Vecchio Palazzo dell'Amministrazione[Amministrativo]

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    Parlare Chiaro, nonostante tutto.

    Shin sembrava molto più depresso di quanto non potessi comprendere. Avevamo subito una sonora batosta ma non pensavo che la sua fedeltà al villaggio arrivasse fino a quel punto...o forse c'erano elementi che non avevo considerato, come un parente o qualcuno caduto nell'attacco, magari? O forse semplicemente malediceva la sua stessa impotenza...in questo forse avrei potuto immedesimarmi, ma la cosa non ci avvicinava certo da un punto di vista umano: io ero solo nella mia Missione, e lui solo una possibile pedina, quindi non potevo permettermi alcun genere di emozione nei suoi riguardi, se non al fine di manipolarlo. Asami invece, che pure avevo incrociato qualche volta in ospedale senza scambiarle più di qualche parola, decise di rifiutare l'Antica Maschera, come a voler prendere le distanze da quello che era successo, o forse semplicemente perché portare un simile fardello, per quanto simbolico, non era nelle sue intenzioni. Tutti parlarono, compreso Oda, che in quella guerra aveva perso più che la faccia o qualche goccia di sangue, e che si scatenò contro Shin fino a renderlo ancor più depresso di quanto non fosse inizialmente. Ebbe parole aggressive anche per me, che tuttavia incontrarono un muro d'acqua, incapace di scomporsi solo per qualche sillaba dal tono alterato. Con tutto il rispetto, ma tua madre non ha perso un figlio. Sembrava che il fratello fosse qualcosa di estremamente importante per lui...qualcosa che forse potevo sfruttare, scegliendo accuratamente le parole, pur consapevole di camminare sul ghiaccio sottile. Le madri di quegli innocenti appesi per sbeffeggiarci hanno perso dei figli. Tuo fratello è stato portato a Cantha. Dobbiamo solo andarlo a riprendere. Non sarei andato oltre, non avrei approfondito, perché lui stesso aveva colto il fatto che era stato Raizen a provocarmi.

    La prova più difficile fu Kairi, coinvolta com'era dalla faccenda, che mi si avventò addosso senza tuttavia turbarmi più di tanto. Col suo carattere e col coinvolgimento di quella donna che le somigliava, quel risultato era ampiamente prevedibile. Gli altri. Quelli che hanno visto un uomo, il loro capo, combattere da solo su un monte e che non hanno mosso un dito per lui. Solo contro sette o otto nemici, come poteva uscirne vincitore? Eppure nessuno ha pensato a lui. Il caos non è una giustificazione, non dopo gli eventi della cupola di qualche anno fa e dei protocolli di sicurezza che sono stati approntati. Hanno scelto di pensare a Konoha e non a lui. Condivisibile, ma non cambia il fatto che lui sia stato lasciato solo. Ed ecco l'accusa sulla differenza tra il mio aspetto di sempre e quello attuale, alla quale sorrisi, triste e serio. Anche quando hai saputo della donna coi capelli neri, la ragazza decisa che conoscevo si è infranta. Sapevo che era una sua debolezza. La stavo usando deliberatamente. Esistono cose, nel nostro passato, che influenzano ciò che siamo. Io e l'Hokage abbiamo avuto degli screzi...ma non mi sembra sia il luogo adatto per approfondirli. Come ho detto, io sono un suo servitore, ma non un drone privo di mente. Non penso che sia una brava persona. Tutto qui. Inutile andare a rivangare il "cosa avresti fatto al suo posto", non eravamo là per discutere chi dovesse essere un buon Kage. Il mio punto era chiaro, non mi comparavo a lui, semplicemente il nostro rapporto era complicato...e poi come detto prima, il problema non era ciò che Raizen aveva fatto, ma proprio ciò che ERA. Forse un giorno potrai aiutarmi a cambiare questo mio modo di vedere...magari sarà il giorno in cui ti aiuterò a sopportare il pensiero di quella donna.

    sleep_with_me__lonely_pillow_boy__yato__by_selvatic-d9dz257



    Mi inchinai a Raizen, comunque. La ringrazio per questa opportunità. Al crescere delle mie capacità farò il possibile per usare questa Maschera nei modi che merita. Per Konoha...e per riavere tutto ciò che ci è stato tolto. Guardai Shin. Incluso il fegato, a quanto sembra. Mai sottovalutare le parole di un Rivale, sempre che lui mi vedesse già a quel modo...in ogni caso pungolarlo era fondamentale, anche solo per vederlo reagire. Preferisco di gran lunga Shin nel suo stato normale. E Oda, quando ti servirà aiuto per tuo fratello, non hai che da chiederlo...so di non essere forte quanto serve, ma credo che servirà tutto l'aiuto necessario.
     
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    Speranza


    Le mie parole non sembrarono scuotere Shin, il ragazzo rimase impassibile per la mia intera sfuriata e poi rispose con fare strafottente, non gli importava minimamente di quello che aveva detto. Era troppo preso dal dover star male, evidentemente.
    Decisi di ignorarlo per evitare di creare una situazione troppo tesa, gli ultimi giorni avevano messo alla prova tutti ed era giusto evitare discussioni inutili.

    Non mi aspettavo la risposta di Yato, sembrava credere fermamente che Sho fosse vivo da qualche parte a Cantha e sembrava non vedere la difficoltà dell’andare a riprenderlo. Mi faceva piacere, non ero l’unico a pensarlo, ma al contempo mi faceva vergognare di me stesso. Io avevo dubitato più di una volta che mio fratello fosse ancora vivo in quei giorni, Yato no. Anche Kairi mi aveva detto che voleva recuperare Sho, ma Yato aveva detto ad alta voce che mio fratello era vivo, mi veniva difficile rimbeccarlo ancora.
    Hai ragione, mio fratello non è ancora morto…
    E mi vergognai ancora dell’affermazione precedente, incassai la testa tra le spalle e rimasi in silenzio, era la cosa più vicina a sparire che potessi fare.
    Quando Raizen mi chiamò mi avvicinai con passi timidi e presa la maschera la posizionai sul volto, prima di effettuare qualche sigillo, tutti i miei colleghi avrebbero visto i contorni ei disegni della maschera incurvarsi, alcuni detaggli sarebbero spariti, lasciando una semplice maschera da ambu di colore bianco con un piccolo sole sulla fronte.[Tecnica]Percezione Falsata - Kokohi no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Serpente, Tigre, Drago, Cavallo, Cinghiale (5)
    L'illusione si attiva senza medium: l'utilizzatore modificherà l'aspetto esteriore di un oggetto, senza cambiare la dimensione. La vittima non vedrà l'aspetto reale dell'oggetto ma l'inganno dell'utilizzatore, subendo l'illusione osservandolo. L'illusione è permanente finché non rilasciata. E' possibile aggiungere degli automazioni e piccole azioni ripetitive. Il consumo è pari a Basso ogni 10 d'efficacia.
    Tipo: Genjutsu - Kanchi
    (Consumo: Variabile)
    [Effiacia Massima: 20 per grado]
    [Da studente in su]
    Consumo: Alto
    EFF:60+10(Concentrazione)+10(Impronta)=80

    Immagino che non sia il caso di girare per il mondo con un manufatto così potente in bella mostra, non trovate?

