Energie - Conventional Training -Energia Rossa - Chakra II

Sensei: Febh Yakushi

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    Jasmine? Ripetè, con assoluta calma, accarezzando più volte l'idea di tornare con quattro corpi piuttosto che tre. Non abbiamo il tempo di cercare l'acqua. Muoversi!

    [...]

    La traversata non era stata facile nemmeno per il chunin, che più volte aveva dovuto far ricorso al cadavere come scudo. Dopotutto era morto, no? Il Foglioso sembrava non aver risentito minimamente del peso sulle spalle o del poco chakra, tanto era pimpante, e sinceramente lo Yakushi stava accarezzando l'idea di perforargli un polmone, giusto per vedere che effetto gli avrebbe fatto, dopotutto era praticamente uscito incolume da quella pioggia di metallo.

    Non sono usciti dal bosco per seguirci...questo può voler dire che non vogliono avvicinarsi oltre al villaggio...oppure che stanno preparando qualcosa... Il suo fine udito colse distintamente un ronzìo che aveva già sentito, qualche tempo prima. Oh, cazzo.... Quasi certamente gli altri non avrebbero potuto percepirli, ma Febh, che sapeva cosa cercare, ne vedeva parecchi, almeno una ventina, forse molti di più. Con tutta questa roba basterebbe anche un Muchuuha per farci tutti secchi! Ma se non c'erano ancora nemici in vista, significava solo una cosa...

    Ascoltatemi attentamente! Tutto intorno a noi ci sono delle specie di costrutti di chakra...non sono molto evidenti..anzi, dubito che riusciate proprio a percepirli. Li ho già visti...l'unico modo per distruggerli è a mani nude..non azzardatevi nemmeno a colpirli con dei jutsu!

    Questi affari amplificano qualunque ninjutsu li colpisca, quindi è quasi sicuro che i nostri inseguitori stiano preparando qualcosa di grosso per farci secchi in una volta sola....e dubito che scappare serva..anche la gittata viene aumentata da questi affari! Abbiamo poco tempo, usate i vostri sensi, trovateli e distruggeteli!


    Gli amplificatori emettevano un flebilissimo ronzìo, ed erano a malapena visibili come delle lievissime figure traslucide inoltre erano quasi impalpabili, poco più dello zucchero a velo.

    Forza, datevi una mossa.. Insieme a loro avrebbe inziato a colpire tutti quelli che individuava. Due pugni erano più che sufficienti. Ma dopo qualche tempo (disrutti quattro amplificatori a testa) il ronzìo si sarebbe spento del tutto! Non appena se ne rese conto, Febh provò a parlare, ma nessun suono usciva dalla bocca. Ogni rumore era negato in quell'area. Quattro amplificatori dopo l'intera zona sarebbe piombata nel buio..ma poco prima che tutto svanisse avrebbero notato che gli amplificatori cominciavano a muoversi, anche se non molto rapidamente...come trovare quei costrutti ora che vista e udito erano negati?

    CITAZIONE
    Ultima prova delle energie: i sensi

    Principalmente Vista, Udito, Tatto.
    Avere Sensi Sviluppati non è un vantaggio in questo frangente, servono i sensi base di una Rossa per percepire gli Amplificatori

    Cntate un'area circolare di circa quindici metri di diametro. Gli amplificatori sono in ordine sparso e l'attacco finale dei nemici arriverà dopo ventidue slot azione. Quindi avete quel tanto di "tempo" per cavarvela. Contate che avete un totale di cinque metri di movimento gratuito e che due pugni consumano un solo slot azione.

    Edit: Avevo scordato di dire che ci sono 12 amplificatori a testa :pwn:



    Edited by Febh - 8/2/2009, 22:53
     
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    Pare non piacergli

    Pensò Raizen al commento del sensei

    [...]

    Mentre Febh parlava, Raizen, cercava di dare un immagine alle sue parole guardandosi attorno e tendendo le orecchie.
    Non sentiva nulla, non vedeva nulla e senza spostarsi quegli affari non gli sarebbero certo venuti incontro, erano veramente ben congegnati.
    I due sensi erano quasi inutilizzabili rimaneva solo il tatto, anche se non sapeva quanto quegli affari potevano essere con esso individuabili, se erano nascosti al tatto come alla vista e all’udito erano densi ne più ne meno dell’aria, tolse il mantello e iniziò a camminare, sentiva l’aria che scorreva sopra il lieve strato di sudore quasi inodore, sembrava quasi un antenna alla ricerca di un buon segnale.
    Percorse l’intera zona per una volta senza sentire nulla, ma da ciò che aveva detto Febh quello spazio era zeppo di quei costrutti, doveva concentrarsi.
    Trasse un profondo respiro e nuovamente si fece una passeggiata in quella piccola radura dopo un nulla? Sentì sulla pelle una lieve carezza come se qualcuno lo sfiorasse, il vento era assente, per cui l’unica cosa che poteva dargli quella sensazione erano i costrutti di chakra, guardando verso il braccio non riuscì però ad individuare nulla, il costrutto non si spostava, perciò si prese del tempo per individuarlo, pareva che intorno alla sua mano giacesse un qualcosa di simile ad un aura, come se qualcosa provocasse un impercettibile riflesso che rendeva i colori oltre il costrutto meno saturi all’udito invece si palesava come un flebile ronzio, come una mosca lontana.
    Erano individuabili ma bisognava prestare attenzione e passarvi sopra mentre si è totalmente concentrati sui propri sensi , era difficile.
    Dopo aver memorizzato a livello sensoriale le sensazioni datele da quel costrutto lo distrusse come indicato da Febh diede due forti pugni nella direzione del costrutto e questo esplose, quasi come un vetro rotto.
    Sarebbe stato lievemente più semplice individuare gli altri.
    Avanzò nuovamente cercando di utilizzare il sole e il riflesso che provocava sui costrutti, per poi cercare di unire tutti i sensi per semplificarsi il lavoro.
    Avanzando si accorse che le lame di luce che si infilavano tra gli alberi potevano aiutarlo, infatti la polvere che vagava tranquilla nell’aria veniva ostacolata dai costrutti più densi di quest’ultima ne individuò una a un metro da lui e con un singolo passo gli fu addosso e come la precedente la distrusse senza il minimo problema.
    Era quasi macchinoso individuare i costrutti, si voltò lentamente cercando intorno a se il suono fastidioso che li contraddistingueva, lo sentiva alle sue spalle come una petulante mosca, però era complesso vederlo in mezzo all’ombra, si fece guidare dal suo udito, non dovette fare nemmeno un passo che lo sentì sulla sua pelle, perché prima non l’aveva notato? Forse inconsciamente prestava maggior attenzione ad un senso alla volta , distrusse il costrutto senza pensarci su.
    Un altro ronzio, distante, molto più del precedente, ma quasi martellante, mentre si voltava a 2 metri da lui si palesò un nuovo costrutto, come una soffice nebbiolina, anche se molto meno visibile svogliatamente si recò su quest’ultimo e gli inflisse i due pugni necessari, rimase impietrito, appena distrutto il costrutto gli “spensero” letteralmente l’udito, scomparve ogni suono, quegli affari erano in grado di questo?


    Sensei imbranato, vedrai che si è sbagliato e questi affari sono differenti da quelli che conosceva lui, magari vengono messi appositamente come ostacoli in modo che vengano distrutti.

    Non sapeva che fare, ma visto lo stupore di Febh intuì che anche lui era nella stessa situazione, ma continuava a distruggere i costrutti, lo imitò affidandosi ai due sensi rimasi.
    Proprio mentre guardava Febh, distante da lui 3 metri, si rese conto che i suoi colori erano strani, infatti avvicinandosi sentì che li vi era un altro costrutto, mise le mani in tasca e dopo aver fatto un piccolo salto lo distrusse con due calci e senza frenarsi continuò ad avanzare.
    La mancanza dell’udito si faceva sentire, senza di esso non sapeva dove guardare per localizzare gli apparecchi, doveva fare tutto con la sola vista, e per farlo doveva utilizzare quelle poche lame di sole che infilzavano gli stretti spazi tra gli alberi.
    Ridusse gl’occhi a delle strisce, strizzandoli, rimpicciolendo il campo visivo lo concentrava su un punto più ristretto.
    Si guardò attorno, nessun ronzio, nessun colore sbiadito, mosse qualche passo a caso per un paio di metri cercando di individuare i costrutti mentre le scorrevano addosso, ne sentì ben presto uno all’altezza della spalla, come un tocco ectoplasmatico dopo una forte gomitata e un pugno il costrutto si infranse come gli altri.


    Che due maroni, non sarebbe meglio buttarci una dannata cartabomba qui in mezzo?

    Si sedette per un po’ sfregandosi gli affaticati occhi e dopo essersi preso la faccia tra le mani stette ad osservare la radura.
    Gli occhi guizzavano da una parte all’altra concentrandosi sulle zone scure e su quelle più illuminate, sulle altre i costrutti erano ancora più impercettibili un altro costrutto svolazzava poco lontano da lui, si riattivò velocemente, un po’ come una reazione nucleare, scattò verso l’alto con un salto e dopo aver intrecciato le mani tra loro le fece calare pesantemente sul costrutto che si infranse come gl’altri.
    Avanzò di altri quindici metri percorrendo tutta l’area per il suo diametro mentre passava sospinto da inudibili passi.


    Tecnica odiosa

    Si voltò a guardare il suo compagno dagli occhi sbrilluccisosi e quasi per caso un riflesso le colpì il viso, la fonte venne prontamente eliminata, una massa di 110 chili gli si lanciò contro a piedi uniti: terminata.
    I costrutti iniziarono tutt’ad un tratto a muoversi, e poi più nulla. Buio totale.


