Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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  1. Ratty
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    CALMA PRIMA..
    ..della Tempesta



    Forse era la sua prima missiva importante che riceveva. Una lettera che conteneva ben più che qualche parola, ma il futuro dell’accademia stessa, il cui destino sembrava avverso. La lesse velocemente, con tremante curiosità, d’un fiato.
    Si fermò un istante e la rilesse.



    Di certo, a quelle condizioni, non avrebbe mai potuto adempiere da solo. Di certo aveva spedito la missiva per riuscire a comunicare le sue intenzioni, per quanto relativamente ambigue: sarebbe stato il consiglio dei Kage, del quale Shika si prestava ad organizzare, a decidere gli esiti di quella burrascosa situazione.
    Sbuffando, avrebbe afferrato un pezzo di carta e quello che gli rimaneva della voglia di scrivere, per rispondere al messaggio del Mizukage.



    CITAZIONE
    Al Mizukage Shiltar Kaguya,

    Shiltar, organizzerò una riunione di Kage presso l’accademia per discutere di questi temi e risolvere definitivamente i problemi accademici. I punti proposti sono accettabili, sebbene difficili da raggiungere per tutte le parti in causa. A giorni avrai nuove notizie.

    Shika Nara


    Senza troppo impegnarsi, avrebbe rimandato il messaggio al mittente, stiracchiandosi pigramente e assaporando il sole di quelle nuove giornate calde.


     
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    Y Danone
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    Dalle Nebbie del Passato...

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    Un rapace si posò sul davanzale dell'ufficio di Shika Nara.
    Trasportava un cilindretto metallico, al cui interno si trovava la missiva diretta allo shinobi.
    La lettera era sigillata con la ceralacca su cui era impresso il simbolo dei Kazekumo, il clan materno di Shinodari.
    Nessuno a parte Shika avrebbe potuto leggerne il contenuto, solo entrandoi in risonanza con il chakra del Nara il sigillo si sarebbe spezzato senza provocare danni alla missiva.
    In caso contrario la lettera sarebbe andata perduta per sempre.
    Ma vi era ancora un'ultima precauzione adottata dalla kunoichi.
    La lettera era criptata.
    Il codice, se Shika avesse fatto mente locale, era lo stesso che avevano inventato anni prima, quando ancora studenti accademici si stavano allenando a migliorare le loro capacità analitiche.
    Una volta che lo avesse decriptato si sarebbe trovato davanti ad una lettera dai toni non esattamente tranquilli.


    SPOILER (click to view)
    Shika,
    che cavolo stai combinando?
    Prima blocchi l'accesso a Konoha, impedendomi di poter aiutare un amico in difficoltà e come se non bastasse lo fai pure giustiziare.
    Ora te ne esci così dal nulla ad indire una riunione per parlare della delicata situazione venutasi a creare tra Konoha e Kiri.
    Bene, che ne diresti di rendermi partecipe dei tuoi piani criptici?
    Da cugino a cugina.
    Non è esattamente una richiesta.
    Sto venendo a Konoha e spero che questa volta ti possa parlare senza rischiare che alle mura si innervosiscano per la mia presenza.
    Verrò in veste di ambasciatrice di Oto, tanto il nostro Kokage non si smuoverà dal villaggio neanche in questa occasione ufficiale.
    Pensavo di andare assieme a te alla riunione così avremo tempo per parlare tra di noi, cugino.
    Ci vediamo alle mura di Konoha entro breve.

    Shinny
     
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  3. Ratty
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    CHIARIMENTI
    ..Mancati


    A quanto pare era tempo di missive, per Shika Nara. Appena finito di mandarne una all’amministratore di Kiri, Shiltar, già ne arrivava un’altra da parte della cugina, Shinodari, che malamente occultava tra le righe il suo essere infuriata con le azioni effettuate dal Chunin. Non avrebbe potuto scrivere molto, né spiegare le ponderate motivazioni di ogni azione, ma avrebbe semplicemente temporeggiato, accettando l’invito della kunoichi e offrendo a sua volta disponibilità per andare, assieme, alla riunione dei quattro villaggi accademici, sotto le macerie della vecchia costruzione accademica.



