La Tana del Lupo Ubriaco

[Taverna]

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  1. ƒ r a n z
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    Nella tana del lupo
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    Kotaro prese bene posto sullo sgabello, cingendo il bicchiere con le proprie dita. « No, non esattamente » rispose portandosi il bicchiere alla bocca e mandando giù due sorsi, sentendo il bruciore della bevanda scorrergli giù per la gola e avvertendo poi un certo tepore.
    « Io qui ci sono nato… semplicemente per molto tempo sono stato in viaggio con i miei familiari » aggiunse, svuotando il bicchiere. « Lei invece? » chiese all’oste, un ragazzo pure lui. « Anche lei di qui? » chiese, cercando di farsi sentire sopra le voci di un gruppo di marinai ubriachi che avevano messo piede nella locanda proprio in quell’istante.

     
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  2. Akimaru Tokugawa
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    Un viaggiatore tornato in patria. Questo era il giovane che ora di fronte ad Ao sorseggiava con noncuranza il suo drink, cercando di farsi sentire al di sopra delle voci dei clienti che popolavano la locanda.

    « Nato e cresciuto a Kiri per servire il mio paese.. »


    Disse serio e deciso.
    Le nuove leve andavano educate sin dal principio, facendo capir da subito cosa fosse davvero importante.

    « Anche tu un ninja? »


    Chiese incuriosito, versando un altro po' di quel liquido ambrato nel bicchiere del giovane che, naturalmente avrebbe pagato.
     
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  3. ƒ r a n z
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    Nella tana del lupo
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    Anche l’oste era originario di Kiri. « Buono a sapersi » commentò Kotaro, sorseggiando il suo alcolico. Alla domanda del ragazzo, Kotaro alzò lo sguardo fino ad incrociare quello del suo interlocutore. « Devo dedurre dalla sua domanda che lei sia un ninja? » chiese accennando un mezzo sorriso.
    Improvvisamente un colpo da dietro gli fece cadere il bicchiere di mano, che si rovesciò sul bancone e spargendo il liquido ambrato sulla sua superficie. Poi una mano lo scostò con forza, facendolo cadere dallo sgabello. « Fatti da parte moccioso! » gli venne detto da un uomo poco più basso di lui con la pelle abbronzata e con le mani ricoperte di calli; le risate dei suoi compagni per un attimo risuonarono nel locale mentre Kotaro si rialzava, togliendosi la polvere dai vestiti.
    « Avrebbe potuto chiedermi gentilmente di farle spazio » disse con tono gentile, tuttavia con una certa rabbia per i modi dell’uomo, « ma credo che per questa volta potrò perdonarla » aggiunse. L’uomo prese la bottiglia dal bancone e prese a bere sotto lo sguardo disgustato del ragazzo, che si rivolse nuovamente all’oste. « Prenderò qualcos’altro, ma per favore niente di alcolico adesso » disse, sedenso su uno sgabello poco più in là.

    CITAZIONE
    Rissa! Risa! Rissa! XD

     
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  4. Akimaru Tokugawa
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    Erano molte le cose che Ao non sopportava ed una di queste era la maleducazione. Non aveva neanche fatto in tempo a rispondere alla domanda del nuovo arrivato che subito un burbero cliente aveva fatto la sua entrata, strattonando il giovane e facendolo cadere dal suo sgabello.
    Anche l'ambrato liquido era andato perso, riverso sul bancone, la situazione non sarebbe degenerata oltre ma fu quando il marinaio iniziò a tracannare la bottiglia del prezioso nettare che Ao non ci vide più.

    Furono attimi e in un unico istante il marinaio si trovò steso per terra. Ao ora si trovava sul bancone la gamba sinistra tesa e la destra portata al petto. In un unico movimento aveva sferrato un colpo al petto dell'energumeno buttandolo a terra.
    Scavalcando poi il bancone prese la bottiglia e fece segno ad Akira, il buttafuori, di portare fuori l'immondizia e l'amico ubbidì, sorridendo.

