[Primo Accesso] South Gate of Sound[Free GdR] [Macro GdR]

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    -III-






    Pareva ci fosse poco da fare ormai, per quante parole usasse Febh aveva preso a ribattere con astio ed ironia.
    Era qualcosa che non aveva mai visto nell’amministratore, e contro cui era totalmente disarmato, non aveva modo di provare a Febh la sua fiducia se non confessargli che non ne aveva avuto, per quanto l’amministratore calcasse la mano sul rapporto professionale tra i due era evidente l’esatto opposto, qualcosa era stato rotto e non era qualcosa di piccolo.

    Diogene mi ha ucciso, Febh.

    Non ricordava nemmeno più se già l’aveva messo al corrente della cosa, ma ormai la differenza era poca.

    Era il mio sensei.
    E mi ha ucciso.


    Era forse un attenuante?
    Era un modo per giustificare la sua scarsa fiducia verso il prossimo?
    Poteva esserlo, e ne aveva tutte le ragioni, nessuno dei suoi sensei gli aveva dato la migliore delle percezioni del mondo che lo circondava, se a questo si unisce il suo passato più remoto non era difficile dedurre che la situazione di Raizen era la più naturale delle evoluzioni.
    Se ti cresce un lupo non puoi diventare un cervo.

    Non ricordo se lo sapevi, e nemmeno mi importa.

    Fece una piccola pausa per sottolineare che quello non era il punto della discussione.

    Tu ti senti…

    Non poteva usare il termine “ferito” Febh era orgoglioso, in qualsiasi stato emotivo, meglio dosare anche quella parola sperando che potesse accettare quantomeno quello status emotivo e non rifiutarlo incancrenendosi nel suo rifiuto.

    ...Insultato, ma io cosa potevo fare?
    Per due volte ho cercato di scuoterti senza risultati apparenti, nemmeno una richiesta di approfondimento, l’unico segno che ho visto è stata l’elezione di Diogene a Kage… ma questo mi ha influenzato negativamente?
    NO!
    Perchè in quel momento tu mi hai mostrato una reazione ed io ho creduto in essa ed ho scelto di non nasconderti nulla!
    Io ho rispettato la tua scelta, nell’esatto momento in cui lui è diventato il tuo capo ed il capo di oto ho deciso di venire qui a rivelarti tutto.
    Perchè quando hai detto “sarò io ad occuparmene” mi sono fidato.
    Mi.
    Sono.
    Fidato.
    Quando io ti ho messo in guardia tu mi hai riso in faccia.
    Ma preoccuparmi della sua posizione era ben più che giustificato.
    Muovermi a tua insaputa lo era meno, ma come potevo guardare se l’impressione che davi a me era quello di non volerti muovere tu?
    E l’ho fatto esclusivamente fino a quando TU non mi hai dato certezze.


    Poteva provare a resistere quanto voleva, ma evitare quelle che potevano passare come attenuanti lo costringevano a dare solo un quadro parziale della situazione.

    Ma questo non toglie che io ti abbia fatto un torto ad agire senza metterti al corrente.
    Io non ho detto che tu non sei al livello di Diogene, ne l’ho mai lasciato intendere, anche perché avrei mentito, visto che non lo penso.
    Ho detto e te lo ripeto, che l’impressione che ho avuto è stata che tu non volessi agire, non che non fossi in grado di farlo.


    Scosse la testa all'affermazione di Febh, ciò che diceva non era vero, lui dell’otese si fidava, ma a quanto pareva non era in grado di dimostrarlo, aveva preso quell'atto come la più grande delle offese, come ciò che era in realtà.
    Ma non riusciva a vedere il buono che c’era nell'azione di Raizen, o forse nessuno ci sarebbe riuscito, e probabilmente era vero che era li solo per mettersi l’animo in pace e riscattarsi alla sua stessa vista, quell'azione per lui bastava: Raizen era più che soddisfatto dal comportamento di Raizen.
    Ma il resto del mondo sembrava proprio di no, e la spirale discendente in cui si ficcava ogni volta che cercava di convincere il prossimo a perdonarlo gli dava sempre maggiori problemi.
    Dopo che Febh lo definì incapace di fidarsi di qualcuno non potè far altro che concordare, era quella l’impressione che dava all'esterno, ma cosa poteva fare per cambiarla?
    La mano sulla fronte gli suggerì che il testardo otese stava ancora ragionando, e forse non era un bene, in quelle situazione meno puntini si univano meglio era.
    Restò immobile di fronte a quella rivelazione, pietrificato, sapeva che l’amministratore era stato messo al corrente di qualcosa, e sapeva anche che c’era la probabilità di tendergli una trappola, Hebiko stessa glielo aveva comunicato poco tempo dopo che Febh gli aveva proposto il piano.
    Non dovette sforzarsi a recitare, il tipo di indecisione che ora lo attanagliava e il vuoto che la tristezza portata da quella rivelazione erano molto simili emotivamente parlando, e calarsi in un emozione così vicina a quella provata fu quasi istintivo, naturale.
    Indietreggiò leggermente.

