Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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  1. Mberu
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    Il primo incontro con l'hokage

    La pesca del foglietto




    Hiro: pessimo.


    Quelle parole lo ferirono, ancora di più perchè pronunciate dall’Hokage.
    Certo difficilmente qualcosa, partendo da zero, avrebbe avuto un risultato migliore del suo, ma il giudizio negativo espresso senza mezzi termini dal leader della foglia fu comunque di forte impatto.

    Raizen aveva comunque ragione, aveva suggerito di immaginare qualcosa che potesse aiutare Hiro nel suo intento, ma il genin non l’aveva ascoltato.
    In più non aveva minimamente tenuto conto delle caratteristiche della carta.

    Diamine che sono stato stupido!

    Finendo il discorso con un truce sguardo, l’Hokage passò la palla ai due ninja.
    Sho non se lo fece ripetere due volte e preferì uscire per appartarsi in un luogo più tranquillo, scomparendo per ore.

    Dal canto suo Hiro, non reputava di avere bisogno di troppo tempo per elaborare qualcosa, fino ad allora aveva sbagliato approccio e questa era stata la causa principale del suo fallimento. Motivo per cui prese subito un altro foglietto inutilizzato, si sedette per terra ed iniziò ad analizzare la struttura dalla carta.
    Il foglietto era di un materiale abbastanza poroso, con una superficie che, se pur di poco, presentava delle irregolarità nell’altezza.

    Forse potrei sfruttare proprio questo.. ma immaginando cosa?

    Il primo pensiero del genin andò a delle ventose, ma su una superficie così irregolare probabilmente avrebbero sortito un effetto troppo blando rispetto a quanto richiesto da Raizen.

    Ma chi glielo aveva fatto fare di diventare un ninja?
    Fino ad allora non aveva avuto nessuna possibilità di dimostrarsi utile per la comunità.
    Era diventato genin da un poco ormai, eppure passava ancora la maggior parte del suo tempo ad allenarsi, a vivere nella paura di deludere questo o quel maestro.
    La sua vita da pescatore era molto più semplice e rilassante.
    Passava molto tempo con il padre, aspettando che la lenza si muovesse tirata da qualche pesce di fiume. Si godeva il sole sulla faccia, il rumore delle cicacale e spesso il frutto del suo lavoro, ben cucinato dalla madre.
    Anche durante i periodi di pioggia era piacevole fare il pescatore, soprattutto quando bisognava rimanere a casa nel sistemare le palature per i periodi di pesca.
    In quello però aveva avuto delle difficoltà, se nell’acchiappare pesci si era dimostrato abile sin da subito, nel costruire tutto l’occorrente, in particolare sistemare le varie lenze e gli amici era sempre stato una frana.
    Tantissime erano state le volte in cui si era punto con gli ami, soprattutto quelli tripli che con tre uncini si impigliavano da per tutto.

    Rivivendo quei ricordi, seduto sul pavimento dell’ufficio di uno degli uomini più forti al mondo, Hiro ebbe un’idea.
    Subito iniziò, senza foglietto di carta, a concentrarsi sui polpastrelli della mano destra. Il suo obbiettivo era riprodurre con il chakra dei microscopici ami tripli, gli stessi che da piccolo lo avevano fatto gridare dal dolore.
    La prima decina di volte che Hiro si concentrò, dalle dita delle sue mani uscirono solamente dei sottilissimi e numerosissimi fili di chakra informi.
    Con il tempo e con la perseveranza, credendo a tratti di svenire a causa dello sforzo, i filamenti iniziarono a prendere la forma sperata. Per quanto fosse quasi impossibile scorgerli ad occhio nudo, con il passare delle ore si andarono a formare tutti e tre gli uncini.

    In tutto quel tempo, Sho non si era ancora fatto vedere, che stesse elaborando qualcosa di più complicato e che l’idea di Hiro fosse troppo banale per riuscire?
    Scacciando quei pensieri, l’Abe sistemò il foglietto dinanzi a sé, gli posiziono quindi sopra le dita della mano e concentrandosi replicò i piccoli ami come in precedenza.
    Nella pesca però è il pesce ad abboccare, di certo il foglietto non si sarebbe impigliato autonomamente negli ami, motivo per cui Hiro ruotò e inclinò la mano con fare leggero e quasi impercettibile. Così facendo gli ami si sarebbero andati ad impigliare lungo tutta la superficie del foglietto.
    Infine, lentamente e delicatamente, provò a tirare su il foglietto, pregando un dio sconosciuto di non aver deluso nuovamente l’Hokage.





     
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  2. Asgharel
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    La Nuova Via 七

    ~Evidenti Incomprensioni II~


    Come c'era da aspettarsi, anzi, no, assolutamente senza motivo, l'Hokage iniziò a cantilenare le parole dell'Uchiha, trovando evidentemente la cosa di suo gusto e divertente, anche se, chiaramente, l'unico a trarne piacere era l'Hokage, che ancora una volta mancava di rispetto all'Uchiha.

    “…solita paraculata. Riguardo i cani sciolti, che ti serve infiltrarti? Basta soltanto riuscire a radunarli sotto la stessa rete e il gioco e fatto. Riguardo agli esperti infiltrati. Sai in quanti mi conoscono per le mie abilità di infiltrato? Che tu stesso hai potuto apprezzare. ”

    «Non mi interessa saperlo, ma immagino che ancora una volta vi vanterete delle vostre capacità superiori a quelle di chiunque altro e che vi rendono in grado di sapere sempre tutto di tutti e di elevarvi oltre chiunque, evidentemente convinto di sapere tutto voi, unico e perfetto nel saper fare sempre tutto... Strana coincidenza allora che abbiate bisogno di un corpo a guardia delle mura, una squadra medica, una di torturatori ed addirittura gli anbu... Mi chiedo a volte a che cosa possa servire io se sono così inetto e paraculato da cercare sempre delle scuse per giustificare a voi dei dettagli di cui non si è parlato, quando voi da qui sapete sempre tutto e sapete sempre come agire su tutto mentre noialtri, poveri imperfetti mortali siamo a sbagliare la fuori.»


    Rispose di rimando con un sorriso, mentre a stento si tratteneva dal riempire di insulti la pomposità del colosso, che come sempre sembrava doversi assolutamente mostrare superiore agli altri in ogni ambito, anche in quelli in cui gli altri si erano specializzati.

    “Nessuno. Fino a che non sono diventato il volto stampato sopra alla roccia. E da allora indovina chi sono? L’hokage. Ne più, ne meno. C’è un motivo se nessuno mi conosce. E c’è un motivo se io conosco questi individui. Ma, come detto, spetterà a te."

    °Toh, che strana coincidenza, sembra che abbia indovinato...°

    "Ma vorrei tornare sulle mura. Non mi hai ancora detto nulla riguardo il loro potenziamento. Non sarebbe impossibile allungare la loro capacità percettiva, se così vogliamo definirla, oltre i limiti dei più comuni essere umani, non so se intendi, dobbiamo procurarci un vantaggio naturale che la nostra posizione, ormai conosciuta, non ci può dare.
    Riguardo attacchi e difese già ho parlato. ”


    «Se non vado errando, ciò che mi chiedete è esattamente quello che avete appena fatto... Ad ogni modo, credo sia fattibile. Potremmo, ad esempio, aggiungere dei meccanismi di allerta oltre il normale perimetro, o più semplicemente creare una rete più efficiente di localizzazione creando delle postazioni di pattugliamento oltre alle mura, all'interno della foresta. Ultimamente sto mettendo a punto alcune tecniche per migliorare il sistema di comando, collegando direttamente il comandante con i suoi sottoposti per ottenere una mappa dettagliata con la posizione degli alleati connessi, oltre che ottenere ogni eventuale dettagli tracciato da uno dei sottoposti direttamente su di una mappa... Ma è un lavoro complesso e deve ancora essere finito e migliorato»


    Sbuffò appena, fermandosi a meditare alcuni istanti, cercando di racimolare qualche idea, che li su due piedi, ovviamente, non aveva dato che aveva un altro scopo quel loro incontro.

