Palazzo del Mizukage

[Amministrativo]

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    Falce dei Kaguya


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    Il palazzo del Mizukage un tempo era caratterizzato da un'alta erba che faceva quasi da corridoio verso il suo ingresso e da un laghetto sul suo lato orientale, ma quello era ormai il passato.

    Era diventato Mizukage da pochi giorni, ormai della Seconda kage della Nebbia non vi era traccia da diverso tempo, non si sapeva che fine avesse fatto Tsunade, non aveva partecipato nemmeno alle ultime due riunioni della Nebbia e, lui era stato eletto come Terzo Mizukage dei Kirigakure e come tale aveva iniziato a rimodellare il palazzo.
    Ci volle quasi una settimana, ma alla fine l'alta erba fu rasata e sistemata, il laghetto ripulito, ma per il resto, l'esterno del palazzo rimase simile nella forma, circondato da una leggera nebbia, naturale nel villaggio, oltre che da un piccolo torrente che, come un fossato piuttosto stretto, ora sostituiva il laghetto circondando l'intero palazzo.
    Attraverso dei ponti si arrivava all'ingresso del palazzo, ponti bianchi, simili, nelle forme, ad una serie di ossa unite fra di loro.
    E forse, la mania del nuovo Kage per le ossa, assieme alla Nebbia naturale del villaggio dava al palazzo un aspetto parecchio lugubre.

    L'interno poi, era un misto di glorie kiriane e Kaguya, vi erano immagini dei passati Kage, dei membri delle Sette spade che si erano sostituiti nel tempo e, soprattutto, di Kaguya, immagini di membri del Clan dei manipolatori d'Ossa che Shiltar aveva voluto far inserire all'interno del Palazzo.
    L'intera sala dove il Mizukage accoglieva ospiti o altro era, adesso, un agglomerato di mobili che sembravano fatti di ossa, dalle poltrone al tavolo.
    Persino la sala personale di Shiltar, che ormai aveva abbandonato la sua vecchia casa per una stanza al primo piano del palazzo, era un insieme di mobili dalla forma di ossa.
    E lì c'era l'unica immagine che non richiamava passati Kage, spadaccini o Kaguya, ma solo due giovani studenti: Rikimaru e Shiltar, una vecchia foto che il nuovo capovillaggio aveva voluto portare con se.
    In fondo era sempre stato il sogno del suo amico d'infanzia diventare Mizukage.

    In questo palazzo, il Kaguya d'ora in poi avrebbe ricevuto eventuali ospiti.
     
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  2. Aoi & Taeko
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    Le avevano detto che il Palazzo del Mizukage, ora Shiltar Kaguya, era lì a fianco l'edificio dell'Amministrazione di Kiri. E le avevano anche detto che non vi era stato un gran via vai dai tempi del secondo Mizukage.

    Ora però l'aspetto del palazzo pareva cambiato. Pareva rinfrescato seppur, camminando lungo il vialetto prima di raggiungere la serie di ponti bianchi, una leggera nebbiolina catturava le sottili caviglie di Taeko la quale, nel suo abito rosa, si guardava attorno incuriosita.
    E la curiosità la colse di nuovo osservando i pontili bianchi a forma di ossa.

    Li oltrepassò degnandoli ancora di sguardi enigmatici sino ad arrivare alle porte del Palazzo, veramente grande, su più piani.
    Ferma davanti alla porta, non aveva timore per quello che stava facendo, ma il cuore le batteva per chi avrebbe visto dietro a quelle barriere.
    Un misto di ansia e paure la circondavano. Si erano lasciati alla spiaggia, quando con lei c'era pure Aoi; i loro discorsi erano pressochè conclusi ma...c'era dell'altro che non era stato detto. Ed entrambi lo sapevano.

    Ora che Taeko era arrivata a Kiri per rivedere Shiltar, studiò una scusa per vederlo. E una volta trovata il resto sarebbe venuto da se.
    Ora Taeko era lì. Non le rimaneva che superare quell'ostacolo e porsi faccia a faccia con colui che in spiaggia l'aveva e rapita e salvata.

    L'eco dei battiti sul freddo legno echeggiò all'interno. Poi, quando la porta venne aperta, entrò dentro con circospezione guardandosi attorno, studiando l'ambiente e, ancora una volta, rimanendo stupita da quella strana moda per le ossa.
    Non avrebbe mai detto che Shiltar avesse quello strano gusto macabro. Da una parte la fece rabbrividire. Si insinuò un piccolo pensiero in lei, un pensiero per chiedersi se non si stava sbagliando.
    Ma si convinse che se non l'avesse conosciuto ai tempi della spiaggia, forse ora lei non si sarebbe trovata lì. Quindi perchè dubitare dell'animo nobile e gentile che aveva riconosciuto nel Kaguya?

    La sala arredata con mobilio ossuto continuava a metterla in soggezione. Desiderava e sperava arrivasse qualcuno a distrarla da quella vista.

