Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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  1. Sasori Uchiha
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    Lo show è finito




    Ascoltò il parere di tutti quanti, compreso quello di Atasuke che gli sembrò interminabile. Durante quel monologo, la sua mente non riusciva a smettere di pensare a quella domanda che non faceva altro che ronzargli nella testa. C'era qualcosa di poco chiaro in tutta quella faccenda. Atasuke nel frattempo fece allusione ad una possibile trappola. Poteva essere una trappola, ma non era così calzante come idea. Avrebbero potuto farli a pezzi lì dentro senza che nessuno sapesse niente. Perchè allora lasciarli in vita e farli tornare con delle informazioni così preziose ? Quella domanda non riusciva proprio a togliersela dalla testa. Nel frattempo la riunione terminò con un nulla di fatto. Sembrava essere una sorta di test per il ragazzo. Sasori seguì passivamente tutto lo svolgersi della commedia di fronte a suoi occhi. Non credeva neanche ad una sola parola di quanto stava dicendo l'Hokage, preferì assistere come un normale spettatore.


    Sì certo come no



    A quel punto l'Hokage congedò i membri di quella giuria, se così poteva essere chiamata. Fece un cenno di intesa con l'Hokage, riguardo alla questione che era rimasta per troppo tempo in sospeso,ma che era giunto il momento di fare la scelta giusta. Forse era tempo di dare un suo contributo al bene del villaggio. Appena usciti, vennero accolti da Hitomi che fece cenno di seguirli in una seconda stanza. Non appena uscì l'ultimo giurato, la porta dell'Hokage si chiuse lasciando da soli i due.


    Ma quanto durano queste riunioni ?!



    Vide di sfuggita uscire Yato dall'ufficio dell'Hokage. Non era stata una conversazione troppo lunga, almeno così sembrava. Almeno per quella giornata. L'Hokage entrò in maniera abbastanza irrequieta. Sembrava davvero innervosito, che sia frutto della conversazione appena conclusa ?


    Con "tenetelo d'occhio" , intendete che non deve uscire dal villaggio, giusto ? Per quella faccenda di cui vorrei parlare, aspetterò la vostra convocazione. Sono a completa disposizione.



    Rimase in attesa anche di un semplice cenno che rispondesse alla sua semplice domanda. In caso non avesse ricevuto una qualsiasi risposta, sarebbe uscito dalla stanza molto lentamente, cercando di guadagnare tempo per captare una qualche risposta. Non che fosse essenziale, ma non voleva fraintendere quella indicazione.
     
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    Congedati

    III - Con sorpresa



    Tutti i giudici improvvisati finirono la loro opinione, quindi fu Raizen a prendere parola. Spiazzò gran parte della gente in quella sala, soprattutto Yato stesso, mentre Ayuuki era l’unica che, seppur sorpresa, sembrava aver “previsto” quel momento.

    ...Era tutta una sceneggiata? ...Un test?? Questo ha rischiato di farsi dare del cazzone da tutti noi per mettere alla prova l’ansia di un ragazzino?!

    Youkai era rimasto a bocca aperta tanto quanto il genin sotto pressione fino a qualche momento prima. Spostava lo sguardo prima sul Kage e poi su Yato. Kage, Yato, Yato, Kage. Il Colosso proseguì il discorso senza sosta, mettendo il genin a suo agio e congedandolo con la sua “missione compiuta”, accompagnandolo alla porta.
    Non fece in tempo a prender fiato per obiettare che tutti furono convocati in un’altra sala, e gli salirono i brividi.

    E adesso?! Ci uccide tutti. Lo so. Qui finisce la triste vita di Youkai.

    Sbiancato e trascinato dentro con forza dalla sua capa, dopo che aveva visto che si era impiantato a terra per il terrore, ebbe la conferma che quell’Hokage era molte cose, fuorchè magnanimo.

    ...Qualche innocente… Ehe! Simpatico…

    Youkai aveva capito due cose da quella riunione. La prima, era che si era fatto incastrare, ed ora la sua missione costante era quella di tenere Yato sott’occhio e scoprire se effettivamente nascondeva qualcosa, o se la sua era solo rabbia nei confronti di un Hokage brutale. La seconda, era quella di non far mai, per nessun motivo, in nessun caso, in nessun modo, far arrabbiare Raizen. O ci avrebbe seriamente rimesso qualche arto, e a lui i suoi arti gli piacevano. Purtroppo la sua natura da tonto suicida lo avrebbe comunque portato a stuzzicarlo, doveva solo imparare a fermarsi prima del limite della morte certa. Non avrebbe mai fatto un torto grave a quell’Hokage, in quel momento, nonostante provasse molto rispetto nei suoi confronti dato il trattamento che gli era stato riservato, sapeva che doveva averne paura.
    Fu Ayuuki a farlo rilassare, per quanto i suoi allenamenti potessero essere terribili, non lo sarebbero stati quanto l’”innocente” che rischiava di finire nelle mani di quel cumulo d’ira. La prese per mano, camminando a passo svelto e allontanandosi, ubbidiente, dall’Amministrazione.

    S-Sissignora!! Campo di addestramento! Era molto lontano, vero? Mettiamoci in marcia, forza!
     
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  3. Asgharel
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    Problemi di Comando

    ~Fine dei Giochi~





    Mentre parlava, il suo sguardo era puntato sul Senju, tuttavia non potè evitare di notare quanto la noia stesse cogliendo l'Hokage, il quale, come sempre, era indisposto dai lunghi discorsi ed anche in quel caso era palesemente annoiato dalle sue parole. In parte soddisfatto, in parte tentato di pressare oltre, decise comunque di non calcare inutilmente la mano, limitandosi a seguire il suo percorso, evitando di dilungarsi troppo in parole inutili, ma concedendosi solo di rispondere all'affermazione di Yato in merito alla sua “leggerezza” nell'usare uno stereotipo, per non dire: In risposta alla decisamente poco gradevole accusa. «Le parole esprimono perfettamente l'animo e le intenzioni dell'uomo che le sa utilizzare, Yato. Ed è proprio per la difficoltà nell'usarle a dovere che le persone usano pensare prima di dar fiato ai polmoni, lanciando ben poco velate insinuazioni di tradimento. Impara a tenere a freno la lingua se hai tanta difficoltà nell'esprimerti a parole o non avrai così spesso la fortuna di avercela ancora attaccata» E quindi proseguì, lasciando passare oltre il resto e senza soffermarsi inutilmente oltre su quella sua affermazione, ben studiata per essere una velata minaccia, in modo da rimarcare l'importanza di quel consiglio.
    Gli era infatti chiaro che se il ragazzo si fosse comportato a quel modo con Raizen qualche mese prima, magari prima dell'elezione, quando ancora bazzicava regolarmente Otafuku o nei suoi primi giorni da kage senza il controllo suo o di Shizuka, probabilmente l'esito non sarebbe stato molto differente da quanto preventivato nella sua minaccia. In fondo non molto tempo prima un messaggero di Kiri ci aveva lasciato un braccio in quello stesso ufficio e, da un certo punto di vista, decisamente per molto meno...

    Apprezzò comunque l'impegno nel volersi migliorare dimostrato da Yato alla fine della “lezione”, dato che ebbe quantomeno abbastanza buonsenso e umiltà da accettare il suo insegnamento e la sua spiegazione, con un atteggiamento certamente differente da quanto dimostrato all'inizio di quella conversazione, dove si era posto molto più aggressivamente sulla difensiva.

