La meccanica di precisioneShu Akasuna e Kensei Hito

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    2,496
    Reputation
    +225

    Status
    Offline

    La meccanica di precisione


    Post Primo



    Ormai è tardi per rinunciare all'occasione ma mi ritrovo a pensare quanto sia buffo che il Mizukage stesso abbia richiesto che il sottoscritto si infiltrasse all'interno del suo villaggio ninja, sotto henge e mentite spoglie, quando sarebbe bastato sfruttare l'alleanza accademica tra i nostri due villaggi per entrare senza grossi problemi a Kirigakure.

    Il tutto era iniziato quasi per caso, con il mio "vecchio amico" Shinichi Kurogane che, come suo solito, mi aveva invischiato in una sua faccenda senza chiedermi il permesso. Come mi aveva spiegato lui uno, tra i tanti, accordi segreti dell'ex-kazekage Hoshikuzu Chikuma prevedeva che lo stesso rifornisse, a bisogno, l'attuale Mizukage di alcuni particolari meccanismi. Il Chikuma ora era irreperibile e quindi Shinichi, amico di Hoshikuzu e suo confidente per quanto riguardava gli accordi sottobanco con poteri stranieri (si erano persino invischiati con un potente committente del suono qualche anno addietro) aveva pensato al sottoscritto come shinobi fidato, riservato ed esperto nell'arte della meccanica.

    Alla fine avevo accettato, anche se più per l'opportunità di fare un favore a tre shinobi importanti che per un vero e proprio interesse, ma non mi aspettavo che la cosa sarebbe andata in questo modo.

    Qualche giorno addietro avevo trovato una missiva nella mia dimora con una mappa del villaggio di kiri e dettagliate istruzioni su come adempiere al mio compito.

    270px-Yoshikage_Kira_Kosaku_Infobox_Manga
    Mi sarei dovuto presentare sotto mentite spoglie e dando il nome falso di "Kensuke Mikoto" ai guardiani del villaggio di Kiri. Dovevo andare disarmato e senza arnesi, tutto mi sarebbe stato fornito nel luogo d'appartenenza.
    Una volta identificatomi sarei stato condotto al quartiere Kenkichi, dove una resistenza era stata allestita come alloggio e laboratorio per il tempo necessario a completare l'incarico che Kensei Hito in persona mi avrebbe assegnato.

    Oltre a completare l'incarico mi sarebbe stato richiesto di aiutare il Mizukage a costruire, replicare e riparare meccanismi simili.
    Avrei dovuto memorizzare le istruzioni e la mappa che, trattate con un sigillo simile a quello usato per le cartebomba, presero fuoco non appena avevo terminato di leggerle.

    Nessuno avrebbe dovuto sapere di questa missione. La missiva inoltre si concludeva con una velata minaccia:

    "Non devi dalle sue istruzioni e non provi a mettere in pericolo la salute o la sicurezza dei cittadini Kiriani. Il mio sguardo si estende ovunque nella nebbia: ogni sua azione sarà sorvegliata, sempre. Che lei lo voglia o no. Svolga il suo compito e riceverà una lauta ricompensa oltre alla mia gratitudine. Non serve che le specifichi cosa succede a chi cerca di ingannarmi.

    Kensei Hito"

    Questa introduzione mi aveva dato due importanti informazioni su Kensei Hito: conosceva i suoi fuuinjutsu, ed era una persona riservata e sufficientemente paranoica.

    Entrambe le cose contribuivano a fargli guadagnare il mio rispetto.

    Apro la porta della mia dimora Kiriana dopo essermi accertato di non essere stato seguito da qualche guardiano troppo zelante o qualche curioso e mi avvicino alla sala principale della dimora dove noto una figura in armatura che mi attende.

    Per nulla spaventato o stupito mi avvicino fino a portarmi ad un paio di metri di distanza.

    Sono Kensuke Mikoto, qui come richiestomi. Attendo istruzioni.

    Sono proprio curioso di vedere come si sarebbe posto il kage di Kiri. Il suo villaggio è la completa antitesi rispetto al clima della sabbia, e non mi riferisco solo all'umidità atmosferica.



     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    ~ The Red Capes are coming!

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,612
    Reputation
    +243
    Location
    Firenze

    Status
    Anonymous

    La fine della Linea Meccanica


    Prologo


    Atto I
    Ardue decisioni




    Prima ancora che devinissi Kage, prima ancora che tale possibilità anche solo balenasse nella mia testa come riflesso della perpetrata vacanza del Jinchuuriki del Sette code sul più alto scranno di Kiri, avevo sancito una duratura e proficua alleanza economica e militare col Desert di Hoshikuzu Chikuma, il geniale Rosso di Suna nonché ninja favorito a divenire il venturo Kazekage della Sabbia. Come gli eventi delle Grotte del Silenzio e della Nuova Nebbia di Sangue ci hanno già raccontato, però, a divenire Kage a Sunakagure no Sato fu Hohenheim. Il ritiro dalla scene di Hoshikuzu che ha poi portato all'elezione del Bambino Prodigio è a tutt'oggi rimasto privo di cause: quanto accadde nei Bagni del D.E.S.E.R.T., comunque, fu un chiaro segnale delle difficoltà personali del Rosso. Ma anche questa, non è una questione da affrontare in questa sede. Dobbiamo, piuttosto, discutere, piuttosto, di cosa ne fu della Linea Meccanica tra Kiri e Suna che avevo creato con le mie stesse mani.
    Hoshikuzu, infatti, era l'unico e solo - se si esclude Meika ed Itai - a possedere i modelli delle mie protesi e dei miei apparati meccanici - che erano da considerarsi veri e proprio segreti di stato - ed era, dunque, colui che deteneva il monopolio sulle migliorie e gli enhancement che l'Inquisitore di Kiri poteva e doveva disporre. Insomma, sulle sue spalle giaceva una importante porzione di responsabilità, senza contare le possibili ripercussioni politiche che sarebbero potute nascere nel momento in cui un meccanismo fornito dalla ditta del Rosso si fosse rivelato inefficiente o, addirittura, mal funzionante. Col suo ritirarsi dalla scene, Hoshi aveva giurato che avrebbe proseguito i lavoro. Eppure, alle mie missive che chiedevano nuovi sviluppi o prototipi interessanti da visionare o di cui accettare lo sviluppo, non veniva data risposta né ne venivano inviate altre. Era calato il totale ed assoluto silenzio da parte del Sunese.
    Ma un giorno, la cosa cambiò: ricevetti una missiva sigillata con un complesso ed articolato fuuinjutsu che, lo ammetto, mi costrinse a quasi due interi giorni di studio. Quando riuscii a scioglierlo, la lettera che avevo davanti era nuovamente criptata da alcuni sigilli. Gli ideogrammi, infatti, erano sostituiti da peculiari simboli che non riuscivo a comprendere in prima battuta. Dovetti studiare un'altra giornata per riuscire a trovare la chiave di decriptazione adatta. Ma ciò che mi sbalordì maggiormente fu la semplicità del messaggio: "scusami per le mancate risposte. Tra qualche giorno arriverà un ninja a Kiri per risolvere la situazione. Ho bisogno che mi indichi dove farlo arrivare. Non sono più in grado di mantenere la parola data e questo è il meglio che possa fare."
    Osservai la lettera tra le mani alcuni istanti. Un comportamento strano, non c'era alcun dubbio. Ne avrei dovuto discorrere col Kazekage in un secondo momento. Distrussi la lettera mentre mi apprestavo a scriverne un'altra, dotandola di un fuuinjutsu basilare, del tutto simile a quello delle cartebombe, che le avrebbe appiccato fuoco, una volta aperta, dopo alcuni istanti. Dovevo occuparmi dell'accoglienza del ninja venturo come richiestomi.

    [...]


    Nel giorno prestabilito mi feci trovare nella dimora che avevo indicato, una sorvegliatissima abitazione disabitata della zona clan Kenkichi. Stavo spalle alla porta, con un piccolo pipistrello nascosto nel mantello, immobile, membro dello stormo di Kakuresata, che mi comunicava quanto i suoi fratelli vedessero all'esterno dell'abitazione. Benché il ninja si muovesse furtivamente e cercasse di non essere visto, non sapendo cosa lo stesse osservando e da dove angolazione, fu per lui quasi impossibile evitare completamente lo sguardo severo ed attento dei chirotteri nascosti nelle ombre delle grondaie e dei comignoli delle case. Fui dunque avvertito con alcuni istanti d'anticipo del suo arrivo, non risultando sorpreso quando aprì la porta. Sono Kensuke Mikoto, qui come richiestomi. Attendo istruzioni. Senza scompormi né voltandomi, risposi allo sconosciuto appena giunto. Sul tavolo alla mia destra trovi il D-Visor che Hoshi aveva costruito per il mio Elmo. È stato smontato in ogni sua singola parte meccanica. Feci una breve pausa. Ricostruiscilo.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Spiedi Potenziati × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • D-Visor dell'Elmo da Inquisitore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Tonico di Recupero Superiore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Tonico Coagulante Superiore × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Simbolo della Stella × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Gakutensoku × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1

    Note
    Combattere con Handicap Attivo.

    Assetto Gakutensoku: Nessuno.




    Parlato
    Citato
    Pipistrelli
    Yakusoku

     
    .
  3.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    2,496
    Reputation
    +225

    Status
    Offline

    La meccanica di precisione


    Post Secondo



    Sono Kensuke Mikoto, qui come richiestomi. Attendo istruzioni.

    Rimango fisso nella mia posizione. Neppure il kage si schioda. Non faccio nemmeno in tempo ad iniziare a preoccuparmi che giunge una replica, la voce distorta dall'elmo che adorna la figura di Kensei Hito.

    Sul tavolo alla mia destra trovi il D-Visor che Hoshi aveva costruito per il mio Elmo. È stato smontato in ogni sua singola parte meccanica.

    Mi avvicino al tavolo

    Ricostruiscilo.

    Controllo i componenti, disposti sul tavolo in ordine sparso. Non sapevo se il kage avesse provveduto lui stesso a smontare il meccanismo o se avesse affidato il compito a qualcun altro ma sicuramente non si trattava di un esperto. Neanch'io lo sono, per quanto riguarda questo tipo di congegni.

    Inizio quindi a muovere le diverse parti mettendole in ordine e penso che forse anche questa è una prova. Controllo i vari meccanismi e mi accorgo di come siano presenti componenti differenti rispetto ad un classico D-Visor. Lenti aggiuntive, il cui spessore e curvatura mi fa pensare ad una maggiore capacità di zoom.