    Prima di andare avrei salutato tutti con un rapido cenno, intratenendomi solo qualche momento in più per Yato.
    Avremo bisogno di tutto l'aiuto che riusciremo a trovare, soprattutto se di gente scaltra come te, ma ricordati che dovrai sopportare anche Raizen!
    Dissi scherzoso.
    Grazie Yato
    Aggiunsi mentre mi congedavo, il genin con la sua affermazione mi aveva fatto notare quanto in quei giorni la sofferenza stesse incrinando la mia risoluzione e la fede nella mia visione. Quanto ero stato stolto a dubitare.Quanto ero stato cieco nel non rendermene conto del mio errore. Con un po' di fortuna, però tutto questo non sarebbe mai più successo.

    Tutto si stava muovendo nel migliore dei modi possibili...
     
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    Le maschere erano state esposte sulla scrivania all’interno dell’ufficio dell’Hokage. Quest’ultimo che riunì coloro che parteciparono alla missione giorni prima, nel cuore della notte. Quelle maschere che quella stessa notte fecero allarmare non solo l’Hokage ma tutti gli shinobi, destinati ad affrontarli. Maschere che cercarono di ucciderli o solo rallentarli, completando così quel famoso rituale. Quella manufatto che la giovane Hoshiyama, onestamente, rifiutò.
    Non aveva nessuna intenzione né di averla in casa né di usarla dopo quegli avvenimenti. Nonostante ciò apprezzò la considerazione fatta da lui stesso proponendo una maschera anche all’aspirante medico. Poteva essere considerata una pazzia rifiutare un dono come quello, offerto dall’Hokage in persona. Ma la diciannovenne non aveva intenzione di portare con se un oggetto che non meritava. Non aveva avuto, almeno in quell’occasione, la possibilità di dimostrare le sue doti in battaglia, anche se in realtà non ne aveva affatto. Così come non riuscì a dimostrare le sue abilità mediche, ritornando al villaggio col corpo ricoperto di ferite. Quella sera non riuscì a fare niente di tutto ciò eppure il capo-villaggio decise di premiare, forse, il suo coraggio per non aver abbandonato il campo di battaglia. Ma fu lei stessa a rifiutare e quella fu la decisione più facile della sua vita. Aveva cercato di aiutare Konoha ma sapeva benissimo di non averlo fatto. Ma non accettò anche per il suo obiettivo, cioè quello di diventare un ninja medico. Ed una di quelle maschere non poteva aiutarla, nonostante i poteri che ognuna di essa nascondeva.

    -Va bene Asami, in questo caso, se gradisci, puoi andare.-

    Ascoltò molto attentamente le parole dell’Hokage che, riguardo alla decisione espressa dalla ragazza, non potè che assecondare la sua scelta. Di conseguenza Asami non aveva nessun vincolo per restare all’interno di quella stanza. Però prima di andare, rimase in silenzio aspettandosi dall’Hokage un pensiero riguardo a Sho, il ninja rapito dall’uomo misterioso. Ma non disse una parola creando un breve momento di silenzio.
    Avrebbe lanciato una breve occhiata a tutti gli shinobi presenti all’interno di quell’ufficio per poi posare il suo sguardo verso l’uomo incaricato a governare il villaggio della foglia. Salutando con un semplice inchino i presenti, avrebbe lasciato la stanza, ripercorrendo le strade della città più importante del Paese del Fuoco.
     
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    Le Mire Canthiane


    - III -




    Alzò un sopracciglio al commento di Yato.

    Vedi, potrei tacere se questo elemento fosse un qualsiasi cittadino, ma averlo tra le mie fila?
    Lo sopporto a stento, ma il vermicello qui è sveglio.
    E sa aggirare parecchio bene i discorsi scomodi.
    Un opposizione sterile, un po’ come una spina nel fianco, è piccola ma uno dei tuoi anticorpi può sempre far cilecca e ti ritrovi con un bubbone bello gonfio.
    Ha rigirato la frittata così bene che vi ha messo nel piatto un mediocre “io ho ragione, voi no” senza avere l’eleganza di argomentare la sua sterile presa di posizione.
    Il mio dovere, tuttavia, non è quello di crocifiggerlo, ma di farvi notare come un simile comportamento possa far leva sul vostro metro di giudizio.
    Potreste reputarmi un incapace, -ma vi consiglio di non dirmelo…


    Sorrise goliardico.

    …posso sopportare un inetto, ma due son troppi- e andrebbe pure bene fino a quando lo farete con la vostra testa, sarebbe positivo, non è detto che chi sta al comando abbia la verità in tasca, persino un genin potrebbe darmi un buon consiglio.

    E nel dirlo guardò Kairi.

    Ma è ben diverso da… lui.
    Temo che siate fuori strada se credete che Cantha fosse qui solo per il Daimyo.


    Indico brevemente Yato col pollice.

    Cantha era qui perché nel villaggio si moltiplichino gli Yato, per dimostrarvi che la vostra guida, la vostra ancora, o le vostre ancore, non sono che magre speranze.
    Konoha è sempre stata famosa per il suo cameratismo, per il suo spirito indistruttibile, per… ciò che Sho ci ha mostrato. Unione.
    Singolarmente siamo forti, è innegabile, ma è insieme che siamo imbattibili, e una sola cricca in una sola maglia può rompere un intera catena.


    Era estremamente serio, ed era evidente che quello di Yato fosse soltanto l’abbocco per un discorso ben più importante.

    Ma da ciò che ho sentito, il Fuoco non vi manca, avete ben chiare le idee a riguardo, è molto più gratificante che avere il proprio ruolo confermato da dei vecchi ricconi.

    Avrebbe proseguito il suo discorso, ma aveva mostrato il fianco a sufficienza, motivo per il quale, battendo le mani e prendendo nuovamente posto sulla scrivania ne avrebbe cominciato uno nuovo.

    Ed è per questo che Yato sarà da oggi guardiano delle prigioni.
    La sua attenta arguzia sarà al servizio delle prigioni, avrà modo di confrontarsi e comprendere qual è la vera feccia che popola il nostro villaggio.
    Tuttavia, visto l’interesse per le arti mediche, nel tempo libero, potrai anche dedicarti a tirocini all’interno dell’ospedale.
    Un torturatore ben istruito è assai più efficiente di un macellaio ignorante, e non possiamo certamente privarci di un futuro medico.


    Senza aspettare opposizioni che non avrebbe comunque accolto si sarebbe quindi dedicato al prossimo punto del discorso.

    Detto questo ci sarebbe comunque un modo per rendervi la vita più facile in un combattimento.
    Le armi fornite dal villaggio sono versatili, ma sono fatte per potersi adattare a chiunque, se non erro voi non avete nulla di simile a questo.


    Prese un rotolo e spiegandolo ne evocò parte del contenuto, un classico spiedo, ma lungo un metro e mezzo, così affilato e ben costruito da rendere impossibile notare il punto in cui l’impugnatura diventava punta e viceversa.

    Un normale spiedo se notate, ma ingrandito per adattarsi al mio stile di combattimento, è possibile imprimere più forza nel lancio e il peso gli conferisce una maggior gittata. Non è scomodo nemmeno da usare come una lancia, ma va detto, non può certamente risultare comodo per chiunque.
    Il nocciolo è: avete in mente qualche arma dalla foggia particolare che possa esservi utile in combattimento?
    Mi occuperò in persona della loro realizzazione.


