Energie - Conventional Training -Energia Rossa - Chakra II

La loro offensiva era riuscita, e ora stava a Febh interrogare il loro prigioniero, ma siccome Hamano non era particolarmente invogliato di assistere a crudeli scene di tortura, qindi accolse con gioia l'opportunità di poter andarsene da quel posto per rimettersi a posto le idee su quanto successo.
E pensare che lui era lì per un semplice malinteso.

[...]

Tornato nella radura Febh disse di aver carpito delle informazioni dallo sventurato e soprattutto aveva un piano per riuscire ad infiltrarsi sulla palafitta al centro del lago, dove secondo le informazioni del giovane torturato sembrava ci stesse una sola guardia.
Il problema, nel piano di Febh, era che i due genin non sapevano minimamente come camminare sull'acqua, e perciò il loro sensei fu costretto a dare loro una nuova spiegazione.
In pratica dovevano creare un enorme patina di chakra sotto ai propri piedi che li tenga continuamente sospesi sopra il pelo dell'acqua.
In teoria sembrava qualcosa di semplice.
Raizen si mosse velocemente verso un piccolo specchio d'acqua dove il ragazzo lo vide riflettere profondamente.
Capendo che avvicinarsi a lui sarebbe equivalso a fargli perdere tutta la concentrazione guadagnata, perciò si spostò, e dopo qualche metro trovò un piccolo fiumiciattolo, profondo poco più di mezzo metro, più che sufficiente agli scopi del sunese.
Come prima cosa doveva riuscire a capire come organizzare il chakra ai piedi per evitare di inzupparsi tutto. Penso che per ciò che gli serviva doveva creare una patina continua di chakra piuttosto larga sotto ai piedi, tipo le racchette che si usano per andare sulla neve. L'idea non era male, anzi, da un certo punto di vista era decisamente corretto.
Si calmò e concentrò il chakra nei piedi. Doveva provare il più possibile.
Cercò di fare un'area composta unicamente da chakra adesivo, ma non troppo forte, qualcosa di leggero che lo tenesse sollevato. Appena sentì il chakra sotto ai suoi piedi capì che non era venuto un granché, infatti mettendo i piedi in acqua ci sprofondò come se non avesse fatto niente.
Ma un errore era normale farlo, perciò ritentò.
Questa volta doveva stare attento a come gestiva il chakra.
Prima cominciò con quello repulsivo, e cominciò a farlo diffondere sotto la pianta del piede come una piccola patina, ma molto resistente, poi cominciò a rendere meno presente quel chakra, rendendolo meno impetuoso nella sua azione repulsiva, ma senza intaccarne la sua solidità. Espanse quella patina di chakra andando a coprire un'area un poco più ampia dei propri piedi, ma capì che così rischiava solo di commettere lo stesso errore che aveva fatto in mezzo alla folata di vento, perciò mantenne il chakra repulsivo entro i contorni del proprio piede.
Provò a immergersi nuovamente a piè pari in quei pochi centimetri d'acqua, e in un primo momento riuscì a rimanere a galla, ma la sua concentrazione non era salda e l'impeto del movimento fecero cedere lo strato sotto ai suoi piedi.
Capito il meccanismo la prova successiva fu un successo. Bastava tenere la concentrazione ed il gioco era fatto.
Felice del risultato tornò da Febh con un sorriso sornione sulle labbra.

Non è anche stato troppo difficile

[...]

Hamano e Raizen erano appostati pronti al segnale di Febh. Il piano era semplice e funzionale, ma il ragazzo non avrebbe mai attaccato uno shinobi avversario alle spalle e in superiorità numerica, neanche sotto tortura.
All'esplodere della bomba del sensei i due scattarono. Hamano calcolò ogni passo verso la palafitta. Perdere per un solo attimo la concentrazione sarebbe significato far fallire sia lui che il compagno, oltre che a sprofondare in acqua. Ma alla fine il tutto sembrava fattibile. Il nemico era impegnato nello scontro quindi potevano farcela.
Le ultime parole famose.

Oh porca!

Un'immensa onda era stata scagliata contro di loro forse involontariamente dal nemico, ma comunque per loro fu un grosso guaio.
Come cavolo poteva scavalcare un'onda del genere con un salto? Era un suicidio!
Poteva solo sperare che il principio per camminare sulle pareti fosse lo stesso per scavalcare un'onda del genere. Sembrava che anche Raizen avesse intuito la stessa cosa.
Rincuorato da questo Hamano cominciò ad elaborare la possibile combinazione di chakra repulsivo e adesivo, ma mescolargli gli sembrava qualcosa di fantascientifico, però in un modo o nell'altro qualcosa doveva inventarsi.
Prima aveva creato una patina completamente repellente, ora doveva aggiungerci una parte adesiva per far si che assorbisse l'impatto della scalata dell'onda per poi respingersi. Poteva distribuire il chakra adesivo in modo che ce ne fosse una maggior quantità sul tallone per poi essere sottilissimo all'altezza della punta. Valeva la pena provare.
Mischiando a quel modo il chakra Hamano puntò l'onda e nel momento dell'affrontare la parete verticale il ragazzo poggiò prima il tallone, più carico di chakra adesivo. La confusione, la forza dell'onda e la situazione in generale rischiavano di compromettere la già precaria concentrazione del ragazzo, ma riuscì a non precipitare nell'acqua. Poi appoggiò pian piano l'intero piede, e il ragazzo cominciava a sentire come la presa iniziale venisse sostituita dalla forza del chakra respingente. Saltò, e con l'altro piede eseguì lo stesso movimento, passandoselo in testa di continuo, come se la cantilena tacco-centro-punta potesse accrescere le sue probabilità di riuscita.
Alla fine, senza neanche capacitarsene, uscì fuori da quella parete d'acqua,quasi in contemporanea a Raizen. Alla sua richiesta di passargli una cartabomba all'iniziò il sunese non capì, dato che era rimasto con la testa alla prova appena superata, ma poi si riebbe velocemente e gliela consegnò.

Fanne buon uso.

Dal suo canto Hamano si diresse verso la palafitta. Concentrato sullo scontro com'era il nemico non lo avrebbe degnato di uno sguardo.
Salito ed entrato nell'abitazione di legno il ragazzo si strusciò le mani.

Bene, vediamo cosa c'è qui dentro.