I Veri Batuman[Locanda]

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    Tradire non era stato facile, ma era pur sempre un passo che andava compiuto. Del resto, non mi piaceva come stavano andando le cose in quel villaggio. A Kumo era stata fatta una rivoluzione; al potere erano salite persone... strane. E bisognava tradire, ricominciare da capo, ricominciare da zero. Senza lavoro, senza una casa fissa, con un costante bisogno di soldi per non far restare affamata la mia piccola sorellina, Yoko, e la mia madre, che ultimamente aveva dei grandi problemi di salute. Diceva che fosse l'aria di Ame a stancarla; cadeva incessamente: le procurava una violentissima tosse, talvolta con il sangue e mi spingeva a cercare per lei delle stanze in cui vi non vi fosse nessuno; case vecchie, abbandonate e alcune persino rotte. Quei giorni erano giorni di fuoco per me: dopo aver rigato il coprifronte di Kumo e averlo nascosto, non era più un ninja: ero un mercante, un ladro, talvolta un attore, quasi sempre un bugiardo. La cosa non mi piaceva, ma in mancanza di un lavoro come altro poteva aggrapparmi alla vita, sapendo che dalla stessa non dipendenva solo la mia esistenza, ma anche quella delle persone a cui volevo bene? Ero l'unico appoggio, l'unico bisogno; ero una necessità per la piccola Yoko, che senza di me, forse, sarebbe semplicemente scomparsa. Morta. Oppure finita a lavorare chissà dove, in chissà quali vesti. Seguendo i dettami di chissà quale figlio di una cagna.
    Non potevo permetterlo, ma non volevo nemmeno abbassarmi a essere un semplice assassino che andava a caccia di altri nukenin, oppure di ninja di altri villaggi, e li uccideva per ricavarne i ryo necessari alla sopravvivenza della mia famiglia. Così, nel mentre ero ad Ame e Yoko stava ben nascosta nella nuova casa in uno dei grattacieli, - che mi ero procurato con moltissima rabbia e altrettanta violenza, ma tant'è...- decisi di andare in giro per scoprire meglio la vita di quel strano villaggio. E, in particolare, volevo sapere meglio cos'era il Batuman Veri, - un locale del quale tutti parlavano, manco fosse un centro di raduni, - per chiedere se non vi era il bisogno di un cameriere o di qualcosa del genere lì dentro. Alla fine dei conti, avevo già fatto altri lavori e presentando il curriculum ai gestori della locanda, forse avrebbero potuto darmi quel lavoro ad Ame, in attesa di una sistemazione migliore dopo la rapida fuga da Kumo.
    Entrando nella locanda non avevo alcun ryo con me, - tutto già speso per acquistare dei medicinali per mia madre e del cibo, con dei dolcetti per mia sorella, - quindi ero un perfetto povero che cercava almeno qualche ryo per campare un altro po'. Per questo, avvicinandomi al bancone non avrei ordinato nulla, perché nulla avevo. Se quella gente di buon cuore mi avesse dato un bicchiere d'acqua, sarei stato contento, altrimenti avrei sopportato la mia povertà per com'era. Semplicemente, poggiandomi vicino alla locanda e guardando il tizio che stava dietro al bancone, avrei esordito:
    «Buongiorno. Mi chiamo Tasaki. Cerco lavoro come cameriere o come lavapiatti. A tempo pieno.» – Avrei esordito con lo sguardo rivolto verso il tizio, sperando che non facesse caso alle katane e al shuriken dietro alla mia schiena, - comunque necessari in un villaggio come quello, - ma concentrandosi unicamente sulla possibilità di trovare un posto di lavoro per me.
    Ne avevo davvero un gran bisogno. Ed ero pronto a tutto, - o quasi, - pur di far sopravvivere la mia famiglia un altro po'.


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    Lavapiatti con Katane


    E shuriken gigante



    Quando Medo, il barista dei Veri Batuman si vide davanti quel tipo, che si presentò come Tasaki, per un attimo lo squadrò.
    Ce n'era di gente strana, il ragazzo non poteva negarlo, fin da quando lui stesso aveva iniziato come semplice lavapiatti lì, nella locanda dell'ormai defunto zio, ne aveva visti di tipi particolare, non ultimi quelli che ci bazzicavano di recente, ma mai aveva conosciuto un aspirante lavapiatti che si presentava con katane e shuriken giganti.
    Escluse subito la possibilità di uno scherzo, dubitava che ad Ame ci fosse qualcuno con un così acuto senso dell'umorismo, il ché portava a due sole conclusioni: il tipo davanti a lui era un pazzo, o un disperato. E la Pioggia era spesso piena di entrambi.
    Piacere di conoscerti, io mi chiamo Medo, e purtroppo non sono io a prendere queste decisioni, Tasaki.
    Posso però farti parlare con il capo, va bene?
    , la cordialità prima di tutto e lo stare sempre in guardia subito dopo, così, semmai non avesse avuto un diniego dall'altro, il giovane barista si sarebbe allontanato un attimo, andando sul retro, per poi tornare, dopo nemmeno cinque minuti, rivolgendosi di nuovo all'aspirante lavapiatti: Ru-Wai-sensei ti può ricevere, la porta alla fine della sala., gli disse semplicemente, senza spiegare particolari su come Ru-Wai fosse non proprio il proprietario, quanto "l'uomo" di sua cugina (la vera proprietaria) che però non era nelle condizioni migliori, per ora, per occuparsi da se della locanda.

    Tasaki, dal canto suo, avrebbe senza difficoltà individuato la porta che diceva Medo: una singola porta, alla base di una scala, nel grande salone unico che era il piano terra della Locanda, una porta che dava, di fatto, alla dispensa con gli alcolici, quello che Ru-Wai chiamava il suo "ufficio".
    E lì lo avrebbe trovato, tronfio sulla propria poltrona: il Kaguya Risorto (seppur, questo, Tasaki non poteva saperlo).



    Benvenuto nel mio ufficio, Tasaki.



    Sbruffone come sempre, fratello, complimenti!
    Medo diceva che voleva fare il lavapiatti?
    Capisco che Ame sia un posto pericoloso, ma è parecchio armato...
    Piacere di conoscerti, puoi chiamarmi Ru-Wai e sono una delle persone che gestiscono questa locanda, in cui lavora il buon Medo, fra gli altri., si presentò il Kaguya, Mi diceva proprio Medo che ti proponevi come cameriere, o lavapiatti, ma mi sembri leggermente armato per un ruolo del genere, per quanto il Villaggio della Pioggia sia un posto pericoloso, questo è innegabile., ammise il Risorto.
    Mi sembri più un ninja, che un lavapiatti, il ché mi porta a chiederti: come mai cerchi un lavoro del genere? Quale è la tua storia, se posso saperla., avrebbe domandato infine.