    «Sinceramente non ho idee così su due piedi. Oggi ero qui per ben altri progetti ed onestamente dovrei meditarci con la dovuta calma per elaborare qualcosa di utile e decente. La invito piuttosto a venire nel mio ufficio, diciamo tra una settimana, così avrò il tempo di buttare giù qualche idea degna di essere valutata»


    Chiuse il discorso. In fondo non sarebbe servito a nulla continuare a discutere su quel fronte in quel momento. L'Uchiha aveva ben altre cose per la testa e su due piedi non aveva idee di progetti utili agli scopi dell'Hokage. O almeno non idee che l'Hokage potesse apprezzare, vista la sua smania di trovare cavilli in ogni sua frase, per il puro, semplice ed evidente piacere di dare fastidio.

    […]


    Atasuke, per quanto deconcentrato, non fece fatica a vedere il sorrisetto compiaciuto dell'Hokage, il quale evidentemente godeva nel vederlo soffrire.

    “Beh, io te l’avevo detto che tra noi due la conoscevo meglio io.”

    «Questo non risponde alla domanda»


    Rispose d'impulso, mentre i suoi occhi puntavano direttamente quelli dell'Hokage. Atasuke aveva sopportato molte cose e sapeva sopportarne molte altre, ma dopo tutto quello che l'Hokage aveva fatto e detto fino a quel momento, la sua pazienza era vistosamente diminuita e gli ultimi atteggiamenti del colosso non aiutavano di certo su quel fronte.

    “E semplicemente tutto si è concluso nella maniera più naturale che ci potesse essere.
    Lo pensavamo da un po’, ma prima che io fossi Hokage, essendo lei figlia ed ereditiera di un impero commerciale non ero di certo il miglior partito che passasse di li.”


    «E non lo sei tutt'ora. Meno giri di parole: chi?»


    La voce dell'Uchiha aveva perso la sua solita imperturbabile calma. Nel suo sguardo una fiamma sembrò balenare, ma non era una fiamma limpida, luminosa. Era una fiamma nera che si perdeva nel nero delle sue iridi.

    «Per quanto poco conosca Shizuka e la sua famiglia, dopo quanto accaduto al gate, le sue reazioni e conoscendo la madre, trovo decisamente poco credibile che, pur essendo l'Hokage, tu possa in qualche modo essere il fortunato. Senza contare che con il tuo vizietto di andare a donne, probabilmente Heiko come suocera ti farebbe tagliare le palle alla prima occasione o ci penserebbe lei stessa per lavare il tuo disonore. A quel che mi risulta sopra di te per ruolo ed importanza, inoltre, come spasimanti, rimangono ancora i figli del Daimyo ed almeno loro non rapiscono pubblicamente donne al gate... Quindi smettila di prendermi per il culo e fai almeno finta una volta nella tua ignobile esistenza di RIVESTIRE IL RUOLO CHE TANTO TI FAI VANTO DI RICOPRIRE!»


    Atasuke era visibilmente infervorato. Il tono era rimasto “calmo”, ma la sua voce tradiva qualcosa di ben differente. La goccia stava per far traboccare il vaso ed Atasuke non aveva motivo di nasconderlo, anzi. Era una sorta di “avvertimento” per quell'Hokage, tanto indisciplinato quanto odioso da non rendersi conto di aver superato il limite, oppure, se se ne era accorto, di essere tanto idiota da continuare a forzare la mano inutilmente. Quanto ancora quel colossale imbecille avrebbe continuato a credersi al di sopra di tutto e di tutti? Per quanto ancora avrebbe continuato ad ostentare la sua carica, considerandosi intoccabile? A queste domande l'Uchiha non aveva risposte, ma di certo ne aveva una ad un'altra domanda: Quanto ancora avrebbe concesso all'Hokage di divertirsi con lui? Neppure un secondo di più e voleva che quell'ammasso di muscoli se ne accorgesse quanto prima, nella speranza che non continuasse, imperterrito, a comportarsi come un'idiota.
     
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    Progressi







    Finalmente i due riuscirono a portare qualche risultato ammissibile, cosa di cui Raizen fu soddisfatto.

    Oh! Adesso va bene!
    Questi sono risultati decisamente interessanti.


    Disse guardando entrambi.

    Ora avete la base, tuttavia un simile controllo vi renderà complesso raggiungere i traguardi più basilari che comportano il camminare su pareti verticali o cose simili.
    Per cui ora saliremo di livello passando ad un allenamento un po’ più professionale.


    Con la mano fece cenno ad entrambi di seguirlo, portandoli all’esterno dell’amministrazione e dopo qualche slalom tra le viuzze del villaggio fino ad una casetta anonima.

    Non lasciatevi ingannare dalle apparenze.

    Sorrise mentre dava qualche preciso giro alla maniglia della porta, aprendola verso un ambiente che la luce diurna non era in grado di rivelare.
    Entrarono nella piccola struttura la quale tuttavia non mostrò alcuna stanza, bensì un solo corridoio che subito svoltava sulla destra sondando il muro ed aprendosi in una grande sala nella palazzina adiacente alla piccola casa, un simpatico modo di celare un luogo.
    Alle pareti solo il grigio quasi uniforme del cemento spazzolato, liscio e secco, sembrava una palestra ma non era presente il tipico odore sgradevole di quei luoghi.
    L’interno era disseminato, oltre che degli strumenti più classici adattati alla forza dell’hokage, di alcuni marchingegni il cui funzionamento ed utilità erano ignoti, come i due giganteschi prismi metallici cavi, posti l’uno di fronte all’altro.

    Forza, mettetevi comodi all’interno dei due triangoloni, si inizia con la seconda parte.

    Si sarebbero accorti già dal primo approccio che i due non erano fissi ed avevano la possibilità di girare, era quindi complesso issarsi al di sopra e cercare di mantenere la stabilità.

    Beh, niente conto alla rovescia direi.

    Dopo un fugace sorriso venne premuto un bottone che dal ronzio prodotto pareva avesse attivato due motori elettrici che iniziavano a far roteare i due prismi, entrambi profondi un metro e con ogni lato lungo di quattro metri. Uno spazio volutamente angusto.

    Il discorso è semplice, come vedete ruotate in direzioni opposte, il primo passo e cercare di non diventare un mucchietto di ossa frantumate e carne sfruttando al meglio il chakra adesivo per trovare un riferimento.
    Una volta fatto dovrete scambiare qualche colpo.
    Andateci leggeri, non servono ferite, dovete solo riuscire ad interagire con il vostro opponente senza difficoltà.
    Se vi sembra difficile pensate a questo: ruota in una sola direzione.


    Ammiccò ad entrambi con l’espressione di chi la sapeva lunga.
    Il metallo era scomodo per più di un motivo in realtà, la superficie liscia impediva qualsiasi tipo di aderenza convenzionale con le calzature, era infatti necessario usare il chakra adesivo per destreggiarsi bene all’interno di quel malato strumento d’allenamento senza contare che gli impatti con quelle superfici oblique risultavano abbastanza dolorosi[mezza leggere per Hiro ad impatto 1 leggera per Sho].
     
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    Inadeguato







    Sospirò con aria grave scuotendo la testa.

    Perdona la rudezza dei mezzi.
    Avrei davvero, davvero voluto coinvolgerti.
    Ma è evidente che il tuo coinvolgimento sentimentale sia troppo elevato.


    Guardò Atasuke, se possibile ancor più serio di quanto non lo fosse stato in precedenza.

    Sono stufo dei tuoi colpi di testa, tremendamente.
    Io non sono certo dotato della più grande pazienza del mondo, e nonostante i miei modi possano tradire una rabbia sempre pronta ad esplodere posso ASSICURARTI che sono ben lontano del farmi prendere dalle emozioni e soprattutto MAI ne sei stato vittima.
    Tu, invece è … boh, quante volte è che rompi il cazzo in maniera così plateale?
    Che ti infuri e mi correggi o accusi per errori che non ho fatto?
    Senza tra l'altro averne la benché minima autorità o permesso.


    Battè una mano sulla scrivania, senza troppa enfasi in realtà

    Non ne tengo più il conto, ormai la tua voce è una pedante seconda coscienza che non fa altro che dire che POTREI sbagliare senza che questo, fortunatamente, avvenga mai.

