Ciò che non dovrebbe venire svelato

[F12] | Energia Blu + Quest di Addestramento + Varie per Raizen

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    Il vento si era levato durante lo scontro, isolando i contendenti come se fossero nell'occhio di un ciclone. Anche volendo, gli altri due ninja non avrebbero potuto interferire, ma quando i Cocci si fermarono, crollando privi di vita a terra, fu evidente chi aveva vinto la sfida. Era anche ora! Sbottò Febh, prendendo a calci uno dei nemici ormai innocui e buttandolo di sotto, nel lunghissimo pozzo.

    Il vento soffia ancora... Constatò Hattori, notando come la barriera di vento e polveri ancora fosse levata intorno all'altare, bloccando a tratti la vista. Lo strano essere grigio sembrava scomparso...ma allora perchè non svaniva quell'effetto che aveva fatto da cornice allo scontro? Nessuno dei due poteva saperlo, poichè il vento stesso era il burattinaio in tutta quella vicenda.

    Infatti, abbattuti gli avversari, Raizen avrebbe realizzato a sua volta la presenza di quella curiosa arena...o era forse una gabbia? In ogni caso, in mezzo al sibilo violento delle correnti d'aria si sarebbe udito il suono di mani che battevano tra loro. Ma bravo. Ecco il nostro vincitore. Mi hai stupito, sai? Era l'aria stessa a vibrare e parlare. Contavo di farvi sostenere la prova fra qualche mese, sinceramente, ma sei stato più rapido e abile del previsto.

    Dalle raffiche di vento emerse lentamente una figura umanoide...Hayate! Fuujin aveva preso possesso del suo corpo. Sarà un piacere utilizzarti nella battaglia con Raijin. L'unico tuo problema è il carattere, ma penso che potremmo sistemarlo. Mi sarà sufficiente imprigionarti qui per qualche tempo, fino a quando il tuo spirito non sarà sufficientemente temprato.

    Il ninja posseduto si lasciò cadere all'indietro, come se ci fosse una sedia, ed effettivamente le correnti d'aria si ersero a sollevarlo, quasi fosse su un trono. La tua nascita è stata un evento notevole. Una coincidenza unica. Proprio mentre una divinità veniva bandita dal cielo e precipitata nel regno umano, un demone prendeva possesso di un corpo ancora non nato, cercando di scalzarne l'anima. E' bastato un mio minuscolo intervento per deviare la caduta del dio e legarlo a quel corpo. Quindi ho lasciato stare, in attesa che i tempi fossero maturi. Grazie alla tua triplice natura hai accumulato grandi quantità di energia pura, e alla fine sei stato in grado di manifestarlo. Un risultato eccellente. Sarai il mio soldato di punta. Il mio Araldo su questa terra.

    Attese le risposte o i commenti del foglioso, per poi dire, con estrema calma. Dì pure quello che vuoi, ma non uscirai di qui. Anche con la tua forza, sei più debole di questo corpo che ho preso in prestito. Posso tenerti in scacco tutto il tempo che voglio, e questa gabbia di vento ti impedirà di andartene finchè io non cado. Ed in effetti ogni tentativo di attraversare la barriera sarebbe risultato in una potente spinta verso il centro della piattaforma, indipendentemente dalla potenza sviluppata.

    Oh, certo, puoi anche provare a sfidarmi, ma il tuo potere si basa sul mio, ricordalo...e senza aria da smuovere, non sei niente. Man mano che parlava, sin dall'inizio, l'aria all'interno della gabbia sarebbe andata via via diminuendo, privando il ninja di quantità sempre maggiori di ossigeno, rendendo faticosa la respirazione e, alla lunga, persino il mantenere la lucidità. Non arriverà a ucciderti, ma ti renderà più malleabile. Poi vedremo di cominciare la rieducazione.

    CITAZIONE
    Post finale dell'innata.

    Cerca di liberarti dal giogo di Fuujin, sfruttando la tua tecnica speciale. La quasi totalità dei tuoi poteri è fortemente ostacolata, e hai anche difficoltà a trasformare il tuo stesso chakra in vento, ed anzi, per ogni volta che riesci a usare uno dei tuoi poteri, l'aria diventa sempre meno, compromettendo il tuo stato fino allo svenimento. Fuujin/Hayate ti è superiore di due energie e può muoversi liberamente a mezz'aria e scagliarti contro ondate di vento (per atterrarti, non per ferirti)

    Nel giro di tre minuti sarai fuori combattimento, ma anche la sola aura offensiva/difensiva e in generale ogni uso dell'innata ridurrà la riserva di ossigeno.

     
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    Sentì l’aria parlare, sapeva chi, con tanta spavalderia, si rivolgeva a lui.
    Sorrise mentre scuoteva lievemente la testa.

    Sei testardo come solo un dio egocentrico sa essere.

    Dopo il breve commento lasciò che Fuujin parlasse liberamente, al momento giusto avrebbe detto la sua.
    Non riuscì a trattenere una risatina.

    Il TUO araldo.
    Il TUO soldato.
    Sai, forse essere il soldato di una divinità non mi sarebbe tanto dispiaciuto, peccato per quel possessivo.
    Peccato per la strada che mi ha permesso di reincarnarmi.
    Guardati, sei patetico, devi usare un cadavere per avere una forma, che razza di dio sei?


    Il suo era un palese rifiuto, pareva che anche Fuujin avesse capito che tipo di persona fosse Raizen, lo interruppe parlandogli sopra, e il konohaniano non avendo niente di troppo importande da dire lo lasciò fare.

    Io fuggire?!?!?
    Ahaha, devi essere il più scemo fra gli dei, vedi se possono farti patrono dei mentecatti, non sarebbe una cattiva mansione, dopotutto è sempre un titolo in più!
    E pensa! Avresti almeno un tuo devoto in ogni paese! Anche perché ovunque c’è lo scemo del villaggio!
    Io uscirò di qui che tu lo voglia o no.


    Lasciò nuovamente la parola al dio.

    Lo dicevo che eri stupido.
    FINCHE TU MANIPOLERAI QUALCOSA IO AVRO’ POTERE!


    Si rendeva conto che respirare dentro quella gabbia diventava ogni singolo momento più difficoltoso e che la poca aria presente veniva “lavorata” dal suo chakra divenendo inutilizzabile, tuttavia non doveva far altro che restare fedele alle sue parole e procurarsi l’aria da dove ven’era in abbondanza.
    Cominciò a correre verso il suo avversario, erano due spavaldi che si affrontavano, in un certo senso si conoscevano alla perfezione.
    Era a pochi metri da Fuujin quando questo gli lanciò contro una folata di vento.

    Aria!

    Non cerco di opporsi alla folata di vento, l’azione gli avrebbe rubato troppo tempo, saltò e si lasciò trasportare per poi menare un fendente, il colpo sarebbe stato creato sfruttando l’aria stessa di Fuujin, la sua stessa arma gli si era rivoltata contro.

    Pirla

    Atterrò senza farsi troppo male.

    Comprendi ora?

    Si avvicinò alla barriera di vento e senza opporsi al suo flusso per non venirne respinto vi appoggiò la mano, da essa, le correnti che vorticavano attorno a Raizen, presero nuova vita.

    Finche tu farai qualcosa io avrò qualcosa da manipolare.