    Attese a braccia conserte eventuali proposte.



     
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    Dracarys

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    Colpi bassi e "regali"


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    Pensato
    Parlato



    Shin rispose alle parole di Oda quasi fosse un morto che camminava e l'Uchiha si girò a guardarlo, con varie domande che le passavano per la testa. Possibile che lo scontro con le finte maschere l'avesse segnato a quel punto? Che fosse stata invece la caduta dal palazzo del daymo a causare quel suo stato d'animo? Certo era che in qualche modo non stava riconoscendo neppure lui in quella situazione oltre che Yato, o forse stava solo osservando un lato del ragazzo che ancora non conosceva. Se una sola battaglia contro Cantha stava causando quello nei suoi compaesani, non osava pensare che cosa avrebbe causato una reale guerra come quella che stava probabilmente arrivando alle porte del villaggio.

    Asami non prendendo la maschera si allontanò e Kairi la salutò con un cenno del viso, mentre Oda ringraziò Yato senza che la kunoichi capisse perché: quella del genin le era sembrata una provocazione bella e buona, non di certo un incoraggiamento per cui essere persino ringraziato.
    Il Senju decise poi di risponderle eludendo però completamente la domanda che la kunoichi gli aveva posto, ma prima che Kairi potesse farglielo notare fu presa in totale contropiede dall'affermazione riguardante sua madre: il suo viso si trasformò in poche frazioni di secondo passando dall'estremante rilassato al teso, le pupille mutarono senza il suo controllo dal classico carbone al cremisi dello sharingan mentre osservava il genin che, volente o nolente questo non le era dato saperlo, aveva conficcato il coltello in una ferita che si ostinava a non rimarginarsi.
    Non parlare di quella... sussurrò quasi in un sibilo osservandolo: non voleva che quell'argomento venisse fuori e soprattutto non in una riunione simile, non voleva che qualcuno facesse domande a cui non poteva dare risposte e si era fin da subito pentita della scena teatrale fatta grazie alla quale aveva permesso a tutti i presenti quella sera di capire come in qualche modo loro due fossero collegate.
    Rimase ad osservare Yato per alcuni secondi prima di spostare il viso, chiudendo gli occhi ed inspirando ed espirando silenziosamente a pieni polmoni come sempre faceva quando cercava di calmarsi, riaprendoli soltanto quando Raizen riprese a parlare, le sue iridi nuovamente tornate del colore originale. Tutti i presenti si sarebbero facilmente accorti di come da quel momento in poi l'Uchiha non incrociò più lo sguardo di nessuno dei presenti se non eventualmente quello di Raizen, quasi avesse paura che si potesse leggere qualcosa di troppo semplicemente scrutando il suo viso.
    L'Hokage decise infine di rispondere per le rime allo shinobi e la ragazza accennò un sorriso quando lui la guardò, lieta che le sue parole in ospedale fossero ancora ricordate: ascoltò con attenzione ogni sua affermazione e non si stupì troppo quando l'uomo assegnò poi il genin alle prigioni in quella che ritenne essere evidentemente una sorta di misura cautelativa ed al contempo una punizione. Non poteva sapere esattamente quali fossero i trascorsi fra quei due ma era chiaro che non si potessero vedere in maniera reciproca.

    Deviando totalmente il discorso poi l'ex-jinchuuriki portò l'attenzione su una cosa che le interessava non poco: tirando fuori uno spiedo decisamente più grande del normale spiegò ai presenti come potesse creare per ognuno di loro un'arma personalizzata da usare in combattimento. Quel pensiero riuscì a sollevarle in parte l'umore dopo l'affermazione di Yato Sarebbe uno splendido regalo, molto utile in diverse occasioni affermò passando lo sguardo dallo spiedo al Kage Ed in realtà c'è qualcosa che vorrei da tempo, ma che non ho mai saputo come creare tirò fuori i suoi shuriken ed Uchiha shuriken Non sono un'armaiola né un artigiana, ma mi chiedevo se fosse possibile creare un'arma da lancio apposita oppure collegare questi shuriken a dei fili di nylon, così da poterli direzionare una volta lanciati e cercare se non di intrappolare perlomeno di rallentare i movimenti di un eventuale avversario o più avversari. Amo combattere sulla lunga distanza, il mio clan è molto specializzato in questo d'altronde, e penso che una cosa simile potrebbe aiutarmi in diverse situazione, se fosse fattibile non aveva idea se il suo progetto fosse destinato a rimanere tale o potesse prendere luce ma era sicura che Raizen fosse la persona migliore del villaggio a cui affidare un simile compito nel caso. Se invece non fosse stato attuabile avrebbe pensato a qualcos'altro, felice di trovare un modo per impegnare la mente e ricacciare indietro il pensiero di Taka.


     
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    Magistra Vitae

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    Le parole di Yato gli furono del tutto indifferenti fin tanto che furono rivolte a lui, punzecchiandolo come suo solito, ma disturbarono profondamente Shin quando invece il bersaglio di quella serpe velenosa divenne Kairi. Gli occhi del giovane dardeggiarono in direzione del Senju, e si lasciò sfuggire un commento smozzicato, ma più vitale di ogni altra parola pronunciata fino a quel momento. Sei fortunato che Shin non sia nel suo stato normale, altrimenti... Schioccando la lingua si interruppe, lasciando quella vaga minaccia in sospeso. Il Kinryu osservò l'Uchiha, mentre con la voce irata rispondeva a tono all'incauto genin, stringendo i pugni dietro la schiena. Solo per un secondo cercò di incrociare gli occhi di lei, ma quello che vi intravide fu sufficiente per fargli abbassare lo sguardo. Shin conosceva bene Kairi, forse meglio di chiunque altro lì dentro, e quel suo comportamento l'aveva già visto. Tanto bastava affinché il giovane intuisse di cosa potesse trattarsi, o si illudesse di averlo compreso. In ogni caso si morse impercettibilmente l'interno del labbro, costringendosi a rimanere in silenzio, e dandosi quello stesso avviso per il futuro. Non sarebbe stato lui a cercare la ragazza per forzarla a parlare, aveva imparato la lezione. Se veramente si fidava di lui, sarebbe stata lei ad aprirsi, quando fosse stata pronta. Il foglioso si accorse con stupore che il suo viso si era contorto in un sorriso amaro, forse dispiaciuto, o addirittura rattristato. Una reazione che il suo corpo non aveva avuto per sé, ma per l'unica persona in quella stanza di cui gli importasse davvero. Qualcuno che avrebbe voluto proteggere. E allora perché si stava piangendo addosso, invece di dare tutto quello che aveva per diventare più forte? Sono proprio un idiota, eh?
    Asami aveva già lasciato la stanza, salutata silenziosamente dallo shinobi con un cenno del capo. Avevano condiviso l'ultima parte di quella disavventura, la prova più tragica, la fatale caduta e il rapimento di un loro compagno al quale avevano assistito impotenti. Quella notte li aveva segnati entrambi, seppur in modo diverso. Stava ancora guardando nella direzione in cui la kunoichi era ormai scomparsa, quando la voce dell'Hokage lo richiamò. A quanto pareva quella riunione per pochi intimi non era ancora conclusa. Archiviata la questione delle maschere, Raizen si offrì di forgiare per loro delle nuove armi, modellate sulle loro capacità e le loro esigenze. La proposta era allettante, perfino nella condizione in cui si trovava Shin dovette riconoscerlo, e rifiutarla sarebbe stato da sciocchi. Così su due piedi, però, non gli veniva in mente niente. Doveva sedersi con calma, ripensare ai propri punti di forza e punti deboli, ripassare mentalmente ogni scontro sostenuto fino a quel momento, ogni momento critico durante le missioni, e rielaborare il tutto. Magari informarsi presso i senpai più esperti, confrontarsi con i compagni come Kato, che se ne intendeva di metallurgia. Sì, si poteva decisamente fare. Hokage-sama, la ringrazio infinitamente per la sua generosa offerta, che accolgo con piacere. Le chiedo solamente di concedermi un po' di tempo per pensare a cosa potrebbe servirmi maggiormente. Shin avrebbe terminato il discorso con un piccolo deferente. Doveva diventare più forte, questo era l'imperativo che cresceva dentro di lui. Se non avesse dato il massimo per riuscirci, il suo credo ninja sarebbe stato solo un vuoto simulacro. Nuove armi? Ben vengano, tutto poteva aiutarlo su quella strada. Gli occhi del Kinryu, finalmente, avevano riacquistato un poco di luminosità, e sarebbe stato chiaro a tutti come quell'incontro l'avesse rivitalizzato, traendolo lentamente fuori dall'oscurità in cui stava affondando. La fiamma a cui aveva fatto riferimento l'Hokage era ancora viva in lui, ed anzi poteva tornare ad ardere ancora più forte, se adeguatamente alimentata.
     