    Poggiò nuovamente la schiena sullo scranno, grattandosi la fronte.

    Sei al secondo avviso Atasuke, non vorrei definitivamente constatare che la mia rude bontà ti abbia concesso una confidenza sufficientemente ampia a farti sminuire l’incarico che rivesto.
    E se saresti così gentile di dirmi quante volte mi sono vantato di essere l’Hokage, beh, fatti pure avanti sono pronto a contarle.
    Ma temo che le mie mani abbiano fin troppe dita, basterebbero quelle di un falegname distratto.
    Non farti pescare nuovamente ad usare questi toni, perché posso capire il risentimento, ma è da fin troppo tempo che il tuo umore è più vicino a quello di una stronzetta con le mestruazioni al cervello.
    Cerca di darti un po’ di contegno, non quello da damerino lecca scroti possibilmente, quello da ninja.


    Soffio col naso, come a voler chiudere quella parte di discorso.

    Passero sopra alle tue grossolane nozioni di politica perché la tua ignoranza porta ben pochi svantaggi al tuo operato come shinobi.
    Ma sappi che a tendere le orecchie per qualche giorno non ti sarà difficile scoprire con chi si sposa Shizuka.
    Quando lo apprenderai lo ignorerai e se le tua abilità deduttive saranno di un pizzico superiori a quelle di una lucertola durante il più lungo e freddo degli inverni forse capirai anche cosa sta accadendo.
    Ed in quel preciso momento dovrai ricordare “sono coinvolto emotivamente, non posso immischiarmi”
    Perché, Atasuke, se interagirai in qualsiasi modo con tutto questo credi alla mia parola non ci sarà nessun antro oscuro, nessun villaggio nessuna organizzazione in grado di nasconderti da me.


    Teneva ancora gli occhi su Atasuke, seppur non lo guardasse esattamente nelle pupille.

    E ora, se hai concluso, puoi anche andare, direi che il tuo penoso spettacolino anche per oggi l’hai fatto.
    O vuoi ancora dirmi per l’ennesima volta quanto tempo hai impiegato a rimettere in ordine il tuo ufficio dopo che sono andato via?


    La Volpe aveva parlato, e fu clemente nell’evitare di dilungarsi nello dar sfogo alla sua fantasia e dire in migliaia di forme e colori quanto ignobile potesse essere l’intero albero genealogico di Atasuke, presente passato e futuro, madre in particolar modo, giusto per il gusto di vederlo nuovamente infuriato ed impotente, ma volle evitare di tirare troppo la corda.
    Contava ormai quelle sfuriate sulla punta delle dita, ed ogni volta il prurito aumentava.
     
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  5. Asgharel
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    La Nuova Via 八

    ~La Quiete dopo la Tempesta~


    A sorpresa, l'Hokage smise smise d'un botto di agire con le sue recite ed acquisì un'aria stranamente seria, come forse non era mai stato con Atasuke. Un comportamento che Atasuke avrebbe decisamente apprezzato molto prima ed in molte altre occasioni.

    “Perdona la rudezza dei mezzi. Avrei davvero, davvero voluto coinvolgerti. Ma è evidente che il tuo coinvolgimento sentimentale sia troppo elevato.”

    °Di cosa sta parlando?°


    Atasuke ascoltò con attenzione le parole, o meglio, le solite critiche del colosso. Non sapeva bene se per una volta quell'uomo aveva avuto un barlume di buonsenso, o se semplicemente si divertiva in qualche modo a comportarsi da idiota. In entrambi i casi, quello, alla fine della questione, gli apparve il momento migliore per poter concludere quella questione e magari cercare di capire che cosa frullasse nella mente del colosso, in uno (l'unico che ricordasse) dei suoi momenti di serietà.

    “E ora, se hai concluso, puoi anche andare, direi che il tuo penoso spettacolino anche per oggi l’hai fatto. O vuoi ancora dirmi per l’ennesima volta quanto tempo hai impiegato a rimettere in ordine il tuo ufficio dopo che sono andato via?”

    «Sinceramente ho ancora altro da dirvi, sempre che abbiate intenzione di ascoltarmi con la serietà che finalmente dimostrate»


    Anche il suo tono, era decisamente calmo, in netto contrasto con ciò con cui si era espresso poco prima. Possibile che avesse avuto un tale sbalzo d'umore? Oppure anche lui sapeva giocare qualche carta meglio di quanto il colosso credesse? Sfortunatamente, quella non era la sede per indagare su quel punto.

    «In primo luogo, mi spiace contraddirvi. Ma voi non solo “potreste” sbagliare. Voi avete sbagliato. Con me, quantomeno...»


    Il suo sguardo si mantenne fisso sul colosso, passando a cercare direttamente uno scambio di sguardi.

    «Sarò sincero, non dico di non aver sbagliato io a mia volta, sicuramente ho errato quanto voi e forse anche di più, sia oggi che in passato. Tuttavia, tornando alla questione principe: voi dite che sono sentimentalmente coinvolto. Non lo nego e non è una novità riguardo Shizuka. Voi dite che mi faccio dominare dalle emozioni, eppure, solo in un caso esse mi hanno dominato, quando ancora ero un genin, anzi, un neo-genin, oserei aggiungere e finora non mi hanno mai più dominato e questo è un vostro errore di valutazione, che vogliate ammetterlo oppure no.»


    La voce dell'Uchiha si manteneva calma, tuttavia, aveva un certo tono di decisione. Nulla di aggressivo, semplicemente sottolineava la convinzione dell'Uchiha in ciò che diceva.

    «Ed in questo, avete errato ancora una volta nel credere che siano i miei sentimenti ad avermi fatto... sbottare ancora una volta. Voi non avete compreso nulla e non è la prima volta che ve lo dico. Io non sopporto il vostro modo di agire. Non sopporto la mancanza di rispetto che avete, nella fattospecie, nei miei confronti. Non ve ne faccio una colpa, ma mi permetto di redarguirvi in merito, in qualità di alleato, come voi mi richiedete. In qualità di guardiano, dato che è mio compito difendere il villaggio e con esso voi e la vostra reputazione di rimando. In qualità di sostenitore, dato che davanti al Daimyo eravamo io e Shizuka ad appoggiare la tua elezione. In qualità di Persona, per quanto possibile, “retta”, avendo promesso in quella stessa sede di proteggere il villaggio ad ogni costo, anche a costo di ribellarmi, fosse stato necessario. In quanto abitante di questo villaggio, dato che non ho piacere nel vedere la fama del nostro paese messa in discussione da comportamenti dalla dubbia moralità.»


    Fece una brevissima pausa, a sottolineare il cambio di punto della discussione.

    «Voi avete titolo di decidere cosa fare. Non starò qui a discutere sulla vostra decisione in merito alla mia partecipazione a non so cosa. Se non mi volete, non parteciperò. Non sono qui a cercarmi incarichi e menate aggiuntive, ho già abbastanza lavoro per mio conto. Tuttavia; secondo avvertimento, terzo o millesimo che sia: Finchè continuerete a mentirmi o a mettere delle maschere di qualsiasi natura anziché essere serio ed onesto nei miei confronti, mi spiace, ma continuerò a rimproverarvi senza remore, anche a costo di sembrarvi uno scassapalle della peggior specie. Non mi interessa come vi comportate con gli altri, non mi interessano i vostri metodi di insegnamento, gestione, le vostre scappatelle o quant'altro. Finchè non mi tratterete con adeguato rispetto, non aspettatevi da parte mia un trattamento differente e così sarà anche dopo mille avvisi. Potrete imporvi come vorrete, spezzarmi anche tutte le ossa del corpo, ma continuerò a rialzarmi ed a rimproverarvi. Come già vi dissi: il fatto che voi siate l'Hokage, non vi mette nelle condizioni di “permettervi” qualsiasi comportamento. Un qualunque abitante del villaggio deve fedeltà allo stesso e di rimando, in teoria, anche a colui che lo rappresenta, o almeno finchè questi fa ciò che il suo ruolo richiede: Guidare il villaggio ed essere l'esempio, il rappresentante di tutti, non solo di se stesso o di pochi. Ma il rispetto, oh, il rispetto è una cosa che va guadagnata ed è una cosa reciproca. Se voi non rispettate me, non aspettatevi che la stessa moneta in cambio. Non è mia abitudine "fingere" rispetto mentre nella mano dietro la schiena impugno il pugnale del tradimento come molti altri potrebbero fare e, non stento ad ipotizzarlo, qualcuno magari sta già facendo. Potrei, mi venisse ordinato come passaggio chiave per una missione, ma appunto, parliamo di missioni, non di vita quotidiana.»