    Permesso...c'è nessuno?
     
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    Da studente stava di guardia alle mura, passandoci giornate intere, nella speranza di essere d'aiuto al villaggio, oltre che di migliorarsi come ninja.
    Da genin era per lo più in viaggio per addestramenti, o di guardia alle mura e già iniziava a dare una mano nella gestione di una Kiri priva di shinobi al comando.
    Da chunin, a parte qualche raro addestramento, o qualche missione qua e là, stava per lo più a fare lavoro da scribacchino, come amministratore.
    Ora che era Jonin e Mizukage, quale era la sua sorte? Missioni? Dopo quella a Laa, ne aveva avute poche, giusto una, o due forse; addestramenti? Ancora meno... persino Karin Kaguya, la sua capoclan, non aveva avuto modo d'incontrarlo per delle direttive; la burocrazia aveva scoperto, con una certa soddisfazione, poteva essere rifilata agli impiegati, ora che stava sullo scalino più alto della scala gerarchica, ma tutto ciò gli lasciava molto, troppo, tempo libero.

    Proprio per questo motivo, il Kaguya passava molto tempo allenandosi con le falci, quando con la Falce d'Osso, quando con la Falce di Luna; oppure nell'uso di tecniche ed abilità che gli erano proprio. A tempo perso studiava anche un'idea natagli su una possibile tecnica che unisse le sue doti innate con l'impronta di chakra che aveva scoperto di avere, ma era ancora un'idea ben lontana dall'essere realizzabile per il controllo non perfetto della manipolazione elementale.

    Quel giorno, comunque, era intento ad allenarsi con la Tsuki no Kama, quando sentì dei rumori dal piano sottostante, resi poco comprensibili dalla rotazione dell'arma (in effetti, muovere con velocità un'arma lunga ben due metri non era un'azione silenziosa), ma, da quel che poté intuire, c'era qualcuno al piano sottostante.
    Fermatosi dall'allenamento, Shiltar posò alla destra della propria scrivania la Falce di Luna, sulla sinistra teneva quella d'Ossa, quindi, presa una maglia ed indossata si incamminò verso il piano di sotto.
    Non aveva voglia di indossare gli abiti tipi del Mizukage, trovava il cappello e la lunga casacca esageratamente formali, specie per chi, come lui, era solito rovinare abiti su abiti quando combatteva, ma in fondo era l'unico inconveniente di avere ossa che escono da ogni parte del corpo in battaglia.

    I pensieri, soliti e più o meno abitudinari, si susseguirono nella mente del Kaguya finché non la vide.
    Qualche impiegato l'aveva fatta entrare e condotta fino ad una delle stanze per il ricevimento al piano terra, non aveva fatto caso alla voce che poco prima aveva echeggiato nel palazzo, ma ora, vederla, fece tornare alla mente del Kaguya i ricordi dell'estate passata, di quando, ancora chunin, era andato più per dovere che per altro su una spiaggia sabbiosa ed aveva incontrato quelle due fanciulle.
    Tante cose erano successe da quel singolo e bel giorno: aveva scoperto della morte di Sayaka per mano dell'allora ancora non traditore Yashimata; poi lo stesso Yashimata aveva tradito; Shiltar era andato in missione e ne era tornato con un braccio nuovo, un grado superiore e, soprattutto cicatrici nel corpo e nello spirito.
    Tutto questo agglomerato di informazioni, si accavallarono nella sua mente, come per segnare il passare del tempo da quel giorno d'estate e, così come apparvero, furono subito dimenticate dinanzi alle morbide forme, ai bei capelli e, in generale, alla bellissima sagoma, in un kimono rosa, di Taeko.

    L'unico inconveniente era che, in quel momento, non aveva moltissimo da dire, o meglio, non sapeva esattamente cosa dirle: il giorno sulla spiaggia era stata una piacevole parentesi alla vita del Kaguya che era sì monotona, ma quando spezzava la monotonia lo faceva con giganteschi uomini tartaruga divoratori di teste, egocentrici shinobi che tradiscono il proprio villaggio con l'idea di tornare a distruggerlo ed altre pittoresche figure... non esattamente il tipo di gente che poteva paragonare a Taeko.

    In ogni caso, fu proprio quella parola che disse per spezzare il silenzio ed introdursi: "Taeko."
    Solo il nome di lei, perché, in fondo, qualsiasi cosa gli sembrava terribilmente fuori luogo, o scontata, da dire in quella situazione.
    Semplicemente quella parola ed un sorriso, se lei si fosse voltata verso di lui.
     
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  4. Drio
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    Stavo tornando assieme ad Artic tranquillamente a casa cercando di riabituarmi alla nebbia di Kiri, dopo quasi un anno di assenza era difficile riadattarsi alle spesse nebbie che rappresentavano il mio villaggio.
    Camminando passai al palazzo del Mizukage che stranamente aveva qualcosa di diverso... Dall'ultima volta che l'ho visto sembrava avere un aria più nuova, come se qualcuno gli avesse dato una rinfrescatina.


