Il culto dei demoni

[Addestramento Occhi demoniaci I e II. Allievo: Seinji Akuma]

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    Potere-
    …strisciando nella mia pelle …





    Il Demone parve essere soddisfatto. Seppure non mi trovavo per niente in una posizione adatta affinché riuscissi a vedere il suo viso, percepivo la sua soddisfazione anche ad alcuni metri di distanza. Un po’ mi sentii soddisfatto anche io stesso. Chi si sarebbe mai potuto aspettare un tale risultato da me?.. Cercavo di non spingermi oltre coi miei pensieri. Dovevo rimanere lì, in quella stanza con quella persona ad eseguire ciò che diceva. Quell’obiettivo tanto da me desiderato e ricercato per molti dei anni, uno sogno che si stava realizzando e non potevo fallire. Il solo pensiero di un possibile fallimento mi rendeva infelice, triste, un po’ esausto dalle fandonie della vita. In quei istanti mi sentivo ad un passo dal burrone… Mi sentivo come se fossi sospeso nel vuoto mille metri d’altezza. Un movimento sbagliato, un’azione non corretta e sarei caduto nel vuoto, svanendo nel nulla, rimanendo incastrato in quel buio luogo finché il mio corpo non si sarebbe degradato. Paura e panico, o meglio solo un accenno di sentimenti ed emozioni umani. Accenni che vennero prontamente scacciati via da me medesimo. Non potevo permettermi di filosofare su cose e concetti che non mi appartenevano. Quei pensieri più grandi di me, illusioni della mia stessa mente.
    Emozioni… non possono coesistere le emozioni assieme alle illusioni, vero?..
    Di colpo il mio sguardo divenne più cupo, triste. Superavo quelle prove, ed un senso continuava a non esserci in tutto quello. Mi sentivo a disagio, fuori dal mio piatto. Non riuscivo a comprendere la freddezza delle sue parole, non riuscivo a capire quel suo sguardo vuoto, prolisso nel nulla. La questione di tutto quell’allenamento non risiedeva nelle prove, nel superarle o nell’altro. La chiave risiedeva in delle semplici domande, che era giusto porsi. Per accettare quel potere, per averlo in dono, dovevo diventare come lui?.. Un guscio vuoto, una rabbia vuota e delle emozioni vuoti. Non percepivo la veridicità delle sue sensazioni, non riuscivo a comprendere se fosse una creatura vivente, o solo un’immagine riflessa della mia mente. Nel mezzo della chiesa, col volto leggermente piegato in avanti, sorrisi leggermente. La sua risposta non arrivò, o per lo meno non arrivò nel modo in cui mi aspettavo, e la confusione continuò a regnare all’interno di me stesso.
    Ognuno è libero di agire a seconda di come crede. Se vuoi che le tue illusioni siano ottime, devi diventare come loro. La tua mente dovrà rimanere fredda, dovrai calcolare ogni singolo particolare. Dinnanzi a te solo la missione, ed il nulla indietro.
    Passarono pochi istanti da quella risposta, ma furono istanti che determinarono un lasso di tempo pressoché infinito. La via della scelta mi era ben chiara, o la mia umanità, le mie sensazioni, le mie emozioni o il potere che bramavo, quei due occhi rossi di cui vedevo le immagini e sogni sin dall’inizio della mia vita. Cosa ne avevo di umano?.. Non volevo perdere quella particella che mi conferiva la possibilità di percepire, ma non volevo nemmeno divenire un scarso illusionista.
    Che senso c’ha essere un’illusionista di pessima qualità? Meglio non esserlo affatto a questo punto.
    I miei occhi si mossero. Col capo abbassato, buttai su per giù un’occhiata alle pareti. Il volto dei miei genitori raffigurati lì. Il viso di mia madre, per cui provavo un amore indefinibile, una sensazione che si spingeva al di là dell’orizzonte. Era mai possibile che non avrei potuto percepire l’amore verso qualcuno, dopo quel addestramento? Un altro piccolo ghigno si formò sulle mie labbra, e i miei occhi passarono a squadrare il viso di un uomo vicino ad essa. La sua mano sulla sua spalla, sul braccio destro il copri-fronte della Nebbia. Un altro pizzico al cuore, un’altra dose di tristezza. Tutto ciò era imperdonabile. A quale costo veniva data quella forza? Dentro di me cominciavo ad odiare il mio clan. Il Demone fissò dritto nei occhi, e quelle sue pupille rossastre non mi comunicarono alcunché di buono. Rimasi lì comunque, dinnanzi a lui a guardarlo. Forse era solo una prova di coraggio o quant’altro, ma non dovevo mostrare timore, seppure una minima paura c’era. Cercai di eliminarla sin da subito, e parzialmente ci riuscii.
    Senza’anima…
    Il demone parve aver letto i miei pensieri. Un sorrise beffardo nacque sulle sue labbra, ma non disse nulla. In quel momento di piccola tensione, si limitò a sorridermi come se nulla fosse. Una goccia di sudore scese lungo la mia guancia, lasciando una scia visibile ai suoi occhi. Poi il Demone parlò. La sua voce risuonò come una frecciata diretta, un colpo all’anima. Era una voce buia e tenebrosa. Una voce che non lasciava spazio al buono.
    Voglio chiarire una cosa… Tu vieni con me.
    Prima che potessi reagire o effettuare qualunque azione atta alla mia difesa, vidi come una delle sue mani mi raggiunse, prendendomi per il colletto. In quell’istante, sentii come la sua mano mi trascinò giù. Mi sentii cadere, la terrà sotto i piedi mancò, e passai attraverso il suolo di pietra, percependo la sua freddezza. Sebbene sapevo che il tutto era un’illusione, non riuscii a fermarla. Ero totalmente sotto controllo di quel tipo. Poteva fare di me tutto quel che voleva. Mi sentii trascinare per alcuni secondi, finché non percepii nuovamente il solido terreno sotto i miei piedi.
    Arrivati.
    Solo poco dopo m’accorsi che l’erba sotto i miei piedi era di tipo erboso. Rapido, con la sua mano ancora su di me, mi guardai attorno. Subito montagne di neve catturarono la mia attenzione. Ero in piedi su uno spazio circolare erboso, ed attorno a me solo neve.
    …eccola!..
    Rivedere quel luogo, quel posto, quelle terre ricoperte di ghiaccio mi portò un’altra dose di tristezza. Non potevo dimenticare quel luogo. Era per sempre impresso nella mia mente. Era particolarmente freddo e desolato, e più o meno riguardava la mia prima uccisione.
    L’hai fatto apposta, vero?
    Lo guardai negli occhi, senza paura. Viveva in me, sapeva quel ch’ero, eppure non si limitava a nascondere le mie paure, anzi. Invece di collaborare con me, preferiva cercare di domarmi, per quanto una tale cosa, potesse sembrare controproducente. Sorrise nuovamente, era anche una mia caratteristica. In fondo io ero lui, e lui era me. Io mi specchiavo in lui, e lui si specchiava in me. Non c’era esistenza divisi, saremmo riusciti a sopravvivere solo insieme. Non c’erano altre vie… Ero io a doverlo domare, ma non lì, in quel luogo.
    E’ per dimostrarti che sei come me, Seinji. Non hai un’anima, hai me, non hai dei sentimenti, hai me. Non puoi esistere al di fuori di me. Tu sei un corpo vuoto senza di me, sei un corpo morto. Tu non esisti Seinji, non sei nessuno. Tutte le tue emozioni, i tuoi pensieri, tutto è ricavato perché lo voglio io. Osserva… questo sei tu.
    Alle ultime parole il Demone puntò il dito in direzione a me opposta. Non c’era bisogno di girarmi, sapevo già cosa sarebe successo alle mie spalle. Quel luogo me lo ricordavo alla perfezione…
    Hei, ragazzi! Guardate chi c’è vicino a quell’albero!
    Dritto dinnanzi a me vidi le figure di quei 3 ragazzi. Ricordavo ancora i loro volti. Camminando passarono affianco a me, nel mentre rimasi inerme, atto ad osservare la neve. Quell’elemento che avrebbe cancellato di loro ogni traccia, nessuno avrebbe mai saputo dove erano, dove sono finiti. Il mio sguardo divenne più triste di prima. Non volevo voltarmi, ma dovevo guardare il Demone, che si limitava a sorridere. Beffardo il suo sorriso, pauroso il suo sguardo. Non avevo scelte.
    Ora la pagherai…
    Quei 3 erano in gamba, seppure erano di poco più grandi di me. Non andavamo d’accordo, per niente, ed insieme decidemmo di stabilire i conti con una sfida a morte. Eravamo poco più che studenti, e già cercavamo di stabilire questi rapporti tra di noi.
    Sorrisi.
    Ero stato un sciocco a presentarmi lì, da solo. Quel tipo più grande, con cui litigai, si portò dietro altri due ragazzi. Non sapeva a come mi ero preparato. Non sapeva quali trappole c’erano, e quei due.