    Ommerda

    Anche la vista gli venne sottratta, ora era relegato in un mondo senza luce e senza suoni, cosa poteva fare?
    Con gli altri non poteva comunicare, erano quasi certamente nella sua stessa condizione, visto quello che era successo prima, si rialzò insicuro e si mise ad aspettare per un po’, dopotutto quegli affari si stavano muovendo prima o poi gli sarebbero passati sopra.
    ...
    No nulla.
    Mise le mani avanti e cominciò a muoversi a tentoni, ormai era un menomato a tutti gli effetti, cieco e sordo mosse qualche insicuro passo.
    Dopo qualche metro incontrò davanti a se la pietra su cui si era seduto dopo l’inseguimento, ci cadde sopra come una pera matura.
    Ma nessuno l’avrebbe visto o sentito, fortuna che non si era fatto male. (12)
    Mentre stava malvolentieri disteso sopra la pietra un costrutto le passò sopra, le sferrò fulmineamente due calci, l’aveva distrutto? Forse, entrambe le volte sentì quella specie di velo impattare con le gambe.
    Si rimise in piedi cercando di darsi una spolverata, pur non sapendo se era o meno sporco.
    Quei costrutti non emanavano alcun odore, non poteva sentirli nemmeno a pochi centimetri di distanza, doveva proprio andare a sbatterci, anche perché fare acrobazie a mezz’aria o sgambettare qua e la come un matto non era la cosa migliore, si sedette nella pietra e aspettò i costrutti.
    Lentamente uno avvolse la spalla sinistra, scorreva per tutto il suo corpo fino a quando non arrivò dall’altra parte, badare all’ultimo senso disponibile era fin troppo semplice ogni cosa non sentita prima pareva accentuarsi ancor di più, quella la sfortuna del costrutto che si ritrovò sopraffatto da due rapidi pugni inferti con lo stesso braccio.
    Non sapeva a che velocità si muovessero, però non erano pochi, soprattutto in quell’aria così ristretta, infatti poco dopo un ulteriore costrutto gli avvolse i piedi, quasi teneramente, purtroppo la sua “dolcezza” non era ben accolta, quel tocco era molto simile all’aria fresca quando si incanala per la gola, solo che lo provava in altre parti del corpo, come poco prima il costrutto venne eliminato con un forte colpo a martello portato con i pugni intrecciati.
    L’ultimo, quasi impercettibile, velo lo sorprese dalle spalle, i costrutti si comportavano quasi come sentinelle, muovendosi per tutta l’aria, quasi volessero aiutare loro a distruggerli, o magari in caso di utilizzo tecniche sarebbe stato più congeniale alla loro funzione rifrangente? Chissà
    L’ultimo costrutto fece la fine della noce Raizen lo afferrò e lo fece impattare violentemente tra le mani e le ginocchia.
    Altri 4 costrutti, secondo i ritmi ora un altro senso sarebbe sparito, o forse no? Forse li avevano abbattuti tutti? O sarebbero stati attaccati? Rimase seduto ad aspettare, con gli occhi aperti e tutti i sensi all’erta, anche se non poteva sfruttarli.






    SPOILER (click to view)
    Shuriken [AaD]x8
    Kunai [AaD]x8
    Filo di Nylon Rinforzato (10 metri) [Vario]
    Kusari Fundo [AdCC]x1
    Uchiha Shuriken [AaD]x4
    speroni [PpCC] x2
    Muschio di Recupero Minore [Tonico]

    Chakra:
    140/140

    ferite:graffio sullo zigomo


     
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    I costrutti. Affinazione dei sensi.



    Il cadavere era ormai una strana forma di emmenthal piena di buchi, di certo non più tanto utilizzabile come scudo, ma almeno lo aveva salvato da parecchi attacchi.
    Attorno a loro sembrava tornata a regnare la tranquillità, ma era ovvio che quella era una calma effimera, il preludio di qualche altro nuovo grattacapo.
    Infatti subito dopo il sensei li avvertì di un nuovo pericolo. Erano circondati da costrutti di chakra, capaci di amplificare qualunque jutsu. Probabilmente gli inseguitori volevano servirsene per eliminarli con un unico jutsu.
    Infastidito da questa notizia Hamano guardò di sbieco il sensei.


    Mi scusi sensei, non vorrei sembrare maleducato, ma non è che qualcuno ce l' ha con lei e vuole farla fuori e noi due siamo solo vittime involontarie?
    Lo dico perchè questi dannati non ci hanno mollato un attimo.


    Dopo queste parole Hamano partì alla ricerca dei costrutti. Si preannunciava una sfida molto difficile.
    Cominciò a camminare un po' alla cieca, ma fece poco più di qualche metro che si ritrovò, quasi per caso, davanti ad un qualcosa di indefinibile. Non era neanche certo di vederlo, però si poteva notare una lieve increspatura nell'aria. Un po' goffamente Hamano riuscì a toccare questo costrutto, perchè non riusciva bene a capire a che profondità si trovasse l'oggetto.


    Cavolo, ma sono quasi invisibili.

    Solo ora che aveva portato la propria attenzione totale al costrutto Hamano sentì il debole ronzio che emetteva. Fece fatica ad udirlo, e inizialmente pensò che fosse presente nella sua testa, ma si accertò che quei stani costrutti emettevano un suono, erano tangibili e debolmente visibili.
    Come indicazione del sensei Hamano scaricò due bei sacagnozzi contro il costrutto, distruggendolo. Fu sicuro del risultato nel non sentire più il brusio, perchè nel tirare i pugni aveva sentito poco o niente.


    Bene, uno è fatto fuori.

    Memorizzando l'aspetto e le peculiarità di quei costrutti ora avrebbe avuto più possibilità di trovare velocemente gli oggetti senza perdere troppo tempo.
    Cercando di individuare i costrutti sfruttando il riflesso della luce del sole, Hamano si portò vicino al cadavere che aveva lasciato noncurante per terra. Lo guardò con uno sguardo tra il pietoso e il disgustato alla vista del corpo senza vita, ma ciò che lo attirò maggiormente fu la strana increspatura che aveva sulla pelle, che prima non aveva notato.
    Girando attorno al corpo Hamano vide che non era la pelle, ma un altro dei costrutti, che si librava poco sopra il cadavere.


    Cavolo, come morto sei stato davvero utile.

    Intravedendo il costrutto Hamano lo distrusse agevolmente per poi mettersi alla ricerca degli altri.
    Era un lavoraccio che lo snervava parecchio, dato che la concentrazione doveva sempre essere massima per riuscire ad individuarli.
    Hamano sinceramente non sapeva bene dove dirigersi, quindi cominciò a girare un po' a vuoto, puntando sulla fortuna. In religioso silenzio Hamano portò la sua totale attenzione all'udito, l'unico senso che poteva dargli qualche speranza di cavarsela.
    Si stava avvicinando ad un folto gruppo di alberi, quando avvertì un debole ronzio, che però non seppe bene se identificarlo come originario del costrutto o di qualche rumore della natura circostante.
    Chiudendo gli occhi, Hamano mosse le mani a tentoni, seguendo il più possibile il rumore appena poco udibile. Con gli occhi chiusi non si accorse di andare a sbattere contro un albero, ma a contatto con la dura corteccia non fece alcun grugnito di dolore o quant'altro, non voleva perdere neanche per un attimo il rumore di un probabile costrutto. Solo ora che era attaccato all'albero avvertì più distintamente il ronzio, e movendo le mani in quella direzione ebbe la stessa sensazione di prima, cioè quella di toccare un qualcosa di ectoplasmatico. Aprì gli occhi e girando la testa vide il terzo costrutto. Con un ghigno soddisfatto Hamano distrusse anche quello. Stava procedendo bene.
    Il ragazzo ritornò nella radura e questa volta tentò un approccio diverso.
    Dato che i costrutti potevano librarsi in aria nulla vietava che fossero anche a pochi centimetri da terra. Tenendosi a livello del terreno il ragazzo cominciò a perlustrare una piccola radura a mò di segugio, quando, in mezzo ai steli d'erba avvertì il ben noto sibilo di un costrutto. Sulla base uditiva avrebbe trovato senza particolare difficoltà gli altri costrutti. Appena però distrusse il quarto piombò nel totale silenzio.
    Tutti i consueti rumori della natura che aveva avvertito fino a poco fa cessarono, rendendo quel silenzio addirittura fastidioso per le orecchie.
    Provò a parlare verso i suoi due compagni, ma dalla propria bocca non uscì nessun suono. Provò anche ad urlare ma l'unica cosa che ricavò fu solo un grosso mal di gola.


    Maledetti, mai che una cosa possa essere facile.

    Ora la ricerca e distruzione dei costrutti sarebbe stata ancora più difficile.
    Non aveva più a disposizione l'uso dell'udito per trovare i costrutti, ma comunque ce l'avrebbe fatta a trovare gli altri costrutti. Ne andava della propria vita.
    Guardando i suoi due compagni capì che anche loro si trovavano nella stessa situazione. Guardando il sensei Hamano vide quello che probabilmente era un costrutto, ma anche Raizen lo notò, e ci si buttò immediatamente sopra.


    Cavolo, me l' ha fregato.

    Non si scoraggiò e riprese la propria ricerca, cercando ora di sfruttare al meglio i pochi raggi del sole per intravedere qualche altro costrutto.
    Cambiando i vari punti di vista, cioè alzandosi e abbassandosi, girando la testa da una parte all'altra, Hamano riuscì a intravedere un altro costrutto, anche se temette fosse solo uno scherzo dell'immaginazione. Avvicinandosi Hamano si accertò che fosse uno di quei dannati costrutti che lo facevano penare, e lo distrusse con due bei diretti.
    Nel riprendere la sua ricerca Hamano cominciò a girare a vuoto, dato che ciò che pensava fosse un costrutto si rilevava solo un gioco di luce dei raggi solari. Quando pensò di non riuscire più a trovarli, nel camminare avvertì la presenza di un qualcosa sulla pelle. Non ci mise molto a costatare che fosse un altro costrutto. Da chissà quanto tempo ci stava girando attorno.
    Con due secche gomitate lo distrusse, tenendo conto che oramai ne aveva già distrutti una mezza dozzina.
    Hamano cominciò a sentirsi stanco. Quello che stava facendo era oltremodo snervante, poi la costante minaccia di rimanere secchi rendeva il tutto ancora più fastidioso.
    Poggiando lo sguardo a terra vide un l'erba, solo che era un po' diversa. I colori, in quella piccola area che stava osservando, erano un differenti dal resto dell'erba circostante, e Hamano, avvicinandosi di più in quel punto scoprì un altro costrutto.
    Il ragazzo si rialzò e lo ruppe con un paio di calci, soddisfatto di averne trovato rapidamente un altro.
    Hamano andò ad appoggiarsi ad un albero. Gli occhi cominciavano a dargli fastidio per il troppo sforzo, così decise di prendersi due minuti di riposo.
    Guardando a destra e a manca però il ragazzo vide qualcosa, colpito da un raggio di luce, che lo fece esultare di gioia.
    Non uno, ma ben due costrutti.
    Con due ampie falcate Hamano si ritrovò davanti al primo, mentre il secondo si trovava a circa quattro metri di distanza. Intrecciò le mani, e come un martello si abbatté sul primo dei due costrutti. Si sarebbe diretto immediatamente verso il secondo se però in quel momento il nero lo avvolse, togliendogli insieme all'udito anche la vista.

    Ma porca miseria, perchè le cose vanno sempre a complicarsi.