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    Una Carriera nelle Prigioni

    Opportunamente stuzzicato, per la prima volta fu l'Hokage a rispondere esattamente come mi aspettavo. Per la prima volta lo avevo manipolato portandolo a dire quello che volevo che dicesse, per poter segnare un punto a mia volta. Cominciavo a comprendere il suo orrido carattere, e questo era un passo avanti per la Missione, senza ombra di dubbio. Tuttavia non sorrisi, non gongolai, mi limitai a fissare l'Hokage e, quando ebbe finito, chinai il capo. Le chiedo scusa, Hokage-sama. La prossima volta che mi richiederà una mia opinione personale la terrò per me, disobbedendovi o mentendo. Non avevo compreso, nella mia limitata conoscenza, che voi volete sentire solo lodi quando chiedete un parere. Comprendo ora che preferite avere intorno persone che mentono, piuttosto che persone sincere. Prendo nota. Non avevo bisogno di aggiungere altro. Quell'uomo amava parlare e pensare di avere ragione, ma di fatto mi aveva pungolato per avere un mio parere, glielo avevo dato, e poi aveva detto che era colpa mia essere sincero. Questo sottolineava soltanto il mio punto di vista sulle sue limitate capacità sociali, nulla di più. Vorrei solo puntualizzare che l'attacco di Cantha, per quanto terribile, non ha modificato la mia opinione di voi. E' immutata. Prenderò contatti con le prigioni quanto prima...forse potrò comunque esercitare le mie arti mediche anche in quel contesto.

    Quindi verso Shin, che ancora una volta rivelò come Kairi potesse essere la sua debolezza. Aveva reagito all'attacco su di LEI, ma non su quello contro sé stesso. Bassa autostima? Una fragilità intrinseca che ancora non avevo sondato a sufficienza. Torna in fretta al tuo stato normale, allora. Anche se preferirei di gran lunga se tu volessi picchiarmi per qualcosa che riguarda TE, e non altri. Altri...Kairi, che avevo deliberatamente ferito, aggirando la sua domanda per la pura curiosità di vedere come avrebbe reagito alla menzione della donna Uchiha alleata di Cantha. Kairi, che poteva essere molto importante per il futuro. Un solo cenno verso Oda, e poi le ultime parole del Kage. Sono stato irrispettoso con voi, Hokage-sama. Non credo sia lecito o coerente chiedervi alcunché. Declinai quindi il regalo, imitando però il ninja degli Yamanaka nell'uso della Percezione Falsata per camuffare la preziosa Maschera. Se possibile vorrei tenerla alcuni giorni, per cercare di comprenderne le capacità, anche se queste sono ancora oltre le mie possibilità. Essere preparati è sempre utile.

    hanami__yato_x_reader__by_lonelypeony-db86fl5



    Solo mentre quella riunione si concludeva mi sarei avvicinato a Kairi, raggiungendola dopo che fosse uscita, fissandola negli occhi. Mi dispiace. Avere a che fare con l'Hokage tira fuori il peggio di me. Ti ho attaccato e non ne avevo diritto. Ti chiedo scusa...ma vorrei anche che capissi che non puoi tenerti dentro una cosa del genere...solo menzionare quella donna ti ha paralizzato. Se fosse stato un nemico saresti stata in pericolo, e tu che sei una delle persone più forti che conosco non puoi permettertelo. Una pausa ben misurata e poi: Se vorrai parlarne, un giorno, sappi che io sarò là per ascoltarti. Quindi un sorriso appena accennato, fugace nella sua serietà e presto affogato dalla pesantezza delle mie parole. Quanto alla risposta di cui ti ho privato...beh, la verità è che non lo so. Non lo so perché non sono un Kage. Quale Genin potrebbe mai essere un Kage? Ma so una cosa: lui ha fatto tutto da solo...forse ha mascherato la cosa da spirito di sacrificio, forse persino a sé stesso, forse si è attaccato al tempo che correva, non lo so. Non sono nella sua testa, ma so che è una persona che di fronte a un dilemma, con tutti noi vicini, non ha pensato a chiedere niente a nessuno. Perché si riteneva superiore. Invincibile. E poi è rimasto da solo. Lo hanno visto combattere e nessuno è andato, Kairi. Fuggivano nella direzione opposta, per aiutare, ma lui era là da solo. Ero solo mentre salivo quel sentiero fino al monumento, tutti andavano nella direzione opposta. Io ho visto il risultato di chi è convinto che un Re sia il solo ad avere le risposte. Scossi il capo. Forse cambierà, ma io ne dubito. Se fossi stato al suo posto? Forse avrei speso almeno un secondo per chiedere un parere...forse. Ma è il pensiero di chi non è mai stato un capo, è puerile e immaturo, me ne rendo conto. Ma durante la lotta tu eri con me, ci siamo coordinati, aiutati. Eravamo Compagni, lui ha scelto di non averne.

    Lui non ha cercato nessuno. E poi nessuno ha cercato lui. Tranne me e quelli che si trovano in questa stanza.


    Questo era quanto, e non sapevo se il kage avesse ascoltato da oltre la porta, o se avrebbe voluto interferire, borioso come sempre. Ma quello era il mio sincero parere, almeno nella misura in cui era utile alla Missione.
     
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    Il Limbo


    - IV -




    Quando Yato parlò di opinioni personali Raizen venne scosso, come da un brivido di sorpresa.

    Opinioni personali?
    Non mi pare di avertene richiesta alcuna nell'unica volta in cui mi son rivolto a te, devo essere onesto.
    Ho solo fatto notare ciò che realmente è accaduto prima che tu sentissi la necessità di screditarmi seguendo la tua “originale” visione del mondo per poi dire che pur avendola richiesta non ero in grado di accettarla.


