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Zora, un nome che mai avevo prima sentito. Eppure l’arte che ebbe modo di mostrarmi fu decisamente singolare e… in un certo senso affascinante: la capacità di dar vita a dei tatuaggi, a dell’inchiostro. Osservando il volo dei due uccelli sorrisi, sorpreso: - Di certo questa è un’abilità molto interessante. E di sicuro attirerà l’attenzione del mio Maestro. –
Prendendo in mano i due rotoli, che contenevano l’equipaggiamento di quel Ronin, rimasi in silenzio qualche istante per poi intervenire: - Mi hai convinto, Zora, e hai ragione: sarà lui a valutarti. Con il beneficio del dubbio ti farò entrare ad Oto ma ti scorterò personalmente dal Vecchio, così lo chiamo il mio Maestro. Egli è un affiliato del Clan Yotsuki e come tale dovrai trattarlo con il massimo rispetto. – Ma prima che Zora fosse avanzato di un solo passo avrei alzato un dito: - Tuttavia prova solo anche a comportati illegalmente all’interno delle mura del Suono e la punizione che riceverai sarà pesante. Ad Oto l’indulgenza è una virtù sconosciuta. Seguimi. –
E così con un gesto della mano avrei dato ordine alle guardie di aprire il North Gate. Zora avrebbe presto conosciuto Oto e i suoi abitanti.SPOILER (clicca per visualizzare)Direi che per questo topic abbiamo concluso! Restiamo in attesa di novità da parte di Febh. -
.Le risposte della volpe lo lasciarono disorientato, con più dubbi che risposte, ma quantomeno qualcosa su cui riflettere, più o meno come il vecchietto che disse che la tribù si nutriva di roccia.
Mh, magari ne ricavano sostentamento, usandola come filtro per riuscire a ripristinare il chakra più che privarsi del cibo, per quanto possano essere particolari, se umani, dovranno riempire lo stomaco in qualche modo, penso.
Pensava, ma come per il resto da li ad una certezza ci stava parecchio mare da navigare.
Capisco.
Ma mi scusi, agire per lei, con il nobile intento di aiutarla non sarebbe stato meglio che agire unicamente per qualcosa di necessario a me se è la purezza ciò che serve?
Mentire non credo sia l’idea migliore, caricarmi di risentimento con metodi di approccio discutibili ancora meno.
Ma forse posso darle una speranza.
Gli indigeni all’interno della montagna penso abbiano un legame con la roccia azzurra, un legame profondo, ho motivo di credere che innestandola nel corpo siano in grado di usarla per sostentarsi, ma non penso basti solo il contatto, penso che qualcosa faccia loro da medium, un qualche tipo di entità spirituale forse.
Ma devo essere onesto, questo posto non è terreno per chiunque, ancor meno con informazioni così scarse, farei fatica a commissionare una missione a qualcuno.
Disse con sincerità.
Ci volle qualche ora di attesa, durante la quale la sua riserva non avrebbe minimamente accennato a ripristinarsi prima che la porta venne divelta da una maschera di sangue che si portava dietro Hebiko, o ciò che ne restava.
Ma che cazzo…
Pochi passi e fu addosso ai due, inutilmente.
Cosa è successo?
Una domanda di rito mentre tentava di valutare la situazione, decisamente grave per Hebiko.
Bravo, Dorian.
Vedo che sai badare a te stesso.
Complimenti.
In quell’ultima parola c’era un rancore così freddo che avrebbe fatto ricordare all’otese vanesio che Raizen gli aveva fatto monito che qualsiasi graffio di troppo su Hebiko gli sarebbe stato addebitato, ma non era decisamente il momento di mettersi a saldare il conto, anche perché, c’era da dirlo, per quanto la Montagna fosse un Kage assai atipico per gli standard konohaniani, infierire su qualcuno ridotto in quello stato non era certo da lui.
Ho con me un tonico, richiuderà le sue ferite, e un altro gli farà recuperare l’eventuale sangue perso, insieme ai suoi dovrebbero ristabilirlo, posso darglielo adesso oppure la cosa potrebbe avere effetti indesiderati in questo ambiente, Kira san?
I suoi tonici cosa sono?
Se avesse ricevuto conferme avrebbe dato i tonici a Dorian mentre prendeva Hebiko tra le sue braccia.
Oto è il villaggio alleato più vicino, Dorian.
Ci dirigeremo li, conosco qualcuno che potrà darci una mano.
Resisti.
