[Primo Accesso] South Gate of Sound[Free GdR] [Macro GdR]

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    Oltre le Alleanze


    -I-






    Il ritorno da Kiri, per il clone, non si sarebbe mai completato, una volta trasmesso il messaggio avrebbe lasciato all’originale il resto, facendo tornare Ou da solo a Konoha per recapitare l’equipaggiamento che fortunatamente non era servito.

    Giornata lunga eh, Ou?

    Oh Raizen, ne ho avuto di peggiori, e poi era da tanto che non volavo serenamente, per voi umani non è il migliore dei periodi lo so bene, ma anche grazie a te, soprattutto al nord, stiamo meglio.
    E non è facile staccarsi dal faro quando lo si desidera.
    È stata una piacevole scampagnata.


    Raizen gli sorrise, dandogli qualche pacca gentile.

    Beh, sarai felice di sapere che potrai stare qui ancora un po' allora, andiamo ad Oto.
    Purtroppo, e lo dico perché temo non sarà facile, ho da chiedere delle scuse.


    Salì sopra Ou mentre inspirava a fondo, quasi dovesse prendere l’ultimo respiro prima di un immersione.

    Oh ragazzo, non di nuovo!
    Quando sei pensieroso è come trasportare un macigno!


    Erano già in volo quando il Re del Nord si lamentò della tensione dell’Hokage.

    Mhhhhh, immagino… Ma la prima volta non è andata bene, e la seconda non so se andrà meglio.
    Tuttavia, se voglio mantenere fede alle mie parole, se voglio che questa cosa dell’accademia abbia un senso, penso di dover essere il primo ad essere sincero.
    In occidente, non mi ricordo chi, se un santone o un profeta, o un dio, una cosa un po' confusa ma sicuramente uno importante disse che solo chi era senza peccato poteva scagliare la prima pietra.
    O qualcosa di simile.
    Beh, diciamo che pur non desiderando scagliare la prima pietra preferirei essere… credibile, se non almeno pulito.


    Il rettile emise un lungo penetrante suono baritono, sembrava il sussurro del vento quando non si sente altro che pensieri.

    È un ragionamento che ha il suo senso… ma non so se lo abbia per tutti.
    Immagino che la ragione per cui andiamo ad Oto riguardi questo tuo senso di giustizia.


    Si…

    Difficile prevedere come reagirà un otese.

    Figurati se devo dirlo a quello più imprevedibile di tutti.

    Il drago scosse la testa, dubbioso.

    Hai qualche tipo di certezza?
    Strategia?
    Insomma, qualcosa più che semplici dubbi.


    Qualche attenuante e niente più.
    Credo che avere una strategia non sia positivo, vorrebbe dire che già io parto col piede sbagliato no?
    Se è una cosa in cui voglio credere voglio farlo con tutto me stesso, se ne dubito ancor prima di averla messa in atto non penso andrei lontano.
    Avere un piano B è la maggiore causa dell’utilizzo dello stesso.
    Se non lo hai fai di tutto perché la prima idea, ciò che desideri realmente, se lo desideri realmente, vada a buon fine.
    Per questo quando sono andato a Kiri avevo un piano B.


    Una leggera scossa, una risata sommessa.

    Mh!
    Probabilmente saresti maggiormente apprezzato se fossi in grado di parlare con qualcuno in questo modo, o se qualcuno fosse in grado di leggere sotto il tuo fare da bullo.
    O …


    E quello era il tono di un rimprovero.

    ...se qualcuno fosse più incline al perdono.
    Perchè mi sembra di capire che adesso è di perdono che necessiti.


    Eh si, ed è questo il problema, è sempre quello il problema quando non sei la prima persona che paga per i suoi errori.

    Giunse alle porte di Oto nel primo pomeriggio e li si fermò, dinnanzi alle mura, certo non aveva un piano B come promesso a se stesso, ma quantomeno doveva supporre che qualcosa andasse storto, ed era meglio che quel qualcosa succedesse all’esterno del villaggio.
    Al contrario di come si era presentato a Kiri non aveva addosso i vestiti ufficiali addosso, il mantello e il cappello erano infatti rimasti al villaggio, come praticamente sempre d’altronde, aveva con se tutto il necessario per una missione, e la sua divisa.

    Buonasera guardiano.

    Se avesse trovato Kato alle mura avrebbe stretto leggermente gli occhi cercando di riportare qualcosa alla mente.

    Kato, giusto?
    Sei stato in missione con uno dei miei shinobi, ho letto di te.
    Sii gentile, comunica a Febh Yakushi che lo attendo qui, digli di venire da solo, ho da riferirgli informazioni riservate.
    Non ho bisogno di accedere al villaggio.


    Comunicato il messaggio si allontanò dalle mura di circa una cinquantina di metri, aspettando lo Yakushi seduto sopra ad un sasso, chiedendo che venisse solo per la stessa ragione per la quale non voleva entrare nel villaggio.
    Lo accolse con un sorriso stanco.

    Ciao Febh.

    Non sapeva decisamente come continuare, decise quindi di non prenderla ne troppo larga ne troppo stretta.

    Sono qui per porgerti le mie scuse, ho fatto un torto a te e ad Oto.

    Non cercò di minimizzare, non era di certo un ottimo inizio quando ci si scusava, ma non chinò nemmeno il capo, sapeva che gesti simili non erano nelle corde di Febh tanto quanto non lo erano nelle sue, avrebbe lasciato fare all'istinto e alla sincerità il necessario, avrebbero pensato loro a muovere il corpo con quei gesti istintivi propri di chi non ha preparato una recita e parla sinceramente, avrebbe parlato sinceramente anche col corpo oltre che con la bocca.
    Iniziò con lo sguardo basso, poi andò a confrontarsi con quello dell'amministratore, nel tentativo di misurare le sue reazioni.

    Ricordi la riunione no?
    Ho detto che credevo nell’alleanza dei villaggi e che fino ad oggi avevo lavorato ben oltre ciò che il mio titolo mi concede per non farla cadere sotto i complotti di nessuno.
    Qualche tempo fa però ho convinto un otese a riferirmi dei movimenti di Diogene e della sua associazione, non di Oto, solamente di Diogene e dei suoi affari in quanto leader di un’associazione intenzionata a sfaldare l’accademia.
    Non è colpa sua, ho fatto leva sul fatto che mi dovesse un favore e sul rapporto che avevo con lui. Inoltre, le informazioni richieste non costituivano un torto al villaggio ma anzi avrebbero permesso di salvarlo da una guerra civile o col resto dell’accademia, scagionandolo.
    Infatti non aveva alcun obbligo a riferirmi niente, i rapporti sarebbero stati spontanei, non obbligati.
    Ciò non toglie però che io glie l'abbia chiesto.
    Al tempo ero da poco uscito dai piani di conquista di Diogene e mi serviva qualcuno all’interno che mi dicesse come si sarebbe mosso rispetto all’accademia, ed hai visto alla Riunione che può essere incontrollabile... invece semplicemente si ritirò.
    Ma ora è Kokage, ora so che posso contare anche sul fatto che lo fermerai se dovesse succedere qualcosa, cosa che non sapevo allora.
    E so, infine, che spiarci non è la strada più giusta, soprattutto ora che i villaggi sembrano avere un minimo di stabilità.
    Non potevo fare altrimenti, non avresti mai creduto a ciò che sapevo su di lui.
    Per quanto possa valere, se puoi ancora credermi, non mi è comunque stato riferito nulla, il tuo otese si è mostrato un buon otese ed un pessimo debitore.
    Ti ho detto tutto questo perché non voglio che sorgano attriti di alcun tipo, potrebbe sembrarti strano, ma è il miglior modo che ho per dare fiducia a qualcuno.
    … scusami Febh.


    Non tese nemmeno la mano, non spettava a lui farlo, non avrebbe preteso un gesto di pace, ma l’avrebbe atteso, sperò non in vano.
    Sperava anche che le ultime parole venissero lette per ciò che erano, una richiesta diretta a Febh come singolo, non come amministratore di un villaggio, ma come amico quale si era dimostrato di essere.
    Nemmeno una singola parola uscita dalla bocca di Raizen era una menzogna, e neanche una mezza verità, questa volta era stato completamente sincero, una cosa che non accadeva da tempo e che avrebbe potuto farglielo rimpiangere per un po' visto che prevedere come Febh l’avrebbe interpretato era praticamente impossibile.
    C’era solo una singola omissione: non aveva ancora detto chi era l’otese in questione.
     
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    Di certo non si poteva dire che i Gate di Oto fossero un posto monotono. Probabilmente, anche se non potevo affermarlo con certezza, ero sicuramente il Guardiano con più lavoro da ottemperare dei quattro Villaggi. Il Gate tra l'altro era proprio fresco di eventi importanti, ultimo dei quali fu quello che coinvolse l'intrusione alle mura di un tizio sconosciuto ma decisamente abile.

    Fino a quel pomeriggio tutto stava filando liscio finché una persona si presentò alle mura. Richiamato dai sottoposti mi presentai sugli spalti. Ancora prima che iniziasse a parlare mi resi conto di chi mi stavo trovando di fronte. A meno che non si trattasse di una Henge l'Hokage in persona si era presentato alle porte di Oto. Ma a differenza della volta precedente il modo in cui approcciò fu molto diverso. Non si presentò con un Hebiko, svenuta, in braccio ma era da solo e se non fosse stato che l'avevo già conosciuto precedentemente l'avrei scambiato per un omaccione, muscoloso e alto.

    Di conseguenza quando si rivolse verso di me pronunciando il mio nome non rimasi sorpreso. Certo, mi chiesi perché fece riferimento ad un certo rapporto, di cui potevo solo supporre l'eventuale origine... infondo ci eravamo già conosciuti in altre circostanze. Comunque non diedi alcun peso a quella affermazione e mi limitai ad annuire, in segno di assenso - Sì, sono Kato Yotsuki. Il Guardiano di Oto. Detto questo credo sia fortunato. Il Jonin Febh Yakushi dovrebbe essere presente al Villaggio. Manderò subito un messaggio. La prego di aspettare. -

    Non feci alcun riferimento di trovarmi davanti all'Hokage. Lo trattai quasi come uno sconosciuto. Infondo lui non si era presentato come tale, e verosimilmente doveva esserci una ragione ben specifica. Di conseguenza mandando uno dei ragazzi delle mura da Febh, prima in Amministrazione o a Palazzo Yakushi, mi premunii di riferire solo poche ma precise parole: - Jonin Febh, una persona è in sua attesa al South Gate. Riferisce di essere a conoscenza di informazioni riservate e vuole parlare solo con lei. - Nel caso avrebbe pure descritto l'aspetto della persona in attesa fuori dalle mura.

    A quel punto avrei aspettato l'arrivo di Febh al Gate e una volta che fosse giunto il Jonin avrei indicato allo Yakushi il Ninja che lo cercava. L'Hokage infatti nel frattempo si era allontanato di un pò di metri. Da parte mia invece, a meno di ordini precisi di Febh, sarei rimasto sugli spalti osservando da distante la scena.


    Chakra: 80/80
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 675
    Velocità: 600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • MÄÂÂÂteru × 1
    • Charkam × 2
    • Kunai × 4
    • Rongusukai × 1
    • Bomba Abbagliante × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 2
    • Cartabomba II × 1
    • Maschera × 1
    • Stivali da combattimento × 1
    • Gambali in Cuoio × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Bolas × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Amplificatore Suoni × 1
    • Sigillo Maledetto del Fulmine × 1

    Note
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    È colpa tua. Ratty

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    Mura di Oto


    Incontri Importanti
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    Era un pomeriggio come tanti a Oto. Pochi giorni prima aveva avuto la sua discussione animata con Tasaki ed era stato poi messo sotto a lavorare come un poveraccio per i giorni a seguire (ma almeno aveva avuto la soddisfazione di spezzargli un dito). Nel tempo libero aveva preso a passeggiare per le strade di Oto (dato che ormai Hebiko conosceva quasi tutti i suoi nascondigli per oziare doveva bighellonare per trovarne di nuovi) e ogni tanto fermava qualche aggressione o qualche tentato omicidio giusto per passare il tempo e per sentire un pò di malfattori gridare di dolore o implorare pietà. Forse quel Tasaki non aveva torto a dire che poteva essere utile qualche ronda per calmare la gente un pò troppo indisciplinata, ma non lo avrebbe ovviamente mai ammesso. Stava giusto per rientrare all'Ufficio Amministrativo quando vide uno dei ninja di guardia alle mura che ne usciva...e apparentemente cercava proprio lui. Qualcuno mi cerca alle mura? E chi? Ma non lo sapeva. Beh, ricordami di dare una o due sberle a Kato per non saper scrivere messaggi più precisi. Bah. Intanto torna in amministrazione e avvisa che non posso fare il turno pomeridiano per improvvisi motivi di massima sicurezza! Gli era appena capitata tra le mani la scusa perfetta per marcare visita al lavoro. La scusa ideale. E la sfruttò con un gran sorriso a trentadue denti.