    Ad ogni modo, quando tutti ebbero finito, ecco la successiva buffonata dell'Hokage, che andava sorridendo blaterando di una prova, come se tutta quella messa in scena fosse solo uno dei suoi soliti stress-test. Per quanto Atasuke sapesse quanto gli piacesse torchiare la gente, quel test non gli sembrava proprio nelle corde del colosso, dato che solitamente preferiva muovere il teatrino personalmente. Smuovere tutte quelle cariche, più o meno importanti per un semplice test era semplicemente assurdo sotto ogni aspetto, ed il fatto che dopo i saluti, fuori dall'ufficio vennero dirottato in un'altra stanza non lontana, non fece che confermare la sua ipotesi, definitivamente comprovata dall'espressione dello stesso che poco dopo fece loro visita, lasciando appena qualche indicazione prima di andarsene sbattendo violentemente la porta. “Sparavo cazzate." °Ma non mi dire° "Tenetelo d’occhio, seduta tolta, grazie del vostro tempo." «Chiaro. Vedrò di farlo tenere d'occhio anche dai miei lungo le mura» "In questi giorni vi riconvocherò per parlare di quelle cose, ora ho bisogno di farmi passare un po’ di rabbia che non vorrei scaricare addosso a qualche innocente." Evitò di commentare a quella frase, sapendo che questo lo avrebbe, con estrema probabilità, candidato a diventare il pungiball per quella sessione antistress. E per quanto potesse anche solo lontanamente essere interessato ad uno scambio di conoscenze con Raizen, aveva ben altri compiti da svolgere alle mura.
    Dunque senza indugiare oltre si incamminò con calma lungo i corridoi dell'amministrazione, approfittando per fare un salto in qualche ufficio dove aveva qualche piccola faccenda da sbrigare, prima di dirigersi alle mura, facendo il giro panoramico lungo la muraglia, controllando di persona l'intero sistema difensivo.



     
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    Visita all'Hokage

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    Da quando era diventata genin, anzi da quando era entrata in accademia come studentessa, Kairi non aveva ancora mai avuto modo di incontrare l'hokage di persona. Ne aveva più e più volte sentito parlare come ogni membro di Konoha e come probabilmente ogni persona nel mondo degli shinobi, lo aveva visto in più occasioni durante delle manifestazioni o degli annunci al villaggio, ma non gli aveva mai parlato personalmente né si era avvicinata a lui più di qualche metro.
    Lo conosceva di fama, e le voci che giravano sul suo conto erano diverse in base alla persona da cui le aveva sentite pronunciare, cosa che valeva per praticamente ogni persona famosa: chi lo descriveva come un'eroe magnanimo del villaggio, un salvatore che teneva tutti al sicuro, altri invece lo additavano di esser troppo dittatore, troppo duro e feroce nei suoi metodi, troppo poco indulgente nei confronti di chi non la pensava come lui.
    La ragazza non si era ancora fatta la sua opinione a riguardo, ed era stata ben attenta dal non farsi condizionare dalle chiacchere di quartiere. Non era suo solito giudicare basandosi su pettegolezzi, né tantomeno farlo alla semplice prima impressione. Le uniche cose che conosceva con sicurezza dell'uomo erano il suo nome. Raizen Ikigami, ed il fatto che fosse il jinchuriiki della forza portante del demone a nove code, un'altro dei motivi per cui era in realtà piuttosto incuriosita all'idea di conoscerlo: sarebbe stata la prima volta in cui si trovava di fronte ad una forza portante, sempre che non fosse successo a sua insaputa prima.

    Arrivata davanti al palazzo dell'amministrazione la giovane Uchiha si accorse in realtà di essere abbastanza nervosa, un po' per la situazione un po' per i vari racconti sentiti sull'uomo: nonostante non volesse farsi influenzare da essi anche osservandolo da lontano si era accorta di quanto la sua presenza fosse minacciosa nel semplice aspetto, e l'idea di trovarsi faccia a faccia con un gigante dagli occhi cremisi la metteva un po' in soggezione.
    Entrata nel palazzo si sarebbe diretta verso la segreteria, dove si sarebbe presentata facendo richiesta esplicita per vedere l'uomo. Oltre alla semplice curiosità di poter finalmente conoscere il suo kage in persona, Kairi aveva per lui in realtà anche una richiesta, di cui non aveva ancora fatto parola a nessuno fino a quel momento, nemmeno al padre.
    Fatte le dovute presentazioni alla segretaria e sistemate le solite prassi, si sarebbe infine diretta verso lo studio del kage, bussando alla porta in attesa di una risposta. Non appena ricevuto il permesso per entrare si sarebbe infine presentata Raizen-sama, è un onore poterla incontrare finalmente di persona. Sono Kairi Uchiha, genin di konoha, ed avrei una richiesta per voi, se possibile spiegò presentandosi, rimanendo poi in attesa di una risposta da parte dell'imponente uomo.


     
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    Non era comunissimo che gli venissero richiesti degli appuntamenti dai ninja del villaggio, solitamente infatti si andava per convocazione e lui assegnava ciò che meglio credeva ai suoi shinobi, ma anche questo non era comune, succedeva sempre in casi abbastanza eccezionali, generalmente quando l’importanza delle missioni era troppo elevata per dei semplici postini.
    Entrata nell’ufficio la kunoichi avrebbe visto nientemeno di ciò che si aspettava, un uomo colossale, alto e grosso come pochi, come nessuno quasi, che portava i segni del proprio demone come qualsiasi possessore, nel suo caso erano due iridi scarlatte segnate da una pupilla verticale, luminose come due tizzoni dietro ai capelli neri.
    Il coprifronte, fidato compagno di tutta la sua carriera ninja, gli si stringeva in fronte di un rosso che ormai andava stingendo, mentre i due lembi più lunghi del normale, gli ricadevano oltre le spalle, lunghi poco meno dei capelli.
    Ma vedere gli occhi non fu semplice, quando l’Uchiha entrò infatti Raizen aveva i piedi poggiati sul davanzale, adagiato su una poltrona che stonava lievemente con l’ufficio, probabilmente fatta mettere appositamente li in un secondo momento.

    Innanzitutto mettiti pure comoda Kairi.

    Parlò mentre si tirava su, sembrava che osservasse il villaggio, più per diletto che per reale necessità, prima di indicare una delle sedie presenti davanti alla scrivania.
    Prese una cartella, fino a quel momento meticolosamente orientata con i bordi della scrivania e la aprì davanti a se.

    Appena passata a genin, col conseguimento di qualche obiettivo carino.
    Parlami un po’ di te magari, poi procedi pure con a domanda.


    Chiedere di parlare di se stessi era sempre una buona mossa, si riusciva sempre a capire come una persona si vedesse e si reputasse, e quali lati di se stessa reputasse fossero da mettere in evidenza e quali da nascondere.
    Raccontava tutto in poche parole e senza che gli venisse chiesto nulla o non venisse influenzato dalla richiesta stessa, una domanda mimetica, ma efficiente.
     
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    Richiesta formale, forse troppo

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    Osservando l'hokage alzarsi dalla sedia Kairi non poté fare a meno che essere intimidita da quella presenza: per quanto già sapesse quanto l'uomo fosse imponente averlo davanti a lei in piedi a soli pochi metri era tutta un'altra storia. Gli occhi rossi da vicino sembravano quasi brillare sotto la folta capigliatura, e nonostante la ragazza fosse abituata alle iridi rosse degli Uchiha quelli davanti a lei in quel momento erano completamente diversi, bestiali e decisamente più inquietanti dal suo punto di vista. Ma non escludeva che lo sharingan potesse fare lo stesso effetto a chi non l'aveva mai visto prima.
    Quando Raizen le fece cenno con una mano di sedersi annuì velocemente, accomodandosi sulla sedia davanti a lei non poco nervosa, ma cercando di mascherare al meglio il suo stato d'animo con movimenti tranquilli come suo solito. Alla sua successiva richiesta rimase qualche istante in silenzio prima di parlare, non sapendo esattamente cosa dire. Decise dunque di fare una presentazione molto simile a quella che avrebbe fatto ad un colloquio di lavoro; forse fin troppo formale vista la situazione, ma per lei era normale mostrarsi sempre il più diplomatica ed educata possibile.