Il terzetto malconcio sarebbe quindi salito in groppa al pennuto che di tutta furia avrebbe fatto rotta verso la cascata, mentre Raizen teneva Hebiko tra le mani come ciò che era in quel momento: la cosa più delicata al mondo e su cui la presenza di quei sigilli non pareva rassicurarlo affatto.
Non so cosa hai utilizzato qui Dorian, e comprendo l’urgenza.
Ma non rifarlo.
Non usare qualcosa che non conosci.
MAI.
Se anziché bloccare il tempo l’avessi mandato avanti cosa sarebbe successo?
Le risposte di Dorian seppur pungenti avrebbero trovato poco appiglio, quello di Raizen era infatti un avviso, scarsamente interessato a ciò che avrebbe scaturito nell’otese.
Il suo obiettivo restavano comunque le mura del villaggio, se Fukuro non avesse potuto accompagnarli avrebbe evocato Hibachi, attivando il chakra della volpe solamente una volta fuori dalla cascata in modo da poter contare su di esso per poter evocare la potente creatura, memore degli effetti del corso d’acqua non l’avrebbe nemmeno toccata questa volta, avrebbe infatti sfilato uno dei suoi guanti e dopo aver assicurato la sfera al suo interno l’avrebbe appesantito con una roccia, assicurandosi che la piccola sfera non potesse sfuggirgli o bagnarsi con l’acqua malefica.
A quel punto l’avrebbe scagliata con quanta più forza aveva in corpo all’esterno, e non era poca [potenza disumana] sicuro con quella spinta di riuscire a passare il muro d’acqua senza toccarlo, soprattutto se avesse mirato ad una delle parti più rarefatte.
Uscito dal flusso avrebbe infine evocato il suo drago.
Veloce ad Oto Hibachi, direzione sud ovest.
E scusami se ti chiamo solo quando tutto sta per finire in merda.
Tranquillo, meglio prima che dopo quando puzzi di già.
Il Re Rosso non avrebbe impiegato ben poco a lambire le mura del villaggio, tenendosi a debita distanza per non allarmarne i guardiani.
Quando qualcuno di loro si fosse avvicinato, leggermente affannato per il viaggio tutt’altro che riposante visto lo scombussolamento al chakra e la tensione, avrebbe parlato con voce grave.
Salve guardiano.
Sono l’Hokage e noterai che il tempo per i convenevoli è agli sgoccioli, manda a chiamare TenmaUtilizzo i ryo per comprare i servigi del png, il jonin, saprà aiutarci, io e lei non entreremo al villaggio.
Teneva stretta Hebiko, chino su di lei in maniera protettiva, sapeva quanto fosse scarsa la fiducia che lei riponeva sugli abitanti di Oto, e se qualcuno avesse voluto fare del lavoro sporco quello era sicuramente un buon momento.. -
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Alle Mura di Oto era una giornata come molte altre. Avevo appena iniziato con il mio ruolo di guardiano, da genin ormai rodato. Shinken-sama in un certo senso mi aveva passato il compito e in quei giorni così vuoti passavo buona parte del mio tempo a conoscere le Mura stesse, i soldati che le sorvegliavano e che erano sotto il mio comando.
Il tutto però venne sconvolto dall’arrivo di un personaggio illustre. Fui subito avvisato da una sentinella posta di guardia e con altrettanta velocità mi diressi verso il North Gate per accertarmi di persona se effettivamente quello che avevo sentito corrispondesse a verità.
A fatica realizzai effettivamente quello che stava avvenendo in quel momento. Ai margini della foresta si ergeva una sorta di drago, se tale si poteva chiamare, di notevoli dimensioni e poco alla volta un piccolo gruppo di persone, non meglio definito, si stavano avvicinando al Gate.
Fu solo dopo qualche secondo che i miei occhi colsero i dettagli e il viso dei forestieri. In primo luogo il mio sguardo si poso sulla donna svenuta, o presunta tale, portata in braccio da un omaccione alto dai lunghi capelli neri. Era Hebiko, e la persona al fianco era un tale Dorian. Uno studente decisamente dimenticabile di Oto. Si fermarono a poca distanza dall’entrata del Gate, mentre io mi ritrovavo sugli spalti delle mura. Almeno ad una decina di metri di differenza.