    Con un sorrisetto soddisfatto lo Yakushi si diresse verso le mura. Non si era nemmeno premunito di portarsi Ssalar, lasciato a torturare con un pò di elettrocuzione uno che voleva vendere organi di gente che teneva in cantina. I prigionieri erano stati armati e i criminali catturati e legati. Con Ssalar a tenerli svegli a forza di scosse, le vittime potevano fare da carnefici per tutto il tempo che volevano. Questa era l'idea di giustizia dell'Amministratore, se non altro. Kato era là. Allora, testone...che è questa faccenda? Disse mentre saliva sulle mura per raggiungere gli spalti dove si trovava il chunin, che si limitò a indicare l'Hokage. Il pivello alle mura e vuole parlarmi? Alzò gli occhi al cielo. Avrà l'ennesimo guaio con cui non sa nemmeno da che parte cominciare per risolverlo e vuole il mio aiuto. Tipico! Sbuffò. Già che sei qui vai dentro e dì a qualcuno di avvisare la Consigliera Dokujita che non posso tornare al turno pomeridiano in ufficio e nemmeno tutti i turni di domani per importanti questioni diplomatiche alle mura. Vai, và. Una volta che hai una scusa è bene usarla appieno, no?

    Con un balzo atterrò a una manciata di metri dal massiccio ninja della Foglia, accorciando poi le distanze con pochi passi. Anche da seduto il bestione era quasi più alto di lui, ma non lo aveva mai impensierito la stazza degli altri...fintanto che erano esseri umani. Ehilà Pivello! Passavi di qui e volevi respirarie aria buona o solo ricordarmi che esistono dei grossi buoi tonti al mondo? L'altro aveva un'aria un pò diversa dal solito comportamento un pò arrogante e un pò indisponente, con punte di insistenza in stile venditore porta-a-porta. Beh, chi è morto? Avrebbe detto incrociando le braccia, salvo poi accogliere con pieno sarcasmo la proposta di scuse dell'altro. A me e a Oto? Pivello sono già venuto a patti col fatto che respiri e parli in mia presenza, già quello è un torto niente male, ma sono magnanimo e ti perdono. Oto accoglie la peggior feccia del continente, quindi penso possa tollerare la tua puzza.

    Il problema era che quello aveva anche qualcosa con cui argomentare le sue parole. Qualcosa che a Febh non sarebbe piaciuto affatto. Riunione? Dici quella cosa barbosa e senza senso, con quella specie di rissa folle nel cortile? Basta uno sguardo storto a farci crollare, figuriamoci i complotti! Sbuffò, poco convinto...salvo poi restare assolutamente immobile e in silenzio, senza nemmeno muovere un muscolo facciale, quando l'Hokage, il leader del Villaggio della Foglia, ammise di aver reclutato una talpa a Oto. Ci furono giustificazioni...ci furono spiegazioni su come la talpa fosse in effetti contro il Mikawa (ma essendo nel mentre diventato Kokage evidentemente la cosa aveva le sue implicazioni) Ascoltò fino alla fine senza interrompere, e per lo Yakushi questo era un discreto indice di serietà. Unito a quello che il Kage aveva detto alla riunione...e unito ad alcune informazioni sentite in passato non sarebbe stato troppo difficile fare due più due...ma in quel preciso momento Febh non collegò quanto sapeva. Forse lo scelse volontariamente: non era quello il problema principale al momento. Gli sarebbe bastato un secondo di calma per capire e unire i puntini...

    Hai finito? Disse con una freddezza che era a un passo dall'Oni. Quindi si avvicinò ulteriormente al kage e si accovacciò, anche se questo implicava che la sua testa era al di sotto di quella dell'altro. Teneva le gambe divaricate e le braccia appoggiate sulle ginocchia, in una posa tipica dei teppisti

    ...in fondo era stato anche questo. Dico...hai finito? Sei venuto qui solo per dirmi questo? Potevi anche risparmiarti la fatica. Ti aspetti davvero fiducia e perdono dopo che mi hai praticamente sputato in faccia? Il suo sguardo tradiva ostilità...ira trattenuta e stento e, forse più di tutto, assoluto disprezzo. Vero disprezzo, quello che ti fa pensare di cancellare del tutto una persona dopo aver smesso di parlarci. Non quello che esprimeva sempre a voce, maltrattando e bullizzando gli altri. Era disprezzo che non ti faceva venir voglia di parlare o avere a che fare con l'altro. Il peggior tipo. In pratica per te quel fetente del mio Kokage era talmente pericoloso da dover chiedere col ricatto e con la carota a un otese di tradire Oto e me. E io non dovevo essere informato...quindi evidentemente io non avevo la tua fiducia. E ora vorresti la mia.

    Avrebbe avvicinato ancora di più il volto a quello di Raizen, con occhi simili a braci sul punto di accendersi, oltre le lenti finte degli occhiali. Facciamo così. Io non ti prendo a calci e non ti ammazzo, Siamo di villaggi ninja diversi...spiarsi tra noi è lecito. Siamo questo in fondo io e te, no? Alleati di due villaggi diversi. Nulla di più. Parole che pesavano come macigni. Quindi puoi anche andare via...il tuo patetico scaricamento di coscienza è finito. Ma non aspettarti nulla da me. Sollevò un dito. Ti chiedo il nome di questa talpa però, se davvero sei così rammaricato. Non cambierà nulla per te, resteremo alleati come prima, e soltanto questo. Hai la mia parola che non lo punirò più di tanto. Una parola che è valida almeno quanto la tua fiducia in me. Impossibile non vedere in quella posa da delinquente e nelle vene del collo tese l'ira repressa a stento dall'occhialuto Yakushi. Quanto alle sue parole...era un test? O una menzogna, in risposta alla menzogna che era stata tenuta in piedi sino a quel momento? Febh non era tipo da prestare attenzione alle attenuanti, quando qualcosa di importante per lui veniva messo in gioco.

    La fiducia era tra queste.


     
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    Non ci volle molto prima che il Jonin Febh giungesse al Gate, dopo averlo cercato per Oto. D’altro canto un ospite illustre aspettava il consigliere del Suono alle porte del Villaggio. Certo c’era da chiedersi perché l’Hokage non avesse voluto interfacciarsi direttamente con il nostro Kokage, e proprio per quel motivo la mia curiosità mi spinse ad azzardare un piano d’azione.

    Quale che fosse stata la motivazione che aveva portato il massimo capo dei Ninja di Konoha così distante dalla Foglia doveva essere sicuramente degna di nota e quando Febh mi chiese di avvisare l’Amministrazione della sua momentanea assenza decisi di sfruttare l’occasione. Nel momento stesso in cui il Jonin balzò verso l’Hokage scesi dagli spalti dalla parte interna del Villaggio, uscendo così dal loro campo di vista, ed eseguii due tecniche. La prima fu la Kage Bushin, così da creare una copia fisica da mandare ad avvisare Hebiko della momentanea assenza dell’unico e vero Consigliere, senza tuttavia specificare motivazioni o dettagli. La copia si sarebbe limitata a riferire quanto detto da Febh-sama, ma diciamo che avrebbe riferito il messaggio con qualche ritardo... Avrebbe raggiunto l'amministrazione senza fretta, camminando lentamente e lasciando così passare almeno una mezz'ora. E comunque subito l'esecuzione della prima tecnica evocai il Maestro. [Il Maestro ]Tsukibotsu - Il Maestro [Evocazioni]
    Il Maestro delle Ombre, Ombra Sfuggente o semplicemente Maestro questo Kuroi è il capo dei Corvi Magici della Foresta di Kuraidesu. Nessuno può affermare di conoscerlo veramente, così come nessuno ha resoconti sul suo passato o sulla sua età... Semplicemente lui è sempre stato presente. Le sue abilità sono segrete e ben pochi ne sono a conoscenza. Il Maestro si può definire l'archetipo perfetto dei Kuroi, agisce sempre nell'ombra per portare avanti oscuri progetti. Nella sua forma umanoide ha dimensioni simile ad un uomo di mezza età, il suo sguardo è tenebroso e scavato da numerose rughe. Nella sua forma corvina la sua altezza non supera i 130 centimetri e la sue dimensioni comunque sono ragguardevoli. [Caratteristiche: +3 Concentrazione -3 Forza] [Conoscenze: Ramo dei Segreti e Ramo Principale]

    Recitazione
    Abile: L'utilizzatore può modulare a piacimento il proprio timbro vocale, riuscendo a parlare come una persona molto più giovane o anziana di lui, del sesso opposto, o impersonando una persona specifica.
    [Da genin in su]

    Tecnica della Trasformazione - Henge no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Capra (1)
    L'utilizzatore può cambiare il proprio aspetto. Le dimensioni possono essere maggiorata o diminuita al massimo del 50% rispetto le proprie dimensioni reali. La trasformazione permette di assumere le caratteristiche tecniche dell'oggetto in cui trasformati oppure ottenere armi naturali se possedute dall'animale trasformato. Le potenzialità devono essere parigrado l'utilizzatore, non è possibile ottenere una protezione fisica e non è possibile ottenere capacità di movimento non possedute dallo shinobi. È possibile applicare questa tecnica anche in combinazione con un altro shinobi, unendo i due in uno stesso aspetto fittizio. Solamente uno dei due shinobi avrà il controllo delle nuove sembianze ma entrambi dovranno pagare il costo di attivazione. Subire un danno pari o superiore a leggera causerà lo scioglimento della tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo:
    (Consumo: Basso)
    [Da genin in su]

    Il Maestro delle Ombre
    Speciale: L'utilizzatore può richiamare tramite la tecnica del richiamo la creatura {Tsukibotsu}. La creatura può essere posta in uno slot da Genin, Chunin o Jonin, aumentando di conseguenza la quantità di competenze di contratto conosciute.
    (Energia Blu: Vitalità 9 leggere | Riserva 12 bassi | Unità 3)
    [Da chunin in su]

    D-Visor [Vario]
    Un visore applicabile all'occhio con visione notturna e una lente capace di ingrandimenti fino a 2.5x. Permette di calcolare la distanza dal bersaglio scattare foto. Può causare Ado.
    Tipo: Supporto - Supporto
    Dimensione: Piccola
    (Potenza: 1 | Durezza: 2)
    [Da chunin in su]

    Notte Eterna
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Pecora, Tigre, Cane, Topo (4)
    L'illusione si attiva se la vittima osserva i sigilli e si trova entro 9 metri dall'utilizzatore. La vittima perderà l'uso della vista, incapace di percepire qualsiasi forma di luce. Abilità legate alla vista sono disattivate. L'efficacia è pari a 60.
    Tipo: Genjutsu - Kanchi
    Sottotipo: Dispercettivo
    (Consumo: Elevato / Mantenimento: Mediobasso)
    [Da jonin in su]


    Ramo dei Segreti [Evocazioni]
    Le potenzialità principali dei Corvi magici stanno e si sviluppano su questo ramo, ovvero quello della persuasione e del raggiro. Fin dalla tenera età i membri dei Kuroi sono addestrati e istruiti nel raggirare gli altri e nel risolvere situazioni in maniere non convenzionali.