    Alzò leggermente le mani davanti a se, rendendo perfettamente visibili i due pugni, da cui iniziò a sollevare le dita come a contare con sincronia da entrambe le mani, che palesemente mostravano due conteggi separati, uno riguardo l'Uchiha ed uno riguardante l'Hokage, non in senso di sfida o di sfottò, ma con il puro intento di essere chiaro, preciso ed equo nel suo ragionamento.

    «Voi dite di non esservi quasi mai vantato del vostro grado. Ed allo stesso modo, dite che sono già decine e decine le volte in cui, usando le vostre parole: “rompo il cazzo in maniera plateale”. Ebbene, io rammento che ad ogni mia “rottura di cazzo” corrisponda un vostro voler sottolineare la vostra carica. Se vuole possiamo contarle, ma solo di questa discussione siamo decisamente in pari con un sano 1 a 1. E così è stato in ogni nostro ultimo incontro dalla vostra elezione, sempre che voi non tendiate a contare come “rottura di cazzo” ogni mia singola risposta. In quel caso allora direi che abbiamo un'altro tipo di problema ed è proprio con le vostre emozioni. Ma non voglio divagare inutilmente su questo punto. L'ultima volta abbiamo chiuso con una stretta di mano forzata più dalla situazione che da un reale accordo. Io vorrei, con tutto il cuore, trovare un'intesa e porre fine a questi inutili battibecchi, decisamente degni di due bambini dell'asilo, altro che due shinobi della foglia....»


    Ritrasse la mano sinistra, porgendo, questa volta con palese motivazione, la mano destra, nella speranza che quella potesse realmente diventare il simbolo della loro intesa.

    «Io sto per aprire un Dojo, creare una squadra personale e magari un giorno anche aspirare alla carica di capoclan Uchiha. Voi avete un villaggio da comandare. Entrambi dovremo convivere, in un modo o nell'altro. Io non ho intenzione di essere una spina nel fianco e spero che voi abbiate le mie identiche intenzioni su questo fronte. Entrambi abbiamo un'ascendente sugli altri ed entrambi sappiamo quanto difficile e problematico possa essere comandare, specie quando non c'è intesa. Io vi offro questo segno di pace. Io dal mio sto cercando di fare il possibile e mi impegnerò maggiormente, se dovesse servire. Ma vi chiedo una sola cosa, che finora non avete mai fatto, se non in questo esatto momento: Smettete di fare lo stronzo con me, smettetela di mancare di rispetto a me, o ai miei subordinati. Provate, almeno, a comportarvi come avete appena fatto. Non dico con tutti, ma almeno con me... Ed avrete una spada in più al vostro fianco, non solo sotto il vostro comando»


    Attese una risposta del colosso. Ancora una volta l'Uchiha provò a trovare un'intesa con l'Hokage. Questa volta sarebbe cambiato? Oppure, anche in questo caso, Raizen si sarebbe comportato come un colossale idiota respingendo quella semplice richiesta di reciproco rispetto?
    Egli era l'Hokage e come tale aveva il titolo di decidere praticamente tutto della vita degli abitanti della foglia. Tuttavia, il potere di decidere, non faceva degli uomini dei buoni leader. Era la capacità di ascoltare e comprendere i propri errori a rendere dei comandanti dei buoni leader. Il colosso, tanto edotto di politica, come sosteneva di essere, avrebbe compreso l'errore compiuto nel provare a stuzzicare l'Uchiha? Oppure, imperterrito, avrebbe continuato con i suoi modi, crepando sempre più la fiducia di Atasuke nel suo governo e di rimando nel villaggio che ancora sembrava interessato a difendere?

     
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    Test di equilibrio





    Sembrava che sia io che Hiro fossimo riusciti a raggiungere livelli decenti per quanto riguarda il livello iniziale richiesto da Raizen, dvanti a noi però la strada era ancora lunga, infatti il kage ci condusse fuori dall'amministrazione , fino ad una piccola casetta.

    "Conoscendo Raizen questa è una casetta per stupri..."

    Entrando mi trovai davanti solamente un corridoio che portava alla palazzina a fianco, evidentemente serviva per mantenere quello spazio nell'anonimato.
    La stanza vera e propria si rivelò un ambiente simile ad un dojo, con vari marchingegni particolari per gli utilizzi più vari.

    "Almeno non è un posto per stupri...."

    Puoi esserne sicuro?



    Inquietante.
    Sotto ordine del juudaime mi recai davanti ad uno dei due prismi metallici da lui indicati e vi poggiai le mani per mettervi forza e salire, non appena cominciai ad esercitare pressione sentii però che il container metallico si muoveva sotto i miei palmi.
    Smisi per un attimo di mettere forza verso il basso e cominciai ad esercitarla orizzontalmente, per verificare in che direzione la struttura ruotasse.
    Sembrava che si muovesse con una rotazione attorno ad un asse parallelo al terreno, quindi decisi di saltarvi semplicemente sopra per evitare che si muovesse in modo eccessivo.
    Non appena i piedi incontrarono la superficie metallica esercitai la conoscenza che avevo acquisito poco prima, assieme ad una rotazione delle braccia, per mantenere l'equilibrio, mi voltai quindi verso il prisma nel quale sarebbe andato Hiro, pronto per iniziare la seconda fase dell'addestramento.
    Dopo un comando di raizen di due prismi cominciarono a ruotare in senso opposto l'uno rispetto all'altro, cercai quindi di muovermi in maniera opposta alla rotazione in modo da rimanere sul posto, frontalmente ad Hiro.
    la velocità però stava aumentando e , dalle parole del Kage, capii che muovermi in quella maniera non avrebbe per sempre funzionato e che comunque non sarebbe stato redditizio per l'addestramento che mi trovavo a fare.
    Mi concentrai quindi sulle piante dei piedi per emettere da esse il chakra adesivo ed attaccarmi al metallo, quando fui convinto del risultato mi fermai ed aumentai l'afflusso nelle piante.
    Il prisma continuò a muoversi e presto mi trovai in posizione parallela al terreno, fu a quel punto che le piante si staccarono es impattai con il lato della struttura a me sottostante.

    -Uff!-

    Emisi in uno sbuffo durante l'impatto [Leggera].
    Mi rimisi velocemente in piedi, la quantità di chakra che avevo utilizzato era evidentemente troppo poca, decisi quindi di aumentarne esponenzialmente la quantità in modo da avere un punto d'adesione sicuro, per i perfezionamenti ci sarebbe stato tempo, per adesso mi andava bene non prendere altre botte.
    La tattica funzionò, mi trovai infatti saldamente attaccato alla struttura anche quando fui a testa all'ingiù.

    "Bene, adesso però devo migliorare la qualità dell'esercizio, potrei imprimere il chakra con andamento sinusoidale , diminuendone l'afflusso quando la forza relativa imposta diminuisce ed aumentandolo quando questa aumenta."

    In poche parole volevo aumentare gradualmente il consumo di chakra da un minimo, quando ero in posizione eretta normale, ad un massimo , quando mi sarei trovato a testa all'ingiù, da lì avrei nuovamente diminuito gradualmente l'afflusso per raggiungere di nuovo il valore minimo una volta che mi fossi ritrovato nella posizione iniziale.
    Feci un paio di giri per capire quanta effettivamente potessi diminuire ed aumentare l'afflusso per non cadere ma non sprecare nemmeno chakra, caddi qualche volta [ 3 Leggere], ma alla fine riuscii a gestire abbastanza bene il movimento di energia.

    "Devo finire presto, che mi viene voglia di vomitare..."

    Anche qui gira tutto stupido umano! Vedi di smetterla o ti mangerò da dentro!