    Credo in realtà di potervi dire poco che già non sappiate, o che non sia riportato nella mia cartella spiegò Sono nata e cresciuta a Konoha, come tutti i membri nel mio clan la mia casa si trova nel quartiere del clan. Al momento vivo da sola con mio padre, Izuna, membro della polizia del villaggio. Mio madre purtroppo è scomparsa quando ero ancora piccola e di lei non si sono mai più avute tracce dunque è stata dichiarate deceduta continuò, mentre la sua voce si intristiva leggermente. Le servirono però solo pochi istanti per ritornare al solito tono con cui aveva iniziato il discorso
    Ho dedicato buona parte della mia vita agli studi ed agli allenamenti, con lo scopo di servire al meglio Konoha stessa ed il clan Uchiha. Sono diventata genin da relativamente poco tempo in realtà e forse per questo potrebbe risultare azzardato il motivo per cui ho chiesto udienza...ma nonostante sia entrata nel mondo degli shinobi da soli pochi mesi ho già sviluppato il mio sharingan, stretto un contratto di evocazione ed ho viaggiato molto visitando Oto, Suna e Kiri e conoscendo diversi ninja provenienti da quei villaggi, con alcuni dei quali ho stretto anche un buon rapporto di amicizia continuò, ripensando in particolare a Shinichi e Shu del villaggio della sabbia

    Il conseguimento del grado genin è per me stato un obiettivo fondamentale che mi ero prefissata fin da quando sono entrata in accademia, e per quanto mi renda conto che la mia strada è solo iniziata, che ho ancora diverse tappe da raggiungere, vorrei rendermi più utile per il villaggio, ed arriviamo al motivo per cui sono qui... si interruppe qualche istante, mentre il timore di stare facendo una richiesta troppo prematura si faceva strada in lei. Ma era ormai arrivata fino a quel punto, non poteva di certo tirarsi indietro proprio adesso
    Ecco...c'è qualche possibilità che anche una novizia come me possa entrare nelle Squadre Speciali del villaggio? concluse, non sapendo nemmeno lei esattamente che reazione aspettarsi da Raizen, sperando che l'uomo non le ridesse in faccia alla richiesta.


    CITAZIONE
    OT
    Per chiarezza, a livello di scheda ancora non ho la tecnica speciale visto che l'add. per la TS è ancora in corso con Bartok, ma svolgendosi questa role a livello temporale dopo tecnicamente Kairi ha già sbloccato lo sharinga, per quello lo mette nel "curriculum" XP

     
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    Fedeltà e Routine







    Ascoltò Kairi con l’attenzione che meritava, ma per il momento non rispose alla sua ultima domanda, ed in realtà rimanendo parzialmente deluso dalle risposte, non pensava di poter ricevere così poco da una domanda aperta come quella, e voleva ben sperare che erano in quelle parole le risposte che cercava, se le cose più importanti per Kairi erano quelle la partita aveva bisogno di un discreto stratega per esser vinta. Ma forse la kunoichi si era lasciata prendere dal panico.

    Maddai.
    Ti chiedo di parlarmi di te e mi fai una sciorinata riguardo la fedeltà e all’impegno?
    È come se ti dicessi che hai fatto durante una missione e mi descrivessi la lunghezza del tragitto anziché del modo in cui hai avuto la meglio sul nemico e le informazioni ottenute.
    Ad esempio, hai stretto un contratto: con chi?
    Compagni affidabili? Blatte? Giraffe?


    Le domande avevano un tono concitato ed incalzante, ma non innervosito, il Colosso era semplicemente interessato.
    La sua attenzione era ricaduta sulla madre, l’ennesima scomparsa tra gli shinobi della foglia.

    Sei diventata genin, accedendo ad informazioni più riservate, e non hai cercato niente riguardo tua madre?
    Non ti interesserebbe scoprire, o comprendere cosa le sia successo?
    A volte sono un po’ passionale e ogni tanto me lo ricordano, ma il punto è…


    Ed attese qualche secondo prima di continuare mentre la osservava con l’indice alzato, prima di puntarglielo contro.

    Tu ti impegni solo per il villaggio?
    Nulla di tuo?
    Ciò che ci spinge a migliorare, ad essere fedeli, ha sempre e solo una base puramente personale, se questa non c’è siamo solo foglie ingiallite pronte a staccarsi alla prima brezza, ma ciò che ci tiene ancorati ad un posto sono i legami che abbiamo con esso e quando si parla di fedeltà ad un organo i valori affettivi fanno poco, si può sempre tradire pur amando i propri genitori, ad esempio.
    Prendi me, sai perché sono qui?
    Perché son fedele?
    Konoha mi ha accolto, cresciuto e sfamato come se fosse stata mia madre, ero un buon elemento ed avrei fatto comodo, ma nulla escludeva che al contempo potevo diventare un problema, eppure ha preso me, uno straniero, e ne ha fatto ciò che vedi.
    Una gratitudine platonica verso il villaggio, per quanto si possa credere forte in un primo momento potrebbe cambiare, svanire, per cui, cosa ti rende così fedele?
    L’abitudine, la naturalezza della cosa potrebbe non essere sufficiente…
    Perché vuoi crescere?
    E perché le squadre speciali?


    La guardò con un sorriso quasi paterno.

    Sono tante domande, lo ammetto, ma necessito di tante risposte, ma soprattutto, di conoscerti.

    Strinse le labbra lasciandogli spazio e tempo per rispondere.
     
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    Domande e risposte

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    Raizen sembrò quasi deluso dalla sua risposta, e Kairi capì fin dalle sue prime parole di essere stata troppo formale: da sempre abituata a portare gran rispetto per le autorità, figurarsi poi con la più alta carica di tutta Konoha, quello le era sembrato il modo migliore per presentarsi ma pareva che l'Hokage desiderasse qualcosa di più personale. Rimase in rispettoso silenzio fino a quando l'uomo non ebbe finito di parlare, stupendosi del sorriso quasi paterno che fece infine. Non mi sembra così terribile come dicono alcuni...
    Attese qualche istante riflettendo, e decise di partire dalla domanda più semplice.

    Scusatemi, devo aver frainteso la vostra domanda di poco fa rispose con un cenno del capo, continuando Per quanto riguarda le mie evocazioni, si tratta di lupi, anche se ovviamente non si parla di lupi normali, sono in grado di parlare, di assumere sembianze umane e la matriarca del branco che ho incontrato è più o meno grande come un elefante. Ho salvato lei e due cuccioli nel bosco di Konbu durante una missione con il chunin sunese Shinichi, e per ricompensarmi hanno deciso di stringere un patto con me. Posso evocare due cuccioli, se ha piacere di conoscerli disse con un sorriso.

    Quando invece ripensò a sua madre il suo sguardo si fece nuovamente cupo Ci ho pensato, ed ovviamente mi piacerebbe, ma tutto ciò che mio padre ed io siamo stati in grado di ottenere è che si trattava di una missione di classe S ad Amegakure. Suppongono sia stata uccisa da qualche nukenin, ma non si hanno prove dal momento che il corpo non è stato ritrovato. Ai tempi si mossero diverse squadre di jonin per riuscire a ritrovarla, mio padre compreso, invano. Cosa potrei fare io, genin da pochi mesi che loro non abbiano già tentato? rispose sinceramente e non poco avvilita: più volte aveva pensato a dove fosse finita, a come le sarebbe piaciuto capire cosa le era davvero successo, ma si era sempre data la stessa risposta: se dei jonin non vi erano riusciti, come avrebbe potuto lei?

    Fu più difficile per lei rispondere alle altre domande, risposte che le erano sempre sembrate semplici e naturali risultavano invece troppo banali per l'hokage, che la costrinse a ragionare più a fondo sulle sue motivazioni.
    Il Dovere è una motivazione primaria che mi spinge a fare ciò che faccio: sono diventata shinobi anche per imitare ed onorare le orme dei miei genitori ed antenati, che hanno combattuto e continuano a combattere per Konoha e per il clan.
    Gli anni di pace che stiamo vivendo in questo periodo sono dovuti all'impegno ed ai sacrifici delle generazioni che ci hanno preceduto, che volevano esattamente questo e penso sarebbero felici ed orgogliosi nel vedere come finalmente i 4 grandi villaggi si siano alleati assieme, formando una situazione di pace stabile. Ritengo sia dunque un dovere delle nuove generazioni portare avanti quello che essi hanno creato con impegno, per mantenere questa situazione il più a lungo possibile. Mia madre è probabilmente morta per questi ideali e voglio portare avanti anche il suo volere
    rispose, con sguardo sicuro, per poi continuare
    Crescere e migliorarmi è sempre stato fra i miei obiettivi, e per quanto Konoha e l'accademia siano state e continuino tutt'ora ad essere ottime scuole di vita, non vorrei fermarmi a questo. Vorrei girare per il mondo degli shinobi, pur mantenendo le mie radici nel villaggio e facendolo per il villaggio stesso, per ampliare si le mie capacità ma anche i miei orizzonti conoscendo e vivendo nuove situazioni, ed entrare nelle squadre speciali potrebbe per me essere un'ottima occasione per farlo, oltre al poter essere ancora più utile al villaggio per mantenere ciò di cui ho parlato prima: inoltre chi tradisce Konoha tradisce ognuno di noi, tradisce gli ideali dei nostri avi calpestando ciò che hanno cercato di creare, e per questo vanno fermati. Mi interesserebbe allo stesso modo capire anche le loro motivazioni, per cercare di migliorare ulteriormente il villaggio disse, rimanendo qualche altro istante in silenzio prima di parlare nuovamente Inoltre non escludo di poter trovare informazioni maggiori su mia madre prima o poi, viaggiando per il mondo e magari raggiungendo la stessa Amegakure. Era in missione con le squadre speciali quando è scomparsa... concluse con un triste sorriso in volto


     
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    Prove di ammissione







    Fu nuovamente il suo turno di ascoltare, e questa volta lo fece con maggior interesse, annuendo di quando in quando.

