Ciò che non dovrebbe venire svelato

[F12] | Energia Blu + Quest di Addestramento + Varie per Raizen

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    Mentre camminava per il corridoio stringendo la spada sentiva nell’elsa qualcosa di familiare, come un cieco ne tastò la superficie sino a giungere alla guardia in cui riconobbe la forma particolare a vortice: era proprio la sua spada.

    Chissà chi gliel’ha data a questo pezzente.

    Giunto alla stanza la trovò completamente vuota, illuminata ma vuota, diede uno sguardo in giro trovando solo pergamene con degli strani kanji impressi.

    Strani, magari li ha lasciati il team di esplorazione delle rovine, anche se non mi stupirebbe il fatto che servano a fuujin per qualcosa.

    Sarebbe tornato indietro per vedere i volti di quei tizzi, o vedere se erano acconciati in qualche modo strano, ma si accorse che l’ultimo era sparito mentre gli altri li aveva buttati giù nei due fossi.
    Nel resto della stanza non v’era nulla di particolarmente interessante, solo cocci e qualche mucchietto di sabbia, magari doni fatti a quella divinità ormai polverizzati.
    A nord un nuovo corridoio, sopra di lui un piccolo pertugio da cui il suo tatto sentiva calare una piccola corrente d’aria.
    Decise di riposarsi un po’ prima di procedere, era mal concio e quella zona era un posto in cui combattere non troppo particolare e quindi si sarebbe potuto certamente destreggiare con più facilità rispetto a chissà quali corridoi o trappole che avrebbe potuto trovare più in la.
    Giocherellò qualche minuto con la spada.

    Chissà perché Diogene mi ha dato questa possibilità, questa spada è tremendamente forte, di sicuro le sue rispetto a questa sono degli spilli.
    Valli a capire, prima ti ammazzano e poi si pentono, bah.


    Quel momento di relax non durò troppo, dal corridoio a nord sentì dei nuovi rumori, sospirò, quasi disperato. Dal rumore pareva che stessero per spuntare delle persone resuscitate male, invece quando la luce le illuminò gli si rivelarono figure del tutto identiche a se stesso, ne aveva sentito i mormorii, ma credeva che la somiglianza con la sua voce fosse solo un caso.

    No diavolo, no!

    L’ultima volta che aveva avuto a che fare con una sua copia ne era uscito mal concio, ed era solo una, ora erano 5 e parevano pure essere più di normali copie.

    Guarda dove diavolo mi ha portato quella maledetta pantegana otese!

    Si alzò in piedi notando che le copie avevano per le mani la sua stessa Nodaichi.

    Ohhhh, bene, siete di più e avete pure la mia stessa arma, eccellente, veramente eccellente.

    Commentò con ironia, in risposta gli arrivarono le solite parole già pronunciate prima.
    Ad un tratto tutte e cinque le coppie scattarono attaccandolo come un unico grande corpo, i loro movimenti, nonostante pareva essere un “tutti contro tutti”, erano estremamente coordinati, quasi guidati da un intesa mistica, Raizen per difendersi da tutti quegli attacchi in contemporanea non poteva fare nulla, si limitò a rimanere immobile con un sorriso divertito sulle labbra, appena prima che le 5 spade facessero del suo corpo un frullato scomparve in una nuvola di fumo lasciando al suo posto un ciocco di legno con sopra impressa una smorfia.

    Era l’unico modo per salvarmi, e anche il più efficiente.

    Utilizzando infatti la grande velocità che la kawarimi gli concedeva si spostò nuovamente all’ingresso del corridoio, non era eccessivamente stretto, ma con quelle lame in mano era impossibile che due Raizen vi passassero agevolmente insieme, si sarebbe quindi ritrovato ad affrontare tutti i suoi avversari in un 1 contro 1 da cui, nonostante avesse superato il problema dello svantaggio numerico, sarebbe difficilmente uscito illeso.
    Distese il braccio destro a guardia totalmente aperta, rivolse la lama verso il suo primo avversario con uno scatto che fece brillare il filo della lama, il braccio si lamentò per il dolore.
    Quegli affari combattevano esattamente come lui, quindi nessuno di loro avrebbe cercato di assaggiarlo, ogni attacco sarebbe stato mortale.
    Il piccolo groviglio di figure parve avere un nuovo momento di coscienza, si rialzarono lievemente dondolanti e quello più vicino a Raizen si fiondò su di lui, si conosceva abbastanza per sapere che il primo colpo sarebbe stata una finta mentre il secondo sarebbe stato quello veramente pericoloso.
    La copia portò la lama alla sua sinistra e distendendo rapidamente il braccio cercò di tagliare la gamba destra di Raizen.

    Finta.

    Un giudizio sin troppo giusto, poco prima che il fendente arrivasse alla gamba il braccio della copia si tese nuovamente per far impennare la traiettoria del colpo che andò così a puntare sul braccio destro di Raizen, il konohaniano si limitò a mettersi di lato in modo da far proseguire la lama avversaria verso l’alto, successivamente il suo braccio scattò verso l’alto accelerando questo movimento, lo slancio che la spada nemica subì fu abbastanza per lasciare il petto avversario del tutto scoperto, Sekai no kou calò con violenza sul costato del suo nemico ma fu come passare attraverso l’acqua, il corpo lasciò passare la lama come se fosse un fantasma, inoltre il braccio sottoposto a quegli sforzi gli doleva particolarmente.

    Maledizione!

    Intanto dietro il primo clone l’aria cominciava a scaldarsi, una delle copie iniziava a passarsi la spada da una mano all’altra e quando si staccava dal corpo della copia questa pareva cambiare colore diventando più scura.

    Chissà che diavolo di legame hanno con la spada questi affari, proviamo a disarmarli.

    La posizione di attesa cambiò, il braccio venne riportato vicino al corpo, posto all’incirca all’altezza del viso, mentre la spada proteggeva il corpo intersecandone in diagonale la sagoma.
    L’avversario intanto, allontanato dalla precedente difesa tornò alla carica, ben più veloce, quello sarebbe stato un attacco diretto, a testa bassa, rabbioso.

    Ti conosco!

    Ma si sbagliava, la copia non attaccò con la lama, bensì la portò alle sue spalle tentando una spazzata che Raizen non riuscì ad evitare, crollò a terra e fu costretto a rotolare via per non finire infilzato dalla spada che lui stesso maneggiava.

    Mi stai infastidendo.
    Non sono di buona compagnia quando mi incazzo.


    Ottenne sempre la solita risposta.

    Cristo santo, ma proprio sti idioti decelebrati devo darmi problemi?

    Strinse l’elsa della nodachi e si preparò a contrattaccare.
    Colpì con un rapido affondò di cui la copia non si curò, tutt’altro, si lasciò trapassare con indifferenza passando al contrattacco, dal petto della copia però l’affondo si trasformò in un fendente che andò a colpire l’elsa della spada fasulla, il bracciò dolente gli fece perdere potenza, ma fu abbastanza per portare via la spada al suo avversario, la spada era abbastanza lunga da rimanere infilzata nel “corpo” avversario, una volta persa la spada questo si incrinò come se il materiale di cui era composto si fosse seccato e, successivamente a quell’attacco, rotto.

    Oh, buona notizia.

    La strana fine della copia però gli fece perdere la poca attenzione che riservava al gruppo di copie, ne venne accerchiato e a furia di attacchi venne portato al centro della sala.
    Riattivò l’abilità scoperta poco prima per prevedere anche attacchi alle spalle e si preparò alla battaglia.

    Dopo questo resterò in coma per almeno un anno.

    Era riuscito a distanziare tutti i suoi nemici, a qualcuno di loro spettava la prima mossa, ovviamente la prima a scattare fu quella che gli stava alle spalle appena si girò per deviare quell’attacco ne approfittò la copia che prima aveva davanti, lasciò ricadere verso il basso la lama della sua spada e con quella deviò la lama della seconda copia, mentre la copia che aveva attaccato per prima si vide deviare il colpo dal palmo della mano che aveva impattato con il piatto della lama [mediobasso ai riflessi] la rotazione deviò le spade lontano dal suo corpo mentre la loro lunghezza impedì alle altre due copie di attaccare.
    Prima che la copia che aveva alle spalle potesse tirare indietro la lama Raizen mi mise il polso sotto e grazie all’abilità delle sue mani fece ruotare Sekai no kou in modo da immobilizzare la lama avversaria tra il suo polso e la lama, la presa era complessa e faticosa da mantenere, per aiutarsi Raizen impastò un basso sull’avambraccio in modo da avere una presa ben salda sulla sua lama, dopodichè avrebbe tirato con violenza verso il basso, lo strattone avrebbe disarmato l’avversario che si sarebbe visto infilzare dalla sua stessa lama scagliata contro di lui da una rotazione di 180° del polso del konohaniano.
    Sorrise nel vedere la copia sgretolarsi, prese la sua lama e la impugnò nella mano sinistra mentre impastava un altro basso per non farsi rallentare dal dolore, mancavano solo tre copie, e mentre vide la sua copia ridursi in cocci si ricordò che all’entrata nella stanza che ne stavano già alcuni, quindi qualcuno era passato li prima di lui e ne aveva già uccisa qualcuna, magari Febh era stato portato li.
    Respirò a fondo per concentrarsi, non aveva mai maneggiato due spade delle potenzialità di Sekai no kou in una volta.

    Tre contro uno, iniziava ad essere fattibile.

    Fu lui questa volta a lanciarsi contro la sua copia, impastò nuovamente un basso, questa volta su tutto il corpo, e scagliò un primo fendente che venne facilmente parato stava per disarmare la copia quando le due copie gli si misero alle spalle per poi ferirlo, cercò di parare il possibile mettendo la katana in modo che coprisse parte della schiena, ma riuscì solamente a deviare i due fendenti che riuscirono comunque a tagliarlo all’altezza delle spalle, inarcò la schiena per il dolore accompagnando il movimento ad una smorfia.

    Cazzo!

    Lasciò andare la sua spada e fece passare dietro la lama della copia che stava lievemente spostata alla sua destra, la strinse infliggendosi maggior dolore per via della lama che premeva sulle ferite ma era costretto a stringere i denti, ruotò con violenza disarmando la copia per poi impossessarsi della sua stessa spada, la rotazione portò il la copia nel raggio d’azione del braccio sinistro che la ridusse in cocci con un fendente.

    Merda!
    Merda! Merda!
    Merda! MERDA! MERDA!


    Doveva gestire i due rimasti senza farsi ferire, difficilmente avrebbe retto in caso contrario.

    Arretrò di qualche passo per avere entrambe le sue copie davanti quando la prima si avventò su di lui evitò il primo fendente per poi colpire con tutta la forza che aveva in corpo la spada del suo avversario poco prima dell’elsa, il colpo avrebbe sfilato la spada probabilmente, ma non gli importava, non era la sua dopotutto. Appena la copia perse la spada Raizen sorrise e calpestò con forza l’elsa della spada che prima aveva lasciato cadere per terra, questa saltò in aria e sgretolò anche quella copia, erano rimasti uno contro uno.

    Tu sei il più sfortunato.

    Recuperò la sua spada riconoscendola per via della maggior lucentezza, malgrado quelle dei suoi avversari fossero buone copie la maestria di Livon non era eguagliabile da nessuno.
    Impastò altro chakra per alleviare il dolore delle ferite e dopo aver preso un po’ di rincorsa poggiò la spada della mano sinistra per terra e si levo su di essa per poi iniziare a girare su se stesso per aria sfruttando la velocità acquisita, avrebbe così disarmato con un primo fendente il suo avversario, per poi distruggerlo 180° dopo, ma non vi riuscì, mentre era per aria uno strano aggeggio distrusse la copia al posto suo.
    Udì una voce che lo rimproverava.
    Si infuriò.

    TAPPATI IL CULO MALEDETTO OTESE CON LA DISSENTERIA ALLA BOCCA! STAVO PER CREPARE!
    Dovevo scortarli fuori di qui, non farmi ammazzare in questo posto di merda!
    Ora aspetta, o trascinami, sono troppo stanco e ho parecchie ferite.
    Se hai un tonico dammelo, inoltre queste merde mi hanno preso tutto l'equipaggiamento, son riuscito a recuperare solo la nodachi.


    Sbuffò e si appoggiò ad un muro guardando Febh.

    Se non sei Febh fammi respirare qualche secondo, poi ti ammazzo.

    Nonostante fosse appoggiato al muro non abbassò la guardia tenendo Sekai no kou in mano.


    SPOILER (click to view)
    Chakra:
    70/200
    ferite: 145/160
    medio leggera su entrambe le braccia
    quasi leggera sulla testa
    grave diffusa
    medio leggera x 2 sulle spalle
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Sei sempre adorabile come un calcio nelle palle. Commentò lo Yakushi, serafico. Ma se hai tanta voglia di insultare puoi benissimo salire con le tue sole forze. Anzi, magari puoi portare pure me. Disse senza un briciolo di venatura scherzosa. Di certo era Febh, solo lui poteva essere così bastardo.

    Là c'è un rifugio coi sopravvissuti...sono due giorni che ti cercavo..o almeno il tuo cadavere...sei stato gentile a farti rivedere mentre noi eravamo assediati da statuette uguali a te. Il che, guarda caso, ci ha fatto pensare che tutto questo stia succedendo per colpa tua...o per tua azione. Gli scoccò uno sguardo carico di sospetto.Certo, ti stavano attaccando e ti hanno quasi ucciso, quindi forse è solo un caso che siano come te..ma non intendo fidarmi, sappilo.

    Non credere che verrai esattamente accolto con gentilezza dagli altri, anzi, sarà già tanto se ti cureranno mentre ti interrogheremo. Ed in effetti sul suo volto c'erano i segni di una profonda stanchezza. Non hai idea di quanti ricercatori siano stati ammazzati da quelle tue statuette d'argilla...e anche un tuo compaesano ci ha rimesso le penne.

    Gli lanciò una fiaschetta. Niente tonici, sono finiti secoli fà. Fatti un sorso di sakè per tirarti su, dobbiamo salire. Sei proprio non ce la fai da solo ti terrò per la manina. Aggiunse, con sprezzante divertimento.

