[Secondo Accesso] West Gate of Sound

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  1. Yami Kaguya
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    Non parlo del fatto che Yami non è il nome che mi è stato dato alla nascita. Quanto che tu sei sicuro che lo uso come inganno. Ma ok, te la dò vinta.

    Non avrebbe mai ammesso di aver sparato una cazzata, quindi decisi di fare l'adulto e lasciargli la palla su quell'argomento. Sulla sua frase successiva però, non c'era molto da dire.

    No, non ti crederei.

    Sperai che il mio sguardo chiarisse, come avessi smesso di credere di poter di nuovo interferire con la sua vita. Se ne era andata per non vedermi, non c'era altro da dire. Se lui voleva parlarne, l'avrebbe fatto con un muro.
    CITAZIONE
    -Sei fortunato Yami...-

    Lo fissai inclinando la testa di lato, prima di rispondere.

    Se io sono fortunato, non mi chiedo gli sfigati che razza di vita fanno.

    C'era un pò di ironia e un pò di irritazione in quelle parole. Ma ero molto suscettibile riguardo agli eventi che mi avevano portato sino al momento in cui vivevo, scelte o conseguenze che fossero. Ad ogni modo decisi di continuare la conversazione in un altra posizione, e lo presi quindi sulle spalle mentre Ys scendeva dalle sue braccia. Poi sentii le sue mani sulle mie spalle, e iniziai a camminare. Ascoltai come Shin avesse ripreso il colore che aveva a Konoha, poi mi scappà una mezza risata quando continuò.

    Mpff...sì, intendevo come immagine, non che tu abbia visto chissà quante persone. E per il resto una certa persona la portavo in braccio anche a 17 anni, quindi immagino si possa dire che non si è mai troppo grandi.

    Il tono era calmo, ma lo sguardo serio. Non andava troppo bene ripescare certi ricordi. Ma sapevo che stando vicino a un bambino collegato a lei, era inevitabile finire a parlarne. Poi proseguii con i discorsi, ma ebbe da obiettare. Ascoltai, prima di replicare a mia volta.

    Credo comunque che quegli occhi c'entrino in qualche modo con i kazekumo. E chi ha un passato sconosciuto non dovrebbe dare troppe cose per certe, non trovi?

    Avevo imparato a mie spese mesi prima, come le certezze non esistano a questo mondo. Tutto si riduceva a un calcolo delle probabilità. Il 100% di probabilità era solo un'illusione.

    Il nero assorbe la luce, quindi su quello posso concordare che possa teoricamente scaldare di più. Se ti piace, meglio.

    Non avevo visto però il nero che mi interessava. Forse non lo avevo fatto irritare abbastanza. Ma per quella sera decisi di lasciarlo in pace. Oltrepassato il cancello, pensai che alla fine l'unico luogo aperto di tutta Oto, poteva essere il Ramen....o andando sul sicuri, il Neko. Ma probabilmente Shin mi avrebbe ucciso se avessi portato quel tipo in un locale simile, anche se solo per prendere qualcosa di caldo. Svoltai quindi verso la zona dove stava la famiglia che aveva adottato Saki, magari anche lui era lì. Di certo dopo che l'aveva chiamata lui a Castlevania, quel cane poteva scordarsi qualsiasi gesto di affetto nei suoi confronti.
    CITAZIONE
    -Io non ho...-

    Sete?

    Mentre parlava un rumore ben riconoscibile provenì da dietro di me, quindi per sdrammatizzare feci quel commento, sorridendo tra me e me quando ammise che dopotutto aveva fame. Poi però proseguì con altri discorsi, dando voce anche a una parte dei miei sospetti. Ma era talmente insopportabile come idea, che la rifiutavo.

    Mpf. Fanno i razzisti loro che vivono in un terreno dove "normalità" è una parola grossa? Idioti.