    CITAZIONE
    A Shinodari

    Che stress di situazione..
    Ti spiegherò meglio la situazione fuori dalle mura si Konoha, quando arriverai: stiamo formando una piccola scorta per andare alla riunione all'accademia, quindi potremmo sia chiarire, sia partecipare al meet delle amministrazioni. Per il resto, non aggiungerò altro, non ho voglia di mettermi a criptare dati o spiegare per filo per segno tutto.
    A presto!


    Shika Nara


     
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  4. Elendil '91
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    Post 0 ~ Amministrazione

    Chapter 1 ~ Voci

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    I
    l palazzo dell'Amministrazione si ergeva maestoso di fronte ai miei occhi. Anche se i tempi erano mutati ed i fasti del Villaggio, e della stessa Accademia, ormai solo un ricordo la struttura comunicava ancora tutta la potenza raggiunta da Konoha.
    Un futuro in bilico, fra riscatto e caduta. Spettava a me, alla mia generazione, far pendere l'ago della bilancia per l'uno o l'altro verso.
    Se ora ero lì, non convocato ed inatteso, poteva esserci solo un motivo.
    Potevo essere utile al Villaggio, in ogni caso certamente non dannoso. Era mio dovere informare chi di dovere delle informazioni che di bocca in bocca, passando veloci come le nuvole nel cielo tempestoso erano giunte ai miei orecchi.
    Vox populi certo, ma conteneva un briciolo di verità. E proprio su quella avevo indagato, coadiuvato dalle mie conoscenze ed amicizie all'interno soprattutto del quartiere Uchiha.
    Uchiha. Lo ero a metà per nascita, ma mi avevano sempre trattato come uno di loro, avevo sempre vissuto fra di loro sentendomi parte integrante del Clan. Non come lui.

    Varcai la soglia sotto l'occhio vigile delle guardie preposte alla sicurezza del luogo. Quelle visibili ovviamente.
    Vi ero già stato molte volte per i più svariati motivi e mi orientavo senza problemi all'interno del palazzo.
    Giunto nel luogo che cercavo mi ritrovai dinnanzi ad un bancone sufficientemente ampio, dietro il quale sedeva una giovane donna. All'apparenza una comune segretaria civile, più probabilmente una kunoichi. Davanti a me una semplice porta di legno guardata a vista da due shinobi in uniforme, su di esse campeggiava solamente un laconico

    Amministratore

    su una lucida targhetta metallica.
    Rivolsi la parola alla ragazza con tono affabile, mentre gli occhi inquisitori dei due mi passavano al setaccio.
    - Buon giorno. Devo vedere l'amministratore del Villaggio. -
    Ovviamente non mi avrebbe mai fatto entrare così facilmente, nonostante avessi superato i controlli esterni ed indossassi un'uniforme da Chunin di Konoha. Così aggiunsi:
    - Ditegli che Edo Uchiha chiede di Shika Nara sensei. -
    Attesi verificando l'effetto delle mie parole sugli astanti.
    La segretaria fece un cenno col capo e si alzò. Con pochi rapidi passi entrò nella stanza successiva dopo che i due si furono prontamente fatti da parte. Non mi rimaneva che attendere l'esito di quell'ambascia, quindi mi sedetti vigile su uno dei comodi divanetti sistemati lungo le pareti.



    Il legame fra sensei e allievo non può spezzarsi, per quanto tempo passi. Può affievolirsi, mutarsi in altro, ma cancellarsi mai.
    Mentre i ricordi invadevano la mia mente percepii un lieve rumore di passi. Alzai la testa giusto in tempo per osservare la porta aprirsi e la donna che da lì usciva.
    Mi chiamò a se con un gesto cordiale della mano e sussurrò appena. - Vieni, ti sta aspettando. -
    In un attimo le fui a fianco e mi feci guidare attraverso un breve corridoio che separava la sala privata dal luogo di attesa. Giunti davanti all'ingresso mi fece segno di entrare mentre lei rimase un passo indietro. Mi congedai con un sorriso gentile e ricevetti un cambio un timido - Arrivederci. -
    Entrai senza bussare, il sensei già mi attendeva.