    Cerchi nuovi membri per le Picche, Ossicino?
    Niente di così eclatante, ma direi che come lavapiatti è fin troppo armato...
    Vediamo cosa ci racconta, fratello.
     
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    Per quanto mi sforzassi nel non volerlo ammettere, pur dovevo farlo: non ero in una buona situazione. Perché il ragazzo al quale mi rivolsi, - di nome Medo, - ammise che non era il capo di quel locale e che pertanto doveva portarmi in un'altra stanza, dal capo. E fin qui andava tutto bene; quel che mi preoccupava era il dopo... A oto gente strana si nascondeva nelle stanze nascoste. Gente potente, certo, ma anche strana. Ed era proprio per quello che mi portavo sempre dietro le mi armi, in modo da poter rispondere efficacemente ai numerosi pericoli pur conservando con me tutto il mio armamentario. Certo, in quel modo davo nell'occhio e lo capivo benissimo, ma mi trovavo ad Ame, il Villaggio della Pioggia, dove losche cose succedevano nelle ombre. Molti dicevano, difatti, che quel villaggio fosse addirittura più pericoloso di quello di Oto, che comunque non godeva di una grande fama. In ogni caso feci un cenno affermativo con il capo: non potevo rifiutarmi, né scappare; dopo il tradimento di Kumo mi trovavo in una posizione decisamente non ottimale e poi... non avevo paura di farmi male, né che mi avrebbero fare male. La mia unica speranza, il perché della mia vita, si nascondeva in un appartamento dentro quel strano centro urbano. Non mi sarei trattenuto per molto lì; quello era certo. Ma prima di avviare le trattative con un villaggio accademico oppure neutrale per ripartire da zero, pur dovevo vivere da qualche parte insieme alla mia famiglia. - «Va bene,» - gli dissi attendendo calmo davanti al bancone prima che Medo fosse tornato. Speravo che non mi avrebbe negato la possibilità, né che mi avrebbe chiesto di depositare le armi all'entrata o qualcosa del genere. Eppure non successe niente del genere, al che pensai che quel Ru-Wai-sensei potrebbe essere o uno davvero molto forte oppure uno davvero molto sprovveduto. Pensai anche che se avessi visto dei soldi in quella stanza lì davanti, avrei cercato di prendermeli; ma mi allontanai dal posto per entrare nella porta alla fine della sala, cercai di scacciare via quel pensiero. Alla fine dei conti, con lo stesso successo avrei potuto semplicemente andare in giro ad ammazzare altri ninja e mi avrebbero anche pagato meglio: ma la strada era la strada.

    Entrato nella stanza successiva trovai quell'uomo seduto sul suo trono come un re. Pensai che fosse un Boss, o un qualcosa del genere: il Capo della Mafia di Ame e volli andarmene perché difficilmente mi avrebbe portato verso un qualche successo quel tizio. Mi guardai intorno giusto per un attimo per rispondergli. - «La ringrazio signore,» - sguardo fisso, parole calme. - «Ru-Wai aggiunsi.» - Poi, una volta ascoltata la sua domanda, pensai se rispondergli oppure farne a meno; e qualcosa mi diceva che se avessi rifiutato di rispondere, difficilmente avrei potuto continuare su quella strada. Non mi sarebbe rimasto che tornare indietro a quel punto. - «Se le mie armi La spaventano, Ru-Wai, posso toglierle,» - gli dissi pensando che fosse il mio armamentario il problema. Ppoi, una volta preso abbastanza fiato, continuai a parlare... estraendo dalla tasca un copri-fronte rigato. - «Sfortunatamente non sono più un ninja del mio villaggio, Ru-Wai,» - gli dissi mostrandogli il copri-fronte: simbolo di Kumogakure e una grossa linea orizzontale che tagliava quelle nuvole. - «E non essendo più un ninja, non ho nemmeno un lavoro. L'idea di cacciare gli accademici o i nukenin per riscuoterne le taglie non mi eccita, seppure potrai farlo per la sopravvivenza della mia famiglia...» - Non era un'opzione che escludevo del tutto: era solo l'ultima via, ma comunque una via. Del resto proprio poco prima di giungere ad Ame avevo dato via a uno scontro con due shinobi, ma i soldi delle loro teste erano quasi finiti. Inoltre la cosa mi aveva fatto capire un dettaglio fondamentale: quello delle taglie era semplici un corridoio senza uscita; un vicolo cieco fatto di sangue, teste e omicidi. - «Sono giunto ad Ame da Kumo, dopo essermi fermato in altri piccoli villaggi con la mia famiglia. Qui sono per un piccolo periodo, in attesa di far richiesta di cittadinanza a un altro villaggio... accademico o neutrale. Ma, dovendo sopravvivere in qualche modo e dar da mangiare alla mia famiglia, mi serve un lavoro che mi permette di guadagnarmi il pane,» - spiegai sinceramente restando in attesa di una risposta. In ogni caso era sempre pronto a difendermi da quell'individuo che sembrava forte e minaccioso. Dov'ero giunto, alla fine dei conti?


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    Lavapiatti da Kumo


    La breve storia di una famiglia



    Ru-Wai rimase in silenzio ad ascoltare le parole del suo nuovo interlocutore.
    Certo, al commento sulle armi che potevano spaventare il Kaguya, questi spalancò gli occhi chiaramente divertito e per poco non iniziò a ridere in faccia a Tasaki.
    Tasaki che mostrò un coprifronte rigato con il simbolo della Nuvola.
    Di Kumo? Mai avuto a che fare con i ninja della Nuvola...
    In effetti, ricordo che c'erano dei problemi di confine con Oto, ma non ce ne siamo mai interessati...
    E non dimenticatevi di quella roba dell'anno scorso.
    Vero, Mostro, vero.
    Intanto Tasaki stava parlando: sembrava che attaccare accademici o nukenin non fosse nelle sue corde, seppur se ne ritenesse capace.
    Tutti si ritengono capaci di attaccare altri ninja, ma una cosa è pensarlo, una cosa è farlo...
    Quanta fiducia nel tuo prossimo, fratello, complimenti!
    Niente di nuovo sotto questo aspetto, Pennuto, mi pare! AHAHAHAH!!!
    Comunque sembra una brava persona questo Tasaki: vuole chiedere di diventare un ninja di un villaggio accademico! Per di più ha una famiglia di cui occuparsi! Ti ricordi cosa vuol dire avere cura di una famiglia, fratello?
    Di nuovo con questa storia?
    Sì, fratello, di nuovo! Questo tipo sarà un traditore, ma si preoccupa della propria famiglia. Tu, invece, no!
    Vediamo, vuoi?
    Se posso chiedere, Tasaki-san, come mai tu e la tua famiglia avete abbandonato Kumo?
    Cioé, nemmeno io sono nativo della Pioggia, e sono arrivato ad Ame da solo per seguire i miei obiettivi, tu, invece, mi par di capire, sei fuggito dal tuo villaggio con tutta la famiglia.
    E se questo è corretto, hai il mio massimo rispetto per l'affetto e l'attenzione che dai alla tua famiglia: che siano genitori, fratelli, cugini, spose, figli o nipoti...
    , esordì il Kaguya, scrutando il suo interlocutore.
    Detto ciò, se vuoi fare il lavapiatti, posso dire a Medo di accettarti in tale ruolo, ma se preferisci qualcosa di meglio, io ho interessi in diversi settori qui ad Ame.
    Sono uno dei dirigenti di questo locale, per così dire, forgio armi a pagamento e faccio anche operazioni come vero e proprio shinobi.
    Fra queste, ce ne sono alcune che non implicano uccidere. Se ti può interessare, potrei chiederti di trovare un oggetto per me.
    , concluse il Risorto.