    Mutaforma
    Speciale: L'utilizzatore può cambiare a piacimento la propria forma, passando dalla sua forma umana alla forma di corvo. Se utilizzata entro 9 metri dall'avversario causa AdO. Le potenzialità dell'utilizzatore non cambiano, potrà utilizzare armi. La creatura potrà essere evocata in una qualsiasi delle due forme indifferentemente.
    (Richiede Slot Tecnica/Azione)
    [Da genin in su]

    Interrogazione Mentale
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tocco (1)
    L'utilizzatore può interrogare direttamente la mente di una vittima posando una mano sulla sua testa. Può essere utilizzata anche su bersagli incoscienti, riuscendo a comunicare mentalmente. L'utilizzatore vedrà le immagini dei pensieri superficiali della vittima, la quale è consapevole dell'interrogazione. Per mostrare un'immagine diversa dal reale pensiero è necessaria molta concentrazione, uno slot difesa e un consumo pari a medio ogni domanda. Ogni domanda oltre alla prima richiede slot azione/tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Supporto
    Sottotipo: Supporto
    (Consumo: Mediobasso ogni domanda)
    [Da genin in su]

    Simbolo del Pensiero
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Disegno (5)
    Tracciando un sigillo sul corpo della vittima, l'utilizzatore puo' innestare un pensiero nella vittima. Il pensiero puo' essere un'idea, un'ossessione, un obiettivo, una credenza o un ragionamento della lunghezza massima di 10 parole. La vittima crederà che questo pensiero sia proprio e che sia la verità, con tutte le conseguenze del caso. La vittima non si ricorderà dell'esecuzione del fuuinjutsu se eseguito con successo. Può essere eseguito solamente su persone incoscenti o consenzienti.
    Tipo: Fuuinjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Supporto
    (Consumo: Medio)
    [Sigilli Massimi: 1 per grado]
    [Da chunin in su]

    Nemurihane no Jutsu - Tecnica del Sonno delle Piume
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (10)
    L'illusione si attiva in un'area di 21 metri centrata sull'utilizzatore. L'illusione addormenterà fino a 3 persone per ogni grado ninja posseduto. Gli avversari cadranno addormentati dopo un round di forte sonnolenza. Il sonno illusorio dura per 3 ore o finché non rilasciata. Può essere utilizzato anche in combattimento, rinunciando ad un intero round prima di eseguirlo. L'efficacia è pari a 60. Subire danni fa svegliare la vittima.
    Tipo: Genjutsu - Bakkin
    Sottotipo: Debilitante
    (Consumo: Alto)
    [Da chunin in su]

    Genzai: Namakemono - Peccato Capitale: Accidia
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna (7)
    L'illusione si attiva se l'utilizzatore ha una quantità di sangue della vittima e questa è presente entro 12 metri dall'utilizzatore. La vittima diventerà tremendamente pigra: non utilizzerà Taijutsu o tecniche di movimento accelerato, non farà più di uno spostamento a round. Se effettuata un'azione elencata, tutte le statistiche saranno ridotte di 3 tacche per ogni infrazione commessa, fino a un massimo di 9 tacche. L'efficacia è pari a 80.
    Tipo: Genjutsu - Tameshi
    Sottotipo: Dispercettivo
    (Consumo: Alto / Mantenimento: Mediobasso)
    [Da jonin in su]



    Ramo Principale [Evocazioni]
    Buona parte dei Kuroi sono caratterizzati da alcune capacità basilari che esprimono fin dalla nascita. I Corvi infatti si possono ritenere discreti nell'arte del volo ma sono decisamente più abile nel nascondersi e nel rendersi impercettibili alla maggior parte dei Ninja. All'ombra e nel buio infatti agiscono e decretano la sorti delle loro ignare vittime.

    Volo
    Speciale: L'utilizzatore ha le ali e può volare. La velocità degli spostamenti in volo è aumentata di 3 tacche. Se di dimensioni sufficienti può trasportare persone.
    [Da genin in su]

    Investigatore
    Abile: L'utilizzatore è in grado di percepire facilmente rumori trascurabili e discussioni, se effettuati entro il movimento di uno slot azione. Inoltre, l'utilizzatore è in grado di ipotizzare a grandi linee il tempo trascorso dall'abbandono di un oggetto in base al suo calore.
    [Da genin in su]

    Furtività (Intermedia)
    Maestria: L'utilizzatore ottiene +6 alla Furtività, anziché +3.
    (Richiede Furtività (Base))
    [Da chunin in su]

    Movimenti Silenziosi
    Maestria: L'utilizzatore annulla l'udito perfetto avversario se presente, altrimenti ottiene un bonus +3 alla Furtività. Il bonus alla Furtività non è cumulabile con quello concesso da "Movimenti Invisibili" o "Movimenti Inodore".
    [Da chunin in su]

    Percezione (Intermedia)
    Maestria: L'utilizzatore ottiene +6 alla Percezione anziché +3.
    (Richiede Percezione (Base))
    [Da jonin in su]
    Apparve nella sua forma umana e istantamente, senza perdere un secondo, diedi diversi ordini al Corvo: - Tieni d’occhio il tizio vicino al Consigliere Yakushi, fuori dalle mura. Però prima trasformati in me, e limitatati a restare sugli spalti. Se entrambi o uno solo di essi dovessero avvicinarsi di nuovo al Gate scendi subito e pareggiati, fuori dal loro campo di vista. – Annuendo in segno di assenso il Corvo si sarebbe trasformato in me e salendo sugli spalti avrebbe puntato il proprio sguardo, o per meglio dire, il suo D-Visor verso la coppia. Io invece sarei rimasto in basso, a terra. Fuori dalla loro vista.

    Sfruttando il suo visoreD-Visor [Vario]
    Un visore applicabile all'occhio con visione notturna e una lente capace di ingrandimenti fino a 2.5x. Permette di calcolare la distanza dal bersaglio scattare foto. Può causare Ado.
    Tipo: Supporto - Supporto
    Dimensione: Piccola
    (Potenza: 1 | Durezza: 2)
    [Da chunin in su]
    e il suo ingradimento avrebbe cercato in qualunque modo di raccogliere quante più informazioni. I due si trovavano ad una distanza discreta ma l'ingrandimento e la totale assenza di ostacoli avrebbero permesso al Maestro di scoprire più dettagli, almeno in teoria. Magari avrebbe provato a leggere i labiali dei due, se fosse stato possibile, per cogliere i loro discorsi o parte di essi. Inoltre avrebbe scattato in vari momenti diverse fotografie per dimostrare l’avvenuto incontro tra il Consigliere e l’Hokage oppure avrebbe fotografato eventuali scambi di oggetti o comunque qualunque azione degna di nota. Infondo sarebbe stato molto divertente portare in futuro le fotografie eventualmente al Kokage, o chissà a qualche membro di Hayate. Nel mentre il Corvo avrebbe svolto il suo lavoro avrei cercato di trattenere una risata ma con molta fatica, limitandomi a ridere sommessamente.


    - IhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhhIhIhIhIhIhIhIhIh! –



    Chiaramente se la conversazione si fosse interrotta e i due, o anche solo Febh si sarebbe voltato nuovamente verso il Gate, ancora prima che balzasse o si dirigesse verso il Villaggio il Maestro sarebbe sceso dagli spalti il più in fretta possibile pareggiandosi nel momento stesso in cui fosse stato coperto dalle mura e io al contempo con la differenza di qualche secondo avrei aperto personalmente il portone di ingresso, mitigando così al massimo i sospetti.[Nota per Febh e Fenix]Ora non so quanto sia fattibile leggere il labbiale con il Maestro, ma comunque io ci provo lo stesso. Senza contare che temporalmente il Maestro vi osserva quando ormai il discorso è iniziato e già a buon punto. Ma per sportività magari ci mettiamo d'accordo, ammesso sempre che sia possibile capire i vostri discorsi.
    [Nota Edit]Come da chiarimenti off GdR, il Maestro controllerà i vostri movimenti, labiali ecc dal vostro prossimo giro.





    Chakra: 80/80
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 675
    Velocità: 600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • MÄÂÂÂÂteru × 1
    • Charkam × 2
    • Kunai × 4
    • Rongusukai × 1
    • Bomba Abbagliante × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 2
    • Cartabomba II × 1
    • Maschera × 1
    • Stivali da combattimento × 1
    • Gambali in Cuoio × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Bolas × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Amplificatore Suoni × 1
    • Sigillo Maledetto del Fulmine × 1

    Note
    ///




    Edited by ~Cube - 23/1/2020, 14:09
     
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    Reazioni Inaspettate


    -II-






    Quante persone aveva deluso Raizen nella sua vita?
    Quante persone aveva ferito?
    La risposta ad entrambe le domande era una, ma non sarebbe stata troppo importante se di quelle persone non gli fosse importato niente, invece purtroppo per lui, ed anche per loro non era vero.
    Ogni volta, ad ogni delusione si rendeva conto di essere inadatto, Raizen, l’Hokage, era profondamente inadatto se non al ruolo che rivestiva all’interazione umana, era del tutto incapace di creare rapporti solidi e duraturi, le sue incertezze, i suoi dubbi, i suoi sospetti ci mettevano sempre lo zampino.
    Ripeteva fino allo strenuo delle forze ai suoi shinobi che bisognava separare la sfera privata da quella professionale, lo faceva di continuo ad ogni minima occasione… ma quando era stata l’ultima volta che era uscito dalla sfera professionale?
    Da quando era diventato kage si era impegnato a fare l’esatto opposto coinvolgendo le persone a cui più teneva nel suo lavoro, ritrovandosi a nutrire sospetti perché così il suo lavoro andava fatto, perché fino a prova contraria sospettare era sempre lecito e prudente.
    Ed ora, per l’ennesima volta, si ritrovava con un pugno di mosche in mano.
    Non sapeva cosa aspettarsi da Febh, e seppure rimase scottato dalla freddezza con cui questo reagì di certo non ne rimase troppo sorpreso.
    Era difficile comprendere quale parte di lui fosse sorpresa, sapeva di non essere un accademico qualunque per Febh, quando la sua lettera era giunta ad Oto l’amministratore aveva tagliato per dritto il bosco dei sussurri, senza vedere alcun ostacolo tra il villaggio del suono e la foglia.
    Qualsiasi cosa legasse l’otese a Raizen quel giorno aveva lasciato un marchio.
    Ma proprio per via di quelle azioni e delle avventure che avevano condiviso trovava necessario rivelare quelle cose all’otese.
    Per quanto considerasse Febh un amico, fino a quel momento non sapeva quanto lui lo era per l’otese, ed apprenderlo in quel modo non era la cosa migliore, sapere che vali qualcosa per qualcuno proprio nel momento in cui diventi niente è un brutto scherzo del destino, e il destino con Raizen ce l’aveva a morte.
    O semplicemente Raizen ce l’aveva a morte con se stesso e si dava la zappa sui piedi ogni volta che poteva.
    Parlare era l’unica cosa che poteva fare, così inspirò e parlò.

    Febh.

    Era già impegnativo pronunciare quel nome, ed il fatto che l’Otese non avesse fatto altrettanto quando si rivolgeva a lui era sintomo del fatto che se qualcuno doveva smorzare i toni di quella discussione doveva essere lui, da sempre la persona meno adatta a smorzare i toni di una discussione.
    Dentro di lui però una cosa continuava a sovrastare gli altri pensieri: non negare alcuna colpa a qualsiasi costo.

    Ho agito… ho cercato di farlo per qualcosa che va oltre me e te.
    Non era una questione di fiducia, ho semplicemente fatto un errore di valutazione, credevo di essere solo nell’affrontare questa situazione.
    Quando ti accennai di questi problemi non reputai soddisfacenti le tue risposte, mi sembrava che sottovalutavi quelle che per me erano le azioni di uno scriteriato.
    Ho semplicemente creduto che non volessi agire.
    Sono consapevole della tua fedeltà ad Oto, e so che per quanto il nostro legame di fiducia possa essere profondo Oto resterà la tua prima scelta.
    E credevo che il tuo non agire fosse legato a questo, non volevo insultarti insistendo ulteriormente.
    Dopo ho capito che proprio per la stessa ragione se necessario agirai, l’hai detto chiaramente.
    Per quanto io possa impegnarmi, sforzarmi… resto corrotto da ciò che è la mia vita di ninja… per quanto io continui a predicarlo ai miei sottoposti non riesco a dividere il mio cervello in due parti, non riesco a distinguere dove finisce il lavoro e inizia la vita, non riesco ad osservare il mondo senza che gli intrighi e gli inganni subiti in una vita di missioni corrompano ogni cosa su cui il mio sguardo si posi.
    Non sei l’unica persona di cui non mi fido.


    Aveva mantenuto lo sguardo su di lui per tutto il discorso.

    Io non mi fido di nessuno.

    Ma quando pronunciò l’ultima frase, la più grande delle sue colpe i suoi occhi esitarono al suolo.
    Raizen aveva un carattere forte, ma anche una fortezza aveva i suoi punti deboli.
    Rialzò lo sguardo, sostenendo le fiamme di Febh con una solida tranquillità.

    Ma è più corretto parlare al passato.
    Sono qui per un unica ragione.
    Perché a prescindere dalle parole che ci scambiamo in quanto amministratori di due potenze militari gli unici mezzi che abbiamo per abbassare i muri dell’animo, quelli da cui nascono i muri che separano i villaggi, sono esclusivamente questi.
    Sono il peggio del peggio.
    Ma se in un primo momento ti reputavo un buon alleato, poi mi sono tuffato in questa cazzata contraddicendomi, adesso sono qui ad ammettere che ho sbagliato.
    Non mi sto liberando la coscienza.
    Sto dicendo che mi sono reso conto di un torto che ho fatto a te e l’ho ammesso proprio in virtù della fiducia che ripongo in te.