Perché Hebiko era ferita? E perché era in compagnia di Dorian? Domande che passarono in secondo piano quando l’unico sconosciuto palesò la propria identità: era l’Hogake. Sgranai gli occhi e rimasi alquanto sorpreso. Ascoltai con la massima attenzione le parole del capo del Villaggio della Foglia e annuii in segno di assenso. Con un margine di incertezza nel tono della mia voce mi limitai a proferire poche e secche parole: - Sarà fatto, Hogake. Andrò personalmente a chiamare il Jonin Tenma, con la massima priorità. –
E così mi sarei diretto di gran carriera nella direzione dell’Ospedale a richiamare al North Gate il Jonin del Suono richiesto dall’Hogake in persona, e dopo aver raggiunto l’ospedale nel percorso di ritorno al Gate mi sarei fermato anche in Amministrazione in maniera tale da avvisare lo Yakushi: - Amministratore, al North Gate si è presentato l’Hogake, con la Genin Hebiko ferita e Dorian, uno studente di Oto. Ha richiesto la presenza di Tenma. Ha dichiarato che resterà fuori dalle mura, insieme a quanto sembra con Hebiko-san. In attesa di contrordini ritornò al Gate, Amministratore. -
Del resto perché l’Hogake non aveva affidato le cure di Hebiko direttamente ad Oto? Senza contare del perché il massimo capo del Villaggio della Foglia si trovava in compagnia di una Genin di Oto, così gravemente ferita? Ma queste di certo non erano domande che un piccolo Genin come me poteva permettersi di porre al Jonin di Konoha. Certo potevo pensarle, ma non di sicuro non potevo condividerle. Ecco perché avevo riportato la situazione allo Yakushi. A lui la decisione su come agire, per se stesso. Per Oto… o per niente.
Quindi se Febh non mi avesse interrotto in alcun modo mi sarei così diretto al North Gate in maniera tale da ripresentarmi con il Jonin Tenma, verosimilmente già arrivato dall'Hogake vista la mia deviazione in Amministrazione.. -
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Toc Toc
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Febh non era esattamente il migliore tra i capi, ma per il momento, molto prima dell'ascesa del Mikawa, er il de facto leader di Oto alla continua ricerca di ferie e metodi per sfuggire alle proprie responsailità. Si può ben capire quindi la sua somma irritazione quando venivano a chiamarlo per le faccende più noiose e di cui francamente non gli interessava nulla, come il dover spiegare come mai gli elefanti continuavano a uscire dal suo ufficio o anche per l'inaugurazione di una nuova bettola otese. Stavolta era stato Kato a chiamare, e all'arrivo della comunicazione lo Yakushi, che stava cercando di giocare placidamente a tennis con una mazza ferrata usando suo cugino Yasu come palla, si trovò ad alzare gli occhi al cielo come se quella fosse l'ennesima rottura di scatole della settimana. Ma è mai possibile che uno non possa fare un minimo di sport? Possibile? Yasu, legato con svariati giri di corda e costretto a una posizione accovacciata fin quasi all'arrotolamento piangeva di gioia per il profondo dolore scampato, e già si riprometteva di mandare un cesto a casa dello Yotsuki come ringraziamento anonimo mentre Febh buttava la mazza per terra e seguiva il giovane guardiano. Che cavolo ci sta a fare quel bue ottuso con Hebiko e quel damerino del nostro sarto di villaggio? Dovresti prestare più attenzione alla tua donna, cretino. Andiamo!
Sull'alto delle mura, pochi minuti dopo, Febh Yakushi avrebbe guardato verso il basso, individuando l'Hokage. Mi sembrava di sentire puzza di pivello. Che cavolo vuoi? Poi alzò lo sguardo verso il bosco. E' la coda del tuo biscione rosso, quella? Poi si accigliò, e con un briciolo di serietà extra, ma senza una vena sarcastica che comunque pervadeva ogni sua parola, pose la domanda conclusiva: E come mai hai la mia segretaria in braccio? Poi verso Kato. Hai detto che sta arrivando anche Tenma? Te che hai capito? Un lampo di vaghissima preoccupazione nello sguardo: che centrasse il frammento?
Edited by Febh - 12/2/2019, 21:23. -
.Annuì al guardiano.
Fai presto.
Al ritorno però, il primo a presentarsi non fu Tenma, ma Febh.
Purtroppo Oto era il check point più vicino.
Disse in totale onestà.
Si, quello e Hibachi, l’ho fatto aspettare li perché non si sa mai che guardiani trovi alle mura, non voglio di certo prenderti a schiaffi qualcuno perché scambia una richiesta d’aiuto per una minaccia.