    Un oggetto per noi?
    Intendi quello che ci aveva raccontato Janki?
    Sì, esatto, fratello, potrebbe essere utile.
     
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    Lo capivo benissimo che un datore di lavoro doveva fare delle domande pur di... assumere un proprio dipendente. Alla fine dei conti era solo una normale routine: niente di particolare. A ricordarmii di tutte le domande che avevo ricevuto nel corso degli anni era certo che alla fine dei conti era una pratica abbastanza comune. Il signore che mi ritrovavo di fronte, un chissà quale nobile, del resto era incuriosito dalla mia figura di fuggitivo dai problemi di Kumo. E forse anche dal fatto che ero giunto in uno dei villaggi meno consoni e al contempo più problematici dell'intero Continente... A quanto dicevano, solo Oto era messa peggio di Ame. Eppure in quel suo essere peggio era, probabilmente, anche il miglior rifugio per me e la mia famiglia dai sicari che quelli di Kumo avrebbero mandato per cercarmi. Perché difficilmente avrebbero cercato di prendermi in un villaggio così ostile, senza pensare al fatto che forse nemmeno avrebbero pensato che potessi portare la mia sorellina e la mia madre in un villaggio popolato da sì ninja validi, ma anche da persone pericolose, senza alcun rispetto verso il prossimo, gente che era capace persino di vendere la propria madre... Erano tutte voci, chi poteva dirlo? Fatto stava che quelle voci potevano avere un doppio effetto e darmi la possibilità di depistare gli inseguitore che i Cremisi avevano sicuramente inviato sulle mie tracce e che, non era affatto escluso, erano persino giunti ad Ame. Pensandoci pensai anche che avrei dovuto chiedere di questo al signore che mi ritrovavo dinnanzi. Alla fine dei conti, ne doveva pur sapere qualcosa dei villaggi ninja e di quali erano più adatti alla vita di un ragazzo, una donna malata e una bambina, no? Oto, - un'alternativa che volevo evitare per colpa della pessima reputazione che aveva il villaggio, - era succeduta dal villaggio di Suna. Il motivo? Semplice: era quello più lontano da Kumo, ma proprio questo mi spaventava maggiormente. Alla fine dei conti mi conoscevano. Sapevano che forse avrei preferito andare il più lontano possibile da Kumo, mentre era forse meglio restare vicino al villaggio... dove non avrebbero pensato che mi nascondessi; dove non mi avrebbero cercato. In ogni caso, ascoltata la domanda del signore, mi preparai a rispondere. - «Purtroppo i miei principi e i principi di coloro che ora governano a Kumo non vanno più di pari passo. Diciamo che nel tempo non sono riuscito a trovare alcun punto di accordo con loro... gli sguardi politici... quelli sulla vita... su come dovrebbe essere Kumo... e anche su come dovrebbe essere il mondo. Mi creda: è una fortuna che io sia riuscito a fuggire, ma alcuni miei famigliari non condividono le mie vedute sulla cosa e sono rimasti a Kumo, anche per difendere le loro proprietà, i loro affari e commerci. » - Dissi con un tono di voce alquanto calmo, quasi come se niente di tutto questo non fosse successe. Il mio pensiero, invece, andò verso mio padre e mio fratello che, pur consci del fatto che volevo tradire, non mi tradirono. Rimasero nel villaggio, forse aspettando una fine più che sicura, ma non vollero abbandonare quelle terre e forse avrebbero collaborato con i Cremisi e i ninja sottoposti pur di ritrovarmi: sapevo di essere un soldato e una pedina preziosa, in quanto sempre pronto a sacrificarmi per gli altri, sempre pronto a perdere la mia salute per raggiungere i miei scopi. Inchinai soltanto il capo in cenno di rispetto alla parola sul rispetto del signore che si chiamava Ru-Wai. - «Purtroppo non con tutta la famiglia,» - aggiunsi soltanto decidendo che prima o poi sarei andato a riprendere mio padre e mio fratello. Odiavo i soldi! Ma loro... loro no. Loro li consideravano per quel che erano: un bene di prima necessità. E il risultato era chiaro: io li cercavo e loro li avevano. Ma io ero ancora giovane, - dicevano. Ascoltando il resto del discorso di Ru-Wai semplicemente non potei non controbattere. - «Mi creda: non sono un bravo ragazzo e non sono proprio contro gli omicidi. In passato ho ucciso ninja di quasi tutti i villaggi: Oto, Suna, Kiri, Konoha, Taki, Ame e persino Iwa. Ho ridotto in fin di vita anche un bullo di Ame che cercava d'infastidirmi durante i corsi genin. Eppure, sa, sono cambiato. Mi rendo conto che talvolta uccidere è necessario, ma non che mi piaccia farlo. D'altro canto mi rendo anche conto che sia la strada più facile per far sopravvivere la mia famiglia, in quanto le taglie dei ninja migliori sono spesso mooolto alte. Per questo posso uccidere, ma non voglio farlo alla brava gente e cerco di dare sempre una possibilità di... redenzione. » - Detto questo ascoltò l'altra parte della proposta di Ru-Wai il che implicava due fattori che erano sempre stati una parte di me: proibito e nascosto, nonché competizione... contro me stesso, come piaceva a me. - «Credo che difficilmente riuscirei a mantenere la mia famiglia solo facendo il lavapiatti, specialmente ad Ame. Perciò credo che andrò a recuperarle l'oggetto che desidera, dietro un compenso ragionevole per entrambi, ovviamente. Mi fornisca pure tutti i dettagli. Ma mi dica,» - feci una pausa per continuare. - «Immagino che lei conosca il mondo accademico. E, se così fosse, può suggerirmi in che villaggio recarmi pur di richiedere l'indulgenza dalle mie pene ed entrare nello stesso per garantire alla mia famiglia una vita di pace che sia priva di ombre, di rancori e sia più o meno decente?» - Li chiesi attendendo la risposta.