    In un modo o nell'altro si inerpicarono per il condotto buio, che risaliva in verticale per dio solo sa quanti metri, terminando poi in una grata da cui filtrava un refolo d'aria. Oltre si intravedeva appena il cielo stellato, senza la luna. E' di qua. Sussurrò Febh nel buio, toccando la parete che subito si ritrasse: un passaggio segreto! Questo era probabilmente un magazzino utilizzato per la manutenzione di questo condotto...o forse per qualche struttura che stava in cima al monte tanti anni fa, e di cui non rimane nulla. Il nuovo condotto era debolmente illuminato, ed era ingombro di quelle che sembravano barricate di fortuna. Sono lo Yakushi! Ho trovato il tizio! Disse a voce più alta, mentre avanzava con le mani alzate.

    La stanza in cui si trovavano non era grandissima, forse misurava tre-quattro metri per sette, e dentro stavano tre persone, più loro due. Uno, un vecchietto magrolino coi capelli bianchi, ricciuti e lunghi dormiva. A terra c'erano stuoie, zaini mezzi vuoti, resti di provviste e altro materiale. Tutti avevano un viso sciupato dall'ansia e dalla stanchezza, e guardavano Raizen con gli occhi iniettati di sangue.

    Una ragazza bassottina, magra con corti ricci biondi e gli occhiali chiese. Sei sicuro che sia quello vero e non uno di quei cosi? Un altro, un ninja di konoha alto e possente con una sciarpa blu che copriva la bocca e il mento rispose Spero quasi per lui che non sia l'originale, Makoto...perchè se ha scatenato lui tutto questo... Buono, Hayate, sta buono. Anche lui stava venendo attaccato, e le ferite sono vere, non è un Coccio. Spiegò lo Yakushi. Poi a Raizen. Lui è Hayate, uno dei tre ninja che scortavano il gruppo delle ricerche. Lei è Makoto, una ricercatrice, e quello che dorme è il capo della spezione, suo nonno Jinro. Poi si guardò intorno e chiese al ninja E dove sono tuo fratello e Oga?
    Oga voleva verificare alcune sue teorie su dove vengono creati quei cosi..secondo lui vengono dalla sala nera. Ok che sta con tuo fratello, ma è pericoloso comunque... Commentò lo Yakushi. E poi senza Hattori non possiamo interrogarlo decentemente...

    Mentre i due ninja parlavano tra loro, Makoto si sarebbe avvicinata a Raizen. Sei ferito. Sono stati i Cocci? Poi fu palese che non riusciva più a trattaenersi e sbottò, con le lacrime agli occhi PERCHE' SONO UGUALI A TE?? COSA HAI FATTO?? LI HAI CREATI TU?? E' COLPA TUA SE SONO MORTI TUTTI???

    Febh e l'altro ninja si interruppero a quello scatto, e al contempo il vecchietto si sveglio. Eh? Eh? un attacco? Che succede?.. Ma tutti avevano focalizzato la loro attenzione sul Foglioso. Quale sarebbe stata la sua risposta? Hayate intanto aveva avvicinato la mano all'elsa del pugnale che aveva alla cintura.

    [...]

    Una volta raccontato quello che gli era successo, Raizen sarebbe stato fatto stendere, mentre Hayate si sarebbe occupato delle sue ferite. Non era un ninja medico ma perlomeno sapeva fare delle fasciature e medicazioni decenti. La risposta di Raizen non avrebbe ovviamente convinto granchè, ma a Febh suonò sincera. E' assurdo che tu sia sparito per due giorni e non te ne sia nemmeno accorto. Eppure anche lui aveva perso una giornata intera, poco tempo prima. Eravamo appena entrati, quando hai iniziato a star male, ti sei accasciato..poi sei letteralmente esploso in un vortice di vento. Io sono stato buttato gambe all'aria..e da allora non ti ho più trovato. Poi ho trovato il gruppo di ricerca, e mi hanno detto che da qualche giorno erano successe cose un pò strane. Poi sono cominciati ad apparire i Cocci...e hanno ucciso dieci persone del Team di ricerca...e uno dei ninja. Fortunatamente abbiamo trovato questo posto e abbiamo abbastanza provviste, ma non riusciamo ad andarcene..la grata è inattaccabile e anche la porta...è come se ci fosse un Fuuinjutsu di contenimento che ci imprigiona qua dentro..

    Chissà se Raizen avrebbe parlato del "suo" sigillo che si era esteso all'intera struttura. Possibile che centrasse qualcosa?

    Stavano per spiegare il resto, quando un forte rumore annunciò l'apertura del passaggio segreto. I due scienziati arretrarono, mentre Febh si avvicinava alle barricate. Siamo Oga e Hattori!. Annunciò una voce maschile un pò rude. Febh tirò un sospiro di sollievo, e così gli altri..ma non Hayate. Che nell'istante in cui tutti si spostavano, era rimasto fermo accanto a Raizen. Forse loro non hanno capito. Sussurrò, con un'aria strana. Ma io si. Toccò lo shinobi con una mano e con l'altra compose un sigillo. I due sparirono in una piccola nuvola di fumo Ehi, Hayate ma che stai...?!!!?

    Raizen e il suo rapitore riapparvero in una stanza in marmo piuttosto anonima. La stretta del forte Hayate immobilizzò il ferito, mentre l'altra mano allontanava la Nodachi con un manrovescio, facendola stridere al contatto col terreno. Io ho capito. Non tutto ma ho capito. La stanza Nera..la stanza Bianca. Erano fatte per contenere qualcosa che tu portavi. Quelle "cose" ora possono agire e cercano un corpo in particolare...il tuo..e finchè non lo avranno non si fermeranno...io ho ascoltato quei Cocci a differenza degli altri. Ma non permetterò che abbiano quello che vogliono. Aveva uno sguardo un pò folle. Quello che ti ho dato non era disinfettante, ma veleno, ora sei immobilizzato.

    I Cocci volevano ucciderti per scalzare la tua anima prima che il tuo chakra si dissipasse..chiunque li muova non può entrarti dentro senza che ci sia chakra. Ma se io ti uccido, e al contempo fracasso il tuo Tantien, non avranno quello che cercano. E questo è tutto ciò che conta! Estratto il coltello, lo sollevò. Il chakra avvolse la lama, generando un costrutto fiammeggiante carico di potere. E subito dopo Hayate lo abbattè sul ventre di Raizen, disintegrando il suo tantien, e spezzando il suo corpo, lacerandolo e bruciandolo al contempo. In pochi istanti sarebbe rimasta solo cenere di quello che era una volta un arrogante foglioso.

    CITAZIONE
    Puoi interagire liberamente mentre ti trattano e tutto.
    Questo è il primo post per l'addestramento dell'innata.

    In questo post...beh...muori.
    Il tuo tantien viene fracassato, il tuo corpo ucciso, la tua mente abbattuta. Crepi.

    In linea con l'innata, cerca una soluzione. Ricorda che senza tantien non hai chakra, ergo non puoi "crearti un costrutto di chakra e poi usarlo per restare in vita". Ma potresti aggrapparti a qualcos'altro. Vedi tu.

     
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    Sbuffò

    Tu non devi avere un rapporto del tutto normale con le ferite, cioè, diavolo! Dammi uno sguardo!
    Sembra che mi hanno passato in un tritacarne!


    Effettivamente del suo corpo non rimaneva tanto, era gonfio in vari punti e violaceo per la maggiore e coperto in più punti da escoriazioni, tagli e sangue.
    Le risposte comunque erano certamente di Febh, nessuno sapeva fargli saltare i nervi come lui, un segno distintivo comodo in quel frangente.

    O me o il mio cadavere? Beh, a sto punto dovrei ringraziarti.

    Non sapeva che tono dover dare a quella frase e non gliene diede alcuno, ma era tuttavia sincero, Febh era l’ennesimo sensei svitato che gli capitò nella sua vita.

    E si, è proprio normale che le mie stesse creature cerchino di accopparmi!
    Ma non è del tutto un caso che siano uguali a me, almeno da quello che dicevano pareva proprio che volessero me.


    Continuò ad ascoltare Febh osservandone il volto fiacco.

    Capisco...però pure loro potevano pensarci su due volte prima di lanciarsi in un’avventura simile, cioè capivo se erano ninja, ma sono tutti topi di biblioteca!

    Afferrò la fiaschetta con una piccola smorfia.

    Grazie comunque.

    Svuotò la fiaschetta con dei grandi sorsi e salì nel cunicolo arrampicandosi per qualche metro, ma si arrese dopo poco.

    Avanti, finiamo questa farsa, portami su, non ce la faccio.

    Gli avrebbe teso rassegnato la mano per farsi aiutare.
    Giunti nella stanza Raizen si guardò intorno scorgendo ben poche facce amiche, ma non poteva biasimarli, dopotutto era quel volto che aveva ucciso i loro compagni.
    Salutò con un timido cenno della mano quando Febh disse che lui era l’originale.
    La piccola ragazza che all’inizio lo credeva un “Coccio” gli si avvicinò cercando di attaccare bottone.

    Si, per la maggiore però sono ferite che mi ha fatto quell’imbranato di un otese, le altre degli uom ...

    Non riuscì a concludere la frase, la ragazza iniziò ad urlare e piangere, Raizen agitò le mani cercando di farla smettere senza però riuscirci.

    OOOOOOH CRISTO SANTO!
    E’ POSSIBILE CHE SIATE COSI’ STUPIDI?


    Strappò le bende dal viso per mostrare la parte del volto che fino a quel momento era rimasta coperta.

    ERANO UGUALI? ERANO UGUALI A QUESTA FACCIA?
    NO!!!
    PERCHE’?


    Stava ansimando, quelle urla l’avevano nuovamente spompato, tossì affaticato sputacchiando un po’ di sangue, decisamente un orrido spettacolo.
    Riprese fiato e ricominciò a parlare.

    Non erano uguali perché nessuno ha guardato sotto le bende! Idioti!
    E tu, coso, togli la mano dalla lama o ti riservo lo stesso trattamento assegnato ai Cocci!


    Tossì nuovamente, si sedette per terra per poi poggiarsi al muro.

    Porco cazzo, sto per morire per mano di quelle merde e voi mi dite che sto dalla loro?!?
    Quando sono rimasto solo mi sono dovuto scontrare con più persone, non sapevo chi fossero, ero al buio.
    Mentre voi combattevate i cocci io ero svenuto, appena mi sono ripreso ho dovuto trovare il cunicolo e combattere con delle persone nude nel buio più totale imparando a combattere senza usare gli occhi, tra l’altro qualcuno mi ha privato del mio equipaggiamento e come vedete ho recuperato solo la mia spada.
    Direi che non solo voi ve la siete vista male e?
    Dopo il corridoio sono arrivato nella stanza dove mi ha trovato Febh.


    Dopo il breve racconto si decisero a curargli le ferite, nel mentre Febh parlava.

    Due giorni?!?
    Vuol dire che sono rimasto KO per almeno un giorno e mezzo!


    Aveva gli occhi sbarrati, non gli era sembrato che fosse trascorso tutto quel tempo!
    Anche se era vero che dentro quella stanza buia non aveva alcun riferimento.

    Credo che...si...siamo intrappolati qui per colpa mia.
    Il fuinjutsu che al momento ci imprigiona era sul mio corpo prima che io entrassi qui, non credo sia opera di ninja, è roba parecchio complessa, in pratica da quando sono entrato qui io non sono più il contenitore di quelle quelle due cose, ma tutto il tempio lo è.
    Febh ha dimenticato di dirvelo, ma lui è stato posseduto, prima che noi entrassimo qui un essenza che si faceva chiamare fuujin l’ha intrappolato e si è preso gioco di me, pare che tutto questo sia opera sua.
    Lui ha creato il sigillo, lui ha creato questo posto, lui ha sigillato in me le creature.
    Probabilmente i primi uomini che ho incontrato erano suoi sacerdoti o qualcosa di simile.


    Sospirò.

    Venendo al dunque direi che la soluzione del problema sono io, anche se non sono la causa.
    Appena finite di rattopparmi risolverò la questione con le mie stesse mani, morto o vivo da qui ne esco, ma se resto fermo ci rimango a vita, come voi.


    Non fece in tempo a sentire cosa ne pensavano gli altri, il suo compaesano compose un sigillo e lo portò lontano da li per poi immobilizzarlo e disarmarlo.

    Non va bene, non va bene, non va bene!
    Quell’idiota è utile come un culo con una chiappa sola!


    Gli occhi del konohaniano si muovevano rapidi cercando di individuare il suo aguzzino, ma ormai non riusciva a muovere nient’altro oltre a quelli, il veleno aveva fatto effetto e ora nessun muscolo rispondeva al suo volere, era spiacevole, pareva che ai muscoli non arrivasse l’imput per muoversi.
    Venne sbattuto a terra come la più lurida delle pezze da scarpa.

    Che fine patetica, ho vissuto un intera vita per dare a questo giorno un senso e guarda te come mi tocca morire.

    Se avesse potuto avrebbe sorriso come il più triste dei clown, ma non poteva, potè solo sbarrare gli occhi quando la lama gli morse il ventre lacerandolo e bruciandolo abbastanza velocemente da fargli sentire anche quel dolore, era strano poter guardare il suo carnefice ma non potersi avventare contro di lui o non potersi riparare da quel potente attacco.
    Morì, con un rivolo di sangue alla bocca, senza aver lasciato nulla di se stesso, neanche il ricordo nella mente di qualcuno.
    Che vita inutile era nato odiato, aveva vissuto come vive uno storpio in una nazione di guerrieri ed era morto senza lasciare il suo nome scritto da nessuna parte, solo nelle scartoffie del suo villaggio in cui presto sarebbe andato perso.
    Aveva dato tutto se stesso per avere qualcuno ad accompagnare le sue spoglie mortali in quella lenta e triste marcia ma nessuno l’avrebbe fatto.
    Cadde nel buio più profondo senza potersi reggere a niente, un baratro senza fine da cui non c’era scampo, quella era la sua morte, strappato a forza da quel mondo e gettato senza alcun riguardo chissà dove.

    [...]

    Sentì i polmoni chiudersi e i muscoli intercostali faticare mentre cercavano a tutti i costi di far entrare della nuova aria, si sforzavano ma pareva non ci fosse aria, pareva che ci fosse solo il vuoto.

    Apri la bocca!

    Aprì la bocca.

    Aaaaaanf!

    Si ritrovò disteso in un ambiente bianco, asettico, intorno a lui: il nulla, sotto di lui: il nulla, era sospeso a mezz’aria da una forza inesistente, si mosse come a voler scendere da un tavolo e crollò nel bianco pavimento privo di forze.

    Dove sono? Chi sei?

    Il crocevia! Questo è il luogo in cui ti trovi.

    E cosa vuol dire?

    Trovò faticosamente la forza per rialzarsi.

    Vuol dire che sei fortunato.

