Codice Tuono

[Livello B]

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  1. ƒ r a n z
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    Punta di lancia

    L'imbarcazione della squadra tattica toccò finalmente terra, e Zubera, sbilanciato dall'urto della barca con la costa, rischiò quasi di cadere, ma fortunatamente perse l'equilibrio e fu abbastanza rapido da aggrapparsi al parapetto. La squadra scese e iniziò a camminare sulla spiaggia, mentre veniva indicata loro una tenda da un gruppo di jonin che erano accorsi per accoglierli e proteggerli. Per chi mi hai preso, per un vecchio? sbottò Zubera quando uno dei jonin, nel tentativo di condurlo al sicuro, lo prese per il braccio e iniziò a tirarlo con sè. Mettetevi tutti al coperto piuttosto! Mi occupo io di portarli al sicuro! e come avessero preso ordini da un ufficiale i jonin si alloontanarono per poi tornare alle loro postazioni, svanendo in un batter d'occhio.

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    Lentamente iniziò a dirigersi verso la tenda, riflettendo sul suo obiettivo: dovevano fare ancora un sacco di strada prima di penetrare nella città di Xia Pi, e dovevano escogitare un modo per entrare nei suoi confini. Forse il metodo migliore era quello più diretto, ovvero un'operazione di assalto pianificata in precedenza, atta a sfondare la prima line adelle difese e quindi ingaggiarli in combattimento fino a conquistare la zona e poi avanzare di passo in passo, conquistandosi ogni singolo metro di terra.
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    Zubera arrivò così davanti alla tenda, dove erano già entrati i suoi compagni per essere accolti da un gruppo di jonin che discutevano sul da farsi. Come fece il suo ingresso nella tenda calò il silenzio eccezion fatta per il baccano che proveniva da fuori. Zubera guardò i suoi compagni, e poi rivolse il suo sguardo verso i jonin, i quali lo fissavano come aspettandosi qualcosa da lui; il Kakita nnon parlò subito, bensì decise di dare un'occhiata alla mappa che giaceva sul tavolo. Era la mappa dell'isola, e messa in evidenza con un cerchio rosso attorno ad essa stava la città bersaglio di Xia Pi, obiettivo della squadra. Il guardiano tacque, ma contemporaneamente scrutò uno dei jonin, il quale sotto pressione, si fece avanti. S-stavamo discutendo sul da farsi, signore...decidevamo come organizzare l'avanzata delle nostre truppe al fine di liberare la spiaggia per poi proseguire in marcia fino alla città disse balbettando. Zubera lo ricambiò con un'occhiataccia, ma del resto sapeva che non potevano escogitare qualcosa di diverso: il luogo, il numero di truppe, la loro posizione, tutti fattori che potevano influire negativamente sul piano se questo veniva a subire delle crepe nella sua struttura. Zubera si raccolse così in meditazione, portandosi una mano alla fronte e chiudendo gli occhi, chinando leggermente il capo. Pochi secondi doo li riaprì, e posata una mano sulla mappa, iniziò la sua spiegazione.
    Il nemico si aspetta che noi attacchiamo per primi per coglierci alla sprovvista, ma noi abbiamo una strategia migliore: raccogliete tutti i vostri uomini perchè questo sarà un assalto in piena regola disse, e notò che era venuta a crearsi una certa tensione nell'aria. Indicando con il dito la spiaggia sulla mappa, riprese: noi siamo qui e poi lo spostò verso la città, per giungere a Xia Pi ho ideato un piano d'attacco: può essere rischioso, certo, ma se non richiamo non andremo mai oltre a questa spiaggia. Disporremo gli uomini su più righe, ognuno degli uomini a tre metri dall'altro, così da rendere più difficoltoso colpirli con armi da lancio o esplosivi. Verrà inviata una prima linea di uomini e pochi secondi dopo ne invieremo una seconda, e così via allo stesso ritmo: chi cade viene sostituito dall'uomo dietro di lui. Naturalmente la prima fila ha più lo scopo di attirare il fuoco dei nemici... si arrestò per zittire il jonin di fronte a lui, che stava evidentemente per interromperlo; non venitemi a fare la morale: sono ninja, sanno di essere degli strumenti! Sanno ciò a cui vanno incontro praticando questo mestiere! sbraitò in direzione del jonin, il quale restò zitto mordendosi il labbro. Dicevo, con queste ondate lo scopo è colpire le difese della città e quindi giungere con un poderoso attacco di massa che avrà lo scopo di soverchiare i difensori per pi farci entrare nella città. Non c'è tempo per le domande, avete dieci minuti per raccogliere i vostri uomini e spiegare loro la situazione. L'operazione verrà chiamata "punta di lancia", e noi siamo la punta che penetrerà la solida difesa che circonda Xia Pi. Con questo ho concluso disse, e congedò i jonin. Avrebbe atteso lì il tempo necessario per dar loro occasione di preparare le truppe, poi sarebbe uscito per supervisionare l'attacco.

     
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  2. Amanimaru
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    Ginocchia Molli




    L'approdo a Cantha rivelò molto dei ninja, e della loro ineguatezza in missioni del genere. La coordinazione era molto alta nei superiori, e molto difficile da farsi compendere, nei sottoposti. Fu il caos. La squadra d'attacco ideò un buon piano per abbattere le baliste, e infatti ebbe buon risvolto, ma solo a metà. La bomba lanciata da Itai andò a colpire la baracca dove doveva facendo fracassare la prima balista sulla seconda, che però non fu abbattuta poichè Giants ritardò nell'eseguire la sua azione. Prima che la balista crollata potesse col suo peso distruggere anche l'asse dell'altra, un gran numero di frecce avrebbe colpito il ninja al petto e agli arti, facendolo rotolare a terra nella fanghiglia, più simile ad un puntaspilli che ad un uomo. Morto? Chissà. Ma almeno le baliste erano state sconfitte. Il piano dei sabotatori e degli scout invece si dimostrò un fallimento, non tanto per la parte di Shinken, che riuscì a far detonare in un buco nero causato dalla deflagrazione, il rifugio, a perchè Diogenes nel caos non riuscì ad avvertire i suoi uomini, che si recarono verso il rifugio, capendo forse di dovervi portare le bombe, nell'esplosione furono sbalzati indietro verso la spiaggia, e durante il volo di molte centinaia di metri, gli ordigni, anche se di potenza inferiore, si attivarono. L'esplosione fu enorme, tutto lo squadrone degli scout, e tutto quello dei sabotatori fu sterminato, Shinken fu sbalzato in acqua a poche decine di metri da dove si trovava, i danni provocati dall'approdo, dalla sua tecnica, e dall'accaduto, risultarono in una ferita Più che Grave diffusa su tutto il corpo. Razen fu spedito contro la tenda dei Jonin distruggendola, nel parapiglia avrebbe subito dei danni, che sommati a quelli già posseduti, avrebbero formato una ferita MedioGrave Diffusa, peggiore fu la sorte per Leopolis, che trovatosi tra due ordigni non fu tanto danneggiato dall'esplosione, perchè nella fortuna, la sorte fece si che i due ordigni fossero stati creati " a vuoto " ovvero incapaci di creare fiamme e calore, ma vuoti d'aria, per questo fu sbalzato in aria a velocità folle, per atterrare in una foresta a circa 3 miglia a sud, riportando assieme ai dnani precedenti, una ferita Media Diffusa + 1 Ferita Leggera per Gamba. Zubera invece, finito nel caos della propria tenda, se la sarebbe cavata con una Ferita Leggera alla testa. La squadra Sabotatori invece fu praticamente decimata. Nessuno sopravvisse a parte due uomini, e sul terzo c'erano dei dubbi, Hamano infatti con una fortuna sfacciata riuscì a ripararsi dietro una roccia marina, Diogenes fu spedito diretto contro la prua della sua nave sfondandola e finendo semi svenuto in essa, con dei danni aggiunti ai precedenti, pari ad una ferita Quasi Critica diffusa. Il povero Akumu invece, scomparve dalla vista di tutti, distrutto dall'esplosione? Probabile. Chissà cosa avrebbe detto il futuro. La squadra dei Jonin si trovò ad avere un ammaccato, due ritarddatari, salvi per miracolo, e un frontliner che si beccò in piena faccia Shinken riportando seri danni. Infatti Keita finì su una roccia essendo già svenuto, rompendosi praticamente tutte le ossa.

    Riassunto:
    La squadra Di Shiltar mantiene i png che aveva, ma i suoi bonus sono resettati. Giants non è in grado di continuare.
    La squadra di Diogenes perde tutti i png, il capitano viene sbalzato via, Hamano si salva, Akumu scomparso
    La squadra di Shinken perde tutti i png, Raizen ferito, Raven spedito molto lontano, ferito
    La squadra di Zubera ha ancora i png, bonus resettati, keita non può continuare, Sori e Shika, salvi.


    ---

    La spiaggia era stata conquistata, ma a che prezzo? La spiaggia e l'acqua, erano rosse. Il temporale passato. I superstiti scelsero di tornare indietro, altri di continuare, ai capitani restava l'orgoglio, e la vita, sufficienti per proseguire. Nel caos, il corpo di Giants era stato recuperato, era vivo, ma gravemente ferito, sarebbe stato inserito su una nave, l'unica rimasta sana, dato che Diogenes aveva malauguratamente distrutto la sua, per tornare a casa, stessa cosa Keita, e anche Akumu, ritrovato quasi a pezzi, ma vivo. I restanti sarebbero stati curati dai medici di Tu un po alla bellemeglio, tutti i feriti avrebbero perso una Ferita Media, chi ne aveva di più leggere, sarebbe stato del tutto ripristinato. Le squadre ora erano decisamente ridotte, potevano scegliere se seguire i plotoni Detaryani, o andare per proprio conto.


    In Ogni caso

    La marcia verso Xia Pi avrebbe richiesto 6 ore di cammino, dopo 5 delle quali, un gruppo di ribelli si sarebbe presentato, uscendo dalle foreste, e poenendosi davanti al gruppo dei ninja. Il capo del gruppo di ribelli si sarebbe presentato come Togo e avrebbe chiesti ai ninja di potersi aggiungere a loro, se avessero accettato, avrebbero condotto i ninja nella loro città, Yan Shon, dopo l'avvenuto assalto alla capitale.
    [Ai capitani le votazioni][La presenza dei ribelli non è comandabile.][I ribelli donano + Disciplina ai propri png][I ribelli possono curare 1 Ferita Leggera per Turno]

    Le mura di Xia Pi

    Da lontano i ninja avrbebero visto come Xia Pi non fosse che una città fortezza, un avamposto, davvero piccolissima, fondata da poco per rendere la marcia verso la capitale, più controllabile. Le mura, alte circa 3 metri, sembravano state create con rocce particolari, rosse, e sulle mura erano presenti dei guardiani. Esistevano due soli ingressi, due grossi portoni, uno a nord, dove arrivano i ninja, e uno a sud, rivolto verso la capitale. Da fuori non era possibile vedere dentro la città. Ma i guardiani presenti, sembravano pochi sulle mura, e quantomeno...strani come lenti nei movimenti.

    Intanto alcune miglia a Ovest Raven si sarebbe ripreso -1 Ferita Leggera al Busto per ritrovarsi nella grossa foresta in cui era precipitato, aveva ancora tutto il suo equipaggiamento, ma non aveva idea di dove si trovasse. Aveva due scelte, vagare nella foresta, o entrare nella grotta, anzi, nella miniera, che vedeva a poche centinaia di metri da lui, sembrava essere del tutto incustodita.