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    Colloquio di Lavoro


    Parte 3



    E' un tipo quanto meno particolare questo Tasaki.
    Quello uno dei pensieri nella mente del Risorto, mentre sentiva l'altro dare le proprie spiegazioni sul perché avesse tradito Kumo.
    Ah sì, la storia del cambio al governo della Nuvola, ne avevamo sentito parlare, no? Anche la Montagna di Konoha ci aveva detto qualcosa a riguardo, no?
    Di Kumo? Non ricordo... non sto tanto ad ascoltarlo quando parla...
    Nemmeno io, ad essere sinceri...
    Fenici Immortali, aiutateci voi...

    Il dialogo fra il traditore di Kumo ed il Kaguya stava, intanto, andando avanti: sembrava che non tutta la famiglia di Tasaki fosse riuscita a fuggire con lui, ma al di là di questo, il giovane aspirante "lavapiatti" ammise di non avere problemi ad uccidere la gente.
    Ci sta dicendo che ha ucciso gente di tutti i villaggi per farsi bello, o cosa?
    Credo sia solo schietto, un pò come con le armi sulla schiena, non lo fa per cattiveria... è la vostra mentalità da ninja, non credi, fratello?
    ....
    Fratello?
    Stavo facendo due conti se anch'io, o almeno noi, potevamo dire di aver ucciso gente di tutti i villaggi...
    AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!
    Fenici Immortali... ed a quale conclusione sei arrivato?
    Credo che non abbiamo mai ucciso nessuno di Konoha, né ninja, né traditore, della Foglia! Traditori di Kiri ai tempi ne ho gestiti, compreso Yami.
    Poi c'era il ragnetto che abbiamo combattuto ai tempi dell'incontro con il Flagello... vale per Oto. Ma sunese?
    Quello di Kurotenpi era di Suna, ai tempi dell'attacco all'Accademia!
    Concentrato com'era su quel discorso, il Risorto non si focalizzò troppo sulle propensioni leggermente più "pacifiche" di Tasaki, ma quando l'altro gli disse che accettava la proposta di lavoro e fece la domanda successiva, Ru-Wai gli sorrise.

    Per quel che mi serve che trovi, Tasaki-san: c'è una particolare cura medicinale, o per meglio dire, un antidolorifico, di cui avrei bisogno.
    Si tratta di un particolare thé che si trova, ironia della sorta, nel Paese del Thé e mi servirebbe che qualcuno lo andasse a trovare per me, o meglio, per una persona a me vicina.
    Di mio ho un pò troppe cose in movimento al momento per poterci andare, in più è una missione abbastanza semplice, dovresti riuscire a trovare il luogo dove questo fantomatico antidolorifico viene prodotto e riportarne qui qualche dose.
    La parte complicata è che i più parlano di questo antidolorifico come qualcosa di fantastico, non si sa se esiste o meno, né dove nel paese del Thé si trovi.
    Dovrai fare un pò d'investigazione, Tasaki-san, che ne pensi?
    , chiese a quel punto il Risorto, prima di concentrarsi sulla domanda che il nukenin di Kumo gli aveva rivolto, mentre attendeva da lui una risposta.

    Per quale villaggio potrebbe accettarti, Tasaki-san, uhm... escluderei Oto, se effettivamente cerchi una vita decente e pacifica senza rancori o affini.
    Suna è pacifico e se non hai problemi con il clima secco e desertico, probabilmente sarebbe anche una vita decente, in più conosco almeno tre ninja della Sabbia e sono decisamente ottime persone.
    Kiri, il clima è il contrario: molto umido e freddo. Il Mizukage, a quel che so, è una persona che cerca sempre la pace, ma ha dei ninja al suo seguito un pò particolari, ad essere sincero, non così pacifici, almeno i due che conosco.
    Di Konoha conosco giusto due ninja... il clima dovrebbe essere ottimo, boschi ed aria pulita, ma non so quanto siano pacifici i ninja che stanno sotto il Decimo Hokage.
    Forse l'opzione migliore potrebbe essere proprio la Sabbia, ma è anche vero che i tre di Suna che conosco sono persone che considero molto simpatiche, più dei due kiriani o degli otesi, o del Kage della Foglia.
    , ammise con un mezzo sorriso il Kaguya.
    Hai appena detto ad uno sconosciuto che conosciamo mezzo continente!
    Non esageriamo, gli abbiamo detto che conosciamo tre ninja a Suna, due o giù di lì a Kiri, un paio a Konoha e non abbiamo specificato per Oto.
    Sì, ma abbiamo ammesso di conoscere l'Hokage!
    Sai che bella cosa di cui vantarsi...
    Vogliamo dirgli anche che abbiamo avuto a che fare con lo Tsuchikage di Iwa, che conosciamo i pezzi grossi della Zanna e qualcuno di quelli della Setta di Immortali di Hayate e qui di Ame?
    Fratello, sei un pò esagerato, sai?
    E poi è della Nuvola questo tizio, no? Si offenderebbe nello scoprire che non abbiamo mai avuto a che fare con Kumo! AHAHAHAHAH!
     
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    Alla fine dei conti nessuno dei villaggi accademici sembrava andar bene. Oto non era calma e pacifica, ma sul clima il signore non disse nulla, omettendolo. Com'era il clima di Oto? Forse per niente diverso da quello di Konoha; era l'atmosfera che era diversa, a quanto riuscivo a capirne. E, ovviamente, se Oto non faceva bene per me e la mia sorellina, dovevo cercare delle alternative a quel strano villaggio su cui giravano strane voce e Ru-Wai le confermava. Kiri non andava bene per il clima: troppo freddo. C'era il rischio che mia sorellina si prendesse la bronchite vivendo in quel ghiacciolo. Inoltre il Kage di Kiri forse era una brava persone, più o meno come Tasaki, ma i ninja che Ru-Wai conosceva tanto bravi non sembravano. E se Ru-Wai aveva conosciuto due idioti di Kiri c'era il rischio che vi fossero anche altri sotto la guida di quel Kage di cui Ru-Wai parlava. Restava Suna, dove il clima era insopportabile, ma almeno i ninja sembravano delle brave persone. A sentire tutto quello che Ru-Wai diceva non avevo dubbi che alla fine dei conti sarei riuscito ad andare d'accordo con la gente di Suna e forse mi sarei pure sentito a casa... lontano da casa. Qui, però, entrava in gioco il clima: ruvido e secco, desertico. Forse ottimale perché mia madre non prendesse la bronchite e ottimale per mia sorella, che in quel modo, forse, avrebbe potuto fare i castelli di sabbia, ma l'idea di vivere in mezzo a un deserto non mi piaceva più di tanto. E, forse, non sarebbe piaciuta nemmeno a Yoko che, come ben sapevo, amava gli alberi, gli animali della foresta, i laghi e così via. Qui però entrava in gioco un altro problema: non sapeva quanto erano bravi i ninja della Foglia, come mi avrebbero accolto (quindi) e a sentir parlare Ru-Wai si poteva di certo desumere che l'Hokage (il Decimo) non fosse proprio la persona più simpatica e divertente del mondo. La soluzione migliore per me sarebbe stato prendere il villaggio della Foglia, metterci il Mizukage a capo e al posto dei ninja della Foglia metterci quelli della Sabbia. A quel punto avrei avuto un villaggio con un ottimo clima, con un buon mizukage e con dei buoni ninja... un utopia. In ogni caso dovevo ammettere che quel tipo la sapeva ben lunga sui vari villaggi e sui vari ninja. Fino ad allora non avevo provato a farlo, ma volontariamente attivai la mia Percezione del Chakra sulla persona che mi ritrovavo dinnanzi, scoprendo che aveva una riserva assolutamente al di fuori dal comune. La sua riserva era piuttosto ampia (molto più grande della mia) e sicuramente era la più grande in assoluto che avevo mai visto; inoltre possedeva ben due impronte: fuoco ed elettricità. E allora chi diavolo mi ritrovavo di fronte? In ogni caso non feci alcun cenno visibile, né lasciai trasparire alcuna emozione. Sapevo giocare a quei generi di giochi; e poi era pur sempre il mio datore di lavoro. - «Capisco, Ru-Wai,» - gli dissi sincero. - «Alla fine dei conti non c'è una soluzione ideale...» - Che villaggio avrei scelto? Di sicuro non Oto. E forse nemmeno Kiri. Konoha con quel Kage antipatico avrebbe potuto non accettarmi e Suna avrebbe potuto accettarmi, ma la vita in un deserto..?