    No no, non li scomodare.

    Disse quando lei propose di evocare i lupi.

    Cosa potresti fare?
    Beh, l’esperienza non è tutto, spesso in queste occasioni a spuntarla è l’intelletto, e un genin non ha nessuna ragione per averne meno di un jonin, che si, ha più esperienza, ma l’illuminazione, la trovata del momento, può cogliere chiunque.


    Sbuffò divertito quando parlò dell’alleanza tra villaggi.

    Alleanza?
    Pft, alleanza non è un termine conosciuto dagli uomini.
    Diciamo che evitiamo di mangiarci a vicenda.


    Mise una mano sul mento, riflettendo. Qualche giorno prima anche Sasori aveva fatto la medesima richiesta e si era dato qualche giorno per riflettere, ora i due potevano darsi man forte l’un l’altro per ottenere ciò che volevano.
    La genin dalla sua aveva una certa inesperienza, mentre Sasori la tremenda sfortuna di finire sempre imprigionato, ma la fedeltà di entrambi era innegabile, metterli alla prova era l’unico modo per vedere come se la sarebbero cavata.
    Certo, sarebbe stata solamente una questione teorica ma almeno la piccola Genin avrebbe potuto constatare che il grado importava poco quando si doveva indagare.

    Devo farti aspettare qualche minuto, un altro shinobi mi ha fatto la medesima richiesta, vi metterete entrambi alla prova.

    Mentre attendevano Sasori, nel silenzio interrotto dal tamburellare di Raizen, questo decise di prendere parola, poggiando il viso sulla mano per sorreggerlo, provocando una lieve smorfia a causa dello spostamento della guancia.

    E dimmi, a legami sentimentali?
    Oltre tuo padre hai altri parenti o qualcuno ti gravita attorno?


    Una domanda come un’altra, era importante per uno shinobi sapere chi dovesse proteggere. Di sicuro non pera importante per un Hokage nel fiore degli anni sapere se una kunoichi attraente fosse o meno single.
    Quando arrivò Sasori, Raizen indicò anche a lui la sedia

    Bene, come dicevo a Kairi entrambi mi avete fatto una richiesta, ma sarete voi stessi a mettervi alla prova.
    Teorizzate una situazione estremamente complessa, ponetela all’altro e in base a quella risposta ditemi se merita o meno di entrare nella squadra speciale, tutti gli elementi della situazione che create sono manipolabili.
    Io vi valuterò in 3 cose: la difficoltà della prova che ideate, in quanto è segno di fantasia e valutazione dei pericoli rintracciabili in missione, la soluzione che proponete per la stessa e la soluzione alla prova del vostro “avversario” per così dire, e per ultimo per la risposta che date, in quanto dovete essere in grado di giudicare le azioni altrui, dovendo in missione essere capaci di opporvi ad un piano fallace.
    Scriverete l’esito su un foglio, senza dirlo a voce alta per non influire sul voto dell’altro, ovviamente con una motivazione.


    Si sedette comodo e mise le braccia conserte.

    Avanti allora.

    Abbozzò un piccolo sorriso e diede spazio ai due di confrontarsi.
     
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  10. Sasori Uchiha
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    La Chiamata attesa tanto a lungo



    Era una giornata tranquilla a Konoha. Il villaggio era come al solito illuminato da uno splendido sole. Sasori non aveva messo la sveglia. In fondo non aveva motivo di alzarsi presto. Quella giornata era di riposo dai suoi allenamenti, che aveva ripreso ad un ritmo forsennato per recuperare l'inattività della prigionia. Quell'esperienza l'aveva indubbiamente rafforzato mentalmente. Ne era uscito più forte, l'abisso l'aveva coccolato e protetto nel suo mondo. L'aveva fatto suo. Era diventata la sua casa. Nessun altro al di fuori di sè stesso poteva comprendere ciò che aveva vissuto. Si credeva egli stesso passato a miglior vita, rassegnandosi all'idea che era davvero finita. Quella volta si era avvicinato in una maniera incredibile a quella poteva considerare la sua morte. Morte in battaglia. La sua preferita. Una morte onorevole. Una morte degna di uno shinobi. Per sua fortuna, Atasuke lo venne a recuperare e a portare in salvo. Non come quei tre beceri amministratori del clan, che volevano abbandonarlo in quel mondo oscuro. Doveva ammettere però che proprio grazie al consiglio, era cresciuto come shinobi. Adesso quell'oscurità, ce l'aveva come amica, come madre e protettrice. Stava pensando questo mentre dormiva nel suo letto tranquillo con il gattone ai piedi del letto. Sembrava una meravigliosa giornata. Suo padre, arrivò di corsa, di ritorno da una missione. L'ennesima missione. Ma questa volta portava con sè una missiva. Non sembrava niente di strano. Spesso tornava a casa con qualche lettera da consegnare contenti informazioni riservate, o almeno così aveva sempre creduto che fosse. Ma quella giornata, Sasori non poteva saperlo che era il punto di una svolta nella sua carriera. Forse il suo desiderio stava per essere accolto. Forse poteva rendersi utile al villaggio oltre che al clan stesso, come aveva sempre sognato di fare. Forse...


    ...



    Suo padre fece irruzione in casa, non curandosi di Sasori che dormiva al piano di sopra. Arrivò direttamente in cucina e si mise a preparare la colazione in maniera frenetica. Sasori dal piano superiore non potè fare a meno di sentire tutto quel casino di piatti, pentole e tazze sbattute sul tavolino, con una forza effettivamente eccessiva. Forse suo padre aveva avuto una giornataccia, oppure era tremendamente in ritardo. Quindi il ragazzo si alzò dal letto con calma chiedendosi chi diavolo fosse a fare quel rumore infernale infernale in cucina.


    Ma che diavolo è ?



    Grattandosi la schiena, si diresse verso il bagno facendosi una doccia. Dopo di che scese in cucina al piano terra, seguito dal suo gattone, che aveva "vinto" durante il corso chunin. Arrivò in cucina e trovò tutto perfettamente apparecchiato in ordine e pulito, come ai tempi che la sua splendida madre era ancora in mezzo a loro. Era una situazione davvero surreale. Non poteva essere, guardò in direzione di suo padre. Come per chiedere informazioni. Fece cenno di fare colazione. Il vero motivo sarebbe stato rivelato solo dopo la colazione. Mentre mangiava, chiese a suo padre, con un certo stupore:


    Dovevi fare proprio tutto questo casino, quando sei tornato ?

    Mangia e vedrai, dopo vedrai che sarai elettrizzato anche te !



    Lo guardò in maniera piuttosto dubbiosa. Si chiese effettivamente il vero motivo di tanta agitazione, pur sapendo che Sasori stava dormendo di sopra ma ogni suo dubbio venne rivelato velocemente. Il padre non fece altro che mostrargli una anonima lettera, tra le sue dita.


    ...è una lettera e allora ?

