Amministrazione di Kiri[Amministrativo]

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  1. Youshi2
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    Juudaime Mizukage


    IV
    La mano sinistra

    Mi sentii sollevato quando, una volta confermato Ryuu come guardiano delle mura, venni a mia volta lasciato all'interno dei reparti speciali. Così come, quando gli parlai dello studente della nebbia, mi lasciò carta bianca e, si assicurò, che mi assumessi ogni responsabilità rispetto all'esito negativo o positivo che fosse. Feci un cenno con il capo e, con voce decisa, dissi Certo, Mizukage-sama. Sarà mia premura che le cose vadano nel migliore dei modi, se ha già un'idea di dove potrebbe sorgere questa scuola, con il suo beneplacito, potrei fare una ricognizione sul loco.
    Quindi venimmo interrotti da una voce esterna, mi girai lentamente vedendo un piccolo felino fare capolino dalla porta, scoprii poi essere l'evocazione del guardiano delle mura. Kensei-sama sembrò non apprezzare l'interruzione, riprese il mio compaesano e poi proseguì fornendoci le informazioni che erano presenti all'interno del rotolo che reggevo in mano.
    Annuii ascoltando le sue parole rispetto alla missione che ci aspettava, ero curioso di vedere di che cosa si trattasse quel 'Eterno Gelo' di cui ci aveva parlato poco prima. Ci disse che l'informatore si trovava già sull'isola e che là avremo ricevuto ulteriori informazioni, quindi, se avessi avuto il tempo di inserirmi all'interno della discussione avrei chiesto Che tipo di resistenze potremmo trovarci per il recupero di questo metallo, ci sono molte persone interessate all'Eterno Gelo?
    Poco dopo venimmo interrotti, lo stesso pipistrello albino che avevo visto sulla finestra dell'ufficio del mio superiore, informò il Mizukage che stava per ricevere la vista del Hokage, quindi ci congedò. Uscito dalla porta, salutai con un cenno della mano i miei compagni e mi diressi verso l'uscita, prima che imboccassi la porta, venni fermato da un impiegato amministrativo che mi chiese di seguirlo. La cosa mi prese un po' di sorpresa ma decisi ugualmente di seguirlo finché non arrivammo all'ufficio di Kensei-sama, guardai il messo con aria interrogativa e poi entrai nuovamente.
    Il Mizukage attese me e Ryuu, una volta che la porta si richiuse, ci chiese scusa per il teatrino e si giustificò dicendo che necessitava più discrezione. Voltai lo sguardo e, l'unico a mancare, era Fudoh quindi alzai nuovamente lo sguardo verso Kensei quando ci disse per quale motivo ci aveva riconvocati. Si rivolse a me per primo, finalmente introdusse l'argomento per il quale mi aveva convocato in amministrazione, disse di essere dubbioso rispetto all'utilità - per sé - della Mano Nera, la definì superata. Aggiunse poi che aveva bisogno di un supporto più diretto, non filtrato da altre istituzioni, persone che rispondessero direttamente e unicamente a lui, o almeno questo fu quello che estrapolai dalle sue parole.
    Quando sottolineò il fatto che non avrebbe accettato di essere deluso, un'opprimente sensazione di angoscia mi prese. Iniziai a sudare freddo copiosamente, con la mano tremante asciugai una goccia che stava scendendo dalla fronte. Sentii l'aria farsi pesante, venni avvolto da un freddo innaturale. Quindi esplicò il suo desiderio: avere una mano destra ed una sinistra.
    Strinsi i denti fino a farmi male, avevo difficoltà a rimanere fermo, in gola strozzavo un urla di rabbia. Kensei-sama proseguì spiegandoci cosa intendesse, mano a mano che le sue parole fluivano dalla bocca e la mia mente, disturbata da quella strana sensazione che mi aveva preso, comprendeva le sue parole - malgrado il turbinio d'emozioni non si arrestò - un moto di gioia, profonda e inarrestabile, mi scaldò il cuore. Ora sì che avrei potuto adempiere i doveri che fin dalla nascita mi erano stati dati, finalmente potevo riscattare l'onore della mia famiglia all'interno del clan, mi illustrò quelli che sarebbero stati i miei compiti ed io annuii con decisione. Quindi si rivolse a Ryuu ma io feci fatica a seguire i loro discorsi, non riuscivo a comprendere cosa mi stesse accadendo ma ero fortemente turbato.
    Quando il silenzio calò nella stanza, cercando di mostrare più tranquillità e sicurezza che riuscissi a fare, con voce lenta dissi, senza staccare lo sgurdo dall'elmo del Mizuakge Non se ne pentirà, signore quindi chinai il capo in segno di rispetto.
    Se non avesse avuto altro da comunicarci, con il suo permesso, avrei quindi imboccato l'uscita rapidamente: avevo bisogno di respirare aria fresca, non riuscivo a sopportare ancora quella situazione.
     
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