    § Che sia tornata Tsunade?! §

    Era da molto tempo prima della mia scomparsa che la Mizukage non si era fatta vedere, a quanto pare sembrava scomparsa anche lei e l'ultima volta che ero passato di qui il palazzo esteticamente era alquanto malandato.
    Decisi di addentrarmi per fare un saluto alla Mizukage sperando di non arrecare alcun disturbo; l'aspetto era decisamente migliorato e gia lo si poteva notare dal giardino che aveva un aria più ordinata del solito ma non ricordavo questi ponti fatti d'ossa.


    § ... non sarà mica ... naaaaa §

    Più avanzavo e più vedevo che erano messe in mostra svariati riquadri dei 7 spadaccini leggiendari, dei precedenti kage e... immagini si molti mebri del Clan Kaguya?!?!
    La cosa appariva più strana a ogni passo che facevo e da come l'ambiente aveva un aria molto... Kaguyana... Persino quando superai la porta della sala ospiti ed educatamente dissi:


    - Permesso? C'è qualcuno qui? Mizukage? -

    Davanti a me avevo svariati mobili che sembravano fatti principalmente di ossa, ossa e... ossa... Guardai Artic e pensai...

    § Allora... Tsunade non mi pare avesse gusti così macabri quindi è statp eletto un nuovo Mizukage, bene... ma chi?

    ...

    NO DAI!!! NON PUO ESSERE... §
     
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  5. Aoi & Taeko
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    Un tonfo al cuore. Fu quello il primo sussulto quando il suo nome venne pronunciato da Shiltar. Era giunto nella stanza da un ingresso laterale.
    Le mani, congiunte poco sopra la vita, si strinsero. Ed ecco un secondo colpo giungerle.

    Shiltar...

    Fu l'unica parola in grado di dirgli in risposta prima di tentennare un incerto passo in sua direzione. Passo seguito da un altro e un altro ancora via via più veloce.
    Fino a che, raggiunto il Kaguya, lanciò le braccia attorno al petto di lui cingendolo alla schiena.

    Il terzo tonfo la raggiunse.

    ...Shiltar...

    Era felice di vederla. Ora non aveva più paura. Il cuore le batteva forte e la testa gli poggiava contro quello del kiriano. Si sentiva al sicuro e poco le importava dell'abbigliamento o ancora peggio del sudore di lui. Ciò che più le interessava l'aveva stretto a se, Shiltar.

    Poi, un po' imbarazzata, un po' ravvedendosi, si sciolse allontanandosi di qualche passo. A sufficienza per poter eseguire un inchino formale. Uno di quelli che le aveva insegnato Aoi quando amavano passare il tempo insieme. Aoi, in fondo, rispetto a Taeko, era una donna di nobili origini e conosceva molte delle buone maniere che una ragazza o donna doveva tenere.

    Mi scusi tanto, Mizukage...io...ecco...io forse...non dovevo...mi scusi ancora

    Si ritirò su, con una lacrima che nel frattempo le aveva rigato il viso posandosi tra la congiunzione delle labbra, a destra.
    E mentre fissava Shiltar con i suoi occhi intensi, azzurri, un sorriso più che accennato, di mera felicità, le si dipinse sul volto.

    Si stava quasi dimenticando anche dell'altro motivo per cui era giunta lì ma in un attimo di rinsavimento tentennò una domanda.

    Spero di non aver disturbato...

    Era davvero felice. Sperava solo che quella sua inebriante felicità non venisse spezzata da altro o ancor peggio, da qualche parola del Kaguya. Sperava di non esser stata sciocca a spingersi sin lì, e che Shiltar si ricordasse di lei, così bene come alla spiaggia, e non per un semplice dato di evento.

     
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    [Con Taeko]

    Quando lei disse il suo nome, il Kaguya rimase immobile, sorridendo alla ragazza che incerta gli si avvicinava: non sapeva cos'altro dire, non in quello che era un ambiente ben diverso, dove lui aveva più responsabilità e dove c'erano più pericoli, reali o meno.
    Questi i suoi pensieri finché lei non lo abbracciò.

    Shiltar ricambiò quel morbido contatto, assaporando il profumo di lei ed avvicinando il viso ai suoi capelli, perdendo la concezione del tempo passato dalla giornata estiva fino a quel giorno d'inverno, una concezinoe del tempo che, però, tornò non appena Taeko si allontanò da lui di qualche passo, rivolgendogli un inchino decisamente formale.

    La sentì scusarsi con il Mizukage, il che lo riportò decisamente al presente e chiedere se non lo avesse disturbato, ma vide anche il sorriso di lei ed una solitaria lacrima che lo raggiungeva sulla destra.
    In quel momento, però, Shiltar preferiva non pensare a se stesso come Mizukage, anche perché dire che il capo di un villaggio ninja passa il proprio tempo allenandosi perché non ha voglia di occuparsi della burocrazia, non sarebbe stato costruttivo.