    Non era morto, non ancora, si guardò intorno più volte notando che quell’aria aveva un confine, camminò verso il confine, parvero passare giorni prima di giungervi, eppure, voltandosi poteva vedere quella linea semitrasparente a cui avrebbe dato il nome di “tavolo” ma li non c’era bisogno di chiamarlo, li bisognava solo pensarlo.

    Hai compreso?

    Si.

    Non fu capace di dare altra risposta, sapeva dove si trovava, sapeva c he era piombato nuovamente nel mondo di mezzo, ma ora senza Jotaro e senza corpo sarebbe stato ben più difficile tornare indietro, inoltre questa volta non era dentro un innocuo rotolo, quella era una vera morte.

    Quel sigillo è sporco.

    Chinò il capo e notò che l’aria in cui stava era delimitata dagli strani segni che il sigillo di Ayato aveva impresso nella sua gola.

    Si.

    Tornò al centro della sala si inginocchiò e pianse, solo adesso notava che all’esterno della parete sostavano migliaia di ANIME esattamente come lui, ma al contrario suo non erano state salvate.

    Quel sigillo ha dato sin troppi problemi.

    Lo so.

    Si mise le mani sul volto e lo trovò intatto, simmetrico: bello.
    Si accasciò sino a toccare il pavimento con la fronte.

    Combatti i tuoi demoni!

    No, quelle non erano anime: erano le sue paure!

    Ahah...ahahah...AHAHAHAHAHAHA!

    Si rialzò con gli occhi sbarrati e un sorriso così grande da essere sinistro, attivò il sigillo e da ogni singolo simbolo presente sul pavimento stillò una goccia di sangue che lentamente corse verso Raizen, quelle impercettibili strisce rosse contrastavano prepotentemente con tutto quel bianco asettico, e mano a mano che si avvicinavano allo shinobi si trasformavano in correnti impetuose cremisi, sino ad investirlo dandogli il colore che fino ad ora non aveva.
    Aveva ancora l’affanno e ancora rideva, rideva.
    Appena il sangue lo avvolse penetrando nel suo corpo venne invaso da nuova forza e tutte quelle creature, quelle creazioni della sua mente gli si avventarono contro.

    UNA AD UNA!
    UNA AD UNA!
    VI DISTRUGGERO’ TUTTE E NON NE RESTERA’ NESSUNA!


    Strinse i pugni e in quella follia a cui aveva dato il nome di crocevia vendette cara la pelle.
    Combatteva con mani, piedi, gomiti e stinchi, rompeva ossa e uccideva, e gli piaceva.

    Ancora! Ancora!

    E più continuava più debolezze venivano cancellate dal suo cuore, avrebbe combattuto per anni, per anni sarebbe rimasto in quel luogo senza luogo e senza tempo a distruggere se stesso, le sue paure e i suoi difetti, a scolpire nuovamente la sua persona, a galoppare verso la perfezione dell'anima con la velocità di infinite generazioni senza mai raggiungerla.

    Quante siete? Quando finirete?

    Ormai quel sorriso gli si era impresso sulla faccia, quel terribile sorriso.

    [...]

    Erano finite, dopo chissà quanto tempo dall’inizio di quella lotta le sue debolezze erano finite.
    Un potente tonfo decretò la vera fine di quello scontro, nell’udirlo Raizen perse il suo sorriso, come se l’avesse fatto rinvenire ritrasformandolo in un umano.

    Seguimi.

    Si.

    Non riuscì a scorgere il viso di quello che pareva essere un uomo perché si voltò rapidamente, però potè notarne le vesti, erano ricamate con fili d’oro e la seta che le componeva era così lucente che pareva brillare di luce propria.
    Venne condotto dinnanzi ad un ristretto gruppo di persone che sedevano attorno a lui, come se in quel momento lui fosse l’esaminato, non sapeva come aveva fatto ad entrarci visto che non era passato affianco a nessuno di loro, ma vedeva che tra loro c’era la persona che lo aveva condotto li.

    Sai cosa sei?

    Un dio.

    Non ebbe la minima esitazione nel pronunciare quella parola.

    Quasi corretto.
    Lasciaci spiegare.
    Non ti descriveremo l’antefatto, già lo conosci, ti daremo solamente certezze.
    Mentre combattevi hai raggiunto quasi la perfezione, ma sei rimasto cosciente e non hai perso la ragione comprendendo che la perfezione non esiste, ne nel tuo mondo, ne in questo, ne in nessun’altro.
    Tu non sei un dio, sei l’anima di un dio intrappolata nel mondo terreno, la tua crescita è ben lungi da giungere al termine, ma il cammino è quello giusto.
    Puoi diventare un dio, al momento il tuo compito è un altro e già lo conosci, nessuno qui ha interferito con il tuo destino, solamente Fuujin all’inizio della tua vita lo cambiò drasticamente, il resto è stato costruito da te, con le tue stesse mani.
    Con quelle stesse mani ora deciderai del tuo futuro, ma prima di riprendere il tuo cammino ti manca ancora una prova, anima divina, devi incarnarti in un corpo che ormai non esiste più.


    Ascoltò esterrefatto le parole di quelle persone che parevano parlare come un solo organismo, quel discorso era frutto di tutte le loro voci che parlando quasi contemporaneamente davano vita a quel breve discorso, un grazioso trucchetto.

    Comprendo.

    Fuujin continuerà ad occuparsi di te, non ci è dato sapere come, sappi che non ti verrà riservato alcun trattamento speciale.

    Abbassò la testa come se accettasse quella sentenza e lentamente quella cerchia di persone, così com’era comparsa, svanì.

    [...]

    Ancora la lama vibrava sotto la furia omicida del suo compaesano mentre l’odore della carne e del sangue carbonizzati addensava l’aria, lo sguardo folle perso tra le carni di un innocente.

    Guardi
    Dalla
    Parte
    Sbagliata


    Quattro aliti di vento che avrebbero sconquassato del tutto Hayate per poi riportare il suo sguardo nel corpo da cui il sigillo impresso dall’hokage stava lentamente svanendo, come se fosse fatto si sottile polvere che la corrente stava portando via, ben prima che le fiamme carbonizzassero quella parte del suo corpo.
    Hayate non avrebbe saputo dire se ciò che si levava dal corpo era vento o chakra, ma probabilmente altro non era che l’estrema esasperazione della manipolazione della natura che si concentrava in piccoli vortici estremamente densi che lentamente andavano a formare un corpo.
    Per il ninja traditore della foglia sarebbe stato impossibile arginare quel processo, se ci avesse tentato qualsiasi cosa posta a contatto con le correnti sarebbe stata sgretolata come se tranciata da una sega, mentre intorno al corpo si iniziava a levare un forte vento che presto l’avrebbe fatto ruzzolare via.
    Le correnti iniziarono a disporsi come a voler creare un corpo, ma solo quando la spada venne fatta lievitare verso di loro iniziarono a prendere vera consistenza, appena Sekai no kou si sarebbe trovata più o meno all’altezza della mano si sarebbe verificato qualcosa di incredibile: le correnti come se aiutate dalla spada che gli cedeva chakra avrebbero accelerato il loro processo di aggregazione.
    Dall’elsa della nodachi iniziò a propagarsi uno splendente sistema circolatorio di chakra che avrebbe poi dato forma e vita al resto dell’organismo, anche se la maggior velocità di creazione nel braccio che brandiva l’arma pareva che fosse quest’ultima a fornire il necessario.
    Presto si formò lo scheletro, e a lui successero i vari organi vitali, era già possibile vederli all’opera mentre ancora il resto dell’organismo prendeva forma.
    Il sistema circolatorio prese forma dal cuore come un piccolo albero che andava a nutrire tutte le cellule che gli si posavano sopra, i muscoli parevano una cascata di fili che dal braccio destro invadevano l’intero organismo, la pelle invece fu formata per ultima dalle correnti che avvolsero il corpo con crescente vigore fino ad addensarsi in un normale strato epiteliale.
    Durante il processo però si verificò un piccolo errore, nello spigolo sinistro delle labbra di Raizen il vento parve creare una piccola tacca: lo shinobi non voleva dimenticare il suo passato, quella non era una nuova vita, era una rinascita.
    Il nuovo Raizen prese a scendere dei gradini inesistenti con le braccia lievemente allargate e il capo chino, come un dio misericordioso che scende dai cieli.
    Il sigillo ormai puro era forse cambiato da quando Jotaro glielo trasmise.
    Era il momento della vestizione.
    Mentre scendeva con il capo chino e un sorriso sinistro sulle labbra il sigillo di Ayato ricomparse nella sua gola, proprio quando sfiorò il suo precedente corpo, da li il mantello da ombra si levò conoscendo l’impronta del suo padrone e avvolgendolo lo vestì come gli si conveniva: era praticamente lo stesso abbigliamento precedente, l’unica differenza è che era del tutto nero e mancavano le scarpe che Raizen avrebbe presto dal suo vecchio corpo.

    Stupido idiota.

    Non era un dio misericordioso.
     
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    Quindi in pratica mi stai dicendo che è tutta colpa di un fuinjutsu che avevi addosso e di questo Fuujin?? Quindi..è colpa tua?.. Aggiunse con un filo di voce la ragazza, prima della distrazione esterna e del colpo di mano di Hayate. Il gruppo non fece nemmeno in tempo a capire cosa stava succedendo.

    [...]

    Un problema risolto. Ora senza uno scopo quelle cose non avranno più la forza di continuare ancora per molto. Soddisfatto, il ninja di Konoha aveva fatto per allontanarsi. Doveva solo trovare un modo di spiegare la faccenda agli altri senza che dessero di matto, ma il poveraccio aveva già fatto buona parte del lavoro confessando l'esistenza del fuuinjutsu.

    Ma venne fermato da una voce alle sue spalle. E voltandosi, sul suo volto si dipinse dapprima lo stupore, poi un sincero terrore. Come poteva quell'uomo tornare dalla morte? Come poteva il suo chakra riorganizzarsi dopo che il tantien era stato spezzato? La spada... Sussurrò appena..poi strinse la presa sulla sua arma. No..è tutta scena. Non sei più forte di prima..posso benissimo ucciderti di nuovo...tutte le volte che servirà!

    Stava per scattare in avanti quando la sua stessa ombra, da nera che era divenne bianca, sollevandosi poi dal terreno come una massa densa e semiliquida. Che cosa succede? Cos? ...la...la cretaura bianca! Avvolto da quella "cosa" senza che potesse opporsi, Hayate sparì poco dopo in un turbinare di bianche piume evanescenti. Raizen si trovò nuovamente da solo.

    Non rinuncerò nemmeno io al corpo che ho abitato, prigioniero, per tanti anni. E non importa quale sia il tuo destino. Tengo molto di più al mio. Mi dispiace.

    Disse una voce che pareva nascere dall'aria stessa. La creatura del bene che Raizen aveva ospitato a lungo.

    Il ninja non sapeva ancora tutto, non sapeva dove si trovava nè che cosa fosse esattamente successo in quel posto e ai ricercatori. Al momento la sua unica possibilità era imboccare un corridoio di marmo nero, che costituiva l'unica via di uscita, essendo l'altra franata.

    Il corridoio non era molto ben illuminato, ma era ampio e spazioso, misurando quasi tre metri di larghezza. Un familiare rumore si stava avvicinando pian piano. Passi strisciati..e poi quel mormorìo folle. Cocci. Non uno. Non cinque. Ma decine e decine..non se ne vedeva quasi la fine.

    Daccelo...ridacci quel corpo....ridaccelo. Era mio. Mio...abbandonalo a noi....

    Armati di Nodachi, avrebbero caricato di lì a poco. E nonostante lo spazio relativamente ridotto, se non contrastati avrebbero potuto affrontare Raizen a gruppi di cinque, arrivando anche a superarlo e forse circondarlo passando dalle mura o dal soffitto.

    Erano fin troppi per poter avanzare evitandoli. Inoltre anche nel suo nuovo corpo, al pieno della forza, non avrebbe potuto lottare contro tutti quei Cocci e sopravvivere.

    Tuttavia doveva necessariamente andare avanti. La spada ebbe un sussulto, come una pulsazione di potere. Che stesse suggerendo qualcosa?

    CITAZIONE
    Post per sviluppare due capacità legate all'innata durante il passaggio nel corridoio nero. Qui dovrai risvegliare le capacità della spada di eseguire la tecnica "tsume no kaze" per guadagnare spazio, e la Oogata Kaze per abbattere i Cocci più facilmente (la spada potenziata è sufficiente a spezzare le Nodachi nemiche)

    Spero vivamente che non riescano facili facili al primo tentativo, specie contando che i Cocci dopo appena un attimo di esitazione ti stanno caricando alla grande e che non hai idea del fatto che le sai utilizzare :sinve:

     
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    Guardò l’ombra schiarirsi con evidente stupore.

    Oh, già.
    Sai il fatto tuo.
    Ma questo...non è il tuo corpo, questo è frutto di un lavoro ben più meticoloso e appropriato.


    Cercò di tagliare con la nodachi i resti di quel turbinio di piume, ma era evidente che li non c’era più nulla che potesse frenare la corsa della sua lama.

    Maledetto.

    Rivolse il filo della spada verso dietro e si incamminò per il corridoio nero: era l’unica via d’uscita.
    Non fece in tempo a percorrere troppi metri che sentì nuovamente quello spiacevole brusio di voci simili alla sua.

    Mhmhmh.

    Una sottile risata che non riuscì a trovare sfogo oltre le labbra lievemente incurvate del nero shinobi.

    Ancora quei mucchi di polvere.

    Si fermò mentre osservava i muri il soffitto e il pavimento prendere vita: le sue copie spuntavano dappertutto! Riprese a ridacchiare.
    A stupirlo questa volta non fù la moltitudine delle copie che lentamente gli comparivano davanti, fu la sua spada a sussultare, come a scuotersi da un lungo sonno, ben diverso dai lievi tremiti che agitavano solitamente il suo sonno.

    Ohhhh Livon, quale grande errore.

    Sorrise e continuò ad avanzare facendo sfregare la punta della lama nel pavimento, produceva uno stridio particolare che alle sue orecchie risultava piacevole.
    In poco tempo si ritrovò circondato dalle sue copie, era uno scenario già vissuto eppure non poteva non esserne felice, riprese a sorridere in quel modo sinistro.

    Vediamo, cocci, per quanto ne avremmo.