    Per quanto riguarda il suo oggetto ascoltai tutto il suo discorso. Alla fine dei conti andare a prendere un oggetto, per giunta un medicinale che poteva anche servire a mia madre, non era una missione così espressamente complicata e non avrei nemmeno dovuto uccidere per forza. Sarei solo dovuto ad andare a prendere qualcosa che apparteneva a Ru-Wai. - «Non si tratta di rubare, vero?» - gli chiesi tanto per esserne sicuro al 100%. In mente mi feci due calcoli su quanto tempo mi ci sarebbe voluto per raggiungere il Paese del Thè. Partendo da Ame al calare della sera, quando Yoko sarebbe andata a dormire, sarei arrivato sul posto 15 ore dopo circa (se non ci sarebbero stati incidenti vari durante il percorso, specialmente alla Baia a Sud del Paese dei Fiumi, dove giravano brutte storie e voci). Forse mi ci sarebbe voluto un giorno per trovare l'oggetto che volevo; forse di meno. Evitando di entrare nello scontro con qualcuno e combattere dando vita alle mie lame con i campanellini la cosa mi avrebbe richiesto 2-3 giorni di lontananza da mia madre e da Yoko in un villaggio come Oto. Ma dopo sarei potuto restare a casa con Yoko settimane e settimane vivendo con i soldi che Ru-Wai mi avrebbe dato come pagamento per quella sua piccola missione e avrei sicuramente guadagnato di più che come un semplice cameriere in quel locale. - «Se non si tratta di rubare, accetto,» - gli dissi. - «Ma devo trovare un nascondiglio migliore per la mia famiglia, in quanto immagino che starò via per un paio di giorni.»



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    Recuperare del Thé


    Non Rubare...



    Il Risorto rimase in attesa di repliche da parte dell'altro.
    Tasaki risultò parecchio "sintetico" per quel che riguarda il nuovo villaggio in cui vivere.
    Purtroppo non esiste il villaggio ideale, Tasaki-san. Credo che, al di là di clima e posizione, il problema di qualsiasi villaggio sono le persone. Ninja, non ninja, tutti hanno difetti o stramberie che non possono per forza piacere a tutti.
    Ad esempio: Konoha, il Decimo Hokage, personalmente, lo trovo spaventosamente pieno di se e borioso, ma se c'è tanta gente che vive in quel villaggio, immagino che o il carattere del Decimo non sia questa grande problematica, oppure non tutti lo trovano fastidioso come me, magari a conoscerlo meglio, diventa simpatico.
    , commentò con un mezzo sorriso il Kaguya.
    Simpatico? Raizen? Non esageriamo ora!
    Fratello, qui siamo un ammasso di ego e rancore e l'hokage è parecchio egocentrico e vanesio pure lui...
    E con questo che vorresti dire?
    Che l'egocentrismo fra tutti noi e lui darebbe qualche problema alla gravità di diversi villaggi se siete vicini.
    AHAHAHAHAHAHAH!!!! Bella battuta!

    Poi ci fu la domanda sul "rubare", alla quale il Risorto alzò le spalle: Non parlerei di rubare: non so dove si trovi questo mistico thé antidolorifico, ma se è in un posto dove può essere recuperato, o se qualcuno ce l'ha e vuole venderlo, direi che non si tratta di rubare., spiegò con calma, sorridendo, Poi se magari questo thé risulta appartenere a qualcuno che non vuole condividerlo, allora, se non vuoi rubare, potrò capirlo ed accettarlo., concluse Ru-Wai.
    Per quel che riguarda la tua famiglia, bé, se vuoi, Tasaki-san, possono stare qui alla Locanda. E' un posto pulito ed abbastanza ordinato, c'è da mangiare anche.
    Magari c'è un pò di rumore, tanto rumore, ma per il resto non è affatto male.
    , propose il Kaguya.

    Gli offriamo ospitalità per la sua famiglia?
    Essere cordiali, Mostro, essere cordiali! Impara!
    Suvvia, ci aiuterà sul lavoro, possiamo essere cordiali, come dici tu, fratello!
    Ecco, esatto, bravo Fratello!
    Quando andate d'accordo, siete decisamente noiosi...
    Poi non vuole nemmeno rubare!
    Esatto, fratello! E' un pò noioso! Quali problemi potrà dare la famiglia?
    AHAHAHAHAHAHAH!!!
    Oh, fratello...
     