    Inspirò.

    Io non so bene cosa sia l’amicizia, penso che in realtà ciò che abbiamo passato sia la cosa più vicina ad essa che io condivida con qualsiasi altra persona.
    Io… ho sbagliato, e il mio pentimento non riguarda l’aver fallito persino in un rapporto sociale la cui unica richiesta era reciproca fiducia… riguarda il perdere una persona a cui devo molto e ho dato troppo poco.
    Non ti sto chiedendo fiducia, lo so che il mio comportamento non incoraggia… in fin dei conti non mi aspettavo neanche una reazione simile, non so cosa mi aspettavo a dirla tutta, non ti conosco a sufficienza.
    So solo che il mio primo errore è stato tradire un amico, ed ho compreso in questo momento che deluderlo è stato ancora peggio.


    Probabilmente per andare avanti in quello scambio sarebbero dovuti arrivare ad un punto di rottura, di cosa Raizen non lo sapeva, ma in quel frangente “rompere” non era la soluzione, non voleva correre il rischio di rompere, per quanto in quel momento non stesse che raccattando cocci.
    In tutto questo ancora non aveva detto il nome della talpa, non perché volesse nasconderlo, bensì perché era l’unico mezzo che aveva per tenere l’attenzione di Febh su quello scambio di parole che altrimenti probabilmente non avrebbe minimamente considerato.

    La talpa in realtà è parte integrante della ragione per cui son qui

    Difficile dire cosa il Corvo avrebbe capito di tutta quella discussione, il labbiale non era semplice da leggere, pur dando un senso ad ogni movimento delle labbra era difficile azzeccare la giusta combinazione e persino la sillaba stessa, dal punto in cui il corvo stava non era neanche possibile avere una visione continuativa della bocca di Raizen, i tre erano infatti allineati e Febh copriva spesso il suo volto, di certo però le foto avrebbero mostrato chiaramente che tra i due era in atto una discussione. Senza contare che i corvi erano esperti di becchi, non di labbra e volti umani, oppure il maestro aveva approfondite conoscenze che l'avrebbero aiutato?
    Ma era realmente una notizia?
    Qualsiasi guardiano di Konoha avrebbe ricordato di quella volta in cui il jonin del suono era venuto con un occhio nero al gate della foglia ed i due si erano scambiati quattro cazzotti.
     
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    Mura di Oto


    Incontri Importanti
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    L'altro disse il suo nome, e senza cambiare posa l'otese replicò, tagliente e con il peggior tono possibile. Puoi chiamarmi Amministratore Yakushi, Hokage. E schiacciò ogni singola sillaba del titolo dell'altro, quasi stesse calpestando un insetto con il tacco dello stivale. Ah beh, se pensi che agire alle mie spalle e traviare un mio sottoposto sia meno insultante che dirmi in faccia che non credi che possa essere al livello di Diogene allora il problema non è un errore di valutazione. E' che sei fondamentalmente feccia. E non una carogna, Febh sapeva apprezzare le carogne, era la feccia che non sopportava. E non so di che legame di fiducia parli, il nostro è un rapporto puramente istituzionale, Hokage.

    Appunto. Non ti fidi di nessuno. Come i criminali e la feccia della peggior specie. Disse quello che in realtà aveva detto parole non troppo diverse a Hebiko pochi mesi prima. Pensare a lei accese un campanello in testa. Le aveva detto che non si fidava mai...se non di poche persone, scelte. Era stato un altro a dirle che non poteva fidarsi di nessuno...uno che stava anche per ucciderla. Come avesse mal di testa Febh portò una mano alla fronte, cercando di scacciare quel pensiero fastidioso. Lui aveva imparato che la fiducia a volte è possibile, e che ci sono linee che nemmeno una carogna come lui valicherebbe mai. Si fidava di Shinodari, di Yami, di Hebiko...e di pochi altri. In genere questo portava male. Era Kaji a non fidarsi mai...era Kaji a essere feccia, ma lui non esisteva più, anzi, non era mai esistito, e lo mise nuovamente da parte. Non ascoltò realmente ciò che l'altro stava dicendo sulla necessità di cambiare e parlava di qualcosa che forse suonava come una ricerca di perdono, o perlomeno un guardare avanti. Ma lui non gli prestava attenzione, il suo cervello aveva ricollegato la volta in cui aveva deciso che Hebiko meritava la sua fiducia, la sua preziosa e assai poco utilizzata fiducia.

    Allora eri tu... Sibilò, socchiudendo le palpebre sempre a breve distanza dal kage, acquattato. Ancora un pò di tempo e invece che venire qui a confessare come una mammoletta ti avrei scoperto e catturato io. Sibilò ancora, ma era quasi un ringhio, poi piegò le labbra in un sorriso sghembo e cattivo. Cattivo era l'unica descrizione possibile, era il sorriso di uno che si è fatto male e che vuole fare ancora più male agli altri. Tranquillo, non è me che hai deluso, chi ha mai detto che siamo amici, Pivello? Ma voglio raccontarti un segreto. Il sorriso si aprì fino a mostrare i denti. Parevano quelli di un predatore. Tu non ti fidi di nessuno...e di rimando nessuno si fida di te. Sei solo. Poi gli si sarebbe avvicinato all'orecchio. Lei mi ha detto tutto...eravamo daccordo per farti cadere in trappola, sai? Non ha mai voluto aiutarti...l'unica lealtà che ti ha lasciato è stata non dirmi il tuo nome...voleva che lo scoprissi al momento della cattura. Forse quell'ultima frase non sarebbe stata percepibile dal movimento delle labbra vista la posizione, ma il grosso del resto probabilmente sarebbe giunto al maestro, almeno una parola ogni tre.


     
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    Solo Verità


    -III-






    Pareva ci fosse poco da fare ormai, per quante parole usasse Febh aveva preso a ribattere con astio ed ironia.
    Era qualcosa che non aveva mai visto nell’amministratore, e contro cui era totalmente disarmato, non aveva modo di provare a Febh la sua fiducia se non confessargli che non ne aveva avuto, per quanto l’amministratore calcasse la mano sul rapporto professionale tra i due era evidente l’esatto opposto, qualcosa era stato rotto e non era qualcosa di piccolo.

    Diogene mi ha ucciso, Febh.

    Non ricordava nemmeno più se già l’aveva messo al corrente della cosa, ma ormai la differenza era poca.

    Era il mio sensei.
    E mi ha ucciso.


    Era forse un attenuante?
    Era un modo per giustificare la sua scarsa fiducia verso il prossimo?
    Poteva esserlo, e ne aveva tutte le ragioni, nessuno dei suoi sensei gli aveva dato la migliore delle percezioni del mondo che lo circondava, se a questo si unisce il suo passato più remoto non era difficile dedurre che la situazione di Raizen era la più naturale delle evoluzioni.
    Se ti cresce un lupo non puoi diventare un cervo.

    Non ricordo se lo sapevi, e nemmeno mi importa.

    Fece una piccola pausa per sottolineare che quello non era il punto della discussione.

    Tu ti senti…

    Non poteva usare il termine “ferito” Febh era orgoglioso, in qualsiasi stato emotivo, meglio dosare anche quella parola sperando che potesse accettare quantomeno quello status emotivo e non rifiutarlo incancrenendosi nel suo rifiuto.

    ...Insultato, ma io cosa potevo fare?
    Per due volte ho cercato di scuoterti senza risultati apparenti, nemmeno una richiesta di approfondimento, l’unico segno che ho visto è stata l’elezione di Diogene a Kage… ma questo mi ha influenzato negativamente?
    NO!
    Perchè in quel momento tu mi hai mostrato una reazione ed io ho creduto in essa ed ho scelto di non nasconderti nulla!
    Io ho rispettato la tua scelta, nell’esatto momento in cui lui è diventato il tuo capo ed il capo di oto ho deciso di venire qui a rivelarti tutto.
    Perchè quando hai detto “sarò io ad occuparmene” mi sono fidato.
    Mi.
    Sono.
    Fidato.
    Quando io ti ho messo in guardia tu mi hai riso in faccia.
    Ma preoccuparmi della sua posizione era ben più che giustificato.
    Muovermi a tua insaputa lo era meno, ma come potevo guardare se l’impressione che davi a me era quello di non volerti muovere tu?
    E l’ho fatto esclusivamente fino a quando TU non mi hai dato certezze.


    Poteva provare a resistere quanto voleva, ma evitare quelle che potevano passare come attenuanti lo costringevano a dare solo un quadro parziale della situazione.

    Ma questo non toglie che io ti abbia fatto un torto ad agire senza metterti al corrente.
    Io non ho detto che tu non sei al livello di Diogene, ne l’ho mai lasciato intendere, anche perché avrei mentito, visto che non lo penso.
    Ho detto e te lo ripeto, che l’impressione che ho avuto è stata che tu non volessi agire, non che non fossi in grado di farlo.


    Scosse la testa all'affermazione di Febh, ciò che diceva non era vero, lui dell’otese si fidava, ma a quanto pareva non era in grado di dimostrarlo, aveva preso quell'atto come la più grande delle offese, come ciò che era in realtà.
    Ma non riusciva a vedere il buono che c’era nell'azione di Raizen, o forse nessuno ci sarebbe riuscito, e probabilmente era vero che era li solo per mettersi l’animo in pace e riscattarsi alla sua stessa vista, quell'azione per lui bastava: Raizen era più che soddisfatto dal comportamento di Raizen.
    Ma il resto del mondo sembrava proprio di no, e la spirale discendente in cui si ficcava ogni volta che cercava di convincere il prossimo a perdonarlo gli dava sempre maggiori problemi.
    Dopo che Febh lo definì incapace di fidarsi di qualcuno non potè far altro che concordare, era quella l’impressione che dava all'esterno, ma cosa poteva fare per cambiarla?
    La mano sulla fronte gli suggerì che il testardo otese stava ancora ragionando, e forse non era un bene, in quelle situazione meno puntini si univano meglio era.
    Restò immobile di fronte a quella rivelazione, pietrificato, sapeva che l’amministratore era stato messo al corrente di qualcosa, e sapeva anche che c’era la probabilità di tendergli una trappola, Hebiko stessa glielo aveva comunicato poco tempo dopo che Febh gli aveva proposto il piano.
    Non dovette sforzarsi a recitare, il tipo di indecisione che ora lo attanagliava e il vuoto che la tristezza portata da quella rivelazione erano molto simili emotivamente parlando, e calarsi in un emozione così vicina a quella provata fu quasi istintivo, naturale.
    Indietreggiò leggermente.

    Tu non sai di cosa parli.
    Qualcuno di me si fida.


    Lo guardava dritto negli occhi.
    Contrariamente a come Febh lo definiva infatti, Raizen aveva ben poco di mammoletta, pochi al suo posto avrebbero trovato prima il coraggio di agire in solitaria e poi di ammettere un proprio errore senza alcun filtro, nella sua vita nessuno l’aveva mai fatto dinnanzi a lui.

    Forse non è merito mio, forse abbiamo fatto entrambi un passo verso l’altro.
    Ma qualcuno di me si fida.
    E questa non è che una prova.


    Inspirò. Ciò che stava per fare era un ulteriore passo rischioso, l’ennesimo, e non sapeva neanche troppo bene quanto l’otese fosse recettivo, ma non avrebbe mollato la presa, non fin quando non l’avesse fatto l’altro.

    So di averti deluso.
    Ma se siamo qua adesso è perché ti fidavi, se questo accade è perché ti fidavi.
    In qualche modo tutto tuo tu credevi in me, ma non ho la più pallida idea di come mostrarti che non hai sbagliato.
    Non ho niente da mostrarti o darti, non ti ho mai nascosto niente se non quello che sono venuto a rivelarti oggi.
    Ho deciso di essere sincero, e l’ho deciso quando ho capito di potermi fidare.
    L’ho capito tardi, ma l’Ho capito.
    Ed è proprio per questo che…


    Era da un pezzo che non affrontava un discorso così pesante, il daimyo fu l’ultimo a metterlo all’angolo in quel modo, ma se possibile la situazione era ancora più complessa, non doveva infatti fronteggiare solamente la delusione di Febh, ma anche se stesso e la sua abitudine a nascondersi dietro a menzogne o mezze verità.
    Avrebbe però potuto dirlo?
    Non lo sapeva, aveva appena distrutto uno dei pochi rapporti che era faticosamente riuscito ad instaurare, e la verità in quel momento l’avrebbe probabilmente portato a distruggerne un secondo… ma doveva tener fede alla verità, che l’otese se ne accorgesse o meno, che si rendesse o meno conto che Raizen gli stava dicendo tutto unicamente perché di sua iniziativa aveva scelto di farlo non importava.
    Avrebbe detto tutto, e forse col tempo si sarebbe accorto che da parte di Raizen, da parte di uno che non si fida di nessuno era forse il gesto più grande che ci si potesse aspettare, perché chiunque abbia mentito più di una volta nella propria vita è consapevole che una singola falla era in grado di far crollare un intera diga.
    Ora la Montagna stava imparando che dietro il crollo di una diga c’era una quantità di fango da smuovere così grande che forse nemmeno lui era in grado di porvi rimedio.