    Non appena la porta si fu richiusa alle mie spalle e furono scambiati i convenevoli presi la parola.
    - So benissimo che detesti i giri di parole, d'altronde siamo entrambi tipi pratici, vero sensei? - aspettai per qualche istante un cenno di conferma o assenso prima di proseguire - Quindi esporrò velocemente il problema, se così possiamo chiamarlo. -
    Ispirai profondamente prima di avventurarmi nella lung spiegazione. - Come certamente saprà abbiamo un nuovo Uchiha al villaggio. E non mi riferisco a qualche nuovo nato. Fin qui non ci sarebbe nulla di male, ma corrono strane voci a riguardo all'interno del clan. - guardai la sua espressione per un istante poi continuai - Sappiamo benissimo quali sono i limiti delle chiacchere, ma anche che molto spesso esse contengono un fondo di verità. Ho svolto alcune ricerche, selezionando i membri più degni di fiducia e vagliando attentamente ogni loro parola. Dovrebbe appartenere al nostro clan da parte di un Uchiha decaduto e, forse, allontanato da Konoha. Ha passato parte della sua infanzia nei territori fuori dalla giurisdizione Accademica, qualcuno sussurra Ame, ma non ne abbiamo prove. Ed ora è tornato, per non si sa quale motivo. Il suo comportamento non è particolarmente strano od altro, ma nel quartiere circola una strana apprensione per l'arrivo del nuovo. Forse lo sentono semplicemente come estraneo, ed allora ci stiamo preoccupando per niente. O forse c'è dell'altro sotto. - conclusi mantenendomi sul vago.
    - Se ora sono qui è per chiederti, posso ancora darti del tu vero? - dissi improvvisamente, rendendomi conto solo in quel momento di trovarmi di fronte ad una delle più alte cariche del Villaggio. Qualcuno sussurrava perfino futuro Hokage. - Comunque, vorrei chiederti il tuo parere sulla situazione, ed un tuo consiglio sul comportamento da tenere. Nell'interesse del Clan e del Villaggio ovviamente. -
    Conclusi così il discorso e mi misi in attento ascolto della sua risposta. Da quella sarebbero dipese le mie future azioni.

     
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  5. S h a y
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    Burocrazia Portami Via

    Quel pacco di fogli, foglietti e fogliame, essendomi caduto dentro un fosso mentre cercavo a fatica di tenere un andamento decente, pesava davvero molto.
    mentre mi dirigevo a consegnare il tutto all’amministrativo del Villaggio non provavo nemmeno il minimo accenno di timore o vergogna che, solitamente, mi assalgono in situazioni come questa.
    Sarà stato il fatto che non ero certamente da sola o che avevo iniziato a frequentare qua e la altri studenti, ma mi sentivo tranquilla. Avevo solo le dita arrossate per tenere quella massa di carta.
    Se proprio dovevo perire, avrei preferito che non fosse schiacciata da un mare di Burocrazia ma, in quel momento, nemmeno il mio sarcasmo pungente riusciva a distrarmi dalla fatica.
    Quando misi piede dentro gli uffici aperti mi resi brutalmente conto che non avevo la più vaga idea di dove andare, ne a chi rivolgermi, per consegnare quel materiale.
    Mi guardai attorno piuttosto spaesata, alla ricerca di qualche indicazione o altro che potesse aiutarmi.
    Ad un certo punto, non riuscendo più a sostenere quell’affare, più per noia che mancanza di forza vera e propria, lo poggia per terra sedendomici sopra ad osservare le persone che andavano e venivano.
    Ero certa che prima o dopo qualcuno di sarebbe chiesto cosa ci faceva una Hyuga vestita da Studentessa accademica li, nemmeno fosse una morta di fame che chiede elemosina, vicino alle porte d’ingresso.
    In cuore mio sapevo di stare facendo leva su qualcosa di molto simile alla Pietà, per ricevere aiuto.
    Ero quasi certa, nel mio essere completamente toccata a livello celebrale, di avere qualche problema a rapportarmi con le persone. Facevo ancora così fatica anche solo ad aprire un dialogo o chiedere una cosa semplicissima come “Scusi, Dove consegno le intestazioni e l’iscrizione Dell’Accademia?”.