    Seinji… sei finito. Non avresti dovuto venire qui da solo.
    Quei due non c’entravano nulla, avrei dovuto lasciarli andare, ed invece… Nessuno di loro sospettava del fatto che fossi in grado di usare delle carta-bombe di infima potenza. Credevano di massacrarmi lì…
    Benvenuti ragazzi…
    Fu la mia stessa voce a terrorizzarmi. Non c’erano note di umanità, solo molta crudeltà. Era un miscuglio di crudeltà ed odio ad ennesima potenza.
    Ferma il ricordo… ti prego.
    Le mie parole risuonarono quasi come una richiesta, come una preghiera. Non potevo sopportare quei ricordi, erano troppo forti per me. Una lacrima scese lungo la mia guancia…
    No, ti prego fermati!..
    Poi un urlo di dolore… Lo risentii in me come se fosse il mio. Lo sentii dentro di me, che mi pervadeva dall’interno, distruggendomi. Sentii crollarmi, l’appoggiò mi manco e mi piegai sulle ginocchia dinnanzi a quella figura demoniaca. Il mio sguardo rimase puntato sul suolo dinnanzi a me.
    Non pensavo fossi così debole…
    La sua voce risuonò così lontana nella mia mente, quando mi trovai in quel mare di solitudine. Il tutto si allontanò, e rimasi da solo con il mio ricordo. Le immagini scorrevano nella mia mente, come se fossero su un nastro cinematografico. La prima bomba era collegata al mio dito, e si trovava a 3 metri dinnanzi a me. I 3 si avvicinarono, il più grande mi afferrò per il colletto, ma limitai a sorridergli. Poi gli mostrai il filo di nylon che aveva staccato alzandomi. Complice dei sentimenti umani, il ninja gridò e si allontanò da me, passando sulla bomba. Era tutto calcolato dalla mia mente perversa, ma si era scritto da solo il suo destino.
    A cosa è collegato il filo?!
    Un secondo, e poi lo scoprì. Direttamente sotto ai suoi piedi, una carta-bomba impacchettata in una busta impermeabile, sotto 5 cm di neve. Il suo chakra scorse lungo il filo, attivando la carta-bomba, mentre sul mio viso nacque un sorriso.
    Meno 1.
    Nuovamente la mia voce, la sorpresa nei occhi di quei due ragazzi e l’esplosione. I due riuscirono a fuggire via dall’onda distruttiva, ma il terzo venne coinvolto in pieno. Sotto i suoi piedi, l’onda lo prese in pieno. Fu la stessa esplosione a scavargli la tomba fra la neve. In un millesimo d’istante, vidi il sangue schizzare dalle sue gambe. Molto probabilmente le aveva perse, poi il suo corpo sprofondò nella neve, lasciando tracce di sangue in superficie. Poco dopo, quel buco creatosi, cominciò a venire ricoperto da altra neve.
    Rimarrà lì… per l’eternità! HAHAHAHAHAHAHAHAHA
    Quel tono di voce che non riuscii affatto a comprendere. Quel divertimenti sarcastico nella mia voce, ed il terrore negli occhi dei due ragazzi. Guardare tutto ciò in terza persona, era ancor più doloroso.
    Il prossimo…
    Nuovamente quella voce insensibile, demoniaca. Poi uno dei due si fece coraggio, ed io mi alzai dal terreno. La seconda carta-bomba l’avevo posizionata nella corteccia dell’albero, ed era connessa ad un filo che si trovava ad altezza del collo-piede. Il filo era disposto orizzontalmente, e collegato ad una roccia poco distante da lì.
    Non mi faro battere da un moccioso!
    Corse incontro alla morte. A metà strada vidi come le sue mani unirono, e sul mio viso si formò un sorriso beffardo. Sapevo già come sarebbe finita. Dopo essermi alzato, usai il chakra adesivo e salii in cima all’albero. Usò la tecnica della moltiplicazione, facendo comparire un bel po’ di cloni attorno a lui, poi salì sull’albero insieme ai cloni.
    Sciocco!
    Estrassi un shuriken, e lo tirai contro il filo. Quest’ultimo lo tagliò di netto, in due. Un ultimo sguardo negli occhi di quel ragazzo, e poi la fine. In quell’ultimo istante, mi parve di vedere una nota di delusione nei suoi occhi, ma mi aveva sottovalutato. Da sotto la corteccia, la bomba generò un esplosione di grande potenza. Lo coinvolse in pieno, esplodendogli contro il petto. Un urlo di dolore, poi la morte, il silenzio e la desolazione. Il suo corpo, privo di braccia e testa, ricadde a pochi passi dall’albero. Anche lui sarebbe rimasto lì per sempre…
    Manchi solo tu…
    Mi ricordavo alla perfezione quei istanti. Non riuscivano ad abbandonare la mia mente. Io scesi dall’albero, e lui, colmo di rabbia mi corse incontro. Io tirai fuori dal fodero la mia wakizashi, rubata al deposito delle armi, e lui la sua lama. Sceso dall’albero gli corsi incontro anch’io. In quei brevi istanti riuscii a rivedere l’odio nei miei occhi. Tutto l’odio accumulato col passare degli anni, in quei occhi. Un brivido mi percorse.
    Non avesti dovuto venirci qui, Seinji!
    Era più bravo di me nello scontro ravvicinato, e lo sapevo. Tuttavia, agii d’astuzia. Quando fui a pochi metri da lui gettai la mia lama in avanti. Feci finta di volerlo colpire gettando l’arma, e lui la schivò pensando di uccidermi, ma non fece i calcoli con la mia mente. Alla wakizashi era legato un filo bianco, un filo metallizzato. Quando la wakizashi lo passò, tirai il filo all’indietro, sfruttando l’inerzia della lama e facendo impattare il lato della lama contro la sua nuca. Avvenne quando fu a pochi passi da me. Vidi come si fermò, vidi il terrore nei suoi occhi, una lacrima a scendergli sulla guancia.
    E con questa siamo al completo…
    Nuovamente la mia dannata voce. Guardandolo negli occhi, vidi come si piegò sulle ginocchia, vidi come la lacrima cadde sulla neve, e come la sua vita si spense. Io, ritirai la lama, e con lo sguardo divertito andai a casa…