    « La prossima volta non sarai così fortunato.. »


    Disse rivolto all'energumeno che veniva trascinato fuori dalla locanda.

    « Sia di lezione per tutti quanti, soprattutto voi. Comportamenti scorretti verranno puniti sia fisicamente sia con il divieto di rimetter piede nella locanda. »


    Aveva indicato il gruppo di uomini che accompagnava lo scorbutico cliente che, a quanto pareva, non avevano voglia di farsi mettere i piedi in testa da un ventenne.
    Si alzarono minacciosi, sei uomini in tutto. La locanda si svuotò del tutto al presentimento di una rissa imminente. Ao fece segno anche ai suoi amici di uscire, se la sarebbe cavata da solo e senza il benché minimo sforzo. Doveva preservare la locanda, dopo tutto era nuova di zecca.

    « Vuoi rimanere a guardare? »



    SPOILER (click to view)
    E rissa sia u_u

     
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  5. ƒ r a n z
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    Nella tana del lupo
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    « No grazie, non sono tipo da menare le mani con gente simile… » rispose Kotaro alla “proposta” dell’oste, il quale si era rivelato un ninja di grandi capacità combattive. Non solo aveva eseguito il tutto rapidamente, ma il calcio che aveva sferrato all’uomo che prima aveva spinto lui era stato di una potenza devastante, tale da scaraventare a terra il marinaio.
    Di tutta risposta in sei si erano alzati per menare la mani, e l’oste pareva essere l’unico a doverli affrontare. A Kotaro venne un profondo senso di colpa: era stato difeso e ora si stava tirando indietro. Si alzò quindi dallo sgabello e si affiancò all’oste, mettendogli una mano sulla spalla. « …ma non posso certo lasciare che qualcuno se la veda da solo contro sei uomini, anche se si tratta di un abile ninja. Per questo la aiuterò » disse, per poi aggiungere « ah sì, anche io sono un ninja ».
    Kotaro si lanciò sul primo uomo a sinistra, sferrando un poderoso pugno contro la mascella del marinaio. Questo accusò il colpo, mostrando una smorfia di trattenuto dolore, ma decise di ricambiare subito con un pugno verso lo stomaco di Kotaro; tuttavia il ragazzo non si lasciò sorprendere, ed evitò il colpo con un movimento rotatorio sul posto, trovandosi a pochi centimetri dal braccio disteso dell’uomo. « Pare che dovrò insegnarle l’umiltà » disse Kotaro, afferrando il polso con la mano destra e mettendo la mano sinistra sul gomito. Con un solo movimento slogò il braccio destro dell’uomo, il quale per il dolore cadde in ginocchio, tenendosi il braccio mentre ansimava per il dolore e tratteneva a stento le lacrime. « Suvvia, qualche giorno e passa tutto » lo canzonò Kotaro.

    CITAZIONE
    Essendo studente bianca, mi sono limitato a poche cose ^^

     
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  6. Akimaru Tokugawa
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    Iniziano le danze e Ao, si sa, è bravo a danzare.
    Il suo amico non declina l'invito, per gentilezza più che per voglia, ma infondo è ora che la rissa da bar inizi e in grande stile. Ao si lancia, verso il primo dei marinai a tiro e, con un salto, cinge con le gambe il collo dell'ignara vittima che, inconsapevole, andrà ben presto a fare un viaggio sola andata per il muro.
    Con un abile colpo di reni Ao ruota, poggiando le mani a terra, lancia il suo avversario scaraventandolo sul muro. Primo K.O.

    Due suoi compagni si allontanano, ma non per fuggire. Afferrano una sedia ciascuno e le scaraventano sul ninja usandole come armi improprie. Le sedie di legno si infrangono non contro il corpo del ninja, ma cozzano l'una con l'altra. Ao è sparito, o almeno è quello che pensano. Si guardano intorno increduli, mentre gli altri tre marinai attaccano il giovane, sono lenti e ubriachi, il giovane non ci metterà molto a stenderli.