Le domande di Febh però non erano finite, e ciò che infastidiva Raizen non era tanto la lecità curiosità quanto il fatto che se ne stesse a vociare dalla cima delle mura come una comare.
Siccome sembriamo due poveri rincretiniti, se al posto di stare sull’uscio come una vecchia tremolante scendi qui ti spiego.
Una volta che Febh fosse arrivato Raizen sarebbe stato molto sintetico.
Mi serviva un abito… particolare, diciamo così.
Ma ad Oto non avete nemmeno gli artigiani sani di mente, per cui quando sono andato a richiedere i servigi del suddetto, tra un incomprensione e l’altra mi è stata assegnata una missione, o per meglio dire metà del lavoro, ossia procurare la materia prima.
Casualmente loro due si trovavano nello stesso locale e questo pezzo di imbecille ha voluto a tutti i costi prendere la palla al balzo per… non so quale ragione di preciso, forse fare un regalo a lei.
Fatto stà che me li son ritrovati alle calcagna, e fino a che stavano assieme le cose non andavano malissimo, tuttavia, quando le nostre strade si son separate loro hanno fatto ritorno in queste condizioni.
Strinse Hebiko.
La tua segretaria è in braccio a me perché… Oto fa schifo.
Non si sente al sicuro e non la lascerò da sola all’interno del villaggio in queste condizioni.
Ho fatto chiamare Tenma per stabilizzarla per poi portarla a Konoha e trovare una qualche soluzione.
Molto semplice.
Una volta fatto sarà in grado di cavarsela da se, come ha fatto fin ora.
Distinguere quando Raizen recitava e quando invece era sincero non era di certo semplice, anzi, a meno di tradirsi, cosa che comunque gli capitava anche quando non mentiva visto quanto spesso cambiava i suoi piani in base all’evolversi delle situazioni, era praticamente impossibile.
Niente gli avrebbe impedito di portarla a Konoha, persino un cieco avrebbe potuto leggerglielo negli occhi.. -
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Toc Toc
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Potrei dirti che il "purtroppo"mi ferisce, ma capisco che un damerino come te possa trovare Oto troppo rustica. Siete così teneri a Konoha, in fondo. Lo canzonò in risposta alle sue giustificazioni, restando comodamente in cima alle mura con le braccia appoggiate sulla balaustra, almeno fino a quando l'altro non si lamentò per la disparità nella comunicazione. Bah, potevi anche dire al biscione di passare, io mi presento sempre alle mura altrui sopra lucertole giganti e nessuno si è mai lamentato. Fece spallucce in quell'atto di totale negazione della realtà, non che potesse servire fargli notare le falle nella sua memoria o nel suo ragionamento: sarebbe stato tempo sprecato. Ma va bene, capisco che per uno spilungone dover guardare verso l'alto faccia usare muscoli che nemmeno ti sognavi di avere. Eh, bella la vita dei giganti. Non era chiaro quanto fosse sarcastico e quanto invece accondiscendente, ma perlomeno scese dalle mura con un balzo, facendo cenno a Kato di seguirlo.
Un abito particolare? Hai il bellissimo vestito che ti avevo dato per andare alla Corte di Kusa, hai forse bisogno di altro? Si, un costume da volpe pieno di toppe, tarme e dall'odore quantomeno "singolare", per non dire "nauseabondo". Però visto il sarto che hai interpellato, forse volevi qualcosa sullo stile di un Maid Cafè... Se lo immaginava con dettagi fin troppo precisi, tanto che scosse la testa con un brivido cercando di scacciare l'orrida visione. Raizen intanto stava raccontando cosa era successo ma di fatto lo Yakushi non era troppo interessato alla cosa, nè partecipe. Blablabla...senti, mi annoiano le tue avventure da pivello. Dì pure che hai combinato un guaio come tuo solito e risparmi tempo. Ah, la pagliuzza nell'occhio dell'altro ignorando la propria trave.