    Il Team Tattico

    Intanto tramite una speciale tecnica di comunicazione, Shika Nara fu dotato di uno speciale sigillo sulla nuca, che apparve dal nulla, permettendogli di comunicare con tutti i capitani e tutti i ninja appartenenti alla missione, oltre che con il comando di Kumo.
    Gli fu spiegato che tramite il sigillo del Topo avrebbe potuto mettersi in contatto con ognuno dei ninja appartenenti alla missione, spendendo Basso per individuo, e indicando le coordinate di un luogo avrebbe potuto richiedere in esso dei rinforzi aerei, spendendo Medio. Avrebbe potuto inoltre, non conoscendo le coordinate di un bersaglio, inviargli dei soccorsi, tramite la localizzazione della traccia sanguigna dell'individuo, spendendo Medio per individuo.

    Intanto le truppe di Tu attendevano che i ninja trovassero un modo per aprire il portone, solo dopo sarebbero entrati in città.


    Come aprirete le porte della città?


    Edited by Jotaro Jaku - 16/1/2018, 20:38
     
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    …L’essere da solo…- Post attivo 2°/?

    …sentirsi incapace di fare…



    L’essere solo, non significa necessariamente essere in svantaggio. Talvolta la solitudine può comportare grandi vantaggi.


    Il tutto si svolse così velocemente che non riuscii a reagire in modo abbastanza adeguato alla cosa. Qualcosa esplose a sinistra, qualcosa esplose a destra, non riuscii a caprici nulla. La concentrazione andò persa, e l’acqua marina caddè sul terreno, sprofondando nel sotto-suolo. Eravamo messi molto peggio di quanto avrei mai potuto pensare. In lontananza, sentii qualcosa, delle urla. Nel mentre una forza incredibile mi alzava dal terreno scaraventandomi lontano, riuscii solo a vedere il bestione di Oto sfondare la parete di legno di una delle navi. Poi il nulla. A velocità inimmagginbaile qualcosa mi scaraventò nell’aria, lontano nel vuoto. Tanta paura, ero totalmente squilibrato, temevo solo di cadere con la testa sul terreno, perché allora sarebbe stata la fine di tutto. Fortunatamente, il volo durò abbastanza poco, data la grandissima velocità, ma quando rivolsi lo sguardo verso il basso, mi prese un strano senso di paura. Cercai di sbilanciarmi in avanti, in modo da atterrare sulle gambe, e più o meno, così fù. A velocità folle atterrai sul terreno. Per la grandissima velocità, feci involontariamente anche delle capriole, prima di sbattere la schiena contro il tronco di un albero, terminando in tal modo definitavamente il mio folle viaggio. La mia giara, evidentemente staccatasi dalla mia schiena prima di cadere, atterrò poco più a destra di me. Successivamente cercai di alzarmi, ma la botta presa fù troppo forte. Negli occhi cominciai a vedere milioni di stelline, la testa cominciò a girare, mi venne la nausea e vomitando svennii.
    Dovrebbero essere passate molte ore, se non giorni, da quando fui svenuto, che sentii qualcosa sul mio corpo. Era qualcosa di piccolo, ma anche il più piccolo oggetto poteva essere il più pericoloso. Rapido, alzai il busto, non avrei dovuto farlo. Un intenso dolore mi prese, era il frutto di quel pazzo volo, ma anche io, nel mio piccolo, potevo considerarmi fortunato. Ero in una foresta, capii ciò non appena mi guardai attorno. Alberi, alberi e alberi, era tutto così verde, in lontananza canticchiavano gli uccellini, come quello che poco prima era atterrato sul mio corpo. Sul suolo l’erba verde dava una sensazione di pace, simile a quella di essere a casa, ma quelle erano sensazioni da mettere in secondo piano. Subito, attraverso il ricetrasmettitore, cercai di comunicare con il resto del gruppo. Inutile. Dovevo essere finito molto lontano dal resto del gruppo. Cercai di non perdere le speranze, e continuai a parlare al trasmettitore, forse mi avrebbero sentito, ma serviva anche per capire quanto lontano ero dal gruppo principale. Non sapevo nulla di loro, non sapevo dove si trovavano, non sapevo dove si sarebbero diretti, in pratica, ero perso nel territorio nemico. Probabilmente, gli altri mi avrebbero dato per disperso, o ancor peggio, per morto dopo l’esplosione, tuttavia, non persi ne le stoffe, ne le speranze, continuai a parlare nel trasmettitore. Le parole che uscivano dalla mia bocca, non avevano senso, ma continuai a parlare ugualmente, dicendo cose futili e cavolate, l’importante era non fermarsi. Parlando, mi alzai. Posai una mano sul petto, pieno di lividi, perché avevo la netta sensazione che mi sarei rotto dopo quel volo, ma stranamente, avevo la netta sensazione che tutte le ossa erano sani. Rapido, cominciai a guardarmi attorno, e la mia attenzione venne catturata da una caverna, al primo sguardo totalmente incustodita. Certo, al primo sguardo, sembrava essere incustodita, ma chissà. Mi trovavo nel territorio nemico, avevo perso totalmente l’orientazione del tempo, non sapevo che ora era, e nemmeno quanto tempo ero rimasto svenuto. Non sapevo nemmeno dove mi trovavo, era sicuro il territorio nemico, dunque vagare per la foresta poteva essere pericoloso. Non era una missione di livello D, era una guerra vera e propria, li si rischiava la vita, e poco prima ne ebbi la prova.
    -Cazzo…rischiavo di morire!Nulla, nessuna emozione comparve sul mio volto. Morire per la patria era la più grande delle glorie che un ninja poteva avere. Pian-piano, parlando nel trasmettitore, cercai di fare l’analisi della situazione. I pensieri erano leggermente confusi, ma cercai di pensare coerentemente.-Dunque…Non ho dove passare la notte. La caverna mi sembra il posto ideale…Ho bisogno anche di riposo, e di cura, devo essere al 100% per continuare la missione.Di nuovo, il mio sguardo si pose sulla caverna.Lì sarò al sicuro almeno per questa notte, poi si vedrà. Tuttavia, non è detto che non ci sia già qualcuno dentro, meglio essere prudenti.Rapido, cominciai ad escogitare un piano su come entrare nella caverna, senza essere sorpreso dalla presenza di qualcuno in quella caverna. Non era escluso, insomma, che in quella caverna ci potesse essere un nemico pronto ad accogliermi. Rapido, eseguii dei seals per una tecnica basilare. Non appena l’ultimo sigillo fù finito, che rapido mi misi a correre dentro alla caverna, seguito dalle molteplici copie. Nella corsa, avrei cercato di prevedere la presenza di qualcuno con i sensi[Udito potenziato]. In ogni caso, ci sarei entrato di corsa, assieme alle mie 7 copie, un po’ sparpagliati, qua e là. Io sarei stato il più vicino al muro della caverna.
    Se avrei visto che c’era qualcuno, mi sarei nascosto dietro alla prima sporgenza di roccia, abbastanza grande da nascondermi, e avrei cominciato ad escogitare un piano di uccisione.
    Se avrei visto che non c’era nessuno, avrei esaminato la caverna, cercando di trovare un qualcosa d’infiammabile per accendere un fuoco.




    Tabella riassuntiva di -Shinretsu Raven-
    CaratteristicheEquipaggiamento Utilizzato
    Forza: 300
    Velocità:400
    Resistenza:250
    Riflessi:325
    Agilità:300
    Azioni~ Punti Vita: 80/120
    ~ Chakra (Rossa): 63/72Bx



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    Come è potuto accadere?
    Non lo capisco, non me ne faccio capace.Era tutto pronto, tutto calcolato, un piano senza dubbio decente per il poco tempo in cui era stato preparato.Allora come è andato tutto in malora?Ricordo gli ordini che ho impartito...e perché quegli stupidi uomini si son diretti con le bombe proprio lì....sono morti...tutti...

    [...]

    Sento solo il fruscio del’aria che accarezza il mio corpo.Non odo suoni dalle orecchie stordite e sanguinanti.Non posso dire di essere cosciente.So che mi muovo.. mi sento leggero, in effetti volo più veloce di un falco.
    Poi la botta.Il legno si piega sotto il mio corpo che è stato reso dagli allenamenti più duro della pietra.Non sono io che mi spezzo...

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    Un fiotto di sangue sgorga dalla gola mentre ancora sono in volo.Una due tre pareti: le sfondo come se fossero fatte di carta.Vado a finire contro non so che cosa, forse una trave .Mi accascio.Ho provato dolore?Avrò urlato?Non lo so dire, il mio cervello ha staccato la spina prima...

    [...]

    La prima cosa che sento è il ruvido del telo o del lettino dove hanno messo il mio corpo.Avverto delle fasciature...qualcuno mi ha medicato, ma il dolore è ancora molto e quasi istintivamente utilizzo i miei geni per riprendere un pò di sangue[consumo basso; ferita rimanente Media diffusa].
    Cerco di aprire gli occhi, ma un pensiero mi attanaglia la mente e mi soffoca il respiro.Tutto è andato in malora.Forse siamo riusciti a conquistare la spiaggia,ma certo non per merito del mio gruppo.
    Quegli stupidi idioti...NO!Un capitano non può parlare in questa maniera.Loro erano sotto al mia responsabilità.Se tutto è andato come è andato è solo colpa mia.Mai onta più grave aveva macchiato il mio operato.Questo è più che sufficiente per farmi andare in bestia.

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    Apro infine gli occhi, mi alzo.Devo camminare, vedere che cazzo sta succedendo. Tutto il mio battaglione è morto e degli uomini sotto il mio comando è rimasto vivo soltanto Hamano:

    “ Come ti senti ragazzo..?”

    [...]

    La situazione, per il resto, è quella che mi sono immaginato: feriti, morti...
    Stiamo marciando verso Xia Pi...
    Non parlo per il momento con gli altri capitani.Il mio errore è imperdonabile...ma avrò modo di rifarmi.Combatterò io per tutte le persone che la mia negligenza ha ucciso.
    Quando siamo quasi arrivati, un gruppo d ribelli chiede di aggregarsi.L’unica cosa che avrei detto al cospetto degli altri capitani sarebbe stata:

    “ Favorevole all’ingresso dei ribelli...”

    Del resto ,dopo tante perdite, c’è bisogno di rimpolpare le fila.

    [...]

    La fortezza di Xia Pi è un piccolo avamposto circondato da basse mura rosse.In effetti potremo prenderla con facilità, ma il mio sesto senso mi dice che c’è qualcosa che non va.Sarà il troppo tempo passato sul Gate, ma quelle guardie di vedetta si muovono troppo lentamente...
    Mi avvicino al mio unico sotto posto.Ho qualcosa che mi gira per la testa:

    “Ti fidi del tuo capitano?”

    [...]