    Tieni è tutta tua, chiamala pure "anonima"



    La prese, mentre stava finendo di fare colazione con la dovuta calma. Non appena aprì la lettera vide il simbolo del villaggio. Una missione ? Rimase abbastanza sorpreso. Non si aspettava di certo di ricevere posta. Soprattutto in quel giorno di quiete, ma a volte le sorprese arrivano proprio quando meno te lo aspetti. La aprì a quel punto di scatto, non vedeva l'ora di conoscere che cosa fosse. Leggendo lesse di una convocazione. L'attuale Hokage aveva accettato di riceverlo in amministrazione, per parlare della sua richiesta.


    ...è successo ! Ti rendi conto !? Congratulazioni !



    Sasori per poco non si strozzò con il the che stava bevendo per lo stupore. Quindi mangiò l'ultimo boccone e si vestì di tutto punto come se dovesse andare in missione il giorno stesso. Con il suo abito migliore e le armi tutte perfettamente funzionanti, il coprifronte ben in vista sul braccio e sopra di esso svettava il simbolo del clan Uchiha. Il sole fuori splendeva, era davvero una giornata perfetta. Quindi salutò velocemente suo padre:


    Festeggeremo poi !



    Corse fuori, velocemente per raggiungere l'Amministrazione dove era stato convocato per fare da giurato in precedenza. Ritrovò la stessa segretaria, che disse brevemente che l'Hokage lo stava aspettando. Che combinazione, pensò. Quindi entrò dentro la porta dell'ufficio dell'Hokage. Dentro c'erano oltre all'Hokage anche Kairi. Chissà per quale motivo, c'era anche la ragazza, che aveva conosciuto durante l'inaugurazione del suo locale. Quindi salutò entrambi, molto tranquillo:


    Buongiorno a tutti ! Ciao Kairi, anche tu da queste parti ? Eccomi sono a disposizione



    Dopo aver celebrato i convenevoli del caso, l'Hokage gli fece cenno di sedersi:


    Bene, come dicevo a Kairi entrambi mi avete fatto una richiesta, ma sarete voi stessi a mettervi alla prova.
    Teorizzate una situazione estremamente complessa, ponetela all’altro e in base a quella risposta ditemi se merita o meno di entrare nella squadra speciale, tutti gli elementi della situazione che create sono manipolabili.
    Io vi valuterò in 3 cose: la difficoltà della prova che ideate, in quanto è segno di fantasia e valutazione dei pericoli rintracciabili in missione, la soluzione che proponete per la stessa e la soluzione alla prova del vostro “avversario” per così dire, e per ultimo per la risposta che date, in quanto dovete essere in grado di giudicare le azioni altrui, dovendo in missione essere capaci di opporvi ad un piano fallace.
    Scriverete l’esito su un foglio, senza dirlo a voce alta per non influire sul voto dell’altro, ovviamente con una motivazione....Avanti allora.


    Non rimase minimamente sorpreso dalla richiesta, anzi era più che ragionevole. Nella sua vita ne aveva viste di tutti i colori, inoltre era stato catturato due volte e per due volte era riuscito ad evadere. Non si sentiva affatto in soggezione per la richiesta mossa e non vedeva l'ora di trovarsi una situazione reale. Quindi disse:


    Va bene, inizio io: sono state rapite delle persone a te care, per estorcere informazioni su di te e rivelare informazioni chiave per il villaggio. Ti danno una data entro il quale dovrai presentarti per fare in modo che avvenga lo scambio, se non ti presenti, i sequestratori elimineranno gli ostaggi, se vengono fornite informazioni non credibili o fallaci gli ostaggi muoiono, se arrivi in compagnia gli ostaggi muoiono. Ti arriva soltanto una lettera animata in cui ti spiega che l'incontro avverrà in campo neutro al confine tra Konoha e Suna. La tua missione chiaramente è quella di riportare a casa gli ostaggi.



    Fece una pausa. Poi disse con un sorriso di incoraggiamento, rivolta a Kairi:


    Coraggio ! So che ce la puoi fare. Per me cosa hai pensato ?



    Rimase in attesa con il foglio davanti a sè dove fornire la risposta, con la relativa motivazione, pronto per riportare i suoi pensieri.
     
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    Prova Teorica

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    Dopo aver ascoltato questa volta con quello che sembrava maggior interesse le parole della ragazza, Raizen le disse che avrebbe dovuto aspettare qualche minuto, in attesa che arrivasse anche un'altro shinobi interessato come lei al posto. Annuì con decisione quando l'uomo le parlò di una prova da superare, rimanendo poi qualche istante a riflettere quando questi le chiese se avesse qualche legame affettivo oltre il padre.
    Non ho fratelli o sorelle, o qualche zio ma che vedo raramente, non posso dire avere forte legami affettivi con il resto dei miei parenti. Ho qualche buon amico, perlopiù amicizie strette in accademia o durante alcune missioni da quando sono diventata genin, e c'è una persona in effetti a cui sto cominciando a tenere particolarmente oltre a mio padre... disse, facendo una piccola pausa ...spero che non sia considerato come un ostacolo a questo compito... concluse, domandandosi preoccupata se il vero scopo di quella domanda fosse capire se avesse troppi legami per poter eseguire nel migliore dei modi quel compito.

    Dopo qualche minuto arrivo effettivamente lo shinobi di cui aveva parlato l'hokage, e Kairi notò con piacere che si trattava di un membro del suo stesso clan che aveva conosciuto qualche tempo prima al Ventaglio Segreto, Sasori. Al suo saluto rispose con un sorriso Ciao Sasori. Non sapevo anche tu fossi interessato a questo ruolo si dimostrò il più cortese e tranquilla possibile, ma in cuor suo sperò che la prova di cui parlava Raizen non escludesse a priori uno di loro: nonostante l'uomo fosse convinto che il grado contasse relativamente, Sasori era un chunin mentre lei una semplice genin, se vi fosse stato un solo posto disponibile sarebbe stato logico scegliere lui.
    Avrebbe dovuto fare del suo meglio, qualsiasi prova le venisse proposta.

    Ascoltò poi con estrema attenzione le seguenti parole dell'hokage: in accademia se l'era sempre cavata bene nelle prove teoriche ed era piuttosto fiduciosa delle sue capacità, ma l'uomo non le stava di certo domandando una cosa semplice. Riuscire a creare allo stesso tempo una situazione complicata ed una via di fuga non era facile, seppure la ragazza capisse quale potesse essere l'intenzione di Raizen. In questo modo oltre che a testare le loro capacità strategiche, stava forse anche valutando la loro capacità di immedesimazione nella mente nemica.
    Mentre ancora rifletteva su quale potesse essere la giusta domanda da porre al chunin, quest'ultimo prese la parola ponendole un quesito di non immediata risoluzione. La giovane Uchiha rimase a lungo in silenzio e meditando sul da farsi prima di decidersi finalmente a parlare.

    Per prima cosa mi accorderei con l'Hokage o con le alte sfere per poter concordare le giuste notizie da poter raccontare per lo scambio di ostaggi, ovvero mezze verità o cose abbastanza credibili ma che non siano realmente pericolose per l'incolumità di Konoha. I rapitori possono anche minacciare l'uccisione degli ostaggi in cambio di informazioni sbagliate, ma non utilizzerebbero un simile stratagemma se davvero avessero il modo di verificarle, dunque non penso siano in grado di capire quanto una informazione sia vera o meno con sicurezza.

    Andrei poi all'incontro da sola, ma richiedendo il supporto di un ninja sensitivo in grado di percepire anche a grande distanza gli spostamenti avversari, in maniera tale da verificare effettivamente quanti nemici sono presenti sul campo ma facendolo rimanere ad una distanza tale per cui gli avversari non possano affermare che io sia assieme ad altre persone, nello sfortunato caso in cui anch'essi siano dotati di uno shinobi sensitivo.
    Inoltre sfrutterei le mie evocazioni, i lupi, posizionandoli attorno alla zona neutra come forze extra e facendomi riferire eventuali notizie tramite messaggi in codice, ululati per la precisione, che solo io avendo un patto di sangue con loro sono in grado di decifrare. Nessuno dovrebbe sospettare di lupi nei pressi dei confini di Konoha.

    Oltre al supporto dello shinobi sensitivo chiederei anche quello di un gruppo scelto di shinobi che, una volta effettuato lo scambio in sicurezza e rimasti nel frattempo alla giusta distanza per non essere scoperti, seguendo le istruzioni del sensitivo per non farsi percepire, possano gettarsi all'inseguimento dei rapitori e porre fine alle loro vite o intervenire celermente in caso di necessità. Che le notizie siano vere o meno, sarebbe un pericolo se simili persone rimanessero vive, potrebbero rifare una cosa simile una seconda volta.