Ah, Oto fa schifo. Che povero cucciolo indifeso. Indicò la segretaria. Certo che Hebiko non si sente al sicuro. E' ancora debole. La mancanza di sicurezza è ciò che la spingerà a diventare più forte, a diventare più di quello che è. Lasciala qui, la stabilizzeremo e poi la accompagno a casa. In via del tutto eccezionale potrei anche farti entrare ad accompagnarla anche tu, se proprio insisti. Se la determinazione di Raizen era a prova di cieco, l'ottusità di Febh Yakushi superava gli dei. Non avrebbe mai permesso che Hebiko andasse a Konoha per essere curata, anche se necessario, per il semplice motivo che sarebbe stato come ammettere che Konoha aveva qualcosa di meglio rispetto a Oto, e questo non poteva assolutamente accadere. Oto ha quello di cui Hebiko ha bisogno. Posso garantire sulla sua incolumità finchè è qui. Non sulla sua integrità psicologica, ovviamente, ma agli occhi dello Yakushi quello era più che altro un elemento decorativo. Inoltre Raizen SAPEVA che l'intervento di uno Yakushi era superiore a quello di qualunque medico.. -
.Poteva intestardirsi, poteva scappare, scomparire da li e fare quello che più gli aggradava, lasciando gli otesi con un palmo di naso alla porta, a marcire nel proprio brodo, ma non era quello il giorno.
Non era sua la vita che teneva tra le braccia.
Risparmia le tue cazzate da otese disagiato e fiero di esserlo, sei fuori dal manicomio.
Disse indicando con un cenno della testa le mura del villaggio.
Ora sei un pazzo qualsiasi.
Hai fallito Febh.
Tu e i metodi del tuo villaggio.
Nonostante le sue parole però aveva perso rigidezza, non erano certamente le parole sul metodo otese ad aver colto nel segno, quanto più quelle in cui Febh si prendeva in carico personalmente la cosa.
Ma Oggi non è importante.
Per favore, aiutaci.
Tu, non Oto, non il suo ospedale, non qualche dipendente.
Tu.
Come e cosa il mondo conoscesse e credesse della Montagna perdeva qualsiasi senso quando in gioco c’era la vita di qualcuno a cui teneva, purtroppo non aveva mai esplorato in alcun modo le proprietà curative del chakra, reputandole erroneamente superficiali, cosa vera, fino a che l’unico a cui devi badare è te stesso.
Ma c’erano pesi per cui le sue spalle non erano adatte.
Fai strada.
Non l’avrebbe lasciata, era implicito che qualsiasi luogo in cui fosse necessario portare Hebiko non avrebbe avuto una porta abbastanza solida per mantenere Raizen fuori.
Intanto un cenno della mano fece sciogliere l’evocazione ad Hibachi.. -
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Toc Toc
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A volte mi chiedo se non siano tutti gli altri in manicomio ma non vogliano ammetterlo. Replicò con quel barlume di saggezza che spesso ammanta i matti, mentre il Kage soppesava le sue priorità, mettendo la Kunochi al primo posto. Febh evidentemente notò la cosa ma non fece commenti immediati, dopotutto era una sua compatriota e a conti fatti una sua amica, ma le sue percezioni erano come sempre filtrate dalle sue abitudini e dall'indolenza: cosa poteva essere un braccio in meno e qualche litro di sangue fuori zona, con ferite varie? Per uno Yakushi non qualcosa di più grave di una storta, e lo stesso valeva in generale per Oto, vista l'abbondanza di protesi che giravano per gli ospedali ufficiali e per quelli un pò di casalinghi. Inoltre Hebiko non era una normale otese, ma aveva il sangue e le potenzialità di qualcuno che non aveva grossi problemi a rimettersi in sesto dopo i danni...ma forse non ne era ancora consapevole.
Gli eventi con Manda erano recenti, freschi nella memoria dell'Otese e certamente anche in quella della disastrata ragazza dai lunghi capelli rossi (molto tempo sarebbe passato prima del suo involontario cambio di look), ma restava pur sempre un talento privo di guida. Mentre soppesava questi elementi, dopo aver grossolanamente giudicato la ragazza fuori pericolo (per i suoi canoni, ma pur sempre critica per chiunque altro), si degnò di ascoltare nuovamente il bestione otese che pareva estremamente preoccupato. E poichè Febh Yakushi eccelle nell'irritare gli altri, lo accolse con apatia e indolenza, come se non ci fosse alcuna fretta. Eh, si, ho fallito. Dovrei prendere esempio da te perchè coi tuoi metodi hai avuto proprio un successo enorme. Almeno con me ha sempre portato a casa tutti gli arti. Lo rimbeccò, con niente più che la cruda verità magistralmente condita da una vena di feroce sarcasmo, indicando le pessime condizioni della kunoichi otese.
