Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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  1. ¬Chris
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    Ed ho lasciato tracce tanto chiare
    che qualcuno mal interpreta.

    Mondo cane

    Guardai la signora con aria stranita, mai, ripeto: mai, avrei pensato che un Nara fosse tanto suscettibile, certo l'avevo tirata giù dal letto, ma... Non so spiegarlo, mi metteva in soggezione, con quella scopa dritta in faccia, non sapevo se scoppiarle a ridere in faccia, o cercare di scusarmi. Nel dubbio, feci un leggero inchino e dopo aver biascicato due scese e qualche ringraziamento. Corsi verso l'amministrazione di konoha, seguito da Shay.
    Sarei giunto al palazzo, mi fermai, prima di entrare a capofitto, c'era qualche luce accesa gli uffici erano deserti; una guardia mi si parò d'avanti, lo sguardo duro e il braccio intorno al corpo per bloccarmi. Mi fermai, cazzo non avevo pensato che era, giustamente, protetto; quindi ripresi fiato e parlai velocemente – tant'è che mi stupii che mi avesse capito – quindi mi accompagnò fino al suo ufficio.
    Così, come mi ero preparato il discorso, glielo ripetei. Lasciando trapelare la mia agitazione lanciando occhiate a destra e a manca, con la mano mi toccavo sempre il gomito, dolorante per la caduta che avevo fatto dal secondo piano di casa mia.
    « Bene, allora, stavo attuando una piccola missione privata. » Guardai verso Shay, lo sguardo cruciato dall'imbarazzo, a lei non ne avevo detto niente.
    - Sono entrato in casa, di un noto pusher della Mafia, sono venuto a conoscenza di dove abitava dopo essermi infiltrato in un brutto locale ad Otafuku, ho scoperto che è il loro chimico. Da dove la droga viene fatta e raffinata, da lì partono tutti i vari spaccini. - Quindi cercai qualcosa oltre alla finestra, se avessi potuto guardare dalla finestra, avrei visto in basso qualche ninja, di guardia, muoversi lungo il perimetro dell'amministrazione - Quindi sono entrato a casa sua, da solo, ho preso il libro contente tutti i compratori più importanti e le ricette delle varie droghe. Scoprirà che persone molto importanti finanziano la mafia, per quella merda. - Quindi estrassi il libretto dalla tasca interna, e lo allungai a Shika, cercai di nascondere il fatto che io stesso facessi uso di droghe - Ho preso anche il libro per le ricette, non penso che ne abbiamo molte copie. Anche perché ho scoperto che si trattava di un libro, al cui interno ci sono ricette per dei tonici da guerra; ho imparato a farli, seguendo le istruzioni alla lettera. Sono mostruosi, si stanno preparando; potrebbero attaccarci da un giorno all'altro. - Quindi compii un respiro profondo, poi parlai con voce decisa e alzai di nuovo lo sguardo verso Shika, cercando i suoi occhi. - Su, signore, ci pensi, la prego. Quando Konoha si è mai veramente interessata di bloccare questo male? Konoha non si è mai interessata, mai si è preso in considerazione che avrebbero preso potere. Per questo semplice motivo: ci credevamo superiori. Si è sempre pensato: “Ah! La mafia, una piccola cerchia di mercanti che si fa le pippe e si frusta nella stessa stanza!”. Signore, ora bisogna agire, la chiedo di convocare tutti i ninja di konoha e estirpare questo male. »
    Lo guardai intensamente, spero che avrebbe capito la situazione, in quel libretto avrebbe trovato nomi molto influenti all'interno di konoha, la mafia si è radicata nel profondo.

     
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  2. S h a y
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    Amministratori e Buoi dei Villaggi Tuoi.

    Shika Nara non era in casa. E la botta con la scopa della madre dell'amministratore comprovò la tesi che non ci fosse lo Shinobi all'interno del'abitazione. Muovendoci con rapidità, tra le vie dell'oramai prossima al giorno Konoha, iniziavo a pensare a che cosa diavolo stesse succedendo. Era una storia così improbabile quella che mi aveva propinato il giovane Danzou che a stento riuscivo a capire il motivo di quella specie di suicidio assistito che aveva fatto nell'andare contro la mafia da solo.

    L'ufficio di Shika Nara, protetto come il palazzo da svariati ninja di guardia, si trovava in una delle ali più belle del palazzo amministrativo. La guardia che Danzou riuscì a persuadere ci portò direttamente davanti alla porta, dove il Jonin ci invitò ad entrare prima di ogni altra cosa, con aria visibilmente scocciata, per l'oraccia a cui ci eravamo presentati. Se non fossi stata una persona flessibile, su certe cose, probabilmente avrei preso Danzou, di peso, volandolo all'esterno della finestra senza alcuna remora dopo le sue spiegazioni dell'accaduto. Mi ero messa in un angolo della stanza, chiusa nelle divisa da guardia, stupita dalla vergognosa menzogna sul motivo per cui la mafia l'avevo aggredito.. le due versioni erano abbastanza simili per farmi cadere in un atroce dubbio: Mentiva o No Danzou? Mi convinsi che non era vero, che ero solo molto stanca e dovevo aspettare il responso di Shika prima di fare dei colpi di testa.

    Ma qualcosa, come al solito, dovevo dirla per forza. - No, scusami, sto per urtarmi leggermente per la mancanza di rispetto che hai avuto nei miei confronti. - Lo puntai con l'indice della sinistra. - C'è una spiegazione logica, che non sia "Volevo Vedere Cosa Succedeva" Per avere utilizzato libri contenenti sostanze chimiche senza l'autorizzazione di Medici o Erboristi? Hai Imparato da un libro a fare roba chimica.. cioè Droghe? - Ero a dir poco allibita. - Perché se è questo che hai appena detto, oltre al non essere stato sincero con una Guardia cittadina che ti ha curato e si è assunta la responsabilità su di te.. bhe credo che il posto più consono sia una stanza con quattro muri e una sola porta. - Strinsi la mano a pugno distogliendo lo sguardo alla situazione imbarazzante.

    Io ero una dottoressa, un'erborista, una guardia cittadina.. e avevo appena scortato un tizio che, per una missione personale di occulti motivi, aveva rubato ricette di Droghe per imparare a farle? Questa era follia. Follia e vergogna assoluta per tutti gli Shinobi della foglia. Palesai il mio sdegno con un'occhiata acrilica contro il giovane Genin, mentre evitavo accuratamente di guardare Shika Nara.