    Sei un bastardo.
    Nel mentre tornai in quel mondo illusorio, capii quanto mi dispiaceva per quell sbaglio. La mia voce risuonò come una minaccia, ma il Demone non si lasciò sorprendere, o spaventare. Nel mentre m’alzai, e quel luogo attorno a me, rimaneva immutato, sentii chiara la sua voce.
    Io sono la vertà, Seinji. IO SONO TE!
    Quelle ultime parole, gridate di forza e di potenza mi fecero capire tutto. Rimasi lì per alcuni altri secondi. Non potevo esistere senza di lui. Era la mia parte vitale, il mio supporto per la vita. Poco dopo il Demone si mosse, ed io capii quel che dovevo fare.
    Ora spingiti oltre i tuoi limiti dimensionali. Crea tanto… crea di più… voglio il capolavoro.
    Non rimaneva molto da fare o da dire. Dovevo sottopormi alla sua volontà. Non c’era altra via, non c’era un altro modo per risolvere quel problema. Dovevo continuare a strisciare nella mia pelle, dando vita a quel mostro. Dovevo eseguire i suoi ordini, e dividere la mia vita con lui. Tutto pur di sopravvivere. Le stranezze di quelle terre gelide, non finivano mai. Sentivo la sua voce nel mio cervello. Sentivo il pianto delle madri di quei ragazzi, sentivo le loro urla di dolore, ma quello era il mondo. Ognuno doveva essere pronto al sacrificio, e la mia non era altro che un’autodifesa. Poche illusioni, la colpa se quei 3 non sarebbero ritornati a casa era soltanto mia. Troppo debole per controllare me stesso, troppo debole per controllare gli altri. Per la prima volta in quel luogo, mi girai, scoprendo l’albero alle mie spalle. Era una pianta nuda, svestita, senza alcune foglie sul tronco. Probabilmente rispecchiava alla perfezione quel ostile mondo. Il tutto ruotava intorno alla mia figura. Dovevo diventare padrone del mio stesso destino, dovevo abbattere quel muro e riprendermi ciò che mio era per diritto. Non potevo uccidere il Demone, non potevo far nulla, ma potevo tentare. Dovevo costringerlo a collaborare, e spalla contro spalla avremmo costruito un mondo migliore. Le voci… quelle non riuscivano ad abbandonare la mia mente. Piangevano in me. Nessuno avrebbe potuto capire il mio stato interioe durante quei istanti, ma mi sentivo decisamente vuoto. Era come se i sentimenti mi stessero lasciando, come se rimanesse solo un guscio in me. Non capivo quel fenomeno, non sapevo cosa stesse accadendo, ma quelle voci di madri offese mi toglievano energia. Nessuna paura nacque in me, nessuna emozione, solo altre grida ed altre lamenta. Era decisamente una situazione che andava oltre il limite del sopportabile, stavo diventando pazzo nella mia interezza. Tutti quei pianti divenirono insopportabile, finché non decisi di eliminarli. Insieme alla mia umanità che tanto desideravo, fuori da me cominciava ad uscire la mia anima. Fissando quell’albero, di me rimaneva soltanto un guscio vuoto. Una nullità incapace di comprendere, capire o volere. Stavo diventando come le mie illusioni, le quali tanto desideravo sapere fare. Stavo diventando come loro. Trasparenti, incapaci, inanimati. Le riflessioni su quella pagina della mia vita erano tante, e tutte riflettevano il mio stato interiore. Tutte le mie migliori creazione venivano bruciati sul terreno in quei pochi istanti. Tutto il bene da me fatto, veniva nullificato da quei brevi istanti. Indubbiamente dovevo riprendere in mano la situazione. Non potevo permettermelo…
    ORAAAAAA!
    Fuori dal mantello, unendosi, le mani composero i sigilli necessari alla tecnica della creazione. Dovevo sconfiggere quella situazione, quelle voci che come un virus si propagavano in me, distruggendomi. Potevo sentire loro, ma loro non potevano sentire me. Aspettavano che abbassi la guardia, ma non mi azzardavo a farlo. Volevo che le sfidassi, ma rimanevo rilassato nella mia tranquillità. Rimanevo calmo, con un’idea in mente, e de chakra cominciò ad uscire fuori dal mio corpo. Nessun suono, ma il continuo ronzio di quelle voci nella mia testa. Nessun rimorso per la scelta da me fatta. Non potevo scacciarle via da me, erano in me, facevano parte di me. E fu allora che sciolsi le mie barriere, dimostrando le mie debolezze, e vidi la luce del Creatore. La trasformazione fu completa, quelle voci mi penetrarono all’interno, sistemando una specie di sigillo sulla mia vita, i miei sentimenti. Tutto andò perduto in un istante a costo della Forza. Potevo vederle nel buio, potevo vederle nella luce… ma volevo bruciarle l’anima. Amante delle tenebre nel luogo oscuro. Nel silenzio l’immagine del mio cervello venne trasmessa sul campo di battaglia, e crebbe. Crebbe per via dell’emissione di chakra in esse, crebbe per via dell’utilizzo di chakra nell’immagine, fu quasi come se volessi realizzare i miei pensieri. Il chakra andò a delineare il profilo di quel ch’era un uomo. Capelli del tutto uguali ai miei, il viso come il mio, il cappuccio a nasconderlo. Un uomo vestito in un lungo mantello, poi l’aggiunta dei capelli lunghi, capelli bianchi e quel sguardo vuoto, privo di vita, d’intensità Il mantello nero ad allargarsi fino ai piedi, le mani nascoste in quest’ultimo. Nessun’arma, almeno non in primo momento. Poi la mia sadica mente immaginò una katana sulla schiena dell’illusione, e la creai. Tutto profondamente disegnato nella mia mente, fino agli ornamenti sulla lama. Quindi convogliai il mio