    "Non ti ci mettere anche tu cristo santo!"

    Non avevo tempo per discutere anche con il Gobi in quel momento.
    La cosa era a buon punto, adesso dovevo raggiungere lo step successivo, volevo essere in grado di sollevare un piede, gradualmente diminuii l'afflusso al piede sinistro mentre aumentavo quello al piede destro, fino a che il primo non si staccò dalla superficie, sembrava che non stessi cadendo, ottimo.
    Il procedimento però non era stato rapido, dovevo automatizzarlo, alternare un piede all'altro, rendere la cosa rapida in modo da poterlo usare in uno scontro in tempi decenti, senza essere brutalmente fatto a pezzi da un avversario competente mentre come un mongoloide ci mettevo un'ora a fare un movimento semplice.
    Caddi un paio di volte durante le varie prove [2 Leggere], ma alla fine riusciii ad ottenere un risultato quasi decente, considerando il giramento di testa che avevo almeno.
    Mi sentivo quindi abbastanza pronto per la parte successiva.

    -Hiro, sei pronto?-

    Chiesi al mio compagno di allenamento.
    Una volta che mi avesse risposto positivamente avrei cominciato l'assalto.

    Non volevo far male ad Hiro, quindi avrei semplicemente tentato di fargli perdere l'equilibrio, cercando di non perdere il mio.
    Una volta che ci trovammo frontali mi chinai velocemente sulle ginocchia e, con un movimento del braccio destro che assecondava quello del mio prisma, avrei tentato di spazzargli via entrambi i piedi.
    Successivamente mi sarei alzato e , contemporaneamente, con un movimento fluido avrei spinto in avanti con entrambe le mani, l'obiettivo era colpire Hiro allo stomaco con i palmi aperti in modo da spingerlo all'indietro. [Velocità dei movimenti 400]
    Chissà come avrebbe reagito il Genin.

    Uccidilo



    "E che cazzo! Datti una calmata..."
     
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    Permessi e divieti








    Raizen annuì una singola volta alle parole di Atasuke.

    Va bene.

    Sospirò.

    O meglio, ok, è una cosa che penso di aver sempre fatto, ma se vuoi essere trattato come un mio pari mettiti in testa che gli insulti sono il risvolto della medaglia.
    Nemmeno il mizukage può scamparne, eppure come vedi ha compreso di che genere di insulti si tratta!


    Disse mostrando i palmi delle mani per indicare l’ovvietà della cosa.

    Diciamocelo, è che sei troppo bacchettone, vivi nel medioevo, simili modi e questo altezzoso rispetto di cui parli lo vedo solo nelle baracche profumate dei nobili, e ben sai cosa nascondano i loro sorrisi.
    Sono onesto e completo, sempre ed in tutto.
    Preferisci un sorriso e un calcio nel culo senza preavviso?
    Va bene, ma poi non te ne lamentare.


    Concluse in poche semplici parole.

    Riguardo il coinvolgimento, per ora, non cambio idea.
    Ho fatto una prova e per quanto mi riguarda non sei stato in grado di superarla.
    E non sentirti ingannato, informarti della prova stessa l'avrebbe resa inutile.


    Ammise con un volto che ammetteva ben poche repliche.
    Prese un foglio e cominciò ad appuntarvi le limitazioni discusse e da effettuare perché il progetto divenisse attuabile e mediante una clip lo appuntò alla cartella, per poi firmarlo, rimuovere quello e con esso la firma avrebbe comportato un automatico rifiuto dell'intera richiesta.

    Passa con questo agli sportelli e sapranno darti il necessario.
    Alla prossima.


    Stiracchiò un sorriso e lo salutò con un cenno della mano quando si sarebbe alzato, declinando la stretta poiché troppo formale.
     
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  8. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    La Nuova Via 九

    ~Il via ai Lavori~


    L'Hokage, ancora una volta ebbe di che ridire, sottolineando che era sempre stato onesto fino in fondo, quindi ciò che Atasuke chiedeva erano le menzogne e non l'onestà.
    Atasuke tacque, ascoltando anche l'ultima decisione in merito a qualche misterioso piano inerente a Shizuka ed al suo matrimonio. Una cosa era certa a quel punto: Di qualsiasi cosa si trattasse, era evidente che l'Hokage aveva messo in moto qualcuno dei suoi piani, quindi difficilmente si trattava di un'unione propriamente detta.

    «Se questa è la vostra decisione, nulla in contrario»


    Rispose, allargando a sua volta le braccia, rendendosi conto del fatto che l'Hokage non avrebbe stretto la sua mano.

    “Passa con questo agli sportelli e sapranno darti il necessario.
    Alla prossima.”


    «Buona giornata Hokage-sama, sono lieto che siamo giunti ad una forma di accordo»


    Rispose, con un breve cenno del capo mentre prendeva in mano la documentazione resagli dal colosso prima di alzarsi e dirigersi alla porta dell'ufficio, bloccandosi per un'istante quando la mano si poggiò sulla maniglia, pronta ad aprire la porta.

    «Un'ultima cosa, Raizen...»


    Il tono gentile, unito al nome del colosso, lasciò intendere la chiara non ufficialità di ciò che stava per dire, portando quell'ultimo accenno ad un livello decisamente privato e personale.

    «Non ti chiedo di mentire come i nobili, non siamo sposati e non sono una moglie scassapalle. Io forse sono “troppo rigido”, non lo nego, tuttavia, vorrei chiarire una cosa: Tenete un comportamento “rigido” nei momenti pubblici o quando rivestite ufficialmente il vostro ruolo. Questo vi chiedo. Se poi vorrete darvi ad una notte brava, forse, potreste scoprire che anche questo Uchiha sa lasciarsi andare, quando è il caso. Non fate il mio stesso errore nel dare per scontati alcuni “dettagli” delle altrui personalità»


    Sorrise, voltando leggermente il capo in modo da mostrare il suo profilo destro all'Hokage prima di aprire la porta ed andarsene senza aggiungere altro.
     
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    Seduta conclusa







    Raizen ascoltò con attenzione tutto ciò che Atasuke aveva da dirgli, ridacchiando alla fine del discorso mentre si teneva la fronte con le dita.

    Ai ai ai Atasuke!
    Noi non siamo incompatibili ma di sicuro tremendamente diversi!
    Io sto discorsetto l’avrei evitato!
    Ma non tanto per il contenuto quanto per il modo di esprimersi!
    Sembra che tu mi stia confessando che sotto il tuo aspetto tutto inamidato si nasconde un libidinoso frocetto!
    Dovresti bazzicare di più in qualche luogo sporco prima di poter pensare che saresti in grado di sporcarti quanto sono sporco io!


    Si lasciò sfuggire una tonante risata, probabilmente stava immaginando Atasuke in quella versione.

    Vai a costruirti quel dojo va!
    E cerca di non metterci le tendine.


    Lo lasciò andare ridendo con lui più che di lui.
     
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  10. Mberu
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    Il primo incontro con l'Hokage

    Le giostre



    I risultati finalmente iniziarono a farsi vedere, raccogliendo anche le affermazioni di un soddisfatto Raizen.

    Vai così! Se continuo di questo passo in un mese sarò in grado di battere qualsiasi Jonin del villaggio!

    Sorridente nel profondo nell’animo, Hiro tentò di nascondere agli occhi dell’Hokage e del Jinchuuriki quanto fosse soddisfatto del proprio risultato.
    A detta del capo villaggio, quella appena acquisita era però una conoscenza basilare.

    Uff.. io già andrei a letto.. magari facciamo che entro il prossimo mese sarò in grado di sfidare alcuni dei Jonin del villaggio..

    Raizen non volle però concedere una tregua ai due allievi, decidendo di uscire dall’amministrazione per recarsi in un nuovo posto, più consono all’allenamento.
    Hiro seguì rapidamente l’Hokage, rimanendogli sempre un passo dietro mentre che veniva guidato fra le tentacolari vie di Konoha.
    Appena il gruppetto giunse in prossimità della casetta, al ragazzo dai capelli rossi iniziarono a venire dei nuovi sospetti.

    Che sia qui che Sho ha imparato a lavorare come torturatore?