    … nonostante io sapessi della trappola mi sono recato qui.
    Potevo evitarla, potevo coinvolgere una terza persona… un modo avrei trovato, ho avuto il tempo di prepararmi, ma ho deciso che la via che avrei percorso sarebbe stata quella della sincerità.
    Ho voluto essere sincero ed avrei ottenuto di più mentendo, lasciando che tutto rimanesse nell'ombra, aspettando che il tempo cancellasse il mio errore.
    Ancora non sai chi è la talpa, o non ne sei certo, altrimenti mi avresti già fatto pesare quel nome.
    Sento che tentenni, so che hai dei dubbi, so che se adesso mi reputi feccia è perché hai Cambiato opinione.
    So che non vedi il mondo solo di due colori, ma ti stai forzando a farlo.


    Gli restava un ultimo pesantissimo passo da compiere, ma era anche l’unica cosa che gli avrebbe permesso di tracciare una linea.

    Sto mettendo in pericolo tutto ciò che mi resta unicamente perché ho fiducia, perché qualcuno ha scelto di averne in me, mostrandomi che è possibile farlo.
    Non posso dividermi in due… non posso semplicemente staccarmi da qualcosa che reputo orrendo e lasciarlo indietro, devo imparare a conviverci e trasformarlo con il tempo.
    Per quante persone io possa avere attorno non ho potuto scegliere quale parte di me fargli conoscere, ne ho una, ed è schifosamente infame.
    E se non riesco a farti credere che c’è una sfumatura in questo ho fallito miseramente.
    E per impedirlo ti ho dato in pasto l’unico velo che potevo stendere sopra una valle di chiodi per non ferirmi durante il mio cammino: Hebiko.


    Ora Febh aveva più che una certezza: un nome.

    E adesso siamo qui perchè qualcuno si è fidato di ciò che ho scoperto ed ha voluto agire in base a ciò che io gli ho detto.



    riguardo cosa il corvo capisce direi che possiamo parlarne poi in separata sede, per quanto mi riguarda il labiale non è affatto semplice da comprendere, men che meno se non si sa di cosa si parla ed in assenza di abilità apposite.
    mi pare che non sia comunque la prima volta che capita di doverlo sfruttare senza abilità, così se non altro sappiamo a modino i limiti di un simile spionaggio anche per il futuro
     
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    Mura di Oto


    Incontri Importanti
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    Beh, non ha fatto un grande lavoro nell'ucciderti, visto che sei ancora qui a disturbare. Replicò, assolutamente noncurante di quanto potesse essere il carico emotivo di Raizen nel confessare quell'evento passato: Febh era fondamentalmente egoista e tutt'altro che empatico, al momento era concentrato solo ed esclusivamente sul SUO stato d'animo, mentre quello altrui era irrilevante. E se non importa a te, figurati a me. Se non altro lo ammetteva.

    Ti sei fidato...dopo aver preso provvedimenti per pararti le chiappe nell'ombra. Assolutamente lecito, Hokage, te lo ho già detto. Tra alleati è una cosa naturale, è parte integrante del nostro mestiere, Hokage. Se come amministratore di oto ti ho riso in faccia allora chiedo formalmente scusa, Hokage. Ma so lavare i miei panni sporchi. La cosa era più letterale che metaforica visto il soggetto, ma sorvoliamo, anche perchè l'uso ripetuto del titolo dell'altro, sempre con le sillabe calcate e volutamente separate, era quanto di più affine all'insulto diretto potesse uscire dalle labbra di Febh in quel momento. Era evidente, dai toni, che voleva liberarsi di quella conversazione il prima possibile. E se basta il mio atteggiamento di SEMPRE a farti pensare che non è il caso di darmi fiducia per le cose serie allora è evidente che tra semplici alleati accademici uno prenda contromisure. Perfettamente ragionevole, Hokage. Servono certezze tra alleati, cosa vuoi che sia la parola senza certezze? Poi schioccò le dita, come avesse ricordato qualcosa, ma senza cambiare la dura espressione da teppista in quella posizione accucciata. Ah, giusto, si chiama fiducia, che sciocco. Ma non esiste la fiducia quando si parla di Villaggi. Vero, Hokage?

    Qualcuno? Qualcuno si fida di te? Sicuro che non si fidi invece dell'Hokage? O della tua forza, perchè anche se sei un bue ottuso sei abbastanza forte da cavartela? Il sorriso velenoso dello Yakushi era privo di qualunque compassione. Qualcuno si fida di TE, di Raizen? Indipendentemente dal resto? Trovo difficile crederlo, quando anche le tue spie rivelano tutto ma tengono il tuo nome segreto solo per evitare una guerra? Forse Raizen è morto, mangiato vivo dall'Hokage, sai? E uno non è che può decidere di smettere di essere mangiato....dopo mangiato c'è solo una cosa che può uscire. Per lo Yakushi che raramente era volgare, questa era la cosa più vicina al turpiloquio che potesse utilizzare. Ignorò i commenti sul fatto che Febh stesso si fidava, almeno fino a quel momento.

    E poi Raizen ammise che sapeva della trappola. Febh non rispose immediatamente, ma era evidente che nella sua testa stesse rapidamente processando l'informazione. Se Raizen sapeva allora Hebiko aveva fatto il doppio gioco, una cosa molto pericolosa dopo quello che era accaduto. Pericolosa per lei. Ma furono le parole successive del Kage a indebolire le sue argomentazioni...la cosa più probabile era che Hebiko, sapendo della relazione tra lo Yakushi e Raizen, avesse cercato con tutti i mezzi di evitare il conflitto, e maari voleva organizzare una trappola-nontrappola. La conosceva abbastanza bene da intuire che quello era il suo obiettivo, mentre il tradimento da parte di Raizen era qualcosa di molto più inaspettato e profondo. E perchè mai darti un nome, quando sappiamo benissimo di cosa stiamo parlando? Ha davvero confessato...nel momento in cui ha capito che di te non ci si poteva davvero fidare ha confessato...e ora che so che il mandante sei tu è evidente il motivo per cui ha tenuto il suo nome per sè e accettato di organizzare la trappola. Sibilò. E per chiunque la conosca e si fidi di lei è più che ragionevole capire PERCHE' potrebbe averti detto di aver fatto saltare il banco. Il tuo venire qui ora con il capo cosparso di cenere e senza preparativi non è "voler entrare nella trappola anche se lo sapevi", Hokage. E' solo che sapevi che non saresti sfuggito indenne da essa, anche mettendo in mezzo terze persone...è solo che ti sentivi già talmente feccia da non voler sprofondare ancora di più nel fango. Un giudizio lapidario.

    E alla fine di tutta quella pantomima lui ammise quel nome, e sembrava quasi trionfante pur con quell'espressione da cane bastonato, come se avesse calato la carta vincente dalla sua mano. Ah...Hebiko. Peccato che stessero giocando a scacchi. Quando tutto è perso dai via quel nome così facilmente. Interessante concetto di fiducia,...speravi forse che lo vedessi come un gesto di buona volontà? Un pò inutile dato che sapevo già perfettamente di chi parlavi. Volevi appianare le cose? Arricciò il naso, nemmeno stesse sentendo un cattivo odore. Per te siamo tutti pedine da usare a tuo piacimento, mezzi per evitare di farti male, come hai appena detto. Congratulazioni, Hokage, sei un ottimo leader politico. Si sarebbe sollevato, tornando dritto in piedi. Sicuramente il migliore per questi tempi turbolenti dove essere al sicuro è fondamentale, e nient'altro conta. Sei un Kage eccellente, ma come misero Amministratore non credo di concepire la perfezione di questi giochi politici. Spero avremo altri incontri diplomatici per il bene dei nostri due villaggi, Hokage. Magari con una scorta, la prossima volta. Sai, fidarsi è bene, ma non fidarsi è più nelle tue corde.

    Avrebbe fatto per andarsene, voltandosi e tornando verso le mura. Ti consiglio di trovare uno psicologo se hai ancora questi grandi dubbi su quanto il tuo ruolo ti danneggi. Si può SEMPRE scegliere, Hokage. Io lo faccio. Dopo appena due passi si sarebbe fermato, alzando una mano e voltandosi. Era comparso un sorriso tanto affabile quanto affilato sul suo viso. Voleva ancora fargli male, voleva fargliene molto, molto di più. Ah, mi sono ricordato, magari per il futuro posso darti un consiglio...non so se lo hai già sentito altrove, io lo avevo ascoltato distrattamente ma penso di poterlo ripetere...vediamo... Attese un secondo o due, e poi ripetè parole pronunciate da un uomo qualche tempo prima, e dette proprio all'Hokage:

    Metti da parte l'orgoglio. Anche se sei certo di avere ragione, anche se pensi che la tua sia la scelta migliore, non puoi importi sempre per il comando. Devi delegare e lasciare che scelgano, che sbaglino anche se questo ti danneggia. E supportarli anche se hanno sbagliato, se pensi che siano persone valide.
    E poi devi ascoltarli. Ma non incalzarli con domande per sapere quello che serve a te. Devi sapere quello che a loro serve di dire. Essere rigoroso può darti rispetto, ma anche allontanarti, devi imparare l'equilibrio tra rigore e umanità. Ragionare in termini di benefici e svantaggi è necessario, ma se fai solo quello tanto vale avere degli automi o degli schiavi...come Ozma.


    Quindi il tono velenoso si fece tagliente e seccato. Qui abbiamo finito, Hokage. EHI KATO! Gettò un urlo alle mura. Manda qualcuno a chiamare la Consigliera Dokujita...dille che voglio incontrarla alle Prigioni di Oto. Cosa intendeva fare a Hebiko? Perchè alle prigioni? Ovviamente non avrebbe detto assolutamente nulla a Raizen al riguardo, voleva farlo soffrire.
     
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    Il Fiore Lupo

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    Il Corvo, trasformato nel me originale, si mise sull’attenti quando al termine della conversazione con il duo di Jonin il Consigliere di Oto si rivolse verso quello che reputava Kato. Il Maestro senza proferire parola si limitò ad un cenno vistoso con la mano, in chiaro segno di assenso. E così scendendo dagli spalti, fuori dalla vista della coppia di Ninja, si avvicinò verso di me.

    Mi trovavo con le braccia incrociate, in attesa di sviluppi, e il Maestro mi riportò subito l’ordine che aveva ricevuto da Febh. Ci sarebbe stato tempo e modi diversi per approfondire quanto il corvo aveva raccolto con il suo D-visor e perciò con uno schiocco delle dita pareggiai la creatura e la Kage che si stava dirigendo verso l’amministrazione. Erano passati veramente pochi minuti e sicuramente si trovava ancora in giro a perdere tempo. Di conseguenza evocai un’altra Kage Bushin e questa volta la spedii il più velocemente possibile verso l’amministrazione; il suo compito sarebbe stato semplice: informare Hebiko dell’ordine di Febh Yakushi di ritrovarsi alle Prigioni di Oto, urgentemente. Inoltre se la copia fosse stata interpellata dalla Genin non avrebbe risposto in alcun modo, limitandosi ad aggiungere solo che la sua presenza era stata richiesta urgentemente da Febh e comunque appena riportato il messaggio sarebbe scomparsa in una nuvola di fumo.

    Da parte mia invece, con il me originale, appena mi sarei reso conto della consegna sarei ritornato sugli spalti, in attesa di eventuali sviluppi. Se Febh si fosse avvicinato alle mura avrei dato di ordine di aprire il Gate e avvicinandomi avrei pronunciato giusto due parole: - La Consigliera Dokujita è stata avvisata. Se serve una mano, resto a disposizione. – sì, ero troppo curioso sapere quale era stato lo scambio tra i due, e senz’altro quando si muoveva Febh sfide, problemi e disastri erano praticamente il pane quotidiano. Sarebbe stato interessante partecipare, qualunque cosa avesse avuto in mente il Jonin.