    Tu non sai di cosa parli.
    Qualcuno di me si fida.


    Lo guardava dritto negli occhi.
    Contrariamente a come Febh lo definiva infatti, Raizen aveva ben poco di mammoletta, pochi al suo posto avrebbero trovato prima il coraggio di agire in solitaria e poi di ammettere un proprio errore senza alcun filtro, nella sua vita nessuno l’aveva mai fatto dinnanzi a lui.

    Forse non è merito mio, forse abbiamo fatto entrambi un passo verso l’altro.
    Ma qualcuno di me si fida.
    E questa non è che una prova.


    Inspirò. Ciò che stava per fare era un ulteriore passo rischioso, l’ennesimo, e non sapeva neanche troppo bene quanto l’otese fosse recettivo, ma non avrebbe mollato la presa, non fin quando non l’avesse fatto l’altro.

    So di averti deluso.
    Ma se siamo qua adesso è perché ti fidavi, se questo accade è perché ti fidavi.
    In qualche modo tutto tuo tu credevi in me, ma non ho la più pallida idea di come mostrarti che non hai sbagliato.
    Non ho niente da mostrarti o darti, non ti ho mai nascosto niente se non quello che sono venuto a rivelarti oggi.
    Ho deciso di essere sincero, e l’ho deciso quando ho capito di potermi fidare.
    L’ho capito tardi, ma l’Ho capito.
    Ed è proprio per questo che…


    Era da un pezzo che non affrontava un discorso così pesante, il daimyo fu l’ultimo a metterlo all’angolo in quel modo, ma se possibile la situazione era ancora più complessa, non doveva infatti fronteggiare solamente la delusione di Febh, ma anche se stesso e la sua abitudine a nascondersi dietro a menzogne o mezze verità.
    Avrebbe però potuto dirlo?
    Non lo sapeva, aveva appena distrutto uno dei pochi rapporti che era faticosamente riuscito ad instaurare, e la verità in quel momento l’avrebbe probabilmente portato a distruggerne un secondo… ma doveva tener fede alla verità, che l’otese se ne accorgesse o meno, che si rendesse o meno conto che Raizen gli stava dicendo tutto unicamente perché di sua iniziativa aveva scelto di farlo non importava.
    Avrebbe detto tutto, e forse col tempo si sarebbe accorto che da parte di Raizen, da parte di uno che non si fida di nessuno era forse il gesto più grande che ci si potesse aspettare, perché chiunque abbia mentito più di una volta nella propria vita è consapevole che una singola falla era in grado di far crollare un intera diga.
    Ora la Montagna stava imparando che dietro il crollo di una diga c’era una quantità di fango da smuovere così grande che forse nemmeno lui era in grado di porvi rimedio.

    … nonostante io sapessi della trappola mi sono recato qui.
    Potevo evitarla, potevo coinvolgere una terza persona… un modo avrei trovato, ho avuto il tempo di prepararmi, ma ho deciso che la via che avrei percorso sarebbe stata quella della sincerità.
    Ho voluto essere sincero ed avrei ottenuto di più mentendo, lasciando che tutto rimanesse nell'ombra, aspettando che il tempo cancellasse il mio errore.
    Ancora non sai chi è la talpa, o non ne sei certo, altrimenti mi avresti già fatto pesare quel nome.
    Sento che tentenni, so che hai dei dubbi, so che se adesso mi reputi feccia è perché hai Cambiato opinione.
    So che non vedi il mondo solo di due colori, ma ti stai forzando a farlo.


    Gli restava un ultimo pesantissimo passo da compiere, ma era anche l’unica cosa che gli avrebbe permesso di tracciare una linea.

    Sto mettendo in pericolo tutto ciò che mi resta unicamente perché ho fiducia, perché qualcuno ha scelto di averne in me, mostrandomi che è possibile farlo.
    Non posso dividermi in due… non posso semplicemente staccarmi da qualcosa che reputo orrendo e lasciarlo indietro, devo imparare a conviverci e trasformarlo con il tempo.
    Per quante persone io possa avere attorno non ho potuto scegliere quale parte di me fargli conoscere, ne ho una, ed è schifosamente infame.
    E se non riesco a farti credere che c’è una sfumatura in questo ho fallito miseramente.
    E per impedirlo ti ho dato in pasto l’unico velo che potevo stendere sopra una valle di chiodi per non ferirmi durante il mio cammino: Hebiko.


    Ora Febh aveva più che una certezza: un nome.

    E adesso siamo qui perchè qualcuno si è fidato di ciò che ho scoperto ed ha voluto agire in base a ciò che io gli ho detto.



    riguardo cosa il corvo capisce direi che possiamo parlarne poi in separata sede, per quanto mi riguarda il labiale non è affatto semplice da comprendere, men che meno se non si sa di cosa si parla ed in assenza di abilità apposite.
    mi pare che non sia comunque la prima volta che capita di doverlo sfruttare senza abilità, così se non altro sappiamo a modino i limiti di un simile spionaggio anche per il futuro
     
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