chakra e ne mandai sempre una quantità maggiore, il che, speravo determinasse l’aumento delle dimensione dell’uomo. E fu a tal punto che divenni in grado di dare una certa realisticità alle mie creazione, donandole di forma, di peso, di efficacia. Attraverso quei fili di chakra legati all’illusione, mandai quantita più grandi di quella sostanza elementare per ogni tipo di shinobi. Col crescere del chakra, crebbero le dimensioni, e non mi rimase altro, se il non modificare il chakra convogliato all’interno del suo corpo, in ciò che la mia mente voleva. Sul mantello nero, ci creai alcuni segni, tanto per rendere più reale il tutto. Quella illusione, ora che ero come loro, andava da me vista come un essere umano, trattata come tutti gli esseri umani. Doveva parlare, odorare, camminare. Era la mia creazione, era il mio figlio, aveva una parte di me, e non volevo che questa parte venisse distrutta. Poi ci ripensai… La katana alle sue spalle venne da me stesso distrutta, e non rimase nulla in quel posto. Cominciai allora a lavorare sull’uomo. Tolsi il mantello, sistemai il copri-fronte della Nebbia sul braccio destro, diedi un tocco ai lineamenti sottili del volto ed eliminai i capelli lunghi che in un primo momento mi erano sembrati adatti. Altri brevi tocchi, e poi ottenni ciò che volevo. Un corpo umano, un viso leggermente invecchiato e quel sorriso sulle labbra come lo amavo io. Una volta finita la mia prima creazione, non mi rimase che sorridere lievemente. Forse non tutto era perso…
    Papà…
    La sua figura era del tutto simile a quella vera. Era un uomo alto e robusto con un sguardo intenso puntato in avanti, poco dopo si mosse. Per come riuscivo ad immaginare tutto, la sua mano sinistra si alzò lentamente in avanti. Dopo aver protratto la mano, il palmo di quest’ultima si aprì. Fu allora che cominciava ad arrivare il fatidico momento. Nuovamente convogliai il mio chakra nella mente, disegnando la figura materna. Dapprima il mio chakra delineò quel che somigliava al suo braccio. Creai perfettamente la pelle liscia che mi ricordavo quand’ero bambino, procedendo poi per creare ciò che andava oltre. Materializzando il disegno della mia mente, cercavo di trasmettere le mie idee a ciò che mi trovavo dinnanzi. La quantità di chakra da inviare aumentò a dismisura, quando capii di aver superato la soglia impostami dapprima. Capivo di migliorare strada facendo, capii di evolvermi. La mia mente cominciò a creare il suo busto, le immagini venivano dettagliamente delineate nella mia stessa mente. Il palmo della sua mano si chiuse col palmo della mano di mio padre, mentre io continuai nella creazione. Dopo averle creato il busto con quella sciarpetta viola che la caratterizzava, la mia creazione si espanse, creando nelle 3 direzioni. Dal collo, o meglio dalla sciarpa, spuntò il collo che poco dopo divenne mezzo per nascita della testa. Manipolando il mio stesso chakra, cercai di delineare in modo perfetto il suo viso. Le gentili guance, i zigomi, gli occhi dal colore viola e quindi i capelli neri. Tutt’altro venne da sé. Le disegnai le labbra, rossi come se fossero fatte col pennello, e il naso. Quest’ultimo dapprima mi venne errato, leggermente piegato, ma non ci pensai due volte ad eliminare la mia creazione e sostituirlo con un disegno nuovo. In contempo, giacché nella mia mente il tutto era preparato, le crebbero le gambe. Come nella reale, esse furono di media lunghezza, con la gonna a coprirle nella parte di sopra. Infine venne il copri-fronte, legato alla fronte, e i sandali, da me disegnati di colore scuro.
    Mamma…
    Le due creazioni furono da me completate in tempo perché mi ripresi. Il Demone non si mosse, forse non gli importava molto di tutto ciò, ma dovevo ammettere che non volevo abbandonare quel poco che di umano c’avevo. Il mio immenso amore per loro non volle abbandonarmi. Immerso nella neve, continuai a guardarli inerme. Mi sembravano così vicini, così reali, eppure. In quella fredda notte erano andati via per sempre. Non avrei mai visto nessuno di loro, non avrei mai riso assieme a loro. La difficile vita sembrava essere più difficile di quanto potesse sembrare normalmente. Eppure, con loro due, rimasi lì a fissarli, forse conscio del fatto che erano solo delle strutture di chakra e null’altro. Il mio sguardo si rattristì ulteriormente. Era impossibile che fossero lì, non riuscivo a credere a ciò che vedevo. Non sapevo distinguere tra realtà e illusione. Non sapevo cosa fare, immerso nelle mie debolezze. In quel oscuro mondo non esisteva nulla di buono, e nulla che potesse sembrare tale. In quel freddo luogo, la mia mente tornò agli anni passati. La figura di quel demone mi sconvolgeva, sentivo caldo il suo respiro alle mie spalle. Era alquanto raccapricciante, e disastroso. Eppure non era altro che una parte di me, un’utopia, un riflesso dei miei sogni, un specchio di fronte a me.
    Spero possa bastare…
    Inerme, rimasi lì ad aspettare una specie di risposta o qualcosa per essa. Forse il Demone se ne sarebbe ben presto accorto, ma la tristezza dentro di me aumentò. Non ero per nulla quel guscio vuoto, che lui voleva. Eppure, coinvolto nella Via, speravo di perdere quella scintilla umana che risiedeva in me, seppure senza riuscirci.
    I sentimenti umani, quali amore e odio, continuavano a distruggermi dall’interno. Dovevo eliminarli al più presto, dovevo girare la pagina.
     