    Strinse l’elsa di Sekai no Kou e si lanciò a capofitto sul primo coccio che stava dinnanzi a lui, la sua spada trovò il solito viscido ostacolo durante la sua corsa, ma i muscoli del konohaniano non cedettero, liberi da qualsiasi impedimento continuarono a tendersi fino a tagliare completamente il corpo avversario, incontrare la spada del suo avversario e portarla dietro durante l’attacco non fu difficile.
    Quella sensazione, ciò che provava in quel momento, era indescrivibile... il suo braccio... la sua spalla... il suo busto... il suo intero corpo erano perfetti, quella sensazione di disagio provata un tempo, simile a quella che si prova quando si indossa una scarpa troppo grande, era sparita, ora corpo e anima erano in perfetta sintonia, ogni suo movimento era preciso e accurato come non mai, non c’era esitazione nei suoi colpi, quel suo corpo era felice di muoversi!
    Ma i cocci erano veramente troppi, per quanto il suo corpo fosse perfetto ancora poteva stancarsi, e lentamente i suoi polmoni vennero attanagliati da una morsa gelida che gli bruciava la gola e faceva battere le sue gengive, anche quella fatica era nuova.
    Nonostante i cocci arrivassero ad ondate la superiorità di Raizen si faceva sentire, e i colpi selvaggi delle copie venivano abilmente schivati da quel corpo sempre in maggior sintonia con la spada, sinolo perfetto di agilità e pericolosità.
    Il problema però non erano le capacità di Raizen, bensì il numero di avversari che gli si stringevano attorno e che lentamente gli davano poco spazio per muoversi come avrebbe voluto.
    Parve che le sue preoccupazioni vennero ascoltate, la spada dopo un secondo battito si illumino per qualche istante di una miriade di raggi luminosi che parevano riuscire a “cauterizzare” le ferite che provocava ai suoi avversari.

    Oh eccellente!

    La sentiva scalpitare, sentiva la sua nodachi vogliosa di abbattere quelle insulse creature, tuttavia non sapeva come fare, non aveva la più pallida idea di come riuscire ad attivare quel potere.
    Lentamente le sue copie gli si strinsero attorno costringendolo a fare uso del chakra per arginare il loro pressante attacco, fu costretto dai sempre più numerosi attacchi ad utilizzare il chakra, ma quando la sua lama stava per calare nuovamente sul corpo di terracotta della copia il suo braccio venne privato di una parte del chakra utilizzato per sferrare il colpo, la spada parve utilizzarlo per ricreare nuovamente quel bagliore di prima

    Incredibile!

    Non ne era troppo sicuro ma forse la sua lama riusciva a catalizzare il suo chakra per poi espellerlo violentemente, e se gli avesse messo a disposizione più chakra?
    A dire e a farsi era semplice, la spada assorbiva il chakra che gli veniva dato ma pareva rilasciarlo senza alcun criterio.
    Impastò nuovamente chakra nella nodachi che parve assorbirlo per poi rilasciarlo violentemente dal filo della lama. Il raggio che si venne a creare pareva essere “incerto” procedeva senza seguire una linea precisa e appena incontrato un cocci gli cozzava contro senza creare danni rilevanti, doveva metterci anche del suo?
    Si.
    Ancora non sentiva quell’arma come parte di se stesso, ma come un mero pezzo di metallo, per sfruttare al meglio quel potere la cosa migliore era entrare in sintonia con la lama, sentirne ogni più piccola parte.
    Chiuse per un secondo gli occhi mentre attaccava un nuovo coccio, sentiva il metallo scorrere in quel materiale dalla consistenza particolare, lo sentiva cozzare contro la spada avversaria, e sentiva le vibrazioni che si propagavano dalla punta all’elsa. Questa era la concentrazione di cui necessitava, questo strano “sesto senso della lama” che gli permetteva di sentirla come una parte di se stesso.
    Impastò nuovamente del chakra nel braccio lasciando che la spada lo prendesse, al momento del rilascio, come a voler aumentare il controllo che aveva sulla stessa, strinse l’elsa sentendo il chakra propagarsi per tutta la lama, ma a lui non serviva li, doveva rilasciarlo in un unico punto: il filo della lama. Sentì il chakra esplodere come dell’acqua posta sotto enorme pressione, ma come quell’acqua non era letale poiché poco concentrato, il chakra rilasciato all’esterno si “sparse” in più direzioni, fu sufficiente per mettere KO quel coccio, ma se il rilascio fosse stato più preciso la tecnica ne avrebbe sicuramente giovato.
    Doveva riprovarci ancora, sino a raggiungere un livello di concentrazione sufficiente.
    Ciò a cui non aveva pensato era la natura del colpo: lui era vento, il suo corpo lo era, e anche il suo chakra!
    Allargò il sorriso, quasi come se avesse avuto una geniale intuizione che gli avrebbe permesso di uscire da quella situazione difficile, davanti a lui questa volta non erano presenti dei cocci, ne aveva precedentemente atterrato due e avrebbe avuto qualche istante per fare il piccolo passo che gli mancava per perfezionare la tecnica.
    Chiuse gli occhi e con un rapido gesto conficcò la spada tra due mattonelle e rilasciò nella spada dell’altro chakra, sentì le vibrazioni dare il cambio alla sensazione del chakra che scorreva sulla spada, quando fu il momento immaginò di dover incanalare il chakra tra due correnti di vento e affilarlo al pari della sua stessa lama. Il getto questa volta era ben più forte del precedente, riuscì a dare un lieve contraccolpo quando scaturì dalla lama come un fiume impetuoso, veloce il raggio di chakra in una letale danza di affilati spigoli si diresse verso i cocci annientando quelli che trovava sul suo passaggio.

    Game over.

    Aveva gli occhi sbarrati per lo stupore, ma quelli più “preoccupati” erano i cocci che avevano visto molti di loro falciati da un singolo attacco.
     
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    Proseguì lungo il corridoio, falciando numerosi nemici con la sua rinnovata potenza e quello strano potere che filtrava dalla spada stessa. Non ne riuscì del tutto incolume [Ferita Quasi-Grave diffusa e Consumo di un Quasi Elevato di Chakra] ma comunque la scia di cocci e polvere che si era lasciato alle spalle era di tutto rispetto. Alla fine sbucò in quella che verosimilmente doveva essere la Stanza Nera di cui avevano parlato i sopravvissuti.

    Era un cubo perfetto, di sette metri di lato, con le pareti in marmo nerissimo, che mandavano bizzarri giochi di luce a causa delle fiamme che ardevano su alcune candele sparse qua e là a terra. Un'altro ingresso laterale si continuava in un corridoio verso sinistra, e sul soffitto stava un altra apertura, verosimilmente pensata per l'areazione. Ma quello che più attirava l'attenzione era il centro della sala, dove una sorta di enorme piscina circolare, ripiena di un liquido nero ribollente mandava un odore di sangue e morte. Sopra di essa, avvolti da catene nere, i corpi di almeno una decina di persone erano appesi apparentemente al nulla.

    Le catene stringevano pian piano, straziando le carni dei defunti e letteralmente strizzandoli per ottenere stille di sangue. Cadendo nel liquido nero, il sangue generava una fumata, e da quel punto esatto sorgeva una mano, e poi un braccio e un corpo, fino a concretizzarsi in un corpo come quello di Raizen. Un Coccio.

    Eccoti, quindi. I vari Cocci che ancora stavano nella stanza non fiatarono, era stata la "piscina" a parlare. Le creature d'argilla si disintegrarono all'istante, mentre tutti i corpi appesi si raggrupparono. Con un rumore di carni strappate terrificante a udirsi, i corpi vennero prosciugati di tutto il sangue, che cadde nella sostanza nera. Essa si contrasse attorno al punto di caduta, quindi con una fumata maleodorante si sollevò in una forma umanoide, alta quasi quattro metri e priva di ogni carattere distintivo. Poco più che una sagoma bipede immensa, composta da argilla nera come la pece. Questa avanzò fino a fuori dalla piscina. Non sembrava una forma molto stabile, pochè ad ogni passo si riempiva di crepe da cui sfuggiva del fumo nero.

    Questo corpo non può contenermi a lungo. il tuo si. E' stato fatto appositamente. Ridammelo. Tese l'arto superiore, come chiedendo che gli venisse consegnato qualcosa. Mi serve quel corpo. Mi serve perchè non ne ho nessun altro. Tua madre è morta per darmelo, ed è stato solo per un inconveniente che la tua anima umana è sopravvissuta.

    E ora questo...un tempio costruito chissà quanti anni fa da Fuujin. Fuujin, che aveva previsto tutto e ha preparato il terreno per te. Per noi. Chiunque fra noi risulti essere il vincitore, chiunque fra noi avrà quel corpo, sarà una sua pedina, volente o nolente.

    Una pedina nel mondo degli uomini, per continuare la sua eterna lotta col suo nemico. Non importa chi siamo stati o perchè, saremo suoi schiavi...non potremo andarcene da qui senza la sua approvazione..e lui la darà solo dopo aver piegato la mente del vincitore.

    Fece pochi passi avanti, mentre le crepe sul suo corpo nero aumentavano. Tu non avresti speranze contro di lui. Non potresti usare appieno quel corpo per liberarti dal gioco del dio del vento. Ma io potrei. Lascialo a me, e ti assicuro che manterrò viva una porzione della tua mente e dei tuoi ricordi in futuro. In caso contrario...distruggerò la tua anima qui e ora!

    Alla risposta (verisimilmente negativa) di Raizen, l'entità nera passò all'attacco, lasciando fuoriuscire dalle crepe del suo corpo una sorta di fluido nero e denso che, fluttuano a mezz'aria come fosse fumo solido, si sarebbe poi lanciato contro il ninja di Konoha nella forma di decine e decine di giavellotti.

    Quella nuvola di armi copriva un'area estremamente grande, e anche impegnandosi, non sarebbe mai riuscito a schivarle tutte, figurarsi se avrebbe avuto successo nel pararle. Doveva trovare un'altra strada...il suo corpo forse sapeva cosa fare, era stato progettato per essere perfetto, ma affidarsi al solo istinto senza pensare sarebbe stato del tutto inutile, contro un nemico del genere doveva essere la mente a guidare il corpo, non una conoscenza istintiva..

    CITAZIONE
    Sviluppa la tecnica "Nagare Gyaku" o non potrai contrastare l'attacco del tuo avversario. Quindi attacca (come in un combattimento normale)

     
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    Non uscì del tutto indenne da quel corridoio, i Cocci per via del loro numero erano riusciti a fargli spendere una considerevole quantità di chakra, mentre i loro attacchi combinati erano riusciti a penetrare la sua attenta difesa, nonostante tutto la gran quantità di sabbia e i cocci che si era lasciato alle spalle decretavano un unico vincitore che ora si trovava dentro una stanza del tutto nera.
    Salutò il corridoio con un fugace sguardo per poi voltarsi definitivamente.
    La stanza era un cubo perfetto di marmo nero, pareva quasi che ce l’avessero scavata dentro, e le lampade al suo interno vi creavano strani riflessi che parevano agitarlo rendendolo vivo e vibrante.
    Dopo qualche istante si accorse del puzzo che aleggiava nella stanza rendendo l’aria pesante e densa, si avvicinò lentamente alla fonte del forte odore, una piscina di modeste dimensioni colma di un liquido simile a pece in continua ebollizione.
    Appena vi sporse il naso dentro una goccia di sangue dei cadaveri che vi stavano appesi sopra cadde dentro la piscina e dopo uno sbuffo di fumo maleodorante ne venne fuori un Coccio, ora sapeva come venivano creati!
    Stava per cercare di allontanare i cadaveri con un colpo della nodachi quando una voce conosciuta saturò l’aere.
    La riconobbe.

    Oh! Vedo che ti si è sciolta la lingua, o ti hanno fatto una buona siringa di calmante?

    Quasi non fece in tempo a finire la frase che i corpi vennero del tutto lacerati, come se fossero degli stracci, il loro sangue servì a dare consistenza al mostro che poco dopo si issò fuori dal fosso.

    Pffft.
    Sei proprio imbranato.


    Sorrise e senza pensarci due volte recise la mano del mostro senza pensarci due volte.
    La bestia non parve farne conto, un secondo arto si materializzò poco dopo.
    Al momento non pareva avere particolari intenti ostili e il konohaniano stette ad ascoltarlo.

    Dicevo.
    Sei imbranato.
    Guarda che razza di merda informe hai tirato su da quel liquame puzzolente!
    Questo!


    Esclamò mentre batteva le mani sul petto.

    Questo corpo l’ho creato io, con le mie mani, senza l’ausilio di corpi altrui!

    Sorrise, sbeffeggiandolo apertamente.

    Indovina un po’, sacco di letame reidratato, perché la mia anima è sopravvissuta?
    Perché è più potente della tua, ne hai la dimostrazione davanti ai tuoi occhi, guarda cosa sono stato in grado di creare io, mentre tu ti limiti a corpi inutili e fragili.
    Sei un misero fallito.


    Le dita gli si agitarono intorno all’elsa della nodachi.

    Questo corpo, e questa mente mi appartengono, ed entrambi saranno liberi, per sempre, Fuujin non sarà in grado di controllarmi, io, al contrario di te, non sono un fallito!
    E non osare evocare l’immagine di mia madre, non sei degno nemmeno del mignolo della sua mano.


    Quel rifiuto non era ovviamente tra le risposte accettabili.
    La bestia parve infuriarsi, anche se al contrario di Raizen non iniziò a sbraitare, bensì si limitò ad agire, dalle crepe causate dalla precedente “passeggiatina” fuoriuscì del denso fumo nero, ci volle solamente qualche istante per vederlo addensarsi sopra la testa di quella bestia nera.
    Ora una moltitudine di lance nere puntava verso il corpo di Raizen, quel corpo che con così tanta fatica aveva ricostruito, quel corpo perfetto.
    Quelle lance erano il classico schiocco di dita che fredda le lancette del tempo.
    Cosa doveva fare? Cosa si sarebbe dovuto inventare per preservare quel suo nuovo corpo da quell’attacco così violento?
    La spada vibrò nuovamente, la sentì distintamente agitarsi nel palmo della sua mano...oppure no?
    Erano le sue mani che tremavano, ma non era paura, erano i muscoli ad agitarsi, preso da sgomento le strinse l’una all’altra cercando di interrompere quello sgradevole tremolio. Si rese conto che non riusciva a toccarsi, pur mantenendo la loro forma le sue mani parevano sfaldarsi in piccoli vortici.
    Era vento!
    Altro vento!
    Unì le mani intrecciandole tra loro nel segno della tigre, non perché volesse compiere quel sigillo, ben sì perché era l’unica posizione per tenere le mani ravvicinate con la forza delle correnti che si opponevano tra loro.