    Inizio a muovermi nei dintorni di quella stanza, selezionando gli strumenti adatti per il lavoro. Li tocco, ad uno ad uno, legando ciascuno di essi a me con un filo di chakra. [Attivazione tecnica avanzata]<!-- -->Fili di Chakra
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può creare fili di chakra con cui controllare oggetti. Ogni filo consente di muovere 2 Unità di oggetti. I fili hanno velocità pari all'intuito dell'utilizzatore e bonus in furtività pari a quello delle marionette, sono sempre considerati parzialmente occultati alla vista. L'utilizzatore può muovere gli oggetti con Velocità pari all'Intuito e Forza parienergia. Ogni cambio di direzione del filo costa slot azione/tecnica, movimenti con traiettoria speculare o identica richiedono uno slot azione, tentare di toccare l'oggetto o l'avversario col filo rientra nello slot utilizzato per il movimento.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Supporto
    (Consumo: Basso per filo / Mantenimento: ½ Basso per filo)
    [Richiede Marionettisti I]
    [Da genin in su]


    Rispetto ad un comune ninja che si dedicasse all'arte della meccanica io ho due enormi vantaggi: il primo è la mia esperienza più che ventennale nella costruzione di armi e meccanismi per le marionette, certo, non tutte le conoscenze sono trasferibili, ma si tratta comunque di un enorme vantaggio rispetto ad un novizio. Il secondo vantaggio erano, appunto, le mie capacità di marionettista. Molti sfruttano i fili di chakra esclusivamente per manovrare le marionette o i cadaveri dei nemici.
    Dilettanti che non hanno capito la vera potenza della tessitura del chakra. I fili di chakra sono intangibili e sottilissimi, persino più dei capelli, e consentono di poter manovrare con elevata precisione e di operare nel mondo dell'incredibilmente piccolo.

    Una capacità ineguagliabile per qualunque meccanico.

    Mi accomodo al tavolo, escludendo quei pensieri e concentrandomi sul lavoro che mi attende. Mi accorgo che alcuni componenti sono replicati. Strano. Sembra quasi... dovrò cercare di riunire i componenti del contenitore del D-Visor per confermare la mia ipotesi.

    Alzo le mani, in modo simile ad un direttore di orchestra, e sempre sfruttando i fili di chakra, sollevo i componenti che donano solidità al D-Visor. Riunisco, senza assemblarlo, il congegno. Oltre ai meccanismi per integrarlo all'interno di una maschera (o elmo, come l'inquisitore stesso aveva suggerito) il D-Visor contiene degli alloggiamenti aggiuntivi per altre lenti. Ne manca ancora una o, forse, non era ancora stata ideata.

    Riunisco completamente il congegno, accorpando i diversi anelli alle lenti ed incastrandoli al meccanismo che gli consente di roteare. L'interruttore manca ma presumo si trovi all'interno dell'elmo. Il cacciavite scatta dal muro e, senza che io lo tocchi, si avvicina al meccanismo delle lenti ed avvita i vari supporti prima di tornare al suo posto.

    Il tutto avviene con dei semplici movimenti delle mie dita, senza che io tocchi direttamente gli oggetti. A questo punto lascio quel meccanismo sul tavolo e mi concentro sulla seconda parte del D-Visor: il meccanismo che gli consente di scattare e registrare foto.

    Mancava la pellicola, o suo sostituto. [Nota: non so come di preciso si sia deciso il funzionamento on-gdr]

    Assemblo la minuscola macchina fotografica, senza l'obiettivo. Controllo il meccanismo che consente di calcolare le distanze e la passione per il kage di kiri per l'oscurità mi aiuta a confermare il funzionamento della lente per la visione notturna. Faccio scattare un paio di volte la macchina, giusto per accertarmi che la componente meccanica funzioni. I fili di chakra funzionano meglio delle viti per mantenere assieme il congegno, ma era ora di terminare l'assemblaggio. Prendo due cacciaviti diversi e termino l'assemblaggio di questa parte per infine concentrarmi sull'obiettivo. La lente esterna dello stesso è stata sostituita dal meccanismo a lenti multiple che avevo già assemblato e che inserisco all'interno dell'obiettivo prima di assemblarlo e di riunirlo alla macchina fotografica.

    Il D-Visor con le lenti aggiuntive è completo, manca solo l'integrazione all'interno dell'elmo. L'elmo, chiaramente, manca ma parte dei meccanismi sono presenti sul tavolo. Non sono particolarmente difficili da assemblare, una lente esterna per proteggere il D-Visor ed una specie di scatola rotonda per consentirne l'integrazione con la struttura più grande dell'elmo. Riunisco i fili che consentono, premendo un pulsante nell'elmo di sostituire le lenti e scattare le foto. [Nota: presumo il funzionamento del D-Visor nel modo che mi sembra più coerente e logico per il gdr]

    Per la prima volta prendo il mano quel complesso consegno meccanico. Non sarei stato in grado di costruirne uno simile al momento ma una volta compreso il funzionamento di base l'assemblaggio era piuttosto semplice. Ammetto che sia la mia conoscenza della meccanica che, soprattutto, la mia tecnica segreta mi avevano enormemente aiutato in questa impresa.

    Un'idea utile che, quando ne avessi avuto il tempo, avrei sicuramente implementato. Come marionettista comprendevo l'utilità di un simile congegno che mi avrebbe potuto aiutare a controllare il mio esercito da grandi distanze.

    Faccio gli ultimi controlli accertandomi che il congegno funzioni a dovere prima di riappoggiarlo sul tavolo ed allontanarmi.

    Ho concluso.

    Il Kage di Kiri non mi sembra una persona che ama i giri di parole e preferisco rimanere in silenzio, attendendo eventuali istruzioni.

    [Nota: ovviamente mi sono basato sul congegno che hai in scheda per la descrizione del D-Visor e del suo funzionamento]


     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    ~ The Red Capes are coming!

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,612
    Reputation
    +243
    Location
    Firenze

    Status
    Anonymous

    La fine della Linea Meccanica


    Capitlo Primo


    Atto II
    Test adattivi




    Mi meravigliai della schiettezza e riservatezza dell'uomo che entrò nella stanza. Se c'era qualcosa che mi aspettavo da un messo del Rosso, anche se quest'ultimo pareva cambiato molto negli ultimi tempi, era qualcuno estremamente eccentrico, proprio come era capitato con lui e la donna che mi aiutò e indirizzò nell'apprendimento della costruzione di protesi e potenziamenti da guerra. Invece il ninja che mi trovai davanti, o meglio, dietro, dal momento che inizialmente neanche mi voltai ad osservarlo, non si perse in futili chiacchiere e fece esattamente quanto gli richiesi.
    Quando lo sentii muovere e solo in quel momento, mi girai, cosicché potessi osservare come lavorava. Per la seconda volta mi trovai davanti qualcuno che non apprezzava la calma, la quiete e la poesia che un lavoro manuale e di fino trasmetteva: ancora una volta mi trovai davanti qualcuno che, colta l'occasione, utilizzò il chakra per semplificarsi la vita e far decadere nella banalità una cosa tanto preziosa quanto la cura dell'arte. Un lieve grugnito, infatti, fuoriuscì dalla mia bocca quando vidi che l'uomo, dopo aver toccato gli oggetti che gli servivano, li richiamava a sé senza voltarsi, quasi come se fossero, in qualche modo, a lui collegati. Avevo conosciuto ninja che non necessitavano di toccare oggetti, che semplicemente potevano estendere la loro manifestazione del chakra per afferrare e manovrare da lontano tutto ciò che li circondava in un discreto raggio: Febh Yakushi era uno di quelli: grazie infatti al suo perfetto e quasi assoluto controllo sul chakra poteva interagire con gli oggetti a distanza e perfino afferrare e stritolare ignare vittime grazie al suo chakra adesivo. Ritenevo quello un potere molto particolare e sarei stato molto interessato ad apprenderlo o, per lo meno, a svilupparne una mia versione personale. Mi stavo, infatti, da lungo tempo dilettando all'estensione del controllo del chakra dal mio corpo alle spade che impugnavo ed ero riuscito ad ottenere un ottimo risultato col chakra distruttivo. C'era da comprendere, adesso, come continuare a sviluppare tali poteri, se potevo implementare i miei stili di spada, per esempio anche attraverso il controllo del chakra adesivo e repulsivo. Avevo alcune idee a riguardo ma l'allenamento necessario a metterle in atto era duro, lungo e decisamente tortuoso. Ma sto forse divagando.
    Vidi come teneva il d-visor a mezzaria, come ruotava l'oggetto davanti ai suoi occhi mentre le mani erano impegnate a fare altro: notai comunque, come si muovevano anche quando non stavano direttamente interagendo con l'oggetto ma anzi, si muovevano perfino quando era uno degli oggetti da lui controllati a distanza a muoversi. Non mi fu difficile immaginare, quindi, che tali oggetti fossero collegati alle sue mani e che riuscisse a muoverli attraverso il minimo movimento delle dita. Questo, però, mi faceva comprendere che potesse muovere contemporaneamente soltanto un numero limitato di oggetti - che comunque sarebbe potuto, indicativamente, ammontare ad un numero pari o di poco superiore al numero totale delle dita delle sue mani. Non certo, quindi, cosa da poco.
    In ogni caso, l'uomo effettuò vari tentativi prima di sigillare definitivamente il dispositivo, cercando di capire se fosse stato ben assemblato ed ogni sua funzione fosse stata dunque correttamente ripristinata. Apprezzai quel tipo di precisione e pedanteria nelle sue intenzioni e mi ritrovai, quasi senza accorgermene, ad annuire senza volerlo.
    Mi era complesso comprendere ogni singolo passaggio che stesse mettendo in atto, anche perché non potevo replicare i movimenti delle sue mani, dal momento che quasi non le utilizzava, ma le mie doti di attento osservatore e instancabile studioso mi permisero di costruirmi alcune inferenze teoriche sui passaggi necessari alla cura di alcuni meccanismi che però avrei, prima o poi, dovuto testare pragmaticamente per accertarmi della loro correttezza.
    Quando, infine, l'ultima vite fu inserita ed il D-Visor fu riassemblato, Kensuke Mikoto parlò: Ho concluso. Disse, conciso. Io mi avvicinai al banco, tenendo gli occhi puntati sul ragazzo prima ancora che sulla sua opera. Lo squadrai, cercando di instillare il terrore che tutti, al mio cospetto, erano destinati a ricevere. Presi il visore in mano e, solo a quel punto, staccai gli occhi dal giovane. Tastai con mano i meccanismi ricostruiti, il dispositivo per zoommare, quello per far foto e, infine, il meccanismo di scambio istantaneo delle lenti. Funzionava tutto come doveva. Bene. Dissi, mentre mostravo l'indice della protesi metallica sinistra al mio interlocutore. Penso tu ti sia accorto che questo è un modello mancante di talune parti e aventi meccanismi ed ingranaggi ben diverso da quello che è attualmente montato nel mio volto. La maschera era letteralmente il mio volto. Quella era la via. Come Hoshikuzu ti avrà informato, i miei prototopi sono ancora protetti dai segreti di stato, dunque questa non poteva che essere una replica fittizia dei miei personali meccanismi. L'indice iniziò ad emettere alcune piccole saette, non più grandi, forse, di un centimetro. D'un tratto, tali saette iniziarono a vorticare su se stesse, quasi come un piccolo tornado carico d'elettricità. Ma nonostante questo non vogliamo che nessuno possa mettere le mani neanche su copie evidentemente pensate per non funzionare. Commentai, mentre l'indice meccanico, a quel punto, andava a toccare il D-Visor, scaricando i suoi fulmini circolari su di esso. Il Visore, dopo aver iniziato intermittentemente a scattare foto ed a cambiare lenti con fare apparentemente casuale, prese a tremare tutto nella sua natura metallica e, lentamente, si smontò pezzo per pezzo, con le viti di cui era composto, i tasselli, le molle ed ogni piccolo ingranaggio e meccanismo che saltavano fuori, come se stessero venendo svitate tutte all'unisono. A quel punto, osservandolo meglio, il ninja di Suna si sarebbe accorto che il visore era stato smontato in parti ancora più piccole rispetto a quelle che inizialmente gli erano state poste. In sostanza, si sarebbe reso conto che erano stati scelti alcuni strati precauzionali di complessità per evitare che l'uomo potesse replicare, almeno inizialmente, quell'utile ed esclusivo marchingegno. [Note]Per questa scenetta ho "esteso" liberamente le capacità dell'Arte della Rotazione, con l'intenzione, prima o poi, di iniziare a farci cose un po' più fighe, come Kensei chiede allo stesso Febh al Robatayaki Bistrot, una giocata al momento aperta contemporaneamente - ma antecedente - a questa.
    Un buon Geniere, comunque, non sa semplicemente armeggiare di fino con i suoi strumenti. Avrei detto a quel punto, mentre posavo nuovamente sul tavolo i resti del visore decomposto. Ma sa anche immaginarsi gli oggetti che andrà a creare prima ancora di avere gli strumenti per farli. Mi mossi verso un altro tavolo, dall'altro lato della stanza. Su tale tavolo vi erano squadre, righelli, compassi e matite d'ogni tipo, insieme ad un buon numero di fogli ed alcune grandi luci, utili per avere la miglior visibilità possibile mentre si disegnava. Era, a tutti gli effetti, un banco di progettazione. Allargando il braccio destro, invitai l'uomo a sedersi. Dunque dia sfogo alla sua fantasia. Pensi a dei meccanismi che potrebbero essere utili per un essere più macchina che uomo. Li progetti, li disegni e poi, in un secondo momento, sarà suo dovere crearne almeno un paio. Dissi, invitandolo a prendere posto a sedere. [Note]Anticipo del terzo post della giocata ed anche ultimo in senso stretto per l'artigianato. Finito il tuo pg, ovviamente toccherà al mio. lol E, mi raccomando, sia fantasioso. Chiunque sarebbe bravo nel progettare uno spara dardi nascosto in una protesi.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Spiedi Potenziati × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • D-Visor dell'Elmo da Inquisitore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Tonico di Recupero Superiore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Tonico Coagulante Superiore × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Simbolo della Stella × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Gakutensoku × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1