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  2. Shu
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    OT Non mi è piaciuto molto. Secondo me hai inserito troppo contenuto, badando più alla quantità che alla qualità. Oltre alla, come la ritengo io, poco realistica scena dell'uccisione. Comunque proseguiamo /OT

    Lo scopo di questo post è di rendere le tue illusioni più reali aggiungendo i suoni o gli odori o le vibrazioni e la fisicità (il tatto insomma XD).

    Il demone sarà quasi disgustato dal tuo lavoro, non è sufficientemente reale, e ti intimerà di distaccarti ancora di più da te stesso e dall'affetto che provi per i tuoi genitori, concentrandoti sul rendere la figura più reale.

    Mentre il demone esprime il suo disprezzo verso la tua opera, distruggendola con un cenno, senti un forte dolore e bruciore agli occhi, come se ti stessero esplodendo e stessero diventando di fuoco.

    Da questo momento in avanti il tuo personaggio avrà delle bruciature sul volto curabili solo da un pg medico con le arti mediche assolute.

    Esprimi i tuoi sentimenti di fronte all'illusione del demone, che ti ha causato un danno reale, e sfrutta quelle sensazioni per trovare l'ispirazione e superare la prova.

    Non serve scrivere così tanto. Non mi interessa che scrivi "invio tanto chakra" o che mi descrivi il dettaglio dell'illusione o quanti nei sul volto aveva tuo padre o cose simili.

    Dai che manca poco e ce la puoi fare.
     
