Amministrazione di Kiri

[Amministrativo]

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Il Flagello e la Spada

    I



    Osservai silenziosamente l'uomo davanti a me delirare nel dolore, immerso in sogni che erano incubi. Quando si risvegliò per alcuni istanti parve non comprendere la sua situazione. Si toccò il corpo guarito, comprese che qualcuno aveva sanato le sue ferite e si alzò, scusandosi per l'atteggiamento poco consono. Alzai un sopracciglio, sorpreso. Quell'uomo si era trascinato in pessime condizioni fin nel mio ufficio, probabilmente scatenando un pandemonio all'ingresso dell'Amministrazione. Non c'era stato nulla di consono, ma nulla di errato.
    Non scusarti, eri ferito. Dissi solo, tremendamente incuriosito dalla sua storia. Mentre parlava mi passò un libro, che aprii, mentre lui continuava a narrarmi dei suoi scopi come preambolo di ciò che evidentemente doveva essere stato costretto a fare. Sfogliai distrattamente le pagine, più impegnato a cogliere le parole di Keiji che a leggere quel documento che mi aveva dato. Dunque il preambolo divenne un racconto ed il racconto fu così funesto da far pulsare una vena sul lato sinistro della mia tempio.
    Keiji poté notare, mentre parlava, che la mia mascella si era serrata alla mandibola ma a parte questo attimo di sfogo non lasciai trapelar nulla.
    Non dovevo odiare i miei nemici. Se l'avessi fatto il mio giudizio ne sarebbe stato irrimediabilmente compromesso. Non dovevo lasciare che qualcuno capisse cosa stavo pensando, se l'avessi fatto, avrebbero potuto manipolarmi.
    Erano lezioni difficili da digerire per chi, come me, aveva passato una vita intera ad odiare i propri nemici e ad urlare ciò che provava senza ritegno alcuno, ma ero nella posizione nella quale certi errori non potevano essere più commessi, in nessun modo.
    La cosa che, tuttavia, mi colpì fu la sua richiesta. Egli non voleva dirmi come e quando avrebbe incontrato il Flagello, ma voleva che mi fidassi di lui e che lo facessi agire come spia.
    Un piano ed una ambizione notevoli e pericolose. Apprezzavo il coraggio di quell'uomo, anche se sospettavo che fosse totalmente egoistico ed improntato al recupero della sua preziosa spada. Ma chi non era disposto a sacrificare la propria vita per i suoi affetti non aveva diritto di essere chiamato uomo.
    Meika deve aver trascurato un evidente trauma cranico. Dissi, quasi a voler far comprendere che lo ritenevo un folle o un confuso. Il Flagello è il Nukenin più ricercato da tutta l'Accademia, la lista delle sue stragi si allunga giorno dopo giorno, tu sai dove si trova e dove si farà trovare ed intendi fare la spia piuttosto che dirmelo immediatamente cossiché tu possa salvare la tua spada?
    Sbattei un pugno sulla mia scrivania con forza. Keiji forse poté avvertire, per la prima volta da che poteva avermi visto vestito di calma, che un tumulto di potere era contenuto in me, pronto ad un'esplosione superiore a quella che il Flagello gli aveva mostrato. Dove hai lasciato la tua dignità di uomo? Sei disposto a permettere che quel folle faccia altre stragi per la tua spada? Io la spezzo con le mie mani la tua spada, Keiji e poi ti faccio mangiare i frammenti.
    Mi rilassai sulla sedia, passandomi le mani sulle tempie, estremamente nervoso. Non c'è modo che tu ora esca da questa stanza senza avermi detto dove cazzo sarà quel porco. Era sottinteso che le conoscenze che lui si portava dietro erano tutt'altro che esclusive. Avrei potuto, se avessi voluto, scavare nella sua mente così a fondo da farmi rivelare tutti i suoi più ardenti segreti.
    Dopodiché mi parlerai dei tuoi piani. E se li riterrò adeguati, allora farai come dici. Cercheremo di recuperare la tua spada, ma sappi che non può essere minimamente considerata la priorità. Mi chiedi di fidarmi di te sulla parola, Keiji, ma su quali presupposti? Solo perché sei di Kiri? Certo, io mi fido dei miei uomini, ma non mi fido di chi apparentemente mette la sua spada, per quanto preziosa essa sia, sopra la vita di non so quante decine di persone innocenti che quel pazzo potrebbe sterminare se ci lasciassimo sfuggire questa occasione di prenderlo. E questo è un ragionamento così fottutamente elementare che continuo a pensare che il medico che ti ha curato poco fa non ti abbia davvero controllato bene la testa, maledizione! Incrociai le braccia al petto, assumendo un'espressione estremamente dura, inflessibile, che forse lui non si aspettava di vedere su di me. Si narrava che Itai Nara si fosse rammollito da qualche mese a questa parte. L'aver messo su famiglia aveva reso docile il Demone della Nebbia.
    Quanto era vero.
    Ero diventato docile. Buono. Calmo. L'essere padre mi aveva insegnato la pazienza, e l'odio arso dalle Fiamme Dorate non avvelenava la mia anima ed il mio giudizio. L'unica grande bugia era che fossi divenuto un rammollito. Quella cosa mi piaceva solo lasciarla credere... e Keiji Kagome, credendo forse di trovare un uomo più buono dinanzi a lui aveva avanzato una richiesta che a mio modo di vedere il mondo, era inconcepibile.
     
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