    Ao ricompare, è dietro al bancone, calmo, si prepara una birra alla spina e si gode lo spettacolo, ma i suoi due avversari non vogliono lasciarlo in pace. Si lanciano verso il bancone, forse con troppa spavalderia, ma il barista è troppo veloce.
    Tenendo ancora la birra in mano, appoggia la mano libera sul bancone, e su di essa fa leva per scavalcarlo e colpire con un rapido e circolare movimento delle gambe i volti dei due aggressori che, storditi cadono a terra. Il corpo continua a ruotare fino a quando non si siede sul bancone, sorseggiando e godendosi lo spettacolo.

    « Ti diverti ragazzo? »


     
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  7. Aokawa Ryo
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    Una Locanda di Ubriaconi
    Bere Nuoce Alla Salute!!



    Sentivo i loro sguardi indagatori pesare sulle mie giovani membra. Il chiasso tipico delle locande, e sopratutto di quella locanda, parve andare a farsi un giro di fuori per prendere una boccata d'aria, lasciandoci privi della sua ignobile, ma divertente, presenza. Avevo assunto uno sguardo stupit
    image
    o, non capivo se avessi fatto qualcosa di male, un gesto tabù o se, con le mie parole, avevo urtato i sentimenti di qualcuno. Anche il barista sembrava tentennare dinanzi alla mia richiesta: non doveva essere molto bravo nel suo lavoro se non sapeva servire una bevanda così semplice.

    « Non mi dire che... »

    Prestai più attenzione all'ambiente, ora che tutto stava tornando alla normalità. Quella che un tempo era la locanda più rinomata di Kiri, con una grande storia che la circondava e, al momento della sua chiusura, un grande alone di mistero lo aveva avvolta. Ora, era diventata...

    « OMMIODDIO!!! QUESTA È UNA LOCANDA DI UBRIACONI!!! »

    Non riuscii a trattenere lo sbigottimento, che si trasformò in un urlo che si propagò per l'intera locanda. Non potevo credere a come era diventato quel posto, uno di quei tipici locali dei bassifondi, pieno di brutta gente. Non riuscivo a capacitarmene... ma dove diavolo ero capitato?!?

    « Ehm... Ahahahah... scherzavo! Su con la vita, riempite i vostri boccali e continuate a bere!!! »

    Assunsi un sorriso di circostanza, di tutto pur di svincolarmi da quella pessima situazione. Intanto, mi fu servita la mia bevanda in un bicchiere freddo, ma senza ghiaccio. Non mi lamentai, avevo troppa sete e volevo affogare i miei problemi negli agrumi. Cioè, ancora non riuscivo a credere cosa fosse successo, perciò compresi che era meglio berci su per dimenticare. Sorseggiai lentamente il mio "coktail", lo degustai con improba superbia... non era malaccio, certo, ne avevo assaggiati di migliori, ma almeno sulla qualità delle bevande non c'era da discutere. Almeno questo...

    « Cosa? Nuovo del posto?!? Ahahah, no, no, no, no, no... vivo a Kiri da quindici anni e, probabilmente, sono l'ultimo ninja ad aver messo piede nella locanda prima del restauro!! »

    Avvicinai il boccale di spremuta alla bocca per sorseggiarne un altro po'. Era necessaria una suspance, come nei grandi discorsi, per accrescere la curiosità negli ascoltatori. Ero sicuro che ora quel modesto barman pendeva dalle mie labbra!

    « Sei tu il proprietario di questo posto? Bhè, ricordi per caso dei segni di scasso vicino alla porta? Fui io a farli per un nobile motivo. - non accennai al fatto che quel "nobile motivo" riguardava la mia nuova assunzione a guardiano - Cooooomunque: sono Ryo Aokawa, conclamato Genin della Nebbia nonché colui che succederà Shiltar per il posto di Mizukage. Una stella del firmamento che aveva smesso di brillare per il villaggio a causa di una missione top-secret, ma che ora è tornata a risplendere più luminosa che mai. Lieto di fare la vostra conoscenza, messer..?»