    Quando Raizen aprì la porta rivelando l’architettura interna dell’edificio le paure abbandonarono Hiro.
    In realtà quella era probabilmente una delle palestre dell’Hokage in persona. A dimostrarlo erano tutti gli strani e improbabili strumenti presenti nella stanza.

    Forza, mettetevi comodi all’interno dei due triangoloni, si inizia con la seconda parte.

    Una volta individuati i due prismi di cui parlava il kage, il genin si fiondò su uno di essi.

    Sissignore!

    Dubbioso su come fare a salire su quegli aggeggi infernali, Hiro aspettò di vedere come Sho intendeva salire, quindi lo imitò saltando semplicemente sul prisma.
    Il rimanere all’impiedi non fu facile all’inizio, la superficie era parecchio scivolosa e il prisma oscillava abbastanza. Cionostante il genin riuscì a trovare un precario equilibrio, ponendosi nella posizione per poter iniziare questa nuova fase d’allenamento.

    Come Hiro aveva avuto modo di notare, la nuova superfice con cui i suoi piedi stavano venendo a contatto non era uguale a quella di prima. Questa era molto più liscia e scivolosa, esente dalle increspature presenti nella carta. In definitiva, usare lo stesso metodo di prima non avrebbe funzionato.
    L’idea che questa volta balzò nella mente del genin fu quella di utilizzare delle ventose, ma non in maniera statica, diversamente avrebbe avuto poca mobilità. Se fosse riuscito a manipolare con precisione il chakra avrebbe creato tante piccole ventose che muovendosi ritmicamente dal basso verso l’alto gli avrebbero permesso di avere una buona stabilità e al contempo una buona capacità di movimento.
    Appena i prismi iniziarono a muoversi Hiro irrorò di chakra i piedi, con l’intento di attuare il piano che aveva in mente. Inizialmente riuscì a bilanciare il movimento, sempre seguendo l’esempio di Sho, ma appena il prisma iniziò a muoversi in maniera più difficoltosa il genin di casa Abe rilasciò il chakra dalle piante che aveva incanalato sino a quel momento. Come risultato rimase come incollato sulla superfice, che continuò a ruotare fino a fargli perdere l’equilibrio, facendolo cadere rovinosamente a testa. [MezzaLeggera]
    Mentre si rialzava udì un altro tonfo, anche Sho non era durato molto di più.

    Non poteva inventarsi qualcosa di più difficile?

    Dopo essersi pulito il rivoletto di sangue che sgorgò dal labro spaccato, risalì sul prisma.
    Reo di aver rilasciato troppo chakra di getto, si impegnò nel riprendere posizione all’interno dello strumento mortale muovendosi nella direzione opposta al senso di rotazione e facendo estrema attenzione nel rilasciare il chakra in maniera graduale ed oculata, concentrandosi profondamente nel realizzare delle ventose il più perfette possibile.
    Per circa due volte però cadde nel tentativo di dare il movimento sperato alle ventose.
    Alimentando sempre più l’ira contro se stesso e la propria incapacità. [1 Leggera]

    Cazzo!

    Così come aveva fatto nella prima parte, decise di fermare l’allenamento, del resto anche Sho continuava a cadere, scese quindi dall’infernale trabiccolo e rimanendo all’impiedi senza la fastidiosa rotazione, iniziò a concentrarsi sulla creazione delle ventose e sul movimento da imprimergli. Dopo qualche minuto, per un tempo inferiore rispetto al primo allenamento, si sentì soddisfatto. Era arrivato ad immaginare e a controllare quasi migliaia di ventose per ogni pianta del piede, che salivano e scendevano in maniera autonoma e non sincronizzata continuamente.

    Lo step successivo fu quello di risalire sul proprio prisma ed applicare quanto imparato.
    Anche qui la cosa non fu immediata, anche se riusciva a controllare per come voleva il chakra da fermo, la cosa era completamente diversa e più ostica in quel contesto. Motivo per cui il suo dolce visiono adornato dalla chioma rossa impattò contro il pavimento della palestra altre due volte, dopo le quali però fu in grado di rimanere a testa in giù e di contrastare il movimento del prisma. [1 Leggera]

    Contemporaneamente anche il suo compagno di allenamenti era in posizione per iniziare a darsele di santa ragione.

    Hiro, sei pronto?

    Io sono nato pronto!

    Appena il genin diede il proprio assenso l’allenamento vero e proprio iniziò.. per finire qualche secondo dopo. Hiro infatti non fu quasi in grado di vedere la spazzata e la spinta che ricevette, con il risultato che cadde per l’ennesima volta per terra. [MezzaLeggera]

    Oh andiamo capisco che siamo di fronte all’Hokage e bisogna fare bella figura, però cavolo sono fresco di accademia!

    Il ragazzo dai capelli rossi, leggermente infastidito dal comportamento di Sho, che gli aveva sicuramente fatto fare una brutta figura di fronte a Raizen, risalì rapidamente sul prisma, per concentrare il chakra ed iniziare ad andare in senso opposto rispetto alla rotazione che lo strumento compiva.

    Dammi il via

    Una volta che ebbe avuto il benestare da parte del torturatore Hiro compì un attacco molto simile a quello appena subito. Prima si abbassò e sfruttando le rotazioni opposte dei prismi tentò, con una spazzata effettuata con il braccio, di far perdere il contatto degli arti inferiori di Sho con la superficie del prisma. Quindi si sarebbe subito rialzato e con entrambe le mani diede una bella spinta in direzione del petto del jinchuuriki. [Velocità 225]

    Vedi, in allenamento non bisogna mettere tutto se stessi

    Concluse il genin, che in realtà si era mosso al massimo della sua velocità.



    Vitalità: 6.5/9.5

    /ot Non penso che nel mondo di naruto esista il motore a scoppio, ma il movimento delle ventose è simile a quello dei pistoni ot/
     
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    Zero Uno







    Raizen guardò i due scambiarsi i primi colpi, pensando di lasciarli a marcire nei triangoli fino a quando non avessero imparato a modo come combattere su più di un piano che non fosse obbligatoriamente orizzontale.

    Quel macchinario va aggiornato, non dovrebbe esclusivamente ruotare.

    Disse mentre lo osservava compiere sempre lo stesso monotono giro.

    E pensare che sono pure in difficoltà

    Probabilmente lui si sarebbe piantato nell’asse di rotazione per non subire troppo gli effetti della stessa tenendo al contempo un occhio praticamente fisso sul nemico senza dover badare al continuo cambio di inclinazione, ma se loro se la cavavano, chi era lui per imparargli come si viveva?

    Si beh, sarei l’Hokage in realtà

    Si rispose, ma dopotutto non era quel genere di persona, avrebbero imparato a loro spese, ed avrebbero imparato meglio.
    Si sarebbe allontanato mentre i due iniziavano le prime serie di attacchi, scomparendo in un corridoio abbastanza visibile se avessero avuto il tempo di seguirlo con lo sguardo.
    Una volta concluso il primo ed unico scambio che il destino gli aveva concesso dal corridoio arrivò un gran baccano, come qualcosa di metallico che lo risaliva, sbattendo da una parte all’altro in preda ad una gran fretta.
    Alle sue spalle le bestemmie dell’Hokage il cui passo pareva tuttavia essere più rilassato.

    Fermo!
    Fermo lurido bastardo devo ancora finirti!
    Fermo ho detto! Porco Jigoku!


    Ma qualsiasi cosa fosse non si fermava, fu a quel punto che le porte dell’enorme stanza scattarono sigillando i muri con una chiusura così perfetta che a guardare distrattamente la parete non era possibile notarla in quanto il materiale della porta, se così poteva chiamarsi, era il medesimo dei muri.

    Zero uno, vieni, avanti.
    Se vieni subito non ti faccio niente.


    L’umanoide Metallico(senza arma ovviamente)
    parve fermarsi, osservando Raizen prima di precipitarsi verso la porta appena chiusa.
    Non poteva attaccarlo, avrebbe rischiato di romperlo, era troppo forte e Zero-uno ancora troppo delicato.

    Beh, che aspettate?
    Date una mano forza!
    Ma niente armi mi raccomando, e state attenti che nasconde qualche sorpresa.