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    Si trattava solo di recuperare del thè? Per quanto fosse comico-drammatica quella situazione cercai quasi di rallegrarmene: io, lontano dalla mia casa, dalla mia famiglia, a recuperare delle foglie. Ma se quelle foglie potevano servirmi per guadagnarci su qualche ryo e forse persono salvar emia madre, perché non immolarmi per una buona causa?.. Alla fine dei conti non si trattava nemmeno di rubare, - il che non andava contro i miei prinicipi di base, - ma soltanto di prendere ciò che, forse, non era di nessuno. E se alla fine dei conti era di qualcuno e quel qualcuno non voleva condividere il suo thè con me? A quel punto avrei potuto tentare altre vie, ma se la missione era di portare la medicina ad Ame, la medicina andava portata ad Ame, in ogni modo possibile e forse anche svolgendo dei lavori per la persona che deteneva il thè. L'obiettivo, per dirla in modo breve, era chiaro e lucido: non poteva essere altrimenti. - «D'accordo, - dissi a Ru-Wai. - «Se vuole il medicinale, avrà il medicinale.» - Per quanto invece riguardava la locanda e l'invito a metterci la sua famiglia, non poteva che dirsi soddisfatto di quella proposta. Tuttavia, quella locanda non era sicuramente adatta per una bambina e una donna malata... o forse mi sbagliavo? Tanto non è che avessi molta scelta! O stavano in quell'appartamento sottratto con la forza dove poteva capitare di tutto nel mentre non ero in casa, oppure venivano lì, in quella locanda, sotto l'ala protettrice di quell'uomo che sicuramente non avrebbe fatto nulla a nessuna delle due... almeno finché era via per recuperare il suo medicinale. In verità dovetti pensarci sù un po' prima di accettare quella sua proposta. - «D'accordo, la ringrazio per la proposta,» - gli dissi facendo un cenno con il capo. - «Verrò qui con loro oggi stesso, prima di partire.» - Alla fine dei conti era il mio datore di lavoro, più o meno ufficiale. Il primo dopo Kumo. E se le cose fossero andate come speravo, nemmeno l'ultimo. - «Sonoo sicuro che la aiuteranno a tenere questo posto ben pulito e ordinato, come ha accennato.» - Detto questo pensai anche alle sue parole sul Decimo Hokage e sul villaggio ideale. Se erano i ninja il problema, allora perché non selezionare i ninja che potevano entrare dentro a un villaggio? Perché non era una priorità, quella? Perché dovevano essere ammessi tutti? Secondo quale diritto di nascita? Personalmente pensai che se fossi stato io a capo di un villaggio, avrei dato il coprifronte unicamente ai ninja dalla indole buona ed esclusi tutti quelli con l'indole cattiva. Pensai che forse sarebbe nato un nuovo sogno dentro di me, quello di creare il villaggio ideale e perfetto, adatto a tutti. - «Sarei quasi curioso di conoscere meglio il Decimo Hokage,» - dissi a Ru-Wai pensando che avrei anche voluto testare la sua forza... quando ne sarei stato capace e se fossi mai stato capace. Alla fine dei conti, però, forse non era propriamente una persona cattiva. Forse era solo una testa calda. O un ninja con un ego smisurato. Che cosa ne potevo sapere? Pensai anche che alla fine dei conti proprio Konoha sembrava rivestire la veste del villaggio accademico ideale per me. Lì avrei potuto migliorare, i miei parenti vivere una vita più o meno felice e sarei stato anche capace di combattere i nemici dei miei ideali come meglio credevo. - «Quali altri ninja del Continente ritiene simpatici e utili da conoscere in ottica di una futura lotta alla Nuvola, Ru-Wai?» - Chiesi soltanto continuando a osservare il mio interlocutore.



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    E qualche altro nome...



    Tasaki sembrava favorevole alla missione che il Risorto gli aveva proposto: recuperare questo mistico thé capace di curare, o comunque "alleggerire" i dolori di veleni e malattie, pareva essere una missione accettabile per il traditore di Kumo.
    Ed altrettanto favorevole era a lasciare presso la Locanda dei Batuman la propria famiglia.
    Magari questa famiglia potrebbe fare un pò di compagnia a Tendora...
    Vero, fratello, specie da quando Juana è tornata da suo fratello, non è che ci sia stata tanta gente normale da queste parti...
    Perché dici così?
    Di norma qui bazzicano un barista con sogni da ninja, un ragazzino monco che suona una chitarra, una coppia gay, un animale parlante e con problemi di droghe e noi... un individuo con tre voci nella testa e forti desideri di Vendetta.
    Non siamo proprio normalissimi, ha ragione il Pennuto! AHAHAHAHAHAHAH!!!
    Zitto, Mostro!

    Quella discussione, impedì al Kaguya di seguire parte di quella che stava avendo lui stesso con Tasaki, finché l'altro non accennò al voler incontrare di persona il Decimo Hokage.
    E chi glielo fa fare?
    Una domanda che per poco Ru-Wai non fece a sua volta, non fosse stato che proprio il nukenin fece, a sua volta, una domanda su possibili alleati contro la Nuvola.
    Onestamente non mi sono mai interessato molto attento alla politica di Kumo e nei dintorni del Paese del Fulmine, ad essere sincero, ma credo che, di sicuro l'Hokage potrebbe essere interessato e se Kumo è una minaccia per l'Accademia, bé, in tanti potrebbero essere interessati ad aiutare contro il nuovo governo nella tua terra natia, Tasaki-san.
    Il Mizukage: un uomo di pace, ma non di certo uno che eviterebbe uno scontro, se servisse a salvare altre persone.
    A Suna mi vengono in mente i due jonin più forti del villaggio: Hoheneim e Hoshikuzu Chikuma, fedeli all'Accademia.
    Ad Oto il ninja più forte, ma forse per questo meno ragionevole, ma che agirebbe per il bene del suo villaggio, che credo sia confinante con i confini del Paese del Fulmine, è Febh Yakushi... uno shinobi particolare, ma fra i più capaci che io conosca.
    Questi ninja potresti volerli di certo far interessare di più alle questioni politiche di Kumo, se vuoi alleati potenti.
    , enumerò il Kaguya.

    Certo se Hoshi poi ci chiede una mano contro Kumo?
    Bé, fra Itai, l'Hokage, Febh e Hoheneim avrebbe tutte le mani del caso. Giusto il nome del Mikawa non gli hai fatto fra i ninja più forti dell'Accademia che conosci...
    C'è da dire che al Mikawa dell'Accademia siamo abbastanza sicuri che non gliene freghi un granché, sarebbe stato uno spreco di tempo dire il suo nome...
    Poteva anche mettersi d'accordo con Kumo il gigantone otese in effetti, ma sarebbe divertente! AHAHAHAHAH!!!
    Divertente non è la prima parola a cui penserei, Mostro...
    Perché sei troppo rigido nei tuoi ragionamenti, fratello!
    Fenici Immortali, aiutateci voi...
    AHAHAHAHAHAHAH!!!!
     