    Alzo un sopracciglio con aria di sfida mentre sorrideva.
    Gli rimaneva ben poco tempo, nonostante mantenesse un aria soddisfatta e piena di se affannava, anche se non troppo vistosamente.
    Non sarebbe stato per nulla semplice ma doveva costringere Fuujin ad attaccare, in quelle condizioni era l’unico metodo per non sprecare troppa aria e far partire i suoi fendenti in quanto la divinità, seppur in un corpo umano, era ben più veloce di lui.
    Nuovamente caricò Fuujin con la foga di un toro imbestialito, gli sarebbe bastato un singolo fendente andato a segno per disfarsi di quel cadavere.
    Ma era anche vero che sarebbe stata la sua ultima possibilità, ormai il tempo e l’aria che aveva a disposizione scarseggiavano.
    Quando il suo divino avversario gli scagliò contro l’ennesima folata di vento Raizen caricò il braccio destro, al contempo le correnti che lo avvolgevano si fecero più violente sospingendo con violenza, riuscì a portare a termine tre attacchi quasi contemporanei. Cercò di tracciare un triangolo con quei tre fendenti in modo da non dare vie di scampo al suo avversario, in quel caso la sua maggior velocità sarebbe stata la sua croce poiché Raizen doveva sparare in fretta i suoi colpi, così ogni più piccolo spostamento sarebbe presto stato chiuso da uno dei fendenti, e vista la figura creata uno lo avrebbe colpito.
    Cadde nuovamente a terra, questa volta non riuscì ad atterrare al meglio e alzarsi con la mancanza di appoggi sarebbe stato un supplizio, ma doveva cercare di non arrendersi e non perdere conoscenza.


    SPOILER (click to view)
    Chakra: 140
    Ferite: grave diffusa


     
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    Lo scontro fu notevole, e ad ogni assalto tentato da Fujin, Raizen cercava un contrattacco immediato, subendo il colpo pur di poter scatenare uno dei suoi fendenti. La triplice raffica finale, all'ultimo, colse Hayate-Fujin un pò di sorpresa, costringendolo a una schivata più ampia e complicata, ma ne risultò indenne o quasi, poichè ricevette solo alcune ferite superficiali.

    Tuttavia fu un attimo di distrazione sufficiente perchè la sua gabbia di vento vacillasse. Un istante di cui subito approfittarono. Raizen stava per crollare a terra, quando una serie di fulmini travolse e spezzò la barriera, con un fragore assordante, profondo e intenso come un tuono durante una tempesta.

    Ma cosa? Sbottò Fuujin, sorpreso, mentre la sua forza scemava di colpo. Era stato un jutsu combinato di Hattori e Febh a infrangere la barriera...ma alle loro spalle, appena evanescente, si scorse per un istante una figura dalla pelle nera e vestita di pelli di tigre, avvolta da possenti scariche elettriche. RAIJIN! MALEDETTO! Ma fu l'ultima sua frase, poichè l'attacco successivo di Raizen spezzo quel corpo e il suo controllo su di esso, di fatto scacciando Fuujin.

    Non è finita qui...ho solo bisogno di tempo...pedina...

    Tutto bene pivello? Chiede lo Yakushi, avvicinandosi al ferito ninja della foglia.

    Erano liberi.

    [...]

    Finalmente, dopo due giorni di prigionia e battaglia, il gruppo riemerse alla luce del sole, respirando aria pura e godendosela per qualche minuto. Gli archeologi erano talmente sollevati e ansiosi di andarsene, che quando Febh disse loro di cominciare a incamminarsi non fecero storie (fornì loro una lucertola per ogni evenienza) mentre fece cenno agli shinobi di attendere. Fermi là...siamo a pezzi ma c'è ancora qualcosa che non torna. Guardò Raizen. Nello specifico...dove diavolo eri nei due giorni che sei stato assente? Noi abbiamo girato il tempio in lungo e in largo..e tu non eri da nessuna parte, anche se dici di essere rimasto al buio nell'ingresso in quel periodo.

    Potremmo sempre indagare.. Commentò Hattori, sollevando una mano con aria flemmatica Io potrei sondare la sua mente...non dovrebbe essere traumatico. Per me.

    Volente o nolente, nelle condizioni in cui versava il redivivo ninja di konoha non avrebbe potuto opporsi, quindi tanto valeva collaborare. Dopo alcuni istanti di contatto, Hattori avrebbe riavvolto la mente di Raizen, fino a tornare agli eventi di pochi giorni prima....subito dopo essere entrati nel tempio....


    CITAZIONE
    Raizen era al buio, subito dopo l'ingresso nel tempio, con il sigillo che si era ampliato e le due creature che si erano date alla fuga, per raccogliere le forze necessarie alla sfida nelle relative stanze. Ma nell'ombra c'era anche qualcos'altro. Risvegliato dall'ingresso dei contendenti prima del temo, un guardiano del tempio si era mosso per eliminare ogni possibile intruso. era stato lui a spingere lontano lo Yakushi con una folata di vento, e subito dopo aveva avvolto il foglioso, incapace di reagire contro la creatura, che apparentemente non era altro che una enorme mano composta da vento vorticante.

    La sua stretta era devastante, sfuggirle sembrava impossibile. La giovane vita di Raizen sarebbe stata spezzata da quella furia elementale incarnata. Ma giunse un soccorso insperato.

    Una luce abbagliante squarciò le tenebre e fece allentare un poco la presa possente del guardiano..poi fu come se tutto il mondo si congelasse. Lo stesso vento che animava la creatura si bloccò..l'unica cosa che si muoveva un poco stava nella sacca dello shinobi, ancora cosciente ma incapace di muoversi. Dopo qualche interminabile secondo, dalla borsa fece capolino una piccola testa squamata. Poteva sembrare una lucertola, ma c'erano differenze importanti, prima tra tutte gli occhi orientati in avanti, come nei predatori, e poi ovviamente le corna.

    Era un drago. E un drago piuttosto spaesato a dirla tutta. Si guardò intorno con l'aria di non capire cosa stesse succedendo, poi puntò i piccoli occhi su Raizen. Ciao. Disse Sei la mia mamma? Poi osservò la mano gigante. Questo è il papà?

    Il vento della creatura tremolò un poco...era come se la stasi in cui era immerso stesse per sciogliersi...ma il ninja era ancora bloccato. Un evento curioso. Un uovo che non sarebbe dovuto nascere ancora per molti anni...e un uomo che non sarebbe dovuto essere qui ancora per molto tempo. Coincidenza singolare, non vi è dubbio A parlare era stato un occhio...un occhio aperto a mezz'aria, sorretto a niente...un occhio che, se osservato a lungo, avrebbe rivelato una curiosa conformazione, specie ai bordi: delle tacche, come se fosse il quadrante di un orologio. Eppure mi chiedo: dovrei lasciare che la storia faccia il suo corso più probabile? O dovrei affidarmi al caso, aiutando il piccolo drago e il suo covatore? L'occhio puntò il suo sguardo carico di potere e autorità su Raizen.

    Io osservo tutto, ogni evenienza, ogni possibilità. Tu morirai in questo posto, ogni linea temporale conduce a questo. Con una sola eccezione. Se io ti allontanassi da qui, e facessi in modo che tu sfidassi questa creatura in condizioni di parità...allora potrebbe generarsi una linea temporale alternativa...una linea a me ignota, per ora.

    Una palpebra invisibile socchiuse l'occhio fino a farlo divenire una fessura. Dimmi, ninja predestinato e baciato dalla sorte. Io posso salvarti. Ma perchè dovrei farlo?

    CITAZIONE
    Primo post del contratto coi draghi.

    Rivivi gli eventi dei due giorni di vuoto, mostrando a Hattori e cosa è successo.

    Ora come ora devi convincere il drago del tempo e dello spazio a salvarti.

     
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    Sorrise vedendo che uno dei suoi attacchi era andato a segno, anche se non era stato del tutto merito suo, ma dopotutto voleva dire che il vincitore doveva essere lui, a giudicare dalle parole di Fuujin, tanto, prima o poi, ci sarebbe stata una rivincita.

    Si, Febh, scoppio di energie!

    Si alzò a fatica cercando di incamerare quanto più ossigeno possibile per poi incamminarsi con i due verso l’esterno.

    [...]

    Finalmente erano liberi, dopo tutti quei giorni di prigionia in quei corridoi l’aria pura dell’esterno pareva quasi in grado di sfamare lo shinobi di Knoha.
    Una volta partiti gli archeologi Febh si rivolse a Raizen che prontamente replicò.