    Ma più di qualsiasi altra motivazione, la presenza di Taeko portava il Jonin ad agire in modo decisamente diverso dai suoi normali standard, tant'é che le si avvicinò lui, sorridendole e le accarezzò la guancia su cui era scivolata quella singola lacrima.
    "Non riesco ad immaginare una sola possibilità in cui la tua presenza possa disturbarmi, né un motivo per cui ti debba scusare.", le rispose dopo quel breve contatto fisico, "Se non forse per avermi dato del lei...", continuò con una smorfia scherzosa.

    Poi, prima che il silenzio calasse di nuovo, indeciso su cosa dire, il Kaguya disse la cosa più ovvia che gli passò per la mente: "E' da quel giorno d'estate che non ci siamo più visti. Com'é andata poi la vostra vacanza, tua e di Aoi? Ed il ritorno? Spero tu non abbia avuto problemi.", concluse un pò più seriamente, ricordandosi quel poco che aveva scoperto su Taeko quell'estate.

    [Giorni dopo - Drio]:

    Le parole del genin degli Akuma furono sentite non dal Mizukage, ma da uno degli anonimi impiegati che, al pari dell'amministrazione, lavoravano anche nel palazzo del Mizukage.

    L'uomo vedendo il ragazzo con il coprifronte kiriano ed il canide gli si avvicinò: "Desideravi il Mizukage, ragazzo?", una domanda semplice e diretta, di cui attese soltanto la risposta.

    -----

    Drio, considerando che per l'Impiegato in amministrazione i due avvenimenti accadono in giorni diversi, lo stesso lo faccio valere anche di qua.
     
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  7. Drio
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    Mentre giravo in attesa di trovare Shiltar mi ritrovai invece un amministratore del villaggio che vedendomi mi disse:

    CITAZIONE
    "Desideravi il Mizukage, ragazzo?"

    Mi voltai verso l'amministratore e con un piccolo sorriso dissi:

    Si, stavo cercando il Mizukage per informarla di persona del mio ritorno.
    In teoria ho già avvisato l'amministrazione di Kiri ma avrei preferito anche farlo davanti al Mizukage in persona se non ci son problemi...

    Rimasi li in attesa di una risposta da parte dell'amministratore.

    SPOILER (click to view)
    Tranquillo shiltar mi va benissimo anche a me il periodo di tempo diverso^^
     
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  8. Aoi & Taeko
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    La mano di Shiltar era decisa mentre accarezzava la pelle liscia della ragazza asciugandola da quella solitaria lacrima.
    Quasi arrossì quando la riprese sui toni formali da lei appena usati.

    "Scusami Shiltar. E' che...da quel so il titolo che ora ricopri è degno di rispetto qui a Kiri, quindi mi sembrava doveroso parlarti in questo modo."

    Ricomponendosi...

    "La vacanza è andata bene, certo, non ci possiamo lamentare. Peccato quella breve tua visita. Magari potevamo divertirci tutti insieme.
    Ora Aoi è tornata per un po' di tempo dai suoi genitori. Sai, "
    si confidò come una vecchia pettegola ritrovando la parlantina "credo abbia trovato qualcuno che gli piaccia. Magari si sposa. Ma non so altro. Appena torno la tempesto di domande. Quella ragazzina è troppo silenziosa per i miei gusti. E quindi così. Io son venuta fin qui a Kiri perchè ho una mezza idea di trasferirmici. Se mi è possibile. Però dovrò trovarmi un lavoro" ammise perplessa.
    "Idee? Suggerimenti?" domandò con aria angelica.
    Poi, in un attimo di pausa strappando la parola di bocca al Kaguya cambiò subito discorso rimproverandolo scherzosamente.
    "Massì, sei già impegnato nei tuoi che non posso pretendere niente. Invece, mi dicono sia maleducazione non far sedere una signorina e tanto meno offrirle da bere. O almeno questo è quello che dice Aoi"
    L'ultima frase fu detta molto piano come non volesse farsi sentire.
    "Fosse stato l'inverso ti avrei già fatto sedere, offerto un the caldo e magari degnato di uno dei miei migliori massaggi e..."

    Taeko si accorse di essersi fatta prendere dall'euforia e dalla svelta parlantina. Si bloccò subito prima di aggiungere altri particolari poco consoni alla situazione.

    Socchiuse gli occhi prodigandosi in un sorriso al quale difficilmente non si può che rimanere felici a sua volta.

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    [Con Taeko]

    Le prime parole di Taeko, dette forse con un pò d'imbarazzo, fecero sorridere leggermente il Jonin, "Non sono persona da chiedere questo tipo di formalità, malgrado il grado.", le disse con tono tranquillo, prima che la ragazza iniziasse a parlare.