    Note
    Combattere con Handicap Attivo.

    Assetto Gakutensoku: Nessuno.




    Parlato
    Citato
    Pipistrelli
    Yakusoku

     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    2,496
    Reputation
    +225

    Status
    Offline

    La meccanica di precisione


    Post Terzo




    Ho concluso.

    Cerco di non mostrare la tensione ma penso che un kage avrebbe potuto capire che mi sentivo come una corda di violino.
    Sono sicuro del mio lavoro e del suo risultato, resta solo da capire se è ciò che Kensei Hito si aspetta da me.
    La maschera si rivolge verso di me, ma non potendo scorgere gli occhi del kage non riesco a capire se e cosa stia osservando di preciso.
    Afferra il congegno ed inizia a toccare e a testare la mia creazione. Lascio sfuggire un sospiro.

    Bene

    Essenziale come mi era stato descritto. Mi soffermo sull'indice della sua mano sinistra.

    Penso tu ti sia accorto che questo è un modello mancante di talune parti e aventi meccanismi ed ingranaggi ben diverso da quello che è attualmente montato nel mio volto.

    Non avendo avuto modo di studiare il congegno montato sulla maschera non posso saperlo, ma non mi sfugge il riferimento al suo "volto". Penso ai miei lontani cugini della famiglia Ashura, ispirati dall'opera di Sasori.

    I fulmini che iniziano a scaricarsi dalle dita del mizukage richiamano la mia attenzione. Li vedo vorticare su se stessi per poi penetrare all'interno del D-Visor al tocco di Kensei. Lo strumento inizia a funzionare a tratti, chiaramente influenzato dalla raiton, per poi smantellarsi completamente. Mi ricorda quando anch'io, anni addietro, dotavo le mie creazioni di un sigillo di autodistruzione.

    Un buon Geniere, comunque, non sa semplicemente armeggiare di fino con i suoi strumenti.

    Dovevo aver superato quella sua prova. Adesso il mizukage riconosce la mia abilità. Devo solo dimostrare di essere all'altezza.
    Lo seguo e noto nell'oscurità quello che sembra un tavolo per disegnare progetti. Ci metto un attimo a riconoscerlo, giusto il tempo per i miei occhi di abituarsi all'oscurità.

    Pensi a dei meccanismi che potrebbero essere utili per un essere più macchina che uomo.

    Sorrido. E' una cosa che faccio praticamente da sempre.

    E, mi raccomando, sia fantasioso. Chiunque sarebbe bravo nel progettare uno spara dardi nascosto in una protesi.

    Faccio una smorfia a sentire una cosa tanto banale. Per un momento mi sento offeso fin nelle corde più profonde del mio animo. Non replico al mizukage solo perché sono Kensuke Mikoto e non Shu Akasuna.

    Accendo le luci e mi metto al lavoro prendendo le matite e le squadre. Inizio quindi a pensare ad una sorta di protesi, qualcosa di diverso ed innovativo. Non particolarmente originale forse, ma sicuramente una vera e propria sfida come progettazione e realizzazione.

    Non avrei usato fili di chakra o altre particolarità da marionettista, è il momento di far lavorare il cervello.

    ***



    Mizukage-sama, ho terminato.

    Gli mostro il mio progetto. Si tratta si di una protesi ma apparentemente senza alcuno dei meccanismi che la fanno articolare normalmente.

    Questo tipo speciale di protesi, o arto, è completamente cavo al suo interno consentendo di ospitare diversi meccanismi a scelta del creatore. E' composta interamente da fili di metallo mantenuti in sede da diversi anelli di metallo magnetizzati per conferire al braccio una certa solidità e flessibilità, oltre che una incredibile resistenza agli urti.

    Sorrido

    Va da se che un simile meccanismo non può essere manovrato come una normale protesi ma richiede un completo riaddestramento della propria mente e dei propri impulsi motori e nervosi, rendendone complesso l'apprendimento.

    Apro la mano destra, porgendo il palmo al mizukage

    Ma sono sicuro che per voi questo non sarà un grosso problema. Un grosso vantaggio di questa tipologia di protesi è che non funziona con le regole classiche dell'anatomia umana. Ciò consente un range di movimenti pressoché infinito. O meglio, il range dipende principalmente da come si decide di articolare la spalla e dalla necessità di una mano funzionante. Al momento infatti non mi è possibile ancora progettare una mano composta di fili, perlomeno se vogliamo mantenere una funzionalità pari a quella di una mano normale per l'esecuzione di sigilli e la manipolazione fine di oggetti. Ma già la mancanza del gomito consente di poter eseguire movimenti impossibili ad un essere umano.

    Avrei quindi aperto un altro foglio

    Una simpatica aggiunta è questo meccanismo, un'anima al braccio composta da una catena, che consente di mantenere in asse la protesi della mano per mantenerne l'utilizzo anche se la struttura esterna della protesi dovesse essere danneggiata. Sostituendo dei perni rigidi con la struttura della catena è possibile "scegliere" dove si trovi il gomito ogni volta o, con un po' più di flessibilità, avere svariati gomiti. Modificare completamente la propria struttura articolatoria ha incredibili vantaggi, come è facile immaginare. Questo inoltre può consentire di sfruttare i fili di metallo anche in modo offensivo. A parte questo non credo di dover essere io a spiegarle come tali modifiche all'arto superiore possano essere utili per uno spadaccino.

    Infine, il terzo foglio

    Questo è un meccanismo un po' datato, ma sempre utile. L'anima a catena viene sostituita con un fuuma shuriken che può essere fatto roteare ad alte velocità. Chiaramente è possibile scegliere dove situare il "centro" del fuuma shuriken, consiglio vicino al polso se ci tiene a non tranciarsi il torso in due. Non molto sottile od elegante, forse, ma difficilmente un nemico diviso a metà da una sega roteante ha il diritto, o la possibilità, di lamentarsi.

    Avrei lasciato al Mizukage la possibilità di controllare quei fogli. Non sarebbe stato un problema per me replicare tali idee per le mie marionette, anzi quella dello shuriken era una cosa che avevo utilizzato anni prima nel mio primo (o secondo?) modello di "spaventapasseri".



     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    ~ The Red Capes are coming!