    Quando tutti i capitani si fossero riuniti per decidere il da fare probabilmente sarei stato uno dei primi a parlare:

    “ Immagino che anche voi vi siate accorti che c’è qualcosa di strano nei movimenti delle guardie di vedetta. Mi sento direttamente responsabile di quanto accaduto sei ore fa sulla spiaggia e non ho intenzione di pagare con meno della mia stessa vita...Mi propongo per un sopralluogo a Xia Pi, così da verificare la portata dei nemici che abbiamo davanti.Le mura non sono così alte perché non le riesca a superare con un solo salto.Appena farà buio mi infiltrerà nella fortezza e controllerò la portata delle forze in campo. Se non noterò nulla di strano cercherò di aprirvi uno dei due portoni, se possibile in maniera silenziosa, altrimenti con gli esplosivi della mia sezione.Chiedo pochi elementi,solo chi se la sente, altrimenti posso andar anche da solo.Ovviamente mi rimetto alla decisione di voi altri capitani e del Genio militare.”

    Nella mia voce c’è un filo rabbia che stenta ad essere repressa.Devo agire, fare qualcosa...voglio la mia rivincita.



     
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    Falce dei Kaguya


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    Il viaggio all'interno del Coccodrillo fino alla barricata nemica, con relativa chiacchierata con Konzen non fu di certo la parte più esaltante dello sbarco, ma gli diede il tempo di sentire l'ex Hyuga lamentarsi di come avesse quasi svelato la sua identità, "Però chiamarti Coso, anziché Houyoku sarebbe stata un'idea migliore, mi avrebbe evitato molti problemi ed avrebbe dato quel tocco in più alle nostre chiacchierate...", fu l'unica replica del Kaguya alle prime parole dell'altro, poi al consiglio sul non perdere le braccia aggiunse soltanto: "Non è così terribile... una volta m'é successo, ma l'ho superato, seppur c'é stato chi mi ha dato una mano...", raccontò, sollevando a malapena l'arto destro, "anche un pò di più, mi hanno dato fino al gomito, a dirla tutta.", precisò, memore di quando un Chuda gli aveva mangiato l'intero avambraccio destro e quel mezzovolpe marionettista del Drago d'Ombra gli aveva recuperato un braccio nuovo, avvenimenti passati ormai.

    Lo scontro con le genti della barricata, poi, fu divertente, come poteva divertirsi un Kaguya nel pieno delle proprie danze, preso da quello Streben proprio di tali momenti, un'esaltazione ed un divertimento tale che, dal punto di vista di Shiltar, è comprensibile solo da altri Kaguya.
    Purtroppo, però, i suoi avversari non furono poi così difficili da sconfiggere, tanto più che non gli procurarono altri danni.
    Sorte diversa incontrò invece Giants, come poté notare il Mizukage alla fine del proprio ballo, cercando la propria squadra con lo sguardo e vedendo l'allievo cadere al suolo riempito di frecce. Non sapeva se preoccuparsi per le condizioni dell'allievo chunin, o innervosirsi per la brutta figura dell'allievo Kaguya.

    Il peggio, poi, avvenne quando, sentendo delle esplosioni, iniziò a vedere gente volare da tutte le parti, gente che, per di più, faceva parte delle squadre accademiche.

    Alla fine degli scontri, passando fra le file di corpi, poté notare come ben due squadroni, quello scout e quello guastatori, fossero stati completamente distrutte, tanto più che Raven ed Akumu erano uno disperso e l'altro gravemente ferito, al pari di Giants ed i uno dei membri del Genio Militare di Konoha, che tutti assieme ritornavano verso le terre accademiche, per delle cure.

    Guardando però il proprio plotone, che perdeva solo un elemento, Shiltar fu abbastanza sollevato, così, prima di ripartire dalla spiaggia, ridivise gli uomini sotto il comando di Giants fra se, Itai e Konzen.

    [...]

    Durante l'avanzata verso la prima città sul loro percorso, Xia Pi, un gruppo di ribelli, guidati da tale Togo, si sarebbero presentati per unirsi alle squadre accademiche.
    Il Mikawa si rivelò subito favorevole a questa alleanza, Shiltar, dal canto suo, era decisamente più titubante: dei traditori, anche se dei loro nemici, erano sempre dei traditori, ma, in fondo, anche lui aveva in squadra due abitanti di Konoha che vivevano a Kiri, in più l'esercito mandato all'attacco di quei nemici era stato, in pratica, dimezzato, quindi dovette mettere da parte la sua naturale sfiducia verso chi tradisce: "Anch'io sono favorevole a prenderli fra noi.", concordò.

    [...]

    Arrivati davanti alla fortezza di Xia Pi, due furono i particolari che colpirono l'attenzione del Kaguya: le mura e le guardie.
    Le guardie sembravano degli impediti, almeno dal punto di vista di chi, fin da studente aveva fatto turni di guardia sulle Mura del Villaggio di cui ora era il Kage, poiché si muovevano fin troppo lentamente; a questa stranezza, poi, si andava a sommare l'assurdo colore delle pietre che costituivano quelle Mura.

    Gli shinobi, comunque, si riunirono per elaborare un piano d'attacco ed il primo a parlare fu il Mikawa, proponendo un'idea quanto meno rischiosa, ma altresì interessante.
    "Il piano mi piace, per quanto vorrei sottolineare una cosa forse ovvia: le mura difensive mi sembrano ben poco normale, non per altro per quel loro colore orrido.
    Le Mura di un villaggio sono, ricordiamoci, la prima arma e l'ultima difesa, quindi il rischio che ci sia una qualche sorpresa nelle stesse è molto alto.
    In ogni caso, proprio perché il rischio è alto, ma l'idea del Mikawa è decisamente buona, se si ritiene necessario, posso andare io con lui in avanscoperta.
    Non sarò un gran saltatore, ma penso di essere quello con le capacità di agire silenziosamente più affinate fra tutti."
    , affermò il Kaguya, "Tanto più che, se si riuscisse ad aprire una strada per le mie squadre d'attacco e gli uomini di Tu, credo che avere già all'interno me ed i miei coccodrilli potrebbe essere d'aiuto a rompere le file nemiche.", concluse, lasciando al Genio Militare il parere da dare.

    Se gli fosse stato detto di andare con Diogene, Shiltar prima di partire avrebbe riunito la squadra d'attacco, dando ordine a quelli sotto il suo diretto comando di distribuirsi equamente nelle squadre di Houyoku ed Itai fino al suo ritorno al comando, poi avrebbe parlato proprio con i due suoi secondi.
    "Fino al mio ritorno, a voi il comando degli uomini. Nessuno dei due si consideri più alto in grado dell'altro e ricordate entrambi che per ogni uomo morto, vi stacco un pezzo di pelle dal corpo con la falce.", li rassicurò sorridendo e dando loro una pacca sulle spalle per uno.
     
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    Shinken riuscì a posizionare la bomba, Raizen e il loro squadrone riuscirono a fare qualche metro prima che fosse il caos, Diogene non adempì totalmente al piano che anche lui, da ciò che comprese Raizen, aveva proposto e l’inferno si affacciò su quella spiaggia.
    I sottoposti di Diogene non avendo ben compreso l’azione spalancarono le porte della bolgia e spinti indietro dall’esplosione che emanava un tanfo di morte loro stessi diventarono bombe, quasi quelle esalazioni li avessero trasformati in crudeli satanassi.
    Tornando, lanciati in un pazzesco volo dal potente ordigno posizionato da Shinken, cominciarono ad esplodere come una catena di fuochi artificiali spargendo il caos, Raizen stesso colto di sorpresa non riuscì a far nulla, nemmeno ad alzare in sua difesa il muro d’acqua, tutto inutile.
    Seppur meno forti dell’ordigno che Shinken aveva attivato quelli esplosi nelle vicinanze di Raizen furono abbastanza forti da sbalzarlo, dopo un lungo volo impattò violentemente con la tenda in cui alloggiavano i capitani, al momento era vuota e data la forza con cui Raizen vi impattò se la portò dietro nel suo volo, svenne per quale secondo, probabilmente per via di una lieve botta alla testa.
    Quando si riprese l’inferno si era ritirato, alle sue spalle una spiaggia fumante, Raizen si alzò con lieve difficoltà cercando di districarsi dal telone e dai vari legni che una volta tenevano la tenda in piedi, una volta in piedi si rese conto che i graffi e la grossa scheggia che aveva nella gamba non erano nulla di che, ancora non la estrasse, attese qualcuno di più esperto, nonostante il dolore non gli dava grossi problemi di mobilità.
    Una delle navi con cui erano arrivati era sfondata, non da un esplosione, ma da un colpo: li sopra vi si era schiantato qualcosa, allungando il passo più che poteva raggiunse la nave e con qualche smorfia vi montò sopra, vedendo Diogene gli venne in mente Shinken, mentre si avvicinava all’Otese che pareva morto tentò di mettersi in contatto col suo comandante.


    Shinken, sei vivo?
    Come stai?
    Ah, io me la sono cavata con qualche graffio ma di Raven nessuna traccia, ho qui Diogene che non so se sia vivo o morto.
    Attendo ordini, nel mentre lo porto fuori.

    Velocemente si recò alla tenda dei jonin e ne trasse una barella da campo, chiamato a se un medico, di cui rifiutò momentaneamente le cure, si fece aiutare a portare Diogene fuori dalla nave per prestargli soccorso.
    Mentre aspettava direttive da Shinken si fece medicare, rimase solo un lieve taglio in corrispondenza della scheggia, evidentemente qui medici, pur avendola estratta, non erano in grado di curare del tutto la ferità.
    Distendendo la gamba si guardò nuovamente intorno, la spiaggia era rossa di sangue e l’acqua quasi a malavoglia pareva volerla sciacquare da quel violento lordume insozzandosi a sua volta.
    Uno scatolone di terra e un po’ d’acqua valevano più di tutte quelle vite perse.
    Dopo essersi fatto comunicare la sua posizione Raizen si recò da Shinken, insieme, privi del loro plotone di scout si misero in marcia per recarsi alla città, sei ore di marcia con quella scomoda ferita, lo rendeva lento, non era tanto rispetto alle ferite di molti, ma gli dava fastidio “essere sotto”.
    Stringendo i denti aumentò il ritmo.
    Dopo 5 ore di marcia incontrarono dei ribelli, poteva essere un punto a loro favore, o almeno così penso Raizen.
    Si avvicinò a Shinken e quasi sussurrando gli parlò.


    Beh, comandante, se sono i nemici dei nostri nemici, come diceva qualcuno ben più saggio di me, sono nostri amici, diamogli una possibilità.
    Ma è solo un piccolo consiglio, avrai certamente maggior esperienza di me in queste cose, giudica tu.

    Attese il parere di Shinken mentre notava tra i ribelli un medico che forse poteva essergli utile.

    Ey tu!
    Si, tu con la casacca, avvicinati per cortesia.

    Avvicinato che si fu il medico, Raizen, gli mostro la ferita sulla gamba, questo annuendo vi lavorò per qualche secondo rimarginandola del tutto.
    Rimessosi in piedi al fianco del suo superiore ascoltò il piano di Diogene.


    Se posso permettermi, Shiltar sama, Diogene, credo che i più adatti a tale piccola missione di avanscoperta dovremmo essere io e il mio superiore, se mi è concesso metter bocca in parte sua.

    E guardò Shinken per avere un segno di approvazione prima di continuare.

    Dopotutto la nostra è la squadra atta a svolgerlo, senza voler togliere nulla al piano da voi esposto Shiltar, che mi pare sia alquanto prudente e quindi degno di lode.
    Ovviamente questo è un mio personale parere, a voi la decisione, anche se devo dire che avanzare in prima linea non mi dispiacerebbe.

    Attese la decisione di chi sicuramente aveva più esperienza di lui e tacque.