    E, mentre buttavo giù quel che era rimasto della spremuta, attesi una presentazione di tutto rispetto da parte del mio interlocutore.
     
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  8. ƒ r a n z
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    Nella tana del lupo
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    L’oste era un ninja capace, visti i movimenti in cui si esibiva tra un colpo e l’altro. Kotaro non era nemmeno riuscito a seguirlo con lo sguardo, e ne rimase sbalordito. « Ammetto che possiede una libertà di movimenti notevole, per essere un ninja che fa l’oste! » scherzò Kotaro mentre l’altro ninja sedeva sul bancone.
    Uno dei pochi uomini rimasti cercò di colpirlo al volto ma Kotaro, aiutandosi con una piccola quantità di chakra, riuscì ad abbassarsi in tempo e a sferrare un pugno alla bocca dello stomaco del marinaio. « Ma non mi sono ancora presentato! Sono Kotaro Fuuma, studente del villaggio! » annunciò con un inchino. Di tutta risposta una sedia lo copì in testa, sfracellandosi. « Aaah! » fu l’unica cosa che Kotaro riuscì a dire mentre si portava le mani alla testa. Un pugno lo colpì alla guancia, ma lui rimase in piedi nonostante il colpo inaspettato; con la mano destra parò il colpo successivo e spostò la mano sinistra sotto l’ascella dell’aggressore. Con un po’ di chakra aumentò la propria forza, sollevando l’uomo e sbattendolo violentemente al suolo.
    L’urto ruppe il naso all’uomo – una conseguenza che Kotaro non aveva previsto, ma che non lo lasciò dispiaciuto. Massaggiandosi la testa si avvicinò all’oste, appoggiandosi al bancone. « E sentiamo, lei ha un nome oppure lei è semplicemente il suo stesso lavoro? » chiese sorridendo.

     
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  9. Shinken Takatsui
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    Finalmente si era liberato di quel fastidioso guardiano! Strada facendo era riuscito a convincerlo che, senza equipaggiamento, non poteva assolutamente nuocere a nessuno. C'era voluta una lunga e travagliata discussione per eliminare le perplessita che, giustamente, lo shinobi dai capelli biondi aveva ma, alla fine, gli era stato concesso di recarsi alla locanda per rifocillarsi dopo il lungo viaggio. Trenta minuti, non di più! O ti scateno contro tutto l'arsenale di Kiri!. Itai era stato convincente.

    Toccava accontentarsi delle circostanze. Aimé, per un guerriero veterano, non avere più i suoi gingilli di guerra addosso era molto più che stressante ma, seppur con un broncio visibile da chilometri di distanza, non poteva farci nulla. Era riuscito a far passare solamente qualche Ryo e quel vecchio pezzo di ferro, motivo principale della sua venuta nel paese della nebbia. Senza quel coprifronte non avrebbe potuto dimostrare al Mizukage quello che aveva scoperto; e i suoi piani sarebbero falliti.

    [...]

    Davanti all'ingresso della locanda tutto era tranquillo; se c'era qualcosa che Shinken doveva evitare era qualsivoglia tipo di problema, pena il ritrovarsi alla velocità della luce nelle prigioni di Kiri. Brutta storia. Proprio per questo, in ogni suo movimento, anche se velatamente, era celata un attenziona particolare per tutto quello che lo circondava. Fortunatamente sembrava tutto tranquillo, compresa quella nebbiolina che aleggiava intorno a qualsiasi cosa. Lentamente si avviò verso la porta e cambiò espressione; cercò di assumere un atteggiamento più tranquillo e rilassato, anche se palesemente falso. Scostò la porta con la mano e buttò un occhio dentro.

    ° Merda. °

    Lo spettacolo che gli si parò davanti era esattamente l'opposto di quello in cui sperava di incappare; forse molto più simile alla situazione che doveva assolutamente evitare. Ma ora aveva aperto la porta e, certamente, all'interno si sarebbero girati per controllare chi fosse il nuovo venuto. Fece un sospiro ed attese di capire meglio se era il caso di entrare o se, effettivamente, era meglio passare dopo. La sua espressione? Era un onesto, sorpreso "ops!".
     