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,612
    Reputation
    +243
    Location
    Firenze

    Status
    Anonymous

    La fine della Linea Meccanica


    Capitlo Primo


    Atto III
    L'efficacia delle Idee




    Ancora trovavo assurdamente stridente il contrasto tra l'uomo cui avevo commissionato le mie opere di "aumento" e l'uomo che quest'ultimo mi aveva inviato. Il Rosso di Suna era una trottola d'energia ed irriverenza, saltuarimente stupido ma mai banale: era un uomo dalle infinite risorse ma dall'ego e la mentalità di un infante. Sempre meglio di un infante con l'Ego di una Montagna, sia ben chiaro ma questo è un altro discorso. Tale Kensuke Mikoto, invece, appariva quasi come un automa caricato a molla, capace di eseguire, ad ogni torsione del suo meccanismo posto al centro delle scapole, ogni operazione gli venisse imposta. Non era certamente acritico ma appariva indubbiamente asettico: neanche quando smontai attraverso il controllo del chakra ed i raiton la sua creazione vidi una qualche forma di evidente sorpresa o stupore. L'uomo osservava, impassibile e comandabile.
    Avrei pagato per riuscire a formare un ninja con quelle caratteristiche a Kiri: l'operazione più simile a quel risultato che avevo ottenuto era Youshi - non a caso era il ninja di cui andavo più fiero, nonostante tutto. Ma cosa lo spingeva ad agire in quel modo? Gli ordini di Hoshizuku, la riverenza verso la figura del Kage, il sentimento d'ospitalità o ... la paura? Avrei avuto modo di testare ancora la sua inflessibilità quel giorno, ma era arrivato per lui il momento di affrontare l'ultimo grande test: quello di progettazione.
    Mostratogli il banco da lavoro, messigli a disposizione tutti gli strumenti ed i fogli di cui aveva bisogno, dopo le mie parole ed il mio voltarmi l'uomo ancora tacque in un robotico mutismo, mettendosi immediatamente sul da farsi.
    Il silenzio veniva spezzato soltanto dal rumore del carbone della matita che strusciava sul foglio e dalle squadre e dai compassi che facevano risuonare col loro corpo metallico la fredda lega del banco da lavoro.
    Mentre Kensuke lavorava, io ebbi modo di fare un paragone indubbiamente azzardato, ripensando a come lo avevo visto lavorare in precedenza: proprio come avevo visto fare al più pericoloso Yakushi che la storia ricordi, il ninja di Suna non toccava gli oggetti con cui interagiva, facendoli vorticare intorno a sé in una danza geniale. Avevo denigrato una volta quel comportamento con Febh e poi una seconda pochi minuti prima proprio col sunese ... ma c'era modo di renderlo in qualche modo meno grezzo, poetico, semplicistico? Era possibile esaltare il processo artistico dell'opera manuale attraverso l'utilizzo del chakra senza banalizzare l'arte stessa? La tecné, come la chiamavano alcuni uomini che vivevano su una grossa penisola a forma di mano verso occidente molti secoli orsono, è figlia dell'uomo nel senso più intimo del termine e forse è poco figurato nella sua natura di metafora: è un prodotto che nasce dalla fatica, dal sudore, dallo sforzo dei lombi e non può essere veicolato da due gesti rapidi e fugaci della mano. Perde il suo carattere poetico, perde la sua pesantezza ontologica, perde la sua caratura di frutto delle infinite capacità dell'uomo. Dunque, è possibile unire le due cose? Ma mentre carezzavo un concetto, un'idea, un'illuminazione iniziando a far fluire il chakra tutt'intorno a me e percependo anche il movimento roteante di qualche scheggia o frammento caduto durante i lavori in precedenza sul pavimento, una voce spezzò la mia profonda concentrazione artistica. Mizukage-sama, ho terminato. Un lieve fruscio, come una foglia che danza portata dal vento sulle mattonelle del porticato di casa e poi nuovamente silenzio.
    L'uomo si gira, invitandomi ad avvicinarmi. Questo tipo speciale di protesi, o arto, è completamente cavo al suo interno consentendo di ospitare diversi meccanismi a scelta del creatore. E' composta interamente da fili di metallo mantenuti in sede da diversi anelli di metallo magnetizzati per conferire al braccio una certa solidità e flessibilità, oltre che una incredibile resistenza agli urti. Ma sono sicuro che per voi questo non sarà un grosso problema. Un grosso vantaggio di questa tipologia di protesi è che non funziona con le regole classiche dell'anatomia umana. Ciò consente un range di movimenti pressoché infinito. O meglio, il range dipende principalmente da come si decide di articolare la spalla e dalla necessità di una mano funzionante. Al momento infatti non mi è possibile ancora progettare una mano composta di fili, perlomeno se vogliamo mantenere una funzionalità pari a quella di una mano normale per l'esecuzione di sigilli e la manipolazione fine di oggetti. Ma già la mancanza del gomito consente di poter eseguire movimenti impossibili ad un essere umano. Guardando le pagine notai numerose incongruenze e fattuali impossibilità. La voce uscì grave e fredda da dietro l'Elmo: Questo progetto di protesi è completamente sbagliato e irrealizzabile. Bacchettai il sunese. Ed il tuo compito era progettare un meccanismo, non altro. Alzai il braccio sinistro con fare minaccioso: volevo che pensasse che stessi per colpirlo. Le tue idee, non sono affatto originali, in ogni caso, oltre che essere attivamente irreplicabili. Ci sono modi migliori, sia dal punto di vista anatomico che da quello delle risorse, e più efficaci per ottenere lo stesso risultato. Il bracci a quel punto si piegò di novanta gradi in tutte e quattro le direzioni, per poi ruotare sul suo asse come una piccola centrifuga, quasi fosse un trapano; poi s'arrestò. Vidi che all'interno di quell'improbabile protesi, però, c'era qualcosa di interessante e di sua competenza. [Note]Le protesi ricadono nella competenza artigianato [Potenziamenti], quindi non riesci a progettare una protesi con le proprietà che descrivi nei primi due narrati perché, grazie al potere del metagame conferitomi sbirciandoti la scheda, non hai la competenza adatta. Kensei sì, quindi riesce a capire i problemi strutturali del progetto di un principiante e ti redarguisce. Questi però, sono più interessanti. Dissi, per poi correggermi. O per lo meno, ben progettati. Il dito indicò ciò che era stato prima schizzato dentro il braccio, poi descritto più in dettaglio in una pagina successiva. Una simpatica aggiunta è questo meccanismo, un'anima al braccio composta da una catena, che consente di mantenere in asse la protesi della mano per mantenerne l'utilizzo anche se la struttura esterna della protesi dovesse essere danneggiata. Sostituendo dei perni rigidi con la struttura della catena è possibile "scegliere" dove si trovi il gomito ogni volta o, con un po' più di flessibilità, avere svariati gomiti. Modificare completamente la propria struttura articolatoria ha incredibili vantaggi, come è facile immaginare. Questo inoltre può consentire di sfruttare i fili di metallo anche in modo offensivo. A parte questo non credo di dover essere io a spiegarle come tali modifiche all'arto superiore possano essere utili per uno spadaccino Osservai in silenzio in disegno, capendo il sistema nella sua idea fondamentale. Il problema di quell'oggetto era che mancava di un dispositivo o di una sovrastruttura per disperdere la potenza disarmante di un urto: non serve a niente conservare l'anima di una protesi se questa non viene ben protetta dal momento che un ninja capace potrebbe benissimo tagliare protesi e meccanismo in un solo colpo. È dunque necessario un particolare sistema di compressioni idrauliche che magari renda l'arto anche un po' più fragile del normale ma che riesca ad attutire completamente col proprio sacrificio l'anima funzionale interna. Questo è ... un punto di partenza. Dissi, senza volermi esporre eccessivamente, rimarcando il peso che gli errori precedenti avevano sul mio giudizio, sopratutto. Indicai infine l'ultimo disegno che sembrava, a tutti gli effetti, un fuuma shuriken ripiegato su se stesso all'interno di una protesi, con il pomello dello stesso collocato attraverso un meccanismo al polso del possessore dell'arto artificiale. Questo è un meccanismo un po' datato, ma sempre utile. L'anima a catena viene sostituita con un fuuma shuriken che può essere fatto roteare ad alte velocità. Chiaramente è possibile scegliere dove situare il "centro" del fuuma shuriken, consiglio vicino al polso se ci tiene a non tranciarsi il torso in due. Non molto sottile od elegante, forse, ma difficilmente un nemico diviso a metà da una sega roteante ha il diritto, o la possibilità, di lamentarsi. Osservai nuovamente in silenzio alcuni istanti, immaginandomi come avrei applicato io ad una protesi un oggetto di quel tipo. Perché sia rotante, il meccanismo dovrebbe prevedere l'apertura della protesi: questa potrebbe essere più o meno estrema, oppure consistere in due semplici fessure che si sollevano sul braccio grandi tanto quanto basta per far passare la lama e farla poi rientrare in posizione. Il problema principale, però, credo sia fargli compiere un circolo completo senza minare le potenzialità della mano. Andai ad indicare il polso. Perché sia realmente efficiente, l'anello del fuuma shuriken dovrebbe essere posizionato orizzontalmente, poco sotto il nuovo pollice metallico cosicché sia possibile forzare l'articolazione artificiale del polso e la lama possa fuoriuscire libera. Parlo di efficienza perché la posizione del fuuma shuriken sarebbe strategica ma poco funzionale: strategica perché la posizione del braccio sarebbe la più naturale possibile e dunque il movimento di attivazione del meccanismo potrebbe risultare quasi irriconoscibile rispetto ad un ordinario movimento del corpo; poco funzionale perché, se non si impugnano oggetti, è necessario un polso completamente privato dei normali vincoli articolari, e quindi di un nuovo meccanismo o di una protesi speciale. La soluzione che media queste due problematiche è porre l'anello del fuuma shuriken sempre nel gomito ma nello stesso piano del palmo della mano. Basterà portare in su il polso per far sì che l'arma scatti senza problemi e senza alcun ostacolo a frapporsi ad essa ma il movimento col quale l'arto dovrebbe mettersi in posizione per far scattare la lama sarebbe molto poco naturale e quindi prevedibile. Annuii. Anche questo, comunque, è un progetto interessante. Adesso, però, arriva la parte difficile. Conclusi, passando poi a fissarlo con occhi gelidi per poi fare un lieve cenno della testa verso destra, come a volergli suggerire di levarsi dalla postazione. Insegnami. E, così dicendo, presi gli oggetti di precisione presenti sul bancone e, contemporaneamente, irrorai il chakra tutt'intorno a me, attraendo attraverso il chakra adesivo indistintamente matite, contenitori e fogli di carta verso i miei arti. Uhm. emisi un flebile suono di disappunto, prima di iniziare ad irrorare chakra repulsivo per allontanare gli oggetti che avevo attratto. Piano piano iniziai a regolarlo, facendo sì che le cose che avevo attratto inutilmente, come fogli e contenitori, fosseri respinti al loro posto. Inoltre, mi concentrai affinché la repulsione del chakra provenisse anche dal basso, facendo levitare davanti a me vari oggetti. Nell'altro angolo della stanza, in alto, c'è un cassetto. All'interno vi sono alcuni meccanismi accademici ben conosciuti. Devo capire come poterlo smontare e rimontare nel minor tempo possibile. [Note]Ho deciso che proverò a combinare chakra adesivo e repulsivo in questa giocata, come anticipato nel post precedente, quindi batterò questa strada anche nei post successivi.



    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Spiedi Potenziati × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • D-Visor dell'Elmo da Inquisitore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Tonico di Recupero Superiore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Tonico Coagulante Superiore × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Simbolo della Stella × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Gakutensoku × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1

    Note
    Combattere con Handicap Attivo.