     
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  3. ¬Chris
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    Ed ho lasciato tracce tanto chiare
    che qualcuno mal interpreta.

    Mondo cane



    Sorrisi tra me e me, passai la mano fra i capelli e mostrai un sguardo leggermente intimidito, ma anche sicuro della propria posizione. Mi girai leggermente verso la ragazza, potendo, così guardarla dritta in faccia senza perdere lo sguardo sull'amministratore; mi interessava sapere come avrebbe reagito.
    Poi parlai con voce tranquilla e ben misurata.
    « Vedi, Shay, io ho 26 anni, non un bambino di tre anni. Sono in grado di capire cosa posso o non posso fare, non stavo infrangendo nessuna regola di konoha. - Il mio sguardo divenne severo, e passò dagli occhi chiari della ragazza a quelli corvini di Shika. - Perché mai sarei dovuto presentarmi alla squadra medica? Non c'è nulla di particolare. Sono curioso, mi dispiace, comunque come potrai benissimo vedere sono ancora vivo. - Mi misi a ridere - La prego, signorina Shay, vuole mandare in prigione una persona che ha seguito le ricette contenute in un libro? E anche se avessi saputo che si trattava di droghe, assumere sostante stupefacienti non è un reato - Altrimenti perché ci chiamiamo “villaggio della foglia”, mi dissi, sorridendo. - Bene, ora che ho chiarito questi particolari. Ti devo chiedere scusa, ,ma ero appena stato aggredito. È normale che non mi fidassi di un passante che casualmente camminava su quella strada e fosse così gentile da volermi portare a casa tua a essere curato. Spero che potrai capire. - Sorrisi nuovamente, facendo un piccolo inchino verso la sua direzione - Orsù, signor Shika Nara, ha pensato cosa fare? »


     
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  4. Ratty
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    Il Cuscino
    L'alba di nuovi problemi..


    Shika non lo sapeva. Non sapeva come mai in ogni situazione si trovasse, tranquillo in qualche angolo sperduto dell’amministrazione, a sonnecchiare in giro per il bosco, a casa a giocherellare con le trappole, in ogni caso si trovava in un circolo vizioso di guai, come se il semplice respirare attirasse i demoni della sfiga. Probabilmente nella sua vita precedente era stato veramente uno stronzo per meritarsi tutto ciò.


    Alle prime luci dell’alba si pentì di aver aperto la porta a quei due scalmanati che, senza troppi complimenti, si erano messi a fare piazzate e a litigare tra di loro, come due sposini reciprocamente incompresi, mentre Shika era appena stato svegliato di soprassalto. Seguì a stento il sottile filo di logica che collegava quelle frasi, una logica che collassò con le ultime parole che si ripeté mentalmente: Orsù, ha pensato cosa fare?. Aveva tralasciato le vuote invettive contro l’efficienza dell’amministrazione, lo strano slang per indicare chissà cosa, la superbia di conoscere come andavano le cose nel mondo, ma quell’ultima frase lo aveva colpito particolarmente. Cosa aveva pensato di fare? Rimase a fissarlo per alcuni intensi secondi, riflettendo. Non stava –come al suo solito– pensando come risolvere la situazione, come uscire dai guai, come tagliare la corda o la testa al toro. Ragionava sul malsano motivo per il quale qualsiasi problema di qualsiasi persona, causato da qualsiasi pretesto, dovesse in qualsiasi modo risalire a Shika. Cosa c’entrava il Jonin con le disavventure di un triste Genin attempato contro la fantomatica mafia, della quale l’involuto ospite non conosceva nulla? Si era cacciato nei problemi da solo, ma non voleva risolverseli, non da solo. Aveva fatto male, il Nara, a imparare ad essere autosufficiente: è terribilmente faticoso aiutare chi non lo è.


    Senza aggiungere una parola, sarebbe uscito un attimo dalla stanza per ricomparire con due cuscini, lanciandone uno al ragazzo e guardando la ragazza come per chiederle se interessata a rimanere a dormire: non sapeva cosa le passava per la testa, le donne erano sempre imprevedibili. Per ora si dorme. Avrebbe sentenziato senza troppi giri di parole, in un tono un po’ alterato. Non sapevano cosa si stava muovendo sotto l’apparente tranquillità di Konoha, non immaginavano contro cosa si stavano battendo, non avevano affrontato in prima persona la vera mafia che pullulava a Otafuku e non avevano la minima idea di che razza di mostro fosse il capo della Gesuidou no Tounan.


    Ma non mancava molto al giorno in cui qualsiasi ninja di Konoha si sarebbe ritrovato a fronteggiare questa irreale realtà.


     
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  5. ¬Chris
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    No Danzou, No party
    Presentazione


    Minchia. Non sapevo che i Nara fossero così maledettamente lenti, rimasi zitto ad osserverlo mentre pensando si alzava e usciva dalla stanza, per tornare poco dopo dandomi un cuscino. La domanda mi sorse spontanea: perché Shika tiene dei cuscini da letto in ufficio? Certo, mi risposi: -Si tratta di un Nara-
    Quindi sorrisi leggermente, mentre, mi accostavo vicino al muro, prima di lasciarmi cadere per terra rimasi qualche minuto ad osservare fuori dalla finestra, konoha dormiva e in quel preciso momento chissà cosa stesse organizzando la mafia. Cosa orribile, ben più orribile - della mafia in sé - era l'omerta con la quale veniva difesa dai cittadini impauriti, Otafuku era famosa per la sua malavita, forse bisognerebbe organizzare qualche ronda in più per quei luoghi, forse la gente si sarebbe sentita più al sicuro, vedendo sfilare i ninja di konoha per le strade; avrei dovuto proporlo a Shika.
    Minchia, stavo per addormentarmi nella stessa stanza di Shika Nara, l'amministratore della foglia, cazzo: io, inutile genin, avevo avevo provocato la mafia; nessuno doveva morire per colpa mia, ma pure io tengo alla mia vita e da solo sarebbe stata morte certa.
    Cercai, inutilmente, una posizione comoda sul pavimento dell'ufficio, poi, cercando di fare il più silenziosamente possibile, mi alzai ed uscii dalla stanza, non mi fu difficile salire sul tetto, dove nei tempi antichi si riunivano i grandi ninja, pensare di camminare dove anni e anni fa avevano camminato i grandi ninja del passato mi provocò un brivido che mi scosse da capo a piedi.
    Mi accesi la sigaretta, appoggiato sul corrimano, rimasi lì ad osservare l'alba che ormai giungeva.
    « Shinji, se ci fossi tu, non ci sarebbero tutti questi casini. Aiutami, te ne prego. »

     
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  6. elsamu
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    ..Richiesta..