    O mio dio, perché diavolo non ti rassegni? Non sono stato io, hai avuto le prove dei colpevoli di tutto questo, e poi ora siamo liberi!
    Magari sarò rimasto svenuto dopo i tuoi merdosi allenamenti!


    Ma non servì a nulla, rassegnato Raizen porse la testa ad Hattori.

    Aspetta un secondo.


    Fermò Hattori per darsi il tempo di respirare qualche volta prima di iniziare quel qualcosa di “probabilmente traumatico”
    Il tempo si riavvolse, come se la sua vita fosse una videocassetta, le ore presero a scorrere all’inverso, fece in tempo a pensare quanto quella tecnica fosse potente per poi ritrovarsi a vivere il passato che, a quanto pareva, aveva dimenticato.
    Si trovò nuovamente nella stanza buia, nuovamente ghermito da una forza impressionante che non sapeva da dove venisse

    Un momento!!!


    Lui non era mai stato afferrato da nulla! Solamente Febh era stato portato via!
    Ma in quel momento riviveva i suoi ricordi non poteva rendersene conto, non ora.
    Sentì le dita della bestia serrarsi nel suo costato, alla stessa maniera con cui Raizen avrebbe potuto stritolare un volatile, non andava bene, non andava per niente bene.
    Tuttavia quella tortura ebbe presto fine, un evento quasi più strano lo permise: dalla sua sacca si sprigionò una luce fortissima, dopo qualche secondo, che la tensione contribuì a dilatare, ne emerse una piccola testa squamosa, la testa di un rettile, e parlava!

    Diavolo no! Non sono tua madre, al massimo sono tuo padre!

    La presa sul suo corpo si allentò, come se fosse anch’essa meravigliata dall’evento, dopo poco una voce, che pareva essere vecchia di millenni, si propagò per tutta la stanza, la prima cosa che Raizen pensò era che fosse impregnata di saggezza, la ascoltò con attenzione, sapendo che le parole che sarebbero state dette potevano essere parecchio importanti per lui e per la sua vita.
    Osservò l’unica cosa visibile in quel momento: l’occhio della creatura, la pupilla dal taglio longitudinale pareva scavare nel suo animo mentre l’iride, di un giallo ocra quasi luminoso, pareva scavargli dentro.
    Non sapeva cosa rispondere all’enorme bestia, non era mai stato costretto a dire perché la sua vita meritava di non essere spezzata.
    Respirò a lungo mentre rifletteva.
    Quell’occhio lo metteva in difficoltà.

    Non pensi che ci siano troppe coincidenze?

    Osservò a sua volta la creatura.

    Io ho un uovo appartenente alla vostra specie che si è schiuso proprio ora, dopo che è caduto in mano mia in maniera del tutto casuale, e come hai detto tu e Fuujin la fuori, io sono qui ben prima del tempo prestabilito.
    Non trovi che sarebbe molto più interessante dare una possibilità a questa linea di particolari evenienza?
    Non trovi che un uomo baciato dal fato, come tu stesso hai detto, meriti di avere una possibilità?
    Dopotutto questa è una linea temporale incalcolabile e imprevedibile, ben diversa, già per via della sua nascita, da tutte le altre.
    L’originalità non da forse più valore al tempo trascorso nella sua ricerca? Il tempo trascorso a cercare l’originalità non da forse più valore alla stessa?


    Tacque per qualche istante.

    Tu vedi oltre

    Sibilò l’ultima parola.

    Perché non dare fiducia al destino di un predestinato così precoce?
    O hai incontrato abbastanza persone con una storia come la mia da non esserne per nulla incuriosito?
    Inoltre...


    Si interruppe nuovamente

    Se ho saputo cambiare il corso del mio tempo qualcosa devo pur valerla, no?

    Pose una mano sulla testolina del piccolo drago quasi fosse un gesto automatico per distrarsi da quella situazione, come se avesse necessità di un tocco che non provenisse da quella gigantesca creatura.
     
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    Molto bene...vediamo di seguire questa possibilità, umano. Ammetto di essere incuriosito. Dove andiamo?Chiese il giovane drago appena uscito dall'uovo Non è questa la domanda giusta. Fu come se il mondo esplodesse per poi riformarsi in un istante. Raizen fu di nuovo libero...e il guardiano non c'era.

    Il posto sembrava identico, ma era decisamente più luminoso e pulito. Mancava la sensazione di oppressione che dava il tempio, e in generale sembrava un posto adatto alla meditazione e all'introspezione, piuttosto che a una cruenta lotta per la conquista di un'esistenza.

    Siamo nello stesso posto, ma in un'altro tempo. Svariati anni nel futuro o nel passato...non ho badato molto a questo dettaglio, è irrilevante comunque. In questo asse temporale, il Guardiano non esiste...forse è già stato sconfitto, o forse deve ancora venire generato.

    Quindi in pratica possiamo andare dove vogliamo? No, Kubomi. Questo dunque era il nome del giovane drago. Il tempo qui è limitato. Hai due giorni di tempo per trovare l'emissario e sconfiggerlo, shinobi. Non guarirò il tuo corpo, ma ti ho parlato di uno scontro in parità. Potrai dunque richiamare a te la forza dei miei consanguinei, per un tempo limitato.

    Raizen avrebbe notato uno strano sigillo che si disegnava sul suo palmo. E' un contratto temporaneo. Usalo saggiamente. Ti consiglio di provare sin da ora a richiamare uno dei draghi...se verrà, e acconsentirà ad aiutarti, allora sarà bene che tu cominci a cercare il tuo nemico.

    Se entro due giorni non lo avrai distrutto...tutto tornerà com'era...e tu perirai.

    Parole secche che troncarono la conversazione. L'occhio si chiuse a mezz'aria, e il tempo riprese a scorrere. Una sorta di tatuaggio vivente sulla pelle di Raizen faceva da conto alla rovescia. Solo due giorni.

    Che facciamo, mamma?


    CITAZIONE
    Prova semplice. Evoca un drago, a tua scelta entro i limiti dell'energia, cerca di ingraziartelo (lui sa solo che esiste un contratto con qualcuno, ma da qui a volerti aiutare ce ne passa) e comincia a imbastire una strategia. Kubomi ti aiuterà in ogni modo, eventualmente, ma è troppo piccolo per essere influente sui parenti più grandi. Il nemico è da qualche parte nel tempio, dovrai scovarlo e sfidarlo. Lui sa bene che se rimane nascosto per due giorni l'intervento del Drago del Tempo si annulletà, e tornerete alla situazione di partenza...con il tuo corpo quasi spezzato.

     
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    Ascoltò il drago come si ascoltano le ultime regole della partita contro la morte.

    Bene, ho compreso, grazie della possibilità.

    L’occhio dell’enorme creatura scomparve, era nuovamente solo.

    Ti ho detto che non sono tua madre!

    Quasi solo.
    Non sbottò verso piccolo drago con troppa ira, era solamente un rimprovero.
    Si girò verso la sua sacca e prese delicatamente il piccolo drago, nonostante Raizen fosse un animalesco colosso provò tenerezza per quell’animaletto, distese le braccia e lo alzò sopra di lui.
    Il piccolo drago era grande più o meno un metro e aveva due braccia, molto simili a quelle di Raizen, eccezion fatta per le squame che le ricoprivano. La cosa stupefacente era che nonostante fosse nato da quel piccolo uovo aveva già delle dimensioni non indifferenti e comunicava alla perfezione, parecchi passi avanti rispetto ad un cucciolo d’uomo.
    Sorrise alla bestiolina e le grattò la parte che stava sotto al mento, piaceva a tutti gli animali, seppur intelligente sarebbe piaciuto pure a lui.
    Aveva pensato la cosa giusta, il piccolo drago si scosse come in preda al piacere, parve fare un piccolo sorriso, era indubbiamente una specie ben lontana da qualsiasi bestia che aveva incontrato sino a quel momento.

    Allora, ti chiami Kubomi e?