    Chiuse la risposta con quelle poche parole, senza dilungarsi oltre sugli argomenti già affrontati.

    Kairi, Shin, va bene.
    Tornate pure quando avrete qualcosa in mente.


    Indicò al piccolo gruppetto la porta con cortesia.

    Potete andare allora.
    in caso ci fossero novità vi farò sapere.
    Yato, la maschera, come per tutti gli altri, è sotto la tua responsabilità.
    Custoditela bene, quel genjutsu potrebbe non ingannare tutti.


    Chiusa la porta alle spalle degli shinobi si sarebbe seduto scompostamente nella sua sedia, massaggiando la tempia per qualche secondo, non era possibile per lui sentire cosa Yato dicesse a Kairi, dopotutto l’ufficio era appositamente isolato per dargli la giusta privacy quando necessario, per cui riuscì a trovare qualche secondo per respirare in solitudine.
    Aveva pochi momenti di sosta, e tra quelli c’erano i pochi istanti in cui spegneva il cervello dopo una mansione e si preparava alla riaccensione per la prossima, in quel limbo, era solo e sereno, in quel limbo dimenticava di essere kage, di aver perso un amico, di aver perso qualcosa un alleato.
    In quel limbo era una persona normale, un bambino senza preoccupazioni, qualcosa che non era mai stato.



     
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    Volse lo sguardo verso Shin quando il ragazzo reagì alla provocazione che Yato le aveva fatto, accennando un sorriso ed alzando la mano in segno di calma Non preoccuparti, sto bene apprezzava l'atteggiamento protettivo del genin da una parte, ma dall'altra non voleva che la situazione già tesa andasse a peggiorare. Seguì poi il botta e risposta del Senju all'Hokage, che sembrò non prendere male il nuovo ruolo che gli era stato affidato, o perlomeno non lo diede per nulla a vedere: lei al suo posto non l'avrebbe di certo fatto e poteva capire la cosa.

    Salutò con un inchino l'Hokage quando lì congedò, facendo lo stesso anche con tutti gli altri presenti e riservando un sorriso solo a Shin prima di uscire. Fuori dallo studio fu raggiunta da Yato e questa volta lo ascoltò inizialmente con freddezza: quel colpo basso l'aveva ferita e non era di certo ciò che si aspettava da una persona che si professava come un suo grande amico. Tuttavia non era solita chiudere rapporti per così poco e quindi lasciò che il genin esponesse le sue ragioni senza interromperlo o andarsene. La sua espressione ed il suo atteggiamento si rilassarono un secondo quando Yato si scusò, ma tornò automaticamente in posizione difensiva quando parlò nuovamente della madre...il ragazzo aveva ragione, ogni volta che veniva tirato fuori l'argomento la kunoichi si paralizzava, ma era una cosa che non riusciva ancora a controllare (e non sapeva se sarebbe mai riuscita a controllare...)
    Non ho bisogno di parlarne, ti ringrazio. Ma per favore, se davvero sei l'amico che dici di essere, non tirare più fuori l'argomento e non forzarmi a farlo lo fissò intensamente prima che potesse riprendere a parlare, quasi lo stesse mettendo alla prova. Seppure sembrasse facile guadagnare la sua fiducia in apparenza, in realtà era estremamente difficile mantenerla avendo l'Uchiha la pretesa che gli altri si comportassero così come lei si comportava con loro. Ed era indubbio che lei avesse delle regole morali auto-imposte non da poco.

    Quando poi si toccò l'argomento Raizen la kunoichi espirò profondamente prima di cominciare a parlare Appunto, siamo genin, e forse non siamo ancora in grado di vedere il quadro allo stesso modo in cui lo vede Raizen rispose con semplicità Forse ha agito più di testa sua di quello che tu avresti voluto, ma è un nostro superiore ed il suo compito era anche quello di proteggerci: non ritengo sia stata superbia, come ho detto a lui ha fatto la cosa che riteneva migliore per quel momento e non ritengo che un uomo debba essere crocefisso per un'errore commesso con le migliori delle intenzioni. Certo, ha sbagliato, ma ne sta pagando tutt'ora tutte le conseguenze. Questo non riporterà in vita i 10 bambini uccisi durante l'attacco è certo...abbassò lo sguardo dispiaciuta prima di alzarlo nuovamente Ma come poteva salvarli, è successo tutto contemporaneamente ed in quel momento eravamo tutti al palazzo, non potevamo immaginare ci fosse un infiltrato in Konoha. Nessuno poteva strinse i pugni: forse lei assieme a Jotaro era l'unica che avrebbe potuto immaginarlo, ma come poteva anche solo pensare che sua madre, priva di occhi e con la gola tagliata, fosse ancora viva?
    E' chiaro come voi due non vi possiate sopportare e da una parte ammiro la tua sincerità e schiettezza nei suoi confronti, è indubbiamente segno di un forte carattere, non tutti i genin lo farebbero. Ma credo che questa tua...antipatia, questo tuo odio, non so cosa sia esattamente, ti stia facendo vedere le cose in maniera alterata, come se tu avessi davanti agli occhi un velo. Si può apprezzare o non apprezzare il suo carattere, non lo conosco benissimo ma penso di aver intuito come non sia una persona facile, ma cerca di non farti troppo influenzare da questo se posso darti un consiglio privo di secondi fini

    Lui ha agito troppo in solitaria forse, ma al suo posto non so se avrei agito in maniera diversa, un capo deve guidare non farsi guidare. Ma è anche vero che non so cosa significhi esserlo, non ancora perlomeno...
    seppur lo nascondesse ai più era pur sempre una persona più ambiziosa di quello che volesse anche ammettere a stessa e prima o poi sperava di avere l'opportunità di mettersi alla prova a riguardo, non come Kage certo ma come capo-squadra ...quindi fatico a mettermi nei suoi panni ed a capire quale fosse effettivamente la cosa migliore da fare. Ma credo sinceramente l'abbia fatto per proteggerci, non per altro. Per quanto riguarda gli altri abitanti di Konoha, era il chaos laggiù...ma è vero, il fatto che non sia venuto nessuno è forse triste, un villaggio non dovrebbe dimenticare il suo capo. al posto dell'Hokage la cosa non l'avrebbe probabilmente lasciata indifferente.




     
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    Assieme a Shin la kunoichi si avvicinò con fare nervoso all'amministrazione Dici che ci giudicherà per ciò che abbiamo fatto ad Iwa? domandò al ragazzo in preda a pensieri sempre più vorticanti: non riusciva ancora (e probabilmente non vi sarebbe mai realmente riuscita) a perdonarsi l'aver permesso che quasi tutti gli abitanti di Iwa venissero impossessati dal Grido delle Anime, anche se quella era probabilmente la soluzione migliore per sistemare capre e cavoli, perlomeno per le soluzioni che il gruppo aveva vagliato assieme. Non avrebbero di certo potuto fidarsi di un membro degli Hayate e lasciare nelle sue mani la pergamena di Indra, che, fortunatamente, almeno era stata distrutta.