    È...incredibile!

    Lui non aveva fatto troppo, quasi nulla, erano state le sue mani l’innesco del tutto, sapeva di essere arrivato a metà strada, ma ora cosa avrebbe dovuto fare?
    Aveva tra le mani un turbinio di correnti che non sapeva come manipolare, era certo che avrebbe dovuto dare a tutte un unico verso, quelle strane lancette ancora passeggiavano.
    Ebbe il tempo di sentire tutte quelle correnti e riorganizzarle come gli faceva più comodo: tutte per lo stesso verso, non doveva disperdere l’attacco del suo avversario, sarebbe stato pericoloso, con quella moltitudine di armi rischiava comunque di avere dei problemi, avrebbe dovuto annullarlo.
    Ora aveva la soluzione, ma mancava ancora una pedina: la spada, solo sfruttando il suo potere avrebbe potuto assorbire la tecnica senza riceverne dei danni, senza di essa ne avrebbe solamente concentrato il potenziale in una zona più piccola.
    Il tempo riprese a galoppare mentre una lieve corrente iniziava a convergere verso le mani di Raizen.

    No! La potenza è insufficiente!

    Infatti quell’alito di vento non smuoveva minimamente le lance che presto avrebbero dilaniato le sue carni, le punte delle dita si sbiancarono mentre faceva fluire un quantitativo di chakra pari a medio nelle braccia, l’impasto era paragonabile ad una seconda ondata di vento che impetuosa si liberava dalle sue mani.
    Il potente vortice di vento che si liberò dalle sue mani attirò a se le lance che il suo vecchio ospite gli scagliava contro, la spada pareva vibrare ad ogni singola lancia che assorbiva, ma probabilmente era solo un impressione del konohaniano.

    Te lo dicevo io, piccolo grumo di pece, che sei un miserabile fallito.

    Rise e si lanciò contro il suo avversario impugnando la nodachi con una sola mano, il primo fendente fu ascendente in quanto non sprecò tempo per levare la spada sopra la sua testa, era, praticamente, un’estrazione.
    Non gli importava di toccare il suo nemico con il primo attacco, infatti la pericolosità dell’azione era dovuta alla tecnica che Raizen aveva scoperto poco prima , un raggio di chakra scaturì nuovamente dal filo della lama puntando al petto del suo nemico, questa volta il konohaniano non si risparmiò utilizzando quanto più chakra possibile [Medioalto]
    Ma l’attacco non sarebbe finito li, Raizen avrebbe continuato ad incalzare il suo nemico con un secondo fendente che avrebbe ripercorso la stessa traiettoria del primo, ma inversa, cercando di assestare un secondo fendente sicuramente mortale se fosse andato a segno.

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    La raffica di colpi di Raizen andò a buon fine, crepando n più punti la strana figura, che prese a disfarsi, liberando una sostanza nera e fitta, simile a smog ma che al solo guardarla faceva quasi sentire una mano stringersi attorno al collo. Anche senza corpo, posso comunque oppormi a te...non montarti la testa, patetico umano! Riempì la stanza con la sua voce, ma vi era una venatura di paura nel suo tono..eppure, prima che potesse fare qualcosa, venne interrotta.

    Si...è chiaro. Non è un corpo come gli altri..è tutto lì...nell'unica componente materiale. La voce della creatura bianca si fece sentire, mentre la nera, in forma di fumo denso appariva Tu?? Qui? Come hai potuto lasciare la Camera Bianca con tutto il tuo corpo?

    Questo, mio sgradito compagno di prigionia, è un segreto che non condividerò con te! L'ombra stessa del ninja della foglia divenne bianca, come già quella di Hayate poco tempo prima, e si sollevò in decine di tentacoli piumati per immobilizzare la vittima. Sottrarsi alla stretta era impossibile, ma quando uno dei tentacoli si avvolse intorno alla mano che stringeva la spada, questa vibrò appena. Non voleva venire presa...forse per proteggere l'utilizzatore, o forse perchè essa stava pian piano divenendo il ricettacolo per parte dello spirito di Raizen, e trovava innaturale la separazione.

    Se anche lo Shinobi avesse appreso come sfruttare questa volontà per provare a scacciare il tentacolo, immobilizzato com'era non avrebbe potuto resistere più che qualche secondo prima che la spada gli venisse sottratta, e con essa il potere. L'arma si gettò nella sostanza bianca, affondando come fosse una pozza, e quindi entrambe sparirono in un vortice di piume bianche.

    NOOO!! Urlò la Creatura Nera, impotente per la sua incapacità di avere una forma propria. Ma ben presto la sua attenzione si rivolse al ninja. TU! TU saresti forte? Non farmi ridere! Così come sei non potrai resistermi in nessun modo! Era la spada a canalizzare quel potere, ma ora il tuo corpo non può più manifestarlo...io lo prenderò per me, schiacciandoti, e riconquisterò quella forza con quell'arma!

    Una nube di fumo nero non poteva essere contrastata da disarmati, e anche i Jutsu che lo Shinobi possedeva non sarebbero mai bastati. Schivare una massa del genere era inutile...ed ecco che un enorme mano d'ombra si strinse addosso a Raizen, gelida al punto da bruciare la pelle. Ferendola e cercando di insinuarsi nelle narici, nelle orecchie, attraverso la pelle, ovunque. Non poteva opporsi....

    Ma ecco che un lampo di luce elettrica attraversa l'ombra che ti sta soffocando, dispendendola, mentre una tremenda vampata disperde il resto. La Creatura Nera si rifugia nelle crepe del terreno, fuggendo dall'imprevisto.

    Serve una mano, imbecille? Febh Yakushi, assieme a uno shinobi con mezza testa rasata e l'altra con capelli neri lunghissimi. Entrambi all'ingresso della sala. Entrambi sporchi di polvere, ma non feriti. Per un attimo ho avuto la tentazione di vedere cosa succedeva...sai?

    Piuttosto, che fine ha fatto Hayate? Mormorò con voce sepolcrale l'altro ninja. Sotto un occhio aveva del pesante trucco nero, e anche metà del labbro è annerita da un qualche colorante. Lui è Hattori, il fratello di Hayate. Da quel che ho capito voleva farti secco....che gli è successo?

    Spiegata la situazione di Hayate, Febh avrebbe sbuffato. Ancora la Creatura Bianca...che palle. Quella cosa è decisamente più fastidiosa dei Cocci...
    Invero, è possibile che abbia reso mio fratello un suo servo quando è andato a esplorare la Camera Bianca. Un peccato. Dovrò bruciare metà del suo corpo e sciogliere nell'acido l'altra per purificare il suo spirito... Commentò con aria spiritata l'altro ninja, componendo strane figure a mezz'aria con le mani guantate.

    Allegro come sempre... Disse a mezza voce lo Yakushi. Hattori-san ha qualche lievissimo problema di natura sociale...tu non dar troppo peso a quello che dice.

    [...]

    Febh e Hattori avrebbero insistito per riunirsi agli altri (dopotutto i ricercatori erano rimasti senza nessun ninja di guardia) e che Raizen provasse pure a opporsi a due ninja in piena forma o quasi, disarmato e stanco com'era.

    Qui avrebbe trovato il vecchio Jinro che sonnecchiava (non ci stava del tutto con la testa dopo gli ultimi eventi, a detta dei superstiti) mentre Makoto aveva le lacrime agli occhi. Si gettò ai piedi di Raizen, implorando perdono. Scusami! Scusami! Ero...ero sconvolta...mi dispiace...forse...forse se non avessi reagito così Hayate non avrebbe tentato...non avrebbe..

    L'altro era un ragazzo con corti capelli castani che Raizen non aveva ancora visto. Doveva trattarsi di Oga. Tu saresti il tizio che ha attivato questo posto, eh? Bella prova, complimenti.. Disse, un pò sprezzante. Ma comunque immagino tu sia una vittima come noi.. inspirò a fondo.

    Dobbiamo decidere cosa fare. Prese parola Febh. Intanto direi di riposare, e eventualmente dormire un pò. Fra quattro o cinque ore vedremo di muoverci.

    Cominciamo con il definire il piano. Disse Hattori, con la sua solita aria tombale, come se quella frase fosse una qualche sentenza di morte. I presenti, sebbene abituati, ebbero un brivido e gli gettarono un'occhiataccia.

    Ho fatto un pò di ricerche sui bassorilievi e altri reperti. E da quel poco che ho capito, questo posto è una specie di campo di addestramento in cui vengono testate tre entità. Un uomo, un'entità malvagia e un'entità benevola. Essi dovranno combattersi per il possesso di un unico corpo dal grande potere. Poi il vincitore della lotta potrà aprire la porta segreta del tempio e ottenere la via d'uscita.

    Un posticino allegro, insomma... Confermi? Chiese Febh a Raizen, che magari avrebbe anche potuto aggiungere qualcosa di più.

    Solo uno dei tre partecipanti può effettivamente uccidere gli altri..ogni altra azione sarebbe inutile. Quanto agli spettatori...non sono contemplati. Beh, questo per me significa solo che deve essere questo qua a dare il colpo di grazia aggiunse Febh, indicando col pollice il foglioso.

    In pratica...dobbiamo scortarti per uccidere la Creatura Bianca...e anche la Creatura Nera che abbiamo visto...e che muove i Cocci.

    E' stata ferita, non dovrebbe essere complesso.

    La bestia ferita è la più pericolosa.

    Tu sprizzi ottimismo da ogni poro, eh?

    Si.

    Avrebbero discusso di eventuali strategie d'azione, ascoltando anche il parere di Raizen che, in effetti, era il diretto interessato, prima di dormire per qualche ora. Chiaramente avrebbero risposto a ogni sua domanda riguardo le due entità o la struttura del tempio, fornendogli anche una mappa improvvisata, tracciata da Makoto che, a quanto pareva, era l'esperta del gruppo in materia di planimetrie, mappe e affini.


    CITAZIONE
    Hai perso la spada e l'innata è stata disattivata a forza! :argh:

    A te gestire la perdita brusca del potere e i suoi eventuali effetti sul tuo corpicino neoformato, stanco e ferito.

    Prova inizialmente a opporti imparando la Bakuyaku no Kaze, ma anche se la creatura bianca verrà inizialmente danneggiata, alla fine la spada te la frega uguale :P

    Un pò di allegro gdr per spezzare l'addestramento, poi si parte con il briefing. Decidi tu se allearti agli altri sopravvissuti e proporre un piano d'attacco, oppure sgattaiolare via nella notte da solo :zxc:

     
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    Tu...TU tremi di Paura!

    Accentuò la P che risuonò nella stanza vuota come una piccola esplosione, mentre sorrideva soddisfatto con gli occhi sgranati.
    Stava per lanciarsi nuovamente all’attacco quando la voce della creatura bianca, già sentita quando fece di Hayate un freddo manichino, contrastò quella della nera canzonandolo come la spazzatura che sta nel più basso livello di una discarica.
    Quando la voce della creatura si spense l’ombra di Raizen sbiancò lentamente, nello stesso modo in cui era sbiancata quella di Hayate, il colosso di Konoha provò a fare qualche passo indietro per sottrarsi alla sua stessa ombra, ma era ovviamente impossibile.
    La scena si ripeteva lenta e inesorabile, e nonostante la forza impiegata da Raizen durante la lotta con i tentacoli era impossibile liberarsi da loro, la sua spada, quasi interdetta da quella forza che la separava dal suo padrone, fece sentire il suo tacito grido. Incitò nuovamente il suo padrone a liberare la forza che aveva sviluppato, ma Raizen veniva colto alla sprovvista.

    Giuda ballerino!

    Cercava di sottrarsi ai tentacoli con tutte le sue forze tirando dalla parte opposta rispetto al punto in cui sorgevano, ma era inutile, avrebbe provato a distruggerli ma tutti i suoi arti erano immobilizzati e quindi anche la spada era inutilizzabile.

    In certi casi mi pento di non avere imparato nessuna buona ninjutsu offensiva, maledette bestiacce!

    Possibile che tutto il suo impegno potesse essere vanificato dai quattro tentacoli di un mezzo effeminato?
    Possibile che la potenza del vento che lui stesso incarnava non gli potesse offrire nient’altro?
    Possibile che lui, incarnazione della libertà, fosse costretto alla prigionia da un essere a cui faceva da prigione?
    Possibile che ?

    Ghhhhhhhsgrunt!
    Mollami frocio sfigato!


    Appena allentò la presa il suo stesso corpo reagì, quasi esplodendo, come se rilasciasse dell’energia accumulata per troppo tempo, liberando una folata di vento di moderata potenza.
    Non aveva tempo per concentrarsi e fare un lavoro preciso, doveva solamente concentrare quel rilascio in una zona di dimensioni abbastanza ristrette per disfarsi di quei tentacoli.
    Impastare e rilasciare senza controllo, rapidamente.
    Doveva concentrarsi sul braccio, i tentacoli della creatura puntavano a prendergli la spada e doveva allontanarli da li.
    Dopo qualche istante passato a pregare che le sue deduzioni fossero esatte rilasciò il chakra dal polso causando una nuova esplosione, ma i tentacoli parvero ignorarla, o quasi, infatti quello che gli stringeva la ma no si disfò momentaneamente per poi ricomporsi e stringergli il polso con maggior foga constringendolo a lasciare la spada che cadde inevitabilmente dentro la “sua” ombra.
    Venne privato della nodachi, fu quasi come perdere parte di se stesso, venne scosso da un violento tremito e senti le gambe afflosciarsi, ma non stava perdendo i sensi, era il suo corpo che reagiva alla mancanza dell’oggetto che aveva reso la sua reincarnazione rapida e, probabilmente, possibile.
    Cadde carponi, ansimante, quasi come se il suo corpo avesse perso ogni capacità.

    Calmo.
    Calmo.
    CALMO!


    Cercava di contenere il chakra che componeva il suo corpo ma era estremamente difficile, era come se ogni più piccola parte del suo essere volesse sfuggirgli.
    Quasi rantolava per via della tensione muscolare con cui cercava di tenersi integro, durante quell’estremo sforzo udì nuovamente la voce della creatura nera, un nuovo scossone agitò i suoi muscoli, come se quella voce lo disturbasse ulteriormente.