    CITAZIONE
    pensato
    parlato

    Era da alcuni mesi che avevo in mente un idea un pò strana, ma non avevo ancora avuto il tempo di andare all'amministrazione del villaggio per fare la mia richiesta.

    Bè, oggi è arrivato il giorno, andrò all'amministrazione si Konoha per fare la mia richiesta, chissà come resteranno quando gli farò la mia richiesta, di certo resteranno stupiti.

    [...]

    Pochi minuti ed ormai avevo attraversato il villaggio ed ero arrivato a destinazione.
    Entrai nel palazzo dell'amministrazione, e mi diressi deciso verso la segretaria. Gentilmente avrei chiesto di poter parlare con il responsabile dell'amministrazione.

    Buongiorno. Mi scusi se la disturbo, ma vorrei parlare con un responsabile. C'è per caso qualcuno? Aspetterò anche ore se ce n'è bisogno.

    Avrei quindi aspettato l'arrivo di un responsabile li in piedi, facendo un leggero sorrisino verso la persona in segreteria.

     
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  7. The_Drake
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    Forse sarebbe stato il suo primo colloquio da amministratore di Konoha e sperava nel suo cuore che non ci fossero problemi: aveva letto le scartoffie dei suoi predecessori e gran parte della merda amministrativa era rimasta bloccata e si era accumulata nel tempo, come i problemi ma risolti della Foglia; Si era rinchiuso, infatti, da un paio di giorni per sistemare tutto e catalogare ogni singola cosa in maniera che tutto fosse corretto e corretto, anche in vista di un possibile problema futuro: in quel tempo non si era mai sicuri di nulla.
    Ovviamente non agiva da solo, ma si faceva aiutare dalle tre rane più utili per lui per quelle cose: Gamachibi, Gamatatsu e Gamakichi; Praticamente erano diventati i suoi servi per quel periodo di restauro, sia per le loro capacità mentali e strategiche, sia perchè erano le uniche rane che potessero entrare dentro un ufficio, seppure grande e spazioso.

    Comunque quella giornata i tre anfibi non erano presenti e il ragazzo ex capo guardiano si stava tranquillamente dedicando alla stesura dei rapporti delle ultime missioni e ricognizioni a Taki, quando la sua segretaria busso alla porta: era orribile avere una persona che non si conosceva per quel tipo di lavoro, ma doveva adattarsi, anche se ben presto c'avrebbe messo qualcuno dei suoi sottoposti più fedeli.
    Un cenno del capo per far entrare il visi tatore e il primo incarico iniziava; Rapido spinse dentro un cassetto laterale i fiscicoli delle missioni, considerando che erano informazioni top secret e comunque visionabili solo da un certo grado in sù.


    Forza ragazzo entra pure! Salve sono Drake Jo Ryouji, amministratore di Konoha...a che cosa devo la tua visita quest'oggi? Spero non ci siano problemi, vero!?


    Ok, forse era un pò troppo sulla difensiva, ma quel giovane non poteva portare brutte notizie: maledizione se fosse entrato qualsiasi altro suo sottoposto avrebbe iniziato a sudare freddo, ma quel ragazzo forse l'aveva visto di sfuggita qualche volta ma nulla di più, cosa avrebbe potuto mai fare? Lo fece accomodare su una delle sedie la terali davanti alla sua scrivania e attese la risposta, stiracchiandosi la schiena sullo schienale della sua sedia girevole.


     
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  8. elsamu
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    CITAZIONE (elsamu @ 12/11/2012, 02:44) 

    ..Richiesta..


    CITAZIONE
    pensato
    parlato

    Dopo un paio di minuti la ragazza della segreteria mi accompagno in un ufficio li vicino, indicando che li avrei incontrato il responsabile.

    Forza ragazzo entra pure! Salve sono Drake Jo Ryouji, amministratore di Konoha...a che cosa devo la tua visita quest'oggi? Spero non ci siano problemi, vero!?

    Ho già visto questo ragazzo, ma dove? e quando?

    Bastarono un paio di secondi per ricordarmi dove e quando.

    Ah si, al cancello di Konoha, quando sono arrivato. Se non ricordo male si era presentato come un guardiano, ma cosa ci fa qua? Non è più un guardiano?

    Buongiorno signor Drake, il mio nome è Zacaria. Sono un genin di Konoha e desideravo parlare con lei per un possibile affare.

    Ma prima di chiederle volevo sapere una cosa, lei non era il guardiano del villaggio qualche anno fa? Se non ricordo male lei è il ninja che mi ha fatto entrare la prima volta. Mi sbaglio?

    Avrei preso un respito profondo per poi iniziare la mia richiesta.

    Bè, tornando alle cose serie, sono qui per acquistare un locale di Konoha. Ho ricevuto notizie che i locali sono in gestione all'amministrazione di Konoha, le risulta? E se si è possibile acquistare un locale? Ad esempio l'ostello del lardo? Oppure il Konoha Drink? o qualche altro locale? E se si vorrei sapere anche il prezzo richiesto.

    La mia era una richiesta strana, ma volevo provare ad aprire un attività e far funzionare gli affari e cosa avrei potuto chiedere più di iniziare da un attività già in piedi? Ora dovevo solo sperare in una proposta positiva dell'amministratore.


     
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  9. Hashirama.Senju
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    L'alba di un nuovo giorno.


    L'alba; era la prima volta che ne vedevo una.
    Non mi ero mai svegliato così presto nella mia vita, ho sempre avuto il sonno pesante e molto duraturo, quella giornata però era diversa. Non avevo dormito, nonostante tutto ero sveglio e agitato. Una volta ammirato il sole fare capolino oltre le mura mi preparai, lavandomi e vestendomi, e scesi in cucina dove i miei nonni, già svegli facevano colazione.
    Sorpresi di vedermi mi chiesero come mai fossi in piedi così presto (di solito era Tobi, mio fratello quello mattiniero) ed io risposi con un distratto "Ho da fare." Non credo ci fosse tanto da spiegare, di sicuro avevano capito.