    Assetto Gakutensoku: Nessuno.




    Parlato
    Citato
    Pipistrelli
    Yakusoku

     
    .
  7.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    2,496
    Reputation
    +225

    Status
    Offline

    La meccanica di precisione


    Post Quarto




    Questo progetto di protesi è completamente sbagliato e irrealizzabile.

    Così il Mizukage commenta il mio primo progetto. Stringo leggermente gli occhi. Non capisco cosa intenda.

    Ed il tuo compito era progettare un meccanismo, non altro.

    Solleva il braccio sinistro ma rimango fermo. So benissimo che si tratta di una sceneggiata, nella quale cadrebbe soltanto un neo genin.

    Le tue idee, non sono affatto originali, in ogni caso, oltre che essere attivamente irreplicabili. Ci sono modi migliori, sia dal punto di vista anatomico che da quello delle risorse, e più efficaci per ottenere lo stesso risultato.

    Il Mizukage ruota il braccio protesico in tutte le direzioni, per poi farlo ruotare mostrando la competenza che si cela dietro le sue parole. E capisco quale sia stato il mio errore di base.

    Ho ragionato come un marionettista. Ho pensato a quelli che potessero essere i limiti della mia arte, invece che alle necessità del Mizukage.

    Mi mordo l'indice della destra. Un grave errore, di cui devo fare tesoro.

    Questi però, sono più interessanti il dito indica il progetto del braccio a catena O per lo meno, ben progettati.

    Spiego al Mizukage il funzionamento del braccio a catena. Resta in silenzio. Non riesco ad identificare il suo linguaggio del corpo, e la cosa mi rende nervoso.

    Questo è ... un punto di partenza.

    Bene. Soffio un po' d'aria, ed abbasso le spalle prima di proseguire con l'ultima spiegazione. Il Mizukage ascolta con attenzione. Rifletto sulla costruzione di quell'ultimo meccanismo e capisco che, per quanto possa essere perfetto per una marionetta, ci potrebbero essere alcuni limiti per una protesi umana. Ad esempio riguardo l'ubicazione del perno rotante sul polso.

    Perché sia rotante, il meccanismo dovrebbe prevedere l'apertura della protesi: questa potrebbe essere più o meno estrema, oppure consistere in due semplici fessure che si sollevano sul braccio grandi tanto quanto basta per far passare la lama e farla poi rientrare in posizione. Il problema principale, però, credo sia fargli compiere un circolo completo senza minare le potenzialità della mano.

    Infatti. Il Mizukage è giunto alla mia stessa conclusione.

    Anche questo, comunque, è un progetto interessante. Adesso, però, arriva la parte difficile.

    Inarco il sopracciglio sinistro. Il Mizukage mi fa cenno di alzarmi con la testa. Insegnami

    Mi irrigidisco un attimo. Sono anni che non insegno ad uno shinobi, figurarsi ad un kage. Storco la bocca, non sono per niente sicuro delle mie capacità.

    Il Mizukage appoggia le mani sul tavolo. Che vorrà fare?

    Gli oggetti vengono attirati verso i suoi arti, una chiara applicazione del chakra adesivo. Più avanzata di quello che sono in grado di fare io, anche se... l'idea di sfruttare il chakra adesivo in combinazione con i miei fili di chakra mi intriga.

    Non credo di poterle insegnare il chakra adesivo, Mizukage-sama.

    Mantengo il tono completamente neutro, pur sdrammatizzando la situazione.

    Il Mizukage inizia ad invertire il flusso di chakra, andando a respingere gli oggetti.

    Si, queste cose sono decisamente interessanti. Potrei farmi insegnare queste tecniche ed applicarle ai miei fili di chakra, un giorno. Sempre se riuscirò a non rovinare completamente il mio rapporto con il kage di Kiri.

    Nell'altro angolo della stanza, in alto, c'è un cassetto. All'interno vi sono alcuni meccanismi accademici ben conosciuti. Devo capire come poterlo smontare e rimontare nel minor tempo possibile.

    ***



    Passo tra una matita ed un rotolo di carta che ruotano per aria attorno al Mizukage. Direi che posso considerarmi soddisfatto per aver ispirato un Kage a divenire il centro di un tornado di cancelleria.

    Appoggio una BalestraBalestra Leggera [Meccanismo]
    Si tratta di un'arma a due mani in grado di scagliare a grandi distanze proiettili appositi: la gittata a tiro diretto è pari a 21 metri. I proiettili ignorano protezioni di durezza inferiori a 3 se percorsi almeno 9 metri. La Potenza dei proiettili (senza potenziamenti) è raddoppiata; è possibile scagliare un singolo proiettile.
    Tipo: Supporto - Supporto
    Dimensione: Mediopiccola
    (Potenza: 1 | Durezza: 2 | Crediti: 50)
    [Da genin in su]
    sul tavolo.

    Come saprà è difficile imparare immediatamente come effettuare un'operazione di questo tipo. La pratica continua è fondamentale, così come la conoscenza.

    Afferro dall'aria una brugola ed inizio a svitare la balestra. Separo l'arco dal fusto e proseguo a smontare quest'ultimo. Non commento le mie azioni, sicuro che l'attenzione del Mizukage sia fissa sui miei movimenti.

    Ora deve rimontare la balestra. E poi smontarla. Ma prima deve spiegarmi il funzionamento in battaglia di un equipaggiamento a sua scelta. Balestra esclusa, ovviamente.

    La mia strategia di insegnamento è semplice e chiara, e sono sicuro che il Mizukage apprezzerà.




    OT post semplice, tanto per riprendere. Vedi tu quanto vuoi andare in profondità con la costruzione della balestra, io mi sono tenuto apposta sul generico. /OT
     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar

    ~ The Red Capes are coming!

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,612
    Reputation
    +243
    Location
    Firenze

    Status
    Anonymous

    La fine della Linea Meccanica


    Capitlo Primo


    Atto IV
    Fare e Disfare




    C'era più di un motivo dietro la scelta della maschera ed della pesante armatura come volto e corpo nuovo del ninja archetipico ed immutabile per Kiri: c'era la paura, che una figura così imponente e dura potevano scaturire negli interlocutori e negli avversari; c'era la simbologia che l'arsenale bellico si portava con sé; c'era la depersonificazione che l'assenza di parti scoperte e vive portava alla mia figura, rendendo i miei comportamenti, le mie espressioni, le mie emozioni difficilmente prevedibili. Finanche il tono di voce modificato dal meccanismo situato nell'elmo era estremamente difficile da interpretare per un ninja privo di particolari conoscenze in ambito acustico.
    Il Sunese non era da meno: la sua reazione alle mie risposte faceva evidentemente trasparire timore e incertezza nelle sue azioni. Non riusciva a decifrare se le mie considerazioni fossero gravi o soltanto violente prese di nota. Il suo corpo parlava per lui in questo senso: i lunghi respiri che prendeva ogni volta che mi sottoponeva qualcosa al vaglio, le spalle che convergevano verso il collo ogni volta che prendevo parola; c'era del timore misto a reverenza e, forse, un mero fine utilitaristico che trovarsi in quella posizione credeva potesse appartenergli. Rimasi tuttavia piacevolmente sorpreso quando, alzato il mio braccio destro, egli non fece cenno di voler mutar di posizione, restando dunque impassibile davanti alla possibilità di una punizione corporale. Ma le cose si fecero interessanti quando mi presentai come ciò che avevo da subito preventivato quel giorno: non il Kage ma l'allievo. Certo, un allievo piuttosto burbero, indisponente ed esageratamente esigente ma pur sempre un allievo. Ciò che da sempre mi caratterizza è la mia natura di eterno studente - e quell'occasione non fu un'eccezione.
    Mentre continuavo a concentrarmi per riuscire a stabilizzare gli oggetti che avevo attirato verso di me dal banco da lavoro, Kensuke si allontanò, dirigendosi verso il compartimento dove gli avevo indicato essere alloggiati vari meccanismi a disposizione dell'accademia tutta, e quindi anche di Suna. Tornò con un oggetto piuttosto grande che, sinceramente, non mi sarei aspettato ma che ritenni una scelta perfetta: una balestra. Partire là dove le componenti appaiono ben distinte l'una dall'altra, almeno nella porzione non direttamente interessata dal meccanismo che rilasciava la corda e spingeva quindi il quadrello, era un'ottimo punto d'inizio per un principiante. Ma io potevo davvero ritenermi tale? Come saprà è difficile imparare immediatamente come effettuare un'operazione di questo tipo. La pratica continua è fondamentale, così come la conoscenza. Disse, senza che io potessi aggiungere od obiettare niente. In un rapido istante, il Sunese afferrò una brugola ed iniziò a separare l'arma nelle sue porzioni più grandi, senza preavvisi, senza spiegazioni, senza fronzoli: in poco tempo ebbe smontata la balestra. Aveva lavorato bene e rapidamente: mi domandai perché avesse scelto proprio quell'arma. Al contempo, mi domandai anche perché, terminato il suo lavoro, mi fece quella richiesta bizzarra. La mia auto- risposta arrivò quasi in contemporanea con la domanda. Ora deve rimontare la balestra. E poi smontarla. Ma prima deve spiegarmi il funzionamento in battaglia di un equipaggiamento a sua scelta. Balestra esclusa, ovviamente. Mi disse l'uomo, mentre mi porgeva la balestra che non raccolsi. Per lo meno non fisicamente. Lasciai che il chakra attrattivo e repulsivo che stavo utilizzando la brandisse, avvicinandola rapidamente prima a me, poi respingendola leggermente, posizionandola di modo che stesse soltanto qualche centimetro distante dalla linea dei miei occhi. Vorresti farmi distrare per rendermi più complesso il successivo lavoro di ricostruzione della balestra. Dissi, glaciale, mentre avvicinavo le mani armate degli utensili del mestiere all'arma. Contemporaneamente, alcune viti iniziavano a muoversi in malo modo intorno all'oggetto, cercando di raggiungere le loro intercapediti per poi ruotare su se stesse, con poco, scarso, iniziale successo. Questo dice molto sulla persona che sei. Continuai, mentre le mani iniziavano a ricomporre l'arco: le dita protesiche afferravano con precisione il filamentoso elastico che avrebbe presto riaccolto un dardo. Credo che tu sia solito ingannare i tuoi avversari. A giudicare dal fisico, non sono neanche sicuro che tu possa esporti in prima persona sul campo di battaglia. Nel frattempo il calcio della balestra si avvicinava all'arco, fluttuante, senza che lo toccassi. La sua tratiettoria era leggermente instabile ma riuscì a posizionarsi correttamente. Le viti che mi vorticavano intorno adesso acquisitivano un moto più regolare: riuscivo adesso fissare, con un grande sforzo in chakra, quei piccoli oggetti al loro posto ma la rotazione che riuscivo ad applicargli era minima. Sei forse un genjutsaro? Chiesi, mentre terminavo di collaudare il corretto posizionamento della corda. La mano destra prese poi un cacciavite, mentre la porzione di legno su cui veniva poggiata la freccia, separata dal corpo della balestra, si avvicinava, mettendosi in sede con il resto dell'arma. Ma starò comunque al tuo gioco. Altre viti iniziarono a muoversi verso l'altra parte della balestra, sempre con una certa lentezza, mentre io nel frattempo stringevo nel legno quelle che avevo tentato di fissare col chakra. Un'arma che non sia una spada con cui ho avuto una certa confidenza è il lancia-spiedi. Il lavoro continuava minuzioso: il corpo era ricostruito, ora mancava la parte meccanica che permetteva grazie al grilletto di scagliare il quadrello. I singoli pezzi metallici si avvicinavano in volo, mentre lasciai la presa sul cacciavite che però si comportò come se non l'avessi mai lasciato, iniziando a fluttuare poco sopra la mia mano. Avrei potuto usarlo in quel modo, tenendomi le mani libere per altre operazioni. Il lancia spiedi è un semplice tubo applicabile all'interno o all'esterno di un braccio. Nella sua versione base funziona con un meccanismo forse antitetico rispetto a quello della balestra: gli spiedi vengono sparati tirando una linguetta che si trova all'estremità del tubo: quanta più veemenza si usa per tirare questa linguetta, tanti più spiedi, fino ad un massimo di tre, possono partire contemporaneamente del lancia spiedi. Con delle piccole pinzette recuperate attraverso il chakra adesivo, completai l'inserimento della molla del grilletto, poi proseguii. Mi feci costruire una sparaspiedi che stava sul dorso della mano. Ebbi modo di mimare con le mani la zona dove la tenevo, mentre il cacciavite terminava di avvitare le ultime parti. Aveva un meccanismo azionabile col chakra e conteneva, anch'essa, un massimo di tre spiedi. Era nascondibile però sotto dei semplici guanti e la rendeva molto più letale e comoda di qualsiasi altra cosa. Disponeva anche di un meccanismo per bloccare lo spiedo a metà tragitto, rendendo dunque la mano artigliata, se capisci cosa intendo. La balestra era pronta. La feci roteare davanti ai miei occhi un paio di volte, prima di prenderla con entrambe le mani e porgerla al mio insegnante. Oh, sì, giusto, avevi detto che dovevo anche smontarla. Commentai, facendo esattamente quello che avevo fatto qualche manciata di minuti prima. La mano sinistra vibrò di una piccola ma intensa scintilla di raiton azzurra, che toccò la balestra. Un flebile rombo, come quello di un temporale, preannunciò una scossa ben più grande che percorse tutta l'arma e tramandò in essa il chakra rotante dell'Arte della Rotazione. In un secondo, tutte le viti si svitarono nuovamente ed i pezzi ad incastro si sganciarono per via della frizione che si creò all'interno del legno stesso. Staccai con un dito il filo da tendere della balestra. Adesso andiamo avanti.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Spiedi Potenziati × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • D-Visor dell'Elmo da Inquisitore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Tonico di Recupero Superiore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Tonico Coagulante Superiore × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Simbolo della Stella × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Gakutensoku × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1