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  10. ƒ r a n z
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    Nella tana del lupo
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    All’improvviso la porta si aprì verso l’interno in pochissimi istanti in cui Kotaro temette che qualcuno dei “piani alti” avrebbe potuto presentarsi per effettuare un controllo. Sulle prime non riconobbe il ragazzo, che parve stupito di ciò che vide nella locanda, senza proferire parola; Kotaro ne dedusse che forse non era in grado di causare problemi, o almeno ci contava.
    « Salve! » lo salutò Kotaro per rompere il ghiaccio e per far sembrare tutto nella norma; « la prego, si sieda… questo signore e i suoi amici stavano giusto liberando i posti! » disse indicando l’uomo che gli aveva attaccato briga pochi minuti prima. Questi si presero e, malconci, si dileguarono dalla locanda stando attenti ai due che fino a poco prima gliele avevano suonate di santa ragione. « Non ci faccia caso, c’è semplicemente stato un piccolo malinteso… » aggiunse Kotaro portandosi una mano alla testa, la quale gli doleva ancora molto. Guardò nuovamente l’ultimo arrivato: più che un Amministratore pareva un viaggiatore, anche se Kotaro non ci avrebbe messo la mano sul fuoco per garantirlo; la sua espressione sorpresa poi lo convinse di ciò abbastanza da azzardare un’altra mossa. « Posso offrirle qualcosa, signor… »

     
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  11. [.:RoUgE:.]
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    Rifocillarsi dopo il Viaggio.






    Non era passato molto tempo da quando quei simpaticoni avevano deciso che potevo passare, anche se privo di armi.
    Ero rimasto per una mezz'ora a bazzicare per la strada principale, osservandone la struttura e la posizione degli edifici.
    Ma beh... ero abbastanza infreddolito e stanco, bere e mangiare qualcosa avrebbe aiutato a riprendere le forze.
    Così continuando a camminare notai lì da una parte un'insegna che recava un nome alquanto strano e fuori dal comune...
    La Taverna del Lupo Ubriaco....
    Povere bestie, le facevano anche ubriacare?
    Mah, a giudicare da quello che fino ad ora avevo osservato, non vi era neanche la parvenza di leggendari assassini, di criminalità e di divertimento cruento, Kiri sembrava una brutta e fredda copia di Konoha..
    E sappiamo bene quanto odio quel posto.
    Decisi dunque di entrare, magari a sbronzarsi alla locanda avrei trovato qualche "Ninja" di Kiri...
    Aprii la porta senza troppo garbo, ed entrato nella sala, cercai il primo tavolo libero e lì mi sedetti.
    Mi tolsi la cappa da viaggio, faceva molto più caldo rispetto al freddo che ti bruciava fuori.
    Alzai la testa, quel posto era frequentato da ogni sorta di persona, non riuscii al primo colpo d'occhio ad individuare l'oste, così voltandomi verso il bancone gridai:



    Oste! Portami un pasto caldo e del Sakè...



    Avrei dunque atteso una risposta, e nel caso fosse arrivata, avrei aspettato al tavolo che il mio ordine giungesse...



     
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  12. C a n n e l l a
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    Triclopia
    Parte 1


    L’infruttuoso incontro con il cugino Kui mi aveva lasciato decisamente l’amaro in bocca. C’è un vecchio detto nella mia famiglia che dice: “Se la vita ti lascia addosso i suoi cattivi odori, l’ideale è che tu ti faccia una doccia con del buon sakè”. Purtroppo questo, più che un consiglio di natura filosofica è in realtà un consiglio diretto e materiale. Ovviamente solo in una famiglia in cui la tradizione è stare immersi nella merda fino alla cintola per dodici ore al giorno si può consigliare di fare il bagno nell’alcool. In quel caso però la mia superiore capacità di astrazione mi permise di fare il paragone tra il fallimentare incontro con mio cugino e il conseguente bisogno di sciacquare via la delusione con del buon liquore. Chiesi in giro dove fosse la locanda, e mi risposero che era piuttosto vicina a dove mi trovavo io. Dovevo praticamente proseguire a diritto. A passo spedito mi avviai quindi verso la taverna di Kiri, pensando ancora una volta a quanto fossero idiote le tradizioni della mia famiglia, e alla fortuna che avevo avuto nel sottrarmene.