Io? Aiutarla? Uhm...ho garantito la sua incolumità, ma non ho mai detto che avrei dato spettacolo. Inoltre tu hai la testa piena di preconcetti su Oto, e sospetto anche su Hebiko. Ricordi? Uno Yakushi basta a sè stesso. E sono dell'idea che tutti debbano fare altrettanto. Ora seguimi. E fece cenno a Kato perchè aprisse il passaggio, mentre si incamminava verso il villaggio. Se Raizen si fosse mostrato irritato o titubante lo avrebbe affrontato con un sorriso estremamente soddisfatto. Oh, lei starà bene, parola mia. Dorian sarebbe stato mollato a Kato, così che lo portasse in ospedale da Tenma.
Passeggiare per Oto non era come passeggiare per Konoha. I vicoli erano stretti e non esattamente puliti, la gente più tranquilla avrebbe avuto fama di criminale in altri villaggi e c'erano certi brutti ceffi che facevano venir voglia di cambiare aria rapidamente. Eppure lo scemotto dall'aria distratta e innocua con occhiali finti da rimbambito, così orribilmente fuori posto in quel contesto di degrado, aveva la straordinaria capacità di far impallidire tutti e farli levare di torno molto rapidamente. Era conosciuto. Era famigerato. E la cosa gli piaceva da matti. Ti porterei a casa di Hebiko stessa, ma non ricordo mai dove sia. Anche perchè non c'era mai andato, lei era stata abile nel nascondergliela. Quindi Palazzo Yakushi, tanto lo conosci. Forse la presenza di Ogen lo avrebbe tranquillizzato. Intanto una piccola lucertola era stata evocata e mandata a chiamare rinforzi: l'unica persona che poteva aiutare Hebiko nel fare quello di cui aveva bisogno.
Non hai familiarità con le arti della Progenie del Serpente Bianco, vero? Disse facendo un cenno del capo verso Hebiko mentre svoltavano l'angolo, trovandosi con il familiare portone di palazzo Yakushi in vista. Yasu non c'era, ancora legato malamente nei sotterranei dell'amministrazione dove stava per essere malmenato per "giocare". Beh, quando vedrai quello che ho in mente capirai come mai non sono poi così preoccupato. Certo, se vai in missione con qualcuno è un pò scortese dare la colpa delle loro ferite ai villaggi che li hanno addestrati, signor scaricabarile incapace di proteggere gli altri. Ma si sa, un bue ottuso è bravo solo a spostare pesi e dare testate. Erano ormai alla porta quando una sagoma, a malapena percepibile anche per i sensi acuti dell'Hokage [Nota]
gli scivolò alle spalle, cercando di dargli un tocchetto sulla testa con uno shinai, assolutamente privo di qualsiasi intendo omicida o dannoso. Ah, Yayoi, eccoti! Questo il commento di Febh quale che fosse la reazione del Kage, mentre la giovane donna dai lunghi capelli argentei sorrideva alla vittima del suo scherzo (che fosse andato a segno o no), ignorando eventuali minacce e porgendo un pacchetto di caramelle al Kage. Piacere! Caramella? Mi chiamo Yayoi Shimaki...ho molto sentito parlare del Kage dei Draghi...e quella deve essere la ragazza di cui mi avevate accennato, Febh-san. La guardò per qualche secondo. Non ha una bella cera. E non sono sicura che abbia tutti i pezzi. Si, è colpa del pivello, qui. Ma non girare troppo il coltello nella piaga, il bestione è sensibile.
Furtività 9 (6 base, +3 tecnica)
Movimenti Invisibili
Movimenti Silenziosi
Lo Yakushi aprì l'ampio portone, raggiungendo il giardino interno. Puoi appoggiae Hebiko sotto quel gazebo. Disse indicando la struttura in legno con tanto di panche nel perimetro interno. Yayoi gli si sarebbe affiancata intanto, chiedendo come mai fosse stata chiamata. Ti ho già detto che Hebiko è per certi versi come te. E potrei farle ricrescere il braccio in un secondo...ma perchè sprecare energie e dare spettacolo quando può fare tutto da sola? Solo che credo non conosca ancora quel particolare Jutsu, anche se dovrebbe essere quasi istintivo, quindi vorrei che le dessi una mano. Magari anche per riprendere i sensi, così posso evitare cose sgradevoli. Come il farsi mordere, ovviamente. Detestava quell'aspetto delle sue capacità.
Il piano era che Hebiko si curasse da sola dopo che Yayoi la avesse svegliata...ma Raizen come avrebbe preso quello sviluppo, quando aveva chiesto tutt'altro e aveva in mano la kunoichi praticamente in fin di vita?.