    SPOILER (click to view)
    Shuriken [AaD]x8
    Kunai [AaD]x8
    Filo di Nylon Rinforzato (10 metri) [Vario]
    Kusari Fundo [AdCC]x1
    Uchiha Shuriken [AaD]x4
    speroni [PpCC] x2
    Muschio di Recupero Minore [Tonico]

    Chakra:
    140/140

    ferite:illeso

    equip. aggiuntivo quest:
    3x Razioni di Cibo
    Documenti Vari
    Sacca Kunai
    Sacca Shuriken
    Trasmittente
    1x Fuuinjutsu di potenziamento Fisico ( Fogliettino da applicare con effetto collante immediato)
    1x Fuuinjutsu di Cura ( Fogliettino da applicare con effetto collante immediato)
    1x Fuuinjutsu di Cura Minore ( Fogliettino da applicare con effetto collante immediato)
    1x Fuuinjutsu di Cura Minimo ( Fogliettino da applicare con effetto collante immediato)
    1x Fuuinjutsu di Ripristino ( Fogliettino da applicare con effetto collante immediato)
    Travestimenti Vari

     
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  7. ƒ r a n z
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    Narrato
    Pensato
    Parlato

    Bersaglio mancato


    Nella tenda i ninja stavano ancora discutendo sul piano; le loro voci si alternavano con ordine, senza dare vita ad un litigio o ad una conversazione animata e caotica. Zubera indicava i bersagli sulla mappa utilizzando una piccola bacchetta di legno. Il rumore dall'esterno però non lasciò presagire nulla di buono. Cosa sta accadendo là fuori? si chiese, trasalendo terrorizzato. Fece per avvicinarsi all'uscita, ma il caos arrivò all'improvviso, quando la tenda cadde sui suoi inquilini. Esplosioni, urla e tonfi si alternarono in una caotica sequenza di terrore che ebbe una durata imprecisata. Zubera, disteso a terra, non potè fare altro che portarsi le mani sulla nuca per proteggersi mentre aspettava che tutto finisse.
    Quando il caos cessò, Zubera strappò il telo della tenda per uscire allo scoperto, e io suoi occhi si soffermarono su un panorama da incubo: morti sparsi ovunque, i feriti erano stati sistemati in linea per terra sulle barelle, mentre la distruzione reganava sovrana sulla spiaggia. In lontananza vide Diogenes, con il corpo tinto di sangue, che si rialzava a fatica, mentre ai propri piedi vide Razen, suo compaesano, gravemente ferito. Zubera gli si gettò addosso, cercando di alzarlo in piedi. Un medico, qui, ora! ringhiò altamente agitato. Un ninja venne subito a recuperare Razen per portarlo dai medici, poco più in là. Si mise le mani nei capelli, non sapendo cosa fare; gli venne riferito tramite la trasmittente che Raven shinretsu era disperso, probabilmente catapultato via da un'esplosione, e non si sapeva se era ancora vivo o morto - e Zubera sperava nella seconda possibilità.
    I superstiti in grado di continuare si misero in marcia verso Xia Pi dopo le cure, e Zubera prese a camminare con una piccola benda sulla tempia, ma la levò subito poichè il dolore era passato e le cure mediche prestategli furono in grado di medicare la sua ferita irrisoria alla tempia. Camminavano oramai da ore, e secondo la posizione del sole dovevano essere passate diverse ore, e oramai si doveva essere in prossimità della città di Xia Pi; un gruppo di ribelli uscì dalla foresta, offrendo ai ninja di dare il proprio aiuto se questi avessero spianato la strada attraverso la città-fortezza poco più avanti. I capitani avrebbero dovuto dare il loro consenso, e Zubera si girò verso Shika e Sori. Io non ho voce in capitolo, Shika. Perchè non ci parli tu, genio militare? disse facendogli il verso in modo ironico per cercare di spezzare la tensione e dissipare la tristezza che aleggiava negli animi dei presenti per le perdite subite. Zubera non sarebbe entrato in avanscoperta, aveva visto che era sin troppo rischioso andare avanti senza un piano ben definito. Già, un piano... Se avessero seguito il mio piano tutto ciò non sarebbe accaduto, dannazione! Cosa è andato storto?

     
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  8. Ratty
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    DISFATTA
    Piano Suicida



    Non c'era altro termine che disfatta per descrivere la situazione in cui i ninja si erano ritrovati. Avevano conquistato un piccolo, minuscolo pezzo di terra fracassando l'esistenza a metà delle truppe a disposizione, creando superstiti e dispersi, ferendosi e sanguinando per un secchiello di sabbia. Tutti i gruppi agirono alla bellemeglio, indipendentemente e Shika Nara non si era nemmeno lontanamente impegnato nel redigere, consigliare o quantomeno supervisionare sulle decisioni.
    E ne pagò le conseguenze in prima persona.


    Senza commentare la scena, senza guardare l'arrivo dei soccorritori, senza soffermarsi sulla sorte dell'amico che veniva portato via, per essere soccorso, senza interessarsi minimamente di tutto ciò che tale fato aveva scatenato nelle sue viscere, il Nara ordinò ai due sottoposti rimasti di prendere l'equipaggiamento dei caduti, o dispersi, o inabili, soprattutto se esplosivi o simile, indispensabili per sventrare una città e conquistarla.
    Non aggiunse altro.


    [...]



    Shika, alla vista di quegli uomini, scoperti successivamente ribelli, inizialmente si armò, preoccupato di quello che poteva causare quello scontro dopo un così fallimentare ingresso nella missione. Invece si rivelarono dei possibili aiuti, insperati. Ciononostante il Nara non era mai così favorevole all'ingresso di sconosciuti, li reputava comunque una possibile minaccia, un incognita che rendeva i calcoli ancora più complessi e ingarbugliati, una perdita di tempo, insomma. Eppure già due capitani avevano acconsentito e non gli pareva il caso di guastare la festa a nessuno: la presenza di quei ribelli avrebbe potuto aumentare il morale - a terra - dei compagni.
    Gli avrebbe sempre tenuti d'occhio.


    " Favorevole.
    Ma prima di continuare, immagino che - essendo voi ribelli - dovreste sapere qualcosina in più della capitale e della cittadina che stiamo per espugnare. Qualche informazione da riferire per aiutarvi in questa impresa? "


    [...]



    A quanto pare era giunto il momento di agire effettivamente come vero esercito, senza rimanere in balia delle decisioni personali dei 4 caposquadra, ma agire in modo univoco, come un'unica creatura, in questo caso ferita. Molti diedero la loro opinione sul da farsi, altrettanti intervenirono con commenti o consigli, altri proposero di morire per assolversi dalle colpe, taluni di autarli a farlo. Infine chiesero la sua opinione e Shika sfoggiò con finto orgoglio il titolo, non senza una vena ironica nel nome che continuavano a ripetere dopo lo sbarco in spiaggia.

    " Contrordine a qualsivoglia operazione, ora sarà il fantomatico genio militare a parlare.
    Sinceramente, sono un idiota.
    Se fossi in voi non mi ascolterei nemmeno, la disfatta della spiaggia è un elemento già sufficiente per reputarci tutti degli incompetenti ed andarsene, rinunciando alla missione, non sarebbe nemmeno definibile ammutinamento, ma buon senso. Se volete rendere vane le morti potete andarvene anche ora.
    Ho un piano, se invece volete affidarmi le vostre vite. "



    Si sarebbe fermato una seconda volta, mantenendo quel silenzio con un espressione seria, scrupolosa e incredibilmente autorevole; lo sguardo serio e concentrato, un autocontrollo che nessuno gli aveva mai visto in volto. Aveva appena visto un amico, un fratello, devastato da quella guerra che non gli apparteneva, eppure non si era lasciato abbandonare a sentimentalismi di alcun tipo. Perfetto shinobi, qualcuno avrebbe potuto dire. Ma quella era la sua reazione. Concludere la missione.
    Vendicarsi.


    "Non ci sarà alcuna infiltrazione.
    Se si concludesse in un fallimento, dubito che i ninja interessati si possano salvare e comunque avviserebbero tutte le sentinelle e tutte le difese sarebbero pronte a tagliarci le gambe: a quel punto sarebbe impossibile continuare, un vero suicidio.
    Vi propongo, invece, un attacco suicida. Un attacco frontale.

    Ci divideremo un tre plotoni, unicamente per questo attacco. Dobbiamo devastarli, senza dargli possibilità di replica, dobbiamo dargli una sberla morale così violenta che tremeranno solo a sapere che respiriamo la loro stessa aria. Chiunque non conosce la tecnica della sostituzione è escluso da tale piano.
    Gruppo centrale, io e il mio plotone. Gruppi laterali, i sottoposti rimasti, smezzati per parte: Shiltar, Houyoku, Itai da una parte, Diogene, e rimanenti dall’altra. Una volta avvicinanti a sufficienza all’avamposto tutti useremo tecniche della moltiplicazione o evocazioni o qualsivoglia altra abilità per rendere il nostro numero così elevato da agghiacciarli, infliggerli uno shock utile per prenderli in contropiede e spezzare la loro morale. Non siamo rimasti in molti, ma almeno 600 fantocci dovremmo riuscire a crearli. L’avanzata dovrà essere il più rapida possibile, rimanendo occultati tra le copie, procedendo senza paura. Evitate le schivate, piuttosto sfruttate ninjutsu ad ampio raggio per rompere le loro ovvie offensive, ma comunque data la scarsa densità dei veri ninja.. che dovrebbe essere intorno al 10-20%, ad occhio.. probabilmente colpiranno le copie, sprecando colpi per nulla. Per migliorare la strategia, consiglierei di portare una torcia accesa ognuno, che verrebbe moltiplicata per ogni clone rendendo ancora più l'idea di esercito agguerrito e senza alcuna pietà, oltre che rendere più visibile le copie e - abbandonando la torcia - rendendo invisibili i veri ninja.
    L’oscurità ci aiuterà a non far notare la falsità del nostro esercito.

    In prossimità delle mura, dopo circa 15 secondi di avanzata frontale, tutti i ninja dovranno utilizzare la tecnica della sostituzione arrivando in cima alle mura, oltrepassandole senza perdere tempo. In quel modo potremmo immediatamente azzerare le potenzialità della mura: dubito abbiamo armi ad ampio raggio che puntano sulle mura stesse. Dovrebbero essere sorpresi della nostra presenza essendo presi in contropiede. A quel punto, il nostro obbiettivo iniziale sarà la distruzione di tutte le armi o persone che posseggono attacchi ad area; ogni capitano dovrà, successivamente, ideare un piano di offensiva. La mia richiesta pare stronza, ma ho bisogno di altri 2 chunin, che badino esclusivamente alla mia salute, possibilmente forti, con buoni riflessi e – senza offesa – bassi.

    Personalmente, parlando della mia squadra, dopo la prima fase, dal centro delle mura, lancerò i kunai andando a coprire la massima distanza possibile; aggiungendo anche l’equipaggiamento e l’ambiente dovrei raggiungere i 50 metri di raggio. Appena presi dal controllo dell’ombra, rimarranno immobili e alzeranno le braccia per mio ordine. Basterà un attacco di taglio, con katane o simile, per sgozzarli senza che io riceva altri danni: che nessuno li tocchi in altri modi, se non mi volete massacrare. Capirete che rimarrò completamente indifeso e non mi va di morire. Ogni 5 secondi potrò bloccare fino a 5 persone e i miei 5 sottoposti – jonin – dovranno ucciderne uno ognuno, oltre che occuparsi di altri eventuali problemi. Ogni 5 secondi ci saranno 5 morti. Potrò reggere questa frequenza per circa 20 secondi, poi smetterò per evitare di sprecare tutto il chakra.
    Venti morti in venti secondi.