    Sentilo, il povero coglione che sogna di conquistare il mondo.
    Anf anf


    Nonostante la sua solita arroganza era in evidente difficoltà, e nonostante i tentativi di ripresa non riusciva a gestirsi troppo bene senza l’aiuto della spada.
    Lentamente l’oscurità che lo circondava prese la forma di una mano che lo avvolse come un fascio di spighe di grano, quella sensazione non era per nulla piacevole, la sensazione di essere totalmente sotto il controllo del suo avversario.
    Ma quella creatura non si limitava a stritolarlo, anzi, non era quello il suo intento, gli bastava solamente immobilizzare il konohaniano, il fumo di cui era composta faceva il resto, era talmente gelido da bruciarli la pelle, riusciva a sentire il dolore ma non poteva opporsi.
    Poco dopo la mano prese a disfarsi e le lunge lingue di fumo che scaturivano da essa si mossero nel corpo di Raizen facendo pressione sul suo viso cercando di entrare dentro il suo corpo attraverso la bocca gli occhi e le orecchie.

    Maledizione! Oggi è proprio una giornata di merda!

    Quando il suo viso iniziava a contrarsi per il dolore causato dalla pressione che quella “cosa” faceva su di lui, un raggio di luce squarciò quelle tenebre che vennero poi divorate da un intensa fiammata, quasi fosse una benedizione del cielo.

    O, menomale, grazie.
    Febh sei quasi come le guardie delle mura, sempre in ritardo, un altro po’ e quell’affare mi avrebbe fatto secco.

    Dopo aver concesso a Febh un occhiataccia di rito spiegò ai due i pochi avvenimenti successi da quando Hayate lo aveva separato dagli altri.

    Comunque, i cocci non saranno più un problema, quella roba li non ha più materia prima, il combattere con me gli ha fatto esaurire le sue risorse, quindi, se nessuno di noi ci lascia più la pelle staremmo al sicuro per un po’.


    [...]

    Si lasciò accompagnare dal resto del gruppo dopotutto era la cosa migliore, al momento non era in grado di combattere, si sarebbe dovuto prima abituare completamente al distacco della nodachi.
    Giunto nella stanza-rifugio la ragazza si gettò ai suoi piedi, una lieve espressione di stupore si dipinse nel volto di Raizen.

    Dai dai...

    La afferrò per le spalle e la tirò su con una piccola smorfia, non tanto per la fatica, ma muoversi con quelle ferite non era troppo gradevole.

    Non hai nessuna colpa, la nostra “categoria” è abituata a queste cose, se ci dessimo troppo peso parecchia gente passerebbe molto più tempo a pregare per i morti.
    Insomma, va bene così, non preoccuparti.


    Gli diede qualche colpetto sulla testa con un sorriso un po’ tirato e passò avanti per unirsi al gruppetto che discuteva dei piani futuri, il commento del nuovo tipo non gli fece particolarmente piacere. Dopo una gelida occhiata Raizen risposte a tono.

    Non sono stato io a ficcarmi dentro un posto a me totalmente sconosciuto, colmo di insidie, con un apertura a timer e con dei disegni che farebbero scoraggiare chiunque.
    Voi ve la siete cercata, c’è una piccola differenza.


    Ascoltò quello che i ricercatori avevano scoperto con vivo interessa, ma non era niente di nuovo.

    Si, allegro come un cane rabbioso che abbaia serpenti che sputano ragni grandi come padelle.
    Tuttavia la questione è un filo diversa, direi che al momento il vissuto è ben più sicuro delle iscrizioni, il “diverbio” è dovuto a questo corpo che io ho ricreato.


    Si diede uno schiaffetto sulla guancia sinistra per far notare che era nuovamente presente quella parte di faccia.

    Ha un potenziale incredibile, ma fondamentalmente serve alle due creature per avere un esistenza concreta, al momento sono paragonabili a due fantasmi pericolosi, il loro massimo potere possono raggiungerlo solo con un corpo, con questo corpo, poiché particolarmente adatto a contenerli.

    Continuarono a discutere sul da farsi.

    Esatto Febh, anche se credo che gli altri colpi sarebbero comunque di scarsa utilità, quando avete fatto la vostra entrata nella stanza nera quella bestiaccia pareva aver avuto più che altro un contrattempo, ma non ne sono troppo sicuro.

    Passarono poi alle mappe di quell’edificio, quella che gli venne fornita a lui fu presto messa al sicuro in una delle sue tasche.

    Non ho un ottimo senso dell’orientamento, meglio non rischiare.
    Per ora direi che è meglio coricarsi, non ci sono piani di attacco da ideare, quelle creature esulano in più di un campo dalla nostra immaginazione, la cosa più efficiente è un attacco in massa in cui si cerca di fare più danno possibile in modo da dare a me l’opportunità di farli secchi.


    Ascoltò eventuali repliche per poi scegliersi un angolo comodo per riposare gli occhi.
    Avrebbe atteso qualche ora per essere sicuro che tutti fossero addormentati, Febh non gli aveva parlato di turni di guardia e non se ne preoccupò eccessivamente, con la sua cara mappa nella tasca sgattaiolò via cercando di fare meno rumore possibile.
    Il mantello da ombra gli si strinse addosso a mo di tuta in modo da non provocare spiacevoli fruscii, sarebbe tornato come prima una volta fuori dalla stanza.

    Sti quattro randagi hanno già sofferto abbastanza, vediamo di sbrigarcela da soli, ho un conto in sospeso con quelle merde che dura da una vita, inoltre non mi va di essere in debito con Jasmine

    Utilizzando la mappa avrebbe accuratamente evitato la stanza nera per dirigersi in quella bianca in modo da recuperare la sua spada, l’unica arma rimastagli ma che sarebbe stata in ogni caso indispensabile.


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    A dire il vero siamo arrivati da qualche minuto, ma stavo soppesando l'idea di vedere come stavi riempito di fumo nero...ma poi ha prevalso l'idea di sentire i tuoi soliti commenti ingrati. Replicò ironico l'otese al commento sul salvataggio.

    [...]

    I commenti di Raizen servirono solo ad attirarsi gli sguardi inviperiti del giovane ricercatore, ma erano tutti troppo stanchi per rispondere alle provocazioni. Perlomeno furono sollevati al sentire che i Cocci erano fuori gioco

    Nessuno avrebbe fermato il foglioso mentre si allontanava da solo. Ma non era stato cauto come avrebbe potuto sperare. Piccoli occhi da rettile, opportunamente nascosti nel condotto, sarebbero stati testimoni dell'accaduto, e certo avrebbero avvertito il loro evocatore nel giro di pochissimo.

    [...]

    Così come il corridoio nero era un cunicolo oscuro privo di ogni riferimento, allo stesso modo il corridoio bianco era candido al punto da dare fastidio agli occhi. A malapena si scorgeva il punto in cui le pareti diventavano pavimento, ed era pervaso da un silenzio strano...come se qualcuno cantasse degli inni sacri ma troppo piano perchè lo si potesse udire. Trasmetteva una forte sensazione di purezza e inviolabilità

    Sei venuto per questa? Mormorò la voce della creatura Bianca da dentro il corridoio, prima di emergere da una parete come se questa fosse liquida. Aveva un aspetto umano, simile a Raizen ma era come se fosse stato esaltato in ogni suo aspetto. la pelle era chiara e luminescente, i capelli più lunghi, setosi e brillanti, il viso privo di qualunque imperfezione, come abbellito di una decina di volte. Aveva in mano la spada.

    Era una buona arma, ma non avrei immaginato che avresti concentrato il tuo potere in lei. In pratica la hai fatta diventata la chiave della tua forza.

    Tuttavia adesso è in mano mia.
    Aggiunse, mentre l'aria si spostava appena, come scossa dal chakra dell'essere. Mi serve solo il corpo, e sarò completo. Vorrei che ti arrendessi.

    Raizen doveva a tutti i costi riprendersi l'arma, o non avrebbe potuto vincere in nessun modo!

    CITAZIONE
    In questo amorevole post devi trovare un modo per recuperare la tua spada e attivare la tecnica speciale, stavolta nel modo "normale".
    Gestisci come una ipotetica i tentativi di prendere l'arma, e considera che il tuo avversario è tale e quale a te, ma non è ferito e ha l'innata al livello I attiva.
    Ricorda che comunque non è un combattimento, quindi puoi essere elastico come azioni e interpretazioni che modifichino la faccenda.

     
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    Il corridoio bianco, similarmente al nero, non aveva alcun fronzolo, al suo interno non v’era nulla se non le lampade che lo illuminavano, era quasi fastidioso camminarvi dentro, la luce era fastidiosa e tutto quel bianco rendeva incerti tutti gli angoli che definivano la forma del corridoio.
    Un asettico corridoio che si snodava per chissà quanto, anche le ombre faticavano ad accompagnarlo, solo i tacchi ribattevano secchi sul pavimento, se non fosse stato per loro non sarebbe nemmeno stato sicuro di avanzare.
    Eppure, nonostante tutto, quel silenzio era strano, troppo silenzioso. Solitamente un minimo rumore era sempre presente, li invece tutto taceva, pareva che quel silenzio fosse sacro, da questo si poteva capire quanto le due creature fossero diverse.
    Quel corridoio non pareva potergli nuocere in alcun modo, ma presto la comparsa della creatura bianca sfatò quel suo pensiero.

    Pft, ovvio.

    Guardò un altro se stesso attraversare la parete come se fosse fatta d’acqua, eppure questa volta non era necessario guardare attentamente la figura per accorgersi della differenza tra lei e Raizen, erano al contempo simili e diversi, la bellezza del colosso di Konoha aveva un limite, la si poteva definire grezza, come una scultura incompleta. La creatura bianca invece era di tutt’altra pasta, aveva una pelle diafana e lucente, dei lineamenti più delicati e capelli lisci e segosi, totalmente diversi nella loro somiglianza, dai lineamenti di Raizen più spigolosi e virili.
    Sorrise il konohaniano, non poteva negare che in quel campo fosse stato totalmente surclassato, quel corpo che aveva davanti era indubbiamente più bello di lui, era l’olio di sansa paragonato al prelibato extravergine.

    Ma lo sai che sembri proprio un frocio?

    Continuò a sorridere mentre la creatura gli proponeva di arrendersi, dopo qualche secondo il suo sguardo si impensierì come se stesse soppesando la proposta.

    Dammi un po’ di tempo per decidere.
    È una risposta difficile da dare, ma se stai buono entrambi potremmo guadagnarne, non sembri zotico come il tuo compagno, e al contrario di lui saprai pazientare.


    Si sedette e intrecciò le gambe tra loro cercando la concentrazione necessaria, doveva restare attento, nonostante l’apparente bontà probabilmente quella creatura prima o poi si sarebbe stufata e non doveva farsi cogliere alla sprovvista.
    Era difficile che la creatura lo attaccasse, dopotutto un corpo in un eccellente stato di salute sarebbe stato meglio di uno malandato.
    Inspirò lentamente mentre congiungeva pollice e indice, per poi poggiare le mani nelle ginocchia, espirò buttando all’esterno la tensione accumulata, doveva prepararsi e quel luogo estremamente silenzioso e privo di distrazioni era il posto migliore.
    Doveva preparare il suo corpo a dare tutto il possibile, quel mix di sensazioni che aveva avvertito sino a quel momento erano un indizio sin troppo chiaro del potenziale che ancora nascondeva.
    Scese un’ultima goccia a placare quel mare agitato, parve scuoterne la superficie per poi lisciarla al pari di uno specchio: in quel momento il mondo era suo.
    Gli occhi sbarrati e vitrei non avrebbero perso un attimo di vista il suo avversario, ma parevano più che altro due telecamere, privi di qualsiasi forma di intelletto o vitalità, mentre loro osservavano il cervello del konohaniano si illuminava di intensa attività. Lenta quella luce colò come oro in tutto il suo corpo, lui non possedeva la luce di cui quella creatura era pervasa, poteva solamente crearsene una con quel suo corpo così ambito.
    Dall’esterno nulla sarebbe cambiato, solamente il volto di Raizen sarebbe diventato, lentamente, privo di qualsiasi tensione perdendo così la sua personalità.
    Lentamente tutto si spense, rimase solo lui e la creatura che un tempo aveva dentro di se: voleva saperne il nome.

    Dimmi, quale è il tuo nome bianca creatura?

    Le parole sarebbero fluite fuori dalla sua bocca totalmente prive della solita arroganza, nessun particolare tono le animava.
    Avrebbe ascoltato solamente la risposta, imprimendola nella memoria senza perdere la concentrazione o mutare in alcun modo la sua espressione.
    Il suo corpo doveva stabilizzarsi, doveva riuscire a controllarlo al meglio anche senza avere l’aiuto della spada, doveva riuscire, grazie a quello stato, a sentire il suo corpo e a risvegliarlo totalmente per prepararlo al momento in cui avrebbe impugnato nuovamente la spada.
    Lentamente dal corpo del konohaniano si levarono delle piccole correnti in grado di agitargli lievemente i capelli, le sentiva come parte di se, le sentiva staccarsi come pezzi di corteccia dal suo stesso corpo: era pronto.
    Si levò nuovamente, sbattendo gli occhi lievemente secchi che riacquisirono la loro vitalità.

    Rifiuto.

