Casa del Moccioso

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    Dapprima si domandò se era il caso di riempirlo di botte. Subito dopo, dedusse che non aveva senso domandarlo: era sempre il caso di pestare il rosso. Successivamente, decise di glissare almeno per i successivi minuti, visto che di cose da fare ce n'erano ed era inutile aggiungere altra carne al fuoco. Tanto di lì a poco si avrebbe fatto visita anche a quella sottospecie di boy scout infervorato dall'idea di aiutare le vecchiette ad attraversare la strada ed altre buone azioni da mocciosi idioti, e per quanto il Rosso potesse provare a dissimulare o raccontare balle quello là avrebbe vuotato il sacco.

    « Per ora lasciamo perdere. »
    E lo disse in tono di ira a stento trattenuta, quel genere di voce che sembra presagire tempeste di rabbia farcite di fulmini e saette. Era stata costretta per due lunghi anni a sopportare angherie e prese in giro di tutti i tipi senza poter reagire (più o meno, data la lunga lista di danni provocati all'arredo del suo liceo), in quel momento provava un piacevole sollievo dal potersi finalmente sfogare a piacimento arrabbiandosi con tutto ciò che le dava fastidio, lo stesso di una tigre tenuta a lungo in cattività ed ora liberata dalle catene che può correre libera senza cancelli o recinti. Questo preservò Hoshi da una sfuriata Made-In-Yagi al suo primo errore. La domanda era: quanto sarebbe durata?
    « ... Insomma... »
    Le mani puntate ai fianchi, squadrò il jonin dalla punta dei capelli alle unghie dei piedi con aria di sufficienza. Socchiuse gli occhi, fremette qualche istante, si sfiorò la fronte con due dita, stavolta nera come una nuvola scura e satura di fulmini.

    « Vestiti! O giuro che ti ammazzo. »
    Si voltò, incrociò le braccia al petto e attese con insospettabile calma che Nanoshi facesse quando ordinato, una vena in procinto di esplodere piantata sulla tempia ed il tono di voce esasperato.
    « Ho avuto da fare, capito?? E non nominarmi quello scemo di Hiro, ti faccio del male. Se mi chiedi ancora qualcosa o vengo a sapere che vai in giro a fare domande su di me giuro che te la faccio pagare, quindi concentrati su ciò che devi fare: »
    alzò le due spade dalle lame lucide e curate, ma una delle quali aveva l'impugnatura distrutta da una cartabomba, un danno vecchio che sicuramente Hoshi avrebbe ricordato, allorché fu lui a provocarlo.
    « Mi hanno cacciata dalla palestra ed ora non posso prendere le spade di Haruka, e queste sono le uniche che ho! Quelle che mi passa l'Amministrazione fanno schifo. E non voglio armi di bassa qualità. Quindi prenditi e tue responsabilità e trova il modo per riparare le mie armi!
    Tutto a tue spese, naturalmente, visto che io non ho un soldo.
    »

    Quattro, e dico: quattro minacce, due ordini secchi ed una pretesa imperiosa nel giro di pochi attimi, il tutto una volta piombata in casa di un jonin dopo aver quasi sfondato la sua porta ed averlo preso a calci in faccia. Beh, quella era certamente Deidara e non un clone, non c'era dubbio...

     
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    A Casa di Hoshi
    ..Good-Bye Hoshi-Kun..
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    Era ancora vivo. Erano passati due e forse anche tre minuti abbondati e ancora poteva sentire l’aria scendergli fin giù ai polmoni, che splendida sensazione quella di sentirsi vivo. Sembrava che la sua parlantina o forse qualcos’altro di cui era allo scuro fosse riuscito a contenere l’istinto omicida dell’affettatrice ambulante, una vera fortuna dato che per come era conciato resistere ad un assalto isterico sarebbe stato praticamente impossibile. Pian piano la tensione si stava allentando e l’espressione del giovane da tirata passò a quella sua solita da beota nulla facente. Dopo una grattata al sedere il ragazzino scattò all’indietro quando la ragazza dai capelli color grano gli intimò di prendere i vestiti ed indossarli.