    Il Kaguya non volle, né probabilmente ci sarebbe riuscito, interromperla, trovando che il fluire delle sue parole da ascoltare, così come il suo volto da guardare fossero decisamente... belli.
    Ascoltò con attenzione il breve resoconto della vacanza, le notizie su Aoi, anche quelle più private come la possibilità che si fosse innamorata ed i commenti di Taeko a riguardo, su cui non poté che lasciarsi sfuggire un sorriso divertito, ricordando l'amica tanto timida della sua interlocutrice.
    Questo prima che il discorso si dirigesse verso una notizia che lasciò Shiltar leggermente spiazzato: la ragazza stava pensando di trasferirsi a Kiri, malgrado il Jonin pensasse che lei vi fosse residente, e cercava lavoro, chiedendo al Kaguya dei suggerimenti.
    Prima che potesse però risponderle, Taeko commentò il fatto che ancora non l'avesse fatta né accomodare, né le avesse offerto alcunché.
    Poi sorrise ed a quel punto il Kaguya non poté che sorridere a sua volta, come per un tuffo, non tanto nel passato di quel giorno d'estate, quanto in una giornata di sole, cosa altrettanto rara nella giornata di chi sta quasi tutto il tempo a Kiri.

    Probabilmente, non ne sarebbe stato certo, Shiltar rimase qualche attimo immobile, ricambiando il suo sorriso, prima di portarsi una mano alla nuca e calare la testa, abbozzando una smorfia nel sorridere: "Lo ammetto, sono un pessimo padrone di casa, specie considerando quanto cortesi siete state tu ed Aoi con me quest'estate.", ammise, invitandola poi a seguirla fino alle poltrone che c'erano in quella sala per il ricevimento.
    "Cercherò di farmi perdonare in questo senso.", continuò sorridendo, mentre ruotava una delle poltrone semimovibili con braccioli a forma d'ossa, invitandola a sedersi sulla stessa, "Siediti pure, vedrò di preparare del thé.", concluse, allontanandosi dalla stanza.

    Mentre cercava un qualche cucinino al piano terra, Shiltar ebbe anche una mezza idea di gettarsi nel lago gelido dietro il palazzo, non per altro, per togliersi la sensazione di sudato di dosso, ma sarebbe stata una soluzione decisamente rumorosa e, soprattutto, gli avrebbe preso diverso tempo, quindi dovette optare per una seconda soluzione: salire al piano superiore.

    Fortunatamente il Kaguya era veloce nel muoversi e conosceva bene il proprio palazzo, tanto che non ci mise molto a preparare una Teiera, perché iniziasse a far bollire l'acqua e, mentre ciò avveniva, si occupò di sistemarsi, con un pantalone ed una maglia diversa, sempre evitando la casacca da Kage.
    Pronto il thé, poi, lo mise in due tazze (a forma d'ossa anch'esse) e perse forse mezzo minuto nel cercare lo zucchero, che non era certo un bene di primaria necessità per Shiltar. A quel punto, scese di nuovo al piano sottostante.

    Arrivò da Taeko con il thé, offrendoglielo, "Scusa per l'attesa, ma ne ho approfittato per indossare qualcosa di più... accettabile.", ammise, per poi sedersi a sua volta, non dall'altra parte del tavolo, ma dinanzi a lei, sulla sedia antistante.
    "Con questo spero di essermi fatto perdonare almeno un pò delle mie scarse capacità di padrone di casa.", disse con tono scherzoso, offrendole al qual tempo lo zucchero, qualora ne avesse voluto.
    "Sui massaggi, purtroppo, non sono esperto, ma vedrò di prepararmi per una tua prossima visita, sperando che ce ne siano.", continuò, mentre il tono oscillava fra il colloquiale ed un leggero imbarazzo.

    "Per quel che riguarda la tua necessità di trovare un lavoro, bé, temo che non sono la persona più informata. Il Kage di un villaggio, di norma, si occupa d'informarsi di altri tipi di lavori, principalmente di missioni per gli shinobi.", ammise un pò dispiaciuto, guardando la tazza di thé, "Però posso informarmi per qualche sala da thé, o simili... non so, tu hai preferenze sul tipo di lavoro? Non penso di avere problemi, dopotutto, ad avere informazioni in questo senso.", disse alla fine, in fondo, se necessario, avrebbe anche potuto smuovere qualche posto per procurarle un lavoro, come faceva per procurarsi dei battelli quando doveva raggiungere il continente: erano quelli i piccoli piacere d'essere Kage.

    [Con Drio - giorni dopo]

    L'Impiegato osservò il genin con il canide e gli disse: "Va bene, ragazzo, seguimi.", invitandolo verso uno degli uffici più grandi del piano terra, dove bussò per poi entrare.

    "Mizukage-sama, un genin è rientrato al villaggio.", esordì l'impiegato, invitando l'Akuma ad entrare.
    Il genin avrebbe visto dinanzi a se non Tsunade, come forse immaginava inizialmente, bensì Shiltar Kaguya.
    "Drio?", fu il primo commento del Jonin, "Rientrato al villaggio è riduttivo, considerando che sei stato disperso per quanto? Un anno?", furono le prime domande del Kaguya, sorridendo al genin ed invitandolo a sedersi.
     
