Amministrazione di Kiri

[Amministrativo]

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Il Flagello e la Spada

    V



    Rimasi in silenzio per dei lunghi istanti. Le sue rivelazioni avevano cambiato totalmente le carte in tavola. La non-esistenza di un appuntamento rendeva tutto totalmente inutile. Il piano preparato non sarebbe servito se non vi era un appuntamento vero e proprio. Fissai un punto imprecisato del muro davanti a me, deluso dall'occasione mancata: desideravo fermare il Flagello al più presto e non potevo, non ancora!
    A quel punto che fare?
    Dovevo fidarmi di Keiji, questo era ovvio. Era l'unico collegamento tra me ed il Flagello e non potevo non usarlo. Marchiarlo per sapere la sua posizione? Rischioso: significava dichiarare a qualsiasi altro shinobi in grado di percepire dei sigilli che “ehi, qualcuno vuole sapere dove sto”. Tanto valeva scrivere direttamente una lettera al Flagello ed appiccicarla addosso a Keiji.
    Non v'era altro modo.
    Però, ancora, potevo fidarmi di lui? Potevo fidarmi di una persona che mi aveva dato l'impressione di tenere più alla sua spada che alla vita delle persone che il Flagello avrebbe mietuto nel mentre che lui lo spiava? Sopratutto, potevo fidarmi di un uomo che stava subendo la pressione psicologica di vedersi tenuto in ostaggio un oggetto assai prezioso?
    Mi hai illuso, Keiji. Io che scioccamente speravo di poter prendere a calci in culo quell'infame bastardo. Per quanto colorite quelle parole non erano cariche d'odio.
    Il mio spirito di era acquietato da un bel pezzo. Questo cambia tutto. Senza un appuntamento il mio piano diventa inutile, il tuo perfetto.
    Infilai nuovamente la chiave nella toppa e la girai, facendo scattare la serratura. Finché non saprai certe cose, non potrai riferire nulla al Flagello. Ci sono alcune informazioni che conoscono in pochi e che forse potrei condividere anche con te... tuttavia, Keiji, potrebbe essere pericoloso. Al di la dei tradimenti, potrebbe avere accesso alla tua mente e scoprirle. Non ha senso nemmeno mandarti a Konoha, se devi spiarlo devi ricordare che sei una spia.
    Aprii la porta dell'ufficio, voltandomi appena verso di lui. Seguimi. Ti mostro tutto ciò che rimane del clan Kenkichi che ho nelle mie mani. Magari lì potrai trovare qualcosa di utile per risolvere il problema della tua arma.
    Lo condussi fino al settimo piano, aprii alcune porte ed una in particolare posando la mano sulla serratura e facendovi fluire una minima quantità di chakra. La stanza in cui entrammo era una polverosa cattedrale di conoscenza.
    Molti rotoli erano ammassati ordinatamente in svariati scaffali, ordinati a seconda del clan al quale si riferivano. Lì erano contenute al sicuro informazioni su molteplici clan di Kiri, tra i quali, i Kenkichi.
    Faremo come vuoi, Keiji. Dissi solamente, senza dilungarmi inutilmente in inutili spiegazioni.
    Era l'unica possibilità che avevo di tener traccia del Flagello. Se E visto che senza la tua spada perdi gran parte del tuo potere, forse qui in mezzo ci sarà qualcosa che ti aiuterà a reperirne o costruirne una che possa per il momento sostituire Saruhyondo.
    Feci un passo verso l'uscita, lasciandolo solo in quella diga di conoscenza. Fa ciò che devi, poi torna nel mio ufficio e valuteremo come fare con Flagello nei dettagli. Rimasi per un secondo in silenzio. Poi mi spiegherai anche perché mi hai tenuto nascosto di Namida al tuo primo racconto e come ti è venuto in mente dell'Est Gate solo dopo. Pensaci bene, Keiji.
    Non ero minaccioso. Non risuonavano dolorose promesse nel tono della voce, quanto più una stanchezza frammista ad una lieve delusione. Perché tacere quelle informazioni in primo luogo? Paura? Probabilmente sì, lui dopotutto voleva disperatamente recuperare Saruhyondo. Tuttavia in cuor mio avevo già deciso di non procedere oltre a calcare quella via.
    Un uomo spaventato rimaneva una bestia ferita e per quanto integerrima nelle sue convinzioni poteva agire in modi inaspettati persino a se stesso. Volevo solo che Keiji fosse sincero. La storia di Namida e dell'Est Gate venuti fuori dopo non faceva altro che rafforzare le mie convinzioni che lui fosse ben più spaventato di quanto egli stesso mostrasse al mondo. Non comprendevo l'utilità di tacere quelle informazioni, se non quella che poteva vedere un uomo timoroso di vedersi sottratto un affetto e che per quel motivo agiva in maniera eccessivamente prudente.
    Tornai nel mio studio, con estrema calma, richiudendomi la porta alle spalle. Feci un lungo sospiro, passandomi le mani sul volto. Dopotutto dovevo essere felice di poter mettere una spia addosso al Flagello, inoltre avrei potuto usare Keiji in altri modi finché il Flagello intendeva tenerlo vicino a se, se intendeva tenerlo vicino.
    Tuttavia avevo visto sfumare la certezza di poterlo affrontare, finalmente, faccia a faccia e servirgli una pagnotta ben più dura da masticare che ordine di contadini innocenti.

     
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