    Poteva solamente scaricare la patata ai due che una volta scesi dai triangoli si sarebbero resi conto di pendere fin troppo in senso opposto a quello in cui ruotava il triangolo, un banale capogiro che li avrebbe infastiditi durante l’inseguimento di Zero.
    L’umanoide parse individuare le altre due presenze solamente in quel momento, come se nella fuga non si preoccupasse d’altro che di guadagnare l’uscita, erano in due certo, ma non erano di certo come Raizen, forse poteva sfruttarli.
    Indietreggiò fino ad arrivare sulla parete, aderendo su di essa con mani e piedi per poi scalarla mantenendo il contatto visivo con i due, come se fosse un ragno.
    Che fosse a conoscenza della loro inesperienza?
     
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    Sulle pareti





    Non fu per me difficle bloccare entrambi gli attacchi portati da Hiro, non solo la loro velocità era notevolmente inferiore alla mia, ma si trattava anche dello stesso identico assalto che avevo eseguito io nei suoi confronti. Per il primo assalto mi limita ad aumentare l'afflusso di chakra nella pianta del piede della gamba che sarebbe stata colpita per essere più aderente al metallo [Forza e Resistenza: 400, ferita lieve].
    Interposi quindi le mie mani tra le sue ed il mio ventre, bloccando la successiva spinta.

    -Nonono, ci vuole fantasia!-

    Dissi sorridendo, nonostante entrambi stessimo ruotando non sarebbe stato difficile capire il tono scherzoso della frase.
    A quel punto la voce di Raizen interruppe il nostro allenamento, qualcosa era entrato nella sala dove ci stavamo allenando, con un salto scesi dal marchingegno sul quale mi trovavo, quando toccai terra sentii un forte senso di disequilibrio derivato dal tempo passato a ruotare.
    Barcollai qualche secondo prima di avere la freddezza di mettermi a ruotare su me stesso nel senso opposto rispetto a quello a cui ero soggetto all'interno del prisma metallico.
    Finito quel procedimento sentii chiaramente l'equilibrio tornare normale, scossi leggermente la testa come a volermi scrollare di dosso la sensazione di poco prima e dedicai la mia attenzione alla nuova entità presenta nella stanza.
    Era chiaramente un automa, probabilmente un'altra creazione di Raizen, che però non rispettava il suo volere.

    "Ah, beato te..."

    Pensai tra me e me.
    Non l'automa vide me ed Hiro scalò una parete con un movimento che ricordava quello di un ragno per poi immobilizzarsi e fissarci.
    Non sembrava un comportamento naturale, sembrava quasi che fosse a conoscenza del fatto di non poter scontrarsi con il kage, eppure non pareva aver problemi nel volersi fronteggiare me ed il mio compagno di allenamento, dovevo stare attento.

    Distruggi quell'inutile ferraglia



    Tuonò il Gobi.
    Era facile da dire dal suo punto di vista, tanto ero io a dover fare il lavoro, non mi sarebbe dispiaciuto comunque poter spaccare quel giocattolino, anche solo per una piccola vendetta su Raizen, ma sapevo che essendo quello una sua creazione sarei dovuto stare attento, lui stesso ci aveva avvertito che custodiva vari trucchetti.

    "Un automa, probabilmente ha al suo interno vari meccanismi, inoltre ha preferito andare su una parete come luogo di combattimento, molto probabilmente ritiene di essere avvantaggiato, eppure non dovrebbe essere a conoscenza delle mie conoscenze ninja, quindi probabilmente pensa di essere più forte in quel territorio non per la mia mancanza di conoscenze, bensì per i trucchi di cui parlava Raizen."

    Non era difficile da credere che l'automa potesse avere un qualche dispositivo per spargere olio o una qualsiasi sostanza scivolosa sulla parete, in tal caso non mi sarei fatto cogliere alla sprovvista.
    Durante il tempo passato a riflettere modulai ancora una volta l'afflusso di chakra alle piante dei piedi, volevo essere sicuro di non scivolare sulla parete, non tanto per il danno, quanto per la brutta figura che avrei fatto con Raizen.
    Era giunto infine il momento di agire, scattai in avanti e saltai sulla parete sulla quale si trovava il mio bersaglio, le piante dei piedi aderirono subito essendomi preparato in precedenza, cominciai quindi a correre in verticale togliendo l'afflusso di chakra adesivo dal piede che si distaccava da terra, benché i primi passi furono leggermente difficoltosi, riuscii poi a prendere il via con una corsa abbastanza fluida, ma era allora che arrivava il difficile, avevo infatti intenzione di eseguire un'azione abbastanza rischiosa ma che avrebbe potuto rivelarsi efficiente se il mio compagno di allenamento si fosse dimostrato capace di collaborare.
    L'automa era vicino al soffitto e volevo sfruttare questo a mio vantaggio, giunto davanti a lui eseguii infatti un salto ruotato che mi portò col le piante dei piedi attaccate al soffitto. Non appena queste entrarono in contatto con il cemento massimizzai l'afflusso di chakra adesivo per essere sicuro di non volare a terra, contemporaneamente avrei tentato di colpire il progetto di Raizen con entrambi i pugni[Consumo MedioBasso Velocità 500] in quella che pareva una nuca, mi trovavo infatti dietro l'automa e l'attacco era direzionato secondo gravità, questo perché l'obiettivo era quello di spingere fino a terra l'automa.

    -Prendilo Hiro!-

    Avrei gridato se questo si fosse distaccato dalla posizione in cui si trovava per cominciare a cadere verso terra, dove ancora si trovava il genin.
    La posizione che avevo assunto , oltre a darmi l'opportunità di spingere il nemico a terra, aveva lo scopo di rendere per lui difficoltoso l'utilizzo di sostanza untuose che mi facessero perdere aderenza.


    Charkra: 47/70
     
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  13. Mberu
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    Il primo incontro con l'Hokage

    Le creature di Raizen



    Com’era prevedibile il chunin con all’interno il demone codato non si fece minimamente impensierire dagli attacchi di Hiro, a maggior ragione se erano stati copiati dal chunin stesso.

    Nonono, ci vuole fantasia!

    Il torturatore stava ovviamente scherzando, ciononostante Hiro si vergognò leggermente di quanto poco valesse al suo confronto. Prima, scherzando, aveva sostenuto che in allenamento bisognava andarci leggeri, in realtà aveva utilizzato il massimo delle sue capacità fisiche.
    Il genin rispose quindi con un altro sorriso, non divertito bensì caratterizzato da una punta d’amarezza.
    Mentre i due continuavano a roteare insieme ai prismi, il potente Hokage rimase sulle sue sino a quando non iniziò ad urlare contro qualcuno. L’allenamento immediatamente si interruppe, Sho scese con un balzo del marchingegno, seguito da Hiro.
    Tornare però al mondo statico della palestra non fu facile. Dopo i primi giramenti di testa, un forte conato risalì la gola del ragazzo dai capelli rossi.
    Impegnandosi nel tenere tutto dentro, evitando di perdere la stima del kage, non poté continuare a reggersi in piedi. Un ginocchio, seguito da una mano toccarono il pavimento dandogli la possibilità di riprendersi un attimo.
    Uno o due minuti passarono prima che Hiro potesse riprendere il controllo del proprio corpo, rispedendo il conato da dove era venuto e mettendosi nuovamente in posizione eretta.

    Che brutta figura.. anche Sho però ha avuto qualche difficoltà..

    A riportare il genin alla vita reale fu il suono di ferraglia che si muoveva.
    Subito, seguendo il suono, Hiro vide uno strano essere che aveva scalato una parete.

    Cosa diavolo è?

    Il giovane foglioso aveva trascorso buona parte della sua vita in aree contraddistinte dal dominio naturale. Creature come quelle erano praticamente sconosciute a lui.
    Inizialmente Hiro si allarmò, aveva dei sentimenti quella cosa? Se scappava evidentemente era impaurita. Si capiva però che non fosse qualcosa di di natura biologica, probabilmente era un’altra invenzione dell’Hokage, fino a dove si spingeva la sua capacità di progettare?