    I due genin si erano diretti assieme all'amministrazione così da poter fare rapporto di persona all'Hokage di una missione così importante e la presenza del Kinryuu in qualche modo confortava la ragazza: pur essendo il suo massimo superiore aveva un buon rapporto con Raizen, tuttavia non lo conosceva ancora così bene da riuscire a prevedere una sua reazione a ciò che entrambi avrebbero raccontato. Sperò solo che non ne andasse della sua reputazione...
    Una volta all'interno dell'ufficio avrebbe domandato alla segretaria se il Kage fosse presente, e nel caso in cui non fosse stato disponibile avrebbe aspettato di poter parlare direttamente con lui e non con un consigliere: era una questione che voleva sistemare con Raizen in prima persona, senza intermediari. In attesa che le venisse dato il permesso di entrare avrebbe lanciato un paio di occhiate nervose a Shin e non appena la segretaria le avesse dato l'ok si sarebbe avvicinata alla porta, inspirando a pieni polmoni quasi a voler farsi coraggio e bussando un paio di volte alla porta Raizen-sama, è permesso? nonostante l'uomo le avesse già detto di non usare quei toni così formali, in quell'occasione non riuscì a farne a meno.
    Se al suo bussare avesse ricevuto una risposta affermativa sarebbe entrata per prima, facendo poi passare anche Shin e si sarebbe inchinata davanti all'Hokage Buonasera, siamo qui per farle rapporto di una missione piuttosto importante che abbiamo svolto al paese della roccia. Riteniamo di aver raccolto informazioni che potrebbero essere utili al villaggio, oltre che all'intera accademia, e per questo ho chiesto udienza direttamente con lei alzandosi sarebbe rimasta poi in paziente attesa di una risposta, permettendo anche a Shin di parlare nel caso in cui avesse avuto qualcosa da dire.

    Ricevuto l'ok avrebbe quindi cominciato Qualche tempo fa, come penso lei saprà, siamo stati convocati per una missione accademica: io, Shin per Konoha, Kato Yotsuki per Oto e Shunsui Abara per Suna, i superiori che ci hanno accolto sono Yayoi Shimaki, Hangetsu Uchiha e Ron...si, solo Ron disse con semplicità, lo shinobi non si era presentato oltre Ci hanno detto di recarci ad Iwa per trovare, fermare o distruggere un'arma che in passato era stata utilizzata dai cremisi durante la guerra per distruggere buona parte della popolazione, il cosiddetto Grido delle Anime: il pericolo era che così come l'informazione di questa arma era arrivata all'accademia potesse arrivare anche ad altri, così ci siamo infiltrati per andare alla sua ricerca prima che potessero farlo eventuali nemici.

    Una volta giunti lì ci siamo divisi per delle indagini, ed abbiamo scoperto ben presto che di lì a pochi giorni si sarebbe tenuto un matrimonio che in molti aspettavano, fra una donna mia omonima ed il suo compagno Saburo. Ci siamo però ben presto accorti di come ci fosse qualcosa di strano perché i miei compagni
    ed indicò Shin ...hanno presto cominciato a sentire come dei tamburi in lontananza, io non ho avuto modo quindi lascio che sia lui a descrivere la sensazione nel caso. Continuando ad indagare abbiamo capito che...qualcosa o qualcuno stava cercando di impossessarsi dei corpi di alcuni degli abitanti di Iwa, e la cosa aveva colpito anche noi. Sembra che questa sorta di possessione fosse attivata proprio dal nome, anche se inizialmente non ne abbiamo capito il motivo.

    Abbiamo quindi deciso di allearci con una kunoichi di nome Hana, che si è dimostrata molto abile ed in possesso di informazioni utili e che a noi mancavano. Solo dopo abbiamo scoperto che essa era un membro di Hayate, neppure piccolo tra l'altro immaginiamo, ma abbiamo in ogni caso deciso di collaborare così da poter avere un'alleato dalla nostra parte
    guardò stringendo leggermente gli occhi Raizen, quasi si aspettasse un rimprovero da un momento all'altro da parte dell'uomo Siamo scesi nelle fogne assieme a lei, alla ricerca dello sposo scomparso e che doveva trovarsi proprio lì secondo alcune lettere che abbiamo trovato nella sua stanza. A quanto pareva stava per essere impossessato a sua volta, ed abbiamo intuito che vi fosse una sorta di rituale che tramite il matrimonio avrebbe permesso alle anime che stavano cercando di impossessarsi dei corpi degli abitanti di Iwa e non di concludere la possessione. Una volta nelle fogne Hana è arrivata ad un passo dalla possessione e si è dovuta fermare in una stanza con sigilli contenitivi e noi abbiamo quindi proseguito da soli, incontrando un paio di mondi che avevano quasi ucciso uno storico che avevamo incontrato la sera prima nel bar, dello sposo nessuna traccia. Sconfitti i due mondi abbiamo proseguito ma Shin e gli altri hanno rischiato di essere posseduti, così tramite la mia imposizione e l'uso di uno dei ricevitori dei mondi a testa siamo riusciti a ritardare l'effetto del Grido. In ogni caso, può leggere tutto nel mio rapporto scritto, dove sono riportati anche i dettagli avvicinò a Raizen un plico di almeno una ventina di fogli, scritto da lei personalmente nei giorni precedenti all'incontro.

    Proseguendo per le fogne abbiamo infine trovato la sposa con due alleati e lo sposo, in stato confusionale, che cercavano un modo per sposarsi così da concludere definitivamente il rituale e finire la possessione. Qui ci siamo divisi, io e Kato siamo tornati indietro sospettando che lo storico da noi salvato fosse in realtà già impossessato e ci stesse mentendo mentre Shin e Shunsui hanno cercato di fermare gli sposi ed i loro alleati. Qui lascio la parola a lui, non essendoci non posso raccontare con precisione come siano andate le cose volse lo sguardo verso il ragazzo, lasciando che proseguisse nel racconto: cominciava ad avere la gola secca per il troppo parlare ed una pausa non le avrebbe di certo fatto male.




    Edited by Kairi Uchiha - 8/2/2018, 18:51
     
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    Il Nuovo Carceriere



    Rimasi in silenzio mentre Raizen cercava di rincuorare Shin, o quando lanciò ancora qualche frecciatina a Yato, ma quando Raizen lo nominò nuovo guardiano delle prigioni per poco non soffocai nella mia stessa saliva, iniziando a tossire con forza. Per quanto cercassi di fare il duro, l'assenza di Sho era dolorosa e anche quelle piccole cose mi ricordavano che lui non era lì.
    Era stato il suo ruolo, sapevo che non dovevo sentirmi offeso, ma mi sentivo come se Sho venisse messo da parte, e per quanto la mia mente logica, che era solo una piccola parte della mia mente completa, sapesse che quello non era l'obbiettivo di Raizen non potevo fare a meno di pensare che probabilmente Yato non sarebbe mai stato bravo neanche la metà di mio fratello in quel ruolo.

    Beh Yato, fa un buon lavoro. Quando Sho tornerà spero che troverà una prigione perfetta come l'ha lasciata... ma attento a non far partire un colpo di stato sfruttando i prigionieri! AHAHAHAHAHAHA

    Era una battuta fatta per stemperare la tensione, a Yato non andava a genio il kage e tutti lo sapevano, anche prima di quello scambio di battute tra loro, certo non potevo sapere, e come me nessun'altro , che i sentimenti che Yato provava per il Kage andassero ben oltre il semplice risentimento, o quell'atteggiamento da "so tutto io".