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  10. Aoi & Taeko
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    Shiltar rimediò subito alla situazione facendo accomodare Taeko e poi uscendo dalla sala per andare a preparare del thè.

    Negli attimi di silenzio ora creatisi, Taeko si guardò intorno per studiare con più calma quella specie di abitazione, per trarre oggetti di dialogo o più semplicemente per capire le abitudini di Shiltar.
    Vedere tutti quei richiami alle ossa non le fece una bella impressione, era un qualcosa che la rendeva inquieta sebbene sentisse di essere al sicuro là dentro. La visione in sè era macabra e pessimistica e non si capacitava di come al Mizukage piacesse tale arredo.

    Quando Shiltar tornò, Taeko lo vide cambiato d'abito e con in mano due tazze piene di thè bollente. Fu incerta nel prendere quella tazza per l'ennesima volta a forma di ossa senza poi pensare che doveva berci.
    Ma ricambiò un dolce sorriso socchiudendo gli occhi. Quel gesto le era piaciuto. Non vi era un motivo preciso. Era puro istinto.

    Prese lo zucchero che Shiltar gli pose e ne mise in quantità abbondante in quanto le piaceva molto dolce.

    "Ecco, mi chiedevo se facevo bene a trasferirmi qui a Kiri. Non conosco l'ambiente, il clima, la gente. Niente di niente. Speravo potessi aiutarmi ad ambientarmi. Non ho idea precisa di cosa mi piacerebbe fare" ammise mentre titubante portava la tazza alle labbra intente a soffiare dentro verso il thè caldo.
    "Poter regalare attimi di piacere, ecco, questo sarebbe molto gratificante."
    Alzò la testa in direzione del kiriano per mostrare un volto interdetto "Ehm...cioè, non pensare che io sia una di quelle donne facili...intendevo...un lavoro che portasse gioia al cliente per mezzo di un servizio...cioè..." sempre più imbarazzata e rossa in volto "Shiltar, mi capisci vero?" chiese con voce afflitta.

    Si era fatta prendere in un momento di panico e non riusciva a spiegarsi come voleva.
    Distrasse la sua attenzione sorseggiando il thè. Assaporandolo sentì il gusto e il profumo persuaderla.

    "Buono!" ammise.

    "Ecco" riprendendo un attimo di lucidità "per prima, intendevo che una persona deve provare felicità facendo qualcosa di piacevole e non che debba intervenire con mezzi esterni. Per esempio...i massaggi di cui si parlava prima. Non c'è una beauty farm a Kiri? O un centro di massaggi? Qualcosa del tipo "ci vado per rilassarmi" o "ci vado perchè mi da piacere". Questo intendevo."

    Taeko era sempre più perplessa sulle sue ultime spiegazioni e sperava tanto che Shiltar non avesse cambiato idea di lei. Così, per convincerlo del giusto si propose in occhiate dolci e battiti di ciglia.

     
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  11. Drio
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    CITAZIONE
    "Va bene, ragazzo, seguimi."

    Seguendo silenziosamente l'ordine seguì l'impiegato che mi accompagnò fino a uno degli uffici più grandi per poi fermarmi un attimo ricevendo un cenno di attesa.
    L'impiegato bussò alla porta per poi entrare e sentir dire:


    CITAZIONE

    "Mizukage-sama, un genin è rientrato al villaggio."

    Subito dopo uscì e con un cenno mi invitò ad entrare nella stanza, solcando la porta ci trovammo davanti a Shiltar con addosso la veste da Mizukage.

    § Come immaginavo... §

    CITAZIONE
    "Drio?...
    Rientrato al villaggio è riduttivo, considerando che sei stato disperso per quanto? Un anno?"

    E con un cenno mi invitò a sedermi, mi accomodai alla sedia con Artic che si sedette affianco a me.
    Mi grattai un attimo dietro il collo per poi dire:


    - Lo so... ma purtroppo avevo un debito da pagare con chi mi aveva salvato la vita e non potevo andarmene così dopo aver mangiato a "sbaffo". -

    Feci un piccolo respiro di pausa e continuai.

    - Purtroppo durante un piccolo viaggio in barca io e Artic ci siamo trovati di fronte a una tempesta improvvisa e potente, ho cercato di resistere ma poi il vento era talmente potente che fece girare il boma e mi colpì in testa facendomi perdere i sensi... -

    Mentre parlavo notai la cosa di Artic scodinzolare continuamente finchè non lo vidi alzarsi e dirigersi da Shiltar per fargli le feste o comunque ricevere qualche coccola.