    Probabilmente a causa della sua esperienza sul campo o probabilmente a causa del fatto che non si ponesse domande dal carattere etico, il buon Sho passò rapidamente all’azione.
    Attivando subito il chakra iniziò a scalare la parete vicina alla strana creatura, infine, dopo aver compiuto un’acrobazia degna di un circense, gli mollo due poderosi pugni con l’intento di farlo cadere verso Hiro.

    Prendilo Hiro!

    Subito!!

    Se il chunin fosse riuscito nel suo intento, il genin avrebbe concentrato il chakra nella parte interna di ogni braccio, includendo il palmo delle mani. Sta volta, al posto degli ami avrebbe provato a creare delle ventose come in precedenza, ma fisse e non mobili come quelle dell’esercizio passato. Quindi sarebbe saltato in direzione dell’automa cadente, con le braccia protese in avanti, con l’intento di placcarlo al volo e di tenerlo fermo per mezzo del chakra.
    L’idea di Sho era stata abbastanza buona, bisognava vedere se sarebbe stata altrettanto efficace, soprattutto agli occhi di Raizen.



    Edited by Mberu - 30/11/2015, 15:39
     
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    Codice Doppio Zero







    L’automa parve comprendere la parole che diceva Sho dal lieve cenno della testa che fece quantomeno pareva così. Un po’ come un cane dubbioso guardò il ninja con i suoi occhi vuoti mentre questo saliva lievemente incerto la parete uno sguardo fin troppo attento seppur vuoto.
    Non impiegò troppo a prevedere l’attacco fin troppo laborioso del nemico ed evitarlo, semplicemente aderendo al muro lasciando che il semicerchio compiuto dalle braccia di Sho non lo tangesse minimante.
    Dall’altra parte della stanza Raizen si coprì il volto con una mano, lasciandosi la possibilità di guardare la scena tra due dita.

    Porca merda.
    Pure il cinque code ha dentro quello.


    Borbottò tra se e se prima di sospirare.

    Zero Uno… Doppio zero.

    Una scossa animò l’automa, percepibilissima mentre la sua postura da guardinga e quasi timorosa diventava più sicura attivando con un lieve soffio una serie di impianti di riserva utili probabilmente a confrontarsi con la rapidità di Sho.
    L’ordine di Raizen era stato dato subito dopo che “Zero uno” aveva evitato il colpo, basicamente limitandosi a stare aderente alla parete e di fatto in una posizione decisamente nettamente più comoda rispetto a quella di Sho.
    Il piccolo genin sotto di loro intanto, non pareva voler dare problemi, limitandosi a guardare.
    Le “mani” di Doppio Zero scattarono quando ancora quelle di Sho erano in movimento cercando di afferrarle rimanendo aderente alla parete esclusivamente con i piedi, di fatto parallelo al terreno, al contrario di Sho che penzolava dal soffitto come un lampadario.
    Complesso evitare la presa di Doppio, con quelle distanze le sue braccia erano praticamente ovunque e le sue articolazioni parevano essere del tutto fuori dal normale, in quanto dotate tutte di totale libertà di movimento in tutte le direzioni.
    Se l’estensione non fosse bastata ad afferrare Sho, Doppio, si sarebbe buttato sulle sue gambe, purtroppo per il Konohaniano qualsiasi distacco contemporaneo di entrambi i piedi dal soffito significava una rovinosa caduta al suolo visto che Zero copriva l’unico appoggio con la sua presenza.
    Se fosse riuscito ad afferrare mani o piedi, in men che non si dica avrebbe cercato il contatto col suolo nel primo caso poggiando il corpo di Sho alla sua schiena, tirando a se le braccia e contemporaneamente issando le gambe in modo da staccarlo dal soffitto con poco sforzo. Se avesse trovato i piedi invece avrebbe cercato di sradicarlo, letteralmente, con uno sbuffo[for + 3] di vapore abbastanza visibile uscire dai punti in cui dovevano essere presenti quadricipiti e polpacci, con cui si dava la maggior parte della forza.
    Eliminato il contatto avrebbe lasciato alla gravità il resto, avendo cura di mettere Sho sotto al suo stesso corpo facendogli subire tutto il suo peso garantendosi di rompere[potenza attacco 40 all’impatto] più di qualche osso al poveretto
    In caso Sho si fosse staccato dal soffitto invece si sarebbe semplicemente limitato ad intercettarlo a mezz’aria con gli stessi intenti.
    Ferito o meno il chunin si sarebbe quindi concentrato su Hiro, era evidente che non avesse nulla per le mani ma mimò comunque l’atto di scagliare un arma, anche se fu il braccio stesso a staccarsi! Correndo verso la gola del genin ad una velocità abbastanza elevata[gialla + 3] e tentando di stringerla fino a strangolarlo.
     
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    L'attacco che portai fu evitato dal marchingegno con relativa facilità, poco importava , perché l'azione che eseguì successivamente sarebbe stata solo un mio vantaggio.
    L'automa tentò di prendermi le braccia mentre erano ancora distese con un rapido movimento in avanti, evitare non sarebbe stato eccessivamente difficile, ma farmi prendere si sarebbe rivelato decisamente più utile.

    "Sei tu che hai preso me o io che ho preso te?"

    Pensai mentre le sue mani metalliche si stringevano sui miei avambracci.
    Non appena la sua presa fu salda strattonò con forza con l'intento di lanciarmi al suolo.

    Voglio vedere come te la caverai adesso , umano



    "Ti accontento subito."

    nell'istante in cui l'automa mi cercò di distaccare dal muro annullai il charka adesivo ed inoltre detti una leggera spinta in avanti con le gambe accompagnata da una rotazione del bacino verso sinistra, questo , sommato alla forza di trazione del marchingegno stesso, generò un momento tale da permettermi di eseguire una rotazione in aria.
    Flessi le gambe e le portai al petto in modo da aumentare il momento, da quella posizione eseguii, grazie alle forze esercitate, una rotazione in avanti di circa novanta gradi ed a sinistra di circa centottanta.
    Mi ritrovai quindi con il volto rivolto verso il pavimento , perpendicolare alla parete,invece di essere sotto all'automa vi ero a fianco, in quel modo non mi sarebbe caduto sopra, spettai fino a che non fummo vicini al pavimento, ad una distanza di circa 1 metro a quel punto ridistesi rapidamente le gambe e concentrai il chakra adesivo sulle piante dei piedi in modo da attaccarmi al muro come avevo fatto in precedenza, essendo l'azione sottoposta a varie forze decisi di applicare più chakra di quanto non avessi usato prima, per evitare di essere comunque trascinato via, l'intento comunque non era quello di fermarmi completamente, bensì quello di rallentare abbastanza per far cadere prima l'automa e poi sfruttare l'energia cinetica della caduta per un'offensiva.
    A quel punto evitai di schiantarmi al suolo mentre diverso fu per l'automa che, nonostante l'impatto, riuscì a scagliare verso Hiro uno dei suoi arti meccanici come se fosse un'arma da lancio, il Neo genin avrebbe dovuto cavarsela da solo contro quell'attacco, non potevo certo intermpormici e buttare al vento la situazione vantaggiosa nella quale mi trovavo, infatti avrei utilizzato la forza della caduta trasportandola nel mio braccio destro che, con un movimento dall'alto verso il basso, avrebbe cercato di impattare con quello che sembrava corrispondere all'addome del marchingegno che avevo davanti.
    Il pugno sarebbe stato estremamente veloce in quanto non solo avevo utilizzato il chakra per potenziarlo, ma avevo anche deciso che doppio zero, così lo aveva chiamato Raizen, avrebbe avuto l'onore di essere la mia vittima prescelta.
    Durante il colpo avrei disattivato il chakra adesivo e spinto in avanti con le gambe in modo da trovarmi esattamente sopra l'automa, sia che il pugno fosse andato a segno o no avrei infatti tentato di afferrarlo bloccandogli gli arti meccanici con i miei in modo da lasciare ad Hiro lo spazio necessario per agire.

    -Avanti fottilo!-

    Avrei urlato al genin nel caso fossi riuscito a bloccare il mio avversario.


    Charkra: 44/50

    Nello spoiler del post precedente ho sbagliato la totalità dei bassi, è 50, non 70.
     
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