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    …dolore…



    Strane sensazioni mi pervadevano dall'interno. Per quanto m'impegnassi non era mai abbastanza. Cominciavo a scocciarmi di tutto quello, quel Demone era difficilmente soddisfabile. Non gli andava nulla bene, voleva sempre la perfezione, ed era una perfezione che io non potevo raggiungere. Il Demone si arrabbiò, e dopo aver cancellato la mia creazione, reputandola come indecente, s'incavolò con me.In effetti non potevo farci nulla, non potevo mai arrivare al livello che quel tipo desiderava, era fuori discussione. Dopo un cazziatone, mi disse che dovevo ancora oltre. Ero a corto di idee e quel luogo cominciava ad infastidirmi abbastanza pesantemente. Le smorfie sul mio viso si contorsero abbastanza pesantemente, quando sentii il bruciore sul mio viso. Ogni singola cellula del mio viso bruciava con fuoco dei mille soli.
    Sono stanco.
    Dissi con una tonalità bassa di voce. Quella punizione era altamente ingiusta, ma dovevo sopportarla come mille di quelle ingiustizie. Eppure quel Demone si trovava al mio interno. Come poteva farmi un tale gesto?.. Rabbia e odio trasalirono in me. Quelle due figure trascinate via da un solo colpo mi avevano inferto un colpo alla morale di dimensioni a dir poco gigantesche. M'incavolai di brutto. Una vena di colore bluastro uscì a fior di pelle sulla mia fronte, mentre i miei occhi si fecero prevalentemente rossi. Era la mia caratteristica, ed io a quel Demone non riuscivo a sopportarlo più.
    Non avresti dovuto farlo...
    Il Demone disse qualcosa, ma ormai ero totalmente partito. Lo odiavo con tutto me stesso, con tutto il mio cuore. Volevo buttarmi su di lui, e mangiarmelo, sebbene era la mia stessa riflessione. Persi la mia riflessività e corsi verso di lui. M'importava dannatamente poco ch'eravamo dentro di me, e che poteva battermi con uno sguardo. Quelli erano i miei genitori!
    Trasforma la tua rabbia nell'illusione che desidero.
    La sua figura sparì, letteralmente. Non potevo comporre l'opera che volevo, e allora, che senso c'era nel divenire un'artista? Nessuno. Dovevo distaccarmi da tutto pur di raggiungere quella luce finale a cui aspiravo.
    Tanto vale che gli faccia un'opera qualunque, senza degnarsi di darle il mio tocco artistico.
    E così feci. Se proprio dovevo, volevo perdere la mia umanità nel miglior modo possibile. Non c'era senso rifare quelle due figure, tanto sarebbero state spazzate da quell'essere onnipresente. Non ci pensai su due volte. Nella mia mente nacque l'immagine di un qualcosa di spaventoso e al contempo potente. Composi i sigilli e cominciai a trasportare il chakra verso il costrutto. Come prima, nella mia mente cominciai a disegnare i lineamenti del suo corpo. Piedi, vestito nero, una wakizashi alla cintura, poi una vestito nero sul petto, una katana sulla schiena, fino alla testa, con una protezione alquanto pericolosa su quest'ultima.
    Lo voleva più realistico... il che significa che vuole l'aggiunta di qualche elemento, come i suoni o gli odori, bene.
    Dovevo solo pensare come farlo. Il chakra centrava sicuramente qualcosa. Forse, se dovevo trasmettere l'odore alla mia creazione, dovevo usare il chakra come medium, se volevo trasmettere la possibilità di produrre i suoni dovevo usare qualcos'altro.
    Proviamo coi suoni.
    La mia creazione mosse un passo. Si trovava sull'erba, perciò dovevo far sì che il chakra producesse un rumore simile a quello del piede sull'erba. Il mio chakra andò a concentrarsi sotto la pianta del suo piedi. Non appena il piede toccò l'erba, che rilasciai il chakra accumulato sotto la pianta del piede, ma cercai di far si che il chakra si trasformasse in un suono, cioè in energia acustica. Il trucco secondo me, consisteva proprio in quello. Trasformare il chakra in suono, in modo che il mio costrutto illusorio, producesse suoni. Al tocco con l'erba, il chakra fu rilasciato e si dissolse nel nulla dopo aver prodotto un piccolo suono erbaceo. Poi comandai al costrutto di eseguire un altro passo, e nuovamente concentrai il chakra sotto il piede, rilasciando e trasformandolo non appena il piede toccò l'erba. Quindi cercai di eseguire un'altra movenza. Il costrutto allungo il braccio e prese ambe le sue armi. Quindi, li sbattè una contro l'altra. Ovviamente, erano illusorie, ma grazie al suono, avrebbero fatto credere al nemico di essere reali. Il trucco fu nuovamente lo stesso. Una piccola parte di mio chakra, la concentrai sulla lama dei ferri. Non appena i ferri si toccarono, che rilasciai il chakra, trasformandolo in un suono metallico.
    Ovviamente, di volta in volta, avrei dovuto usare il chakra per manovrare le varie caratteristiche del suono da produrre.


    SPOILER (click to view)
    Elmo:image



    Edited by leopolis - 11/10/2010, 00:10
     
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  4. Shu
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    Spero che non sia il post completo...
     
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    Ora è completo. Mi scuso per il disagio.
     
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  6. Shu
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    Ottimo. Mancano due post (giusto per informarti).

    Ora il demone creerà una sua illusione e ti dirà che dovranno combattere tra loro (in sostanza dovrai imparare a far simulare azioni alle tue illusioni).

    Niente di che, un post semplice.
     