    Gli altri, invece, dovranno aiutarci nella fase iniziale e successivamente penetrare andando a devastare tutta la roccaforte, possibilmente utilizzando inizialmente attacchi ad ampio raggio sufficienti a demolire a caso e agitare i presenti. Nel mentre, coloro che non posseggono la tecnica della sostituzione sfrutteranno l'equipaggiamento dei sabotatori e quanto in loro dotazione per distruggere le mura d'ingresso una volta dato il via libera, lasciando gli altri liberi da preoccupazioni.
    Dimenticavo.. usate tutti la tecnica della trasformazione per avere un evidente segno rosso nella schiena e nel busto, un cerchio con una sbarra diagonale, così eviterò io di catturarvi, i miei sottoposti di uccidervi.

    Un invasione in meno di 60 secondi.
    Mi affidate le vostre vite, allora?"



    Dopo quel lungo discorso, dove descriveva in modo preciso e dettagliato il piano suicida, Shika si fermò a osservare i presenti, a raccogliere eventuali consigli e i piani che i relativi caposquadra avevano in mente per una distruzione rapida dell'avamposto. Avevano bisogno di una vittoria indolore, un'aggressione frontale e incisiva che permettesse di risollevare il morale alle truppe e la stima nei confronti dei caposquadra stessi, senza perdere alcun uomo in tale operazione. O tutto o niente, si sarebbe giocato il resto della missione da quell'attacco, perché non avrebbe senso continuare feriti o sanguinanti in una guerra d'erosione: ci sarebbero stati solo più morti.
    Guerra lampo.
    Vendetta.


    Forse per la prima volta la determinazione di Shika si svelò completamente, forse per la prima volta prendeva decisioni veramente azzardate e veramente rischiose per il futuro di un gruppo, forse per la prima volta ragionava con distacco, ma condizionato da feroci sentimenti offensivi.
    Forse per la prima volta era pronto a uccidere a sangue freddo.

    image


    OT
    > Preventivo Copie
    70chunin*7copie = 490 // 5jonin*9copie= 49
    Totale Fantocci PNG = 540 copie
    Totale Fantocci = 600 copie circa

    Meno di 100 ninja veri su 700 = densità del 15% > Zona centrare più ricca di fantocci che i lati

    > Preventivo Consumi/Tecniche
    Tecnica della trasformazione + Tecnica della moltiplicazione, Tecnica della Sostituzione, Attivazione Tecnica Speciale + Mantenimento 4 round, 4 Incatenamenti Ombrosi
    17.5+2.5, 10, 10+20, 4*30 = 180/290

    > Sigillo
    Sfrutterò la sua comparsa solo al termine dell'invasione per risparmiare chakra. Lo sottolineo perché non presente nel post.
    /OT
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Nel caos assoluto di quella azione militare probabilmente condotta malamente mi si fermò il cuore quando vidi che Giants, per qualche oscurò motivo, ritardava a colpire la balista. Spalancai gli occhi mentre, di istinto, muovevo un passo verso di lui. La balista che avevo colpito crollò sull' altra ma non feci in tempo a comporre un solo sigillo per mettere in salvo il compagno di squadra che una pioggia di frecce si abbatté su di lui, gettandolo a terra per poi ricoprirlo dalle macerie della casa.
    « GIANTS! » mi venne da urlare e mi diressi verso di lui, cercando di scostare qualche sasso tra le macerie. Ma dovetti fermarmi subito a causa di cosa accadde da li a poco. Non potevo immaginare che i Ninja accademici si fossero macchiati di così tanta ingenuità. Un' esplosione, potente, fece tremare la terra gli animi ed il cuore dei soldati. L' euforia che mi aveva preso prima, quando eravamo scesi illesi dalla nave, scomparve come in una bolla di sapone rendendomi conto dell' orrore dell' accaduto. Corsi verso riva e ben preso mi riunii al Mizukage e dal tizio con il nome strano.
    « Mizukage-sama, Giants è... » mi si bloccarono le parole in gola e non riuscii a dare la notizia estrema senza esserne certo.
    «... è stato colpito da molte frecce, non so se è ancora vivo. » dissi infine, prima di voltarmi verso la restante compagine. Constatai con un errore poco trattenuto che i sabotatori erano praticamente andati, così come gli scout. Molti uomini erano li per terra morti ed orribilmente mutilati. Notai una barella che trasportava via una persona che conoscevo e che mi sorprese: chissà cos' era successo di così orribile tanto da mandare così a tappeto anche Keita Kitase.
    « Keita... » dissi tra le labbra mentre stringevo un pugno. Non ero per niente abituato alla guerra e dovetti ammettere che questa aveva un effetto su di me decisamente più forte delle semplici battaglie. Li non avevi il tempo di ragionare, le battaglie duravano poco, nemmeno un minuto. Ma quella era una guerra, sarebbe stata lunga e faticosa, probabilmente letale per qualcuno. Lanciai uno sguardo verso la truppa d' attacco e ritornai vicino alla mia squadra. La guerra durava a lungo, la guerra era faticosa, la guerra uccideva e albergava negli animi scossi di chi ci sopravviveva. E per questo che avrei combattuto: perché volevo vivere, perché volevo tornare a Kiri, da Yui ed alla mia vita di sempre che dovevo ammettere, in tutta la sua noia, mi mancava un sacco.

    […]


    La marcia fu lunga ma bastò per risanare le mie poche ferite ed il poco chakra che avevo consumato. Cinque ore di marcia, durante le quali un gruppo di ribelli sembrò voler entrare a far parte. Io, indeciso se essere felice o meno della novità, restai in silenzio come dovevo constatando che a causa delle forti perdite subite rimpolpare le fila era forse la cosa più intelligente da fare.

    […]


    Arrivati a Xia Pi, ovvero una vera e propria fortezza, piccola ma apparentemente ben difesa, qualcuno cercò, con molta arguzia, di proporre qualcosa da fare. Diogene di Oto volette necessariamente andare in perlustrazione e dovetti ammettere che non mi sorpresi quando il Mizukage si rivelò pronto a seguirlo. Sospirai, attendendo qualche istante e prim' ancora che Shika potesse parlare mi adoperati per smontare quella che mi parve, a dirla tutta, una vera e propria follia.
    « Così, giustamente, rispettabili capitani, rischiamo di perdere con estrema probabilità non solo qualche altro uomo, Chunin, egoisticamente meno utile in guerra di voi, ma ben due capitani ed altri aiutanti validi, oltre che il Mizukage di Kiri. Per quanto rispetti la vostra abilità di Ninja è un' azione troppo azzardata Mizukage-sama. Li dentro non sappiamo cosa c'è, un' infiltrazione potrebbe significare la morte certa per chi ci prova, così come potrebbe risultare stupida. Diogene, capisco la sua voglia di riscatto, l' ammiro per questo, ma agiamo razionalmente senza prendere decisioni dettate dal solo orgoglio. » dopo quelle, forse un po' troppo coraggiose parole feci un passo indietro.
    « Per quanto sia necessario capire cosa c'è li dentro, anche se essendo un avamposto è ovvio che sia zeppo di soldati, sarebbe meglio organizzare tutto con maggiore perizia Diogene-sama. Shika, tu che sei il genio qui, idee? » chiesi quindi al mio lontano consanguineo che non si tradì per le sue origini. Solo un Nara poteva tirar fuori dal cilindro qualcosa che si poteva realmente chiamare piano militare. L' ascoltai attentamente, mentre, silenziosamente cercavo di ragionare sulla dinamica di quello che stava per succedere. E quando lui terminò annuii, approvando il piano.
    « Ok Shika, io la mia vita a te l' affido. Forse il piano è casinista, ma senza dubbio efficace. » e quindi attesi che fossero i capitani a decidere se dare ragione a Shika oppure perseguire la via del sudicio.

    image
    Se il piano del Nara fosse andato in porto allora avrei aperto nuovamente bocca. Nel mentre avevo fatto due calcoli e probabilmente un modo per aumentare le copie c' era.
    « Bene, ho fatto due conti. Se chiunque possieda la Kagebunshin no Jutsu creasse almeno due copie, credo che il vantaggio ricavato sarebbe certamente maggiore. Io creando tre copie riuscirei, facendo usare la Bunshin alle mie copie corporee, a creare un totale di... ventidue nuovi me. Mizukage, lei è un Jonin. Può fare decisamente meglio di me, arrivare a sfiorare anche i trenta forse o anche più. E se chiunque possa farlo lo fa, credo che il numero aumenterebbe sensibilmente, visto che anche solamente con una Kagebunshin possiamo quasi raddoppiare la nostra capacità di creare copie. » delle quelle parole di consiglio stetti in silenzio. La voce di Kaku del profondo della mia anima soggiunse, facendomi rabbrividire. Era tanto che non mi sembrava di sentirlo.



    « Era da tanto che aspettavo una guerra moccioso... »
    « Avrei preferito evitare, Kaku. »
    « E perché mai? Dopotutto, ti basta poco per lasciarti andare all' ebrezza della battaglia e dimenticare ogni paura. Ti basta un po' del mio chakra. »
    « Lo so. Ora lasciami stare, se avrò bisogno di te, ti chiamerò. »
    « So che lo farai Nara, so bene che lo farai. »



    Non risposi al demone, mi limitai a star zitto. La guerra ora sfiorava la pelle dei presenti e la sensazione che provavo a quel languido contatto era di un gelo mortale. Sarebbe stato un vero e proprio concerto di spade quello che si sarebbe tenuto nella fortezza di Xia Pi.




    OT

    Chakra: 252,5/252,5
    Status fisico: Perfetto
    Equip usato: Kunai con Cartabomba livello II (x1)


     
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  10. Kalastor
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    Ulteriori Complicanze



    Codice Tuono.
    Disfatta, Riflessioni.



    Per quanto tu possa fare bene una cosa, in guerra è sempre il Caso a farla da padrone. Progetti un attacco nei minimi dettagli, calcoli tutte le variabili del caso, gli imprevisti, gli elementi contingenti. Ma alla fine, basta una minima variazione, un granello di sabbia che sfugge al tuo scheda, e tutto cade. Il risultato, un massacro senza eguali. Il tutto si svolse nel giro di pochi secondi, lasciando addosso solo un senso di profonda impotenza. Vedere un intero esercito finire in frantumi sotto i colpi della propria artiglieria ha un che di ironico, e profondamente sbagliato. Viene da domandarsi come possa la vita di un essere umano spegnersi in così poco tempo. Ne vide morire tanti, forse troppi. Uomini e donne di fronte ai suoi occhi venivano dilaniati, e nel giro di pochi secondi tutto aveva termine, in un orribile carosello di sangue e disperazione. La cosa peggiore, una volta di più, era non aver modo di reagire. Non solo, rendersi conto dell'inevitabilità del tutto e, inevitabilmente, accettarla. Rendersi conto di come tutto prosegua, in guerra come nella vita. Non era la sua prima volta sul campo di battaglia. Ma lo schifo era sempre lo stesso.