    Aveva due giorni, ma era sicuro che fraternizzare col piccolo drago gli avrebbe portato solamente vantaggi.
    In risposta alla sua domanda il piccolo drago scosse la testa in segno di assenso, mentre cercava di inseguire la mano di Raizen che si allontanava dal suo mento, il konohaniano riuscì a sentire i muscoli dell’esserino contrarsi mentre si spostava, quasi identici a quelli di un serpente.

    Parliamo un po’, ok?

    Si rivolgeva al piccolo drago come si sarebbe rivolto ad un bambino.

    A quanto vedo sei appena nato, ti spiego qualcosina.
    In primis come vedi noi due non ci assomigliamo, la tua pelle è diversa dalla mia, tu hai delle luminose e forti squame, mentre io della pelle deboluccia


    Mhmh

    Il piccolo drago annuì mentre ascoltava con attenzione, quasi come un bambino ascolta una favola.

    Tu hai dei tenti aguzzi e forti, mentre io...

    Aprì la bocca per mostrarla al drago

    Beh, sei più vecchio, magari i tuoi son consumati...

    Raizen sorrise e rispose.

    No, siamo semplicemente diversi

    Ma ma ma allora...io...non ho una mamma?

    Raizen, quasi a volerlo compatire si imbronciò, lo faceva per finta, ma sarebbe bastato per ingannare il piccolo cucciolo, sarebbe servito, insieme al sorriso che avrebbe sfoderato poco dopo a farlo sentire protetto e compreso.

    Non lo so, però potresti avere un fratello, i fratelli sono diversi tra loro!

    Mh?

    Beh si, io ho conosciuto tanti fratelli, non sono mai uguali, a volte la pelle è più chiara o più scura, il naso poi è sempre diverso!

    Il piccolo drago parve rallegrarsi della notizia.

    E poi i fratelli servono a questo, quando il padre o la madre sono assenti si può sempre contare sul proprio fratello!

    Il drago annuì rallegrato.

    Ora però dobbiamo cercare di uscire da questa situazione sani e salvi, ok?

    Diede un buffetto alla bestiolina per poi continuare a parlare.

    Avrò bisogno del tuo aiuto, se sai muoverti da solo bene, altrimenti resta sulle mie spalle, è un posto sicuro e non mi intralcerai.

    Sono un po’ stanco, ti starò sulle spalle...mmmm...fratellone

    Raizen annuì e dopo aver lasciato che il cucciolo gli si appollaiasse sulle spalle iniziò a comporre i sigilli necessari all’evocazione, conosceva la tecnica, l’aveva appresa durante il corso chunin in cui rischiò di morire.
    Si fermò poco prima dell’ultimo sigillo.

    Che diavolo devo evocare?

    Si, sapeva di dover evocare un drago, ma quale drago?
    Non seppe rispondersi, impastò una quantità di chakra casuale mentre compiva l’ultimo sigillo.
    Nessuno sbuffo di fumo, nessuna bestia, ma la sua ombra si animò. Lentamente una parte di essa si elevò nella terza dimensione e prese ad uscirne il muso di un drago, insieme ad esso un prolungato sbuffo.
    Era noia, Raizen la conosceva lontano un miglio.

    Uffffffffffffffh
    Mille anni, non si poteva fare duemila?
    No, quel vecchio deve per forza fare accordi con gente strana!


    Il drago che si levò dall’ombra era ben più grande dell’ombra stessa, Raizen avrebbe giurato che era ben più alto di qualsiasi edificio che aveva mai visto, era serpiforme, come Kubomi, solamente moltiplicato per sedici più o meno.

    Beh, quella gente strana sarei io.

    Un po’ avventato, ma il colosso di Konoha era recidivo, non riusciva ad essere gentile.

    O beh, si, sei un rompipalle colossale, lo sai questo?
    Anzi, millenario!
    Ho quasi dimenticato il tempo che è passato da quando qualcuno di voi umani ha avuto a che vedere con noi di Amenoukihashi.


    Oh! Un altro fratello!

    Il drago parve scuotersi come se avesse ricevuto un ceffone, era evidentemente sorpreso.
    Si abbassò lentamente sino a giungere a livello della testa di Raizen, la creatura era evidentemente gigantesca, la sola testa era grande quanto, e forse di più del corpo di Raizen, che certamente non aveva un fisico minuto. Fiutò varie volte l’aria, come se fosse in cerca di Kubomi che ovviamente non poteva scorgere tra i capelli di Raizen.

    Qui qui qui!

    La possente creatura allargò nuovamente le narici ed inspirò, questa volta riuscì anche a spostare qualche ciuffo di capelli del konohaniano.

    Oh! Sei Kubomi, il vecchio mi ha parlato di te poco fa.
    Avanti avanti, torniamo a casa, non so nemmeno perché il vecchio ti abbia lasciato qui.


    Kubomi però non pareva essere dello stesso parere, e nemmeno Raizen era tanto d’accordo.

    Aspetta, aspetta.

    Gli fece segno con le mani di rallentare.

    Già, io non voglio lasciare il fratellone da solo nel suo asse temporale!

    Raizen fece tacere il piccolo Kubomi ponendogli una mano sul muso mentre mostrava l’altra al drago.

    Come vedi c’è un fondo, per rispetto a questo e a chi l’ha impresso dovresti almeno ascoltarmi, non trovi?

    Il dragò si ritirò pensoso. Dopo qualche minuto sbuffò nuovamente.

    Uffffffffffffffff, avanti, sentiamo che mi ha lasciato da fare il vecchio.

    Raizen iniziò a riflettere, effettivamente non sapeva cosa rispondere al suo scaglioso interlocutore.

    Beh in primis dimmi il tuo nom...

    Kage, mi chiamo Kage, sono il drago dell’ombra.

    Si, ok, perfetto.
    Dicevo, Kage, tuo padre mi ha portato in questo luogo per permettermi di cercare un guardiano parecchio forte che tu dovrai aiutarmi a trovare e sconfiggere.
    Mi ha concesso la forza dei suoi consangui...


    No no no, senti non voglio problemi con guardiani o simili, ne conosco più di uno di guardiano, e nessuno di loro è un tipo raccomandabile.
    Per essere più precisi, hanno un ruolo è la cosa migliore da fare è lasciarglielo svolgere.


    Al che il drago cerco di allontanarsi verso un’ombra.

    Senti...

    Raizen lo afferrò saldamente alla punta della coda, non era troppo fine, ma con un po’ di impegno e chakra adesivo riusciva a tenerlo.

    Lasciargli fare il loro lavoro ORA non è possibile, io ci rimetto la pelle.
    Ma, ragioniamo.


    Aveva attirato l’attenzione del drago e una volta che questo si voltò da lui riprese a parlare.

    Io in questo tempio ho un ruolo ben più importante di quanto non sembri

    Oh si si, l’eletto cià cià cià blablabla.
    Il vecchio ci ha parlato anche di questo.


    Si, ecco bene, questa storia pare che interessi a tuo padre, o zio, o nonno, quello che è.
    Hai due strade, la prima ti porterà a deluderlo per via della mia morte, la seconda, secondo le sue previsioni, darà a me la possibilità di vivere, mentre a te la possibilità di allietarlo.
    Dopotutto sono solamente due giorni, forse meno, in cui devi darmi una mano, e se io vivo vivrai anche tu, semplicemente perché il patto stretto non ti rende mio servo ma mio compagno.


    Tensione.
    L’enorme bestia si fermò a riflettere.
    Un lento ringhio, che quasi suonava come un rullo di tamburi si propagò dalla gola dell’essere.

    Si, dopotutto ci sono troppe coincidenze in una sola volta, sarebbe stupido non darti un opportunità

    Si, è vero!

    Tese la mano verso l’enorme drago, un semplice quanto comune gesto per sancire un alleanza. Il dragò lo imitò ma fu costretto ad afferrare per comodità l’intero braccio del konohaniano.

    Al momento non ho un piano ben preciso, so solo che un enorme mano mi ha afferrato proprio in questa stanza quando il tuo capo ha fermato il tempo, se il tipo mi è così ostile direi che non ci resta che cercarlo ovunque, conosco più o meno la pianta dell’edificio, direi che iniziare dalla grande sala centrale sia la cosa migliore.