    Uscii poco dopo, saltando la colazione, con lo stomaco rigirato: ero troppo nervoso, ma una boccata d'aria fresca mi avrebbe subito rimesso in sesto. Le strade di Konoha iniziavano a prender vita, L'erba di Ino era uno dei primi negozi ad aprire, illuminando la via con i colori sgargianti dei fiori che, ahimè, scatenavano la mia tremenda allergia facendomi starnutire sonoramente nelle strada semi deserta. "Salute!" mi dice la padrona del negozio mentre io, con la testa bassa, alzo la mano per ringraziarla. Non sono mai stato bravo con le donne, devo ammetterlo, infondo sono solo un ragazzino. Non era l'unica cosa in cui non ero bravo però, sono sempre stato praticamente una nullità in tutto, più per paura di fallire che per scarse capacità. Ho sempre pensato di non essere degno del nome che porto, ne del clan a cui appartengo, tanto che ogni volta che mi ritrovavo a fissare il monte dei Kage abbassavo lo sguardo per evitare di incrociare lo sguardo dei primi due volti scolpiti nella roccia: i primi due Hokage, da cui io e mio fratello prendevamo.
    "Non oggi!" mi dissi, cercando di tener alto lo sguardo fissando il primo volto, non avrei più accettato di essere l'onta del clan, infondo era per quello che non avevo dormito tutta la notte. Finalmente, con mio enorme sollievo, il palazzo dell'amministrazione coprì i volti.

    La fila non fu molto estenuante, c'ero solo io, e con mano tremante consegnai i documenti allo sportello. "Mi chiamo Hashi...rama Se..nju...vorrei iscrivermi al corso per diventare Genin..."
     
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  10. skretch
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    Premessa



    Una volta uscito di casa Hiroshi realizzò, per la prima volta da quando si era svegliato, che stava per iscriversi ai corsi Genin. Nella sua testa fluttuavano pensieri di ogni tipo, ad esempio si chiedeva quanto sarebbe stato duro l' addestramento anche se la riposta la sapeva; ovviamente per diventare uno shinobi che si rispetti avrebbe dovuto superare prove che in quel momento non riusciva neanche ad immaginare, ma la speranza di ritrovare suo fratello, un giorno, gli rendeva questi aspetti di secondaria importanza.
    Il ragazzo non aveva la minima idea di cosa significasse essere considerato uno dei protettori di Konoha, insieme a tutti i suoi compagni ovviamente.

    Arrivato al palazzo dell' amministrazione si fermò davanti all' ingresso. Era impietrito. E se si stesse sbagliando? No, non era quello il momento dei ripensamenti ormai aveva deciso!
    Deglutì, come se dovesse prendere coraggio, e si avviò verso l' entrata. Era così agitato che non si era accorto che il palazzo era semideserto, c' erano solamente le persone che ci lavoravano, non sapeva neanche a chi chiedere informazioni!

    "Mi scusi, mi sa dire a chi devo rivolgermi per iscrivermi ai corsi Genin?" Chiese ad un signore che stava parlando con una ragazza, il quale gli indicò che doveva compilare prima dei moduli e poi consegnarli ad uno sportello.
    Hiroshi prese una penna, compilò i moduli e si avviò verso lo sportello; non c' era fila a parte un ragazzo che molto probabilmente avrebbe incontrato di nuovo. Quando fu il suo turno l' aspirante Genin si avvicinò allo sportello.

    "Vorrei iscrivermi al corso per diventare Genin, questo è il modulo che ho già compilato"

    Una volta consegnato il modulo salutò e si diresse verso l' uscita, convinto di aver dato una svolta alla sua vita. Non immaginava quanto.
     
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  11. Hashirama.Senju
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    L'alba di un nuovo giorno.



    Uscito tirai un sospiro di sollievo, il primo passo era stato fatto ora non rimaneva che aspettare la chiamata.
    Un ragazzo alto e di sicuro più grande di me di età uscì subito dopo di me dall'amministrazione. Mi voltai per guardarlo, era il ragazzo che si era iscritto dopo di me, e i documenti che portava in mano lo confermavano.
    Non è un po' troppo grande per iscriversi al corso genin?
    Pensai, voltandomi verso di lui, magari ero io troppo piccolo per provarci.

    Ciao, il mio nome è Hashirama, ti sei iscritto anche tu al corso?
    Gli chiesi porgendogli la mano.
     
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  12. skretch
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    Hiroshi si sentiva carico come non mai! Non aveva mai avuto quella sensazione di avere in mano il proprio destino. Appena uscito dal palazzo dell' amministrazione notò il ragazzino che si era iscritto appena prima di lui, avrà avuto su per giù una decina di anni in meno.
    Sapeva che la normalità era cominciare la carriera di shinobi tra i 10 ed i 15 anni ma quel ragazzino non aveva un fisico adatto, almeno a suo parere.

    Pensò che sicuramente la forza di quel bambino non sarebbe stata negli scontri ravvicinati, ma piuttosto in quelli a distanza.

    "Ciao, il mio nome è Hashirama, ti sei iscritto anche tu al corso?"

    Hiroshi vide la mano tesa ed ovviamente si presentò e rispose alla domanda che gli era stata fatta:

    "Ciao il mio nome è Hiroshi, ma puoi chiamarmi Hiro!" Disse con tono deciso, mentre stringeva la mano del ragazzino.

    "Sì, mi sono appena iscritto al corso e a giudicare dalla calca che c'era molto probabilmente saremo nello stesso team!" Aggiunse con tono sarcastico: infatti non c' era praticamente nessuno ad iscriversi e le scartoffie sulla scrivania che era riuscito ad intravedere avevano l' aria di essere lì da un bel pezzo.
     
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  13. Hashirama.Senju
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    Hiro aveva ragione, di sicuro saremmo stati compagni di corso, sempre che un corso vi sarebbe stato. La duratura e stabile pace trai villaggi aveva portato una duratura calma nel continente, tanto che sembrava non esserci più bisogno dei ninja.

    Si, credo proprio che saremo compagni di Corso!

    Rimarcai sorridendo. Non volli soffermarmi perché un ragazzo così grande volesse iscriversi così in ritardo al corso genin, almeno non in quel momento. Il mio stomaco brontolò rumorosamente, il mio stomaco sembrava essersi ripreso e l'aver saltato la colazione aveva accentuato la fame.