    Codice Tuono.
    Disfatta, Conseguenze.



    Da invasori agguerriti si erano trasformati in un manipolo di truppe in rotta, incapaci di riorganizzarsi concretamente. Raccolti i feriti, la loro consegna alle navi di soccorso aveva anche irrimediabilmente tagliato la ritirata. Detto in termini profani, erano soli in terra straniera, senza supporto, senza rifornimenti e senza possibilità di fuggire, qualora il nemico - cosa probabile, data la situazione - si fosse rivelato soverchiante. Era ridicolo passare dalla superiorità netta all'orlo della disfatta in così poco tempo. Dal canto suo, cercò alla meglio di curare chi poteva, e di dare una mano dove la sua presenza era richiesta. Molti casi erano disperati, ed i suoi mezzi scarsi, per cui dovette compiere scelte difficili, e dedicarsi a chi aveva almeno un barlume di speranza. Una volta ripresa la marcia, per quanto possibile tentò di curare chi gli stava attorno, lasciando Shiltar per ultimo. Non era ferito gravemente, poteva soffrire un pò. Anzi, gli avrebbe fatto anche bene.

    Aveva avuto la fortuna di uscire da quella situazione senza riportare nemmeno un graffio. Puro com'era quando partirono da Kumo. Niente, neppure la più piccola abrasione. Era come se non fosse neppure sceso in battaglia. Questo lo lasciava quasi più sconcertato della mattanza appena superata sulla spiaggia. Non avere nessuno a cui dare la colpa, non avere nessuno sulla cui tomba piangere, non intravedere neppure una ragione a quanto era accaduto. Lasciava un senso di vuoto, il quale andava a mischiarsi con quello di sopraffazione avvertito poc'anzi. Poteva solo avanzare, e passo dopo passo lasciarsi scivolare tutto addosso. Ormai se n'era fatto una ragione. La guerra lo rendeva diverso. Lo trasformava in un assassino ed entro certi limiti anche in qualcosa di più, avendo fra le mani la vita di decine e decine di persone. Non gli piaceva. La guerra non gli piaceva. Ma in fin dei conti, tutto si riduceva ad una mera questione di numeri.

    Codice Tuono.
    Disfatta, Reazione.



    Il piano di Diogene gli apparve come un'accozzaglia di boiate messe assieme da un tanto profondo quanto insensato eroismo romantico. Per questo si preparò mentalmente all'idea di armarsi ed andare oltre le linee nemiche per rompere un pò di denti a colpi di spada. In questi momenti rimpiangeva il suo essere restio a conficcare metallo nel ventre delle persone. Poteva rivelarsi utile disporre della vita altrui quando quell'altrui sembra decisamente intenzionato a disporre della tua. Ma era contento così. Se qualcuno doveva decidere della morte, quello era Dio - qualunque Dio, a prescindere - non lui. Finché gli aventi l'avrebbero reso possibile, ma la sua lama avrebbe fatto la differenza nell'eterna lotta fra sopravvivenza ed abbandono. Senza dir nulla a nessuno, era entrato nell'ottica di gettarsi in una missione suicida.

    Quanto venne proposto di seguito però fu capace di attirare ancora di più la sua vena masochista. Cosa può distogliere un'idiota dall'affrontare la sorte con le stesse possibilità di sopravvivenza di chi spera nel colpo grosso alla lotteria e non compra il biglietto? Un qualcosa di ancora più sostanzialmente privo di logica. Era sempre stato sostanzialmente convinto dell'assoluta inutilità del Clan Nara, e meditava da un pò di tempo di prenderne uno per dargli una sana ripassata a calci in bocca, ma questo andava veramente oltre ogni più cupa immaginazione. Un esercito di copie aveva le stesse chance di successo dello sparare contro una balena con una fionda di carta. Ma era proprio questo a conferire al tutto un senso, seppur vago. Rimase a fissare quell'ometto con la bocca spalancata e subito dopo rivolse lo sguardo sul Ninja di Kiri del quale assolutamente non ricordava il nome.

    Qui finiamo tutti ammazzati. - Richiuse il tutto, pensando quindi con lucidità. - Ma se Shiltar accetta, io lo seguo. - Annuì fra sé. - Non mi perdo la possibilità di vederlo scoppiare, a costo di morire! - Ridacchiò, sempre per conto proprio, per poi sbuffare. - Ma chi prendo in giro, vado per salvargli la pelle. Kaguya maledetto. - Attese quindi una sua reazione. - Tanto, in entrambi i casi la mia tecnica più utile è la Moltiplicazione semplice!




     
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  11. sweethinata
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    AcT III-V




    SPOILER (click to view)
    Narrato
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    Citato


    Parole.

    Parole che ti spingono ad osare con il pensiero, parole che esprimono il tortuoso percorso delle emozioni, sincere, pure e inaspettate, a volte, però, incomprese o volutamente inascoltate.

    Parole aspre, urlate, iraconde.

    Parole fatte di silenzi, sguardi fugaci, titubanze ed infine di solitudine.

    Keita e Sori.

    Due parole ancora distinte. . . .


    L’aria sul finire di quel crepuscolo era stranamente fredda ed emanava un’irresistibile fragranza di pioggia.
    Un vento pungente che si era alzato improvvisamente con determinata insistenza, aveva trascinato dietro di sé un fardello di nubi nere come l’ebano.Il sordo mugghiare del mare erompeva adesso tonante nell’aria. Marosi gonfi di tempesta si impennavano con controllata violenza, levandosi verso il cielo e si abbattevano con forza crescente contro l’imbarcazione che immobile si stagliava sul mare in tormenta.
    Un’ombra nera che lentamente fluttuava verso il tramonto.
    Solo a tratti, un audace sole emergeva dai cumuli carichi di pioggia e gettava sotto di sé eteree pennellate di un color rosso cremisi, presagio di un nafasto evento.
    Un’atmosfera particolarmente sinistra che stranamente rinvangava il ricordo sopito di altre lontane, fredde e impenetrabili, vissute dentro di lei e pervase dal triste ululato del vento e dal lamento di spettri senza pace.
    Nel cupo silenzio di quel preludio l’eco di un tuono s’alzò beffardo come la risata del diavolo e cavalcando il vento fino al largo, risuonò lugubre come il grido dei dannati,un grido che aveva avuto l’impressione di aver udito e sfidato molte volte, ma che ora le apparve indicibilmente reale, come quella sensazione di sublime ineffabilità che la devastava, incalzante, come l’uragano che stava per abbattersi.
    A destra e a sinistra,a perdita d’occhio sorgevano come fossero i contrafforti del mondo, schiere di vortici il cui aspetto tenebroso era ancora più evidenziato dalla schiuma che con la cresta bianca e spettrale si avventava senza posa contro lo scavo della nave, ululando e gemendo come anime appena risucchiate negli inferi dell’Ade.
    Intorno,il vasto letto delle acque si fondeva e si divideva in mille torrenti in lotta tra loro, esplodendo all’improvviso in frenetiche convulsioni, gonfiando, ribollendo e sibilando, roteando in giganteschi vortici, turbinando ed in fine precipitando.

    Mente umana non poteva concepire un panorama così desolato.

    Per un istante, come sospesi nel tempo, la scialuppa rimase in balia delle onde, i remi fermi, immersi nell’acqua nera.

    Poi uno squarciò nel cielo.
    Un lampo si accese in lontananza. Una chiara e gelida luce azzurra illuminò a giorno il profilo burrascoso del mare. La nave emerse dalle tenebre come uno spettro, stagliata su un lago d’argento contro un groviglio di nubi pesanti come sassi.

    Era in una notte come quella, infine, che tutto ebbe inizio, in una notte in cui la luna si intinse di un rosso cremisi.

    Sangue.
    Scorre come un fiume su di un letto di sabbia.

    Intorno solo desolazione.
    Come se l’angelo della distruzione fosse sceso nel reame della disperazione.

    Illusione? incubo?
    Semplicemente la realtà di una guerra, dove ogni cosa viene spinta verso la follia della rovina, dove il canto della morte diviene un suono dolce e soave, una danza nell’estasi della disperazione, un brindisi al bacchetto dell’ inutilità dell’umana vita.


    Camminava silenziosa accanto a Shika verso la cittadina di Xia Pi, sospinta da un'adagia inerzia a seguire quel che rimaneva di quel gruppo di shinobi.
    I grandi e profondi occhi perlacei, erano densamente tristi, mentre ancora erano ben visibili sulle sue rosee guance i segni lasciati dallo scorrere delle lacrime.

    Lo sguardo spento.

    Non dimenticava, non riusciva a farlo.

    Forti ancora le immagini di quesi drammatici momenti, come se il tempo avesse fermato l’eterno scorrere, ogni cosa fosse divenuta definitivamente immobile nella memoria della giovane Kunoichi; rimembrava ancora quel sussulto e il respiro cessare, il precipitare irrastabile nel dolore, una ferita indelebile che ancora bruciava sul cuore.

    Lo vedeva.

    Ancora lì.

    Fermo, immobile, quasi privo della vita.

    Sangue.

    Tanto sangue, scarlatto sul bianco della sua pelle.

    Pareva morto.


    Il tempo si fermò allora.

    Ricordava solo che corse, corse il più veloce possibile verso di lui. Non esisteva altro. Ne le esplosioni, ne le urla. Intorno a lei, nient'altro esisteva se non lui. Nella sua mente, il pensiero atroce, terribile che forse lo aveva perso per sempre. . . e mentre si chinò su di lui, notando, seppur privo di conoscenza, che era ancora vivo, gli prestò immediatamente il primo soccorso. Era una ninja medico, seppur alle prime armi, rimaneva pur sempre un medico. Irradiò il chakra curativo nelle sue mani, e sfiorando il corpo di Keita avrebbe cercato di capire lo stato di gravità in cui il ragazzo riversavamentre copiose lacrime iniziarono a scendere sulle diafane gote, lacrime immensamente amare ma al contempo lacrime che esprimevano un irruento sollievo nel rendersi conto che era ancora vivo.

    Poi arrivarono i ninja medici. Fu un attimo. Lo presero e lo portarono via.

    Infine si volse verso Shika.
    Non ci fu commento, ne segno di una qualche reazione.
    Solo l'ordine di raccogliere l'equipaggiamento dei feriti, in particolar modo l'esplosivo. Poi, le sue parole divennero silenzio.

    [ . . . . . .]



    Giunsero infine a Xia Pi.

    Una cittadina in realtà. Un avamposto circandato da alte mura di una particolare pietra color rossastro.
    Un grosso portone sembrava esser l'unico ingresso per coloro che sarebbero arrivati da quella direzione.

    In silenzio, vicino a Shika, ascoltava le proposte e i suggerimenti che giungevano dai capitani.
    Discutevano di infiltrazioni o piani simili.

    Infine fu richiesta l'opinione di Shika.

    Contrordine a qualsivoglia operazione, ora sarà il fantomatico genio militare a parlare.
    Sinceramente, sono un idiota.
    Se fossi in voi non mi ascolterei nemmeno, la disfatta della spiaggia è un elemento già sufficiente per reputarci tutti degli incompetenti ed andarsene, rinunciando alla missione, non sarebbe nemmeno definibile ammutinamento, ma buon senso. Se volete rendere vane le morti potete andarvene anche ora.
    Ho un piano, se invece volete affidarmi le vostre vite.