    Note
    Combattere con Handicap Attivo.

    Assetto Gakutensoku: Nessuno.




    Parlato
    Citato
    Pipistrelli
    Yakusoku

     
    .
  9.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    2,496
    Reputation
    +225

    Status
    Offline

    La meccanica di precisione


    Post Quinto




    Il mizukage capisce la mia tattica di distrazione. Un modo per tenerlo sulle spine e rendere un'operazione banale, quasi monotona, interessante.

    Credo che tu sia solito ingannare i tuoi avversari. A giudicare dal fisico, non sono neanche sicuro che tu possa esporti in prima persona sul campo di battaglia.

    Annuisco Sono solito ingannare i miei avversari, è vero. E non solo. Non la stupirà sapere che sono qui sotto falso nome ed aspetto ma sono certo che potrebbe scoprire la mia identità senza eccessiva fatica. Certe abitudini sono dure a morire, Mizukage-sama.

    Ascolto con attenzione la spiegazione sul funzionamento del suo lanciaspiedi, lo terrò a mente da usare in futuro per le mie marionette ed ammiro la capacità di apprendimento del mizukage, non tanto nell'arte meccanica quanto nell'utilizzo del chakra. Certamente dovrò pensare di divenire suo allievo, in futuro.

    Adesso andiamo avanti.

    Mi fa piacere vedere che lei è già un conoscitore delle arti meccaniche, il che faciliterà la fase successiva. La progettazione. Pensi ad un idea che vorrebbe concretizzare e la disegni su carta. In seguito la valuteremo e la costruiremo insieme. Per adesso mi basta che lei la progetti. Le consiglio di produrre almeno tre progetti. Veda lei se tre modi diversi di sviluppare la stessa idea o se proprio tre idee differenti.

    Tengo per me le mie considerazioni riguardo future opportunità di divenire un allievo del kage di Kiri. Probabilmente non mi accetterebbe mai come suo pupillo vista la mia appartenenza di villaggio o rischierei di irritarlo. Magari al termine di questa nostra seduta, quando avrò avuto modo di dimostrargli quanto valgo.
    Una conoscenza, perlomeno teorica, delle arti ninja del Mizukage potrebbe essermi utile in futuro. Solo perché non utilizzi personalmente una spada non significa che io non debba conoscerne l'utilizzo sia per le mie marionette che per sfruttare le debolezze dei miei avversari.



    OT un altro post elementare, il prossimo e ultimo sarà un po' più corpulento dato che mi piacerebbe riuscire a sviluppare almeno in linea teorica un equip con kensei. Per qualsiasi cosa sai dove trovarmi. /OT
     
    .
  10.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    ~ The Red Capes are coming!

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,612
    Reputation
    +243
    Location
    Firenze

    Status
    Anonymous

    La fine della Linea Meccanica


    Capitlo Primo


    Atto V
    Pianificare e studiare †




    Le mie assunzioni si rivelarono esatte. L'uomo che avevo davanti era agli antipodi rispetto al sottoscritto per quanto riguardava lo stile di combattimento, eppure avevamo un interesse comune. Dalle applicazioni che però aveva ideato, non riuscivo a comprendere quale declinazione di quell'interesse potesse realmente premergli: si era dilettato, inizialmente, con un meccanismo peculiare, il D-Visor, un meccanismo che, tuttavia, non era affatto offensivo. Eppure, nei suoi progetti, aveva sviluppato solo oggetti volti a ferire o, nel caso migliore, ad uccidere. Che, dunque, anche lui usasse in qualche modo oggetti di quel tipo? Come? Aveva anche lui delle protesi e non me ne ero accorto? Difficile da credere, provenendo da Suna. Io sono un'eccezione peculiare, si tenga bene a mente. Sono solito ingannare i miei avversari, è vero. E non solo. Non la stupirà sapere che sono qui sotto falso nome ed aspetto ma sono certo che potrebbe scoprire la mia identità senza eccessiva fatica. Certe abitudini sono dure a morire, Mizukage-sama. Disse l'uomo, cogliendomi impreparato ma non sorpreso. Interessante. Commentai semplicemente, mentre cercavo di notare qualche dettaglio che potesse ancora dirmi qualcosa su di lui. Continuai a farlo, tenendogli gli occhi puntati addosso, anche mentre spiegavo il meccanismo del lancia spiedi e smontavo la balestra. Tuttavia davvero poc'altro poteva trasparire dalla sua persona: sapevo soltanto che era in grado di muovere a distanza gli oggetti attraverso le dita. Fu quando ripetei quella frase nella mia mente che capii a quale casata potesse appartenere. Sei un marionettista. L'immagine di Shunsui Abara a Villa Mikawa che sfogliava i libri attraverso la sua tecnica delle corde e le vicende dell'Abete mi fecero collegare con un lieve ritardo - complice la fumosità dei ricordi dell'Abete - quali potessero essere le abilità del mio interlocutore. Per questo hai pensato immediatamente a meccanismi offensivi da nascondere nel corpo quando ti ho chiesto di progettare qualcosa. Non potevo neanche essere sicuro che stessi parlando con un essere umano e non con una marionetta ma scacciai quel pensiero dalla testa. Avrei posto le dovute domande ad Hoshikuzu, al momento opportuno.
    Compiuto però quanto mi fu chiesto, il Sunese riprese parola, mimando in modo del tutto simile il mio comportamento e proponendomi un nuovo ed ultimo test. Mi fa piacere vedere che lei è già un conoscitore delle arti meccaniche, il che faciliterà la fase successiva. La progettazione. Pensi ad un idea che vorrebbe concretizzare e la disegni su carta. In seguito la valuteremo e la costruiremo insieme. Per adesso mi basta che lei la progetti. Le consiglio di produrre almeno tre progetti. Veda lei se tre modi diversi di sviluppare la stessa idea o se proprio tre idee differenti. Lo fissai, un po' indispettito da questa mimesi quasi canzonatoria. Mi spostai, tuttavia al bancone, conscio del fatto che quella fosse una tappa necessaria in quel processo d'apprendimento. Lasciai che il turbinio di oggetti che avevo sollevato tornasse al suo posto, rilasciando definitivamente il chakra repulsivo e concentrando l'adesivo nell'unico punto che sarebbe stato d'interesse in quel momento: sulla matita che necessitavo per disegnare. L'oggetto schizzò verso di me ad una velocità molto elevata: era una manifestazione di forza nei confronti del Sunese. La afferrai con due dita della mano destra, prima di iniziare a disegnare. Un amplificatore di suoni ... un dispositivo di ingestione veloce dei liquidi ... un sistema di sovraccarico per arti meccanici. Dissi, mentre delineavo schizzi dei tre oggetti su tre fogli, prima di passare a disegnare nel dettaglio ognuno di loro. Qualcosa di molto simile, concettualmente, ad un D-visor ... questo amplificatore di suoni è da inserire esclusivamente in un elmo perché troppo grande per essere accolto da una maschera o un qualsiasi altro copricapo. Ha due funzioni principali: aumentare il suono percepito nell'ambiente e fungere da ricetrasmittente. Avvolge completamente l'orecchio facendo percepire i suoni in modo nitido e chiaro, aumentando il raggio in cui si è in grado di udire ed anche la qualità di ciò che si sente. Il meccanismo va ovviamente azionato - o tramite un interruttore da porre sull'esterno dell'Elmo, oppure tramite il chakra - e non può essere sempre attivo: un urlo prolungato o una violenta esplosione possono compromettere temporaneamente o permanentemente l'udito. [Note]In sostanza, una ricetrasmittente sotto steroidi che aumenta la percezione legata ai suoni in un raggio X per un valore di 1,5/3 dipendentemente dal grado dell'oggetto. Udire suoni molto forti può fornire Assordato per un numero di slot azione o round a discrezione del QM o abbassare la percezione relativa all'udito di 1,5/3 punti. Passarono alcuni minuti mentre disegnavo, dopo che avevo terminato la descrizione dell'oggetto. Cambiai poi foglio, passando alla seconda idea. Un meccanismo da apporre sotto un'armatura o un corpetto di cuoio che è sempre attivo. Collega attraverso una canula ed una incisione, una riserva di liquidi al corpo dell'utilizzatore. Può collegare anche più riserve: in tal caso è necessario selezionare la riserva che si vuole utilizzare per il corretto funzionamento del meccanismo. Permette di non subire mai i danni della disidratazione o può essere usato per nutrirsi senza perdere tempo. [Note]Abbastanza autoesplicativo, direi. Il reale uso di quell'arnese, che avevo progettato da tempo ma di cui mancavo delle conoscenze base per riuscire a renderlo realizzabile, era quello di mettere in circolo tonici in forma liquida, una mia specialità, senza dover passare dalla masticazione dei classici tonici, difficilmente attuabile con un elmo in testa. Infine, girai l'ultima pagina per passare all'ultimo progetto. Quest'oggetto potrebbe essere considerata un'ultima risorsa: è un meccanismo che forza le articolazioni meccaniche degli arti protesici o artificiali, permettendo loro, per un breve lasso di tempo, di ottenere prestazioni al di sopra dell'ordinario, finanche al di sopra del naturale. Il marchingengo deve essere attivato e può rimanere attivo soltanto per un lasso di tempo predeterminato e breve, pena la possibile distruzione o compromissione dell'arto cui è applicato. [Note]Varie scelte possibili: un meccanismo che modifica l'aspetto di un arto dando bonus in tacche, un meccanismo che permette all'arto di andare in overcap etc. Utilizzabile per un tot di round, una sola volta ad incontro. È possibile estendere di un round il numero di round in cui è utilizzabile pena status "Rotto" o "Paralizzato" all'arto meccanico, e necessaria competenza specifica per aggiustarlo, una situazione di calma ed n ore di tempo. Tracciai le ultime due righe, prima di posare la matita, questa volta senza l'ausilio del chakra.
    Mettiamoci al lavoro.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Spiedi Potenziati × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • D-Visor dell'Elmo da Inquisitore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Tonico di Recupero Superiore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Tonico Coagulante Superiore × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Simbolo della Stella × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Gakutensoku × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1