    Ehi, non so te ma io non ho proprio mangiato stamattina. Che dici andiamo a mangiare qualcosa da qualche parte? Magari ci conosciamo meglio!

    Dissi iniziandomi ad incamminare verso il Chiosco del Ramen.
     
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  14. I s y
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    *anf anf anf*
    Non serviva a niente correre a vuoto, doveva fermarsi e mettere ordine nella sua testa. Notò una panchina poco lontana, vicino un parchetto dove stavano giocando alcuni bambini. Decise di sedersi lì, doveva elaborare una strategia. Gli elementi che poteva considerare erano davvero pochi: non aveva memoria del passato, tranne un bizzarro sogno che non sapeva se poter ricondurre ad un evento accaduto realmente; si era ritrovato nel bosco fuori da un villaggio di cui non conosceva l'esistenza; ma certo, il kunai. Quello sarebbe stato probabilmente la chiave del mistero. Ora, a chi poteva rivolgersi? Era uno sconosciuto in un villaggio sconosciuto, non conosceva nessuno a cui poter porre delle domande.

    - Un villaggio avrà sicuramente una sede amministrativa..Magari qualcuno lì saprà darmi qualche risposta -

    Si alzò così dalla panchina, infervorato da una rinnovata speranza. Chiese al primo passante le indicazioni per raggiungere il Palazzo dell'Amministrazione e cominciò a correre, lasciandosi scappare un sorriso. Sarebbe andato in fondo a questa storia.

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    konoha041v



    Il Palazzo dell'Amministrazione era una struttura dalla forma circolare, sovrastata dalle sculture dei vecchi Kage. La sobrietà della costruzione, nonostante la mole decisamente superiore al resto delle abitazioni, testimoniava una cura non tanto per la bellezza, quanto per l'efficienza dello stesso. Il ragazzo rimase per alcuni attimi ad osservare l'ingresso del palazzo, indeciso sul da farsi. Non poteva entrare così, di punto in bianco, motivando la sua visita con un'improvvisa quanto poco giustificabile perdita di memoria. Doveva escogitare qualcosa.
    Vide passare di fianco a lui due ragazzini che sembravano avere più o meno la sua stessa età. Stringevano in mano una pergamena e parlavano animosamente tra di loro, scambiadosi sorrisi e gesti di euforia.

    * Ci credi che stiamo per iscriverci ai corsi Genin?? Non mi sembra verooooo...!! * esclamò uno, agitando le mani sopra la testa.
    ° Neanche a meeee!! Non vedo l'ora di poter indossare il coprifronte e servire il mio villaggio come nobile shinobi! Spero solo non ci capiti un insegnante troppo severo...Ho sentito certe storie.. ° rispose l'altro preoccupato.
    * A me non interessa, l'importante è che tra poco meno di un anno saremo ninja!! Potremo andare in missione per il villaggio, apprendere le tecniche speciali della nostra casata, portare in alto il nome del nostro villaggio!! *

    Shinobi, ancora quella parola. Decise di seguire il duo, avrebbe dato meno nell'occhio. Si accodò dunque ai giovani, senza farsi notare, seguendoli fino all'ingresso dell'Amministrazione.
    Entrando nel palazzo, si poteva avvertire l'importanza che emanava quel posto: appesa alla parete sinistra c'era un'enorme bacheca piena di avvisi ed annunci importanti, oltre che a manifesti di ninja a cui era stata imposta una taglia. Su quella destra c'erano ritratti enormi dei precedenti Hokage, forse per incutere paura e rispetto per le istituzioni a chi entrava. Seguì i ragazzi su per una scala, poi per un corridoio. Improvvisamente si fermarono, lui poco dietro di loro, parzialmente nascosto dietro l'angolo.

    * Ci siamo * fece uno di loro ° Si ci siamo ° confermò l'altro °*Entriamo!!°* esclamarono insieme, aprendo la porta e cercando di contenere l'euforia. Entrarono nella stanza.

    Attese pochi secondi, poi si fiondò verso la porta, aprendola ed entrando anch'egli dopo i ragazzini.

    __________________________________________________________________________________


    § E tu chi saresti? §

    Tre paia di occhi erano puntati sul ragazzo, che in tutta risposta abbassò lo sguardo intimidito. Non gli piacevano le persone che giudicano.
    Seduto dietro una scrivania c'era un uomo sulla cinquantina, con un paio di baffi lunghissimi e bianchissimi, lo sguardo inquisitore ma allo stesso tempo insofferente, testimone di una noiosa vita passata a compilare carte.

    ° Sei anche tu qui per iscriverti ai corsi Genin? ° domandò uno dei ragazzini rivolgendogli un sorriso sgargiante, che lo rassicurarono un pochino.
    - Ehmm..s..si - rispose il ragazzo mantenendo lo sguardo basso. Non ci voleva, cosa diamine erano i corsi Genin?? La situazione non migliorava, anzi, peggiorava esponenzialmente!

    § Mettiti in fila allora, e sta buono! §
    esclamò seccato l'uomo, sbuffando. Non doveva essere piacevole vedersela con delle pesti dal mattino alla sera. L'uomo cominciò a rivolgere delle domande ad uno dei ragazzi, mentre uno si affiancò al giovane smemorato. Chiese nome, età, eventuali lettere di raccomandazione, modulo di adesione...tutte cose che lui non poteva conoscere. Doveva inventarsi qualcosa, e alla svelta. Nome, un nome, doveva trovare un nome! Cominciò a giocherellare con il pugnale che aveva nella sacca..Ecco! Si sarebbe chiamato Tanken ("pugnale" nda).

    ° Ciao io mi chiamo Urura °
    fece il ragazzino, alzando la mano nell'atto di presentarsi.
    - Uhmm..piacere..io sono Tanken - rispose alla stretta di mano, accennando un sorriso.
    ° Non è straordinario? Stiamo per frequentare il corso Genin! ° disse emozionato Urura, aspettandosi dal ragazzo una risposta altrettanto euforica.
    - S..si è fantastico..Ma esattamente cosa ti fanno fare in questi corsi Genin? -
    ° Strano che tu non lo sappia ° rispose Urura, squadrandolo ° Comunque i corsi Genin sono organizzati dall'Accademia. E' qui che si imparano le fondamenta del combattimento, la definizione di chakra, si effettuano i primi jutsu. Poi alla fine ti fanno sostenere un'esame e se riesci a passarlo diventi uno shinobi a tutti gli effetti, e potrai avere un coprifronte che lo attesta! °

    § Vieni avanti, tocca a te.. § disse l'uomo dietro la scrivania, richiamando Urura alla sua attenzione, che si avvicinò, porgendogli una pergamena.