    Dopo la notte che mi aveva ridato la solitudine, ogni cosa di Castlevania era diventata insopportabile. Dall'amare, ero arrivato a odiare quella terra con tutto me stesso. Nonostante tutte le cose che mi aveva dato, nulla poteva equiparare il fatto che permettesse ai fantasmi di allungare le loro mani sui vivi. Letteralmente.

    E' passato molto tempo da quando quegli occhi d'argento sono considerati portatori di sventura. Almeno 17 anni. Se non li hai mai mostrati troppo, dubito ti schivassero per quello. Di certo sei troppo adulto per i tuoi 10 anni, quello sì. Ma ciò che la gente non comprende, è normale che lo eviti. Per il venir adottato da chi non mi ha dimenticato, credo che stare a Castlevania e non incappare in un Jaku sia come pretendere di non vedere pesci nell'oceano. E ormai saranno sì e no 8 al massimo come famiglia rimanente.

    Poi feci una pausa, pensando. Ricordando ciò che era successo in quei mesi in cui Shin non c'era stata. Il rapimento dei Kabane, e la conoscenza di Hikaru.

    ..Sì, mi spiace. Non nego che sia possibile che io e te possiamo essere legati in qualche modo. Ma trovo insopportabile l'esistenza di uno di loro. Non nego comunque che 10 anni sono tanti. Non sarebbe così assurdo, ma lo trovo improbabile. Scusa se te lo dico, ma cambiare colore a piacimento non è proprio qualcosa di normale. Tranne per i Kazekumo. Il tuo colore inoltre è l'ametista nella normalità. E' possibile che tu appartenga al mio stesso clan. Ma non essendoci maschi Kazekumo che io sappia, è improbabile che tua madre sia una Kabane. E solo le donne del clan, avevano il dovere di procreare. Di maschi con quel compito non ne ho mai sentiti.
    Alla fine quindi, non possiedo la risposta a questa domanda.


    Ripresi a camminare, con un umore decisamente più tetro. Non ce l'avevo con lui. Ma da quel giorno di alcuni mesi fà, il solo pensiero di un Kabane diverso da me mi era insopportabile.
    Ad ogni modo, raggiungemmo presto la casa degli Udon, e là bussai a mio modo. Ovvero un calcio alla porta. Sentii dei rumori all'interno, e un ragazzo dai capelli rossi mi venne ad aprire, con un aria omicida. Mutò un attimo nel vedermi, o forse nel vedere il piccolo sulle mie spalle. Lo fissò a lungo, prima di tornare su di me.

    Hai trovato il tuo fratellino sperduto? Spero la risposta sia sì, altrimenti non riesco a immaginare quale altro cazzo di motivo puoi avere per svegliarmi alle 3 di notte!

    Mi voltai un attimo verso Ryutsuki, poi ancora verso Makoto, con uno sguardo freddo.

    Mi somiglia così tanto? No comunque, è un mio ospite e ha fame, mi serve una cosa calda e non ho la cucina al Palazzo, quindi mi serve una mano. O sei con una donna?

    Se fosse?

    Metti su una musica romantica e chiudi la porta, sò fare da solo se serve.

    Makoto mi fissò un attimo, poi sospirò facendomi cenno di entrare.

    Certo che sei proprio un genio nel parlare di fronte ai bambini. Scusalo, è un animale a volte. Che non toccherà perciò la cucina di mio padre. Aspettami a tavola con il tuo amico, ora ti porto qualcosa.

    Grazie.

    Fu lievemente detto fra i denti come ringraziamento, ma lo fissai con uno sguardo grato. Certa gente aveva parecchia pazienza con me, quando io ormai non aprivo più il cuore a nessuno.

    Che Ramen preferisci?

    Chiesi, sebbene sapessi che doveva essere Makoto a fare simili domande. Ma non disse nulla, quindi immaginai andasse bene.

     
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209 replies since 12/9/2005, 18:09   6874 views
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