    Arrivata al luogo dello scambio e con la maggior parte delle informazioni possibili raccolte grazie ai lupi ed al sensitivo sull'esatta posizione dei miei avversari non darei prima le notizie per poi attendere la liberazione degli ostaggi, ma farei appoggiare a terra ogni tipo di arma a distanza agli avversari, facendoli allontanare dagli ostaggi in maniera tale da rendere loro impossibile o comunque difficile l'utilizzo di qualsiasi tecnica a distanza, rimanendo a mia volta lontana.
    Solo quando le seguenti condizioni saranno raggiunte, comincerei a divulgare le informazioni concordate in precedenza mentre gli ostaggi si avvicinano camminando verso di me, raccontando le informazioni finali e basilari solo nel momento in cui tutti gli ostaggi siano finalmente al mio fianco.

    Ovviamente devo considerare l'eventualità che essendo in numero maggiore possano in ogni caso decidere di fare i furbi non appena ottenuto ciò che desiderano ed attaccarmi, ma a quel punto conterei sul supporto dei lupi nella foresta per cercare di allontanarmi il più velocemente possibile raggiungendo la squadra in attesa nelle retrovie che nel frattempo sarebbe allertata dallo shinobi sensitivo.

    Ho considerato anche l'eventualità di fare uso di genjutsu, ma al momento non sono abbastanza esperta e penso sarebbe facile per chiunque liberarsi da essi.
    concluse finalmente, lanciando un'occhiata sia a Raizen sia a Sasori. Aveva vagliato diverse soluzioni nel corso della sua riflessione, ma quella gli era sembrata la più logica e fattibile per le sue capacità. Non era ancora un jonin e difficilmente avrebbe potuto abbattere gli avversari con la forza, dunque aveva cercato di basare il tutto sulla strategia.

    Ora toccava a lei. Rimase ancora in silenzio diversi minuti mentre elaborava la giusta domanda da porre a Sasori e contemporaneamente la soluzione ad essa Ok, ora tocca a me esclamò rivolta al chunin Un membro del clan e tuo amico ha deciso di tradire Konoha, rubando delle informazioni chiave per il villaggio, tali informazioni non solo potrebbero mettere in pericolo Konoha stessa ma anche incrinare i rapporti con gli altri villaggi. Probabile intenzione del fuggitivo è venderle ad una delle organizzazioni Nukenin, si suppone per potersi unire a loro. E' stavo avvistato l'ultima volta nei pressi di Takigakure, in un piccolo villaggio di poche centinaia di anime dove difficilmente si vede un viso nuovo, non sa ovviamente di essere stato ritrovato, le fonti di Konoha hanno scoperto che è in questo luogo che venderà le informazioni che ha acquisito.
    Sai inoltre che il villaggio è pieno di spie che lavorano per l'organizzazione nukenin, dunque sarà ancora più difficile infiltrarsi in esso senza destare sospetti ed allarmarli. Tuo compito è quello di impedire che il tuo amico diffonda tali informazioni e di riportarlo a casa vivo, o morto

     
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  12. Sasori Uchiha
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    Il quesito



    Sasori rimase tranquillo, vedendo Kairi insieme a Raizen. In fondo non era nè il primo nell'ultimo shinobi del villaggio disposto a voler essere un membro attivo nel villaggio. In realtà l'aveva sempre desiderato di far parte di una squadra che si occupasse di proteggere il villaggio, specialmente il clan. Ma durante questo periodo trascorso, Konoha era rientrato in una di quelle cose che desiderava proteggere, erano la sua casa, il suo mondo con tutti i suoi legami più importanti. Dalla famiglia agli amici. Al momento l'unica cosa che gli premeva era creare il luogo adatto dove formare la sua famiglia. Quindi per fare questo era necessario proteggere il villaggio. Le priorità crescendo sono cambiate. Era cresciuto, ma voleva ancora assolvere un compito, ossia rintracciare l'assassino di sua madre che ancora non era stato correttamente identificato. Per lui era una priorità ed era l'unica ragione che lo aveva spinto giorno dopo giorno a migliorarsi. Perchè prima o poi doveva punire colui che si era macchiato del sangue di sua madre. Forse adesso era in grado di poter cambiare gli eventi e portare finalmente equilibrio nella sua mente.


    Ciao Kairi, anche tu qui ? Beh sì, è forse l'unico ruolo che saprei svolgere decentemente per il villaggio. Altrimenti posso sempre dedicarmi al Ventaglio Segreto a tempo pieno



    Sasori rimase ad ascoltare quanto da aveva da dire Kairi. Il suo discorso sembrava filare e tatticamente era stato spiegato in maniera abbastanza precisa. Un solo dubbio ronzava nella testa del ragazzo. La ragazza non aveva previsto che fosse una trappola, ma nonostante ciò era riuscita a cavarsela. Ad ogni modo la domanda si sentì di farsela ugualmente, così giusto per sua curiosità.


    Bene, poteva anche essere una trappola per catturarti, ma considerando tutta la strategia, sembra essere abbastanza completa a livello tattico. Ma un pizzico di prudenza in più forse può essere utile. Le cose non sempre vanno come pianificate. Non è una ramanzina, solo un consiglio viste che di queste cose ne ho viste abbastanza.



    Ora era la volta di Sasori, dare dimostrazione della maturità raggiunta o quanto meno della propria esperienza maturata sul campo. In fondo non era più un novizio. Era stato in prima linea, era risorto, era caduto ed aveva capito che niente poteva essere lasciato al caso, niente poteva essere tralasciato. Persino la realtà poteva diventare un inferno senza ritorno, per un piccolo dettaglio non considerato. Ascoltò con attenzione le parole della ragazza dopo di che esordì:


    Ok, vediamo dove posso cominciare....Per prima cosa, chiederei di organizzare una riunione con l'Hokage ed la squadra dei guardiani, per la creazione di una squadra apposita, di infiltrazione, ricerca ed eliminazione. Chiaramente i membri della squadra me compreso avremmo agito sotto Henge no Jutsu, rimuovendo ogni elemento che li identificasse come shinobi. Erano mercanti con le loro merci, diretti per fare affari. Essendo il fuggitivo un membro del clan e mio amico, comunico a tutti i membri della squadra, il suo modo di agire, di muoversi, di parlare, quali sono di solito le sue tattiche e strategie di elusione e camuffamento. Se è un utilizzatore esperto di illusioni e/o ninjutsu. Inoltre Essendo Takigakure, un paesino molto piccolo, potremmo organizzare una finta carovana di mercanti, che sono solite percorrere quelle rotte commerciali. Annunciando in tutti i territori limitrofi, questa spedizione commerciale, è possibile chiedere informazioni ai vari abitanti, se negli ultimi tempi avessero visto qualche movimento sospetto, tra un affare e l'altro. Magari offrendo qualche compenso in cambio di una informazione utile. Si sarebbero mossi senza frenesia o fretta, era essenziale non dare nell'occhio. Fare affari richiede tempo ed inoltre il nemico ha occhi ed orecchie sparse nel villaggio. Una volta arrivati al villaggio in questione, avrebbero montato lo stand che la carovana offriva, usandolo come un punto di ritrovo per mettere insieme il maggior numero possibili di informazioni, per cercare di individuarlo nel minor tempo possibile, si sarebbero divisi in tutto il villaggio, promuovendo i succosi sconti sulle varie mercanzie andando porta a porta. In caso di anomalie, ognuno poteva fare affidamento su un fischio usato, per richiamare le mucche, per dare il segnale agli altri compagni nelle vicinanze di aver individuato il fuggitivo. Era un richiamo molto usato nelle terre vicine a Takigakure prettamente agricole. Quindi niente di strano o per lo meno di insolito per quello che erano soliti vedere da quelle parti. L'avrebbero individuato ed eliminato e successivamente trasportato via il cadavere e le informazioni che conteneva, rimpiazzandolo con un clone della Kage bushin con le sembianze del morto, che si sarebbe comporato in maniera identica all'originale. Avrebbe portato con sè, dei documenti completamente in bianco, ma che tramite illusione sembravano essere scritti, ma sotto forma di uno strano codice. In realtà nell'eventualità l'avessero tradotto, avrebbero semplicemente letto: "Chi la fa l'aspetti" dopo di che l'illusione sarebbe stata sciolta, mostrando i fogli completamente bianchi. Mentre il cadavere sarebbe stato trasportato via mediante illusione, avrebbero visto un tappeto al posto del cadevere. Dopo di che avrebbero ringraziato tutti per la loro partecipazione all'evento e avrebbero cambiato villaggio, recandosi al prossimo, dopo di che sarebbero tornati al villaggio di Konoha. Stando ben attenti a non essere seguiti ancora dalle spie o dai membri dell'organizzazione. Nel caso in cui fossero stati seguiti, avrebbero cercato di elaborare una strategia, per un attacco di squadra, di semplice ma rapida effiicacia ed utilizzazione. Dopo di che avrebbero inviato una evocazione disponibile nella squadra, per richiedere supporto al villaggio per un team di shinobi adatto ad una situazione di quel tipo. Una volta arrivati all'interno dell'ingerenza del villaggio di Konoha, il clone sarebbe scomparso rivelando la sparizione del loro bersaglio. Nel caso che qualcosa non fosse andata come pianificato, una squadra completa di shinobi scelti in tenuta da guerra sarebbe stata inviata al villaggio, se il gruppo di mercanti non facesse ritorno a Konoha nel giro di 20 ore a partire dalla data prevista di rientro.