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    Da quando avevo sentito da quel tizio, le persone interessanti erano poche, ma me le segnai per bene nella mente con l'intenzione di scoprire di più su di loro in un tempo nemmeno troppo remoto. Di sicuro dovevo parlare con l'Hokage, non solo per entrare nel Villaggio della Foglia e avere il relativo coprifronte (per me sarebbe stato un onore), ma anche per fornirgli tutte le informazioni di cui aveva bisogno su Kumo. Di sicuro sarei andato senz'altro molto d'accordo con il tizio (forse). Inoltre avrei dovuto conoscegliere il Mizukage: un uomo di pace pronto a salvare altre persone, come me, anche se più che salvare altre persone ero pronto a salvare mia sorella. Di Suna erano i due Jonin più forti che dovevo incontrare (o sconfiggere per dimostrare che ero più forte di quelli di Suna?), ma mi interessava poco. Mentre a Oto c'era solo un ninja davvero molto forte che l'uomo seduto sulla sua poltrona aveva nominato come Febh Yakushi. Ninja strano, particolare, poco ragionevole... Forse l'opposto di com'era l'Hokage o il Mizukage, ma ugualmente altruista nel voler aiutare il suo popolo e il suo villaggio, soprattutto da Kumo stesso. Erano tutti un nome per ogni villaggio accademico e solo nel caso di Suna i nomi erano due. Non propriamente il caso peggiore: tanti ninja da conoscere, un mondo interamente nuovo da scoprire. - «Capisco,» - dissi. - «La ringrazio per le informazioni Ru-Wai-sama. La assicuro che avrà le sue medicine non appena tornerò dal Paese del Thè.» - Mi sentivo particolarmente sicuro di me, perché sapevo che fosse servito avrei recuperato quelle medicine anche dall'altro capo del mondo... In fin dei conti non si trattava nemmeno di rubare, forse. Ma ero certo che se fossi tornato senza le medicine, non avrei avuto i miei soldi. E quale scelta avrei potuto avere allora? Attaccare un tizio con il chakra più alto del mio di 2,5 volte per tirargli fuori i soldi dalle fredde dita? A pensarci solo mi vennero i brividi. Non perché non avrei potuto sconfiggere il ninja, ma perché mia madre mi aveva insegnato che non si faceva. Non potevo farlo nemmeno se quel ninja avesse avuto solo l'1/10 del mio chakra. - «Porterò mia sorella Yoko e mia madre qui tra qualche ora. Spero che riusciate a fare amicizia Ru-Wai. E partirò subito dopo.» - Dissi voglioso di partire subito per raggiungere il Paese del Thè il prima possibile e tornare il prima possibile per poter rivedere la mia Yoko. Speravo che non le succedesse niente nel mentre ero via, perché non sarei mai riuscito a perdonare quell'uomo.
    Con quelle parole feci un inchino formale e uscii dalla locanda. Il mio incontro con Ru-Wai era finito, ma un viaggio pieno di apprensioni mi aspettava davanti.



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    Un kumese che parte, due che arrivano



    Tasaki ringraziò per le notizie ricevute ed assicurò sul risultato della missione che gli era stata affidata.
    Sicuro di se il traditore di Kumo.
    Da queste parti siete in tanti ad essere dei traditori da queste parti...
    Noi non siamo traditori. Io sono morto e Lui non è mai stato un ninja di Kiri.
    Fratello, tu e le tue distinzioni... maledetti Hai Urami...
    Intanto, finalmente, il nukenin spiegò chi fosse la sua famiglia: la madre e la sorella.
    Va bene, Tasaki-san, saranno trattate con tutte le attenzioni del caso, non ti preoccupare in tal senso. Buona fortuna con la missione., confermò con tono pacato il Kaguya, il cui interesse per il thé miracoloso era comunque rilevante.
    In effetti è ormai da tanto che Tendora sta male...
    Abbiamo provato di tutto, per quanto possibile con i nostri impegni.
    Tradotto: quando ti annoiavi hai cercato delle medicine, o hai mandato qualcuno a cercarle, come adesso!
    Mostro, non metterti a fare inutili precisazioni!
    Purtroppo ha ragione, ma almeno hai un minimo di responsabilità per cercare tramite qualcuno delle cure per lei!
    Visto, Ossicino? Ho ragione! AHAHAHAHAH!!!
    Fratello, ci siamo rovinati così...
    Probabilmente sì...
     
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    [Chapter I - qualche ora dopo l'incontro al Nettare delle Orchidee]

    Il luogo è quello La mano ossuta indicò il Veri Batuman, la taverna al Secondo Livello di Ame dove Ru Wai aveva la sua base operativa. All'esterno, tutto sembrava meno che la casa di un Asso; dalla piccola vetrata che si affacciava sulla strada, l'osteria appariva accogliente, pacifica e ordinata, con frequentatori dall'aria bonaria e tranquilla.
    Chiederemo udienza. Si abbassò il cappuccio, noncurante della tormenta.
    La pioggia si abbatté violenta sul suo capo e in pochi secondi la sua ampia chioma venne ridotta a un ammasso di capelli appiccicati sul collo. Dietro di sé, o al suo fianco, vi era la nuova entrata nei Fiori, seguita forse dalle sue Matrone.  Per lei, L'Oleandro non aveva alcun consiglio. Non era né suo padre né suo fratello. E fino a prova contraria, tutta la sua storia poteva rivelarsi una trappola infame messa a punto dai suoi nemici. Uno di essi era Lord Goemon.

    [...]

    Varcata la soglia del Veri Batuman, in segno di rispetto Namae lasciò il suo abito a sgocciolare vicino all'entrata. A differenza della Lupa, il Fante indossava abiti informali, umili e consumati, peggiori persino di quelli che molti avventori sfoggiavano dentro la taverna. La serata procedeva bene per Medo, il barista-segretario dell'Asso, impegnato dietro allo stesso bancone dove, cinque anni prima, egli aveva chiesto il suo primo incontro con Ru Wai. La clientela non mancava e a giudicare dai boccali di birra sui tavoli nessuno aveva la gola secca.
    Avanzò verso il bancone e con un cenno del capo attirò l'attenzione di Medo.
    La ragazza non poteva saperlo, ma qualcuno li aveva anticipati per informare Medo e altri del loro arrivo. Sarebbe stato scortese presentarsi di sorpresa e rivelare a una persona estranea, senza storia, appena arrivata ad Ame, il covo del Leader delle Picche.
    La galoppina era stata Hounko; aveva raggiunto il Veri Batuman con una richiesta e il nome di colei che avrebbe accompagnato Namae all'incontro, in modo che le Picche potessero indagare al riguardo, e aveva fatto ritorno con una risposta positiva.
    È da un po' di tempo che non ci vediamo. Non nominò il suo nome. Presentarsi o meno sarebbe stata una decisione del ragazzo.
    Spero che ti abbia informato del nostro arrivo.
    Si voltò verso la ragazza e con un sorriso appena accennato chiese:
    Qualcosa da bere? Offro io. Al Nettare delle Orchidee gli aveva preparato uno dei suoi famosi cocktail, qualche ora dopo le offriva un altro drink, cosa aveva in mente?

    Noi siamo pronti, attendo te. Avrebbe infine detto, in attesa del via libera per raggiungere Ru Wai nel suo vero ufficio.