    Chakra: 80/80
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 675
    Velocità: 600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • MÄÂÂÂÂÂteru × 1
    • Charkam × 2
    • Kunai × 4
    • Rongusukai × 1
    • Bomba Abbagliante × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 2
    • Cartabomba II × 1
    • Maschera × 1
    • Stivali da combattimento × 1
    • Gambali in Cuoio × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Bolas × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Amplificatore Suoni × 1
    • Sigillo Maledetto del Fulmine × 1

    Note
    ///


     
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    Guidati da un Destino Avverso


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    Sciacquati la bocca, bastardo.

    Ou percepì distintamente cosa stava per succedere e i peli della criniera gli si drizzarono un secondo neanche fosse tornato alle grandi battaglie di Iwa.
    Qualcosa si era rotto in quel momento, per quanto Raizen potesse essere paziente, o fingere di esserlo, aveva dei limiti

    Raizen controllati, non è il momento di…

    Ma ormai la Prima Fiamma era già in piedi.

    Ou, sii gentile, torna al monte, probabilmente le prenderò io, ma se sarà questo stronzo a prenderle si cercherà la scusa che averti già evocato fosse un vantaggio.
    Ma tieniti pronto, tanto qui sta andando tutto a puttane.


    Prima che il rettile potesse accomiatarsi il colosso lo trattenne con un cenno della mano: stava snodando il coprifronte, con un gesto gentile l’avrebbe poi rimosso e guardato qualche secondo: l’Hokage non era più li, ed il coprifronte volò verso la zampa del drago.

    Porta pure questo, dell’Hokage non c’è più bisogno qui, non è la politica ad essere un problema qui.
    Abbine cura.


    L’ultimo gesto del drago fu una folata di vento gelido, ma ormai la pelle di Raizen era già incendiata dall’ira per essere sensibile a quell’ultima richiesta.

    TU... IO.
    Mi importa meno di zero chi dei due abbia colpe a questo punto, quando le responsabilità chiamano a rispondere è sempre l’ombra di Febh.
    O la sua amaca.
    O qualche suo travestimento ridicolo.
    Tutto per alleggerirsi l’animo, per passare accanto ai rapporti personali leggero e certo di non ferirsi.
    Lo SO che ascolti metà di ciò che dico scegliendo tra quelle parole le migliori da trasformare in una putrida macchinazione che mi vede come genio dell’inganno e del sotterfugio.
    A questo punto non è possibile farti cambiare idea.
    Se qualcosa avanza poi, prendi ciò che ti fa più comodo e lo usi per vendicarti del torto subito.
    Gli esseri umani sbagliano, è sbagliando che crescono, anche se un errore lo subiscono.
    Forse tu hai avuto il privilegio di dimenticare gli errori che ti hanno portato qui, o forse non vuoi semplicemente ricordarli.
    Ma le parole di mio padre… quelle no.
    Non te le concedo, non a te, non adesso.


    Fece un passo avanti mentre il chakra iniziava a vorticargli attorno.

    Non hai nemmeno avuto il coraggio di dirmi cosa sono quelle scariche nere che ti saettano attorno, e lo so che soltanto UNA parte di te non ne è spaventata, perché SO che ci sono DUE Febh.
    Ricordo la prima volta che le ho viste, e mentre tu tendevi le orecchie solo per sputarmi veleno adesso, io nemmeno ho indagato su che diavolo stesse succedendo ASPETTANDO CHE TU AVESSI FIDUCIA E PER UNA VOLTA TU DICESSI QUALCOSA A ME.
    So che scusarsi non basta, bisogna mettere qualcosa sul piatto,e vorrei!
    Ma io non posso offrirti niente perché TU non mi hai mai detto niente più del tuo nome!


    Se non altro una cosa giusta l’aveva fatta: era rimasto fuori da Oto, perché aveva appena impugnato un forcone per punzecchiare uno dei lati del carattere di Febh a lui più sconosciuti.

    Tu ti fidi degli altri solo quando si tratta di loro, magari ti sacrifichi pure, tanto che ti frega, due secondi e se perdi un braccio lo hai di nuovo, ma adesso, il VERO momento di fare una scelta, ORA che hai capito che una persona potrebbe ferirti e che il mondo non è la passeggiata che speri… scappi.
    Fino ad ora è stato semplice, bastava rimboccarsi le maniche ogni tanto, ma arrivati a questo punto sei consapevole che se dai qualcosa potrebbe non tornare indietro, eri convinto che sul tavolo non ci fosse niente di meglio della tua mano bene o male non c’era nulla da perdere, ma dopo il rilancio ti sei accorto che la questione ti costringerebbe a fare un passo verso una totale incognita.
    Come diventare kage, vero?
    C’è sempre il pericolo che la grande influenza di Diogene possa tirare dalla sua parte qualcuno di cui ti fidavi, o che lui stesso ti mostri un lato che il tuo stare a galla nei rapporti umani ti impedisce di vedere adesso, ma che sai esiste.
    Quando è di te che si tratta stai a cuccia, chiuso come una palletta irta di spine a sparare qualche arguta freccetta ogni tanto ed a fare qualche dispettuccio da bambino quando ti senti ferito.
    Non bastasse, sei così profondamente convinto che simili errori si facciano da soli che nemmeno per un secondo hai provato a pensare se tu in tutto questo potevi avere una parte, non dico parte della colpa, ma quantomeno un ruolo!
    Neanche quello… Ora dimmi pure che non aspettavo altro se non scaricarti addosso un po' delle mie colpe, nega ancora.


    Comparve dinnanzi a Febh, a quattro metri buoni da lui, sbarrandogli la strada verso i cancelli del suono.

    Ma non ti permetterà comunque di andare via, Febh.
    Non toccherai Hebiko.
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Mura di Oto


    Incontri Importanti
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    Raizen sbottò mentre lo Yakushi gli dava le spalle, incedendo verso Oto. Quindi Raizen non vide l'espressione dell'Amministratore di Oto che si piegava in un sorriso di assoluto godimento: l'altro aveva abboccato all'esca. Voleva fargli male, voleva che soffrisse perchè pensava fosse la cosa più giusta da fare, e andare a toccare le cose che per lui erano importanti, sporcargliele, era la cosa migliore. Voleva che l'altro smattasse, che reagisse e che facesse qualche idiozia perchè ferito, perchè allora avrebbe anche potuto picchiarlo un pò e sfogarsi, ma con la consapevolezza che l'altro soffriva sia nella mente che nel corpo. Voleva farlo precipitare in quello stesso vortice di amarezza e irritazione in cui era caduto lui stesso pochi minuti prima e che mai e poi mai avrebbe ammesso. Raizen era caduto appieno nella sua trappola, ora doveva solo stuzzicarlo ancora un pò, far partire quel pugno a cui avrebbe poi risposto con altrettanta violenza. La violenza fisica era qualcosa che uno Yakushi sa sopportare benissimo, e sarebbe stata un'utile distrazione.

    Oh, si? Si voltò, dissimulando noia e disinteresse per quella reazione emotiva del massiccio Foglioso. Vederlo ferito sul vivo, invece che contrito, era straordinariamente appagante...anche se con un vago retrogusto di amarezza che però ignorò bellamente. Non mi concedi di ripeterti uno dei pochi consigli sensati che tu abbia mai ricevuto? Aggiunse con una nota di sarcasmo. Temo che tu mi dia troppo credito, non mi serve riformulare nulla per vedere che genere di feccia tu sia. Bugia, ma non approfondiamo, intanto il Kage si era levato il coprifronte, cosa che facilitava le cose da un punto di vista burocratico.

    Certo non si aspettava che invece di venire subito alle mani l'altro partisse al contrattacco emotivo guidato da quell'ira che gli vorticava intorno furiosa almeno quanto il suo chakra. Il sorrisetto sarcastico dello Yakushi si raggelò...tirare in ballo gli Hakai era un punto per Raizen, ma non poteva certo dargliela vinta così facilmente. Anche se era difficile, dato che in realtà lo Yakushi non aveva detto all'altro NEMMENO il nome, per quanto lui fosse convinto del contrario. Febh distolse lo sguardo. Avrebbe voluto borbottare un "non sono affari che ti riguardano", cosa vera peraltro, ma sarebbe andato un pò contro l'intera questione della fiducia su cui si era arroccato fino a quel momento. Quelle sono...una questione di famiglia che non ho ancora capito nemmeno io del tutto. Riuscì a dire a labbra serrate, ma era evidente che aveva perso terreno e determinazione in quello scontro verbale, mentre Raizen ne aveva guadagnati.

    Fortunatamente l'Hokage non continuò su quella linea, perdendo parte del vantaggio mentre riportava l'argomento su questioni a lui più familiari. Scappare? Io? Doveva stare attento a non cedere alle provocazioni, doveva essere LUI a provocare, ma poteva sfruttare quell'irritazione per riportare il discorso dove lui voleva. Prendermi le colpe...del tuo avermi trattato come l'ultimo degli imbecilli convincendo una persona a tradire me e Oto? Febh non si mosse, ricomponendosi rapidamente. Credi davvero che non farei tutto ciò che è possibile per una persona di cui mi fido? Sono più resistente degli altri...e se non capita qualcosa sopravvivrò a tutti quelli che conosco, escluso il mio clan...hai idea di quanto può vivere uno Yakushi? Hai idea di quanto possa essere importante dare la mia fiducia a qualcuno? Cosa comporta sapere che morirà sicuramente prima di me? Molto prima di me, e che non potrò fare nulla per impedirlo? Io scappo solo se è una buona strategia, Hokage, ma non scappo mai dalla vita, io la conosco molto, molto bene. E se faccio una promessa, quella è per sempre...o non sarei nemmeno l'Amministratore, adesso. Lo aveva promesso a Shinodari, una delle persone a cui aveva dato fiducia, e non sarebbe mai tornato sui suoi passi.

    Sollevò una mano, indicandolo, torvo in volto. Ti ho detto che Diogene aveva la mia fiducia, e questo rimane in piedi. Ma tu puoi anche esserti tolto il coprifronte, Raizen Ikigami. Nome e cognome, era rarissimo che usasse il primo...mai il secondo. Era un segno di distacco, di freddezza che in parte sentiva, ma che in larga misura accentuava appositamente per ferire l'altro. Ma non ti libera dalla tua bella coperta da Hokage. Non sono io quello chiuso a riccio, sei tu quello che non ha guardato in faccia niente e nessuno per i suoi fini. Che non ha esitato a usare gli altri. A scappare nelle braccia accoglienti del tuo ruolo di Kage per consolarti col pensiero che tu hai fatto una cosa sbagliata ma che reputavi necessaria, invece di pensare a ciò che era giusto! Essere Kage sarà anche un fardello, ma quanto ti piace annullare il tuo giudizio per essere solo un capo. Fece un passo verso di lui. Mi accusi di fuggire e di evitare le mie responsabilità...ti abbassi fino a questo punto? Avresti potuto confessare e andartene con la coda tra le gambe e invece sei rimasto qui, a insultarmi, sperando che io faccia da capro espiatorio per le tue colpe...non credere di riuscirci, HO-KA-GE.

    Credi che io non abbia fatto il kage per fuggire alle responsabilità? Credi davvero che io sia così stupido? Credi che non mi conosca, Hokage? Che non sappia che non sono assolutamente la persona giusta, e nemmeno quella di cui c'è bisogno?
    Socchiuse gli occhi. Credi davvero che io abbia solo detto che non voglio, e che con due capricci me ne sia tirato fuori? Cosa credi di sapere, Hokage? Pensi che non abbia dovuto pagare un prezzo? Aveva dovuto lottare con la sua stessa vita in palio, contro la capoclan degli Yakushi, pur di poter rinunciare alla carica che la famiglia voleva imporgli. E ora levati dai piedi!

    Fece per voltarsi, ma l'Hokage con la sua tecnica di teletrasporto fu immediatamente davanti a lui, bloccando il passaggio. Febh si aspettava una simile manovra, voleva solo provocarlo ancora un pò, obbligarlo ad attaccare. Poi però Raizen disse qualcosa che invece l'Amministratore non si aspettava, tanto che rimase in silenzio, fissandolo in cagnesco. Con un cenno intimò a Kato e agli altri guardiani di non interferire. I crimini vanno giudicati e puniti, Hokage. Se si fanno eccezioni, allora si è nel torto, si tradisce quello che va "oltre me e oltre te", o sbaglio? Nuovamente quel sorriso velenoso. Non era mai stata sua intenzione punire Hebiko, la convocazione agli Inferi era solo un trucco per far male a Raizen, ma non si aspettava che lui si esponesse così tanto, in barba a tutto. O ora dopo aver tradito la mia fiducia intendi anche tradire il tuo ruolo? Togliersi un coprifronte è solo una sceneggiata teatrale. Io intendo parlare con la mia collega di questa faccenda, alle prigioni di Oto, e non vedo come l'Hokage possa aver voce nella faccenda...non vorrai mica far scoppiare una guerra? Avrebbero potuto giurare che una lingua biforcuta sibilasse tra i denti dello Yakushi.

