Amministrazione di Kiri

[Amministrativo]

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  1. Ade Geist
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Piani Rovesciati
    Capitolo Quarto


    Atto VII
    Doveri del Clan contro Affezioni personali †
    Avevo dunque colpito nel segno. Avevo piegato il Mizukage. Ero riuscito ad ottenere quello che volevo, semplicemente, dicendo tutta la verità, nient'altro che la verità. Ed una piccola bugia ma irrilevante e totalmente ininfluente. La mia idea si era dunque dimostrata l'unica davvero pregnante e retta ai fini di porre il Flagello nell'unico luogo in cui poteva stare: sotto qualche metro di terra. In quell'incontro di intelletti fui io ad uscirne vincitore.
    « Mi hai illuso, Keiji. Io che scioccamente speravo di poter prendere a calci in culo quell'infame bastardo. Questo cambia tutto. Senza un appuntamento il mio piano diventa inutile, il tuo perfetto. » Ed a quanto pare anch'egli aveva accettato l'idea di esser stato sopraffatto. Continuò puoi con un discorso dove sgretolava lentamente le convinzioni del suo piano precedente. Il mio ego cresceva sempre più mentre l'espressione preoccupata lentamente ridava il posto alla solita, formale, seria armonia di linee distese del mio viso. Il Kyuudaime tolse la chiave dalla tasca e fece riscattare la serratura: aveva aperto. Voltandosi verso di me, disse: « Seguimi. Ti mostro tutto ciò che rimane del clan Kenkichi che ho nelle mie mani. Magari lì potrai trovare qualcosa di utile per risolvere il problema della tua arma. » non sapevo cosa intendesse, non potevo neanche immaginarlo, ma l'idea di sostituire in qualche modo Saruhyondo mi parve subito sbagliata. « Ma Mizukage ... » riuscii solo a dire prima che il cervello riprese il controllo della situazione, cacciando i ragionamenti di stomaco dalla mia mente. Non ero un ninja con abilità particolari. Ciò che mi permetteva di eccellere in quell'arte era proprio la mia capacità di utilizzare la mia spada come vero e proprio vincolo di conoscenze: senza di essa ero buono solo a menar pugni. Dovevo dunque armarmi, senza dubbio, anche solo momentaneamente - niente avrebbe potuto sostituire Saruhyondo - prima di poter affrontare la mia missione e magari riuscire a venire a conoscenza di qualche nuovo segreto sul mio clan.
    L'ex foglioso mi fece strada, portandomi fino al settimo piano dove, semplicemente poggiando la mano sulla serratura, probabilmente utilizzando una sorta di meccanismo a chakra, mi introdusse in una stanza che da lì in poi avrei profondamente amato: una sorta di biblioteca amministrativa, - e come ogni biblioteca piena zeppa di polvere -, forse più uno schedario, piena di fascicoli, rotoli, tomi sui segreti ed i luoghi della storia dei Clan di Kiri. Tutta la parte dimenticata, cancellata da guerre intestine, sepolta dai secoli di storia delle vicende delle tecniche segrete, proibite o innate della Nebbia era chiusa in quella stanza. Mi sentivo così vivo dinnanzi a tutto quel sapere, così felice di poter apprendere storie non più raccontate, di leggere e vivere di luoghi ormai oscuri, nascosti dove piede umano non più posa da eternità. Il Kage mi parlò ma io ero già davanti alla sezione catalogata "Kenkichi" da un piccolo cartellino giallognolo con scritta rossa, dai colori tristi e spenti, e le mie orecchie udirono molto poco delle sue indicazioni. Avevo già preso svariati rotoli quando mi girai verso la scrivania che c'era al centro della stanza munita, spartanamente, di una lampada - di cui non ero certo della funzionalità - e di un incavo, ovviamente vuoto, per il calamaio. Mentre poggiavo i rotoli sul tavolo, Itai si era già avviato verso la porta; prima di andarsene e di chiudere l'uscio alle sue spalle mi diede un'ultima voce: « Fa ciò che devi, poi torna nel mio ufficio e valuteremo come fare con Flagello nei dettagli. Poi mi spiegherai anche perché mi hai tenuto nascosto di Namida al tuo primo racconto e come ti è venuto in mente dell'Est Gate solo dopo. Pensaci bene, Keiji. » Feci un cenno della testa per annuire, come se in quel momento ciò che mi diceva fosse poco importante. Su cosa avrei detto mi ci sarei concentrato dopo, alla fine non si trattava d'altro che spiegare che avevo omesso quei dettagli perché erano informazioni inutili al fine di localizzare Jeral e che il mio fraintendimento mi aveva fatto cadere in secondo piano l'Est Gate. Dopotutto, avrei aggiunto, non me l'ero certo passata bene in quegli istanti.