    Nel buio totale gli rimaneva solamente il tatto per riuscire a scovare i costrutti, ma, se la vista non lo aveva ingannato, era certo che poco prima che il buio lo avvolgesse il secondo costrutto avesse cominciato a muoversi.
    Movendosi a passi insicuri Hamano si avvicinò alla zona dove aveva visto l'ultima volta l'oggetto, ma agitando le mani un po' dappertutto non ne avvertì la presenza.
    Sapendo che ogni attimo perso era cruciale Hamano cominciò a dirigersi velocemente nella direzione dove era sicuro il costrutto si fosse spostato, sperando che quei cosi viaggiassero unicamente in linea retta.
    Non era neanche particolarmente sicuro di andare nella direzione giusta, ma tant'è che continuando ad andare avanti le sue mani avvertirono un qualcosa di diverso, una sensazione che scomparve quasi subito. Sicuro che si trattasse di un costrutto Hamano ricominciò a camminare, fino a quando non avvertì distintamente la presenza dell'oggetto vicino alla propria spalla. Velocemente si girò, e facendo mente locale sulla posizione del costrutto e sul suo movimento Hamano tirò due pugni, ma solo uno lo colpì, dato che nel primo avvertì la sensazione del costrutto mentre nel secondo no. Non poteva rischiare di perdere di "vista" quel dannato costrutto così avanzò rapidamente fino a sentirlo nuovamente, per poi sferrare un ultimo pugno.
    Ma era sicuro che si fosse disintegrato? C'era solo da sperare.
    Il ragazzo era in evidente difficoltà. Aveva camminato per una decina di metri, ma senza avvertire più costrutti, e un paio di volte andò a sbattere contro un albero.

    Se non riesco ad arrivare a quei cosi allora saranno loro che arriveranno da me.

    Per la legge dei grandi numeri, se Hamano fosse stato fermo immobile, prima o poi qualcuno dei costrutti sarebbe passato vicino a lui.
    Stando in piedi Hamano attese in religioso silenzio, anche perchè non poteva di certo parlare.
    Attendendo per un tempo che gli parve infine Hamano avvertì il tocco vellutato di un costrutto all'altezza del collo, e come una molla Hamano scagliò sei pugni per distruggere il costrutto, non sicuro di riuscire a frantumarlo coi primi due. Capì che doveva essere sicuro dove colpire, quindi ora si sarebbe limitato unicamente a due colpi precisi, avendo oramai capito come si spostavano gli oggetti.
    Attese immobile come uno spaventapasseri, quando l'ennesimo ed odiato costrutto gli passò vicino al ginocchio, e senza esitare Hamano sferrò due ginocchiate, ed in entrambe avvertì la leggera brezza del costrutto, e ciò stava a significare che l'aveva colpito, e probabilmente distrutto.
    Ancora in attesa Hamano sentì un nuovo costrutto arrivargli all'altezza del bacino. Hamano sferrò due calci di cui solo uno arrivo a colpire il bersaglio. Non c'era tempo da perdere, perciò il ragazzo, in un gesto disperato, si buttò a pancioni nella direzione del costrutto, e quando cadde a terra, oltre ad un forte dolore al corpo, Hamano sentì anche il costrutto sfracellarsi sotto di sé.
    Se la matematica non era un'opinione ogni quattro costrutti distrutti avrebbe perso l'utilizzo di un senso, sperando che però quella tortura finisse presto.
    Voleva assolutamente finirla con questi scherzi da parte degli inseguitori.






     
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    Entrambi gli utenti ottengono l'Energia Rossa

    Il post arriverà domani, ora il Torneo di Oto mi sta tenendo occupato

     
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    Distrutto l'ultimo costrutto, il buio e il silenzio non volevano saperne di cessare. Possibile che fosse un Genjutsu? Eppure non vi fu alcuna reazione quando provò a sfruttare il suo chakra nella tecnica del Rilascio. All'imorovviso un violento spostamento d'aria travolse l'otese e gli altri due ninja, sollevandoli da terra e cominciando a sballottarli qua è là! Forse era avanzato qualche costrutto, ma se così non era, allora Febh non osava pensare che razza di effetto avrebbe avuto quel Jutsu con gli amplificatori!

    I loro sensi ritornarono normali di colpo...ma forse restare nell'oblio sarebbe risultato più piacevole. Erano come al centro di un immensa sfera di vento, con le correnti che li trascinavano liberamente, facendoli sbattere fra loro e contro i detriti che si erano sollevati dal terreno.

    Tanta era la potenza di quel Fuuton, che ampie zolle di terra, ben più grandi degli shinobi, vagavano in preda alle correnti, quasi fossero isole in quel mare di vento. Non si riusciva a vedere al di fuori delle fitte raffice, e un sibilo fortissimo rimbombava nelle orecchie. prima che potessero raccapezzarsi, ciascuno di loro aveva subito un bel pò di botte [Ferita Media, diffusa]

    Poi all'improvviso la voce di Febh sarebbe risuonata nelle menti dei due Genin. CHAKRA ADESIVO!!! ATTACCATEVI ALLE ZOLLE DI TERRA E REGGETEVI PIU' FORTE CHE POTETE!! Comunicare col chakra. L'importante era che lui potesse parlare, e la sua voce avrebbe raggiunto le menti alleate...poco contava che il sibilo coprisse i suoni. Nonostante quel pandemonio, i genin avrebbero potuto vederlo mettere in pratica quel suggerimento. Venne sbattuto su una roccia, ma piantò le mani nel terriccio e puntò i piedi, aderendo (era improbabile che in quella situazione i due capissero che stava usando il chakra adesivo anche con le mani, essendo le stesse coperte). La forza del suo chakra adesivo era sufficiente, ma la loro sarebbe bastata?

    CITAZIONE
    Il vento cerca di strapparvi con una forza pari a quella di una energia Rossa aumentata di due tacche. Dovete migliorare le capacità adesive per riuscirci. Ricordate che riuscire al primo tentativo sarà ben poco probabile, senza contare che siete feriti e che se venite di nuovo trascinati dalla corrente subirete una nuova ferita Medio-Leggera prima di riuscire a riattaccarvi alle zolle. potete far presa con le mani a radici o simili, ma se perdete la presa col chakra adesivo non dureranno comunque a lungo.

    Perdonate il ritardo mostruoso ç_ç

     
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    L’ultimo di quegli affari era andato, era sicuro, o almeno il suo ultimo senso rimastogli non sentiva nulla: il vuoto totale, sembrava l’avessero immerso in un barattolino colmo di oscurità per poi richiudere il tappo.
    Nulla.
    Poi improvvisamente venne sbalzato via, il suo ultimo senso rimasto gli fece percepire una potente corrente ventosa che lo sbalzò via, ma non solo a lui, la terra che aveva sotto i piedi si smosse insieme a lui facendoli perdere anche l’equilibrio, in quel trambusto venne rotto anche il barattolino di oscurità che lo conteneva e i sensi tornarono tutti in una volta.
    Terribile.
    Si ritrovò catapultato nel bel mezzo di una tempesta dalla potenza innaturale e veniva sbattuto da una parte all’altra come pallina matta, solo che non poteva vantare la stessa invulnerabilità.
    Quel turbinio aveva però un ciclo, o meglio delle raffiche, e finito il primo riuscì ad appigliarsi ad una zolla di terreno, aveva male in ogni dove, ma doveva cercare di non far ripetere quella spiacevole esperienza.


    Credo che fonderò un comitato per i diritti e la protezione delle palline.

    Un pensiero idiota, forse dovuto ai colpi che aveva preso alla testa.
    Dopo giunse alle sue orecchie la voce di febh, tonante gli ordinava di utilizzar il chakra adesivo.


    Si, una volta ogni tanto ha ragione... anche se ce da dire che la cosa era scontata....devo appiccicarmi ad una zolla bella grossa e starci appiccicato come una cozza.

    Sapeva usare quel potere, ma si rivelò inutile: troppo debole, la seconda raffica lo prese totalmente alla sprovvista e lo soffiò via come una foglia rinsecchita, di nuovo quel ruotare senza controllo, di nuovo quella moltitudine di sassi che quasi gli piovevano sopra, venne sbattacchiato come una bambola di pezza per chissà quanto, cercava di non dare un tempo a quella specie di tortura, atterrò infine su una seconda zolla.
    Radici, doveva cercare radici per acquistare tempo.
    Ne trovò una sola vi inserì il braccio sino al gomito per poi fletterlo.
    Ci sarebbe voluto qualche minuto, forse meno alla raffica successiva, doveva concentrarsi, doveva essere rapido.
    Doveva impastare la stessa quantità di chakra , altrimenti la tecnica avrebbe fallito come fare?
    La sua mente pensò rapida, stava incollato ad una radice e certamente gli arbusti sapevano come tenersi aggrappati visto che la maggior parte di quelle zolle era tenuta insieme da un arbusto.
    Giunse l’idea, come illuminazione divina prese sopravvento nel suo cervello attivando tutto il corpo.
    Fluì sui piedi quella irrisoria quantità di chakra necessaria ad attivare il chakra adesivo, ma non lo fece fluire come al solito fuori dal suo corpo, imitò chi aveva più esperienza, i padroni di quelle radici che lo aiutavano a tenersi sulla zolla.
    Non era semplice, doveva tenere la concentrazione al massimo, fu lui ora a procurarsi il barattolino di oscurità per rinchiudersi li dentro.
    Nonostante il caos totale che regnava all’esterno dentro era calmo, il suo animo freddo non venne smosso dal caos, da quel terremoto di sensazioni, dopotutto sarebbe stato distruttivo in quel momento provare paura.
    Come la prima volta doveva immaginare la forma da far prendere al suo chakra, il potere della mente era l’unica cosa che su esso poteva influire.
    Gli servivano delle radici, non grosse, non spesse, ma forti.
    Fini, filiformi, in abbondanza, seghettate.
    Lentamente nella sua mente prese forma una luminosa composizione di fili, generati da un’unica matassa ricadevano da essa leggeri ma forti, numerosi e diramati, meglio disposti delle stesse radici degli alberi, pronti a ghermire qualsiasi cosa.
    Gli diede vita e lentamente scivolarono fuori dai suoi piedi, veloci si espansero nella zolla tenendola unita, come una mano con un pugno di sabbia, ed insieme ad essa tenevano saldamente i piedi di Raizen, incollati.
    V’era riuscito, ora doveva solamente sperare che le raffiche di vento non si facessero più potenti.
    Attese mentre sperava, dopotutto, nonostante l’assenza di paura, non voleva morire.






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    Chakra:
    140/140

    ferite:graffio sullo zigomo
    media+medio-leggera diffusa su tutto il corpo.