    Quando arrivai mi si parò davanti una bettola in piena regola, con tanto di insegna con nome losco dipinto sopra. La Tana del Lupo Ubriaco. “Che nome demente”, pensai, “E speriamo che il lupo voglia ubriacarsi con me...mi ci vorrebbe proprio, ora. Un bel secchio di sakè e un lupo alticcio con cui fare baldoria.”
    Spinsi la porta ed entrai nella locanda.
    C’erano pochi avventori. Uno di essi mi colpì particolarmente: sedeva da solo ad un tavolo, e non sembrava particolarmente contento. Era anche piuttosto basso, con i capelli scuri. Mi ricordò un po’ Hoshi: questo qua era solo più scuro e rabbuiato. Soprattutto, però, quello che attirò subito la mia attenzione fu il copri fronte di Konoha che indossa sulla fronte.
    “Che ci gira un altro konohano in questo buco umido?” Mentalmente mi appuntai che dovevo conoscerlo meglio. Mi diressi quindi verso il bancone dove a gran voce chiesi una dose molto generosa del liquore più forte della casa. Quando me lo ebbero dato decisi che era il momento di fare un po’ il figo (cosa che, devo ammettere, mi riesce piuttosto bene).
    Con un gesto molto preciso e rapido (non volevo rivelare a tutti il funzionamento della mia tecnica) applicai un sigillo sulla fiaschetta di sakè. Essendo ben sigillata non rischiavo di sprecare prezioso alcool. Quindi con nonchalance mi diressi verso un tavolo. A metà strada però finsi di inciampare e lanciai la bottiglia, proprio in direzione del tavolo dello sconosciuto compatriota. Era, dovete sapere, un lancio molto ben calibrato, ed aveva lo scopo di spedire la bottiglia esattamente al posto vuoto di fronte al bassetto.
    Un attimo prima di toccare il suolo sparii {Basso + Mezzo Basso}. L’istante successivo sedevo davanti al tizio di Konoha, reggendo in mano la bottiglia di sakè. La posai sul tavolo e sorrisi. “Devo ammettere”, pensai,“Che mi sono teletrasportato veramente bene!”
    Con un movimento fluido tolsi il sigillo e senza farmi vedere lo riposi in una tasca.

    «Beh, salve, compaesano! Qual buon vento ti porta qua a Kiri? Ah, perdonami la maleducazione: io sono Aki Hitori.»


     
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  13. [.:RoUgE:.]
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    Ma tutti a me gli Strambi?!