    Quindi questo famigerato "Corso Genin" serviva a formare i giovani shinobi. Doveva scappare assolutamente da quella situazione, lui non era mica una shinobi! Era solo un ragazzino che voleva tornare dai propri genitori, niente di più. Urura e l'amico finirono le dovute procedure, dopodichè lo salutarono ed uscirono dalla stanza, ancora più esaltati di prima.

    § Allora? Che hai intenzione di fare ragazzino?? Non ho tempo da perdere qui..§
    esclamò l'uomo, esortandolo con un gesto della mano.

    Non sapendo cosa fare, il ragazzo si avvicinò alla scrivania. L'uomo cominciò a tempestarlo di domande, afferrando una piuma intrisa di inchiostro ed abbassando lo sguardo sulla pergamena

    § Nome? §
    ° Ehmm..Tanken °
    § Tanken...?? §
    ° Solo Tanken °
    § Età? §
    ° 12 anni ° O giu di lì.
    § Ok..modulo di adesione?? § Il ragazzo qui non seppe cosa rispondere. Rimase con lo sguardo basso, continuando a giocherellare con il pugnale. L'uomo si spazientì, non sentendo la risposta del ragazzo.
    § Insomma, ragazzino, perche devi farmi perdere te....§ la sua espressione cambiò § Quel pugnale... §
    Si alzò dalla sedia, scaraventandola dietro di lui. Prese il ragazzo per il braccio, senza proferir parola, il suo volto era una maschera di pietra.
    ° Ma che...lasciatemi! Non ho fatto niente..!!! °
    L'uomo non rispose alle sue lamentele. Continuava a camminare a passo svelto, stringendo sempre più la presa del suo braccio. Si diresse verso le scale, le salì risoluto, fino a raggiungere l'ultimo piano dell'edificio. Spalancò un'enorme portone e lo scaraventò dentro, facendolo cadere a terra. Il pugnale uscì dalla sacca, striscando per terra a pochi metri dal ragazzo.

    § Signore, la prego di porgere l'attenzione a questo ragazzino..credo sia un ladro, ho visto che possiede qualcosa che non dovrebbe possedere. Voleva iscriversi ai corsi Genin, ma non aveva alcun modulo di adesione. La cosa mi sembra alquanto sospetta.§


    Di spalle alla porta, una figura osservava il panorama fuori dalle ampie vetrate della stanza, le mani giunte dietro la schiena. Voltò appena lo sguardo, osservando prima l'uomo, poi il ragazzino, ed infine il pugnale. Strabuzzò gli occhi, voltandosi e concentrando la sua attenzione sull'arma che giaceva a pochi passi da lui.

    < Puoi andare Tetsuo...me ne occupo io.. > disse l'uomo raccogliendo il pugnale, rigirandoselo in mano.
    § Come desidera.. § disse Tetsuo voltandosi e richiudendosi la porta alle sue spalle, non prima di aver rivolto un'occhiata severa al ragazzo, che era ancora a terra, avvilito.

    ___________________________________________________________________________


    Lo sconosciuto si avvicinò al ragazzino, il volto impassibile, non traspariva alcuna emozione dal suo sguardo. Gli tese la mano, con l'intenzione di aiutarlo ad alzarsi. Il ragazzo, sull'orlo delle lacrime, rifiutò il gesto, alzandosi con le sue forze ed urlando, con tutto il fiato che aveva in corpo.

    - QUEL PUGNALE E' MIO, RIDAMMELO -

    L'uomo non sembrò stupirsi dalla reazione del ragazzo. Si limitò a squadrarlo, l'espressione neutrale. Si soffermò sui capelli biondi, gli occhi azzurri, quei lineamenti...Si voltò, raggiungendo la sua scrivania e sedendosi, osservando prima il pugnale che stringeva ancora in mano, poi il ragazzino, poi ancora il pugnale. La sua reazione così pacata sorprese il ragazzo. L'uomo non dimostrava più di trent'anni, ma il volto era visibilmente segnato da chissà quale evento passato.

    < Come ti chiami? >
    chiese l'uomo. Il ragazzo lì per lì non seppe cosa dire. Guardò dritto negli occhi l'uomo, non gli sembrava una cattiva persona. Doveva assolutamente recuperare quel pugnale, quindi gli parve la decisione più saggia dirgli la verità.

    - A dire la verità, non me lo ricordo.. Ieri notte mi sono ritrovato in mezzo ad una radura poco lontana da qui, non sò chi sono, da dove vengo e soprattutto perchè sono qui. Quel pugnale è l'unica cosa che mi può permettere di scoprire qualcosa sul mio passato, è per questo che lo rivoglio - disse risoluto il ragazzino.

    L'uomo parve leggermente sorpreso dopo quella risposta. Aveva davanti a se un ragazzino che non ricordava il suo passato, e non sapeva nemmeno cosa ci facesse a Konoha. Eppure quel pugnale era appartenuto al villaggio per diverse generazioni, fino a poco tempo fa, in cui era misteriosamente sparito. Poteva far luce su questo mistero, ma avrebbe dovuto quantomeno aiutare quel ragazzino a riacquistare la memoria, essendo egli l'unico indizio che aveva a riguardo. Si voltò di nuovo, in direzione della finestra, da cui si potevano ammirare a distanza ravvicinata i volti scolpiti degli Hokage.

    < Questo pugnale, che reputi tuo, è molto simile a quello che apparteneva in origine a quell'uomo che vedi lì > disse indicando la quarta testa scolpita sulla parete.
    < Minato Namikaze, il Lampo Giallo di Konoha..colui che sacrificò la propria vita e quella della moglie per intrappolare il Kyuubi nel corpo di suo figlio. Questo pugnale era il suo marchio di riconoscimento, la sua arma prediletta, con cui poteva esprimere a pieno le sue capacità. >

    Il ragazzo rimase accigliato dalle parole dell'uomo. Aveva riassunto in breve il sogno fatto la scorsa notte, la storia che la donna le aveva raccontato, poco prima di svegliarsi. Che fosse legato in qualche maniera al famigerato Minato Namikaze? O forse davvero era solamente un ladro mandato da chissà chi per trafugare quell'oggetto così prezioso. Sentiva di trovarsi un pò più vicino alla soluzione di quel mistero, anche se allo stesso tempo nuove variabili si accumulavano. Lo sconosciuto interruppe i suoi pensieri, rivolgendogli una domanda più che legittima

    < Ora mi chiedo..perchè un ladro dovrebbe andare ad iscriversi ai corsi Genin, noncurante di trovarsi in un palazzo amministrativo? > chiese rivolgendogli uno sguardo inquisitore.