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    In volo



    Il buoi e quell'insopportabile silenzio sembravano non volessero cessare rendendo la vita di Hamano un vero inferno. Era improbabile che si trattasse di un genjutsu, data la naturale resistenza del ragazzo verso questo genere di tecniche.
    Stava girando a tentoni, alla ricerca di un qualche contatto coi propri compagni. Non è che soffrisse di solitudine, ma trovare qualcuno in mezzo a quel buio lo avrebbe aiutato notevolmente a recuperare il senso d'orientamento, oramai completamente perso.
    Senza preavviso si sentì sollevare da terra. Provò a cacciare un urlo ma i costrutti gli rubarono nuovamente la voce, facendo perdere il suo lamento nel vuoto. Probabilmente era sopravvissuto qualche costrutto che era stato usato dai loro inseguitori. Non erano stati abbastanza bili da abbatterli tutti.
    Tutto d'un tratto il buio scomparve e tornò la luce, i suoni ricomparvero nell'udito del ragazzo, gli odori pervasero nuovamente le narici del sunese.
    Ma avrebbe preferito rimanere nell'ignoranza, per una volta. Hamano si ritrovò sospeso in aria in mezzo ad un tornado. Ora le urla di spavento uscirono genuine dalla bocca dl ragazzo, nel ritrovarsi intere zolle di terra più grande di lui a volargli addosso.
    Venne attaccato da innumerevoli zolle che lo sbatacchiarono violentemente di qua e di là senza possibilità di trovare un minimo appiglio.
    In preda al più grande dei sconforti sopraggiunse la voce del sensei, che chissà come riusciva a comunicare con lui mentalmente.
    La sua idea era semplice e ovvia. L'utilizzare il chakra adesivo era l'unica possibilità, e Hamano tentò immediatamente di applicare il suggerimento.
    Si ritrovò schiaffato su una roccia il doppio più grande di lui, che lo andò a investire completamente. Subito cercò di afferrare qualunque cosa lo aiutasse a reggersi, e trovò appiglio solo in qualche pezzo d'erba. Sapeva bene che i ciuffi d'erba non avrebbero resistito molto perciò attivò il chakra adesivo.
    All'inizio sembrava che avesse fatto presa, ma dovette ricredersi. Il forte vento lo scollò ferocemente, facendogli portare con sé qualche zolla di terra.
    Nuovamente venne sbattuto tra vari massi di diverse dimensioni, fino a quando non si ritrovò casualmente appiccicato ad un nuovo enorme masso.
    Questa volta non si sarebbe fatto strappare dalla sua unica ancora di salvezza.
    Movendo forsennatamente le mani il ragazzo afferrò qualcosa che gli sembrava saldo al terreno, guardò con attenzione e vide un cespuglio. Non fu mai così grato ad un vegetale.
    Appoggiò la mano libera sulla terra e cominciò a creare il cosiddetto chakra adesivo, ma con una sola mano la prossima raffica lo avrebbe strappato come quella precedente. Il vento era comunque parecchio forte e tentò varie volte di strapparlo via, ma quelle raffiche non erano ancora abbastanza forti da risucchiarlo, però non ci sarebbe voluto molto tempo prima di ritrovarsi sospeso nuovamente in aria.
    Hamano puntò i piedi a terra cercando in tutti i modi di scavare una buca dove aggrapparsi a qualcosa, qualunque cosa.
    Anche ai piedi come alle mani Hamano fece scorrere del chakra adesivo, trasmettendo piccole e continue correnti di chakra, ma constatò che ancora così non era sufficiente. Doveva trasferire quella capacità di controllare il chakra anche ad altre parti del corpo, doveva estenderla in modo da avere più presa sul terreno.
    Si ritrovò così a cercare di estendere il chakra adesivo alle braccia e alle gambe, ma subito i primi tentativi furono vani.
    Doveva concentrarsi altrimenti non avrebbe concluso niente.
    Faticosamente svuotò la propria mente, e il vento, le raffiche, le zolle e i dolori su tutto il corpo diventarono un lontano ricordo.
    Si ritrovò ad avvertire unicamente il chakra che aveva nelle mani e nei piedi, mentre tutto il resto era nulla.
    Lentamente Hamano cominciò ad ingrandire la quantità di chakra che portava agli arti, ma senza strafare, troppo chakra avrebbe cancellato la tecnica. Subito il ragazzo si concentrò sui piedi, e cominciò a far salire la zona del chakra adesivo fino alle caviglie. Anche se di poco Hamano avvertì la presa maggiore che aveva sul terreno, e soddisfatto del risultato continuò ad emettere quantità regolari di chakra ad impulsi, anche se controllare una maggiore quantità di chakra in quel modo era dannatamente difficile.
    Però, pian piano, il chakra arrivò fino alle ginocchia, e sudando, il ragazzo riuscì a tenere il controllo su quella quantità di energia. Sapeva bene di non aver ancora molto tempo, perciò doveva darsi da fare anche con le mani.
    Staccò la mano ancora aggrappata al cespuglio e si meravigliò di quanta stabilità aveva guadagnato con le gambe, che lo tenevano ben ancorato al terreno, anche se solo per la metà inferiore.
    Ora oltre alle gambe doveva controllare il chakra anche per le braccia, e temette che con tutta quella quantità di chakra avrebbe perso la concentrazione proprio nel momento in cui gli sarebbe servita di più.
    Comunque, ignorando quei pensieri negativi, cominciò a far crescere la quantità di chakra nelle proprie mani, mentre il vento preavvisava l'arrivo di una nuova raffica bella potente.


    Però questa volta col cavolo che mi togli da qui.

    Rivolse quella frase di sfida al vento minaccioso, anche se si accorse subito dopo che fu parecchio stupido dato che rischiò di perdere il controllo sul chakra con quel momento di distrazione.
    lavorando costantemente il chakra cominciò ad espandersi e ad andare ad incollare parte delle braccia al terreno, ancorandolo sempre di più.
    Faticando arrivò fino all'altezza del gomito, sapeva che da lì in poi gli sarebbe stato quasi impossibile tenere a bada tutto quel chakra, in una situazione come quella poi...
    Aggrottò la fronte come se stava cercando una soluzione al problema della sua vita. Un attimo di distrazione e tutto quel controllo che aveva faticosamente raggiunto sarebbe terminato, lasciandolo in balia del vento.





     
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    Raizen sembrava essersi appeso saldamente, ma lo stesso non si poteva dire di hamano, che scoprì come il reggersi a quel modo prosciugasse sempre più le sue energie...comunque il supplizio non durò poi a lungo, perchè ben presto tutti e tre gli shinobi persero i sensi, raggiunti da uno spostamento d'aria ben più violento dei precedenti, che sembrava arrivare dal basso.

    Si risvegliarono diverse ore più tardi, svegliati da alcune gocce gelide che piovvero sul loro volto, solo per trovare Febh seduto su una roccia, apparentemente perso nei suoi pensieri. Erano in una grotta, non molto ampia...sembrava più una nicchia in una caverna più ampia, a dirla tutta, ed era fiocamente illuminata da una corda che bruciava a terra. La avevo io..l'ho bagnata con dell'alcool e poi la ho accesa. Non so bene cosa sia successo... Spiegò Mi sono svegliato qui poco fa...dei nemici nessuna traccia..e non ho idea di dove siamo..so solo che ci sono quelli. Allungò la mano oltre l'ingresso della nicchia, in basso, dove centinaia..forse migliaia di serpenti di varie dimensioni si contorcevano a formare un immenso mare di spire.

    Alcune specie le conosco...e hanno veleni talmente terribili che è meglio che non ne conosciate gli effetti. Mi chiedo però perchè non salgano fin quassù... Eppure, in lontananza, oltre il mare di serpi stava una fonte luminosa, presumibilmente una uscita. purtroppo non si vedeva quanto fosse ampia lateralmente la caverna.

    Hamano era praticamente a pezzi [2 Bassi residui] al punto che Febh gli domandò Ma che diavolo hai cercato di fare per ridurti così? Sembri uno che ha iniziato a sparare chakra da tutto il corpo contemporaneamente! Poi scosse il capo, mormorando Come se potesse esistere qualcuno così stupido da provarci...è praticamente impossibile controllare il flusso da tutto il corpo..si finirebbe solo per buttare via il chakra con vantaggi minimi...forse qualche ninja esperto ce la farebbe, ma ne dubito seriamente.

    Raizen stava meglio, perchè era riuscito a ottimizzare la sua adesione senza sprecare chakra aggiuntivo, ma il suo volto era irriconoscibile: segni di pennarello disegnavano dei ridicoli baffi, per non parlare dei cerchi intorno agli occhi e dei pastrocchi sulle guance. Ovviamente non poteva vedersi il viso da solo, e ancor meno avrebbe potuto vedere il pennarello che riposava in fondo alla sacca dello Yakushi.

    L'unica è andare verso l'uscita...forse capiremo cosa è successo. Abbiamo tre possibilità: farci strada tra i serpenti. Alzò l'indice Camminare sulle pareti e fare un giro largo..sempre che sia possibile Alzò il medio Oppure passare dal soffitto Ed alzò l'anulare. Non so voi..ma preferisco la terza ipotesi. Suppongo non sappiate camminare sul soffitto, vero?

    Ok, andiamo con ordine. Per camminare al contrario serve una quantità di chakra doppia rispetto a quando si cammina in verticale. Ma questo non basta...bisogna anche ottimizzare il proprio chakra in modo da avere la massima adesione possibile con la minima superficie. Fate qualche prova qui, dove non ci sono serpenti, poi proveremo ad andare...per sicurezza però sarà meglio che vi assicuri con del Nylon, durante la traversata, perchè non ho intenzione di tuffarmi tra i rettili per recuperarvi.

    Tu Hamano sembri a pezzi...ma non ho altri tonici,...se ne hai qualcuno di tuo usalo..oppure chiedilo a Pierrot, qui Concluse additando il foglioso.

    Una volta che si fossero impratichiti a sufficienza, Febh avrebbe dato il via al viaggio. Non era un percorso facile, perchè dovevano percorrere circa quatrocento metri, con molte stalattiti come ostacoli. Ovviamente per due principianti come loro correre era fuori questione...e ad aggravare il tutto, dalla metà del tragitto in poi alcuni serpenti avrebbero attentato alle loro carni, spiccando balzi impressionanti fin quasi al soffitto per cercare di azzannarli! [Velocità 325] Febh avrebbe cercato di difenderli dalla maggior parte degli assalti..ma ognuno di loro avrebbe dovuto fronteggiare almeno cinque attacchi per conto proprio, nonostante la posizione precaria e la tensione dovuta al mantenersi appesi (senza contare la poca esperienza nello stare a testa in giù)

    CITAZIONE
    Prova per Camminare al Contrario. Se ci sono dubbi chiedete pure. Dato che la prova di Hamano non era adeguata, per i motivi spiegati da Febh avrà meno chakra e dovrà lavorare d più per ottimizzare la propria adesione senza aumentare i costi e le aree ricoperte da chakra.