    Il mio ordine era finalmente giunto, così con calma riempii il mio bicchiere, colmandolo con quel delizioso liquido trasparente.
    Una locanda strana, niente risse, niente casino, ottimo posto dove restare a pensare dopo un lungo viaggio come il mio...
    Era chiaro che Kiri ed il suo Mizukage avessero intensificato le loro norme di sicurezza, anche se per il momento non avevo notato nessun tipo di pedinatore.
    Come poteva passagli per la testa che se fossi stato un cazzo di Nukenin , e mi fossi dunque ormai introdotto nel loro quieto villaggio, oltre alle mie armi, non avessi altri modi per causare morte e distruzione, oppure per avvelenare i loro pozzi...
    Non erano dei grandi strateghi a quanto pareva, il Mizukage da quanto sapevo era un concentrato di forza bruta e resistenza astronomica, non certo un capo dalle sottili abilità mentali...
    E' strano come un villaggio si adatti al suo leader così fedelmente.
    Mah, sarei tornato anteriormente a quei pensieri, intendevo cenare e scaldarmi con il liquore.
    Stavo consumando il mio generoso pasto, l'accademia mi aveva appena pagato per quella missione svolta con Drake...in quel momento non era il denaro a mancarmi.
    L'unica cosa di cui avvertivo l'estrema mancanza era la mia lama, ormai segregata in qualche umido archivio o armeria...
    Siano dannati.
    Stavo ancora bevendo, quando al porta del locale, rimasta chiusa da lla mia poco appariscente entrata, si aprì di nuovo.
    Rivolsi la coda dell'occhio ad essa, e notai un biondino dal fisico atletico, era di sicuro uno shinobi, ma non di Kiri, indossava il mio stesso coprifronte del cazzo.
    Nogli diedi peso, continuando a mangiare e a bere in tranquillità.
    Lo vidi però, poichè era entrato invasivamente nel mio campo visivo, chiedere del liquore al bancone, e nel mentre si allontanava da esso, inciampare goffamente...
    Avrebbe preso una bella legnata a terra! Ma qualcosa andò diversamente.
    Infatti la bottiglia che reggeva gli sgusciò di mano, arrivando nella mia direzione, non mi avrebbe colpito, per questo rimasi immobile ed impassibile.
    Merda il biondino ora sedeva davanti a me con la bottiglia in amno, dalla quale tolse rapidamente qualcosa.
    Alzai lo sguardo leggermente infastidito dall'essermi perso il suo naso sanguinante per merito di una sua strana tecnica..



    E tu chi diavolo sei?!



    Abbassai lo sguardo inguargitando altro Sakè, poi tornai a quel biondo sbatato ma dalla tecnica stranissima.



    Bene, sei di Konoha, e per questo già rompi le palle,
    Devo dedurre dal tuo arrivo appariscente che sei in cerca di rogne o cosa?
    O forse la mia persona ti interessa in modi poco convenzionali...
    Ragazzino...Biondo...



    Era impossibile, Konoha mi aveva seguito anche nel freddo di Kiri, ne stavo avendo abbastanza...




     
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  14. C a n n e l l a
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    Triclopia
    Parte 2


    Il trucco era riuscito alla perfezione. Mi ritrovai perfettamente seduto davanti allo sconosciuto konohese. Mi aspettavo di leggere sul suo volto qualcosa come stupore, paura, meraviglia. Invece c'era solo noia, e un vago senso di disprezzo. Mi parlò come se fossi qualcosa di poco importante e noioso, abbassando la testa per bere il suo sakè.

    Lo sconosciuto non mi pieceva per niente. Primo: non si era presentato a sua volta, segno di maleducazione; secondo: non sembrava molto ben disposto verso un suo compaesano, il che è male, molto male; terzo: non aveva per niente apprezzato la mia entrata in scena, e mi stava dando dell'esibizionista; quarto, ultimo ma non meno importante: io non ero, e non sono, un ragazzino biondo!!!
    Questo per spiegare per quale motivo le parole che gli rivolsi suonarono magari un po' aspre.

    «Senti io non ti conosco. Sono venuto qui solo perchè mi incuriosiva il fatto che anche tu fossi di Konoha. Anche se a giudicare dalla tua risposta non consideri abbastanza questo onore che la vita ti ha fatto. E quello che cerca grane mi sembri te, carissimo bevitore di sakè. Altrimenti mi avresti risposto secondo le norme della buona creanza, e non così alla cazzo! E sia chiaro: non ho alcuna mira sessuale verso di te, bassetto!»

    Nel dire così mi ero mezzo scolato la bottiglia di sakè. Cominciò a darmi alla testa, e mi resi conto che sarebbe stato meglio non bere. Non conoscevo quel tizio, e sperai che non fosse belligerante come sembrava. Però urlargli contro mi aveva (almeno in parte) liberato dalla delusione per l'incontro con Kui.
    Mi sporsi verso di lui, aspettando una risposta. Un angolino razionale del mio cervello mi suggerì di sperare che quella risposta non venisse sotto forma di cazzotto nel mio perfettissimo naso. Lo seguii, mi sembrava un buon suggerimento.



