[Secondo Accesso] West Gate of Sound

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  1. Yami Kaguya
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    CITAZIONE
    -Scusa onii san... Mi puoi spiegare?-

    Dici che Castlevania è troppo tranquilla. Capisco che a viverci sempre, si finisca per desiderare la quiete o la confusione, a seconda dei casi. Nel mio, Castlevania rappresentava la quiete. Ora non più, quindi ha perso attrattiva. Dicevo semplicemente questo.

    Già, dimenticavo che non poteva sapere proprio tutto, di come consideravo quel posto ora rispetto a un tempo. E comunque, passò subito a nuovi argomenti, eliminando in un secondo il passo avanti che aveva fatto con la gentilezza del Ramen. O almeno era quello che rischiava. Ma d'altronde i bambini non imparano mai le lezioni. Quindi tanto valeva ribattere a mio modo, a se provocava.

    Ti prendi un altro spiedo, con molta probabilità, dato che tua sorella non c'è, e Nikaido è un pò lontana.

    Replica più o meno sincera su cosa l'avrebbe colpito, e quindi rapido sorriso di conclusione, tornando di nuovo al cibo. Seguito a ruota da lui, che si decise finalmente a iniziare a sua volta, visto come iniziavo a sentirmi maleducato quasi, a mangiare da solo. Seguì il suo buffo tirarsi la zappa sui piedi, visto come dalle reazioni sembrava ci avessi azzeccato ogni volta.

    Il mio tipo di sensei ingestibile, è quello che ti allena per farti fare i lavori sporchi. Quindi coraggio, non credo tu sia messo così male.

    Mise su una sorta di broncio, così pensai di parlare di Shin, argomento magari più piacevole. Invece, causai una reazione quantomai strana. Dopo la mia risposta comunque, iniziò a parlare del suo fantomatico "addestramento", forse responsabile di averlo fatto crescere in quella maniera baldanzosa. D'altronde quando gli umani ti sono presentati come punti da colpire per uccidere, supponevo si perdesse un pò di rispetto. Non replicai a quelle parole, sebbene dentro di me il nome che disse, richiamò qualcosa come se l'avessi già sentito. Ma visto come sembrava un mago nel saltare da un discorso all'altro quel giorno, il nuovo tema furono minacce di morte. Bambini...non avevano proprio idea, di cosa volesse dire porre la vendetta ai livelli elevati. Pertanto rimasi in silenzio, limitandomi a ricambiare lo sguardo di quegli occhi coi miei, mentre forse per provare le sue parole, si portava la mia ciotola alle labbra. Frattura...mah. Nemmeno io avevo ancora capito cos'era successo quella volta alla festa o l'altra sera. Il dato di fatto, era che erano finite male. Chiusi quindi gli occhi, evitando lo sguardo del ragazzino mentre guardavo da un'altra parte. Se c'era stato un tempo in cui anch'io cercavo una famiglia come quel ragazzo, dopo averla rifiutata per saldare i conti, sentivo che quelle parole non avevano lo stesso significato.
    Ad ogni modo, altro salto, altro cambio di argomento. Che mi fece spalancare gli occhi, fissando Ryutsuki con uno sguardo veramente vivo da quando era arrivato con quel pranzo improvvisato. I primi pensieri furono un groviglio indecifrabile, che si risolse nel silenzio dentro la mia mente. Secondariamente ci furono i ricordi di come ci fosse stata quell'improvvisa interruzione delle sue tracce sulla neve. Infine, domande, e una irritazione che credevo di aver smesso di provare tempo prima. Solo una certezza, c'era. E sinceramente, mi metteva addosso un umore omicida.

    image
    Chi c'è dietro tutto questo?

    Era ridicolo. Tutta la situazione era talmente palese nella sua costruzione artificiosa, da essere ridicola.

    Qualcuno l'ha aiutata, o vuoi dirmi che si è trascinata sino a casa con la polmonite per poi curarsi da sè? Magari tu?

    Non dovevo avere uno sguardo calmo e tranquillo in quel momento. Anzi, in parte era persino accusatorio contro il ragazzo. La sorella aveva il contratto dei draghi, quindi non sarebbe stato strano che ne avesse mandato uno a prelevare il ragazzino dopo averla accompagnata a casa, per le cure. Restava però, che qualcuno mi doveva delle spiegazioni. E prima di mettere al rogo il suo attendente, volevo vedere la ragazza. E arrivato a quella consapevolezza, i pensieri si fecero più chiari, diventando una sequela di insulti auto-inflitti, e critiche varie. Ma alla fine sapevo quale fosse l'unica domanda che alla fine mi risuonava nella testa.

    ..Dov'è?

    Lo sguardo tornò calmo, mentre mettevo in un angolo l'irritazione e la preoccupazione. Se sapeva che si era ammalata, doveva sapere pure dove si trovasse, con molta probabilità. E in parte mi chiesi se oltre ad essere scappato da Midori, l'avesse fatto anche con lei. Cosa, che poteva cambiare la situazione. Ma che non sarebbe certo bastata a non farmi prendere una pausa dal lavoro, visto come sentissi l'impellente bisogno di parlare di due cosucce con una ragazza indipendentista.
     
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209 replies since 12/9/2005, 18:09   6876 views
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