    Ognuno di noi ha qualche turba mentale. Io Più di altri.
    Sospirai facendo quel genere di ragionamento, appoggiando i gomiti sulle ginocchia ed il mento sulle mani, in attesa di qualche anima Pia.
     
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  6. Ashura Strike
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    Ero appena tornato da una missione abbastanza spinosa dove avevano richiesto la mia presenza come medico, quando, prima di rincasare, sobbalzò nella mia mente il ricordo di dover presenziare in amministrazione per fare rapporto. Sono sempre stato zelante nel lavoro, ma quel giorno ero piuttosto malridotto, più che altro a livello morale, dato che solo metà delle persone che erano partite, avevano fatto ritorno al villaggio, e per me che ero incaricato di tenerle in vita, la cosa aveva un certo peso, più che per gli altri. In ogni caso sapevo in cuor mio di aver fatto tutto il possibile come medico della squadra, e non ebbi mai a pentirmene.
    Entrai nel palazzo amministrativo e mi diressi subito in un bagno per darmi rapidamente una lavata almeno alla faccia e alle mani per togliere il poco sangue rimasto, quindi, dopo qualche minuto, uscii.
    Percorrendo il corridoio mi imbattei nella porta che dava all'altra ala del palazzo, la quale era socchiusa, e da cui potevo vedere quella che sembrava una studentessa, o almeno lo pensai io di primo acchito, star seduta su una pila di fogli.


    image



    Aprii lentamente la porta scorrevole e mi rivolsi alla ragazza, che pareva avere una faccia abbastanza irritata, probabilmente per tutti quei fogli che stava trasportando.

    - Uhm, serve una mano? -

    Così mi avvicinai con fare ben disposto, nel caso in cui avesse avuto bisogno di trasportare altrove quel bagaglio.
     
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  7. S h a y
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    Burocrazia Rotolami Via

    Fissavo il pavimento, cercando di carpirne i segreti.
    Pensavo che decine di migliaia di personalità che non potevo nemmeno immaginare avevano percorso quell’ingresso, per motivi magari non sempre positivi.
    Per qualche motivo mi sembrava una cosa positiva iniziare a far parte di quel mondo, spesso frenetico, che avevo sempre e solo immaginato con i sogni.
    Pensavo anche al futuro, alle cose che avevo rischiato di perdere con certe mie debolezze o incompetenze e che, anche controvoglia, dovevo iniziare a superare.
    All’improvviso, mentre la mia testa vagava nella nube di pensieri sognanti su entità esageratamente potenti e sagge, una voce mi scagliò di nuovo nel mondo dei desti.

    - Uhm, serve una mano? –



    A parlare era un ragazzo, dall’aspetto maturo, sicuramente più grande di me.
    Era uscito da dietro una delle porte scorrevoli, cogliendomi di sorpresa, e tutta presa come ero nel riflettere di cose assurde, per la fretta di schizzare sull’attenti, persi l’equilibrio rotolando sulla schiena come una sottospecie di tartaruga inferma, girata sul dorso.
    Mi sentì Avvampare come poche cose al mondo sarebbero state in grado di farmi fare. Finire bocconi anche in mezzo alla sala dell’Amministrazione mi mancava. Adesso avevo fatto davvero una figura Intelligente.
    Tornai subito a sedermi sulle ginocchia, fissando i fogli e raccogliendoli nervosamente per l’imbarazzo.