    Quando il Kage si propose di forgiare delle armi adatte a noi mi tirai fuori dall'argomento con poche parole.
    Non sono mai stato bravo con le armi, quelle che ho mi sono più che sufficienti. Immaginatevi se mi ritrovassi per le mani qualche congegno esplosivo o simili, quanto ci metterei a perdere qualche dito? No, grazie.

    Senza dimenticare che gli spiriti temono solo il sale purificato ed i miei amuleti scacciaguai.


    Direi che abbiamo finito qui, se non vi dispiace io tornerei alle mura, ho un turno da fare.
    Mi sarei quindi diretto verso le mura per adempiere ai miei doveri di guardiano, mentre aspettavo che i tempi fossero maturi per il recupero di mio fratello
     
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    Nuovo incarico

    L'uovo


    Si sa, Kiyomi non è una donna facile da gestire. E una Kiyomi nervosa lo è anche di meno.
    Raizen, ho richiesto un ninja giorni fa, mi spieghi che diavolo succede? Ci vuole ancora molto?
    La donna si trovava ancora una volta al cospetto dell'hokage, davanti alla sua scrivania, visibilmente stizzita dal momento che la sua richiesta sembrava non essere stata ancora accolta; la Saito aveva infatti subito un furto in negozio, pochi giorni prima, pagando affinchè un ninja si occupasse in fretta della faccenda, eppure non aveva ancora ricevuto notizie fino a quel momento, motivo per cui si era recata personalmente dal boss per chiedere spiegazioni.
    Tra i vestiti rubati, c'è un abito kusa, e se qualcuno ne scopre il funzionamento, presto ci saranno abiti kusa in ogni bettola da quattro soldi e allora addio affari per Kiyomi. Allora che faccio, devo sbrigarmela da sola?!
    Ciò che ignorava era il reale motivo per il quale l'hokage era arrivato a chiamare uno studente da Kiri prossimo alla promozione, ragazzo che in quei momenti avrebbe fatto il suo ingresso in scena, giungendo davanti alla porta spalancata dell'ufficio. Youshi si sarebbe trovato difronte ad una incantevole ragazza dal fisico prosperoso, vestita con un raffinato ed allo stesso tempo informale yukataClassic-_Traditional-_Floral-_Kimono-_Sexy-_Women-_Yukata-_With-_Obi-_Vin, mentre aveva appesa ad un braccio una grande busta di plastica di cui era difficile chiarirne il contenuto.
    Che avesse ascoltato o no la conversazione, importava poco, ciò che sarebbe interessato davvero a Kiyomi, sarebbero state le successive ed eventuali parole che l'hokage e quel ragazzino si fossero scambiati, in quanto da ciò avrebbe appreso lo scopo della sua visita.
    Uno studente? Mi vuoi prendere in giro? Hai mandato a chiamare un succhialatte per recuperare i miei preziosi abiti che valgono di sicuro più di questo ufficio?
    Se una Kiyomi nervosa è difficile da gestire, una Kiyomi arrabbiata lo è molto di più.
    La ragazza fece un paio di secondi di silenzio, prima di sbuffare e puntare l'indice della mano destra contro l'uomo seduto dietro la scrivania. Se mi rovina un solo capo, me lo rimborserai di tasca tua, Hokage-sama. E detto ciò, si sarebbe avviata verso l'uscita, esclamando senza voltarsi Andiamo! Vengo con te. e solo dopo aver attraversato la soglia della porta, si sarebbe voltata nuovamente verso l'interno, tirando fuori dalla sua busta un uovo grande quanto un pallone da basket e lanciandolo con tutta la sua forza sul pavimento dell'ufficio, non distogliendo lo sguardo imbronciato neanche un momento da quello di Raizen, mentre lo scivoloso e maleodorante liquido si sarebbe sparso al suolo.
    Senza attendere che lo studente la seguisse, si sarebbe avviata giù per le scale, non volendo ovviamente neanche stare a sentire o vedere le eventuali reazioni dell'hokage.

    Introduzione al corso base per Horla

     
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    Un Pasto Sprecato


    - I -




    Kiyomi venne accolta in ufficio da un sospiro, e dopo tutte le sue proteste, da uno sbadiglio.

    Hai pagato quattro spiccioli, son pure stato generoso a non far archiviare la missione e mandarti da sola a recuperare quei quattro stracci.

    Un tono che ammetteva ben poche repliche, e che riuscì perfino a zittire Kiyomi, ma solo per una ragione: aveva con se una sorpresa finale, un gigantesco uovo che si rivelò essere marcio.
    La lasciò addirittura uscire dall’ufficio mentre si massaggiava il volto prima di poggiare il dito sull’interfono.

    Bloccate tutte le vie d’uscita, è questione di poco.

    A quel punto, scavalcando la gigantesca pozza maleodorante, senza il minimo cenno di fastidio avendo sentito odori peggiori, si sarebbe diretto all’ingresso, difficile per la kunoichi prevedere che l’avrebbe trovato chiuso.
    Giunto da lei le avrebbe passato secchio, scopa e straccio, fornitegli da un inserviente durante il breve tragitto.

    Hai sporcato e ora pulisci.
    TU.
    Non il piccolo studentello, non la tua serva.
    TU.
    Sarà meglio fare un risvoltino a quello yukata così grazioso.
    E d’ora in avanti, tutte le mattine davanti alla mia porta, deve esserci uno di quegli affari, fresco.
    Non marcio.


    E li avrebbe atteso, a braccia conserte, che i suoi ordini venissero esauditi.

    Sto cercando di essere gentile, rispettando un promessa che mi sono fatto.
    Per favore, non vorrei deludermi, non tirare la corda.


    Allungò la mano invitandola a recarsi verso l’ufficio.

    Su su, più tardi più il tuo brevetto è a rischio
     
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  14. l'Horla
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    Amministrazione di Konoha


    Il primo passo
    Il sole che è filtrato tra le nubi del villaggio della nebbia all'orizzonte, t'ha trovato ancora addormentato nel piccolo letto di camera tua. Stiracchi braccia e gambe che fuoriescono dal bozzolo di coperte che, durante la notte, ti si è attorcigliato tutt'attorno lasciandoti andare ad un rumoroso sbadiglio; apri gli occhi su camera tua e ne apprezzi il disordine, vedi i tuoi vestiti ammucchiati qua e là senza ordine, la polvere che si annida negli angoli dimenticati dell'angusta stanza scura.
    Con i piedi nudi saltelli per il freddo fino al bagno per poi fermarti, in un attimo di godimento, sul tappeto di fronte allo specchio del bagno. Ti conosci fin troppo bene e sai che, per la tua autostima, è meglio guardarsi allo specchio alla mattina solo dopo essersi sciacquati la faccia ed aver ritrovato il viso sveglio e determinato che è sempre dipinto sul tuo volto.
    Ti lasci sfuggire un ultimo sospiro guardando casa e richiudendo il cancello alle tue spalle, in casa dormono ancora tutti e, dirigendoti verso il porto, vedi solo qualche pescatore che s'attarda nel raggiungere la sua nave. Le strade del villaggio ti accolgono vuote dalla loro folla che, qualche ora più tardi, si sarebbe riversata al mercato del pesce. Non puoi certamente nascondere l'ansia che ti attanaglia le viscere: il primo incarico richiesto dall'accademia non si sarebbe svolto nel tuo villaggio ma in territorio straniero; un misto di paura e curiosità si impossesseranno di te fino all'approdo al villaggio del fuoco. Con il nonno Ossuri erano anni che ti stavi preparando a questo momento, non lasci scorrere la tua mente a tutti quegli addestramenti, non ti lasci distrarre da quei ricordi, da quelle emozioni che - come lui amava ripetere - sono mortali e da deboli. Per questo lasci scorrere sui tuoi occhi l'orizzonte d'acqua che separa i due paesi in silenzio, non parlando con gli altri navigatori, svuoti la tua mente da ogni bisogno, da ogni paura, ogni indecisione. Non puoi e non vuoi fallire.