    Note
    Combattere con Handicap Attivo.

    Assetto Gakutensoku: Nessuno.




    Parlato
    Citato
    Pipistrelli
    Yakusoku

     
    .
  11.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    2,496
    Reputation
    +225

    Status
    Offline

    La meccanica di precisione


    Post Sesto




    Sei un marionettista.

    Annuisco. Esattamente. Penso di essere stato scelto per questo compito proprio per le mie peculiarità come ninja. Penso Hoshikuzu-sama abbia pensato che potessimo avere un modo di ragionare affine.

    Per questo hai pensato immediatamente a meccanismi offensivi da nascondere nel corpo quando ti ho chiesto di progettare qualcosa.

    Si, è un po' un mio difetto, se vogliamo. Certe volte posso divenire troppo concentrato su un unica cosa e perdere di vista altre modalità di ottenere lo stesso risultato.

    Ascoltai il Mizukage mentre descriveva i propri progetti.

    Qualcosa di molto simile, concettualmente, ad un D-visor ... questo amplificatore di suoni è da inserire esclusivamente in un elmo perché troppo grande per essere accolto da una maschera o un qualsiasi altro copricapo. Ha due funzioni principali: aumentare il suono percepito nell'ambiente e fungere da ricetrasmittente.

    Penso a come potrei realizzarlo e mi trovo di fronte ad un vicolo cieco. Non penso di poterle essere di aiuto in questo caso. Ci sono ninja di Oto che sono esperti nella manipolazione del suono. Le consiglio di confrontarsi con qualcuno di loro. Io francamente utilizzo un sistema simile al telefono senza fili. Le vibrazioni sonore che colpiscono una delle mie marionette mi vengono trasmesse attraverso i fili di chakra che uso per manipolarle. Ma è un sistema inutilmente complesso per i suoi scopi.

    Un meccanismo da apporre sotto un'armatura o un corpetto di cuoio che è sempre attivo. Collega attraverso una canula ed una incisione, una riserva di liquidi al corpo dell'utilizzatore. Può collegare anche più riserve: in tal caso è necessario selezionare la riserva che si vuole utilizzare per il corretto funzionamento del meccanismo. Permette di non subire mai i danni della disidratazione o può essere usato per nutrirsi senza perdere tempo.

    Questo risulta già più fattibile, per me. Si, francamente se lei è un esperto di sigilli utilizzerei dei simboli di richiamo elementale. Si potrebbe utilizzare un otre vuoto che viene riempito a bisogno da diversi liquidi, ciascuno legato a diversi simboli da richiamo. In questo modo risolveremmo il problema legato alle dimensioni dei liquidi e al loro peso. In effetti, potrei sfruttare questo stesso concetto con alcune sostanze velenose. In certi casi... potrei persino creare un'arma biologica.

    Sbianco. Un'arma simile se utilizzata nel modo corretto potrebbe distruggere interi villaggi. Specie se riuscissi a infiltrarmi al suo interno e ad avvelenare delle riserve d'acqua.

    Quest'oggetto potrebbe essere considerata un'ultima risorsa: è un meccanismo che forza le articolazioni meccaniche degli arti protesici o artificiali, permettendo loro, per un breve lasso di tempo, di ottenere prestazioni al di sopra dell'ordinario, finanche al di sopra del naturale. Il marchingengo deve essere attivato e può rimanere attivo soltanto per un lasso di tempo predeterminato e breve, pena la possibile distruzione o compromissione dell'arto cui è applicato.

    Uhm... Non ci avevo mai pensato ma anche per le marionette questo potrebbe essere utile. Potrei sfruttare una marionetta danneggiata per un ultimo assalto oppure... potrei azzardarmi a sviluppare quel mio vecchio progetto di marionette con diversi assetti da battaglia.

    Tempo fa, prima che diventassi un utilizzatore di marionette, avevo appreso un'arte simile per i ninja. Ne avrà sentito parlare: utilizzare dei pesi, delle bende o dei sigilli per indebolire il corpo e poi rimuovere questo limite per ottenere delle prestazioni aggiuntive, per un breve lasso di tempo.

    Passeggio avanti ed indietro Potremmo sviluppare qualcosa di simile: un braccio composto da un'anima metallica interna, l'unica che serve a muoverlo e protetta da un'armatura pesante che ne limiterebbe i movimenti. Si potrebbe quindi staccare l'armatura tramite un semplice meccanismo a pressione e ottenere quindi un arto molto più rapido ma più fragile. Immagino che i suoi arti possiedano dei meccanismi per la modulazione del chakra attraverso lo stesso. Normalmente simili meccanismi hanno dei limiti di utilizzo, e impediscono per fini di sicurezza un'eccessiva quantità di chakra. Potremmo ideare dei meccanismi sovraccaricabili: il rischio sarebbe ovviamente quello di rompere definitivamente l'arto. E, come saprà, certi meccanismi non sono di certo economici.

    Avrei accettato ulteriori repliche del Mizukage e mi sarei messo al lavoro con lui sia per migliorare i progetti che per costruire dei prototipi. Sono sicuro che insieme avremmo potuto trovare la quadra del cerchio.

    ***

    Abbiamo terminato il lavoro. Ero abbastanza soddisfatto, come inizio.

    La ringrazio per l'occasione, Mizukage-sama.

    Avrei quindi sciolto la trasformazione, rivelando il mio vero aspetto. Un ragazzo di altezza media, dai corti capelli rossi. Magro, per essere un ninja, e dall'aspetto giovanile.

    Il mio vero nome è Shu Akasuna, e come aveva intuito sono un marionettista. Ritengo corretto nei suoi confronti rivelarle la mia vera identità. La ringrazio di questa opportunità e se le ritenesse opportuno gradirei molto, in futuro, essere suo allievo.

    Sospiro Vero è che apparteniamo a villaggi diversi e che i nostri stili di combattimento sono molto differenti, ma sono sicuro che un ninja come lei mi potrebbe insegnare molto.

    Avrei atteso che il Mizukage mi congedasse prima di andarmene.



    OT Mi sembra una degna conclusione. Ti lascio descrivere, se vuoi, come costruiamo gli equip. Io personalmente ho messo alcuni input su come realizzerei io alcuni dei tuoi equipaggiamenti basandomi su tecniche/abilità esistenti e un pizzico di lore. Chiaramente per quanto riguarda l'introduttore di liquidi Shu pensa ad una riserva d'acqua dato che non può dedurre l'utilizzo dei tonici liquidi, comunque apprezzo molto l'idea. /OT
     
    .
  12.     Like  
     
    .
    Avatar

    ~ The Red Capes are coming!