    -S-scusi, io stavo.. pensando ero distratta.. e.. –



    Non sapevo nemmeno quale giustificazione dare ad un simile comportamento.
    Mi alzai, con i fogli stretti al petto, avvicinandomi un poco al mio interlocutore, sempre fissando le sue scarpe, onde evitare possenti imbarazzi.

    -Si.. io sono Shay – Omisi volutamente il cognome essendo fin troppo palese con quei due occhioni che mi ritrovavo – E.. dovrei consegnare gli incartamenti per.. Accademia.. –

    Non omisi l’articolo. Disimparai momentaneamente la grammatica per lo stato emotivo.
    In cuor mio speravo che quel gentile ragazzo non mi prendesse per una malata di mente, quale ero e sono convinta di essere quando faccio queste cose, e restai li in attesa.
     
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  8. Ashura Strike
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    Beh certo non mi aspettavo che la mia apparizione la facesse rotolare a terra per la paura. O meglio, per l'imbarazzo. La ragazza sembrava nuova del mestiere, o almeno, non troppo avvezza a scambi sociali con altri, almeno questo fu ciò che pensai all'inizio. La aiutai a rimettersi in piedi, e mi offrii per portare buona parte dei fogli, ma prima di questo, decisi che era il momento di svegliarla; quindi le piazzai le mani sulle spalle, la fissai un momento, e all'improvviso le portai la faccia davanti al naso, sparando un:

    - Bu! -

    Giusto per farla tornare ai livelli di pressione ottimale per continuare a fare il suo dovere; quindi mi caricai i fogli in spalla come si tiene un sacco di patate e mi avviai con lei.


    - Salve a te, io sono Ashura. Da quanto sei una ninja? -

    Dentro di me pensai che una tipa così, non avrebbe retto gran che con il lavoro che faceva, speravo affinchè non le assegnassero un lavoro sul campo, o che cambiasse carattere, altrimenti alla prima missione ci avrebbe rimesso la vita, pessimo fato il nostro per chi non è pronto al momento giusto....

    - In che ufficio dobbiamo portarli Shay? Dal kage o in qualche archivio? -
     
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  9. S h a y
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    Ancora di Salvezza

    Quella persona tanto a modo mi aiutò a rimettermi in piedi. Ero ancora pesantemente colta dall’imbarazzo di pochi momenti prima quando quello, con fare leggermente ingannevole, appoggiò le sue mani sulle mie spalle, come fanno di solito gli anziani prima di impartire un consiglio molto saggio.
    Provavo una strana sensazione di dejavù.
    Qualche istante dopo, scattò con la faccia vicino alla mia con un:

    - Bu! –



    Per poco non cacciai un urlo poderoso. Mi trattenni solo perché ero prevenuta da quel tipo di giochetto, che Hyn amava farmi durante i nostri allenamenti giornalieri.
    Aprì e chiusi gli occhi un paio di volte, perplessa da quel gesto assai infantile che però mi aveva riportata alla soglia di agitazione moderata.

    - Mi avete fatto paura.. – Poi sorrisi molto più tranquilla, temevo che di fronte a me si trovasse uno di quegli impiegati infelici e frustrati che scaricano il proprio ego su ignari studenti che, costretti a lunghe code in amministrazione, si sentivano perduti e abbandonati. Belle persone, i Dirigenti.

    - Salve a te, io sono Ashura. Da quanto sei una ninja? –



    Rimasi leggermente scioccata da quella domanda, in qualche modo, oltre la divisa, si capiva che non avevo mai visto un combattimento dal vivo, tantomeno riportato una qualche ferita.

    - Se contano tre o quattro lezioni teoriche all’accademia; Tre o Quattro Lezioni Accademiche.. –



    La mia voce era un filo malinconica, del resto ero ancora troppo giovane per capire certe cose e non chiedevo di correre troppo. Avrei appreso tutto al tempo debito e mi sarei impegnata per farlo, ne ero sicura. Poi mi chiese dove avrei dovuto consegnare quelle scartoffie, prendendosele in spalla con fare da cavaliere, che lo fece risultare improvvisamente simpatico e affabile. Almeno alle mie manine stanche.

