[Primo Accesso] South Gate of Sound

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  1. leopolis
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    Narrazione
    "Pensieri"
    «Dialoghi»


    Quando suonò l'allarme tagliando in due quella notte, ero bello e sistemato a casa mia. Le coperte le avevo tirate ben-bene, i fornelli erano spenti, la TV era pulita e priva di polvere, le finestre erano chiuse e la serata sembrava una di quelle in cui finalmente potevo dedicarmi a qualcosa che meritavo: il riposo. Difatti, prima di andare a dormire avevo fatto tutto il necessario per mettere la casa in ordine, spazzando ovunque e pulendo dalla polvere. Se non lo avessi fatto difficilmente sarei riuscito ad addormentarmi: una sola macchia avrebbe potuto compromettere la qualità del mio sonno. Una volta fatto tutto non mi restava altro da fare che sperare di riposare bene per andare all'indomani alla ricerca dei criminali. Non era propriamente un lavoro, se ve lo state chiedendo, più un hobby: del resto, le mie pulizie non si limitavano mica unicamente alle macchie del grasso in cucina, bensì anche a tutto ciò che riguardava i malviventi di vario genere. Fu rivolto a loro il mio pensiero quando feci l'ultimo sbadiglio, mi misi la maschera da sonno sugli occhi, mi tolsi il cerume dalle orecchie con un bastoncino, mi sistemai il pigiama e la rete per tenere i capelli e mi accovacciai come un'embrione in procinto di addormentarmi. E fu anche in quel momento che ascoltai un lungo e prolungato segnale nel villaggio... Il bello fu che lo sentii nonostante i tappaorecchie. Ora, come potete capire difficilmente sarei riuscito ad addormentarmi mentre c'era quel fastidioso suono dal quale non potevo proprio proteggermi. Il prolungato e fastidioso suono mi portò presto a uno stato di agitazione: mi tolsi subito la rete, la maschera, i tappaorecchie e il pigiama, mettendomi i miei vestiti puliti e profumati, raddrizzati con un ferro da stiro poco prima di andare a dormire, e una volta preso tutto il mio equipaggiamento uscii dalla casa per andare alle mura.

    Perché proprio alle mura? Semplice: c'era Kato ed era proprio Kato che probabilmente avevato fatto partire l'allarme togliendomi dal mio letto. D'altro canto volevo anche sapere perché aveva fatto partire quell'allarme: c'era una minaccia da qualche parte? Sarei arrivato alle mura in pochissimo tempo, quando l'allarme era ancora attivo. E probabilmente avrei trovato Kato lì da qualche parte praticamente subito. Quando l'avrei trovato, mi sarei avvicinato a lui con lo sguardo calmo, anche se un po' stanco e con molta voglia di sapere cosa diavolo era successo.

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    «Hai fatto scattare l'allarme?» - chiesi. - «Ma non vedono alcuna minaccia...» - mi girai a sinistra e a destra senza però vedere alcuna figura minacciosa, né alcun esercito di Kumo che poteva minacciare Oto. - «Che hai visto? Racconta.» - A quel punto avrei atteso che Kato mi spiegasse cos'è che lo aveva portato a far scattare l'allarme e avrei cercato di segnarmi ogni sua singola parola. Del resto, i guardiani non fanno scattare l'allarme a caso, no?


     
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