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    …lotta…



    Il Demone mi apparve essere soddisfatto, e la cosa oltre a stupirmi e farmi felice, mi dimostrò che avrei potuto fare di meglio ancora. Spingere le mie conoscenze e le mie possibilità al di là di ogni limite. Mai avrei pensato di trovarmi immezzo a quell'avventura dopo il mio ritorno. Un po' una tale situazione mi agitava e spaventava, ma dall'altro canto dovevo ammettere che il tutto era necessario per i buoni fini. Con uno del mio calibro e quei occhi a farmi da supporto, potevo aspirare a compiere grandi cose.
    Bene... ora devi imparare ad attaccare con la tua illusione.
    La sua voce risuonò sibillina nella mia mente, proprio in quel piccolo momento di gioia che attraversava la mia mente. Subito mi ri-concentrai nuovamente. Non dovevo commettere errori di alcun tipo.
    Contro chi deve combattere?
    Fissai il Demone. Sul suo volto allora nacque una sorta di sorriso. Un piccolo innocuo ghigno, che poteva significare la mia morte e la mia sconfitta. Non potevo lasciarmi sconfiggere da queste emozioni, era completamente fuori da ogni discussione. Poco dopo, sul suo volto quel apparente sorrisino scomparve lasciando spazio alla sua arte. Quel che il Demone compose somigliava moltissimo ad un uomo con 2 teste e 8 braccia. In ognuna di queste un'arma e sulle due teste dei elmi differenti. Era impensabile per poter eseguire una tale creazione del capolavoro assoluto.
    Fantastico...
    Amavo la mia creazione, era come se mi rappresentasse, in pieno. Voleva semplicemente che la facessi muovere, attaccando la sua creazione? Nulla di più semplice. Controllando il mio costrutto di chakra con quei collegamenti sottilissimi, la feci retrocedere di qualche metri e poi estrarre la katana con la destra e la wakizashi con la sinistra. Poi, controllando la costruzione e i rumori che emetteva, la feci correre. Dopo il primo passo sull'erba, come prima, rilasciai il chakra accumulato sotto la pianta del piede, producendo l'adatto suono. Così anche per l'altra gamba, in una veloce sequenza di suoni, come se fossero passi sull'erba veramente reali. Una veloce sequenza anche nella mia mente, perché era quella a svolgere tutto il ruolo, finché il nemico non si ritrovava in una situazione di scacco e matto. Arrivata in prossimità del nemico, la copia mosse il proprio braccio. Dovetti calcolare anche il suono della sua veste che sfrecciava nell'aria, strofinando contro il mantello. Ogni singolo dettaglio era importante, e poteva tracciare la sottile linea tra la vittoria e la sconfitta.
    Muori...
    La lama della mia katana prese una direzione orizzontale, mirando con un colpo diretto a sfondare il petto a quel mostro. La velocità fu contenuta, dovevo essere pronto a tutto pur di non far capire al mio nemico che quella fosse un'illusione, sebbene quel nemico lo sapesse già. E così successe. Con una rapida manata, quel mostro fece impattare una delle sue proprie lame contro la mia, ed un suono metallico, sebbene finto, si propagò nell'aria sconvolgendomi. Il nemico era pronto a qualsiasi cosa.
    ?
    Non appena l'attacco finì per essere parato, che fu la creazione nemica a gettarsi in avanti. Non mi bastò il tempo di reazione vista la vicinanza. D'impulso agii alzando la spada, e posizionandola davanti al mio petto. Per molta fortuna, riuscii a deviare di poco la spadata nemica, che dopo aver prodotto lo stesso suono metallico di prima, finì a squarciare un pezzo del mantello, sulla spalla.
    Ommerda...
    Con rapidi passi, e rilasciando il chakra sotto i piedi per produrre i suoni, la mia illusione si allontanò dalla sua, mettendo una certa distanza fra i due capolavori.
    Poi, non feci altro che guardare il Demone con fare interrogativo.


     
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  8. Shu
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    Ultimo post: impara la tecnica dell'essenza demoniaca. Il demone te la insegnerà e tu dovrai imparare ad utilizzarla al meglio.
     