    La voce però, seppur diversa da quando gli aveva domandato il suo nome, non era tornata normale, era serena e tranquilla, quasi come se Raizen si fosse messo in sintonia con quell’ambiente mettendo da parte la sua arroganza.
    La sua stessa lama scattò vero il suo corpo, ma la sua stessa lama non poteva ferirlo.
    Era un affondo preciso e diretto, neanche la minima esitazione fece vibrare la punta della spada una volta arrivata a fine corsa.
    Anche lo stile di Raizen era differente, i suoi movimenti non erano bruschi ma leggeri e fluidi come un alito di vento.
    Un altro affondo procedeva verso la sua spalla destra, la mano del konohaniano reagì prontamente ponendosi sulla faccia della lama che stava rivolta all’esterno, conosceva ogni singolo millimetro della spada, il suo corpo sapeva dove appoggiarsi per deviarla, fu così che la lama sfilò con il piatto lungo il braccio senza tagliarlo.
    Con un rapido movimento del braccio Raizen provò a portare la sua mano al di sopra del dorso della spada per poi abbassarla e calpestarla con il piede, quell’enorme spadone forniva una lunga leva su cui era facile lavorare, ma probabilmente il suo avversario non era preparato al meglio e quindi non lo sapeva.
    In caso il violento strattone non fosse bastato a recuperare la lama, Raizen avrebbe continuato quella sua danza cercando il petto del suo avversario per dargli una forte spinta cercando di portare il suo baricentro verso dietro per poi ultimare il lavoro cercando di minare l’appoggio che aveva sulle gambe con una spazzata.
    Se nemmeno questo non fosse bastato avrebbe atteso il successivo affondo del suo avversario, questa volta non l’avrebbe deviato, l’avrebbe schivato lateralmente per poi cercare di afferrare l’elsa della sua stessa spada. Se avesse portato a termine il suo intento avrebbe stretto ulteriormente l’arma per poi tirarla verso l’alto, la seconda forza esercitata sull’arma facendo leva sul polso del suo avversario avrebbe fatto spostare la lama verso il basso, mentre la lunghezza della stessa l’avrebbe fatta impattare con il pavimento, in quel momento Raizen avrebbe tirato l’arma nella direzione opposta al suo avversario in modo di far leva sulla punta della spada: avrebbe vinto colui che era più avvantaggiato in quella leva, e lui aveva la mano alla fine dell’elsa.
    Se fosse riuscito ad impossessarsi dell’ arma il suo corpo avrebbe immediatamente risposto a quel contatto, sorpassando i limiti umani.
    Avrebbe rilasciato una forte folata di vento che avrebbe fatto sfarfallare la sua immagine per qualche istante.
    Raizen intanto si sarebbe mantenuto immobile, gli occhi spalancati da uno sguardo totalmente estasiato: si sentiva libero, libero come mai prima d’ora.
    Inspirò lentamente, mentre le correnti di vento prendevano ad avvolgergli il corpo, come un piccolo tornado al suo comando.
    Era tutt’uno con il vento, uno spirito in totale armonia con il più libero tra gli elementi.
    Quella luminosità, che poco prima era stata creata al suo interno, ora veniva accompagnata all’esterno dalle correnti di vento che il suo chakra produceva avvolgendolo di quando in quando di qualche breve bagliore.
    Nessuna debolezza, nessuna croce nel cuore.

    Vorrei che ti arrendessi.

    Era la stessa voce calma di prima, ma ora vi si poteva udire un sottile tono imperativo, tuttavia non era rude come suo solito era tranquillo e posato come il più nobile dei rampolli.
    Fissò il suo avversario aspettando la sua risposta.



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    Come preferisci. Decidi pure liberamente, ma sappi che qualunque tentativo di sorprendermi non funzionerà Sentenziò placidamente la creatura bianca, riavviando i lunghi capelli con un gesto della mano.

    Il mio nome? L'essere parve un attimo sorpreso, poi si intristì, ed era una tristezza tale da commuovere il più duro dei cuori, tanto era evidente su quel volto perfetto. Non ricordo il mio nome. Troppo mi fu strappato quando divenni parte di te. Ricordo ben poco di ciò che ero.

    E poi il rifiuto. La creatura bianca annuì appena, quindi scatto. Nonostante la perfezione estetica, non aveva il pieno controllo di sè, perchè dopotutto quello non era un vero corpo, e di certo non riusciva a sfruttare la spada come avrebbe dovuto, non avendone impugnata una per decenni.

    Ad ogni suo affondo Raizen evitava con leggerezza, ben più allenato nella pura e semplice arte del corpo a corpo, a dispetto della differenza in pura potenza ed energia. Dopo alcuni scambi, il foglioso riuscì infine a spingere la sua copia al petto, strappandogli la lama e impugnandola a sua volta. Il suo corpo, riappropriatosi del suo pieno chakra, venne trasfigurato come in precedenza, mente la creatura bianca si faceva meno definita.

    Disdicevole...ma te la ho tolta una volta. E posso rifarlo. Commentò, con voce disincarnata, mentre cercava di trovare una stabilità. Non intendo arrendermi e scomparire..nè tornare in prigionia. Nessuno lo vorrebbe, ma poichè solo uno di noi tre può riuscire, non ho altra scelta che combattere.

    Cambiò aspetto, ritornando il raizen perfetto, mentre parti del suo corpo si sollevavano da dietro le spalle come otto sottili ali apparentemente piumate. Deformabili a volontà, le ali avrebbero attaccato il foglioso, sia singolarmente che in attacchi combinati da più angolazioni. Troppo rapide per schivarle del tutto, e una parata avrebbe solo causato il depositarsi del materiale bianco sul corpo di raizen, che ne sarebbe stato incredibilmente appesantito e indebolito.

    Alla creatura bianca bastavano quattro attacchi completamente a segno per rubare la spada, e poteva attaccare all'infinito. Raizen doveva difendersi, ma al contempo attaccare. Nessuna delle sue arti o tecniche avrebbe ferito la creatura bianca, nemmeno i poteri della spada risvegliati fino a quel momento. Doveva trovare un modo di tagliare alla radice quelle ali, per far cessare il tremendo assalto di quel nemico che, in piedi a quattro metri da lui, poteva attaccare senza il minimo pensiero, conscio di non poter essere ferito da mezzi convenzionali o emissioni massicce di energia.

    CITAZIONE
    Impara a sfruttare l'aura a scopo offensivo e difensivo. Solo grazie ad essa puoi evitare i danni (schivare o parare è inutile e rischi solo di perdere l'arma) e ferire la creatura.

     
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    La sua voglia di combattere era quasi assente, quella creatura che si trovava davanti era l’ultima cosa che avrebbe voluto trovare nel suo cammino: non reagiva quando la stuzzicava e tantomeno pareva desiderare un confronto. Inoltre la tristezza che aveva letto nel volto di quell’essere ancora era fresca nella sua mente.
    Quel combattimento non doveva svolgersi.
    Inoltre senza la sua solita grinta, senza i suoi soliti stimoli Raizen era come privo di forze.

    D’ora in poi ti chiamerai Shiroiki.

    Non voleva combatterlo.

    Ascoltami, arrenditi, non ti renderò prigioniero.
    Sai bene chi è destinato a vincere questo scontro, non puoi non averci pensato.
    Ne tu ne quell’altro affare potreste vincere, siete stati già giudicati e quella corte non cambia idea, lo sapete.
    Inoltre...


    Divenne ancora più serio.

    Questo corpo svanirà con me, privo della mia volontà si ridurrà ad un semplice sbuffo di chakra.
    A te inoltre non serve un corpo, ti basta l’anima, quella ti serve per accedere al tuo mondo.
    E poi...desidero la vita quanto voi, questo corpo e mio e non verrà dato per la causa di nessuno.
    Fuujin stesso dovrà rinunciare ai suoi piani.


    Dispose la sua lama in posizione difensiva.

    Arrenditi, e troveremo una soluzione.

    Ma per quanto il colosso parlasse la creatura non voleva ragionare, quell’inutile battaglia doveva svolgersi in ogni caso. Durante quei colpi Raizen pareva avesse perso il suo stile di combattimento, era strano, ma poteva dire di aver trovato una certa pace interiore che al momento gli rendeva sgradevole combattere contro quella creatura.
    Si muoveva con armonia in quella selva di colpi che di angelico avevano ben poco.

    Smettila!
    Non ti rendi conto che non è nella tua natura?


    Ma il parlare gli fece perdere abbastanza concentrazione da costringerlo a parare un colpo, sapeva da sempre che schivare era meglio che parare ma quella volta si raggiungeva il ridicolo!
    Appena il colpo impattò sul suo braccio l’ala perse una polvere talmente bianca da essere brillante, le correnti che lo ricoprivano non erano in grado di disperderla, pareva fosse più pesante del normale, e quando giunse a posarsi sulla sua pelle se ne rese conto: quella polvere era incredibilmente pesante.
    Ora faceva fatica a muovere il braccio sinistro, lo sentiva parecchio più pesante rispetto al normale.

    Combattere sino allo sfinimento contro questa tua abilità sarebbe sublime, entrambi potremmo maturare ancor di più nell’arte del combattimento. Ma purtroppo vuoi combattere per la vita, vero?

    No, non doveva parlare, continuava a sottovalutare quella creatura e ad ingigantirne la bontà, nonostante i suoi attacchi non fossero eccessivamente dolorosi erano pericolosi, se continuava ad incassare presto sarebbe stato così pesante da non riuscire a muoversi.
    I due colpi parati dalla gamba sinistra e da quella destra erano sufficienti.

    Si, dopotutto, se è per la vita che vuole combattere...chi sono io per negargli una morte onorevole?

    Schivò l’ultimo attacco prima di rivolgere il filo della lama verso il suo avversario e rilasciare nuovamente il potere che aveva da poco imparato a gestire...ma non successe nulla, il colpo passò attraverso alla creatura come se fosse impalpabile.

    Desidera il mio corpo, ma se imparasse a gestire il suo probabilmente sarebbe più forte di me.
    Non devo dargliene il tempo.


    Doveva intensificare le folate di vento attorno a suo corpo in modo da deviare la polvere prima che gli si posasse addosso, soltanto in quel momento avrebbe potuto attaccare, prima sarebbe stato dannoso per se stesso.
    Doveva cercare di ridirezionare il chakra che usciva dai punti di fuga, ma per lui era troppo complesso, pur sapendo che nel suo corpo erano presenti i punti di fuga non era in grado di manipolarli come uno Hyuga.
    Doveva mettere quelle correnti dentro un otre.
    Mentre si muoveva riusciva a sentirle scivolargli addosso, come delle corde, ma come poteva stringersele addosso?
    Non poteva nemmeno sfruttare la concentrazione, visto che al momento doveva sfruttarla per il combattimento.
    Lui però aveva una soluzione, la soluzione che solo un corpo in continua evoluzione, in continuo accrescimento poteva dargli: l’istinto.
    Aveva di fronte a se un avversario i cui attacchi erano particolari, ma con un po’ di impegno li si poteva a paragonare a dei pugni, tutti quei molteplici attacchi si riducevano quindi ad una rissa, e lui ne aveva passate tante, l’unica differenza era che il suo possente fisico adesso era inutile poiché non poteva incassare, doveva fare spazio al più puro istinto di sopravvivenza e non farsi nemmeno sfiorare.
    Lentamente quella realtà di violenza si allontanò dalla sua ragione, rimase solamente il corpo a combattere col suo avversario, mentre lui pensava a cosa fare domani.
    La sua spada era l’interruttore di quel circuito, quindi se qualcosa doveva accadere lei doveva essere coinvolta, come prima aveva la base: le correnti. Ma come doveva lavorarle?
    Non gli rimaneva che manipolare quel vento con la sua abilità e plasmarlo come una normale tecnica.
    In quel momento, visto il particolare metodo di combattimento, non aveva una percezione del suo corpo totalmente perfetta, doveva quindi concentrarsi esclusivamente sulle correnti che lo circondavano, scinderle in correnti minori che avrebbero avvolto al meglio il suo corpo e potenziarle in modo che riuscissero a respingere la polvere.
    Non era semplice, ma immaginare le correnti come delle corde da sfilacciare era d’aiuto, così facendo il vento lo avvolse al meglio e la sua immagine non ne venne più disturbata, il filo della spada, unico punto di fuga delle correnti che l’elsa assorbiva brillò di nuova potenza, mentre il vento ne sfilacciava i contorni rendendo il filo perfettamente dritto spigoloso e seghettato.
    Dall’esterno le forti folate che confondevano la sua figura si sarebbero avvolte su se stesse, creando correnti più piccole che sovrapponendosi emettevano brevi bagliori che non disturbavano però gli occhi.
    Non era ancora giunto il momento di esultare, la potenza delle correnti non era evidentemente al suo massimo visto che la polvere riusciva a penetrarle, ma giunto a quel punto era semplice aumentarla.
    Il braccio sinistro ormai pesava più o meno il doppio del normale e muoverlo era difficoltoso, si sentiva estremamente impacciato come se oltre al peso gli avessero messo sopra un ingombrante giubbotto.

    Non ti priverò della morte che meriti.

    Dopo quelle parole Raizen avrebbe fatto scattare la lama verso il corpo del suo avversario, la particolare postura, con il busto lievemente sbilanciato in avanti e il braccio destro totalmente teso gli permetteva di tranciare l’intero busto del suo avversario mantenendo il proprio ad una distanza che raggiungeva quasi i tre metri.
    Non era ne triste ne felice di compiere quel gesto, il suo volto era totalmente impassibile, era una cosa che andava fatta e l’avrebbe fatta, quella creatura non gli era mai stata amica e non l’aveva in alcun modo conosciuta, ma avevano condiviso una vita insieme ed un destino non troppo generoso.
    Erano solamente due guerrieri che combattevano per l'onore.




    SPOILER (click to view)
    Chakra: 230
    Ferite: grave diffusa
    gamba sinistra: peso + 50%
    braccio sinistro: peso + 100%
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Pensi forse di poterti arrogare il diritto di darmi un nome? Rispose con aria beffarda quella creatura. Vedo che l'arroganza che ti contraddistingue non ha limite. E tuttavia, non ha senso continuare a parlare. Quel corpo non svanirà se io ne prenderò il controllo, e questa è la mia unica opportunità. L'alternativa all'oblio o alla prigionia. Anche se contrario alla mia natura, io combatterò lo stesso, poichè non intendo svanire. Voglio esistere con tutte le mie forze. Ed esistere nel mondo, non in una prigione.

    Lo scontro fu più rapido di quanto non potesse sembrare, e fortunatamente molti attacchi della Creatura andavano fuori bersaglio. Quando infine Raizen ebbe un minimo di controllo sul vento che lo circondava e passò al contrattacco, per il nemico non vi fu altro che un goffo tentativo di schivare, ma con quelle "ali" dietro la schiena i suoi movimenti erano decisamente impacciati. Venne trafitto, col vento che disperdeva la sua struttura e la intrappolava nella spada con un terribile risucchio. Gli attacchi cessarono immediatamente, mentre un urlo di dolore terribile si levava, come se i muri stessi soffrissero.

    Appena prima di venire sopraffatta, la creatura bianca spalancò la bocca (era una "bocca"?) generando una potente onda d'urto che scaraventò il suo avversario a qualche metro di distanza, disimpegnandosi dal corpo a corpo. MA era stata pesantemente danneggiata. Arretrò, strisciando piano mentre la sua stessa struttura cedeva, incapace di mantenere forme troppo complesse. Parlò: Non è finita...la resa dei conti avverrà nella camera centrale. E nel mentre si rese più liquida, gettandosi all'indietro e immergendosi nel candore delle pareti. Bianco nel bianco, sparendo alla vista.

    Aveva parlato di una resa dei conti. Ovviamente, non poteva scappare per sempre, e dentro il sigillo non aveva modo di ripristinare le sue capacità, a differenza di Raizen che era un essere vivente e poteva pur sempre riposare. L'appuntamento, il duello finale era stato annunciato. C'era un solo problema...dove diavolo era la camera centrale?

