[Primo Accesso] South Gate of Sound[Free GdR] [Macro GdR]

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    -VI-






    Intuito il piano di Febh aveva infine tratto le sue conclusioni, pur consapevole del fatto che non fosse stata raggiunta un intesa ne tantomeno la sua immagine fosse stata riscattata aveva compreso che il primo passo doveva essere lui a farlo.
    Nonostante la proposta così netta, praticamente una sfida, l’otese non raccolse il guanto segno del fatto che per quanto disprezzasse Raizen per le sue dietrologie e la scarsa chiarezza di intenti volta a proteggere il villaggio lui stesso si adoperava in tal senso.
    Purtroppo ciò che voleva era impossibile a prescindere, assentarsi per un intero mese dalla foglia era impensabile, faticava già a lasciare le cose in sospeso quando le missioni occupavano qualche settimana, parlare dei mesi era impossibile.
    Gli si sbiancarono le nocche mentre le unghie gli segnavano i palmi della mano, era impossibile staccarsi completamente dal mantello, poteva appenderlo se si parlava di responsabilità, chiamandosi fuori per risolvere questioni prettamente personali, ma un mese… un mese era impossibile.
    Febh però aveva aperto ad un ulteriore possibilità, tempo dimezzato trattamento raddoppiato.
    Arrivò a tremare talmente i muscoli erano contratti.
    Ma perché?
    Lui poteva realmente accettare di tutto, fortunatamente in pochi sapevano quanto spessa potesse essere la sua pelle, ma cosa significava realmente accettare?
    Accettare voleva dire perdere tutto, Hokage, non Hokage, lui non era li per una questione politica, lui era li per qualcosa di personale e quel trattamento disumano avrebbe definitivamente cancellato l’unica cosa per cui era li: un rapporto umano.
    Se gli occhi di Febh erano velati di delusione quelli di Raizen vennero spenti dalla disillusione, cosa ben diversa dalla cenere con cui si era cosparso il capo appena era arrivato.

    Ci sono scelte impossibili da fare.
    E ne sei consapevole.
    Ci hai pensato, e l’hai fatto nel modo più meschino possibile, quello che mi merito.
    Ma nel farlo hai implicitamente ammesso che alcune cose non si possono separare: Hokage e Raizen.
    Io non potevo separare quel pericolo e la tua volontà di non agire dalla necessità impellente di prendere provvedimenti.
    Posso togliere il coprifronte per questioni personali, e privarmi di qualcosa di ingombrante come la protezione di un villaggio.
    Ma non posso dimenticarmi che devo proteggerlo.
    Non so come funzioni ad Oto, ma la mia figura per Konoha è qualcosa di diverso, non posso allontanarmi da essa per un periodo così lungo.


    Inspirò, lasciando passare lunghi secondi.
    Poco prima non aveva scelto, adesso avrebbe fatto l’esatto opposto: avrebbe scelto entrambi.
    Alzò le dita, ne alzò quattro.

    Quattro giorni.
    Se puoi dimezzare il tempo puoi ridurlo ancora di più a patto di rendere tutto peggiore.
    Usa la fantasia, tagliami, spezzami, spellami… quello che vuoi.
    Potrei anche evitare segni permanenti, ma me li terrò.
    Konoha ne resterà fuori, Oto ne resterà fuori.
    Hebiko ne resterà fuori.
    Villa Yakushi immagino che sia più che fornita in tal senso.


    Normalmente, sarebbe dovuto essere preoccupato, arrabbiato, ma da qualche parte si sarebbe potuta trovare la positività del fare qualcosa di positivo per il bene di qualcuno, Hebiko.
    E quella positività c’era, ma era parecchi metri sotto la consapevolezza che ciò che aveva accettato avrebbe reso irrecuperabile il rapporto con Febh Yakushi.
    Tese una mano verso le porte del villaggio, con un espressione assolutamente atona, consapevole che il primo passo verso di esse sarebbe stata la Fine.

    Fai strada.

     
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