    § Che viziato... §

    - Mi trovarono su una spiaggia del paese del fuoco ma purtroppo non avevo più memoria di chi ero, l'unica persona che conoscevo era Artic che mi aveva trascinato sulla spiaggia mentre ero privo di sensi, una famiglia della zona si prese cura di me per lungo tempo.
    Riacquistai la memoria dopo qualche mese di chi ero ma non potevo andarmene così dopo quello che avevano fatto e dato che era una famiglia molto generosa anche se povera decisi di rimanere li per ripagare per quello che avevano fatto.
    Però adesso sono nuovamente tornato a casa... -

    In questa frase si potè notare un sorriso nel mio volto.
     
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    Falce dei Kaguya


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    [Con Taeko]

    Shiltar portò il thé a Taeko ed il relativo zucchero, poi continuarono la loro cordiale discussione.
    La ragazza, dapprima, ammise un certo dubbio nel trasferirsi a Kiri, sostenendo che non conosceva nessuno in quel villaggio, "Bé, questo non è del tutto corretto: conosci me, ad esempio.", sottolineò, sorridendo, il Kaguya, mentre, a sua volta, avvicinava a se la propria tazza.

    Poi, però, l'atto di bere fu interrotto dalle parole di Taeko, non che lui avesse inizialmente colto un qualsivoglia doppio senso in ciò che la ragazza stava dicendo, ma fu proprio lei, interrompendosi e cercando di spiegarsi che portò l'altro a capire quale senso insito Taeko aveva trovato nelle sue stesse parole.
    Il Mizukage era interdetto fra il ridere ed il restare sbalordito per come la discussione stava complicandosi da sola, senza che lui facesse niente.
    Quando poi l'altra chiese se lui capisse il vero senso delle parole, Shiltar la rassicurò, "Sì, ho capito che intendi, o almeno spero.", disse, prima di sorridere quando l'altra fece i complimenti per il thé.

    Poi la ascoltò parlare, cercare ancora di spiegarsi, accennando a Beauty farm e cose simili, roba in cui non era esattamente specializzato il Kaguya, che, difatti, rimase qualche secondo a pensarci, prima di ricordarsi della terza riunione.
    "So, più o meno, di cosa parli, quando ero ancora amministratore si parlava di aprire delle Terme qui a Kiri, ma penso che il progetto non sia più andato avanti per mancanza di qualcuno che se ne occupasse... ", raccontò alla ragazza, "Se vuoi, posso informarmi, vedere se c'é ancora bisogno che qualcuno le gestisca...", aggiunse, accennando un sorriso incerto, "se ti interessa, ovviamente...", concluse.

    [Con Drio]

    Il Mizukage ascoltò le parole dell'Akuma, mentre "Artic", così Drio chiamava il canide che viaggiava con lui, si avvicinava a Shiltar, in attesa di qualcosa.
    Fra una parola e l'altra del genin, il Kaguya pensò che, comunque, non avrebbe dato un osso ad Artic, per quanto la stanza poteva sembrarne piena, dato il mobilio, quindi, semplicemente, gli diede una grattata sopra la testa, continuando ad ascoltare le parole di Drio.
    Alla fine, quando il ragazzo concluse la storia sul suo naufragio, la momentanea amnesia ed il conseguente debito verso coloro che lo avevano aiutato, il Kaguya ricambiò il sorriso cordiale dell'altro.
    "Sono lieto del tuo ritorno, Drio, un pò di roba è cambiata dall'ultima volta che sei stato al villaggio, oltre a chi ne sta ora a capo, ovviamente, quindi, il più che posso dirti, oltre ad un bentornato, è di rimetterti in pari il più in fretta possibile e riprendere a perfezionarti come shinobi, non appena ti sentirai pronto.", consigliò cordialmente il Kaguya.
     
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  13. Aoi & Taeko
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    Mentre il kiriano portava a se la tazza del thè, Taeko assunse un'aria pensierosa in volto con l'indice della mano destra poggiato alle labbra dividendole a metà.

    "Mhm..." sembrò mugugnare "Già!" fu poi la risposta ultima accompagnata da un sorriso da bambina.

    Quando passarono al discorso successivo Taeko sembrò che Shiltar avesse capito il vero significato delle sue parole, ma invero le rimaneva il dubbio.

    "Per fortuna" esclamò lasciandosi andare ad un sospiro che in quel frangente mise in risalto il rigonfiarsi del suo petto.
    "Temevo di passare per quella che è una ragazza facile"

    Espirò l'aria portandosi al contempo una mano sopra la zona dello sterno.
    Ed infine l'illuminazione negli occhi della ragazza. Shiltar accennò a delle terme, un luogo di puro relax nel quale Taeko ci sarebbe sguazzata come un pesciolino che fa la prima nuotata nel mare.

    "Siiiiiiiiiiiiii"

    Dalla felicità che Taeko emise, ella si lasciò trasportare dal sentimento lasciando la sedia e gettandosi al collo di Shiltar. Nel contempo però la tazza del thè era volata via cadendo rovinosamente a terra, rompendosi, e spargendo l'ultimo liquido caldo rimasto tutt'attorno.
    Taeko continuava ad abbracciare Shiltar stringendosi sempre più a lui.