    Un introduzione alla Shika. Sori ascoltò in silenzio.
    Eppure non potè a meno di notare qualcosa di insolito in lui.
    Non era quell'espressione seria, così autorevole e responsabile, bensì quell'insolito sguardo serio e concentrato che lasciava trasparire un appagata determinazione e straordinaria sicurezza.

    Non ci sarà alcuna infiltrazione.
    Se si concludesse in un fallimento, dubito che i ninja interessati si possano salvare e comunque avviserebbero tutte le sentinelle e tutte le difese sarebbero pronte a tagliarci le gambe: a quel punto sarebbe impossibile continuare, un vero suicidio.
    Vi propongo, invece, un attacco suicida. Un attacco frontale.

    Ci divideremo un tre plotoni, unicamente per questo attacco. Dobbiamo devastarli, senza dargli possibilità di replica, dobbiamo dargli una sberla morale così violenta che tremeranno solo a sapere che respiriamo la loro stessa aria. Chiunque non conosce la tecnica della sostituzione è escluso da tale piano.
    Gruppo centrale, io e il mio plotone. Gruppi laterali, i sottoposti rimasti, smezzati per parte: Shiltar, Houyoku, Itai da una parte, Diogene, e rimanenti dall’altra. Una volta avvicinanti a sufficienza all’avamposto tutti useremo tecniche della moltiplicazione o evocazioni o qualsivoglia altra abilità per rendere il nostro numero così elevato da agghiacciarli, infliggerli uno shock utile per prenderli in contropiede e spezzare la loro morale. Non siamo rimasti in molti, ma almeno 600 fantocci dovremmo riuscire a crearli. L’avanzata dovrà essere il più rapida possibile, rimanendo occultati tra le copie, procedendo senza paura. Evitate le schivate, piuttosto sfruttate ninjutsu ad ampio raggio per rompere le loro ovvie offensive, ma comunque data la scarsa densità dei veri ninja.. che dovrebbe essere intorno al 10-20%, ad occhio.. probabilmente colpiranno le copie, sprecando colpi per nulla. Per migliorare la strategia, consiglierei di portare una torcia accesa ognuno, che verrebbe moltiplicata per ogni clone rendendo ancora più l'idea di esercito agguerrito e senza alcuna pietà, oltre che rendere più visibile le copie e - abbandonando la torcia - rendendo invisibili i veri ninja.
    L’oscurità ci aiuterà a non far notare la falsità del nostro esercito.

    In prossimità delle mura, dopo circa 15 secondi di avanzata frontale, tutti i ninja dovranno utilizzare la tecnica della sostituzione arrivando in cima alle mura, oltrepassandole senza perdere tempo. In quel modo potremmo immediatamente azzerare le potenzialità della mura: dubito abbiamo armi ad ampio raggio che puntano sulle mura stesse. Dovrebbero essere sorpresi della nostra presenza essendo presi in contropiede. A quel punto, il nostro obbiettivo iniziale sarà la distruzione di tutte le armi o persone che posseggono attacchi ad area; ogni capitano dovrà, successivamente, ideare un piano di offensiva. La mia richiesta pare stronza, ma ho bisogno di altri 2 chunin, che badino esclusivamente alla mia salute, possibilmente forti, con buoni riflessi e – senza offesa – bassi.

    Personalmente, parlando della mia squadra, dopo la prima fase, dal centro delle mura, lancerò i kunai andando a coprire la massima distanza possibile; aggiungendo anche l’equipaggiamento e l’ambiente dovrei raggiungere i 50 metri di raggio. Appena presi dal controllo dell’ombra, rimarranno immobili e alzeranno le braccia per mio ordine. Basterà un attacco di taglio, con katane o simile, per sgozzarli senza che io riceva altri danni: che nessuno li tocchi in altri modi, se non mi volete massacrare. Capirete che rimarrò completamente indifeso e non mi va di morire. Ogni 5 secondi potrò bloccare fino a 5 persone e i miei 5 sottoposti – jonin – dovranno ucciderne uno ognuno, oltre che occuparsi di altri eventuali problemi. Ogni 5 secondi ci saranno 5 morti. Potrò reggere questa frequenza per circa 20 secondi, poi smetterò per evitare di sprecare tutto il chakra.
    Venti morti in venti secondi.

    Gli altri, invece, dovranno aiutarci nella fase iniziale e successivamente penetrare andando a devastare tutta la roccaforte, possibilmente utilizzando inizialmente attacchi ad ampio raggio sufficienti a demolire a caso e agitare i presenti. Nel mentre, coloro che non posseggono la tecnica della sostituzione sfrutteranno l'equipaggiamento dei sabotatori e quanto in loro dotazione per distruggere le mura d'ingresso una volta dato il via libera, lasciando gli altri liberi da preoccupazioni.
    Dimenticavo.. usate tutti la tecnica della trasformazione per avere un evidente segno rosso nella schiena e nel busto, un cerchio con una sbarra diagonale, così eviterò io di catturarvi, i miei sottoposti di uccidervi.

    Un invasione in meno di 60 secondi.
    Mi affidate le vostre vite, allora?


    Un piano semplicemente folle, pazzesco . . . geniale.

    In gioco era richiesto il tutto per tutto.

    O la va o la spacca, vero Shika? avrebbe allora chiesto Sori.

    Lo fissò negli occhi.

    Allora andiamo! disse mentre un sorrise quasi impercettibile si dipinse sul suo volto.

    [ . . . . ]

    Guardava quelle mura. Qualcosa di insolito si celavano in esse. Ombre, sicuramente guardiani, si muovevano con insolita lentezza.

    Decise allora di attivare la sua innata.

    Raggiunta la distanza congeniale avrebbe potuto vedere molto meglio e se avesse notato qualcosa di irregolare lo avrebbe immediatamente comunicato a Shika.

     
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  12. Shinken Takatsui
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    BoOm

    L'esplosione fù gigantesca. Un boato sordo che scosse l'aria di tutta la zona dello sbarco e, in un secondo, due intere squadre accademiche, assieme alla postazione di difesa nemica, vennero spazzate via. Shinken dal canto suo, che aveva assistito all'avanzata folle dello squadrone di Diogene, fece in tempo a maledire il Mikawa poco prima che, colto anche lui dalla catena di esplosioni, venne sbalzato ad una velocità sorprendente molto lontano, verso il mare. Il chakra non servì a nulla, lo scossone fù troppo forte e, alla fine, il corpo del Jonin, come una foglia in balia di una tempesta, venne scaraventato lontano. Dell'impatto Shinken non avrebbe ricordato nulla, solo silenzio e buio...


    I secondi si trasformarono in ore, le ore in giorni e per Shinken quel brevissimo lasso di tempo, in cui si rese conto di aver perso conoscenza, si tramutò in un secolo. Poi l'interruzione da parte di una voce. Il suo auricolare gracchiava e la voce del suo sottoposto si fece sempre più chiara. Lo sforzo fu immane per comprendere le parole del compagno; i timpani avevano subito un bello scossone e i suoni ora risultavano ovattati, molto confusi. - Raizen. Sono vicino alla nostra nave, sulla spiaggia. - Disse mentre stringendo i denti si rialzava guardandosi intorno. - Io sono messo male ma cammino, tu occupati di quel gigante imbecille e raggiungimi alla tenda del Genio Militare. Ricevuto? - Lentamente si spostò così verso le tende rimanenti. Si sarebbe accasciato lentamente su un qualsiasi appoggio, rifletteva e aspettava di trovare un medico per curarlo. Era furioso.

    Poco dopo apprese quello che sperava non fosse accaduto. Entrambe le squadre, sabotatori e scout, erano state cancellate dalla faccia della terra. Massacrati per un errore sciocco da parte del capitano della squadra compagna. Il kiriano era scomparso, Raizen leggermente ferito e, tutti gli altri coinvolti nell'esplosione, impossibilitati o gravemente feriti. La sua rabbia aumentava, era quasi arrivato al livello di sopportazione massimo. Da quando aveva cominciato questa missione, per colpa di terzi aveva, alla fine, mandato al massacro il suo plotone. Non avrebbe permesso nessun'altro errore.

    [...]

    La marcia fu faticosa, Shinken venne curato dai medici degli alleati, ma le sue ferite rimasero ingenti. Avrebbe chiesto ai suoi compagni accademici se avessero la possibilità per curarlo ancora anche se, per il carattere che aveva, fu un grande sacrificio mostrarsi ferito. L'incontro con i ribelli fu solamente una congettura; Shinkene era d'accordo ma il suo parere non avrebbe influito date le votazioni precedenti degli altri capitani. Di sua risposta, lo shinobi di Oto, annuì e le file dell'esercito aumentarono. Avrebbe voluto fare delle domande a quei ninja Canthiani ma lo shinobi dei Nara lo anticipò e, così, fece silenzio prestando attenzione alle risposte di quest'ultimi.

    [...]

    Una volta arrivati nei pressi delle mura di Xia Pi, Shinken rimase perplesso. I nemici dovevano aver saputo di aver perso la spiaggia e, quelle guardie, sembravano fin troppo tranquille per pattugliare delle mura così scoperte in una situazione di guerra. Quel colore poi... Accampati fuori dalle mura, prima della riunione con il Genio Militare, Shinken non smise di fissarle. Guardava i movimenti delle guardie, cercava delle anomalie nei loro movimenti, aveva l'impressione che quelle mura avessero qualcosa di molto strano. Come l'impressione di guardare qualcosa di irreale, un'illusione.. e comunque, se anche non fosse stato così, quella guarnigione così lenta e così scarna, poteva significare solamente che avevano una grande fiducia nelle difese della città. Attaccarli impulsivamente sarebbe stato folle! Quando infine tutti i capitani si riunirono, Shinken ascoltò di le parole di ognuno. Valutò le proposte e, quando Raizen gli chiese di parlare, gli fece cenno di fare silenzio; voleva sentire prima le proposte di tutti e poi intervenire. Arrivato il suo momento, fece un passo avanti e schiarì la voce.

    - Mi spiace Nara, ma credo che la tua strategia sia più incosciente che utile al nostro fine. - Cercò il silenzio. - Abbiamo già rischiato di fallire disastrosamente appena abbiamo messo piede su questo continente e, personalmente, non permetterò a nessuno di mandarmi al suicidio, nemmeno al Genio Militare... Non si tratta di insubordinazione, si tratta di logica. - Prese una leggera pausa. - Noi shinobi ci distinguiamo dai comuni guerrieri per le nostra abilità, per le nostre tecniche, per le nostre prestanze fisiche e per la difficoltà con cui cadiamo in combattimento. Sacrificare la nostra "seconda vita" per un'azione così rischiosa è un comportamento inconcepibile per uno shinobi come me. Se mai quelle mura dovessero possedere degli attacchi ad ampissimo raggio, tutta la tua strategia andrebbe in fumo e noi shinobi moriremmo tutti. - Fissò i partecipanti. - Non siamo sicuri delle potenzialità delle difese della città. Se i ribelli sanno qualcosa, bene… ma sarebbe meglio mettere ai voti la decisione. Sia io che Razen siamo d'accordo sul compiere una piccola incursione per testare e, magari neutralizzare, le difese nemiche. Ma di certo non credo sia una buona idea quella di lanciarci senza sapere verso cosa stiamo andando, pensateci... -





    Edited by Jotaro Jaku - 16/1/2018, 20:39
     
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  13. MiracleManu
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    Sconfitta.