    Se Raizen non si fosse fatto da parte, tuttavia, ecco che con l'illuminazione del momento Febh avrebbe portato una mano al mento, facendosi pensieroso. Tuttavia... e lasciò qualche istante di silenzio. Di fatto hai confessato che tutta questa faccenda era una tua idea e una tua responsabilità, Hokage. Quindi forse potremmo soprassedere alla spia in questione...se punissimo il mandante. Avrebbe fatto due passi verso di lui. Prenderesti il suo posto? Non come Hokage, ma come Raizen. Un mese di prigionìa a Oto. Hai la mia parola che non cercheremo di estrapolare informazioni su Konoha dalla tua testa, e che tutto ciò che hai ti verrà restituito. In questo modo espierai la colpa di Hebiko, e lei sarà libera come l'aria che respiriamo. Certo...sarebbe una grave violazione delle regole per un Hokage, ma se è Raizen ad accettare il compromesso, Konoha non avrà da ridire. Era una proposta seria. Serissima...evidentemente l'idea di poter torturare Raizen per un mese intero lo allettava, anche se c'era una strana luce negli occhi dello Yakushi...sembrava che l'ombra di amarezza e tristezza che aveva accompagnato il suo distacco e la crudeltà fino a quel momento si fosse dissipata...ma perchè?
     
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    Raizen in realtà non sapeva quanto fosse vera l’affermazione riguardo i Due Febh, lui infatti l’aveva fatta con l’intenzione di marcare la differenza tra il Febh pasticcione e il Febh concentrato, ma forse l’altro aveva inteso qualcosa di leggermente differente quando lui gli rimproverò di avergli detto solamente il suo nome, infatti Raizen si riferiva all’unico nome dell’amministratore che conosceva: Febh Yakushi, cosa che di fatto sottolineava quanto poco ne sapesse di quel personaggio che così tanta fiducia riponeva in lui.
    Pur non essendo a conoscenza di quel dettaglio però aveva fatto breccia e potè notare come quella frase colpì il suo ghigno, congelandolo.
    Non sapeva di preciso cosa fosse andato a colpire, ma colpire le incertezze dell’animo dell’Otese era l’unico modo che aveva per crearsi uno spiraglio tra i suoi aculei.

    Buona scusa.
    Non sai cosa sia quindi la cosa migliore da fare è affrontarla da solo.
    Mi ricorda qualcuno.


    Era inevitabile in quella situazione infatti mettere a paragone i due comportamenti.

    Quella una questione di famiglia?
    Inventatene un’altra, spargifrottole.
    La tua famiglia non c’entra un fico secco, sei l’unico Yakushi a cui ho visto fare quella roba.


    Certo non poteva pensare che ci fosse Un’Altra famiglia, una famiglia vera.
    Secondo lui lo Yakushi in quel momento gli stava mentendo, ma al contrario suo non ne era rimasto ferito, lo faceva arrabbiare, ma solo per una questione di equità, era infatti consapevole che le persone potessero avere dei segreti, ma sembrava che quello che lo Yakushi cercava fosse una specie di duello di scherma in cui solo quello capace di infliggere la morte con un singolo affondo avrebbe vinto.
    Inspirò.

    Diogene della tua fiducia non se ne fa niente, se non usarla contro di te, in modo da tenerti al guinzaglio come cane da guardia.
    Ma se non altro sappiamo che nella tua personalissima classifica sto dietro ad un terrorista… oh scusa, adesso è il Kokage, perdonami.


    Ma la questione Kokage era appena iniziata.

    Dimmelo tu cosa è più comodo fare, prendersi dei rischi, o pagare una volta e per sempre in modo da levarsi il pensiero?
    Sforzati a recuperare un briciolo di onestà intellettuale, un solo, piccolo briciolo.
    Prova a pensare a come mi muovo nelle missioni a come la penso generalmente sulla stragrande maggioranza degli individui con un coprifronte addosso e dimmi: secondo te volevo fare l’Hokage?
    Io?
    Pft!
    Konoha stava diventando una latrina, erano attive due mafie ed una terza su cui stavo lavorando prima che scoppiassero tutti i casini che stanno mettendo a ferro e fuoco il continente è ancora attiva e si occupa di armi.
    Credi di essere l’unico in grado di rendersi conto di che genere di persona è?
    Mi rigiro ancora nel letto pensando a quando per pura vanità ho accecato un kiriano, mentre lui aveva preso al posto mio qualsiasi cosa gli arrivasse addosso.


    Stringeva i denti in quel momento, forzando le mascelle a sufficienza da rendere evidenti i muscoli contratti sotto le guance.

    Non voglio più rifare simili errori.
    Ma devo convivere col mio passato e con le croci che mi costringe a trascinarmi dietro.
    Immaginati consapevole di tutto questo ma comunque costretto ad alzarti ogni singolo giorno e prendere decisioni, sapendo che ciò che ti è successo nel passato può farti mettere il piede in fallo e farti trascinare dietro ben più di ciò che le tue mani possono rimettere apposto.
    Comodo mettersi la coscienza apposto pagando una sola, singola volta.


    Non apportò ulteriori pensieri ed abbandonò il discorso.
    Era giunto alle mura di Oto con le migliori intenzioni, ma non era sciocco e sapeva che tutto poteva andare storto, che avesse potuto perdere una persona a lui cara, che un litigio avrebbe potuto trasformarsi in una scazzottata, magari non di quelle alla morte, ma qualcosa che avrebbe lasciato il segno.
    Aveva persino messo in conto lo scenario peggiore di tutti; sconfinare in uno scontro politico in grado di minare i rapporti tra le due nazioni.
    Era indubbio che Febh sapesse sempre sorprendere e l’ultima proposta ad arrivare gli tolse qualche battito.

    Un… mese?

    Ripeteva le due parole tra se e se scandendole lentamente per immaginare quanto fosse tutto quel tempo, a spaventarlo non erano tanto le prigioni e le torture, aveva discrete esperienze in merito, c’era qualcosa che veniva prima della paura: la delusione.
    Aveva sbagliato, nulla poteva discolparlo, magari avrebbe potuto fare ammenda ma un mese di prigionia, torture forse, era davvero qualcosa che non riusciva a credere, non era solo una mera questione di squilibrio tra colpa e punizione, andava oltre, e lo colpiva in più di un modo, aveva infatti la certezza che l’amministratore sapesse cosa voleva dire stare lontano dal proprio villaggio per un lasso di tempo così prolungato.
    Erano li a pugnalarsi l’un l’altro non perché ci fosse stata una particolare violazione da parte di Raizen ma perché tale violazione minava qualcosa di personale, ed a causa di una ferita era possibile arrivare ad una simile proposta?
    Quanto valevano le parole spese riguardo la fiducia se poi il primo spiraglio di accordo era un mese di prigionia, se si era così ciechi di fronte a ciò che questa poteva causare?
    Aveva davvero senso chiamare una simile ripicca amicizia?
    Seppure ci si impegnasse non riusciva a vedere il nesso tra quella delusione ed una simile punizione, per sua stessa ammissione Febh lo aveva slegato dal suo status di leader della foglia, lo voleva li come Raizen, qualcuno con cui aveva un legame.

    Un mese… Viscida anguilla.

    Avrebbe voluto dire in un primo momento, ma continuare a pensare allo squilibrio tra colpa e pena gli ricordò che tutto sommato Febh in materia aveva una sua visione e seppure stramba non l’aveva mai trovata priva di equilibrio.
    Mosse un passo verso di lui, molto più pesante di una mera minaccia scaturita dalla sola rabbia.
    In quel passo c’era molto di più.

    Io...

    Febh aveva una smodata passione per infliggere sofferenze al prossimo, l’aveva testato nella sua stessa pelle, ma per quanto potessero essere dolorose, faticose o semplicemente fastidiose non aveva mai superato un certo limite.
    C’era una cosa che sapeva per certo: lo Yakushi che conosceva non l’avrebbe mai fatto, quindi perché questo lo stava facendo adesso?
    Una volta separato il problema dalla sua natura politica, una volta dimostrato che l’importante non era punire il traditore del villaggio ma Raizen in quanto singolo cosa restava?

    … non ti credo.

    Quattro semplici parole, ed in quel momento era possibile che Febh riuscisse ad attribuirgli il loro reale significato, normalmente l’avrebbe presa come una sfida, ma a calcare quelle lettere non c’era supponenza bensì l’unica cosa che Raizen era venuto a dar prova di avere: fiducia.
    Aveva sempre fatto fatica ad accettare che a prescindere da quanto e come si scusasse la sua vittima poteva semplicemente decidere di non assolverlo, mettendo inevitabilmente la parola fine a tutto. Era quella la sua paura più grande, non l’errore, o la sofferenza portata dal rimorso ma la Fine.
    L’unica cosa contro la quale era del tutto impotente.
    Dal punto di vista di Raizen le scuse erano un meccanismo complesso e per poter funzionare, per essere produttive in quando volte alla continuazione di un rapporto, necessitavano di una visione condivisa da ambo le parti.
    Tuttavia, raramente la visione che aveva del mondo era condivisa dal prossimo, e non stentava a credere che anche quella non fosse un eccezione.
    Le scuse per lui erano tra i pochi regali per cui ci si aspetta sempre un ritorno, scusarsi per una persona sorretta dal proprio orgoglio come lo era Raizen non era semplice, significava comprendere e accettare il proprio errore ed il dolore da esso causato.
    Per quanto solitamente sembrasse distaccato dai rapporti umani da una densa cortina di supponenza, arroganza ed ironia quando comprendeva il dolore che aveva causato negli altri lo faceva proprio, per lui non c’era niente di peggio che vedere il suo prossimo soffrire inutilmente, ancor meno se a causa sua.
    Per questo faticava a comprendere perché il suo personale purgatorio venisse rifiutato, per quanto autoimposto era reale… ma restava suo e soltanto suo, gli altri non lo vedevano, o forse il metro con cui misurava i sentimenti altrui era quanto di più errato potesse esistere.
    Capire quanto lui stesso fosse vittima dei suoi errori però restava impossibile per chiunque, era totalmente incapace di mostrarlo al prossimo, persino lui riusciva a percepire gli errori nelle sue azioni solo quando si ritrovava dentro al vortice di problemi che queste si portavano dietro.
    Cosa poteva fare quindi una volta finito in quel vicolo cieco?
    Accettare le conseguenze, tutte, quali che fossero.

    Se davvero sei morto dentro però, dovrai prenderti le tue responsabilità.
    O userai la forza per portarmi li dentro, o la userai per passare oltre, di sicuro ne avrai meno per dopo.
    Non userai mezzucci da calcolatore codardo e scaricabarile per poter rabboccare il vuoto che ti senti dentro.


    Qualsiasi cosa ci fosse da fare l’avrebbero fatta in due.



    Edit piccolino picciò, l'ho usato per aggiungere la parte in grassetto:
    O userai la forza per portarmi li dentro, o la userai per passare oltre, di sicuro ne avrai meno per dopo.


    Edited by F e n i x - 12/2/2020, 22:52
     
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    Il Maestro ricevuto l'ordine di avvisare Hebiko stava per voltarsi e per scendere dagli spalti quando la sua attezione fu istantaneamente richiamato da un'azione incosulta dell'Hokage. Il massimo capo della Foglia si telesportò davanti a Febh, quasi in segno di sfida o più difficilmente di minaccia. Fu in quel momento che il Corvo decise di agire per preservare il più possibile la copertura. Scese con la massima velocità verso il basso e limitandosi a indicarmi gli ordini ricevuti dal Jonin del Suono scomparve suggerendomi un attimo prima di pareggiarsi di salire il più velocemente possibile in alto, per valutare personalmente la situazione.

    E così feci, creando prima una copia fisica nel percorso, salii poi sugli spalti e questa volta non ci fu bisogno del Corvo per intuire le parole tra i due. Le parole che andai ad udire furono decisamente incredibili. [Nota percezioni]Percezione Kato: 18

    Sistema di Sorveglianza Avanzato
    Le Mura hanno un valore di percezione pari a 9, che si somma alla Percezione del Guardiano.
    Anzi nemmeno, a pensarci non rimasi più che altro troppo sorpreso. Avevo già espresso i miei dubbi su Hebiko a Febh, già perché si stava parlando di lei... per l'ennesima volta. Questa volta però la situazione appariva comunque surreale... Febh Yakushi stava proponendo all'Hogake di costituirsi per espiare, letteralmente, le colpe di cui si era macchiata Hebiko. Tradimento, forse? Difficile dire, non avevo alcun riferimento e solo con calma avrei analizzato quanto appreso dal Maestro.

