscenza di ogni cosa dello scibile umano.. avrei fatto perno su quello e ci sarei riuscita. A tornare a Kumo da ricca, ovviamente.

    [ ... ]



    Sbarcando, con Kopì a sedere sulle spalle, arrivai sono alla dogana attendendo che qualcuno si facesse vivo per mostrare i miei documenti.. - Buongiorno, mi chiamo Rinnen Raikawa, e sono in cerca di Etsuko Akumo e Hirai Momochi, sono il mio senseie d il mio compagno di corso al genin, sa dove posso trovarli? -
     
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    E Rinnen si ritrovò a mostrare i suoi preziosi documenti a un uomo scocciato del proprio lavoro, con una bottiglia di rum semisvuotata. Non stavava lui bloccare le persone, doveva solo assicurarsi che evidenti malfattori o carichi illegali non scoacciassero la vera dogana. Il che non accadeva mai e per questo si limitava a fare ciò che gli riusciva meglio dal giorno in cui aveva iniziato quell'ingrato lavoro.

    Bere.


    Sì sì ragazzina ho capito... tirò un lungo sorso che avrebbe mandato la gola in fiamme a chiunque, seguito da un rutto che era una zaffata che avrebbe preso volentieri fuoco se ci fosse stata una scintilla Vedi, segui la strada, ecco, sempre dirtto ci sono le mura, parla con quelli e fa vedere loro... singhiozzò rumorosamente.

    Quando Rinnen fu andata via qualcosa tornò in mente a quell'incompetente doganiere. Chi non doveva entrare a Kiri? Gli... otesi? I fogliosi? Non se lo ricordava, quell'informazione era stata cancellata via dall'alcol. Poco male, ci avrebbero pensato i guardiani a fare piazza pulita.
     
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    È colpa tua. Ratty

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    [Lo Straniero sulla Lucertola]

    Una cosa era certa: nessuno al Porto della Nebbia avrebbe potuto evitare di notare le visite in arrivo. La vera domanda sarebbe stata capire chi fra loro avrebbe avuto il fegato di fermarlo. Camminando sull'acqua come fosse il più solido dei prati, un rettile di dimensioni mostruose andava avanzando in una nube di vapori roventi: rosso come lava incandescente, quell'essere doveva avere una temperatura terribilmente alta, tanto che la cola vicinanza con l'acqua del mare la faceva bollire...e in tutto questo, un singolo uomo era in piedi sulla fronte del titano, apparentemente insensibile al tremendo calore.

    Si trattava di Febh Yakushi, partito dal villaggio di Oto non molto tempo prima, dopo essere stato informato da una Kunoichi del villaggio delle strane pratiche messe in atto da Kiri per quanto riguardava gli stranieri. A causa di un non precisato incidente, nessun Otese poteva entrare nella Nebbia e questa, oltre ad essere un'offesa notevole, costituiva una chiara trasgressione alle regole di alleanza dell'Accademia. Nessun otese può entrare..un CORNO! Febh fumava di rabbia, alcuni mesi prima aveva avuto una spiacevole discussione proprio alle mura di kiri, e a momenti scoppiava una guerra. Se hanno fatto questa regoletta cagata solo per via di quella volta giuro che butto giù il loro Gate!

    Non aveva impiegato molto tempo per decidere di scappare dalla burocratica e lenta ricostruzione degli uffici amministrativi. Un avviso agli impiegati, un rapido passaggio a Palazzo Yakushi, e poi era partito senza scorta nè altri rallentamenti. Con un pò di fortuna avebbe risolto tutto con Shiltar faccia a faccia. Magari con qualche sberla di mezzo.

    EHI DI KIRI! CHI VUOLE SCORTARE L'AMMINISTRATORE DI OTO DAL MIZUKAGE?? Urlò, ma era obbiettivamente troppo lontano per essere comprensibile, quindi chiese gentilmente alla sua cavalcatura. Ssalkampf? Ti seccherebbe ripetere, ho idea che non riescano a sentirmi. Farò il possibile, Brennblut, ma gradirei che la smettessi di usarmi come un semplice strumento. Oh, suvvia, non ho mica dato ordini con un frustino, no? Ricorda sempre che io sono un principe e un comandante...potevi chiamare qualcuno dei miei sottoposti per scortarti. Non sarebbe stato altrettanto scenografico! Ammise lo Yakushi con un sorrisetto furbo, acquattandosi sulla fronte del maestoso rettile.

    In tutta risposta il Principe ebbe la buona creanza di rilasciare un boato tremendo, simile a un ruggito, per poi fermarsi, in attesa che qualche Kiriano si avvicinasse per parlamentare.

    Certo, sempre che non fraintendessero la situazione, ma in fondo una enorme lucertola fumante che getta un ruggito davanti al porto mentre un ninja scarsamente visibile sta sulla sua fronte e urla come potrebbe mai essere frainteso?
     
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129 replies since 1/11/2008, 17:10   3065 views
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