    Era tutto un casino. Tutto.
    Aveva incontrato il Raikage, gli era stato impresso un sigillo, era su una nave con un traditore di Suna che era il suo capitano, era al comando di un gruppo di ninja probabilmente anche più esperti di lui, erano una marea di shinobi per una missione, e oltre tutto stava piovendo!
    Successe nel terzo giorno di viaggio, quando erano oramai quasi giunti alla spiaggia.
    Una tempesta degna delle più intrepide traversate si era abbattuta su di loro, con una forza tale da risultare devastante, ma il capitano Mikawa sembrava non risentirne minimamente.
    Il sunese alzò lo sguardo, e nel vedere quel ninja attaccato senza problemi sull'albero maestro urlando per incoraggiarli gli fece salire nel petto un fortissimo senso di rispetto. Quello si che sapeva comandare.
    Ma ora doveva pensare a salvarsi la pellaccia.
    Si mise pancia a terra sul legno dell'imbarcazione, così da subire l'effetto delle raffiche di vento in misura minore, e prendendo i propri kunai cominciò a piantarli sul legno, però inchiodando le vesti del ragazzo in modo da aumentare l'aderenza sul pavimento. Si inchiodò giusto lungo i fianchi, mentre con le mani e i piedi liberi attivò il chakra adesivo, nella speranza di sopravvivere a tutto questo.



    [...]

    Assoluto terrore. Questo era quello che Hamano aveva provato. Corpi che saltavano, venivano spazzati via, che venivano mutilati.
    Un inferno di cadaveri e arti che volavano ovunque. Ma ciò che spaventò Hamano fu vedere un corpo in particolare volare come un razzo contro la loro nave. Era il suo capitano, che si sfracellò contro l'imbarcazione per poi cadere in acqua. Il ragazzo fu subito pronto ad accorrere in suo aiuto, richiamando i vari medici che si erano già apprestati a prestare soccorso ai feriti.
    Il sunese era uno dei pochi indenni, si era salvato chissà come dietro una roccia, ma il fatto di essere indenne rispetto a tutti gli altri lo faceva sentire come un codardo, anche se sapeva che un ragionamento simile fosse ben stupido.
    Rimase tutto il tempo davanti alla tenda medica dove il capitano veniva curato. Sembrava aver riportato delle brutte ferite, ma alla fine poteva anche andargli peggio.
    Nell'esatto momento n cui mise piede fuori dalla tenda il ragazzo scatto in piedi sull'attenti. Il rispetto per i suoi superiori lo portava a questo genere di fedeltà. Lui era il sottoposto, chi aveva davanti era il suo capitano. Un concetto semplice.


    CITAZIONE

    “ Come ti senti ragazzo..?”



    Sono rimasto indenne capitano, anche se avrei preferito sostituirmi a lei in quella terribile esplosione.

    Ciò che diceva era assolutamente vero. Era ben consapevole che le proprie capacità non erano certamente comparabili con quelle del ninja che aveva davanti.
    Ma almeno era vivo, anche se l'andamento della missione era pesantemente compromesso.


    [...]

    Sicuramente l'entrata dei ribelli nel gruppo poteva rappresentare un vantaggio. Dopo tante perdite qualche uomo in più nelle fila non poteva che avvantaggiarli.
    Hamano non riusciva a guardare in faccia i suoi compagni feriti e danneggiati. Lui si era vigliaccamente nascosto per proteggersi quando avrebbe potuto fare qualcosa per salvare il salvabile, ma invece aveva pensato solo a sé stesso e alla propria incolumità. Era certo che se la capoclan l'avesse saputo lo avrebbe scomunicato dal clan. Un enorme senso di impotenza e incapacità lo colpiva. Si sentiva un verme. Tutte le ferite che gli altri avevano riportato sarebbero dovute toccare anche lui, per come si era comportato.


    [..]

    Le mura di Xia Pi erano sicuramente strane ed uniche nel loro genere, ma ciò non toglieva che erano comunque da superare per poter proseguire con la missione. Subito i grandi capi cominciarono a discutere, ma colui reputato Genio Militare prese la parola esponendo un piano suicida, che nella sua totale follia aveva però un senso contorto ma profondo. Restava però un piano suicida. Ma al sunese non importava, voleva togliersi quell'onta che lo aveva macchiato nella spiaggia, voleva mostrare che valeva qualcosa, voleva far sapere ai suoi compagni che non era un genin incompetente ma un shinobi fatto e finito.
    aspettò pazientemente che gli altri finissero di parlare per poi prendere la parola.


    Io sarò pure un l'unico genin presente tra tutti voi, ma posso probabilmente essere utile. Grazie alle mie capacità sono in grado di annullare praticamente qualsiasi genere di ninjutsu o genjutsu fino ad un certo livello, posso quindi assicurare una certa protezione per magari il gruppo di testa, posso salvare le copie dagli attacchi dalla fortezza per evitare che vadano inutilmente distrutte, ma comunque in qualunque caso si voglia agire giuro sul mio nome e sul mio clan che darò anche la vita per la buona riuscita di questo attacco, e su queste cose un Iga non mente mai.

    Era ben conscio di quello che diceva. Si stava praticamente offrendo come agnello sacrificabile per difendere il più possibile il gruppo, ma alla fine quella era l'unica cosa che poteva fare. Almeno ora si sentiva più sollevato e meno duro nei propri confronti, dato che in un modo o nell'altro avrebbe ripagato per i propri errori.


     
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  14. Amanimaru
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    Indizi I



    Senza dubbio ora il genio militare aveva iniziato a farsi partecipe della missione, meglio tardi che mai. Il piano ideato, geniale e funzionale. Alla fine di tutto, ci furono i voti matematici a maggioranza per effettuare il piano di Shika Nara e nonostante le lievi opposizioni, i ninja si preparano ad eseguirlo. Intanto il capitano dei ribelli si avvicinò a Shika, avendo intuito una sorta di piramide di potere tra i ninja, e credendo di stare parlando con il capo degli accademici.

    << Uhm, ad essere sincero, io non so nemmeno perchè siamo vivi. Giorno fa è giunto uno strano tizio alla capitale di Sud Est, Tho Zan. Questo tizio, di cui non conosco il nome, è stato il primo segno di una spirale di eventi strani e inspiegabili, non so come spiegarvelo, pensi signore, che io ho persino visto camminare tra di noi, persone che credevo essere morte! Non so cosa stia succedendo, ma è il caso di dare una slittata rapida alla situazione, posso dirvi che l'ultima volta che siamo passati di qua, la città era piena zeppa di soldati, mezzo esercito signore! Mezzo esercito della nazione stava dietro quelle mura. Non saprei essere di ulteriore aiuto però...mi spiace. >>

    Sigilli, chakra, copie, tutti assaltarono la città, un immane polverone, e quando tutti si fossero fiondati oltre le mura, non solo si sarebbero accorti che le guardie sulle mura, nel trambusto, erano svanite senza lasciare traccia, ma che la città stessa...era deserta! Ma non solo nel senso umano del termine...Palazzi! Sassi! Oggetti! Nulla! erano rimaste solo le mura, nè cenere, nè segno di esplosioni, tutto svanito nel nulla.

    [...]

    I ribelli furono quelli che più di tutti restarono di sasso, erano passati di lì da pochissimo tempo e avevano visto tutte quelle persone, oltre alle armerie, e alle baracche, e ora era tutto andato, ma non era stato portato via, non c'erano segni di spostamento di cose pesanti, sembrava più, una sparizione. Che i ribelli avessero sognato? Beh un po difficile sognare un drago, quando si ha davanti poco più di una mosca... Ma in lontanaza, sul far del tramonto, fumo, e rosso di fuoco, i ninja potevano scorgere nella valle, in direzione della grande capitale centrale dell'isola, Sun Xang Shang, qualunque cosa ci fosse di bellico nell'isola, era là !


    La Caverna
    Il ninja di Kri sbalzato molto lontano aveva deciso di addentrarsi da solo nela caverna. Sarebbe stata la sua tomba? Beh almeno all'inizio la miniera non sembrava essere pericolosa, oltre che scura e quasi buia, oltretutto un pesante odore di zolfo, e la secchezza delle pareti, avrebbero fatto capire al ninja, che si trovava ben lontantano da qualche riserva idrica. Oltretutto più si fosse addestrato più avrebbe notato un forte calore, aumentare. Dopo alcune ore di cammino se avesse deciso di proseguire sempre avanti, dato che non avrebbe incontrato alcuna biforcazione, avrebbe notato una sorta di sala di riposo, una piazzola sotterranea piena di provviste, e barili, alcuni dei quali rovesciati, e molti corpi di minatori riversi per terra con gli occhi sbarrati privi di qualsivoglia ferita. I corpi morti ormai da un paio di giorni. Se avesse rovistato nei barili, situati accanti ai corpi morti, avrebbe notato in alcuni, fresca e limpida acqua di sorgente, ideale per dissetarsi, mentre in altri, oggetti per curare le proprie ferite, in altri ancora, cibarie ancora buone, di scadenza parlando. Non sembravano ancora essere andate a male. Cosa avrebbe fatto il ninja, se ne sarebbe servito, o avrebbe proseguito in avanti?

    Edited by Amanimaru - 16/6/2009, 16:11
     
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    La scuola del comando è una delle cinque scuole che si insegnano al corso chunin.Io stesso nelle mie due esperienze come insegnante di genin esperti, ho inculcato nelle loro menti che un comandante DEVE farsi rispettare dai suoi sottoposti, che la sua decisione è inalterabile a meno che non sussistano determinate condizione.Di conseguenza un sottoposto DEVE obbedire ciecamente al suo capitano , anche qualora non capisse le motivazioni di un dato gesto, oppure fosse in disaccordo.
    Io sono pienamente cosciente che queste regole sono fondamentali...ma situazioni come queste mi portano a pensare che imposizioni del genere fanno decisamente schifo...
    Un immenso spreco di chakra, ecco quello che abbiamo ottenuto con questa astutissima manovra, che avremmo tranquillamente potuto evitare se mi avessero mandato in ricognizione.Cinque minuti sarebbero bastati per appurare che quelle guardie erano dei fantocci e che la base era letteralmente vuota, svuotata persino delle abitazioni...
    In lontananza si scorgono le tracce luminose di un esercito in movimento: i ribelli che si sono uniti a noi quindi dicevano il vero.Del resto è palese: basta osservare le espressioni di sgomento che ne dipingono il volto.
    Fremo dalla rabbia, però devo adattarmi.
    Sono un capitano senza esercito e quindi il mio potere è molto ridimensionato...come prima si farà quello che il Genio militare vorrà...
    Intanto mi interessa capire la natura di quelle guardie: le possibilità sono molte.
    Potrebbero essere delle copie...il che significa che coloro che le hanno evocate sono ancora in giro.Forse dei mini reparti dell’esercito nemico che sono rimasti nelle vicinanze a fare da esca.Con le mie abilità da inseguitore posso provare a cercare qualche traccia...ma reputo l’operazione quasi impossibile, visto e considerato che l’avanzata del nostro esercito avrà cancellato ogni pista...comunque tentare non costa nulla.
    L’unica cosa che avrei fatto, quindi, aspettando la decisione degli atri capitani, sarebbe stato cercare lungo la muraglia eventuali tracce o delle guardie, o di chi le ha riprodotte.

     
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