     
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    Strizzò qualche volta gli occhi mentre gelide gocce gli bagnavano il viso, aperti gli occhi si ritrovò dentro ad una grotta fiocamente illuminata, il prima lo ricordava vagamente, quel fortissimo vento l’aveva sbattuto qua e la fino a fargli perdere i sensi e ora si ritrovava dentro a quella grotta, rialzandosi, senza pensarci, pose la domanda più inutile in quel momento:

    Come ci siamo finiti qua dentro?

    In compenso gli venne però indicata una marea di serpenti che gli ostacolava il passaggio verso quella che pareva l’uscita della grotta, l’unico metodo per salvarsi era camminare sulla volta della grotta.
    Mentre Febh vomitava spiegazioni teoriche Raizen annuiva annoiato, rendendo i pasticci che aveva sul volto, ancora non visti, ancora più comici.
    Appena Febh si interruppe Raizen si alzò in piedi e si avviò verso il muro, un po’ giù di morale, un po’ stanco, larveggiava.
    Si avvicinò al muro e dopo qualche minuto di intenso pensare al nulla per svuotare la mente iniziò.
    La parte di parete da lui scelta non iniziava subito a curvarsi per formare la cupola, ma un piccolo tratto andava perpendicolare, attivò il chakra adesivo e cominciò a scalarla, arrivato abbastanza in alto si lasciò cadere con la schiena rivolta verso terra il vento portato spostò i suoi capelli e gli accarezzo il volto, solo per pochi istanti, poi un veloce colpo di reni lo capovolse per farlo atterrare con i piedi, i piedi gli dolevano lievemente i piedi: era atterrato male.
    L’esercizio non aveva nessun fine per migliorare il suo controllo del chakra, ma più in la sicuramente le sarebbe servito.
    Si arrampicò nuovamente per la parete rifacendo per 3 volte il semplice esercizio, l’ultima volta il movimento era diventato fluido e automatico, come se Raizen stesse facendo un ulteriore passo, si capovolgeva nell’aria e atterrava con estrema facilità.


    Bene.

    Spezzò lo strisciante silenzio che regnava nella grotta con quel unico commento prima di risalire per l’ennesima volta per la parete, questa volta si sarebbe impegnato per portare a termine l’esercizio.
    Non poteva chiudere gli occhi, doveva mantenere gli occhi aperti per non rischiare di appendere ciò che aveva tra le gambe a qualche stalattite, doveva riuscire a concentrarsi senza bisogno di estraniarsi totalmente dal mondo che lo circondava, prese a camminare a piccoli passi, la forma sferica della cupola gli dava una mano nello svolgere l’esercizio, in quanto per arrivare all’apice e quindi totalmente a testa in giù avrebbe dovuto fare più strada e in questa aumentare gradualmente il chakra, e quindi prendersi il tempo per dosarlo al meglio.
    Utilizzò per i primi metri il metodo scoperto per aggrapparsi alle zolle di terra, e mano a mano che la pendenza aumentava, creava delle nuove radici sostenendole con un sempre maggior apporto di chakra, era però difficile abituarsi a quella pendenza e il sangue alla testa tendeva a fargli perdere la concentrazione.
    Non riuscì ad arrivare all’apice, cedette e come dei cavi tesi all’estremo tutte le radici create si ruppero lasciandolo cadere nel vuoto, ma era pronto, non venne minimamente colto di sorpresa dalla caduta, con un movimento quasi aggraziato per l’estrema agilità con cui venne compiuto, riuscì ad atterrare illeso sul pavimento roccioso con la silenziosità e la destrezza di un gatto, mentre il suo mantello gli ricadeva lentamente addosso.
    Riprese l’esercizio, tentò di animare le radici come tentacoli, l’esercizio non venne così bene come lo immaginava, ma lo spargersi del suo chakra uniformemente lo aiutava parecchio facendolo aderire come una ventosa alla parete umidiccia.
    Ad ogni passo un nuovo “tentacolo” afferrava il terreno, arrivò a consumare il doppio del chakra, ma finalmente riuscì a capovolgersi totalmente, la situazione vista con quella nuova abilità era tutt’altro che complessa, rilasciò la tecnica e si lasciò cadere verso Febh, per caso si specchiò in una pozzanghera.


    Ah, ecco perché quello strano nome di prima.

    Guardò in cagnesco il sensei e inumiditosi le dita prese a cancellarsi i sublimi interventi di chirurgia estetica che Febh si era dilettato a fargli sulla faccia.
    Appena Hamano fu pronto anche il sensei scalò insieme a loro il muro per compiere l’intera traversata.
    Camminare a testa in giù richiedeva il doppio del chakra, idem per la concentrazione, a quello si aggiungeva la scarsa abitudine a camminare capovolto, era una strana sensazione, le gambe tornavano su senza sforzo e dovevano andare giù obbligate dai muscoli, tutto ciò mentre il sangue gli andava alle tempie e mentre era impegnato a camminare in mezzo alle stalattiti che gli facevano da ostacoli.
    Cadette, senza alcun preavviso, si staccò dal “suolo” e precipitò verso il mare di serpenti, una piccola goccia di sudore, seguita da altre, mentre quel mare di spire agitato da chissà cosa iniziava a muoversi con sempre maggior violenza.
    Percorsi duecento metri alcuni grossi serpenti presero a saltare verso i tre, il primo non fu per nulla avvertito da Raizen che era impegnato a procedere, fortunatamente Febh fu più lesto di lui e con un veloce colpo devio letteralmente il serpente per poi rispedirlo in mezzo agli altri.
    Al sentire il secco suono del serpente che veniva steso Raizen guardò verso la fossa, e notava che quello non era l’unico serpente speciale, ma al suo pari molti altri tentavano di ghermire le carni dei tre, nonostante la forma poco adatta i serpenti erano velocissimi e scattavano verso di loro ad una velocità impressionante, fortunatamente non erano in grado di esibirsi in complesse evoluzioni aeree, quindi la distanza che c’era tra loro e le serpi gli permetteva di reagire con largo anticipo.
    Ci voleva solo un po’ di attenzione, appena la seconda serpè tento di ghermirlo prontamente Raizen arrestò il suo passo per vederla sfilare davanti a lui soffiando inviperita, ma come si interruppe la sua concentrazione vacillò e al suo pari il controllo che aveva sul chakra adesivo appena appreso, un breve moment di squilibrio passato in fretta.
    Non voleva colpire quei dannati lombrichi troppo cresciuti, avrebbe altrimenti rischiato di distrarsi troppo, doveva continuare a procedere tranquillamente, dopotutto Febh gli avrebbe dato una mano forse.
    La seconda e la terza parevano sincronizzate, appena Raizen si arrestò per schivare la prima delle due la seconda scattò, non aveva tempo di pensare, o colpiva la vipera rischiando di perdere l’equilibrio oppure si faceva mordere. La mandibola del rettile scattò nel vuoto mentre impattava sul pugno sicuro di Raizen, erano stati pochi istanti, chiuse gli occhi per concentrare la sua concentrazione e sfruttando un po’ di memoria fotografica intercettò il corpo longilineo del rettile, rimase immobile senza perdere l’equilibrio.
    Dopo essersi ripreso dal lieve spavento riprese a camminare attento a non perdere di vista le insidiose spire che ci muovevano impazienti sotto di lui.
    Quasi come se le vipere avessero notato l’efficacia di un attacco portato in perfetta sincronia ritentarono, Raizen però, forte di una maggiore abitudine a controllare quel chakra dalle qualità appiccicosicce riuscì ad arrestarsi e ad intercettarle con due kunai impugnati poco prima, non riuscì, per via della loro velocità, ad ucciderle ma almeno non lo ferirono.
    Ancora qualche passo e finalmente la luce l’avrebbe liberato da quella appiccicosa oscurità.






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    Pierrot fece qualche esercizio preparatorio, come gli era stato consigliato, e non sembrava avere grossissimi problemi, anche se cadde diverse volte. Sembrava aver notato il suo nuovo look, ma non doveva piacergli granchè, visto come lo cancellò all'istante...Febh fece un piccolo sbuffo, visto come il suo capolavoro fosse stato rovinato..purtroppo...

    [...]

    Per quanto avanzassero la luce non si faceva affatto più vicina..ed anzi la stanchezza iniziò a far sentire il suo peso, lasciando le membra via via più pesanti, mentre i serpenti, all'apparenza infiniti, ancora attentavano alle loro vite.

    Tutto questo non ha senso! Un posto del genere non può esis...

    Si bloccò di colpo, mentre un serpente gli azzannava la spalla, senza che lui battesse ciglio. Che idiota! Scosse il capo, congiungendo le mani in un sigillo e svanendo nel nulla, come se l'aria stessa lo avesse inghiottito. Pochi istanti dopo entrambi gli shinobi avrebbero sentito un tocco sulla spalla, subito seguito da un vero e proprio black-out sensoriale. Questione di poco, perchè subito si ritrovarono coi piedi per terra, ciascuno legato ad un albero con del nylon che Febh si stava affannando a tagliare.

    Un dannato Genjutsu...odio i genjutsu! Borbottava lo Yakushi. Poco lontano un uomo vestito di nero era disteso a terra, apparentemente privo di sensi. Meno male che ne hanno lasciato solo uno a guardia...e anzi, meno male che evidentemente ci volevano vivi!

    Caduti vittima dell'illusione, i tre shinobi erano stati disarmati e legati,ma appena libero il chunin non aveva perso tempo a tramortire il loro guardiano, complice la nuova tecnica da poco sviluppata. Sul suo viso si poteva leggere chiaramente l'irritazione per essere stato catturato, e quando infine recise l'ultimo filo di nylon con un kunai (preso al loro guardiano) Siamo quasi disarmati e non sappiamo dove ci hanno portato..e perdipiù anche se ora non li vediamo dubito siano molto lontani... Rimase in silenzio, a valutare la situazione. Potrebbero esserci trappole o allarmi periferici..e anche se di solito servono a indicare se qualcuno sta arrivando, magari potrebbero scoprirci se scappassimo...

    Si voltò verso gli altri due ninja. Propongo un agguato. Posso legarci in modo da sembrare immobili, anche se in realtà non ci vorrà nulla a liberarci..poi appena i nemici si avvicinano saltiamo loro addosso. Si avvicinò al guardiano a terra e disse Questo qua sarà meglio rimetterlo seduto come era..posso arrangiarlo con del filo e del legno per sorreggerlo..anche se sarà immobile. Il problema sarà aggredire i nemici prima che capiscano cosa sta succedendo.