    - In..in realtà volevo solo fare delle domande a qualcuno, ma mi è andata male, evidentemente... - rispose il ragazzino, sentendosi vittima.
    - Però non sono un ladro, lo giuro! Cerco solo di venire a capo di questa storia.. -

    L'uomo gli rivolse un sorriso rassicurante, si avvicinò e gli posò una mano sulla testa, scompigliandogli i capelli. Certo analizzando la situazione gli sembrava assurdo che un ragazzino così piccolo possa aver perso la memoria, era più ragionevole e prudente sospettare che fosse un ninja mandato da un altro villaggio che aveva trafugato quel tesoro. Tuttavia c'era qualcosa in quel ragazzo che non sapeva spiegare, percepiva una specie di legame con quel pugnale. Forse non era un caso che lo avesse lui...

    < Voglio crederti, ragazzino, voglio darti una possibilità. Rimarrai all'interno del villaggio, finchè non ti sarà tornata la memoria. Ma sappi che verrai tenuto costantemente sotto controllo. Ti daremo una casa ed un pò di soldi e tu ci ripagherai con qualche commissioncina..> poi aggiunse < Ed inoltre, ti iscriverai ai prossimi corsi Genin, con frequenza obbligatoria. Voglio vedere se meriti di possedere questo pugnale. >
    sorrise < Fino ad allora, lo custodirò io..>

    Da una parte, il ragazzino si sentì sollevato. Non era stato accusato di qualcosa che probabilmente non aveva fatto e per giunta adesso poteva avere una casa dove ricominciare da capo e mettere insieme i tasselli. Dall'altra era preoccupato per questi fantomatici corsi Genin. Lui non sapeva nemmeno cosa volesse dire combattere! Tuttavia non aveva altra scelta, altrimenti non avrebbe mai rivisto il suo pugnale.

    - Va bene... -
    rispose il ragazzo, rassegnato ed impotente, poi continuò. - Una volta fatti questi corsi genin, a chi devo rivolgermi per riaverlo? - chiese indicando il pugnale.

    < Puoi cercare direttamente me. A piano terra c'è una sorta di reception, rivolgiti lì chiedendo di Misaki Kazumo, jonin di Konoha. >

    < Ora vai, porta questo a Tetsuo, l'uomo che ti ha portato qui. E scusalo per la sua sgarbatezza, sotto sotto è una brava persona..> concluse, dandogli in mano un foglio con alcuni appunti. Il ragazzo lo prese e si avviò verso la porta.

    < Ah, un'ultima cosa... D'ora in poi sarai conosciuto come Shin. >

    Shin. Finalmente aveva un nome. Annuì con la testa, guardando dritto negli occhi l'uomo, il quale ricambiò lo sguardo. Non sapeva se potersi fidare delle sue parole, ma non c'era altra soluzione. Uscì dalla porta, lo sguardo ancora fisso sullo sconosciuto. Gli parve di scorgere un sorrisetto compiaciuto sul volto dell'uomo, ma non se ne badò. Si chiuse la porta alle spalle, avviandosi verso le scale.


    Edited by I s y - 8/5/2013, 19:54
     
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  15. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Alle mura~


    Alla fine di quella storia solo tre cose erano chiare nella mente di Atasuke: la prima era che lo Yamanaka non lo aveva praticamente degnato di attenzione, troppo preso a squadrare con odio Shizuka per starlo a sentire; La seconda era che quel "Jaken" o qualunque fosse il suo nome era ben conosciuto da Shizuka, anzi, sembrava quasi che lei avesse visto un fantasma nel rivederlo vivo laggiù dinnanzi a loro. Infine era altrettanto chiaro che questo Jaken aveva imbrogliato Konoha con un afalsa identità e Shizuka per prima sembrava non essere al corrente di questo scambio di identità.
    Mentre Atasuke scese dalle mura seguendo molto semplicemente il protocollo Shizuka gli trotrterellò al fianco dirigendosi come un razzo da quello che dichiaratamente sembrava esser stato un suo maestro in passato, probabilmente nei 4 anni addietro in cui sembrava che quell'uomo avesse fatto perdere le proprie tracce.

    °Possibile che mi vada ad infilare in simili situazioni? Non so perchè ma tutto ciò mi turba e preferisco vederci chiaro... E credo che una rapida visita all'amministrazione mi schiarirà le idee, oltre che risolvere questo pasticcio°


    Giunto dinnanzi al "forestiero" ed ignorati i contatti che questi aveva con Shizuka, Atasuke proseguì con il protocollo e con le proprie domande cercando di capirne il più possibile, ma soprattutto cercando di evitare di farsi coinvolgere sentimentalmente in quello che in quel frangente era il suo dovere.

    "Malgrado le circostanze, è un piacere conoscerti Atasuke Uchiha. Puoi chiamarmi Magato.
    Le accuse ai miei danni che ti sono state riferite sono principalmente legate proprio al nome da me adottato sin dal mio arrivo a Konoha, poco più di quattro anni fa, che ho appena dichiarato essere fittizio.
    Ciò che ho tradito è la fiducia che il Villaggio e i suoi abitanti mi avevano accordato, mentendo sulla mia identità.
    Non è mia intenzione giustificarmi, ma sappi che non l'ho fatto per nuocere a qualcuno, e tantomeno alla Foglia. Avevo bisogno di rendermi irrintracciabile per degli individui che mi davano la caccia, ma anche tale precauzione si è rivelata inefficace nel lungo periodo. Così, ho ritenuto opportuno sparire dalla circolazione per qualche tempo, per sicurezza mia e anche del Villaggio.
    Pure di questo dovrò rendere conto, e lo farò."


    °Nobile da parte sua... Anche se credo che difficilmente l'amministrazione accetterà così poche parole in merito...°

    "Intendo affrontare le conseguenze di ogni mia azione, quali che siano, ma non chiedermi di andare via. Non voglio, non più."