     
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  15. [.:RoUgE:.]
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    Bassetto?! -






    Sapete era divertente per me stare a sentire qualcuno di inesperto che si credeva mio pari solamente per aver notato la mia carenza di altezza, che poi si era sempre rivelato un vantaggio per me, meno peso, meno resistenza con l'aria, più velocità.
    Era una cosa alquanto semplice sottovalutarmi, ed era semplice trovarsi con la faccia nel fango per averlo fatto.
    E questo novizio del cazzo lo stava facendo.
    Mi si allargò sul viso un sorriso abbastanza malevolo, come di chi ha l'intenzione di procurare il massimo dolore a chi ha di fronte, l'avrebbe capito chiunque, ma quell'espressione mi abbandonò all'istante dopo che il Biondo pronunciò la parola Bassetto.
    Presi la mia bottiglia di Sakè, e riempii fino all'orlo il suo Bicchiere, poi prendendo direttamente la mia bottiglia, lo guardai con l'aria di chi la sa lunga, ed esclamai abbastanza divertito dalle sue parole:



    Beh vedi... Aki, presumo Genin della Foglia giusto?
    Io non appartengo a Konoha, e non sono di quel villaggio, per mia sfortuna mi sono trovato ad abitare lì, in mezzo ad un branco di pecore senza spina dorsale che idolatrano un Hokage scomparso da non sò quanti anni!
    Pochi si meritano la mia lealtà, ma di sicuro non la falza Konoha...
    Non c'è onore a fare parte del più debole ed insulso dei 4 grandi Villaggi!
    Sei all'inizio, è normale che tu punti a servire il tuo pese e cazzi vari!
    Ma a Me, che so come vanno queste cose non importa un cazzo di essere buono o stronzate Varie, perchè è questo che Konoha insegna alle reclute...
    Mi sembra giusto, visto che mi hai infastidito con il tuo nome, Genin, dirti il mio.
    Io sono un Chunin di Konoha, Hiei Kuroryu...





    Una piccola pausa per riprendere fiato dopo una sfuriata, che certamente non era ancora terminata, almeno non da parte mia...
    Gli avrei fatto sputare sangue con le parole, e forse anche con altro.
    Dannato bambino impertinente, come osava disturbarmi mentre mangiavo solamente per mostrare quella sua strana tecnica?
    Bassetto?!



    La tua visione è limitata, devi essere una frana in ambito di Senjutsu...
    Come hai potuto notare, mentre hai fatto tutto quel casino per far vedere quanto sei cazzuto ad uno che se ne sbatte, io ero quì per mangiare e bere, non per trascinarmi dietro un Insulsa pedina della Foglia!
    Poi...
    Non sono tenuto a trattare alla pari un Genin, o no? Sei tu che dovresti afre il Bravo cagnolino di merda! Non sei fiero, adesso dei comandamenti di Konoha rispetto alle Gerarchie?!
    Trovo piacere nel fatto che tu non sia una checca, ma di sicuro...



    Passarono dunque alcuni secondi, era un tempo breve, sarebbe sembrata una sospensione momentanea della mia parlata, per riprendere fiato o altro, invece con una velocità fulminante, aiutato anche da una quantità media di chakra, senza preavvisi, mollai un diretto destro, che avrebbe tentato di colpire al volto quel cazzo di microbo fastidioso!
    Il colpo sarebbe stato sferrato sfruttando quasi a pieno la mia massima rapidità[Velocità: 475+MedioBasso= 575; Potenza: 8; Forza: 425].



    Non dovevi chiamarmi BASSETTO!!!!!!!!!



    Avrei atteso poi, qualunque fosse stato l'esito del colpo, forse dopo quella dimostrazione di fulmineità, esso avrebbe cambiato atteggiamento.
    O se avesse incassato il colpo al volto, avrebbe avuto di che piagnucolare.
    E forse si sarebbe tolto dai piedi.




     
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1310 replies since 19/10/2005, 16:10   17633 views
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