    Beh si, non fa una piega dopotutto

    Il fratellone anche se è piccolo parla bene, vero?

    Kubomi si procurò un occhiataccia da parte di Raizen.

    Siete voi ad essere troppo grandi, io ancora non ho visto nessuno più alto di me nella mia razza.
    Comunque direi che possiamo iniziare la ricerca.


    Avrebbe condotto l’enorme bestia per i vari cunicoli del tempio sino alla stanza centrale se dopo qualche passo questa non l’avesse interrotto.

    Mmmmh, ho un metodo più veloce per spostarci


    Beh, a te proporre.

    Il drago venne lentamente avvolto da uno strato di “qualcosa” di nero.

    Oh, bello.

    Raizen fissò l’intero processo, ma fu l’unico in grado di commentarlo, Kubomi si limitò a spalancare la bocca.

    Posso farlo anche io???

    Si, probabilmente più in la potresti riuscirci.

    Il piccolo drago ebbe un sussulto per l’eccitazione.

    Andiamo va

    Il drago prese Raizen per la vita e se lo portò sulle spalle per poi aprire uno squarcio su un ombra li vicina nella quale si immerse.
    Il viaggio tra un ombra e l’altra era breve, ma vista la frequenza con cui il drago usciva dalle stesse era evidente che non poteva trascorrere al loro interno troppo tempo.
    Raizen a quel punto si limitò a dare le giuste indicazioni al drago sperando di trovare in poco tempo il guardiano.
     
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    Avanzando nel tempio, lo shinobi e il drago avrebbero percepito solo una sensazione di pace e calma. Nessun nemico, nessuna trappola. Solo un profondo silenzio.

    Superato un lungo corridoio, con alcune parti franate, Raizen si ritrovò in una stanza abbastanza ampia, con un foro sul soffitto (la stessa dove, diverse ore dopo, avrebbe incontrato i Cocci). Ma nessun nemico era in vista, e anche il pozzo sarebbe risultato sgombro da ogni possibile minaccia, se esplorato. Non potevano che andare avanti. Il corridoio si ricollegava a una stanza da cui partivano tre condotti. Uno, dritto davanti al ninja, dava a una regione del tempio assolutamente simmetrica a quella già percorsa. Le altre due portavano a quelle che erano le anticamere per i due corridoio colorati e le relative Camere.

    Il drago d'ombra, percepito un rumore, fece un cenno verso il muro che separava questi ultimi due corridoi (dove, come avrebbe scoperto in seguito, era nascosto l'altare di Fuujin). Il gruppetto avrebbe fatto in tempo a schierarsi, poco prima che la parete esplodesse, scatenando su di loro una tempesta di pietre e mattoni [Potenza Complessiva 45] che li avrebbe presumibilmente spiazzati parecchio, per non dire feriti.

    E dal varco, la mano traslucida fluttuò nella stanza, galleggiando a mezz'aria. Non parlava, non minacciava. Non ne aveva bisogno.
    Grande grosso modo come un essere umano, si avvicinò un poco al gruppo dell'umano coi due draghi, quindi arretrò di scatto, tendendo indice e medio come a mimare una pistola.

    Il tempo di un respiro, e dalla punta delle dita partì una sfera di fuoco a velocità mostruosa, diretta contro il gruppetto. Nemmeno il tempo di osservare l'effetto, e la mano si aprì ad artiglio, generando una serie di scariche elettriche che, a mò di catene, avrebbero avvolto Kage, stritolandolo e strappandogli grida di dolore..a meno che non venisse aiutato. Ma con la vampata in arrivo, perdere tempo a difendere il drago avrebbe significato il venire travolti dalle fiamme.

    Comunque andasse, l'enorme mano sarebbe scattata in avanti, rapidissima [Viola] con l'intento di afferrare e stritolare chiunque si trovasse nella sua traiettoria. E al contempo, da quella che sarebbe dovuta essere la base del polso, sarebbe stata emessa una nube nera di ceneri incandescenti verso chiunque fosse stato libero dalla stretta. Soffocante e letale, la nube avrebbe reso incosciente la sua vittima, umano o drago che fosse.

    Il Guardiano era più che capace di tenere a bada, e forse sconfiggere sia Kage che Raizen, e Kubomi era perlopiù un fastidio di poco conto. Raizen avrebbe dovuto coordinarsi con l'animale per difendersi efficacemente e attaccare, ma la mano era talmente superiore, che verosimilmente avrebbe avuto bisogno di un altro Drago, per farcela, a meno di una perfetta intesa tra evocatore e creatura richiamata.

    CITAZIONE
    Combatti in squadra col drago. Kage da solo non riuscirà a schivare le scariche elettriche, ma se lo aiuti verrai inevitabilmente travolto dalla palla di fuoco, che ha potenza 100 ed è ampia 4 metri.
    Arrangiati e poi difenditi dall'altro attacco. Decidi poi come attaccare in squadra con kage, o evoca un altro drago per un 3 vs 1.

     
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    Camminarono per un po’ in un lungo corridoio malandato, nell’aria non si percepiva nulla, quel tempio pareva quasi morto, come se anche la più piccola forma di vita ascoltasse o aspettasse qualcosa.
    Era una strana sensazione, sapendo cosa si sarebbe trovato a fronteggiare tutto quel silenzio era simile alla calma prima della tempesta.
    Kage, dopo aver udito un rumore avvertì Raizen con un piccolo cenno della mano, gli indicò un muro di mattoni che pareva fosse solido. Il konohaniano si accigliò qualche istante pensando che il muro poteva essere in realtà una porta, quasi non fece in tempo a poggiare i piedi per terra che il muro gli esplose davanti, era difficile reagire con immediatezza [impasto pari a basso nei riflessi] ma riuscì a poggiare una mano sul corpo del drago per allontanarlo lievemente e al contempo allontanare se stesso per via del peso della creatura.
    Tuttavia non riuscì ad evitare al meglio l’esplosione e venne colpito da vari calcinacci, il drago invece parve avere meno problemi grazie alle sue scaglie [medio leggera Raizen più che leggera Kage]
    Ben presto si rivelò l’artefice di quell’attacco: il padrone di quella stessa mano che l’aveva quasi ucciso poco prima, aveva raggiunto il suo obiettivo.
    Non ci fù il tempo di pensare a come attaccare, fu il guardiano a prendere l’iniziativa, la mano si mosse, contraendosi e cambiando la sua forma, come se indicasse un qualche punto, ma i suoi intenti erano ben diversi dal dover indicare, dalle dita scaturì infatti una potente fiammata.
    Raizen sgranò gli occhi, arrivare sino a quel punto e perdere la fiducia di quelle creature, persino del povero Kubomi per cui provava un paternale affetto lo struggeva, non era da lui quel sentimentalismo, tantomeno pensare al bene altrui, ma quelle due creature erano li per salvargli la vita, l’unica cosa da fare era liberare il sigillo donatogli da Ayato.

    Aaaaa! Fratellone ti va a fuoco il collo!

    Non risposte a Kubomi, sapeva a cosa erano dovuti quei marchi incandescenti che presto gli si sarebbero sparsi per tutto il corpo, il suo corpo venne irrorato di nuova forza, ma non gli bastava ancora, avrebbe dovuto essere ancora più veloce per salvare se stesso e kage.
    Il chakra repulsivo fluì rapido ai suoi piedi mentre dell’altro chakra sostava sulle gambe potenziandone il successivo scatto.

    Dammi una mano a salvarti le chiappe.