    Nessuno dei tre era particolarmente rapido, ed anche impastando chakra c'era un limite a quello che potevano ottenere. C'è un modo per avere uno scatto molto superiore alla norma, un surplus. Sollevò il piede, indicando la pianta. Chakra. Disse semplicemente. Sapete che sfruttando il chakra adesivo in maniera errata si viene respinti, no? Beh, con un pò di sforzo si può ottenere di controllare questa repulsione. Certo, si tratta sempre di un qualcosa di estremamente rozzo..è come se vi scoppiasse un petardo sotto i piedi.

    Normalmente lo si sfrutta in difesa, per balzare lontano, anche se in maniera assolutamente poco precisa e misurata..ma in questo caso ci servirà per coprire rapidamente le distanze dai nemici e cercare di sopraffarli.
    Battè le mani. Non penso ci sia tempo di esercitarvi...o la va o la spacca...armatevi e tornate agli alberi..io preparo il palcoscenico Concluse con una espressione decisamente seria.

    Dopo qualche minuto due sagome vestite come il ninja visto diverso tempo prima si fecero avanti nella radura. Non ottenendo risposta dal loro compagno, si fecero circospetti, avvicinandosi per controllare...fecero l'errore di voltare le spalle ai tre prigionieri per un breve istante...era QUELL'ISTANTE!

    Avevano solo due o tre kunai a testa...e un solo tentativo per farcela!...e quel tentativo era da fare SUBITO!

    CITAZIONE
    Serviranno almeno tre balzi in avanti con la repulsione per raggiungere i nemici, gestite questo post come fosse un round di combattimento, e ricordate che lo scoppio della repulsione è qualcosa di nuovo per il vostro pg..non tanto nell'ottenerlo ma nel controllarlo e indirizzarlo anche solo un minimo.

    Voglio una spiegazione di "come" lo gestite in modo da ottenere la repulsione da voi desiderata..sempre che la otteniate sin da subito.

    Hamano recupererà due post in uno (o farà un doppio post, come preferisce)

     
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    Da quanto avanzavano non lo sapeva, le pareva di camminare un enorme rullo dotato di ostacoli, sotto di loro le serpi non finivano mai, pure loro su un rullo.
    La stanchezza cominciava ad essere troppa e il suo passo iniziava ad essere incerto e meno appiccicoso, spesso era costretto ad esitare.
    Mentre si concentrava ascoltava Febh, come lui si era accorto che qualcosa non quadrava, e parve interrotto da una geniale trovata che a Raizen mancò: un genjutsu.
    La cosa strana era che il genjutsu teneva le loro menti “in contatto”, si girò da Febh per parlargliene ma lo vide scomparire come risucchiato da un buco nero, poco dopo un tocco sulla spalla lo fece sussultare togliendoli il respiro.
    Sembrava che Febh l’avesse tratto con viva forza da quel mondo immaginario e l’avesse scaraventato con altrettanta forza nel suo corpo, rinvenne con un piccolo sobbalzo, ma quando provò ad utilizzare la mani per parare una caduta inesistente si rese conto di essere legato come un salame.
    Giunse Febh a liberarlo.
    Ascoltò il suo discorso e mano a mano che Febh spiegava Raizen rifletteva, come poter sviluppare quel potere in così poco tempo?
    Solitamente ci impiegava un po’, tra riflessione e applicazione il tempo scorreva inesorabile, ora avrebbe avuto solamente qualche secondo.
    Ma la soluzione era semplice, avrebbe solo dovuto “non controllare” il chakra utilizzando chakra adesivo a vagonate per riprodurre quel’effetto respingente che aveva potuto testare durante i primi esercizi di controllo del chakra, chiuse gli occhi mentre attendeva.
    Un’incontrollabile rabbia, quasi inspiegabile si fece largo in lui, un sentimento che non sapeva tradurre forse perché immotivato, o forse era semplice voglia di tuffarsi nella mischia, per quella rabbia o per quella voglia, il suo corpo fremette, un’unica volta, prima dell’arrivo dei due shinobi vestiti di nero.
    Una lama d’occhio osservava sotto le palpebre quasi serrate i movimenti dei due shinobi, si voltarono: l’errore!
    Fu un tendersi di muscoli, e in un attimo Raizen balzò in aria, la rabbia lo scagliò verso il nemico che così facilmente l’aveva adescato e contribuì al “non controllo” del chakra, il primo balzo fu esageratamente grande e incontrollabile, catapultò Raizen in avanti facendolo quasi cadere di faccia, riuscì però a mantenere l’equilibrio sull’ultimo piede, appena poggiato, dato che teneva ancora la corda nella mano sinistra, scagliò quest’ultima verso i due ninja, non serviva a creare reali danni ovviamente ma a distrarli dai due kunai che aveva lanciato contemporaneamente in mezzo alle tante spire della corda, mirava al torace dei due avversari.
    Prima di saltare nuovamente sul piede vi impastò il chakra, in minor quantità, e cercando di calibrare al meglio il salto, gli effetti non furono grandiosi, e seppur scagliato in aria con troppa velocità l’equilibrio non fu minato da un improbabile inclinazione del corpo, l’ultimo salto che l’avrebbe portato nei pressi dei due ninja venne apportato con un po’ d’azzardo, il piede destro vene posto esternamente rispetto all’asse del corpo e utilizzando la repulsione Raizen si scagliò roteando verso il ninja alla sua sinistra e impugnando un kunai nella mano sinistra cercò di squarciargli il petto dalla spalla al bacino utilizzando non tanto il movimento del suo braccio quanto quello del suo corpo, sarebbe stato un turbinio di tessuto e bianchi capelli in cui era complesso distinguere la pericolosa mano armata di kunai.
    L’atterraggio sarebbe stato rovinoso se Raizen non avesse ammortizzato la caduta rotolando distante dai due ninja, all’incirca a due metri dalla coppia.
    Sbuffò e alzò la guardia in caso fossero sopravvissuti anche agli attacchi del suo sensei e di Hamano.






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    A testa in giù per poi scattare



    Sapeva di aver fatto una cavolata. Ne era ben consapevole. Se n'era accorto quasi subito quando cominciò a sentirsi praticamente prosciugare il chakra in maniera rapidissima. Aveva proprio sbagliato metodo.
    Si risvegliò malamente in una caverna con i due compagni. Non aveva la minima idea di come fosse riuscito ad arrivare lì, ma alla fine la cosa non gli importava molto, si sentiva stremato e molto stanco.
    Neanche vedere Raizen completamente scarabocchiato in volto lo fece rinsavire da quel suo stato comatoso di affaticamento. Era già tanto che fosse riuscito a rimettersi in piedi con le sue sole forze senza ricadere a terra.
    Subito Febh gli fece una paternale indicando come il suo inutile sperpero di chakra fosse impraticabile per un ninja e assolutamente dannoso.
    Non stette ulteriormente a sentire cosa aveva da dire per lui perchè Hamano subito prese il suo unico tonico per recuperare una discreta dose di chakra. Non farlo avrebbe significato quasi un suicidio data la situazione in cui lui e i due compagni erano finiti.
    A quanto pareva, non si sa come, erano finiti in una caverna e l'unica via d'uscita era rappresentata da una lunga via piena di serpenti spuntati da chissà dove.
    Febh spiegò loro come camminare appesi al soffitto, unico metodo per passare indenni dalla massa di serpenti, ma siccome i due non avevano mai praticato questo genere di utilizzo di chakra dovettero esercitarsi.
    Hamano seguì Raizen con lo sguardo, vedendolo arrampicarsi e cadere di sua spontanea volontà per acquisire maggiore controllo del chakra per rimanere verticale al terreno.
    Dato che il suo metodo di prima era stato un vero e proprio fallimento Hamano osservò al meglio il suo compagno per capire come effettivamente andava fatto. Sembrava che avesse solo trovato una maggiore concentrazione, una diversa concezione del chakra che utilizzava e aveva fatto modo di riuscire a controllarne di più aumentando così la propria adesione.
    Doveva sfruttare ogni singola informazione che riusciva a carpire dato che non aveva molto chakra da sprecare.
    Subito dopo il compagno Hamano tentò a sua volta.
    Scalò come il compagno la stessa parete, ritrovandosi parallelo al pavimento. Ora doveva capire come migliorare il proprio controllo del chakra.
    Si avvicinò sempre di più al tetto della grotta, avvertendo come il chakra ai piedi diventasse sempre più insufficiente a reggerlo man mano che si avvicinava a rimanere a testa in giù.
    Aumentò la quantità di chakra senza esagerare, sapendo bene di non avere grandi riserve. L'unica cosa buona che aveva ottenuto nella tempesta di pietre era di mantenere una maggiore quantità di chakra nei piedi senza perderne il controllo.
    Doveva immaginare i propri piedi come costellati di innumerevoli chiodi sotto la pianta del piede, chiodi capaci di trapassare la roccia più dura e di rimanere incastrati anche nelle situazioni più pericolose.
    Fece giusto qualche passo e sentì l'effetto benefico del chakra adesivo nel sostenerlo, ma in quel momento peccò di concentrazione e il contatto coi piedi si interruppe lasciando cadere Hamano.
    Il sunese riuscì ad evitare una violenta botta atterrando sul palmo delle mani e sulla punta dei piedi, col volto a pochi centimetri dalla nuda roccia.
    Contento di non aver stampato il suo bel volto contro il pavimento della grotta Hamano ritentò nuovamente. Doveva perlomeno riuscire a camminare sul pavimento senza staccarsi improvvisamente.
    Nuovamente salita la parte verticale del muro chiuse gli occhi e si immaginò mentalmente di avere come dei tacchetti sotto ai piedi, lunghi tacchetti che infilzavano la roccia impedendo ad Hamano di staccarsi. Hamano abbracciò quell'immagine mentale e cominciò a piccoli passi ad avvicinarsi all'apice della grotta, passo dopo passo, al ritmo dei suoi pensieri. Fu solo quando si accorse di provare fastidio alla testa che riaprì gli occhi fu sorpreso di ritrovarsi appeso senza problemi.
    Con gli occhi cercò i suoi due compagni.


    Ehy guardate, ce l' ho fa...