    Se ti chiedi dove sia il posto che ha detto... Disse una voce alle sue spalle Ti ci possiamo portare noi. Febh e Hattori. Lo avevano seguito, e senza che se ne accorgesse avevano seguito la scena, pronti a intervenire se ce ne fosse stato bisogno (in effetti alcuni degli attacchi diretti a Raizen erano stati deviati da Hattori con dei semplici aghi, potenziati da una sua qualche tecnica, senza che il foglioso se ne rendesse conto)

    Hattori cercò di rattoppare alla meglio il so compaesano, ma non era un ninja medico e le sue capacità avevano dei limiti notevoli [Ripristini una Media di Energia Vitale] Poi i tre si incamminarono. Andandotene hai allertato una delle mie sentinelle spiegò Febh. E sappi che se osi sparire di nuovo ti ridurrò in uno stato così orribile che pregherai di diventare una massa biancastra come quella "cosa", piuttosto.

    C'era un piano da seguire, e tu hai fatto di testa tua...vedo che non hai imparato nulla al tuo corso per chunin, eh?
    Rimproveri a parte, i due spiegarono che la camera centrale era stata trovata dietro una falsa parete tempo prima, ma gli attacchi erano cominciati prima che la potessero esplorare decentemente. In ogni caso non era lontana, poichè stava al centro esatto tra le camere "colorate"

    [La camera centrale, l'altare a Fuujin]

    La battaglia sta per avere termine, pedina. Vediamo se la tua maturazione precoce ti aiuterà o meno a sopravvivere. Vada come vada, io avrò comunque una utile pedina. Il vento che sibilava nella stanza pareva sussurrare queste parole, ma solo Raizen le avrebbe potute sentire..o se le era forse immaginate?

    Di certo l'ambiente alimentava l'immaginazione. L'ampia camera era in effetti una specie di immenso pozzo, di cui non si vedeva il fondo. Un pilastro centrale, circolare, di circa dieci metri di diametro, stava al centro esatto, collegato alla porta in bronzo solo da uno stretto ponte di mattoni. Dal basso una forte corrente d'aria saliva, minando non tanto l'equilibrio, ma la determinazione. Pareva proprio di essere delle vittime sacrificali per le raffiche di vento.

    Un posticino niente male...l'ideale per le vacanze. avrebbe commentato lo Yakushi, guardando verso il basso e non trovando alcun fondo. Non vi è fossa nel mondo materiale che possa compararsi alle profondità del dolore umano. Sempre allegro tu, eh?

    Al centro del pilastro, una statua di Fuujin in oro puro era l'unico elemento che potesse distrarre dal vento ascensionale. Il dio sedeva su un trono, tendendo con benevolenza la mano a un essere umano che stava capestando un pipistrello e una colomba. Davanti alla statua emersero le due Creature. Entrambe avevano subito danni notevoli, tanto che di ciascuna non restava che metà corpo. Era come se avessero preso un uomo, lo avessero spaccato in due metà simmetriche e le avessero colorate di bianco e di nero. Stavano aspettando Raizen.

    L'essere nero schioccò le dita della sua unica mano. Questa è la resa dei conti. Stavolta cadrai, umano. Le mie creature stanno già chiudendo ogni via di fuga, e vi schiacceranno, mentre noi distruggeremo la tua anima. Non sarei voluto arrivare a questo...ma non c'è altra scelta. E in una empia unione, le due metà, bianca e nera, si fusero in un unico essere umanoide privo di ogni lineamento dettaglio, di colore grigio. Dopo averti schiacciato, combatteremo tra noi per stabilire il vincitore. Ma al momento abbatterti è la cosa più importante.

    Meno male che i Cocci erano fuori gioco, eh? Commentò sarcastico lo Yakushi, mentre i cloni d'argilla di Raizen si accalcavano all'entrata e cominciavano ad attraversare il ponte. Beh...le scritte dicono che solo tu puoi stecchire quei tizi, quindi vedremo di tenere noi i Cocci occupati. Vedi di sbrigarti, che ho già perso fin troppo tempo stando dietro a te.

    Se muori, cerca di farlo in modo artistico. Fu invece l'unico, incoraggiante commento di Hattori. Quindi i due andarono alla carica contro gli esseri d'argilla. Si sarebbe potuto dire che lo Yakushi provasse un perverso piacere a pestare malamente quei simulacri del ninja di Konoha...ma probabilmente era solo un'impressione.

    La Creatura grigia intanto crebbe enormemente di dimensioni, raggiungendo forse i quattro metri di altezza, ma al contempo assottigliandosi, fin quasi a sembrare un disegno stilizzato, tanto erano sottili i suoi arti e il busto. Era estremamente flessibile e rapido, nonostante la taglia, e subito dal corpo emise enormi propaggini, del tutto simili a quelle Nere e Bianche che lo shinobi aveva affrontato in precedenza. Le bianche appesantivano, le nere danneggiavano.

    Nel giro di poco fu subito chiaro che Raizen non poteva combattere contro quella bizzarra unione delle due entità, o almeno non come voleva. Le tecniche a distanza che aveva sviluppato attraverso la spada erano inutili, così come lo erano state contro la Creatura Bianca. Ma al contempo il potere della creatura nera, quel fumo denso che privava delle forze, impediva di avvicinarsi, poichè anche assorbendolo per evitare danni, costituiva sempre un elemento di occultamento nei confronti degli attacchi "bianchi"

    Era un impasse. Raizen poteva ferire l'essere solo avvicinandosi, ma non poteva in nessun modo riuscirci a causa della fitta e incessante raffica di attacchi avversari. Doveva in qualche modo riuscire a guadagnare una maggiore portata.

    CITAZIONE
    A te, nella stanza di Fuujin devi sviluppare l'ultimo jutsu che ti manca: Kenshin no Shin.
    Solo con l'esoscheletro attivo puoi sperare di raggiungere l'avversario, altrimenti fuori portata.

     
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    Come si aspettava l’arte del combattimento non era il forte di quella creatura, nello scontro la cosa più difficile fu combattere parte di se stesso, che gli impediva di combattere al massimo contro quella creatura. Dopotutto al contrario suo e della creatura nera, lei stessa pareva non voler combattere.
    Nonostante tutto non fu lui a mettere la parola fine a quel combattimento, dopo aver inferto una grave ferita al suo avversario questo spalancò la bocca e utilizzando un onda d’urto scaraventò via il konohaniano che non ebbe il tempo per pararla.
    Guadagnata quella distanza, utile a non subire altri attacchi da Raizen, la creatura bianca scomparve fondendosi con il bianco pavimento.
    Il konohaniano si rialzò con un po’ di fatica mentre traeva un lungo sospiro.

    Che situazione snervante.
    Questi due sono stupidi come bradipi lobotomizzati.
    Se avesse usato la tecnica più spesso e con un po’ più di accortezza si sarebbe rivelata pure pericolosa... ben più di quei tentacolini merdosi.


    Una piccola smorfia di dolore venne presto rimpiazzata da una annoiata mentre sentiva la voce di Febh alle sue spalle.

    Yu hu! Felicitazioni!

    Palesemente ironico, era scappato apposta da quella stanza e ora loro erano di nuovo li, certe cose preferiva farle da solo.

    Avanti Febh, non potrebbe strafottertene di meno se io morissi o meno.
    Alla fine di tutto questo voi sarete comunque liberi, che sia io o qualcuno di loro il vincitore il vostro destino sarà invariato.


    Nonostante la sua inclinazione a rifiutare gli aiuti accettò di buon grado le cure del suo compaesano che riuscì a diminuire l’entità di tutte le sue ferite, se avesse avuto il tempo per riposarsi sarebbe stato in grado di recuperare in pochissimo tempo, ma non aveva voglia di far durare oltre tutta quella storia.
    Era stanco.

    Non è questione di corso chunin, Febh, è semplicemente inutile farvi rischiare visto che io sono comunque il loro obiettivo.

    La camera centrale era del tutto diversa dalle precedenti, non era spoglia ed assomigliava più ad un tempio che ad una semplice stanza.
    Dopo qualche istante che i tre si ritrovarono all’interno della stanza avrebbero potuto sentire Raizen ridere piano, quasi bisbigliando, in risposta a quelle parole che forse poteva sentire solo lui.
    Era Fuujin, solo lui parlava in quel modo, ma avrebbe presto avuto modo di dargli torto, forse.
    Camminò a passo sicuro sopra il ponte, dando le spalle ai due che lo accompagnavano, il suo passo non esitava minimamente, era sicuro, forse ancor più del solito, quelle correnti che avrebbero dovuto minare la sua sicurezza facevano esattamente il contrario, aumentavano in lui la voglia di combattere e di porre finalmente fine a quella specie di leggenda.
    Mentre avanzava sopra il pilastro che spuntava dall’enorme voragine osservava la statua d’oro, rappresentava Fuujin che tendeva la mano verso un uomo che calpestava due volatili.
    Il konohaniano sorrise di nuovo, mentre il suo braccio si tendeva per sfoderare la nodaichi da cui scaturì un fendente che andò a scalfire la mano tesa.

    Povero idiota, fa lo splendido.

    Riprese a camminare facendo sfregare la lama sul pavimento, continuava a sorridere, l’aria cominciava a tendersi in quella stanza.
    Finalmente le due creature si palesarono.

    Oh, avanti, siete sin troppo prevedibili.

    Guardò verso Febh e Hattori.

    Son sempre i soliti cocci, non rompete le palle!

    Sorrise e si voltò, era il suo modo per incoraggiare i due, altro non sarebbe riuscito a dire.
    Si voltò e si rivolse nuovamente alle due creature.

    Parlate come se la vittoria fosse scontata, un fallito e un poveraccio che non è più in grado di combattere, cosa mai potreste fare contro una vita dedita alla lotta?

    Alcune correnti cominciarono ad avvolgergli il corpo, erano ancora deboli ma ben visibili.

    Cosa potete fare contro questo?

    L’aura esplose per la seconda volta avvolgendolo con le correnti, venne nuovamente assuefatto da quel senso di estrema libertà.

    COSA?

    Si lanciò come la più selvaggia delle bestie addosso al suo avversario, era alto il doppio di lui: era troppo alto. Avrebbe puntato alle gambe e con l’enorme potere della katana le avrebbe recise.
    La velocità al momento dello scatto era stata potenziata dalle correnti ventose, era abbastanza veloce da superare di molto il suo avversario, ma giunto il momento di attaccare la nuova creatura si difese con de tentacoli, erano morbidi e difficili da trapassare, protessero il corpo dei due con estrema facilità.

    Ohohoh la cosa si fa interessante!
    Ma ancora è poco!


    Allargò le braccia e mentre rideva come un folle prese le distanze dalle due creature, la sua aura cominciò ad agitarsi per poi ingigantirsi.

    Ahahahahah AAAAAAAAAAAAAAAAA AHAHAHAH!

    Guardava i due con un espressione che era un misto tra totale follia e pura estasi.
    Era giunto il momento di far vedere cosa poteva fare l’anima di una creatura perfetta.
    E rideva, rideva come non aveva mai fatto in vita sua, mentre la sua spada iniziava ad emettere del chakra denso al pari di un liquido che lentamente si disponeva intorno al suo corpo.
    Con una violenza inaudita conficcò la nodachi sul pavimento, aveva finito di emettere quel chakra particolarmente denso che ora, a pochi centimetri dalla pelle di Raizen, prendeva la forma di uno scheletro umano ben più grande del normale, infatti non aveva gambe ma con il solo busto riusciva a coprire totalmente Raizen.
    Lo scheletro, mimando i movimenti di Raizen, assunse la sua stessa posizione: era l’anima di un dio, seppur incompleta.
    Con uno scatto quella follia che aveva rapito la mente del konohaniano scomparve, lasciando solo un sorriso beffardo.

    Credevate di cavarvela con quella merda?

    Lo scheletro era parte di lui e in quanto tale lo muoveva alla perfezione, con un rapido scatto si chinò a raccogliere la spada, però non la afferrarono le sue mani, bensì quelle dello scheletro che venne immediatamente avvolto dalle correnti, queste però non avvolgevano le ossa, bensì rimanevano distanti dando la parvenza di una pelle che rimaneva comunque trasparente: un secondo corpo di pura luce.
    Senza remore, senza ripensamenti, Raizen prese a muoversi all’interno dello scheletro come se fosse lui stesso a menare quei colpi, il braccio destro dello scheletro si levò mentre la spada duplicava le sue dimensioni, l’ingrandimento era stato istantaneo, e mentre la lama calava assetata di sangue il braccio dello scheletro si ingrandì anch’esso, il colpo avrebbe mirato a tranciare in due la creatura che con tanta veemenza l’aveva sfidato.
    Se il colpo fosse stato schivato il pilastro incassando il forte colpo avrebbe fato vibrare tutta la struttura.

    Non potete più fare nulla!
    NULLA!


    La spada si levò nuovamente per un secondo attacco, un fendente che avrebbe tentato di sventrare quella creatura.

    Feccia!
    Non siete nient’altro!


    Se i colpi dati alla creatura fossero bastati a metterla KO Raizen avrebbe disattivato la tecnica per poi avvicinarsi alle due bestie con passo lento e misurato.

    No, non è ancora finita, per voi non finirà mai.

    Se si fossero separate con un potente calcio avrebbe fatto in modo di sovrapporle per poi infilzarle entrambe con la lama.

    Non avete capito nulla!
    Il più grande potere di questa spada non è ciò che avete visto voi, il suo più grande potere è quello di non terminare MAI la crescita del suo potere!


    Appena Raizen finì di parlare lasciò l’elsa della nodaichi, che dopo qualche istante si illuminò, le due creature vennero risucchiate al suo interno.
    Appena poggiò nuovamente la mano sull’elsa il suo corpo si modificò quasi impercettibilmente: i suoi muscoli divennero più marcati e la sua pelle divenne impercettibilmente luminescente donandogli la bellezza di cui la creatura bianca era padrona.
    Le due creature ormai non esistevano più, ormai erano un tutt’uno con la spada, la loro esistenza era stata cancellata.



    In caso il violento attacco non fosse stato sufficiente lo scheletro avrebbe messo le sue braccia a difesa di Raizen attendendo l’attacco della creatura grigia.





    SPOILER (click to view)
    Chakra: 200
    Ferite: grave diffusa


     
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41 replies since 21/2/2010, 23:15   1059 views
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