    Sperava che il drago avesse capito l’intento di Raizen che saltò verso lo stesso a velocità elevata [+6 tacche in totale] la fiammata era quasi schivata ma l’enorme corpo del drago ne sarebbe stato leso se Raizen avesse fallito la prossima mossa, aiutato dal fluttuare del drago avrebbe poggiato le braccia sul suo fianco per poi scattare come una molla e spingerlo il più lontano possibile, il drago dal canto suo aspettò la spinta del suo compagno prima di piegare la coda e con essa darsi una forte spinta che li allontanasse dalla palla infuocata.
    Nonostante l’attacco fosse stato evitato il gigantesco arto non si arrese attacco nuovamente generando delle catene elettriche che avvolsero Kage.

    Lurida merda di elefante!

    Il colosso di Konoha irato come non mai prese a comporre i sigilli per una nuova evocazione, nemmeno questa volta sbuffi di fumo, ma la luce offerta dalle lanterne parve decuplicarsi per poi generare un drago delle dimensioni simili a quelle di Kage.

    Poche storie, rettile!
    Addosso a quella mano!


    Hikari, comunque.

    Il drago scattò verso la mano addentando furiosamente l’indice della stessa, il dito più vicino dell’intera mano.
    Raizen, che nel mentre si era avvicinato alla stessa, tentò di infilzarla con la nodachi per poi farla scorrere nel palmo del gigantesco arto prima di estrarla nuovamente.
    La mano però parve non risentirne, continuando il suo attacco e rilasciando nell’aria una densa nube di cenere, le squame di Hikari ne vennero intaccate e il drago fu costretto a lasciare la presa per fuggire dai pericolosi fumi che si espandevano velocemente.
    Hikari prese Raizen per un braccio per poi immergersi in uno squarcio di luce mentre Kage si immerse nuovamente nell’ultima ombra che aveva utilizzato per accedere alla stanza.
    La sala era stata totalmente distrutta dai rantoli del drago dell’ombra e l’ultimo scatto della mano non aveva trovato alcuna vittima da stritolare, tornò la pace e il silenzio, qualche istante di riposo prima dell’ultima raffica di tempesta.
    Appena i fumi incandescenti si posarono Hikari squarciò nuovamente la luce emergendo poco dietro il dorso della mano per poi arrotolarsi intorno ad essa, immobilizzandola il tempo necessario per permettere a Kage un potente attacco [manto elementare pot.: 40]
    Nel mentre Raizen, sfruttando la distrazione sarebbe passato oltre il muro cercando il “proprietario” dell’arto, avrebbe atteso i draghi che, in caso non fossero riusciti a neutralizzare la mano si sarebbero nuovamente introdotti nel proprio elemento trovandovi rifugio da ulteriori attacchi.

    Vieni fuori, lo so che sei ancora tu, FUUJIN!

    Aspettò che qualcuno reagisse al suo richiamo mentre i due draghi si disponevano al suo fianco pronti ad un ulteriore attacco da parte di chiunque.
    Kubomi bofonchiò qualcosa tra gli scossoni della paura ma Raizen no riuscì a sentirlo e si limitò a dargli una lieve pacca.

    Tenete gli occhi aperti.



    SPOILER (click to view)
    spoiler esplicativo:
    esplosione del muro: subita parzialmente per via della schivata effettuata verso destra (dal punto di vista della manona)
    palla di fuoco evitata sfruttanto anche il precedente spostamento.
    catene "stoppate" mediande il contrattacco.
     
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    Dopo la rapida serie di attacchi combinati la mano venne scaraventata contro un muro e cadde al suolo, come priva di forza. Raizen e i suoi due compagni andarono subito alla ricerca di un eventuale manovratore. Ma il tempio era vuoto da secoli. Quello era un altro tempo, e fuujin non si trovava lì. La mano incorporea era mossa da una sua volontà. Semplice e rozza, ma comunque era autosufficiente.

    E la caduta dopo il danno non era che una trappola. Approfittando della distrazione dei suoi nemici (che attendevano vanamente una risposta alle loro provocazioni) si sollevò di scatto scagliando una enorme palla di fuoco contro di loro. Che schivassero o meno, approfittando della confusione una singola catena di elettricità avrebbe afferrato il piccolo Kubomi, strappandolo al gruppo e portandolo nel palmo del Guardiano.

    AIUTOOOO!!! MI HA PRESO! NO...CHE STAI FACENDO??? AIUTOOO!!!! Mosso da una forza esterna, il draghetto fu costretto ad avvolgersi attorno a un dito a mò di anello, e qui rimase paralizzato, percorso da tremende e dolorose scariche elettriche. La mano di contro si fece più solida, come se la sua forza stesse crescendo.

    Ruba energie da Kubomi! Sbottò Kage, ma prima di poter analizzare oltre, la mano fluttuante si sollevò più in alto, e scagliò una serie di sfere infuocate pari alle precedenti. Nascondersi dietro il muro sarebbe stato inutile, poichè lo stesso sarebbe stato sfondato senza troppi sforzi dalle fiamme.

    Ogni strategia di attacco volta a liberare Kubomi sarebbe sempre stata evitata, anche se di stretta misura, poichè all'ultimo il Guardiano assorbiva nuove energie, convertendole in un aumento della sua rapidità negli spostamenti. E anche se fosse stata ferita, il danno si sarebbe rigenerato in brevissimo tempo, a spese di Kubomi.

    E' inutile... Borbottò Hikari dopo alcuni scambi infruttuosi. Potremmo continuare la battaglia per ore, e quella mano riuscirebbe comunque a tenerci testa...e alla fine saremmo noi a crollare.

    Inoltre rigenera rapidamente tutti i danni...bisogna abbatterla in un colpo solo!

    Un modo ci sarebbe... Non penserai mica a... Si, quello.

    Aiutooooo!!! Gemette Kubomi, mentre nuove energie gli venivano sottratte per caricare una nuova sfera di fiamme e gettarla contro i due draghi

    Se fossero sopravvissuti, questi si sarebbero rivolti a Raizen. Umano...possiamo sconfiggerlo se combiniamo i nostri poteri...lo trafiggeremo usando i nostri stessi corpi come una lancia di pura energia, nata dall'armonia dei nostri chakra opposti.

    Ma serve la tua collaborazione. Per usare questa tecnica di solito serve un terzo drago che faccia da ponte tra noi, così da bilanciare l'energia e evitare che finiamo distrutti dal nostro stesso potere.

    Tu non sei abbastanza in forze per evocare altri di noi....te la senti di provare a agire da ponte?

    Era la loro unica possibilità....a parte la fuga, lasciando Kubomi al nemico. Ma se davvero Raizen avesse accettato, i due draghi avrebbero preso a girargli attorno in ampie spire, molto rapidamente, liberando il loro chakra e facendolo scorrere nel suo corpo. Travolto da due energie esattamente opposte, il corpo dello shinobi sarebbe stato come lacerato dall'interno, con le ossa che si sbriciolavano e la pelle che si ustionava. Eppure doveva resistere e mantenere un flusso costante e equilibrato tra i due alleati, o sarebbero morti tutti e tre.

    Doveva mantenerlo, e sperare che facessero in fretta, prima che il suo corpo cedesse completamente...

    [...]

    Se la tecnica fosse stata eseguita, il Guardiano non avrebbe avuto scampo, e la libertà di Kubomi ottenuta. Per quanto il piccolo drago fosse stato prosciugato, era ancora vivo, anche se incapace di volare per la debolezza. Ma per il ninja di Konoha la situazione non era altrettanto rosea. Normalmente è un drago a fare da ponte agli altri perchè solo un drago ha le capacità per farlo. Un umano no

    Il ninja sarebbe crollato a terra...troppo debole per evocare un drago guaritore (posto che ne esistessero), ustionato su quasi tutta la superficie corporea...probabilmente sarebbe morto in pochi minuti.

    I draghi si raccolsero attorno a lui...cosa potevano fare?


    CITAZIONE
    Ultimo post. I Draghi hanno un piano, ma per eseguirlo dovrai fidarti di loro e cercare di sopportare la loro energia durante l'attacco combinato. Questo sconfiggerà la mano, ma ti ustionerà la maggior parte della pelle, mettendo in pericolo la tua stessa vita.