    Le ultime parole famose. In quel momento Hamano perse l'importantissima concentrazione che lo aveva portato fino a quel punto, cadendo nuovamente come una pera cotta. Riuscì a riaversi in tempo e a cadere in piedi, però con un ginocchio batté per terra, lasciando Hamano a varie bestemmie e insulti rivolti a gente presa a caso dalla sua fantasia.
    Ripreso dal dolore, Hamano avvertì un po' la fatica che prima era riuscito a dimenticare grazie alle esercitazioni. Doveva evitare inutili sperperi.
    I tre partirono verso l'uscita da quel luogo dannato.
    Subito Hamano rimase qualche secondo fermo quando si posizionò a testa in giù.
    A differenza degli altri due il sunese era ben più stanco e debilitato, e perciò la sua concentrazione doveva essere perfetta. Con poche scorte di chakra a disposizione doveva dosarlo nel migliore dei modi.
    Questa volta non chiuse gli occhi ma raggiunse lo stesso lo stato di concentrazione di prima, ignorando il nervosismo e la stanchezza che lo attanagliavano. Doveva considerare ogni passo, ogni singolo movimento che da lì in poi avrebbe fatto.
    Mosse un piede e nella sua testa prese forma l'immagine della lunga schiera di tacchetti che si staccavano dalla roccia per poi riperforare la superficie della grotta poco davanti a lui. Hamano non pensò a nulla, non esternò felicità per essere riuscito a raggiungere la giusta concentrazione, non guardò i propri piedi e neanche i serpenti sotto. Pensò solamente a rimanere perfettamente concentrato e conscio di ciò che faceva.
    Sembrava un automa. I passi si susseguivano a cadenza fissa, non un solo momento prima non un solo momento dopo. Ma tutta questa impassibilità era volta a nascondere la grossa fatica all'interno del ragazzo. Il chakra scorreva veloce, il sangue alla testa creava grosso fastidio, e le stalattiti in mezzo al percorso non aiutavano per niente. Ogni volta che il ragazzo doveva curvare per evitare i spuntoni di roccia sentiva meno il chakra sotto ai piedi e la cosa preoccupava terribilmente il giovane. Riuscì però senza alcun incidente a percorrere duecento metri. Oramai il ragazzo aveva trovato una certa meccanicità nei movimenti che lo aiutavano a mantenere la concentrazione, tale che aveva riaffiancato i due compagni che prima gli stavano davanti.
    Ma poi successe l'imprevedibile.
    Un serpente improvvisamente scattò in direzione del volto di Hamano con le fauci spalancate pronte a serrargli il viso, ma con un colpo secco il sensei lo colpì ricacciandolo tra i suoi simili.
    Un piccolo moto di paura percorse il ragazzo, conscio che ora doveva anche proteggersi dall'assalto dei rettili dato che molti si stavano apprestando a saltare nella loro direzione. Fece giusto qualche metro che una vipera tentò l'assalto.
    Hamano non voleva rischiare di fermarsi. Non voleva rischiare di perdere quella sicurezza che con quei gesti automatici era riuscito ad ottenere. Ma soprattutto non voleva rischiare di cadere.
    Perciò nel vedere la vipera, Hamano fece praticamente dietrofront girando completamente, con la speranza di non venir morso. Solo nel sentire le mascelle del rettile afferrare il vuoto per poi ricadere si sentì più sollevato e si rigirò per proseguire la marcia, senza interruzioni di alcun tipo.
    Non ci volle molto che fu praticamente bombardato di vipere.
    Una tentò di assalirlo nella stessa maniera di quella precedente, ma Hamano svoltò velocemente a destra per vedersi il rettile davanti al volto ad una distanza di pochi centimetri.
    Gli stava venendo la paura di cadere dato che con tutti quei movimenti improvvisi a cui era costretto rischiava di perdere la giusta concentrazione. Ma non poteva neanche perdersi in questi pensieri dato che un'altra vipera, approfittando del suo attimo di distrazione, scattò nella sua direzione. Hamano reagì subito. Al suo fianco si stagliava una stalattite che Hamano afferrò stringendola saldamente, girando velocemente attorno ad essa, con la mente che lavorava come una pazza per mantenere il controllo del chakra ai suoi piedi.
    La vipera andò a sbattere contro la stalattite, dove un attimo prima c'era Hamano. Il ragazzo si sentì al sicuro, ma un nuovo assalto lo coinvolse, solo che questo proprio non se lo aspettava.
    Fu l'inconfondibile sibilio a fargli voltare lo sguardo. Una vipera stava quasi riuscendo a raggiungerlo e Hamano reagì completamente d'istinto, scagliando un pugno contro il dannato rettile, ma in quel momento la concentrazione, dovuta anche alla gran fatica, venne a mancare, troncando così il contatto tra chakra e roccia. Hamano sentì i piedi staccarsi, e dopo un primo momento di terrore si avvinghiò come un disperato alla stalattite. Fortuna volle che quel pezzo di roccia fosse lungo ben due metri e mezzo, una lunghezza sufficiente per permettere ad Hamano di aggrapparsi.
    Era sceso di un buon mezzo metro, e le vipere vedendolo in quella situazione sibilarono felici.
    Come un forsennato Hamano cercò di tirarsi su fino ad avere i piedi contro la roccia per ristabilire il contatto col chakra, mentre enormi gocce di sudore scendevano verso i rettili che si spostavano per schivarle. Sembravano che stessero studiando i suoi movimenti per attaccarlo nel momento opportuno. Hamano ringraziò di quell'attimo, e con tutte le sue forze si spinse verso l'alto fino a sentire i piedi urtare la nuda roccia del soffitto della grotta.
    Ora doveva confidare nella fortuna. Sapeva che per ottenere la giusta concentrazione doveva chiudere gli occhi, ma farlo sarebbe voluto dire non vedere gli eventuali attacchi dei rettili. Comunque lo fece, e velocemente immaginò i soliti spuntoni che gli partivano dai piedi per perforare il terreno. Sentiva ulteriore chakra scorrere, lasciandolo sempre più a secco ma rapidamente si sentì sempre più appiccicato contro la roccia. Riaprì gli occhi e mosse i primi passi, conscio di non avere molto tempo a disposizione, infatti subito dopo scattò una vipera che però lo mancò.
    Hamano era riuscito a cavarsela, ora lo aspettava l'uscita da quel luogo infernale.


    [...]

    Era da parecchio tempo che continuavano a camminare e Hamano cominciava a temere di cedere da un momento all'altro. La stanchezza era troppa e minacciava di farlo cadere, ma più continuavano a camminare e più la grotta proseguiva e anche i serpenti non accennavano a diminuire. Fu solo la rivelazione del sensei a spiegare tutto ciò, ovvero il fatto che fossero tutti sotto l'influenza di un genjutsu. Hamano si morse il labbro. Avrebbe potuto evitare tutta quella sfacchinata attivando semplicemente i propri occhi per scoprire ciò ed evitare un'inutile traversata, ma oramai era andata così e non ci si poteva più fare niente.
    Febh scomparve lasciando lì soli i due ragazzi, ma subito dopo Hamano avvertì un tocco sulla spalla e poi tutto buio.
    Attorno a sé vide nero e sentì la mente impazzire cercando di capire cosa stesse succedendo.
    Il tutto finì rapidamente, infatti quando riaprì gli occhi scopri di essere legato ad un albero, ma velocemente il sensei lo liberò come fece per Raizen.
    Il sensei aveva eliminato la guardia che doveva sorvegliarli, lasciando così a loro il tempo di progettare qualcosa di utile.
    Il sensei propose un agguato, unico sistema effettivamente a loro utile, e spiego a loro anche un sistema di utilizzare il chakra poco ortodosso per avere quel vantaggio negli spostamenti che si sarebbero rivelati fondamentali per il successo della loro azione.
    Praticamente consisteva nell'eccedere col chakra, come quando si vuole scalare gli alberi ma per via del troppo chakra si spezza la corteccia. Non era un concetto difficile, ma ovviamente la pratica era ben altra cosa. Il ninja prese tre kunai, rubati dalla guardia per poi ritornare all'albero fingendo di essere ancora legato.
    Quando due figure arrivarono il ninja cercò in tutti i modi di sembrare svenuto, ma i tizi sembravano interessati al loro compagno che non accennava a rispondere.
    I due si avvicinarono per poi voltare le spalle ai loro prigionieri.
    Era il momento.
    Come da istruzioni Hamano utilizzò il chakra nella maniera spiegata da Febh. Esagerò con l'energia ai piedi, infischiandosene delle poche riserve di chakra rimaste, qui era in gioco la sua vita.
    Sotto le palme dei suoi piedi scoppiò una grande forza che prese alla sprovvista il ragazzo, scaraventandolo in avanti in maniera scomposta e disordinata, facendolo rischiare di atterrare a pancioni per terra. Il sunese rotolò al momento della caduta e si rimise velocemente in sesto, mettendo i due piedi uno a fianco all'altro. Caricò nuovamente il chakra senza alcun controllo, e questa volta dai piedi partì energia come se si trattasse di un razzo. Nel farlo il ragazzo lanciò due kunai all'altezza del petto degli avversari per evitare che prendessero qualche iniziativa, anche perchè nuovamente stava saltando in maniera scoordinata e nociva per il successo dell'azione. Doveva ottenere maggiore controllo. Infatti atterrò puntando oltre ai piedi anche le mani a terra, proprio come una rana. Caricò il chakra che oramai si stava esaurendo in tutti e quattro gli arti, per poi scagliarlo a grande velocità contro il ninja alla sua destra impugnando il kunai tentando di squarciarlo nel petto. Confidava che la velocità raggiunta con quel salto fosse sufficiente.
    Era partito come una rana e atterrò come una rana, per poi girarsi e mettersi in posizione difensiva verso gli assalitori nel caso fossero sopravvissuti.
    Dovevano assolutamente farcela.







     
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    Erano all'albero, pronti a scattare non appena gli avversari avessero abbassato la guardia. I due Genin partirono alla carica, esagerando e incespicando, ma lo stesso Febh, ben più esperto in quella gestione del chakra, aveva guadagnato terreno più rapidamente, balzando addirittura oltre i due avversari dopo un primo rapido avvicinamento.

    Il corpo dello yakushi era stato più che sufficiente per attirare la loro attenzione, così che l'offensiva degli altri due accademici andasse a buon fine. i nemici erano stati abbattuti, anche se in maniera abbastanza goffa...probabilmente non era un successo di cui vantarsi in futuro..specie se si considerava la cattura e tutto il resto.

    [...]

    Fortunatamente i ninja riuscirono a recuperare le loro cose dai corpi degli avversari, e potevano dirsi relativamente al sicuro, dei tre nemici a terra, infatti, uno solo era ancora vivo: quello che Febh aveva tramortito non appena risvegliatosi dall'illusione.

    Beh..due cadaveri e un prigioniero...meglio di niente considerando che questo doveva essere un semplice pic-nic..

    Il fatto che fra gli effetti personali del chunin vi fossero strani oggetti metallici facilmente riconducibili a strumenti di tortura ben lasciava intendere che razza di pic-nic sarebbe toccato ai genin se non fosse stato per l'attacco nemico. In compenso l'unico superstite del gruppo avversario era stato legato a un albero con del nylon e dei nodi robusti, mentre i tre shinobi accademici riposavano, rimpinguando così le loro riserve di chakra.