    - Credo di doverli lasciare in Amministrazione, dagli uffici competenti E grazie dell’Aiuto Ashura-San –



    Quindi aguzzai la vista restando vicino a quel nuovo personaggio che si stava trasformando nella mia ancora di salvezza in quel mare di Burocrazia informe e mosso da chissà quale vento.
     
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  10. Ashura Strike
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    Come avevo immaginato, la ragazza era una ninja novizia, le leggevo negli occhi la purezza di chi non ha ancora affrontato un campo di battaglia. Ma d'altro canto, tutti partivano così, era solo questione di tempo.
    Restammo assieme quindi giusto il tempo di portare i fogli nell'ufficio dove si stava recando prima di divenire vittima del peso della burocrazia, al che le dissi:


    - Vedi di non chiamarmi Ashura san, altrimenti mi sento più vecchio di quello che in realtà non sono. Solo Ashura, ok ? -

    Nonostante non fossi vecchio, non c'erano molti ninja della mia età in giro, questo perchè gran parte di loro moriva in tenera età, praticamente appena metteva la testa fuori dal villaggio. Trovare un ninja sui 30 anni era più difficile di quanto di credesse.
    Una volta che ci fummo liberati dei fogli, le chiesi qualcos'altro.


    - Mi farebbe piacere offrirti qualcosa da bere ogni tanto, almeno prima che mi rimandino chissà dove in missione. Sono un medico da battaglia e quando mi dispongono in giro, resto lontano da Konoha anche per mesi. E proprio ora devo andare dal Kage. Ci becchiamo in giro eh. -

    Terminai con una linguaccia, quindi svanii nel nulla...

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  11. S h a y
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    Scomparire.

    Era simpatico quel personaggio. O meglio, non sembrava un vecchio balordo che, spinto dall’artrosi su un divanetto, ti fissa con occhio malvagio in attesa che tu sbagli qualcosa.
    Anzi, mi chiese palesemente di non chiamarlo formalmente, ma di essere più tranquilla e rivolgermi a lui come se fosse un mio coetaneo, la cosa mi fu palesemente gradita. Era difficile trovare persone che non cercassero di far risaltare il proprio Ego sugli altri.
    A volte mi pareva di scorgere in tali Egocentrici, un piccolo omino dalla testa calva, che strillava ordini a destra e a manca, era il loro cervello che, privato della capigliatura, subiva possenti colpi di sole.
    Mi misi a ridere come una perfetta sciocca mentre aspettavamo pazientemente la fila, tra gli sguardi indignati di gente sudata e imprecante per la noia. Mi vergognai come un’assassina davanti a dei monaci penitenti.
    Alla fine arrivò il nostro turno e riuscì a compilare le scartoffie necessarie senza troppa fatica.
    Una volta conclusa la parte burocratica e andati in disparte dal caos della gente, Ashura mi chiese una cosa che sul momento mi lasciò molto ..come dire.. Perplessa ecco.
    Quell’uomo mi rendeva perplessa E non sapevo spiegarmi bene il perché.
    Certo era che, comunque, era meglio che lo ritenessi bizzarro che ne avessi il terrore, come mi era capitato con quasi tutti i Ninja più maturi o esperti di me.

    - Mi farebbe piacere offrirti qualcosa da bere ogni tanto, almeno prima che mi rimandino chissà dove in missione. Sono un medico da battaglia e quando mi dispongono in giro, resto lontano da Konoha anche per mesi. E proprio ora devo andare dal Kage. Ci becchiamo in giro eh. –

    Alzai una mano, come a voler rispondere qualcosa, ma Ashura sparì davanti ai miei occhi.
    Parlando da sola a bassa voce dissi:

    - Mi pare ovvio. No cioè è logico che arriva un tizio ti aiuta e poi, dopo averti invitata a prendere qualcosa da bere scompaia nel nulla. E’.. intrigante eh, non c’è che dire, però.. non so davvero, questo ragazzo mi lascia perplessa.. –