    [...]

    Non avevo idea del tempo effettivo che avevo passato chiuso sui libri in quella polverosa stanza - per fortuna la luce della scrivania era ancora funzionante - ma avevo letto notizie su notizie del Clan, da semplici libri anagrafici ad una sorta di Tribunale della Sacra Rota, da dispute terriere a libri-cassa di varie attività. Scesi di corsa i piani che mi separavano dall'ufficio del Kage col rotolo che, credevo, faceva proprio al caso nostro. Entrai nuovamente senza bussare, spalancando la porta con rinnovata energia, con un sorriso enorme stampato sulla faccia come non mi se ne vedevano da tempo e con gran furore sbattei il rotolo prezioso e fragile - senza conseguenze per fortuna - sul tavolo di Itai. « Ci siamo! » dissi, portando poi le mani sui fianchi, coi pugni serrati. « Questo rotolo è il resoconto funebre del lascito di Ryuuji Kenkichi, il secondo Capolcan delle Lame Insanguinate, zio da parte di madre della sanguinosissima prima Capoclan, Midorinaka. » mi soffermai un attimo, pensando alle tristissime vicende vissute con Sione e Morua al Bosco dell'Upupa. « In questo racconto si parla del funerale del Capoclan e del suo luogo di sepoltura. A quanto pare era usanza seppellire l'arma, vero e proprio compagno di vita oltre che fonte di conoscenze, insieme al cadavere. » Abbassai nuovamente lo sguardo, pensando a Saruhyondo. Stavo facendo tutto quello per lei: ero giustificato e motivato come niente al mondo avrebbe potuto fare. « Il Mausoleo scelto come luogo di sepoltura di Ryuuji si trova qui » dissi, indicando la mappa che mi ero portato dietro, rapidamente.« Nell'isola che separa Kiri dal Paese del Miele, scavato in una intera montagna. Il rotolo inoltre spiega che il luogo veniva utilizzato per abbandonare la vita ed unirsi a Khorne. Non so bene cosa si intenda, in questo senso ... » feci una breve pausa. Khorne era la divinità della Guerra e quella frase di certo non poteva presagire niente di buono. « Pare dunque che dopo la morte dell'uomo venisse utilizzato come una sorta di fulcro per riti sciamanici o per fare libagioni. Si accenna inoltre della leggendaria arma di quest'uomo, Kyōfu no Koe, la Voce del Terrore ma questa parte è stata poi cancellata. »
    Mi fermai un istante prima di volgere alla conclusione. « Nient'altro, Signore. Adesso sta a lei sfruttare al meglio queste informazioni. »
    Feci un passo indietro dal tavolo prima di spiegare ciò che mi aveva chiesto, cioè prima di dargli le motivazioni delle informazioni omesse qualche ora prima. « Per quanto riguarda il Flagello, Signore, avevo omesso Namida involontariamente, ritenendola irrilevante, dato che ciò che ci interessava era la posizione di quell'essere. Ero in buona fede. Allo stesso modo, l'Est Gate era stato da me volontariamente tralasciato perché avevo concentrato l'attenzione sulle Mura di Suna, non su questa seconda posizione: avevo completamente frainteso le parole di Keral, forse per via delle troppe percosse sopportate, e per questo il mio cervello aveva escluso dal conto dei fattori l'ingresso di Oto. Ne sono mortificato. »
    Avrei atteso una risposta di Itai riponendo le mani nel mio cappotto, chinando leggermente la testa.




    Legenda


    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.

     
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