    Voi avete mai visto tizi con dei coprifronti come questi?

    Una V con delle lineette orizzontali alle estremità superiori era il simbolo inciso sul metallo.

    Io li ho visti diverse volte...e trovarli così vicini a Konoha significa guai. Credo dovremmo interrogare questo tipo appena si riprende..magari ci sono altri suoi compagni o robe simili...se vi va potete pensarci voi... Concluse facendo spallucce. Se proprio i due genin non avessero avuto intenzione di interrogare..e se necessario torturare la vittima, allora ci avrebbe pensato lui...con i suoi soliti, calorosi metodi....


    [...]

    Non senza difficoltà erano riusciti a raccogliere le informazioni di cui avevano bisogno. Messo a nanna il prigioniero, però, ora dovevano decidere cosa fare dei dati ottenuti.

    A quanto pareva a circa un'ora da lì stava un lago di piccole dimensioni. Al centro dello stesso i ninja della zanna avevano costruito una palafitta che fungeva da base per le loro operazioni nella zona, e al cui interno erano contenuti diversi documenti relativi ai loro traffici. Non sarebbe male metterci le mani sopra..porterebbe solo vantaggi...che dite, andiamo a darci un'occhiata? Sulla base delle informazioni del prigioniero, c'era solo una guardia, e tenerla a bada difficilmente sarebbe stato un problema, anche se a quanto pareva c'erano delle trappole.

    Più che tentare un attacco diretto suggerirei qualcosa di più fine..specie se consideriamo che ci saranno di certo delle trappole. Io posso agire da diversivo e attirare la guardia in combattimento..nel mentre voi dovrete raggiungere rapidamente la base avversaria dalla parte opposta, razziare il posto e attaccare poi il tizio alle spalle. (poichè Hamano non poteva combattere a queste condizioni, si sarebbe limitato a frugare la palafitta)

    Il problema però sia che non sapete camminare sull'acqua, vero? beh..dovremo fare esercizio su uno specchio d'acqua lungo la strada..non è difficile, specie dopo essere riusciti a camminare al contrario. Con un bastoncino disegnò una linea ondulata che doveva rappresentare l'acqua e poi un piede a contatto con essa. Il principio ovviamente non è quello dell'adesione. Se aderiste all'acqua andreste a fondo, ma al contempo usare la sola repulsione non vi garantirebbe alcuna stabilità. Col bastoncino disegno delle frecce orizzontali che partivano dalla pianta del piede, parallele alla superficie dell'acqua Dovrete imparare a modellare la vostra superficie d'appoggio...è simile a quando avete ottimizzato l'uso del chakra espandendolo nelle fessure, ma stavolta dovrete ottenere una struttura più ampia, molto più ampia della pianta del piede, che vi permetta di dstribuire la repulsione su una base ampia, così da dare stabilità. Cancellò il disegno. A parole è facile, ma prima di trovare la giusta ampiezza di questo "galleggiante" e la giusta dose di chakra ci vuole molta pratica...e ne serve ancora di più per gestirla durante il movimento, perchè servono numerosissime correzioni che diventano automatiche solo col tempo...

    In ogni caso...durante il viaggio cercate di prenderci almeno un poco la mano....vi do un'ora, se non riuscirete a fare almeno cinquanta metri in camminata veloce lasceremo stare e ripiegheremo su un'azione diretta..anche se più rischiosa..


    CITAZIONE
    In questo post descrivete pure le interazioni col prigioniero (un ragazzo sui ventitrè anni, coi capelli neri e gli occhi neri, con un odio profondo per l'accademia ma purtroppo una bassa sopportazione del dolore) E successivamente l'addestramento su una pozza d'acqua o un fiume durante il viaggio verso il lago. Il lago sarà l'ultima prova, nel prossimo post, e farò di tutto per rispondere il prima possibile :riot:

     
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    No, grazie della proposta Febh, ma essendo la mia prima volta preferisco guardare, rischierei di ucciderlo troppo presto senza ricavare informazioni.

    Con uno sguardo maniacalmente interessato si sedette a poca distanza dal prigioniero e aspettò che Febh iniziasse il suo lavoro.
    Avevano recuperato tutto il loro equipaggiamento, e mentre Febh si concedeva allo sfortunato prigioniero Raizen teneva impegnate le mani con un kunai.

    [...]

    Ottenute le informazioni necessarie gli toccò ascoltare nuovamente le spiegazioni di Febh a cui sarebbe tranquillamente potuto dedurre da solo mentre si allenava, ma, tant’è, avrebbe solamente avuto delle certezze anziché delle supposizioni.
    Una base bella ampia che respingesse l’acqua, concettualmente semplicissimo quanto ovvio.
    Come detto da Febh durante il viaggio trovarono uno specchio d’acqua su cui far pratica, era libero da qualsivoglia increspatura, un buon vantaggio per la loro pratica.
    Un ora...un ora per riuscire a controllare il chakra ad un livello ben più alto di quello attuale.
    Si sedette guardando lo specchio d’acqua con le mani intrecciate sotto al mento, gli serviva un basamento incorporeo che lo respingesse dalla superficie dell’acqua, che non lo facesse sprofondare, incorporeo e leggero...e una fettina di culo...quasi.
    Una specie di campo magnetico parecchio esteso avrebbe risposto alle sue esigenze, ma creare una cosa simile poteva risultare difficile anche per la sua immaginazione.
    Si alzò e mise un piede sopra la superficie dell’acqua, affondò ovviamente ed inesorabilmente, per evitare tutto ciò gli serviva qualcosa di grosso.
    Chiuse gli occhi e iniziò a pensare velocemente, con gli occhi visualizzò tutti i fili di chakra che era riuscito a creare per sostenersi durante il genjutsu dei ninja della zanna, doveva farli chiuderli e tesserli così densamente da riuscire ad immagazzinare in essi una bolla d’aria, come se si creasse un piccolo gommone sotto ai piedi su cui camminare.
    L’esperimento riuscì, riuscì a creare la camera, ma la tenuta stagna era equiparabile al titanic dopo lo scontro con l’iceberg, e il risultato non fu da meno: un fallimento totale.
    Questa volta i fili non erano la soluzione migliore, o almeno non utilizzati a quella maniera.
    Rapido cercò una seconda configurazione, e scattanti come delle serpi i fili si distesero a formare un estesa piattaforma a cui Raizen cambio polarizzazione, quasi come per magia il piede si alzò dall’acquae rimase letteralmente sospeso nel filo trattenuto da un invisibile forza.
    Lo stesso procedimento venne eseguito sul secondo piede, ma una volta che il peso di Raizen gravava sulle gambe i piedi affondarono lievemente, fino a che l’acqua non arrivò all’altezza del polpaccio.
    Era evidente che gli serviva più potenza, ora doveva solamente calibrarla al punto giusto.
    Dandone troppa era come se il tessuto si strappasse e i fili si respingessero tra loro, Raizen a quel punto riusciva a portarsi a pelo dell’acqua però l’equilibrio era evidentemente minato.
    Con una più attenta calibratura riuscì a gestire al meglio la repulsione e i fili che parevano tesi come i muscoli di una schiena storta parvero rilassarsi e tornare nella giusta posizione.
    Fatti i primi passi di collaudo Raizen parve essere apposto e si recò da Febh per poi continuare il cammino che li avrebbe condotti sino al lago che circondava la torretta citata dal ninja della zanna.


    Ora che si doveva fare?

    Chiese bisbigliando a Febh.






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    Il piano è facile da eseguire. Io vado avanti a fare un pò di casino. Anche se il nemico fosse forte penso che potrei tenerlo a bada per un pò. Nel mentre voi raggiungete la torretta dal lato opposto a dove sto io e la frugate da cima a fondo. Poi attaccate il tizio alle spalle, sempre che non lo abbia già steso io. Facile, veloce e indolore..si spera.

    Spiegò, disegnando mentre parlava un cerchio che voleva essere il lago, una X che era la palafitta e due frecce che dalla "rive" andavano verso di essa, a rappresentare i due gruppi di shinobi.

    Io faccio il giro del lago. Appena vedrete l'esplosione partite. Ok? State pronti!

    Si allontanò. Di lì a pochi minuti lo si sarebbe potuto vedere mentre sfrecciava verso la palafitta sul dorso di una enorme lucertola che correva tanto rapidamente da sorreggersi sul pelo dell'acqua. Guadagnò molto in fretta la palafitta, e scagliò un kunai che di lì a poco esplose, danneggiando leggermente la struttura. Subito una figura balzò fuori dall'edificio per affrontarlo. Era vestito di nero e senza dir nulla cominciò a scagliare armi che la Lucertola evitava agilmente, presa com'era nella sua rapida corsa.

    Col nemico occupato, Raizen e Hamano dovevano scattare per divorare la distanza che li divideva dal loro bersaglio. Non sarebbe stato poi così complesso, ma ecco che l'imprevisto ci mise la mano. Il ninja della zanna spiccò un alto balzo, e quando atterrò, mancando di poco lo Yakushi, sollevò una gigantesca ondata all'impatto con l'acqua. Doveva sicuramente trattarsi di un qualche Jutsu, poichè quello che si sollevò, espandendosi in ogni direzione, era un vero e proprio muro d'acqua compatta alto venticinque metri! Stranamente la palafitta rimase incolume al passaggio di quello Tsunami, forse era appositamente predisposta..ma certamente i due genin non avrebbero avuto la stessa fortuna.

    Se travolti non solo avrebbero subito delle importanti contusioni [Potenza 80] ma sarebbero stati sbalzati lontano, sulla riva, forse incoscienti..e a giudicare dalla distorsione dell'acqua, l'onda d'urto travolgeva anche al di sotto della superficie! Di certo trapassare quel muro d'acqua non era una opzione...dunque restava una sola ipotesi: scalarlo. Combinare le capacità di camminata sui muri e quelle di camminata sull'acqua. Ma avevano una sola possibilità, e Febh era troppo lontano e impegnato per dare loro dei consigli su come fare.

    Usare contemporaneamente l'adesione e la repulsione sull'intera pianta del piede era impossibile, e non era una questione di ottimizzare l'adesione. Eppure dovevano trovare il modo per risalire una parete d'acqua, usando sia l'adesione che la repulsione!

    CITAZIONE
    Hamano potrà recuperare due post in uno :zxc:
    Per dubbi o domande ci sono MSn e i Pm

    Nel post voglio che includiate anche cosa fate in caso di successo, ossia il frugare la palafitta (per Hamano che non può combattere in superiorità numerica) e il supportare Febh (per Raizen)

     
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