    "Grazie Shiltar-chan" le sussurrò lei da dietro la sua testa.

    Era veramente felice e ancora forse non si rendeva conto di ciò che aveva causato. Da una parte poteva mettere in imbarazzo Shiltar, dall'altra la sua sbadataggine aveva causato un piccolo danno.
    Rinvenuta dalla veloce euforia, accortasi quindi della tazza rotta, si dileguò dalla stretta in cui era per chieder scusa della sua irruenza a Shiltar.

    "Scusa tanto" disse in un inchino "Non volevo causare tutti questi danni. Ora rimedio subito"

    Così facendo si voltò dove la tazza era caduta e chinatasi raccolse uno ad uno tutti i ciocchi. In quella posizione, chi si fosse voltato a guardare, avrebbe di certo trovato dinanzi ai propri occhi una scena imbarazzante o provocante, a seconda dei gusti.
    In quel frangente, nell'atto di chinarsi, la sua leggera gonna rosa si era come sollevata lasciando intravedere ben di più di quello che l'immaginazione poteva "immaginare". L'intimo, anch'esso rosa, si definiva nettamente tra le curve della ragazza che, evidentemente, non si era accorta di nulla.

    Raccolti i ciocchi, si sarebbe voltato con aria innocua e avrebbe chiesto a Shiltar di uno straccio.

    "Dove posso trovare uno straccio e dell'acqua? O un moccio per pulire..."


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    La reazione di Taeko alla proposta di occuparsi delle terme fu quanto mai inattesa ed espansiva: si gettò ad abbracciare Shiltar, che, colto decisamente di sorpresa, riuscì a concentrarsi, almeno inizialmente, solo ad evitare che la tazza nelle sue mani cadesse, non riuscendo, al qual tempo, a controllare le reazioni "naturali" del corpo, quali un, leggermente imbarazzante irrigidimento, e, soprattutto, di rispondere a quello specifico abbraccio con il suo braccio destro, giacché la mano sinistra ancora teneva la tazza.

    "Prego, è un piacere aiutarti...", fu l'unico commento che Shiltar balbettò, leggermente imbarazzato, alle parole di ringraziamento di Taeko, che, poco dopo, accorgendosi, prima del Kaguya stesso, che aveva gettato a terra il proprio thé, si scusò, assicurando che se ne sarebbe occupata lei.

    Taeko, scostatasi da Shiltar, cercò di asciugare ciò che aveva gettato al suolo, piegandosi, in quel momento il Mizukage si volse a guardarla, per dirle che non era necessario occuparsi lei del thé caduto, ma le parole gli morirono in gola, o meglio furono fermate da un groppo dinanzi a ciò che vide... comunque, dopo un paio di secondi, il Kaguya si riebbe e si voltò, più che altro per controllare se s'era formata una colonna di spettatori, che per fortuna non c'era, poi, sempre voltandosi per non guardare Taeko, principalmente per rispetto verso di lei, disse: "Non ti preoccupare del thé, in fondo qui siamo pieni di impiegati, potranno occuparsene loro... a me preoccupa di più se qualcuno arrivasse e, sì, bé, si fermasse a guardare la scena... non tanto per me, quanto per te...", balbettò Shiltar, decisamente imbarazzato, guardando di sottecchi se Taeko si era alzata.

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    OT: Drio, al prossimo giro auspico che ci sarà anche il tuo post^^/OT
     
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  15. Aoi & Taeko
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    "E di cosa dovresti preoccuparti?" chiese Taeko mentre ancora rimaneva inginocchiata a terra a raccogliere i cocci.

    "Mizukage Kaguya" una voce provenì dall'entrata di quella stanza "Ho qui il suo rapporto per le entrate ed uscite di Kiri nell'ultimo mese. Le serviva altro?" domandò e con fare incerto non sapeva se porgere i fogli che teneva stretti in mano avvicinandosi a Shiltar, oppure rimanere a debita distanza.

    Dopo che la precedente Mizukage era sparita per diverso tempo, i funzionari erano stati lasciati a se stessi senza ordini e quindi, col nuovo cambiamento, ancora non sapevano esattamente come confrontarsi con il Kaguya.

    Lanciando una rapida occhiata alla persona di Taeko, accortosi di esser arrivato in un momento poco adatto, un leggero rossore colse in volto il funzionario di turno riuscendo a balbettare qualche parola.

    "Devo, devo la-lasciare da-da qualche pa-parte? To-torno più più tardi-di?"

    In quel mentre Taeko si rialzò e volgendosi infine verso Shiltar esclamò soddisfatta.

    "Oh, finalmente! E' stato impegnativo ma ora è tutto sistemato. Peccato però, era davvero buono. Ne hai dell'altro Shiltar-chan?"

    Ma accortasi della presenza di una nuova persona Taeko la salutò rivolgendo un inchino.

    "Oh, non mi ero accorta! Buongiorno a lei."


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