    Sospirai, dopo aver finito di parlare palesemente al vuoto. Infondo era stata un’esperienza piacevole, il primo contatto seriamente umano avuto con qualcuno che non fosse collegato a me per motivi di studio o di allenamento. Era qualcosa di estremamente importante e speravo di rivederlo.
    Tra l’altro mi aveva detto di essere un Medico, mi sarebbe piaciuto saperne di più su quella sua arte.
    Quel che era certo, a giudicare dalla rapidità con cui era sparito, era il fatto che mi avrebbe sicuramente ritrovata lui. Sempre che, come lui stesso aveva ammesso, non fosse chiamato per mesi fuori Konoha.
    Nella vita si fanno tante scelte, Fare Amicizia è una di quelle che volevo provare ad ogni costo.
    Detto fatto tornai sulla strada, saltellando verso casa.
     
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  12. ¬Chris
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    Erboristeria
    Atto 1/?
    "Coffe Shop a Konoha"


    Ero giunto a Konoha da circa un mese, o poco meno, le giornate erano tremendamente noiose. Mia madre continuava a cucinare, mi vedeva dimagrito, e l'Accademia non mi chiamava per missioni o faccende varie. Poco male! Non ne avrei avuto sicuramente voglia. Camminai lungo la strada tenendo la destra, era da un po di tempo che mi frullava un'idea in testa, ne avevo parlato con Shiniji, lui approvava. Il mio sguardo si intenerì quando mi tornò in mente. Sorrisi a vuoto.
    Tutti nella mia famiglia sono sempre stati dei giardinieri, e indirettamente mi avevano trasmesso l'arte e l'interesse verso le piante, e in particolare i bonsai a cui dedicavo una particolare attenzione, dettata dalla singolare filosofia, e dalla calma che quest'arte mi trasmetteva.
    Avevo preso la mia decisione, entrai nel palazzo dell'amministrazione, m'avvicinai ad una segretaria random e con voce tranquilla gli dissi che avrei voluto parlare, se possibile, con Shika Nara, Amministratore di Konoha e futuro Kage, se tutto fosse andato come sarebbe dovuto andare.
    Quindi aspettai, sorridendo a breve tratti.


     
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    La lettera scritta su pergamena dorata e rilegata con un nastro bianco, sarebbe stata portata da un falco appositamente addestrato. Se il messaggio avesse superato i controlli alle mura, il rapace lo avrebbe portato fino al palazzo amministrativo e, se possibile, consegnato al diretto interessato. Trattavasi di una comune missiva. La grafia era elegante e il tratto pressochè perfetto, di un nero brillante. La piccola busta conteneva, oltre che il foglio scritto, una mappa di dimensioni ridotte sul cui retro vi erano scritte delle indicazioni.

    CITAZIONE
    Shika Nara sama,
    lei è ufficilamente invitato a partecipare come spettatore al grande torneo di Sangue, che si terrà a breve alla Fosse dei Sennin. Un posto privilegiato le è già stato riservato nella tribuna d'onore in compagnia delle altre importanti cariche istituzionali dei quattro villaggi accademici. Le è consentito portare fino a due accompagnatori.
    Specifiche sulla data e sul luogo di incontro le può trovare in allegato.

    Cordiali saluti,
    l'Amministrazione della Fossa dei Sennin.
     
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  14. ¬Chris
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    Continua da qui




    Ed ho lasciato tracce tanto chiare
    che qualcuno mal interpreta.