    Nessuno dei draghi ha capacità mediche propriamente dette e non hai abbastanza chakra per evocarne altri...cerca comunque un modo per sopravvivere.

     
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    Niente, nessuna risposta, se il suo aguzzino fosse stato Fuujin era sicuro che lo avrebbe in qualche modo stanato, dopotutto fuori dal tempio era bastato veramente poco per farlo reagire in malo modo.

    Quella cazzo di mano era solo una mano, che diavolo di guardiano può essere UNA mano?!?

    Il guardiano però era riuscito ad ingannarli, nel mentre che Raizen guardava di fronte a se, l’arto si levò nuovamente lanciandogli contro un’altra potente fiammata, ben più grande della precedente.

    Attenti! Un’altra esplosione dalle spalle!

    Grazie ad Hikari il gruppo riuscì a sparpagliarsi ed evitare la potente fiammata, ma la nuova catena di elettrica fu inevitabile. Si avvinghiò con estrema precisione su Kubomi, Raizen tentò di impedire che la catena lo privasse del contatto con il cucciolo di drago, ma stringerla gli era impossibile, non tanto per il dolore quanto per gli spasmi muscolari dovuti alle scosse.
    L’ultimo contatto col piccolo drago furono le artigliate lasciate sul collo di Raizen.
    Fu Kage a spiegare a Raizen cosa il guardiano stesse facendo con il suo piccolo aiutante, ma il colosso di Konoha non seppe reagire, rimase immobile qualche istante per poi venir colto da un ira incontrollabile. L’aria intorno a lui esplose qualche volta ruotandogli attorno, ma non successe nulla.
    I due draghi partirono rapidamente verso la mano utilizzando quel particolare movimento che gli permetteva di scattare più rapidamente, Kage fu il primo a partire mentre Hikari attese il movimento con cui il guardiano schivò il primo drago, l’attacco era sufficientemente elaborato vista la poca distanza tra i draghi e la mano, ma questa non si fece problemi a sfruttare le energie di Kubomi per aumentare la sua velocità e schivare il secondo drago, ciò che non riuscì ad anticipare fu Raizen che dopo aver attivato la tecnica della sostituzione gli si era portato alle spalle per poi infilzargli il dorso con la nodaichi.
    L’attacco ebbe il suo effetto, ma il guardiano riuscì a rimarginare la ferita usando Kubomi.

    Lurido...
    Spregevole...


    Il filo dei pensieri venne interrotto da Hikari che al pari di Raizen aveva tratto le conclusioni di quello scontro.

    Si, hai ragione.

    I due draghi parlarono poi di una particolare tecnica, ma l’ennesimo attacco, schivato grazie all’avviso del konohaniano non gli permise di concludere, tuttavia la fiammata riuscì a bruciacchiare i tre per via della sua ampiezza [medioleggera ad ognuno]
    Appena i due draghi ripresero a parlare della tecnica Raizen li interruppe, il problema era lui.

    Si, si , ok.
    CHE STATE ASPETTANDO?


    Non conosceva altro modo per fugare l’indecisione altrui se non quello di sbottare come suo solito.
    I due draghi presi alla sprovvista sobbalzarono come due giovani matricole rimbrottate dal generale, dopo qualche istante presero a ruotare intorno a Raizen compiendo grandi circonferenze.
    In poco tempo lo spazio compreso tra lo shinobi e i draghi che gli ruotavano attorno divenne un turbinio di chakra conteso tra la luce più bianca e le ombre più oscure. In quel vortice di sublime potenza Raizen soffriva, dopo i primi attimi in cui aveva potuto ammirare la bellezza di quella tecnica il mondo venne ovattato, lentamente tutto venne avvolto da una nebbia bianca.
    Tatto, gusto, udito, olfatto e vista non aveva più nulla solo un immenso spazio bianco colmo di psichedelico dolore, ogni sua sincola terminazione nervosa pareva fosse dilaniata da un esperto torturatore che con macabra puntigliosità stava attento a farlo soffrire quanto più possibile.
    Eppure non doveva limitarsi a soffrire, doveva gestire i due chakra estranei e rimanere concentrato, se avesse ceduto anche un solo millimetro a quel dolore sarebbe collassato perdendo i sensi e liberando improvvisamente tutto quel potere che ora stava condensando, uccidendo, probabilmente, se stesso e i due draghi.
    In quel vortice di chakra opposti Raizen lentamente si accovacciò, chiudendosi in posizione fetale cercando di contrastare con tutto se stesso i due chakra opposti che, attraversandogli il corpo, parevano farlo dilatare e restringere allo stesso modo in cui il calore dilata i metalli, e lui come una trave di duro acciaio resisteva, ma il suo corpo, la sua carne, le sue ossa lentamente si disfacevano in un lento procedimento di dolorosa distruzione.
    Come un blocco d’argilla nell’arsura del deserto, quello era il modo più efficace di descrivere il corpo di Raizen soggiogato da quell’enorme potere.
    Tuttavia doveva resistere, doveva assorbire il chakra di Hikari e Kage e dopo averlo metabolizzato cederlo nuovamente, ma era difficile, come se lui, ponte, dovesse trasportare un carico troppo largo e pesante per la sua portata, ma a quel ponte erano appese 4 vite contando la sua, e non doveva cedere.
    Ogni singolo osso, ogni singola cellula pareva perdere consistenza, sbocciando come un fiore e perdendo i petali pochi istanti dopo, per poi perire, secco e consunto.
    La tecnica fu finalmente lanciata, i due draghi si scagliarono come proiettili sul guardiano riuscendo a ucciderlo definitivamente.
    Raizen fece in tempo solamente a vedere il piccolo Kubomi strisciare via, stanco ma non ferito, il konohaniano invece crollo definitivamente a terra col corpo fumante e ustionato, era ferito e morente, appassito, ma nonostante tutto c’era riuscito.
    Non era un drago, ma forse dai draghi poteva essere salvato.

    Non vorrete lasciare il lavoro a metà vero?

    Fu un sottile e fugace sussurro, quasi un sospiro per Kubomi, ma alle orecchie di Hikari e Kage le poche parole sarebbero giunte ben distinte.

    Che ha detto? Che ha detto?

    Provò a lagnare Kubomi mentre si avvicinava lentamente a Raizen.

    Non lo so, Hikari, cosa pensi che dovremmo fare?

    Kage guardò Hikari mentre con la mano prendeva Kubomi.

    Il vecchio ha deciso di dargli una possibilità, ha combattuto con noi, e in fin dei conti, ci ha protetto.

    Hikari interruppe Kage.

    Non c’è troppo tempo per pensare, vogliamo salvarlo oppure no?

    Kage, nonostante le parole di Hikari ancora era titubante.

    Effettivamente ha combattuto con noi e per noi si è sacrificato, nonostante sia un puntiglioso rompipalle si è mostrato leale...però

    Intervenne nuovamente Kubomi.

    Blfgh ghhhh!

    Intervenne nuovamente, dopo essersi liberato del dito di Kage.

    Siete ancora indecisi?!? Ci ha salvato! Inoltre papà non vuole che muoia!

    Pare che l’ultima decisione spettasse nuovamente a Kubomi, i due, quasi risvegliati da un insensato torpore presero a muoversi.

    Ve bene, io vado, tieniti pronto.

    Kage e Kubomi sparirono in una nuvola di fumo.

    Sei fortunato umano, nessuno, oltre i draghi, è mai entrato a Amenoukihashi.
    Ma è l’unico modo per salvarti la vita, forse il destino trama veramente per te, e forse mio padre tiene a te, raro esemplare, più di quanto non sembri.


    Poco dopo scomparvero anche loro in uno sbuffo di fumo, anche loro richiamati ad Amenoukihashi, Raizen grazie al sigillo impressogli sulla mano, che ora, come se avesse assolto al suo compito, scomparve.
    I due draghi l’avevano condotto alla loro residenza, lievemente restii e guardinghi, ma dopotutto si attenevano alla volontà del loro capo, portarono il corpo senza coscienza di Raizen al cospetto di uno dei pochi medici che stavano ad Amenoukihashi, o quantomeno dalla figura che più somigliava ad un medico in quel luogo, forse era più corretto definirlo sciamano.