    Decidi di rimandare l'ammirazione e l'entusiasmo per quelle mura, per quelle costruzioni, ad un altro momento, quando non avrai nessun appuntamento in amministrazione di Konoha da raggiungere o missione da compiere. Ma non puoi nascondere la smorfia per l'intensità del sole, qua non filtrato da alcuna nebbia, che si infrange sul tuo viso pallido e ceramico. Inutile cercare negli altri passeggiatori la stessa sensazione di fastidio, anzi, alcuni sembrano apprezzare il calore di quel sole addirittura gli mostrano il viso in espressioni beate.
    Acceleri il passo, eri stato avvisato che alla foglia ci abitava gente strana dopotutto.

    Finalmente ti rilassi quando riesci a entrare all'interno del palazzo amministrativo, qui nessun raggio molesto poteva raggiungerti. Ti guardi un po' attorno sbalordito dalla quantità di ninja che affollano i corridoi o che sbucano da dietro le scrivanie, proprio verso una di queste ti dirigi e gli mostri la lettera che ti era giunta tre giorni prima e, dopo una aver subito una squadrata dalla segreteria, ti viene indicata la strada da seguire.
    Sali così lungo diverse rampe di scale, segui i corridoi, tenti di non dimenticarti quella lunga serie di indicazioni che ti erano state fornite dalla segretaria con i grossi occhiali e finalmente giungi all'ufficio indicatoti. La porta e aperta e vedi la figura di una bella kunoichi vestita con un yokuta dai colori marini, sbroccare in direzione di una persona che non riesci ancora vedere; decidi di fare il tuo ingresso nella stanza nel momento in cui sembrava essere stato raggiunto il climax della discussione. "Uno studente? Mi vuoi prendere in giro? Hai mandato a chiamare un succhialatte per recuperare i miei preziosi abiti che valgono di sicuro più di questo ufficio?"
    Due cose, una dietro l'altra, ti lasciano basito: la prima, eri stato chiamato nel villaggio della foglia per recuperare degli abiti preziosi o almeno questo avevi capito, la seconda, la donna sembrava stesse rimproverando l'Hokage in persona. Quello seduto dietro alla scrivania e dalla figura immensa era proprio l'Hokage! La bocca si secca, non sai decisamente cosa fare, prendi coraggio e con voce fioca pensi di presentarti Ehm credo di essere io quello studente, sono Youshi Tokugama del villaggio della nebbia. Sono onorat... La donna, una vera furia, lancia un ultima minaccia all'hokage e quindi se ne va invitandoti a seguirla, se si trattava di abiti di così alto valore certo voleva essere sicura che tornassero integri o quanto meno sapere immediatamente il responsabile di qualche disastro. Guardi prima lei e poi lui, decidi di seguirla ma, imboccata la porta, ti fermi girandoti verso l'hokage e gli rivolgi un inchino E' stato un onore fare la sua conoscenza, Hokage-sama ti ricomponi dall'inchino in quel mezzo secondo di ritardo che ti permette di schivare un enorme uovo che la donna aveva scagliato verso l'ufficio dell'hokage. Sul tuo viso si dipinge un'espressione mista di terrore e sorpresa; decidi che non sarebbe stato saggio vedere la reazione del kage e quindi rincorri la donna lungo le scale e poi con voce tremate le dici Signorina, io sono Youshi, cos'è successo? Come posso esserl...
    Vieni nuovamente interrotto dall'hokage che, con calma, si avvicina alla donna e, armato di scopettone, la invita a pulire il disastro appena messo in atto. Ti guardi attorno un po' spaesato chiedendoti se s'erano organizzati o se non era veramente una maldicenza quello che dicevano riguardo alla sanità mentale degli abitanti del paese della foglia


    Edited by l'Horla - 19/2/2018, 16:15
     
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    Kiyomi. Non. Pulisce.


    Di tutte le infami ripicche che avrebbe potuto farle Raizen, quella di chiederle di pulire il pavimento era sicuramente la peggiore ed umiliante. Kiyomi si vide la strada per l'uscita sbarrata, ma solo pochi istanti dopo ne comprese il motivo, quando arrivò l'Hokage con tanto di attrezzi per pulire, pretendendo che la donna tornasse indietro e riparasse personalmente al danno appena fatto in ufficio.
    In un primo momento pensò ad un ridicolo scherzo, ma poi, ricordandosi che quell'uomo aveva il senso dell'umorismo di un sasso sporco di sterco, dovette ugualmente trattenersi dal ridere per quella richiesta così assurda. L'unica cosa che fece la sua bocca, fu un piccolo sorriso leggermente irritato, prendendo la strada dell'ufficio ed assecondando apparentemente l'ordine dell'hokage, non toccando ovviamente neanche per sbaglio gli attrezzi consegnatele.
    Una volta entrati in un corridoio vuoto, sapendo di essere seguita dal suo attuale capo, si sarebbe voltata verso di lui, cercando di parlargli con calma.
    Molto divertente, Raizen.
    Come vedi io sono una persona che sa quando dire certe cose e che non ti sputtana davanti ad altri come tu hai gradito fare lì fuori. Non mi interessa cosa quelli pensino di me, ma capisco la tua posizione e cerco di essere rispettosa e di coprirti, come fanno gli amici, quindi ora che ti posso parlare francamente, te lo dirò, e cerca di sintonizzare i timpani sulla frequenza giusta.
    Io...non...pulisco.
    Io ho amputato arti, ho ricucito pance, sono stata ricoperta di sangue non mio, ma non mi abbasserò mai e poi mai ad inginocchiarmi per lavare un pavimento.
    E non è un eufemismo, puoi anche decidere di tenermi segregata qui a vita, minacciarmi e lasciarmi deperire e morire di fame, ma io non pulirò. Quindi...
    Con un unico gesto, prese da una sua manica abbastanza soldi da poter pagare almeno 10 donne delle pulizie per qualche ora, porgendoglieli. ...prendi pure questi, io ho altro da fare che giocare a chi fa più dispetti. E non considerarli come se ti stessi pagando per lasciarmi andare, ma piuttosto come l'unico modo per riavere il tuo pavimento pulito, perchè non ce ne sarà un altro.
    Che avesse accettato i soldi o meno, glieli avrebbe infilati nella camicia, e se si fosse rifiutato nuovamente, poco male, la cosa che contava era che Kiyomi avrebbe ripreso il suo cammino e si sarebbe diretta nuovamente verso l'uscita, sperando di non avere altre seccature, oltre a quelle che già la aspettavano con lo studente straniero.
    Se il colosso non aveva ancora imparato che la testa della kunoichi fosse dura quanto la sua, il quel caso avrebbe dovuto arrivare a capirlo, perchè non ci sarebbe stato alcun modo di convincerla a fare tanto.
     
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