    Mondo cane


    Correvo al fianco di Shay, il mio sguardo attento cercava di cogliere qualsiasi segno di killer, o altri agguati. Fortunatamente, gli occhi della giovane Hyuga erano molto più precisi e se ne sarebbe accorto di chiunque intorno a noi in un tot di metri.
    Fumavo mentre correvo, ero teso e stressato, oserei dire pure terrorizzato, non solo per i mafiosi; più che altro stavo per buttare giù dal letto un Nara. Ciò mi preoccupava, sorrisi tra me e me. Giungemmo al quartiere nara, senza intoppi, difficilmente avrebbero provato ad attaccarmi una seconda volta, all'interno della stessa serata.
    Quindi giungemmo alla casa di Shika, suonai un paio di volte in modo brusco, poi chiesi alla ninja di konoha
    « Shay, riesci a vedere se si è svegliato o se non è in casa? » Spensi la sigaretta, ed espirai il fumo alzando gli occhi al cielo.
    Le dita tamburellavano, nervose, sull'elsa del fuuma kunai, mi girai con le spalle verso la casa e inziai, ad osservare le strade e i tetti. Pregai che il Nara si muovesse ad aprirci, erano le 5 di notte, qualche ora e sarebbe sorto il sole.
    Quando e se Shika Nara ci avrebbe aperto, avrei fatto un inchino e dopo essermi presentato avrei parlato delle ragioni che mi spingevano a svegliarlo nel cuore della notte.
    « Signore, questa notte, la mafia mi ha attaccato -Alzai lo sguardo verso di lui, cercando i suoi occhi, quindi continuai - La prego, ci faccia entrare, così che le possa spiegare la situazione nei dettagli. - Poi indicai Shay - Lei è Shay Hyuga, mi ha trovato in strada mentre mi dirigevo verso casa sua, mi ha curato e "scortato" fino a qua. »
    Mi guardavo attorno, non mi avrebbero colto di sorpresa, non quella sera.



     
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  15. Ratty
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    Toc.. Toc..
    L'alba di nuovi problemi..



    Dalla casa mezza distrutta del famoso Nara uscì una donna di mezza età, assai infastidita per quell'insolito risveglio. Sperava fosse un suo familiare, in questo modo avrebbe potuto tranquillamente sfogarsi per la maleducazione senza incorrere in non poco improbabili denunce. Avrebbe rischiato lo stesso, tanto era lei dalla parte della ragione: da che mondo è mondo, alle cinque di mattina, non si va in giro a bighellonare per le vie della città disturbando i cittadini.
    Con un'energia sproporzionata (data più dalla rabbia che da predisposizione naturale), una velocità invidiabile e una scopa in mano, la madre di Shika aprì la porta vibrando un colpo dall'alto verso il basso con il manico della scopa verso Danzou, prima che potesse dare qualsiasi spiegazione.


    Se volete mio marito, sarà infrattato in mezzo al bosco con qualche bestia. Se volete mio figlio, sarà in amministrazione o sotto un ponte, non m'interessa. Se volete me.. beh, non voglio essere volgare di prima mattina. Se ci riprovate a venire qua, alle cinque di mattina, a svegliarmi, allora..


    La frase si concluse con il rumore della porta sbattuta e un alone di terrore. Il viaggio dei due ninja alla ricerca di Shika Nara si sarebbe dovuto prolungare fino all'amministrazione di Konoha.



    [...]

    Mh? Non brillava certo per le espressioni più sveglie, Shika Nara, soprattutto a quell'ora della notte/mattina. Barbetta sfatta da tre giorni, 'da malattia', occhiaie, atteggiamento abbattuto, e un milione di altri indizi avrebbero fatto comprendere che non era quello il suo periodo migliore (non che, normalmente, fosse troppo diverso da così). Dopo aver ascoltato la spiegazione di Danzou, sollevò il sopracciglio, con aria imperturbabile. E tu saresti..? Lo sguardo annoiato tradì, per un istante, una certa attenzione rivolgendosi all'ambiente circostante, come per controllare non fossero stati seguiti o se, questa fantomatica mafia, fosse alle calcagna. Tra la luce appena accennata di quell'alba che tardava a venire, non notò nulla di sospetto, quindi posò lo sguardo nuovamente sulla coppia di ninja. E io che c'entro? Aggiunse sbuffando subito dopo in modo (per quanto legittimo) vittimistico, aprendo la porta per farli entrare.
    Un'ennesima scocciatura.

     
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