     
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    L'attesa

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    Accettò di buon grado il consiglio di Sasori, si trattava pur sempre di un ninja di rango superiore e con decisamente più esperienza di lei, ed effettivamente non aveva pensato all'eventualità della trappola Ti ringrazio per il consiglio, in effetti non avevo pensato all'eventualità della trappola. La mia strategia sarebbe nel caso cambiata poco anche in quel caso, shinobi sensitivo, lupi e squadra di supporto mi avrebbero aiutato a cavarmela sorrise, rimanendo poi in attesa di una sua risposta al quesito appena posto.

    Come si aspettava il chunin le diede una spiegazione dettagliata di ogni sua mossa, e la ragazza non riuscì a trovare imprecisioni alla strategia, forse per l'ancora poca esperienza o semplicemente perché l'Uchiha aveva effettivamente considerato ogni eventualità. Fece solo una semplice precisazione, l'unica cosa a cui il ragazzo non aveva secondo lei pensato.
    E' vero che l'ordine era di riportarlo a casa vivo o morto, ma avrei valutato anche la possibilità di catturarlo e non di ucciderlo e basta. Questo perché riportandolo al villaggio ed eventualmente interrogandolo si sarebbero potute forse ottenere informazioni utili sull'organizzazione nukenin a cui voleva venderle. Per il resto, è bene o male la strategia che avrei seguito anche io disse, ricordando anche la missione di qualche tempo prima ad Oto in cui con il suo gruppo per ottenere informazioni in un piccolo villaggio aveva proprio utlizzato la tecnica dei mercanti.

    Ho pronta la mia risposta disse rivolgendosi poi all'Hokage: prese un foglietto e scrisse la sua decisione in esso, ripiegandolo e porgendolo a Raizen senza farlo vedere al chunin come le era stato richiesto, attendendo poi che Sasori facesse lo stesso.
    Sarebbe poi rimasta in paziente attesa delle parole del jiinchuriki, cercando di nascondere dietro apparente tranquillità il crescente nervosismo che in realtà provava ogni volta che aspettava l'esito di un'esame, sperando con tutto il cuore di essere accettata all'interno della squadra.
     
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    Giudizzi








    Quando gli vennero dati i bigliettini passò qualche secondo a strofinarsi le tempie, emettendo uno sbuffo prima di parlare.

    Siete troppo immaturi.
    Senza alcun tipo di limitazione nelle risorse avete imbastito delle strategie estremamente fallaci.
    Quello di Kairi era un quesito interessante, se dovessimo metterlo su una bilancia col tuo, Sasori, questa penderebbe decisamente in suo favore, il contrario se si parla delle risposte.


    Per quanto il Colosso potesse essere duro, spietato e tante altre cose opposte a “gentile” non si era mai ritrovato a dover negare qualcosa a qualcuno che la desiderasse dal profondo del proprio cuore e soltanto per interessi positivi, era un po’ come negare una caramella ad un bambino affamato.
    Inoltre, aveva un discreto timore che il fantasma del buon leader tornasse a torturarlo se avesse compiuto qualche passo falso.

    Ho chiesto una situazione difficile e tu Sasori hai proposto qualcosa di abbastanza standard senza alcun tipo di specifica o condizione, il che da libero sfogo ala fantasia, che non è stata sfruttata.

    Guardò prima Sasori e poi Kairi durante la frase.

    Kairi invece propone qualcosa di interessante, con dei contrasti psicologici più accentuati. A cui si risponde con fin troppo disinteresse. Non metterò però in conto il fatto che potevi essere catturata, cercare di catturare un ninja in questo modo è abbastanza stupido, dovresti impiegare più forze del necessario, circa il triplo, per la stessa azione.
    Considerare uno scenario simile è quindi basicamente un errore, ma passando al resto…
    Nel dettaglio, Kairi, hai dimenticato di prendere in considerazione l’ambiente, un elemento che può essere o un eccezionale alleato o un terribile nemico.
    Tu l’hai reso un nemico.
    Hai detto di voler perimetrare la zona con i lupi, ma la cosa ha due lati negativi: i sensitivi e l’ambiente stesso.
    I lupi sono bestie da bosco, non da climi aridi come i deserti, la loro presenza in quelle zone è strana.
    Ricorda inoltre che le persone non sono stupide, se ad una loro azione corrisponde un ululato al secondo si insospettiranno.
    Se già non l’hanno fatto col primo, ovviamente.
    E poi la posizione? Se un sensitivo cerca e li vede disposti a cerchio farebbe un po’ strano.
    Mentre se la radura fosse troppo pianeggiante?
    Sarebbero ben visibili…
    Inoltre i lupi starebbero ad una distanza così elevata che risulterebbero inutili, uno scontro si decide in una manciata di secondi ed un sensitivo sarebbe in grado di estendere il proprio raggio di visione a sufficienza da tenerli distanti.
    Ti sarebbe servito un sensitivo particolarmente specializzato nell’occultare il chakra magari, di modo da avvicinarsi e sfruttare la sorpresa mentre tu distraevi i rapitori a chiacchere.
    Oppure per piazzare delle trappole nei dintorni di modo da non farli scappare vivi, o meglio ancora potevi elaborare una strategia tu di persona.
    Sei una genin, no?
    Una tecnica dell’occultamento di avrebbe permesso di muoverti in anticipo, recarti sul luogo dello scambio, visto che i nemici sono stati così imprecisi da puntualizzartelo, e li prepararti per un attacco del tutto furtivo, di nuovo, ti sarebbe bastato un semplice sensitivo per difenderti da un altro sensitivo.
    Mettendoti già in vantaggio.
    Altrimenti un chunin come sarebbe stato un sensitivo poteva avere a disposizione dei cloni corporei…
    E … e… e…


    Sfumò con le vocali mentre si voltava verso Sasori.