    Devi curarlo Kitoshi-dono


    Dopo che Hikari parlò, da una neonata nube di denso fumo, emerse un vecchio drago, non superava di troppo le dimensioni del drago della luce, ma tra tutte quelle rughe, troppe anche per un rettile come lui, v’era ben più saggezza che in tutto il corpo di Hikari.

    Giovanotto, dovresti sapere il rispetto che ho per la vita, quest’essere umano anche se non appartiene alla nostra specie merita comunque di vivere, non occorre che tu mi dica cosa fare.
    Anche se è conciato parecchio male.


    Il vecchio rettile si chinò su Raizen e prese ad osservarlo.
     
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    Il drago sciamano osservò a lungo raizen, mentre questi, a malapena cosciente, coglieva qua e là degli stralci di conversazione. probabilmente non li avrebbe mai ricordati se nn ci fosse stato il jutsu di hattori a scandagliare la sua mente.
    La pelle è rovinata...ma potrei far qualcosa per gli organi ma con queste ustioni non ce la farà...certo..potrei cercare di accelerarne la guarigione ma...

    Non sembri molto entusiasta...

    Beh, renderebbe la sua pelle rigida e dura...credo che potrebbe anche andare nel breve periodo, ma a lungo andare potrebbe essere doloroso....ma ammetto di non conoscere molto della medicina umana...

    Provaci comunque...

    Mi ci vorrà qualche tempo..forse uno o due giorni...

    Qualche altro flash in mezzo allo stordimento..poi una lieve ripresa...e la pelle che sembrava solcata da profonde cicatrici...

    Il ricordo si faceva poi incredibilmente confuso.. con un ultimo ammonimento da parte dell'occhio disincarnato, che borbottava qualcosa riguardo al dimenticare. Poi più nulla.

    Hattori ritirò la mano, lasciando Raizen un poco stordito. Man mano che il ricordo riprendeva forma, il ninja della foglia sentì un prurito sempre più intenso...fino a un dolore prima sordo, poi lancinante alla pelle, su quasi tutto il corpo!

    Che gli prende?? Chiese Febh, che aveva condiviso la visione grazie ad Hattori. La pelle del chunin si stava ispessendo davanti ai loro occhi, cambiando colore, come se fosse solcata da innumerevoli cicatrici!

    Assurdo... Borbottò lo Yakushi osservando la pelle del foglioso che si faceva chiazzata di cicatrici . E' come se il tuo corpo avesse dimenticato quello che gli era capitato...e ora che ti è tornato in mente si sta adattando...

    Certo però che con tutto quello che avevano passato negli ultimi giorni, un simile evento era quasi di ordinaria amministrazione. Ad ogni modo...il mistero dei due giorni di assenza è svelato. Si, e abbiamo definitivamente capito che non solo se un arrogante bastardo, ma sei pure una calamita per ogni possibile sfiga...quindi vedi di girare al largo d'ora in poi! Sentenziò Febh, con un'espressione mortalmente seria.

    Dopotutto la sfortuna e la morte sono parte integrante del processo chiamato vita. Aggiunse Hattori, funereo.

    Comincio a sospettare che sia una cosa di villaggio...nessuna sorpresa che vi tradiscano... Sbuffò Febh.

    Ma nonostante tutto erano vivi. E stavano tornando a casa per fare finalmente rapporto...magari anche una doccia. E una bella, sana dormita.

    Fujin e i suoi piani erano stati, se non sventati, perlomeno rimandati. Raizen aveva avuto modo di conoscere delle creature dalla potenza incredibile, che anche se per poco, gli avevano fornito il loro aiuto e la loro amicizia. Certo, era tutto finito in un tempo e un mondo diverso, ma era stato qualcosa che doveva averlo aiutato a crescere. Eppure...sulla mano di Raizen, il sigillo che lo legava ai draghi era ancora presente.

    Possibile che avesse ottenuto qualcosa di più che una seconda possibilità?

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    Lentamente la sua mente parve estraniarsi dal suo corpo, come se la sua anima, stanca di quel dolore, abbandonasse la sua prigionia, vedeva soltanto un drago che pareva essere particolarmente anziano parlare con Hikari.
    Parlavano di lui, del suo corpo, era ridotto male, parecchio male, ma il vecchio drago pareva voler provare a curarlo.
    Durante quel procedimento il ricordo parve divenire realtà, il dolore diventava ogni istante più forte, trasformandosi da forte prurito ad un lancinante dolore, pareva che la carne gli venisse staccata via a morsi.
    Cominciò a grattarsi con crescente foga, rapidamente il suo disordinato muoversi si trasformò in una danza autolesionistica che cercava di strapparsi di dosso la pelle.
    Pareva lo fustigassero con una foga inaudita, una tortura assurda e senza senso così dolorosa da eguagliare solamente il momento in cui faceva da ponte al chakra dei due draghi.
    Il suo viso,sereno e ipnotizzato, si trasformò in un primo momento in una maschera di dolore orrenda pochi istanti dopo gli occhi si sgranarono esternando una sorpresa abbastanza grande da sembrare terrore, dopotutto non era uno dei risvegli migliori.
    La sua mano si tese lentamente verso Hattori, spalancata e nervosa.

    Che cazzo mi hai fatto feccia?

    Non ebbe tempo per insultare ulteriormente il suo compaesano, le fitte lo costrinsero a serrare i denti per evitare di urlare.
    Lo sentiva, o gli sembrava di sentire, la sua pelle che si irrigidiva come l’argilla sotto a sole. Sentiva la sua pelle ispessirsi, allo stesso modo in cui la sua mente aveva recuperato i ricordi il suo corpo recuperava il dolore.
    Ecco il rischio che un umano corre a fare ciò che il suo corpo non è destinato a fare.
    Ora, anche se la memoria avesse cancellato quel ricordo, il suo corpo l’avrebbe conservato per sempre, la sua pelle era stata segnata da una miriade di piccole ma precise cicatrici. L’anziano drago aveva fatto un eccellente lavoro dopotutto, nella sua pelle erano rimasti solo i contorni di squame grandi più o meno due centimetri, ricoprivano quasi tutto il suo corpo.
    Era quello il suo rito di passaggio?
    Guardò il sigillo che il grande drago gli aveva impresso sulla mano, si disfò e andò a confondersi con le cicatrici, quasi come se vi si fondesse con esse.
    Si, era un rito di passaggio, e l’aveva superato, era un drago.
    La voce di Febh lo destò definitivamente da quell’amalgama di pensieri e dolore.

    Fanculo Febh, la sfiga si fa sentire solo quando ci sei tu nei paraggi, io ne sarò il recapite, ma tu sei sicuramente lo stramaledetto postino!

    Si alzò sorreggendosi la testa, pareva che gli si potesse staccare dal collo se non l’avesse tenuta in equilibrio.

    Vi odio tutti.

    Non era troppo serio, parlava più che altro il dolore.
    Dopo aver sbattuto varie volte gli occhi si guardò le braccia, le osservò minuziosamente prima di toccarle.
    Ad occhio nudo quei piccoli rilievi erano quasi invisibili, con l’aiuto di una qualche particolare luce del tutto impossibili da osservare, ma le sue dita sentivano alla perfezione le cicatrici, la punizione per aver preteso troppo da se stesso. Fortunatamente, ammenochè non fosse stato sottoposto ad una attenta analisi tattilo-visiva le cicatrici non si sarebbero notate.

    Direi che l’accademia mi deve ben più dei soliti quattro spiccioli.

    Con quelle poche parole si allontanò dal gruppo per recarsi a Castlevania, mentre le ombre lo avvolgevano alzò la mano destra per salutare Febh.

    Dovrei ringraziarti, ma non lo farò.

    Le ombre lo avvolserò del tutto e sparì.
     
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