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    …furbizia…



    Calma. Quella era la virtù dei pochi, di coloro che sapevano usarla e manovrarla a proprio piacimento. Solo i combattenti veri, potevano appieno aspirare ad una concretezza di quel tipo, ad una calma mentale e ad una riflessività unica nel proprio genere. Eppure immezzo a quella neve, nei miei ricordi più puri c'era un strano sentimento a disturbarmi l'animo, come se avessi compiuto il passo sbagliato, un passo eseguito nella direzione opposta alle mie filosofie.
    E ora?
    Nel silenzio di quel freddo luogo, la mia voce risuonò sibillina, raggiungendo la figura demoniaca lì nelle vicinanze. La sua figura dapprima mi squadrò in un lungo e in largo, poi le sue labbra si mossero, emanando dei suoni.
    T'insegnerò una delle tecniche più utili al nostro clan... avvicinati alla mia illusione.
    Inconscio di ciò che mi aspettava, obbedii senza proferire parola alcuna. Andai a mettermi dinnanzi a quella grossa creazione, che mi somigliava molto ad un ragno.
    Pecora...
    Guardai le sue mani. Il primo dettaglio che si attirò la mia attenzione fu la presenza di quelle unghia enormi, un po' mi meravigliavo per come riuscisse a comporre i sigilli e manovrare le armi con dei particolari simili. Solo poco dopo notai il sigillo che le sue mani composero. Non mi accorsi nemmeno come la sua illusione posò un suo braccio sul mio viso.
    Essenza Demoniaca!..
    Cosa?!
    Pochi ed inutili pensieri, poco prima che la mia vista si offuscò quasi del tutto, e le mie orecchie si tapparono. Quasi d'istinto, portai le mani al volto, constatando l'assenza di una qualsiasi cosa su di esso. Quindi rapido mi tolsi le mani dal viso, cercando di vedere, e capendo che la sua mano si era spostata sul mio petto. Un attimo e mi sentii dannatamente più debole, come se la mia pelle fosse diventata più sottile, assieme al mio corpo. Quasi crollai al suolo, piegandomi sulle ginocchia e spostando le mani verso il petto. Nuovamente vidi quel suo braccio appoggiarmi l'arto superiore destro. Un attimo, e sentii come anche questo s'indebolì. Mi faceva fatica muoverlo... Poi arrivò una lenta spiegazione.
    Tramite il contatto fisico con la mia illusione, ti ho indebolito. Purtroppo, anche se non te ne sei accorto, ho dovuto eseguire la tecnica 3 volte, per indebolirti la vista, il busto e gli arti.
    Pian-piano cominciai a capire quel ch'era successo, ma non ne ero del tutto sicuro.
    Probabilmente ha trasferito in me il chakra, e ha usato l'illusione come mezzo necessario al trasferimento. Il suo chakra deve aver agito sui miei muscoli, e sui punti a lui necessari, stabilendo l'effetto della tecnica.
    Riprenditi, e prova tu.
    Un attimo per favore... mi hai seriamente fatto male.
    HO DETTO ORA!!!
    Quel Demone a delle volte diveniva un essere davvero arrogante. L'avrei sistemato in un futuro non troppo lontano. Con una rapida manata, cercai di mandare via quel bruciore agli occhi, e cercai di vedere, seppure non riuscendoci. Gli occhi cominciarono a lacrimarmi, e dovetti aspettare un po' prima dii riprendere seriamente a vedere.
    Su cosa devo esercitarmi?
    Nessuna risposta dalle labbra demoniache. La sua illusione scomparve, ed un sorriso si formò sulle sue labbra. Il Demone allargò le gambe, e protrasse un braccio in avanti, facendomi segno di attaccarlo.
    Magnifico... aspetto quest'istante da un bel po'.
    Combatterlo con un'illusione sola, era azzardato e troppo rischioso. Poteva facilmente scapparsene. Disegnando il progetto nella mia mente, sdoppiai il corpo di quel soldato precedentemente creato, facendo ricomparire le due figure precedenti, mio padre e mia madre.
    Ti batterò con loro due...
    La risposta di quel dannato, non tardò ad arrivare. Quella sua caratteristica, così simile alla mia... quel dannato ghignò che mi caratterizzava.
    Forza, prometto che non userò trucchetti per spazzarli via come prima.
    Un ghigno anche sul mio viso, e poi le due figure partirono scagliandosi sulla figura demoniaca. Mia madre, cercò di aggirarlo alle spalle, mentre mio padre optò per un attacco diretto. In contemporanea, come illustratomi dal Demone, composi quell'unico sigillo necessario alla tecnica, stabilendo dei legami di chakra con le mie due creazioni. In ogni momento era pronto a rilasciare il chakra accumulato, un flebile toccò e gli avrei provocato molti danni. Solo un suo errore...
    Con una schivata laterale, il Demone schivò quell'attacco frontale da parte di Papà. In contemporanea, vide l'attacco da dietro, un gancio diretto alla schiena...

    Fatti colpire, dannato...
    Le mie speranze risultarono essere vane. L'attacco di mia madre, passò affianco al suo petto, mentre quella creatura si piegò all'indietro. Tuttavia, non demorsi. Non appena schivato il colpo, che la raffica continuò. Un calcio da parte di mio padre, andato non troppo lontano dalla sua guancia, quindi una spazzata alle sue gambe, seguita da un calcio in volo da parte di mio padre, schivato con una rotazione del busto all'indietro.
    Tanto, ti prenderò.
    Per non perdere il controllo delle mie creazioni, feci alcuni passi in avanti, poi ripartii all'attacco. Per primo schizzò in avanti la figura di mio padre, simulando una spazzata alle gambe, per poi fare perno sul terreno, ricomporsi e mirare al suo mento con un calcio. Il Demone fu preparato, e schivò il calcio spostandosi lateralmente. Non si accorse, tuttavia, che da dietro la schiena di mio padre, spuntò la figura femminile di mia madre, che di sorpresa diresse un pugno veloce verso il centro del suo busto. Il Demone cercò di piegarsi, ma il pugno lo prese sul bicipite sinistro.
    ORA!
    Rilasciai il chakra accumulato, facendolo fluire attraverso quei canali di chakra con una velocità a dir poco incredibile. In quell'istante, fu il mio stesso chakra a penetrargli nel braccio, sino nel muscolo, danneggiandoglielo. Il pugno si ritirò poco dopo, mentre il demone posò una mano su quel bicipite.
    Fa male, neh?
    Parole di scherno da parte mia, con un fine secondario, quello di distrarlo. In quel preciso istante, mio padre cercò di colpirlo alla schiena con un calcio.
    No. Non mi freghi.
    Con un rapido movimento il Demone cercò di portarsi fuori dal raggio del calcio, non accorgendosi della presenza di mia madre alle sue spalle. Le bastò allungare una mano verso la sua schiena, perché potessi ricomporre nuovamente quell'unico sigillo, ed inviare il chakra nel suo corpo. Ovviamente, la natura del chakra era distruttoria, e non appena toccò la superficie del suo corpo che gli danneggiò i tessuti, indebolendolo.
    Fine...
    In quel preciso istante, il Demone collassò, piegandosi sulle ginocchia, e mi bastò far avanzare mio padre affinché potesse allungare una mano verso il suo viso. Nuovamente feci fluire quel tipo di chakra, che agì suoi occhi, offuscandoli la vista e sul suo udito, tappandogli le orecchie.
    Spero possa bastare...
    In cambio solo un'occhiataccia, seppure non ero del tutto sicuro che mi avesse sentito.



     
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  10. Shu
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    Addestramento concluso. Contatterò io l'amministrazione per farlo giudicare.
     
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    Falce dei Kaguya


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    Addestramento superato.
     
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