    Metterò da parte il fatto che tu abbia ucciso il tuo conoscente, non guardo dentro le bare di nessuno.
    La tua squadra è decisamente troppo Sasori, non si fanno squadre specializzate in infiltrazione, ricerca ed eliminazione perché significa farle specializzate in tutto ed è un po’ complesso che una squadra lo sia.
    Una squadra è generalmente specializzata in uno di quegli elementi ed un secondario in cui però è più carente.
    Tre, capirai che è impossibile, a meno di fare un picnic e mandare nelle restanti missioni mia nonna.
    Inoltre come fa un Henge a non farti apparire come ninja?
    Il villaggio è pieno di spie, sicuramente c’è almeno UN sensitivo eh beh… la missione è finita qui.
    Ma supponiamo che non ci sia, o che dorma.
    Cosa ti assicura che in un villaggio pieno di nukenin infiltrati ci sia un fiorente commercio?
    Generalmente sarebbe tutto il contrario, i mercanti sono gente sveglia, sanno bene chi può rubargli la roba di tasca, o ucciderli per prendergliela ed in un posto simile ci starebbero massimo una notte se proprio avessero sufficiente puzza sotto il naso da non passarla accampati lontano dal villaggio.
    Offrire poi compensi agli abitanti per delle informazioni o chiedergliele ti esporrebbe ulteriormente agli infiltrati, la gente parla, e dopo qualche giorno tutti saprebbero che paghi per delle informazioni.
    E su quale base affermi che in quella zona tutti fischino in quel modo alle mucche?
    E per quale dannata ragione uno dovrebbe fare un fischio da mucca senza le mucche ed in mezzo ad un villaggio?
    Un fischio prima di essere un fischio per le mucche è comunque un suono atto ad attirare l’attenzione, ed un fuggitivo cosa farebbe se qualcuno cercasse qualsiasi genere di attenzioni con un fischio?
    Gli shinobi in tenuta da guerra dovevate essere voi Sasori.
    Mi domando perché tutta la trafila dei mercanti quando era molto più semplice un’altra cosa.
    Prova a riflettere: cosa è che trovi SEMPRE e OVUNQUE?
    Ti do una mano: i mendicanti e gli storpi.
    Puoi girare quanto vuoi, andare nel più piccolo e sperduto dei paesi ci sarà sempre un mendicante o uno storpio.
    Volevi inscenare un teatrino per attirare persone?
    Beh, sai cosa fanno un mendicante e uno storpio insieme?
    Un freak show. Soprattutto se gli storpi hanno deformità particolari.
    Sai il paradosso?
    È così assurdo che sarebbe assai complesso che un sensitivo ci presti attenzione, ma se proprio proprio vogliamo essere puntigliosi con una squadra di infiltrazione, ricerca ed eliminazione come avevi richiesto di sicuro si trovava la soluzione ai sensitivi.
    Cosa ben più complessa da fare per dei fischi da mucca.


    Inspirò a fondo.

    Le situazioni proposte non erano poi troppo complesse, le risposte per lo più vi avrebbero condotto alla fossa… in base a queste due cose dovreste sapere che neanche la vostra capacità di giudicare le azioni del prossimo era sufficiente.
    Mi dispiace, ma è l’esperienza a mancarvi, e non posso affidarvi incarichi così rischiosi come quelli che toccano alla squadra speciale.


    Rilasciò il fiato in avanzo, come se buttasse un rimasuglio di tensione.

    Sapete, sono costantemente alla ricerca di un modo per essere un buon Hokage, limando il mio carattere, riflettendo prima di agire e agendo e devo ammettere che fatico tanto nel farlo.
    Come fatico ora a negarvi questa possibilità.
    Non lo faccio perché ne risentirebbe l’efficacia del corpo speciale, lo faccio perché rischiereste la vita in missioni che so essere complesse.
    Mi occupo infatti io della loro assegnazione, dando sempre precise indicazioni riguardo l’attuazione che tuttavia contano sull’improvvisazione del singolo.
    E dopo queste risposte, mettervi in quelle situazioni credo che non sarebbe una buona scelta.
    Dopotutto, reputereste una buona scelta mettere il vostro vaso preferito in bilico sullo spigolo del tavolo?
    Pensate, qui non si parla di uno stupido oggetto, ma di vite.
    E no, non voglio mettervi in bilico.


    Si drizzò quindi sulla schiena, aprendosi ai due.

    Però, posso darvi l’opportunità di fare esperienza.
    Ci sono le mura, e non sottovalutatele, le mura sono un buon luogo per apprendere, occorre attenzione costante e dedizione.
    Ma soprattutto alle mura passano continuamente infiltrati, osservarli e comprenderli vi sarà d’aiuto.
    Se vi state chiedendo perché non potrei farvi fare esperienza nelle squadre speciali, oltre l’ovvio motivo che riguarda la difficoltà delle missioni, c’è da includere il fatto che dovrei spendere due buone risorse come voi in un luogo dove dovrebbero aspettare immobili il loro turno, che potrebbe non arrivare mai, anziché permettergli di rendersi utili e al contempo migliorarsi assegnandole ad un’altra mansione.
    Siete d’accordo?


    Guardò entrambi aspettando risposte, ma nonostante avesse mostrato comprensione verso i due era evidente che la sua scelta era assai lontana dal mutare.
     
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    Delusioni

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    Kairi ascoltò l'esito della risposta dell'Hokage cercando di nascondere la delusione che traspariva dal suo viso. Immaginava di non essere stata perfetta, ma non pensava nemmeno fosse possibile trovare così tante pecche alla strategia che aveva descritto, trovando alcune di esse immotivate. Rimase a lungo in silenzio una volta ascoltato il verdetto di Raizen, riflettendo sulle giuste parole da utilizzare.

    Non posso dire di essere completamente d'accordo, piuttosto di non avere molte altre scelte al momento sospirò Mi permetto però di correggere alcune puntualizzazioni alla strategia che trovo immotivate... per quanto fosse educata e diligente, non le piaceva ricevere critiche che non riteneva completamente giuste Il luogo dello scambio da richiesta di Sasori è in una zona fra Konoha e Suna, dunque si tratta o di una zona del paese dei fiumi o del paese delle piogge, territori che non hanno nulla di desertico, al contrario zone ricche di vegetazione: è per questo che ho attuato la strategia dei lupi, perché ho supposto che lo scambio avvenisse in una zona boschiva, perfetta per essi essendo un loro ambiente naturale.
    Avrei posizionato un paio di lupi al massimo, le evocazioni di cui attualmente sono a disposizione, senza circondare la zona a cerchio proprio per evitare che venissero trovati dai sensitivi, ed una volta ottenute le giuste informazioni essi mi avrebbero comunicato il tutto tramite un unico lungo ululato, non con uno ogni frase, non sono così ingenua. Ma forse è stato un mio errore dare per scontato la cosa e non specificarlo.
    fece una piccola pausa

    Per quanto riguarda l'utilizzo del sensitivo, l'errore sta effettivamente nella mia poca conoscenza delle sue abilità, fino a prima pensavo fosse in grado di occultare solo il proprio chakra, non quello altrui, il mondo degli shinobi continua a sorprendermi. Per le trappole invece, ho pensato che essendo i ricattatori stessi a decidere il luogo dello scambio avrebbero anche controllato tutto il perimetro prima di attuarlo proprio per disinnescare eventuali tranelli, e nel caso in cui le avessero trovate la cosa avrebbe messo in serio pericolo la vita degli ostaggi: non conoscendo le abilità dei rapitori non potevo escludere fra di essi vi fosse anche qualcuno esperto nel trovarle, così per non rischiare la vita degli ostaggi ho preferito non rischiare.
    Sia chiaro, con queste mie specifiche non voglio denigrare la vostra esperienza, che è indubbiamente maggiore della mia, quanto spiegare al dettaglio il perché dei miei ragionamenti
    volse poi lo sguardo al compagno di clan per poi continuare Per quanto riguarda la missione di Sasori, ho ritenuto efficace la strategia dei mercanti avendone attuata una uguale durante una mia missione di infiltrazione ad Oto, ma è anche vero che si trattava di una rotta commerciale. Il resto delle critiche sono purtroppo cose che non avevo calcolato

    Alzò infine lo sguardo, osservando Raizen dritto negli occhi felini Farò tesoro di ciò che mi avete detto, sono buone soluzioni che in futuro potranno essermi utili, ma non rinuncerò all'idea di voler entrare nelle squadre speciali. Temevo di essere inesperta e probabilmente lo sono, capisco le vostre preoccupazioni ma se non avessi voluto rischiare la mia vita non sarei mai diventata kunoichi, ed in futuro vorrei mettermi alla prova anche nelle squadre speciali se me ne verrà data l'opportunità.
    Dunque se potrà servire per fare più esperienza accetto il compito di guardiano che mi offrite, anche se non è come guardiano che mi vedo perennemente. Non appena riterrò di aver fatto la giusta esperienza tornerò a fare domanda per le squadre speciali, ma vorrei essere messa alla prova sul campo e non con una domanda teorica la prossima volta in maniera tale da poter provare le mie vere abilità


     
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