    «Credimi Magato... Non sarò di certo io a chiederti di andartene, anche perchè non mi stai dando alcun motivo di ricacciarti altrove, se intanto vorresti essere così gentile...»


    L'uomo accettò di buon grado di essere ammanettato per essere riportato all'interno del villaggio ed Atasuke non ebbe quindi problema alcuno ad applicare la procedura. L'unica, per così dire, resistenza fu un atto breve in cui il sedicente Magato abbandonò a terra le proprie armi ed il proprio equipaggiamento in chiaro segno di sottomissione.

    «Nobile da parte tua Magato... Anche se in verità non era necessario... Ci avrebbe pensato un addetto all'interno delle mura a toglierti le armi, tuttavia... Il tuo gesto verrà tenuto in considerazione...»


    Lo sguardo rimase freddo, duro, concentrato, in modo da non dare possibilità a colui che ora era ufficialmente un suo prigioniero di carpire i suoi pensieri.

    °Possibile che quest'uomo sia effettivamente così interessato a pagare i propri debiti? Possibile che sia qui di sua spontanea volontà e che non vi sia nulla dietro? Ma soprattutto... Che legame c'è tra Shizuka e quest'uomo? Bah, troppe domande senza una risposta, anche se credo si troveranno risposte più interessanti in amministrazione°


    Mentre le sue mani esperte ammanettavano quelle dell'uomo fu la voce di Shizuka a rompere il breve silenzio con una delle sue esternazioni di dubbia utilità a cui Atasuke iniziava ad essere abituato.

    "Ebbene, mi risulta che si debba andare in Amministrazione, Atasuke..."

    °Più che ovvio...°

    "Sei pronto a giocare di nuovo il gioco dei Kobayashi e degli Uchiha? In ballo stavolta c'è questo qua, però"

    °Di nuovo? Non credo di capire di che cosa stia parlando°

    "Perciò cerca di mettere sulla scacchiera i tuoi pezzi migliori Atasuke... perché non lascerò all'amministrazione quest'uomo, stanne pur certo... Adesso andiamo a fare un po' di casino da quel pover'uomo di un Inuzuka del dipartimento III ... immagino sarà felicissimo di vederci arrivare a quest'ora"


    «Sicuramente... Sai benissimo quanto gli amministratori siano contenti di essere disturbati alla sera o ancor meglio di notte... Quasi quasi dovremmo aspettare le tenebre per fare una sorpresa ben più gradita»


    Rispose lui ironico alle parole della compagna più per reggerle il gioco che per reale ironia. In seguito la domanda più che lecita venne proprio dalle labbra di Jaken/Magato, una domanda che Atasuke stesso voleva porre non avendone carpito in pieno il significato ma che per il bene del suo compito in quella sede avrebbe omesso di chiedere.

    "Che cosa c'entrano i Kobayashi e gli Uchiha con la mia situazione? Cos'hai in mente?"
    «In verità anche io sarei curioso di capire che cosa le ronza in testa, specie in queste situazioni... Tuttavia non è certamente questa la sede adatta. Le porte devono essere richiuse e l'ora si sta facendo tarda... Se voleste avere l'accortezza di seguirmi...»


    Diede una leggera spinta al prigioniero per dargli un chiaro segnale di movimento, poi lui si sarebbe accodato a sua volta e Shizuka li avrebbe seguiti come meglio credeva.

    «Takumi... Gentilmente pensa tu alle armi ed alla roba di Magato, poi portala all'ufficio amministrativo o se preferisci manda qualcuno, fai come credi...»


    Il trio si incamminò quindi alla volta delle sale amministrative dove, magari, qualcuno avrebbe avuto modo di dare una risposta a tutte quelle domande irrisolte.

    [...]


    ~Nelle sale dell'amministrazione~


    Come c'era da aspettarsi l'amministrazione si aspettava già la loro visita e ad accoglierli all'ingresso della struttura vi era proprio il giovane genin guardiano Naoki.

    "Entrate pure, Fumio-sama vi sta aspettando nella sala principale"

    «Addirittura nella sala principale? Grazie per l'informazione Naoki»


    °Nella sala principale? Questo può significare due cose... O oggi è partito con il piede sbagliato o questo ragazzo è veramente nei guai°


    Era infatti risaputo, perlomeno tra i guardiani che quando l'amministrazione convocava una qualunque seduta amministrativa di quel grado tendeva ad evitare la sala principale lasciandola piuttosto per gli eventi di alta rappresentanza con emissari di altri villaggi o per le questioni particolarmente importanti e per un guardiano "Questione importante" significava solo due cose: "Prigionieri e personaggi pericolosi" oppure "grane a non finire". In entrambi i casi raramente la cosa era calma e pacifica per il guardiano o per chi esso condiceva dinnanzi al consiglio.

    [...]


    Giunti dinnanzi alla porta della sala Atasuke ebbe un'attimo di tentennamento nell'osservare le ampie porte rosse che ancora li dividevano da quello che poteva essere per loro un processo tanto quanto un patibolo. Atasuke bussò ed una voce quasi sgraziata gli rispose dicendo loro di entrare e di richiudere poi la porta. Giunti quindi nella sala era chiaramente visibile l'arredamento abbastanza spoglio a parte i tre scranni degli amministratori e qualche dipinto qua e là ad addolcire la stanza.
    Dinnanzi a loro sul più grande dei tre scranni, quello centrale, vi era seduto Fumio Inuzuka, il cui sguardo era tutto meno che lieto.

    «Fumio-sama... Perdoate per il disturbo a questa ora della sera, tuttavia è sorto alle mura un caso che non poteva essere ulteriormente posticipato... Immagino che Naoki vi abbia già informato con la dovuta premura... Costui è Magato Kanzaki, finora conosciuto al villaggio con il nome di Jaken Zangyaku... Costei invece è Shizuka Kobayashi ed è qui presente quale "garante" per quest'uomo dato che lo conosce da tempo...»


    Si profuse in un profondo e rispettoso inchino di saluto, per poi attendere sull'attenti eventuali domande o disposizioni da parte dell'unico amministratore presente in quel momento.
    Se erano fortunati gli altri due non si sarebbero presentati e ciò avrebbe "forse" reso la loro vita più semplice.

     
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386 replies since 27/9/2005, 14:45   9486 views
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