    Nuovamente però rimasi incredibilmente deluso. E scorraggiato. Perché il Jonin Yakushi si stava così fermamente ostinando a difendere o comunque coprire Hebiko? Cosa aveva di speciale? Quale era il suo segreto tale per cui riusciva a muovere Jonin di quella esperienza e addirittura costringerli a confrontarsi? [NdR]La patata?
    Lo so, lo avete pensato tutti. Sporcaccioni.
    Fossi stato al posto di Febh avrei distrutto la vita alla consigliera, non difesa. E affermavo queste parole ben consapevole del rischio che stavo io stesso correndo. Ma era giusto così, a prescindere dallo schieramento. Ma il comportamento del Jonin creava un precedente terribile, qualunque fosse stata la colpa di Hebiko costringere l'Hogake a sottomettersi ad Oto, seppur per un mese, era un gesto efferato e personale. Mi venne quindi da chiedermi se non c'era altro sotto, se Hebiko non fosse che una pedina sacrificale in un piano più ampio architettato da Febh.

    E come naturalmente potevo aspettarmi il capo della Foglia rifiutò in maniera netta la proposta del Jonin. Certo, era evidente che dalle sue parole c'erano in mezzo questioni personali, ma d'altro canto lui non stesso non poteva dividersi tra l'essere Hokage e la persona che veramente era. Ormai erano legati. E accettare la prigionia non poteva essere in alcun modo considerato. Ora restava semplicemente da vedere come si sarebbe evoluta.

    In tutto quel gineprario solo una cosa era certa: la copia fisica si sarebbe diretta molto velocemente da Hebiko, mi era stato dato l'ordine da Febh e fino a prova contraria avrei dovuto completarlo. La copia avrebbe avvisato Hebiko di presentarsi alle prigioni, velocemente e urgentemente. Non avrebbe aggiunto alcun genere di dettaglio, se non che l'ordine era stato dato personalmente da Febh. Poi sarebbe scomparsa, probabilmente davanti gli occhi della Genin.






    Chakra: 80/80
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 675
    Velocità: 600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • MÄÂÂÂÂÂÂteru × 1
    • Charkam × 2
    • Kunai × 4
    • Rongusukai × 1
    • Bomba Abbagliante × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 2
    • Cartabomba II × 1
    • Maschera × 1
    • Stivali da combattimento × 1
    • Gambali in Cuoio × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Bolas × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Amplificatore Suoni × 1
    • Sigillo Maledetto del Fulmine × 1

    Note
    ///


     
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    È colpa tua. Ratty

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    Mura di Oto


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    Uno Yakushi...esattamente. In realtà aveva chiesto aiuto a Hoshi, e anche quel Ru Wai o Feng Gu o comecavolosichiamava...ma non aveva chiesto aiuto a Raizen. Come mai? Non era una questione di fiducia mancante, ma forse non pensava che fosse la persona giusta, semplicemente. Difficile dirlo, non aveva perso troppo tempo nell'autoanalisi in passato e certo farlo ora non portava da nessuna parte. Non andò a specificare il fatto che fosse stato adottato dal clan (in realtà era questione di pubblico dominio, al tempo dell'iscrizione in Accademia non aveva cognome) e nemmeno rimarcò l'affermazione sue "due Febh"...che poi quello non era nemmeno il suo vero nome. Raizen poi andò a insistere sulla questione della fiducia al Mikawa, ottenendo però solo uno sguardo sprezzante. Credo che tu fraintenda...non ci sono classifiche. L'Hokage non è nemmeno contemplato nella questione fiducia, è solo un alleato di Oto...per ora. Evitiamo di approfondire sulle offese al mio beneamato imbecille di un Kage, è evidente che sei alterato. Aggiunse fingendo un'aria serafica (tralasciamo che l'aveva insultato lui stesso), con fare palesemente provocatorio.

    Quindi si parlò di ruoli e di scelte, e di come Raizen gli rinfacciasse di essersi tirato fuori dal gioco, ottenendo qualche istante di silenzio da parte dello Yakushi, che tuttavia dopo poco piegò le labbra in un sorriso amaro. E nonostante questo, davanti al caos tu, che pure non ti ritenevi adeguato, e lo sa il cielo quanto tu sia inadeguato alla vita stessa, tanto sei fetente...nonostante sapessi bene chi sei...hai scelto di essere Kage nonostante tutto. Io di fronte al caos ho scelto di non esserlo. Questo fa di te la persona giusta per essere un Kage mentre io non lo sono, e non lo sarò mai. Per certi versi, sebbene ammesso con amarezza, quello era il frutto di un reale ragionamento, e praticamente un complimento per l'Ikigami, forse il primo che riceveva e che lo riconosceva come Kage degno di questo nome, al netto di tutti i difetti. Persino lo Yakushi rimase qualche secondo zitto, realizzando che era quello che realmente pensava. E la cosa lo fece sbuffare, ancor più irritato. Ma questo non cambia il fatto che il Kage vince sull'uomo, e quindi rimane corretto parlare solo al Kage. Concluse sprezzante.

    Un mese mi sembra il minimo...se vuoi posso dimezzare la durata ma raddoppiare il trattamento di favore. Replicò sarcastico, con le braccia conserte. Non aveva urlato la sua proposta, ma nemmeno si era premurato di dirla sottovoce: un Guardiano con orecchie abbastanza acute avrebbe probabilmente sentito, anche se forse non avrebbe capito appieno la risposta dell'Hokage o le informazioni successive. Anguilla? Oh, puoi pure chiamarmi Schifosa Carogna...è uno dei miei titoli preferiti. Aggiunse con aria divertita, mentre l'altro metteva ogni cosa al suo posto, in un evidentemente frenetico ragionamento.Tu...? Gli fece eco, in attesa di una risposta, solo per trovarsi nuovamente davanti a qualcosa che non si aspettava...Raizen aveva mangiato la foglia, fiutando la trappola, che trappola non era ma piuttosto un test. Fino a quel momento lo Yakushi aveva messo in dubbio le buone intenzioni di quelle scuse, lo aveva detto chiaramente: non gli importava dell'operato di un Hokage, quello era ragionevole e prevedibile. Era l'operato di Raizen, di un amico, quello che metteva in dubbio. Se il Kage aveva mangiato l'uomo, allora le scuse erano del Kage e di quelle non se ne faceva niente, e sebbene ferito, sebbene desideroso di vendetta, non poteva reagire contro un Kage che aveva agito secondo il suo ruolo. Ma un Amico, quello poteva odiarlo, poteva volergli far male, poteva vendicarsi in qualche modo...e poteva anche ascoltarlo e capire, ma solo se era l'uomo a parlare, non il leader. Vedere Raizen che si metteva in gioco cercando persino lo scontro pur di preservare Hebiko (che di fatto era al sicuro, non le avrebbe mai fatto nulla in quanto rea confessa prima ancora di aver compiuto atti di tradimento, oltre che persona di sua fiducia) era stato un barlume di speranza: se Raizen poteva mettere da parte l'Hokage allora poteva essere anche perdonato, ma non senza qualche malizioso colpo basso tipo tre giorni in galera a pane e acqua, e qualche sevizia psicologica.

    Però l'Hokage conosceva abbastanza Febh da fiutare la trappola ed evitare la scelta dell'orco che gli veniva offerta, prendendo la strada laterale e sempre possibile: non scegliere. L'Amministratore lo guardò con un'ombra di delusione. Non si era rifiutato perchè Kage, e non aveva accettato perchè uomo. Aveva rifiutato l'intera questione. Se attaccassi l'Hokage per incarcerarlo Konoha reagirebbe nel peggiore dei modi. Non sono stupido. E non intendo metterti in prigione se non per tua libera scelta. Mormorò. Quanto al superarti...credi davvero che potresti impedirmi di rientrare a Oto se lo volessi? E anche se ti superassi che faresti? L'Hokage attaccherebbe Oto per inseguire l'Amministratore e impedirgli di parlare con l'altra Consigliera? Avrebbe fatto pochi passi, per stare a breve distanza dal massiccio shinobi della Foglia. Quello si sarebbe qualcosa che marchierebbe Konoha per gli anni a venire...quanto ai mezzucci per colmare il vuoto...sicuro che stai parlando a me? O parli con te stesso, Ho-ka-ge? Ancora una volta, forse l'ultima di quella conversazione, scandì lentamente e provocatoriamente quelle sillabe.


    Edited by Febh - 14/2/2020, 23:57
     
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    -VI-






    Intuito il piano di Febh aveva infine tratto le sue conclusioni, pur consapevole del fatto che non fosse stata raggiunta un intesa ne tantomeno la sua immagine fosse stata riscattata aveva compreso che il primo passo doveva essere lui a farlo.
    Nonostante la proposta così netta, praticamente una sfida, l’otese non raccolse il guanto segno del fatto che per quanto disprezzasse Raizen per le sue dietrologie e la scarsa chiarezza di intenti volta a proteggere il villaggio lui stesso si adoperava in tal senso.
    Purtroppo ciò che voleva era impossibile a prescindere, assentarsi per un intero mese dalla foglia era impensabile, faticava già a lasciare le cose in sospeso quando le missioni occupavano qualche settimana, parlare dei mesi era impossibile.
    Gli si sbiancarono le nocche mentre le unghie gli segnavano i palmi della mano, era impossibile staccarsi completamente dal mantello, poteva appenderlo se si parlava di responsabilità, chiamandosi fuori per risolvere questioni prettamente personali, ma un mese… un mese era impossibile.
    Febh però aveva aperto ad un ulteriore possibilità, tempo dimezzato trattamento raddoppiato.
    Arrivò a tremare talmente i muscoli erano contratti.
    Ma perché?
    Lui poteva realmente accettare di tutto, fortunatamente in pochi sapevano quanto spessa potesse essere la sua pelle, ma cosa significava realmente accettare?
    Accettare voleva dire perdere tutto, Hokage, non Hokage, lui non era li per una questione politica, lui era li per qualcosa di personale e quel trattamento disumano avrebbe definitivamente cancellato l’unica cosa per cui era li: un rapporto umano.
    Se gli occhi di Febh erano velati di delusione quelli di Raizen vennero spenti dalla disillusione, cosa ben diversa dalla cenere con cui si era cosparso il capo appena era arrivato.

    Ci sono scelte impossibili da fare.
    E ne sei consapevole.
    Ci hai pensato, e l’hai fatto nel modo più meschino possibile, quello che mi merito.
    Ma nel farlo hai implicitamente ammesso che alcune cose non si possono separare: Hokage e Raizen.
    Io non potevo separare quel pericolo e la tua volontà di non agire dalla necessità impellente di prendere provvedimenti.
    Posso togliere il coprifronte per questioni personali, e privarmi di qualcosa di ingombrante come la protezione di un villaggio.
    Ma non posso dimenticarmi che devo proteggerlo.
    Non so come funzioni ad Oto, ma la mia figura per Konoha è qualcosa di diverso, non posso allontanarmi da essa per un periodo così lungo.


    Inspirò, lasciando passare lunghi secondi.
    Poco prima non aveva scelto, adesso avrebbe fatto l’esatto opposto: avrebbe scelto entrambi.
    Alzò le dita, ne alzò quattro.

    Quattro giorni.
    Se puoi dimezzare il tempo puoi ridurlo ancora di più a patto di rendere tutto peggiore.
    Usa la fantasia, tagliami, spezzami, spellami… quello che vuoi.
    Potrei anche evitare segni permanenti, ma me li terrò.
    Konoha ne resterà fuori, Oto ne resterà fuori.
    Hebiko ne resterà fuori.
    Villa Yakushi immagino che sia più che fornita in tal senso.


    Normalmente, sarebbe dovuto essere preoccupato, arrabbiato, ma da qualche parte si sarebbe potuta trovare la positività del fare qualcosa di positivo per il bene di qualcuno, Hebiko.
    E quella positività c’era, ma era parecchi metri sotto la consapevolezza che ciò che aveva accettato avrebbe reso irrecuperabile il rapporto con Febh Yakushi.
    Tese una mano verso le porte del villaggio, con un espressione assolutamente atona, consapevole che il primo passo verso di esse sarebbe stata la Fine.

    Fai strada.

     
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