Sopravvivenza & Patriottismo

[Kiri] | [Energia][Talento]

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  1. Aokawa Ryo
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    Addio Convenevoli!
    Ardue questioni da affrontare.





    La flemma appena accennata nel privarmi delle armi si trasformò in una verace avidità quando si trattò di riprenderle. Con distaccato gaudio seguii Itai nella stanza successiva, le lame delle wakizashi si incontravano ogniqualvolta un piede scavalcasse l'altro, creando un fastidioso tintinnio che scandiva il trascorrere del tempo. Durante tutta la durata di quel lapidario tragitto, non abbozzai altre parole per esprimere i miei sentimenti, ma riuscii proficuamente a mascherarli. Il mio corpo non si sentiva più oppresso dalla fastidiosa presenza del demone, e mi cibai completamente di quella sensazione di libertà. Qualche passo più tardi, il suo incombere fu nuovamente percepito. Tuttavia, erano secoli che non avevo avvertito più quell'ormai strana sensazione di beatitudine, benché il tempo che trascorse fra libertà e prigionia fu esiguo.

    Quando il discorso precipitò nuovamente sul mio compagno di giochi, esso ebbe l'ardore di farsi sentire. Il tempo attorno a me parve arrestarsi e lo spazio sembrò cangiare nella dimensione sottomarina ove ero stato costretto a fare la sua conoscenza. In un baleno, mi trovai il suo sorriso malefico di fronte, imprigionato da sbarre di un carcere di cui non riuscivo a scorgerne la fine. La sua figura, avvolta da un manto di chakra blu scuro, cominciò a fissarmi altera del proprio potere. Dal mio canto, lo guardavo sottecchi avvilendomi delle emozioni che esso riusciva a suscitarmi, un misto fra curiosità e soggezione. Durante tutta la conversazione con Isonade, il mio volto fu funereo e cupo, come se avessi perso la gioia di vivere.

    Quel marmocchio è il Jinchuuriki dello Shichibi.

    « Ne sono consapevole. »

    Dunque, cosa stai aspettando a cibarti del mio potere per distruggerlo?

    « Lo Shichibi non rientra nel patto. »

    Giusto. Il patto. Arriverà il momento in cui sarai costretto ad osservarlo, ne sei consapevole?

    « Ne sono consapevole. »

    Orbene, così sia. Al momento non ho motivo di andarti contro. Stai attento a non tradire la fiducia che ho riposto in te, ragazzo.



    Quel "ragazzo" sancì il momento in cui tornai nel mondo cui ero abituato. Dinanzi a me, Itai attendeva una risposta al suo quesito.

    « Aahahahahah... credevi davvero che il grande Ryo Aokawa si sarebbe dato per vinto??!? »



    Sorrisi, e quell'ombra di preoccupazione che velava il mio volto scomparve momentaneamente. Era come se lo sguardo andasse indietro nel tempo per farmi rivivere i momenti che avevo trascorso lontano da casa, ma preferii astenermi dal raccontare la verità. Avevo vissuto in completa solitudine, l'unica voce a farmi compagnia era quella del demone che, col trascorrere del tempo, diveniva sempre più suadente e meno minacciosa. Avevo tagliato tutti i legami con il genere umano, eccetto quando mi era necessario recarmi in un piccolo e solito borgo di montagna a comprare approvvigionamenti, e in ogni caso le mie parole si limitavano al fine che dovevo perseguire. Fui finanche chiamato il "Vagabondo Spettrale".

    « Come ben sai, il mio non è stato un viaggio di piacere.
    Tutto sommato, però, devo ammettere che il tempo è trascorso abbastanza velocemente e spesso, perfino, all'insegna dell'allegria.
    Sai bene come sono fatto, no? »



    Forse un tempo lo sapeva, ora non più. Neppure io sapevo quanto ero cambiato, se ero cambiato. Conoscevo soltanto il perché, e invano avevo desiderato di dimenticarlo. La maschera che portavo tradiva ciò che sentivo realmente, ma compresi che era troppo presto per far scattare l'allarme e non era mio desiderio dare preoccupazioni inutili a chi mi stava intorno.

    « Per quanto riguarda Isonade - e nel dire il suo nome così apertamente, un brivido di terrore mi scosse -, diciamo che siamo giunti ad un accordo. Un patto, ad essere precisi.
    Diciamo che al momento, in situazioni standard, riesco ad arginare il suo potere e a mantenere un certo autocontrollo sul mio corpo.»



    Su quali fossero i punti salienti del patto, preferii tacerne. Era una cosa che non lo riguardava, né tanto meno era opportuno che ne venisse a conoscenza lo Shichibi. Cambiai subito discorso: ero stanco parlare di me e di cosa mi era successo in questi lunghi mesi; per quanto mi dolesse, però, seppi che per Kiri ero diventato un'arma, un oggetto utile per un'equa partizione del potere.

    « Tu, invece, che mi racconti di bello?
    Ho notato che il villaggio senza di me se la sta passando piuttosto male, eh? Ahahah.. »


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