     
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    I Veri Batuman

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    Ortensia camminava al mio fianco, con il braccio perennemente teso verso l'alto intenta a proteggere me e se stessa dalla pioggia grazie all'ombrello ricamato finemente. Se non fosse stato che continuavamo a muoversi seguendo l'Oleandro un osservatore avrebbe sicuramente intuito che la resistenza di quella donna, nel mantenere il braccio sempre tese, non poteva essere casuale. Anzi, superava di gran lunga la media di uomini atletici. Lei d'altro canto era Ortensia, una mia sottoposta, e in quanto tale non poteva essere debole.

    Ad un certo punto il Fante di Fiori si fermò, indicando il luogo dove richiedere i servizi del suo “amico”, con tutti i se del caso. Udienza fu dunque la parola che l'uomo pronunciò. Una parola sicuramente non a caso, che si trattasse di una figura di spicco di Ame? In ogni caso annuii, in segno di assenso Ti seguo, tesoro.

    Una volta entrati probabilmente la figura dell'Oleandro sarebbe stata oscurata prima dall'arrivo di Ortensia e poi dal mio. Sarei entrata con lo sguardo alto e fiero. Orgogliosa e vanitosa al punto giusto squadrai tutti i presenti sfidandoli a mantenere lo sguardo sul mio corpo e sulla presenza. Sarebbero resistiti a tale visione?

    Sorrisi, consapevole dell'imbarazzo che avrei creato, e seguendo il Fante mi avvicinai al bancone, sedendomi, accavallando le gambe, a fianco dell'Oleandro. Chiaramente Ortensia si posizionò al mio fianco, in piedi.

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    Ascoltai la conversazione tra il barista e il nunkenin e al termine risposi prima all'Oleandro No, ti ringrazio. Molto gentile, ma preferisco aspettare che si crei la situazione giusta... lasciai volutamente in sospeso il discorso, magari facendo navigare nella fantasia il barista che poi fu oggetto del mio sguardo profondo Sì, sono una socia d'affari, se così si può dire, del mio vicino di sedia. Volevamo parlare con il proprietario del locale. Attenderemo, con il massimo rispetto sia chiaro. terminai.

    Ero veramente curiosa di vedere chi ci avrebbe accolto. Il Fante di Fiori non era uno che si esprimeva molto, ma il tono e le modalità in cui si era presentato mi lasciavano intuire che la persona che stavamo aspettando non era da sottovalutare, o da deridere. Il mio fascino avrebbe aiutato nelle trattative? Non c'era da augurarselo.





     
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    Quando il trio inatteso arrivò alla Locanda, ci fu un attimo di silenzio.
    Non fu certo l'arrivo dell'Oleandro ad averlo generato, poiché, in fondo, la visita preventiva della sua figlia adottiva, aveva informato chi di dovere dell'arrivo del Fante di Fiori e di una sua nuova conoscenza, ma fu proprio questa seconda persona, con l'ulteriore accompagnatrice, a stupire alcuni dei presenti, primo fra tutti [Tamura] , il monco che suonava la chitarra sul piccolo palco in un angolo della Locanda, che si fermò addirittura dal muovere le corde con il chakra, per qualche istante.

    Non fu però al monco che i nuovi giunti si rivolsero, così, mentre diversi avventori erano decisamente distratti dalla proprietaria della "Lacrima d'Argento" e dalla sua accompagnatrice, fu [Medo] ad accogliere il duo, ascoltando le parole di Namae.
    Piacere di rivederti, Taiyo-sama, sì, eravamo stati avvisati del vostro arrivo, seppur non avevamo idea che avessi delle compagne di viaggio così notevoli., avrebbe esordito il giovane barista, ascoltando poi le parole dell'altra e sorridendo appena, prima di continuare: In realtà, la proprietaria della locanda è mia cugina, il sensei è... bé, lo potrà di certo vedere lei stessa., concluse verso l'altro elemento dei Fiori.
    A ben guardarsi intorno, in effetti, avrebbero potuto notare, oltre al musicista con un braccio solo ed il giovane barista stesso, altri due pittoreschi individui: una [fanciulla] che portava le birre ai vari tavoli e, seduto in un angolo a fumare, un [suricato] con un occhio coperto da una benda.
    Decisamente quella locanda aveva un personale piuttosto bizzarro.

    Vi sta già aspettando, semmai la bizzarra fauna del luogo avesse distratto la kunoichi, quelle parole probabilmente l'avrebbero riportata al presente, mentre Medo rispondeva a Namae, Ma si aspetta solo due persone, non tre., avrebbe concluso, puntando lo sguardo sulla ragazza che aveva portato con se l'ombrello fino a quel momento.
    Ovviamente, nessuno avrebbe rifiutato alla terza del gruppo un posto a sedere lì al bancone, o ad un tavolo, e qualcosa da bere, ma, in ogni caso, chiarita la questione, il barista avrebbe indicato ai due membri dei Fiori la porta che dava verso il magazzino.

    E quando il Taiyo e Yuri avessero attraversato quella porta si sarebbero trovati davanti al Mercenario delle Fenici.



    Namae-san, ma che piacere rivederti dopo tutto questo tempo! Come vanno gli affari? Immagino che i contatti che hai aggiunto un anno fa siano fruttati., avrebbe esordito il Risorto con tono cordiale verso l'Oleandro, prima di rivolgere l'attenzione all'altra.
    Lei deve essere l'associata di Namae-san, piacere di conoscerla.
    Qui ad Ame sono noto come Ru-Wai: buttafuori, mercenario ed all'occorrenza, dispenso favori di vario genere.
    , si sarebbe presentato con un sorriso sornione.
    A cosa devo il piacere di questa visita?, sarebbe stata la sua ultima domanda.

    Dispensiamo favori, Fratello?
    Bé, abbiamo aiutato Namae qui ad entrare nei Fiori ed a scalarne la gerarchia.
    Provocando un discreto numero di cadaveri nel farlo... non ultimo il caos dell'anno scorso alla Zanna.
    Però gli abbiamo fatto un favore, quindi dispensiamo favori.
    Con annessa distruzione al seguito.
    Piccolezze, Mostro, piccolezze.
    A proposito di piccolezze, questa tizia ha così tante carne esposta alla vista, che potremmo sfamarci un villaggio se la facessimo a pezzi! AHAHAHAH!!!!
    Non so se mi preoccupa di più questo suo commento, o il fatto che tu non ne abbia di tuoi, Fratello.
    Mi preoccupa più quanto Tendora potrebbe essersi innervosita nel vederla entrare qui... poi l'ultima volta che abbiamo incontrata una maggiorata in questo magazzino ci siamo ritrovati drogati in un'orgia con la suddetta maggiorata che investigava nella nostra testa nel frattempo.
    In effetti, meglio tenere i pantaloni abbottonati.
    Anche perché, per quanto ci sia utile un alleato nei Fiori di Ame, un'orgia con Namae-san, non è nei nostri progetti...
    Perfettamente d'accordo.
    Niente da ridire.
     
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83 replies since 21/3/2010, 13:21   1166 views
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