[Secondo Accesso] West Gate of Sound

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  1. Jyazu
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    West Gate
    La sconfitta di Jyazu Yama



    Il disperato colpo dello Yama non trovò alcun bersaglio, se non il vento. La lama scivolò nell'aria, e Jyazu si ritrovò dall'altra parte della ringhiera. Il tempo sembrò rallentarsi e quello che lo circondava si alterò, dando idea di far durare quell'attimo nel vuoto assoluto per un intera eternità. Gli occhi percorsero l'orizzonte, trovando il suolo che si espandeva a diversi metri sotto di lui: era plausibile morire così? morire per un colpo azzardato, una mossa stupida. Dagli occhi del Genin scoppiò la rabbia, lasciando spazio ad uno sguardo del tutto atono.

    Ma d'improvviso qualcosa lo avvolse, era la lingua incandescente di una delle due lucertole richiamate da Febh, la lingua calda gli bruciò la spalla, corrose la canottiera al fianco e gli strisciò sulla gamba destra, aumentando l'intensità di quelle ferite oramai al limite della sopportazione umana. In un certo senso quel rettile l'aveva salvato dalla morte, per poi lasciarlo nelle grinfie di Febh. Rotolò per terra, lanciato come un sacco di patate a peso morto. Urtò il terreno, scivolò per diversi metri toccando con le spalle contro l'altro lato della ringhiera. A fatica, mentre lo Yakushin gli si avvicinava fece forza con le gambe, aiutandosi con le braccia per tirarsi in piedi, ci mise qualche attimo, ma alla fine s'alzò. Barcollava, le mani tremavano dalle ferite e quel che restava di Jyazu Yama ora s'ergeva contro Febh, in una disperata difesa. Al suo primo colpo cercò di reagire, ma non nè ebbe il tempo e la prontezza necessaria. La scarpata del Jonin lo raggiunse in pieno addome, là, colpì duro, colpì riaprendo completamente i punti che già di per se erano stati messi a dura prova. Il secondo colpo invece non venne nemmeno percepito, se non per il dolore immenso che causò nel corpo di Jyazu; come un fragile stuzzicadenti il ginocchio e la gamba di Jyazu si piegarono in maniera inverosimile all'interno, producendo un sonoro Crock osseo. Scoppiò in un urlo, un urlo di dolore e rabbia.

    « AAAAAAAAAAAARRRHHHGGGGHH »

    La voce di Jyazu Yama si levò dalla cima del Gate in un impeto di forza, mentre allo stesso tempo il suo corpo devastato cadeva, oramai quasi del tutto privo di forze. Ebbe solo l'istinto di frapporre il braccio destro al terreno, per reggersi di quel poco che poteva. Era palese che Febh fosse più forte di lui, ed era lampante che Jyazu Yama fosse stato sconfitto. Ma come poteva accettarlo? In che modo? No.

    Jyazu Yama non avrebbe MAI accettato quella sconfitta.

    Rimase chino sul pavimento, sorretto appena dalle proprie forze. La sconfitta, l'umiliazione bruciava più di ogni altra ferita. sembrò cedere, richiudendosi in un rigoroso e tombale silenzio. I sensi s'affievolirono, e preso i suoni s'ovattarono, alla fine c'erano solo le urla delle guardie, il rumore dei passi di Febh.
    Faticante, lento Jyazu Yama sollevò il capo di poco.

    E gli sputò addosso.
    Sputò verso Febh un grumolo di sangue misto alla propria saliva, uno sputo dispregiativo, carico di odio.

    « .. Io non mi inchino a Nessuno »

    E così la voce di Jyazu Yama uscì dura, rauca. Era tutto quello che gli restava, il proprio carattere, la propria forza d'animo. Jyazu era stato addestrato in base a quel principio, ed era semplicemente così.
    Jyazu Yama non si sarebbe piegato alla debolezza nemmeno davanti alla morte.

    Nemmeno davanti a Febh Yakushi.

    Cercò di tirarsi dritto, ma non ci riuscì. E alla fine rimase piegato sul lato sinistro, appena sorretto dal braccio destro e da quel poco di forza che gli restava in corpo.



     
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