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,612
    Reputation
    +243
    Location
    Firenze

    Status
    Anonymous

    L'inizio dell'autarchia tecnocratica


    Epilogo


    Atto VI
    Attuare e conoscere †




    Proseguendo nelle mie deduzioni, riuscii quasi del tutto a delineare il mio interlocutore. Avevo intuito quali fossero le sue capacità, avevo dedotto quale fosse il suo stile di combattimento e, da tutto ciò, avevo derivato un profilo psicologico comune e che mi si poneva, nello spettro caratteriale, dirimpetto, nella posizione diametralmente opposta, agli antipodi. Squadravo il ragazzo mentre rispondeva, fiero e cauto, ad ogni mia osservazione. Penso di essere stato scelto per questo compito proprio per le mie peculiarità come ninja. Penso Hoshikuzu-sama abbia pensato che potessimo avere un modo di ragionare affine. Mi disse, scaturendo in me decisi dubbi. Ne dubito. Risposi infatti immediatamente. Credo piuttosto tu sia stato scelto per via della tua familiarità con oggetti ed arti artificiali. Dopotutto, benché forse eravamo capaci di far muovere gli impulsi elettrici delle nostre sinapsi con una certa rapidità e raggiungendo interessanti conclusioni, eravamo troppo diversi per poter definire davvero affine la nostra forma mentis. Forse archetipicamente sovrapponibili: ma decisamente votate a considerazioni opposte sul mondo.
    Certe volte posso divenire troppo concentrato su un unica cosa e perdere di vista altre modalità di ottenere lo stesso risultato. Continuò poi, rispondendo alla mia seconda osservazioni. Storsi la bocca sotto l'Elmo: un pessimo modo di concentrarsi. Perdere di vista la cornice in cui ci si muove è un errore fatale. Dissi, grave e tagliente. Lo sguardo severo che cadeva sul giovane faceva chiaramente intendere anche un giudizio legato a quelle parole ma molto spesso tacere era più eloquente di qualunque plausibile discorso.
    Si passò poi alle descrizioni delle mie opere. Mentre disegnavo, concentrato, seppur con una pessima tecnica, data la mia scarsa capacità nel disegno, il sunese mi ascoltava rapito, dimostrando una dedizione quasi totale. Percepivo i suoi pensieri rimbalzare veloci nella sua testa, quasi come il ticchettio di ingranaggi metallici che si azionavano per eseguire un qualche compito. Kensuke era come una spugna, in questo senso: ascoltava ed assorbiva, pronto a riciclare o adattare quanto imparava. Il commento che diede il via alla fase finale di quel progetto di coppia fu però aporetico: il sunese diceva di non essere in grado di lavorare coi suoni e che si dovesse ricercare a Oto un esperto di tale materia. Non è questo l'atteggiamento giusto. Dissi, nuovamente tagliente ed indispettito come poco prima. La ricerca e la voluttuosità del sapere dovrebbero essere il primo obiettivo per chiunque si dica un artigiano di qualcosa. Chiosai severo, prima di passare comunque a descrivere il secondo progetto che avevo in mente, il marchingegno per l'idratazione o, come realmente intendevo, il sistema di ingerimento dei tonici liquidi. Si, francamente se lei è un esperto di sigilli utilizzerei dei simboli di richiamo elementale. Si potrebbe utilizzare un otre vuoto che viene riempito a bisogno da diversi liquidi, ciascuno legato a diversi simboli da richiamo. In questo modo risolveremmo il problema legato alle dimensioni dei liquidi e al loro peso. In effetti, potrei sfruttare questo stesso concetto con alcune sostanze velenose. In certi casi... potrei persino creare un'arma biologica. In questo secondo frangente, il sunese si fece prendere dalla fantasia, anche se apprezzai la divagazione terroristica. Uhm. sibilai piano, mentre realizzavo come, da un certo punto di vista, il ragazzo stesse indicando dei reali problemi. Nel caso dei tonici, questo non si presentava, ma nel caso del cibo liquido o dell'acqua, il peso diventava un discrimine importante. Sollevi dei giusti problemi. Il sigillo ad attivazione remota è forse un metodo efficace per eliminare l'inconveniente di dover trasportare un peso maggiore. Ottima osservazione. Inoltre, la possibilità di attivare la cosa col chakra rendeva il meccanismo più efficace.
    Durante però la disquisizione del terzo progetto, Kensuke ricommise lo stesso errore fatto in precedenza: parlò nuovamente di protesi. Inoltre, fraintese il senso e lo scopo stesso del meccanismo che stavo suggerendo: lo paragonava al combattere con i pesi, o alle sue forme evolute o diverse ma che, fondamentalmente, portavano lo stesso vantaggio, ovvero privarsi temporaneamente di qualcosa mettendo il proprio corpo sotto sforzo cosicché, quando si decide poi di liberarsi dal giogo che ci negava alcune nostre capacità, queste vengano amplificate a dismisura. Potremmo sviluppare qualcosa di simile: un braccio composto da un'anima metallica interna, l'unica che serve a muoverlo e protetta da un'armatura pesante che ne limiterebbe i movimenti. Si potrebbe quindi staccare l'armatura tramite un semplice meccanismo a pressione e ottenere quindi un arto molto più rapido ma più fragile. Immagino che i suoi arti possiedano dei meccanismi per la modulazione del chakra attraverso lo stesso. Normalmente simili meccanismi hanno dei limiti di utilizzo, e impediscono per fini di sicurezza un'eccessiva quantità di chakra. Potremmo ideare dei meccanismi sovraccaricabili: il rischio sarebbe ovviamente quello di rompere definitivamente l'arto. E, come saprà, certi meccanismi non sono di certo economici. Scossi la testa. No, non ci siamo. Commentai. Quello che stai descrivendo è un apparato da applicare ad una protesi, non una protesi. Questo è anche il senso del divenire genieri, comunque. Altrimenti ci metteremmo a costruire arti protesici, non trovi? La domanda retorica era più pungente e stizzita di quanto ci si potesse aspettare. Stiamo parlando, comunque, di concetti fondamentalmente diversi. Indicai con l'indice della mano destra il mio busto. Tra le parti meccaniche che costituiscono il mio corpo ho inserito una serie di particolari lastre di metallo magnetiche sensibili al chakra. Attraverso una piccola immissione di questo al loro interno è possibile invertire la polarità delle stesse facendo sì che i miei movimenti siano prima vincolati e poi no. Trovai ironico ripensare a come quel mio progetto non fosse altro che la rivisitazione di un'arma che era stata ideata per mettermi fuori uso. Per questo meccanismo, invece, io pensavo a qualcosa che forzasse del tutto l'arto, che mettesse a dura prova la sua capacità fisica di resistere alle condizioni estreme. Paragonerei piuttosto la cosa allo sfilacciamento dei muscoli che si ha dopo un massiccio e doloroso impasto di chakra, ad un superamento dei propri limiti, ad uno stato prestazionale superiore. Forse, con quelle parole, ero riuscito a farmi intendere. Prendi gli oggetti da lavoro, vediamo cosa riusciamo a fare.

    [...]

    Passò quasi un'ora prima che terminassimo il primo progetto: si trattava proprio del lavoro su cui avevo speso più parole, l'ultimo in ordine di discussione rispetto al discorso precedente. Avevamo terminato il meccanismo che permetteva all'arto di superare i propri limiti. [Equipaggiamento]Marchingegno d'aumento prestazionale [Meccanismo]
    <contenuto>Tramite una serie di collegamenti tangenti ad ogni bullone, articolazione e anfratto metallico posta sulla superficie di un [Potenziamento] che sostituisce un arto, l'utilizzatore può, attraverso uno slot azione, andare in OverCAP per un round con l'arto su cui è applicato il Marchingegno d'Aumento Prestazionale come se possedesse un normale arto. All'inizio del round successivo l'arto artificiale sarà Fuori Uso, status che equivale allo status Paralisi, per un round, o Malfunzionante, status che equivale allo status Semiparalizzato, per due round. Questi status non possono essere convertiti da tecniche speciali né curate con abilità o tecniche avanzate che facciano riferimento alla cura di arti non protesici.
    Ricaricare il Meccanismo richiede Slot Gratuito Lento.
    Tipo: Speciale - Supporto
    Dimensione: Minuscola
    (Potenza: 1 | Durezza: 3 | Crediti: 30)

    Boh, per provare a scrivere qualcosa1.
    Ne sviluppammo una versione che potesse tornare comoda anche per le Marionette, dal momento che queste facevano affidamento sulle capacità del loro mandante più che sulle loro prestazioni fisiche. [Equipaggiamento]Sistema d'alleggerimento temporaneo [Meccanismo]
    <contenuto>Tramite una serie di collegamenti tangenti ad ogni bullone, articolazione e anfratto posta sulla superficie di una marionetta, l'utilizzatore può, attraverso uno slot azione, adoperare delle modifiche estetiche temporanee alla marionetta, rendendola maggiormente capace in un determinato contesto. Per un round, la marionetta ottiene +2 Tacche ad una statistica a piacere. All'inizio del round successivo la marionetta tornerà nella sua forma originale e sarà o Fuori Uso, status che equivale allo status Paralisi, per un round in tutto il corpo, o Malfunzionante, status che equivale allo status Semiparalizzato, per due round in tutto in corpo.
    Ricaricare il Meccanismo richiede Slot Gratuito Lento.
    Tipo: Speciale - Supporto
    Dimensione: Minuscola
    (Potenza: 1 | Durezza: 3 | Crediti: 30)

    Boh, per provare a scrivere qualcosa2.

    Fu a questo punto che un lieve rumore ed una nuvoletta di fumo attirarono la mia attenzione. Kensuke si trasformò, rivelando, forse, il suo vero volto ed il suo vero aspetto. Il mio vero nome è Shu Akasuna, e come aveva intuito sono un marionettista. Ritengo corretto nei suoi confronti rivelarle la mia vera identità. La ringrazio di questa opportunità e se le ritenesse opportuno gradirei molto, in futuro, essere suo allievo. A sentire tale proposta, sorrisi maligno sotto l'Elmo e la temperatura nella stanza scese vertiginosamente. Questo, comunque, non intimorì il ragazzo, che non si fece influenzare da quanto accadeva e continuò: Vero è che apparteniamo a villaggi diversi e che i nostri stili di combattimento sono molto differenti, ma sono sicuro che un ninja come lei mi potrebbe insegnare molto. Per alcuni secondi tacqui, con gli occhi gettati su Kensuke, o meglio, su Shu. Lo scrutai severamente alcuni istanti. Vedremo se meriterai la mia fiducia, Shu Akasuna. Per ora ti sei meritato soltanto il mio congedo. E con quelle parole uscii dalla stanza, lasciando sul tavolo il progetto per la marionetta. Prima che la porta si potesse chiudere alle mie spalle, una manciata di shinobi entrò nella stanza, smontando ogni singolo mobile, raccogliendo ogni singolo oggetto e spogliando la casa di qualsivoglia elemento. Shu rimase solo in quell'ambiente vergine e nudo. Era come se quell'incontro non era mai avvenuto: non c'erano segni d'alcun evento, non c'erano testimoni d'alcunché. Quando la stanza fu liberata, la porta non fu chiusa. Il segnale per il ninja di Suna, allora, era chiaro: doveva andarsene.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Spiedi Potenziati × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • D-Visor dell'Elmo da Inquisitore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Tonico di Recupero Superiore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Tonico Coagulante Superiore × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Simbolo della Stella × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Gakutensoku × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1

    Note
    Combattere con Handicap Attivo.

    Assetto Gakutensoku: Nessuno.




    Parlato
    Citato
    Pipistrelli
    Yakusoku


    OT | Rimandiamo al futuro le conseguenze di questa giocata, che magari discuteremo in altra sede. Grazie per il divertimento! | OT
     
    .
11 replies since 22/4/2021, 19:22   160 views
  Share  
.