    -Eh?.. i vestiti?!.. OH CAVOLO SONO ANCORA IN MUTANDE!!!..-



    Il Chikuma sarebbe arrossita dall’imbarazzo, anche se non si sarebbe mai detto anche lui ogni tanto teneva alla sua dignità. Fatto un salto degno del migliore gesto atletico olimpionico dietro al divano, il rosso si sarebbe messo a cercare sedere all’aria i vestiti che aveva disseminato per tutto il salotto. Mentre cercava la ragazzina aveva preso a blaterare qualcosa di imprecisato sulle sue spade e sul casino che il Chikuma aveva combinato distruggendole. Il rosso li per li rispose a tutto con un semplice.

    -Si.. si.. ricordo.. ahn..ahn.. mmh.. si certo.. ma dai?!.. ah capisco..-



    Poche e brevi parole costruite ad hoc per tenere intanto impegnata la furia mentre raccattava l’ultimo calzino da terra. Aveva capito ben o male il senso della sua visita, tuttavia proprio non capiva perché diavolo dovesse farsi lui carico della cosa. Insomma quella maledetta nana aveva tentato di ammazzarlo in mezzo alla strada principale di Suna ed ora voleva pure essere risarcita, cose dell’altro mondo. Il rosso con in mano tutti i vestiti ed ancora in mutande avrebbe fissato la ragazzina sicuro della barriera impenetrabile che ora lo divideva dal nemico, il suo divano stellare, una fortezza di pelle e morbida gomma spugna capace di attutire ogni urto, una meraviglia della tecnologia d’arredamento. Da li poteva dirle tutto quello che voleva senza dover temere nulla, un bel colpo per il rosso che ora si sentiva nuovamente il re della casa.

    -Ehi vacci piano!.. perché diavolo dovrei mettercelo io il den.. eh?!-



    Il rosso non riuscì a terminare la frase questa volta, il pesante rumore di una mela che cade sul pavimento avrebbe colto la sua attenzione mentre una figura si mostrava ai presenti con in mano due grandi buste della spesa, la regina di casa era tornata, Kibishii Sakebi era tornata al castello e si era ritrovata davanti il moccioso dalla testa rossa, in mutande con in mano i vestiti e davanti a se una giovane ragazza innocente dai gloriosi capelli dorati. Situazione piuttosto imbarazzante che lasciava sicuramente molto spazio alla fantasia della donna abituata a seguire la telenovelas di Shinobyful!!!

    Gli occhi carichi di terrore pure del rosso erano indescrivibili in quei momenti, nessuno poteva renderli così disperati, nemmeno la comparsa davanti ai suoi occhi del dio del giudizio finale, sua madre era peggio, molto peggio. Dal canto suo Deidi on aveva nulla da temere, era completamente vestita, inoltre Kibishii non l’avrebbe mai rimproverata di nulla, anzi l’avrebbe assecondata e fatta accomodare offrendole anche del the con tanto di pasticcini. Chi aveva sbagliato era il bastardo dai capelli rossi, la sua voce sarebbe tuonata verso di lui trafiggendolo come la lancia di longino. Che avrebbe fatto la ragazzina dai capelli dorati, sarebbe intervenuta in soccorso del rosso, avrebbe dato man forte alla Regina di casa o sarebbe semplicemente rimasta a guardare lo spettacolo?

    -HOSHI.. KUZU.. CHIKU.. MA!!!.. spero tu abbia una valida spiegazione.. per ciò che stanno vedendo i miei occhi!!!..-


     
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    « ...? »
    Era un po' stupita. Insomma, una vecchia dall'aria stramba aveva appena fatto irruzione in casa del Rosso, iniziando ad inveire contro di lui per motivi non proprio chiarissimi, anche se perfino la testolina un po' ottusa di Deidara riuscì ad afferrare che in qualche modo la sua presenza doveva essere correlata a quello sfogo di rabbia della donna. Non riuscì a saltare a delle conclusioni, visto che non era nella sua indole, ma per qualche motivo si risentì parecchio, come se in qualche modo la vecchia l'avesse insultata.

    « Hoshi... »
    Non che fosse contraria ad un pestaggio del rosso, nossignore dato che probabilmente di lì a poco sarebbe stata lei stessa a massacrarlo di calci, però in quel frangente lui le serviva vivo e capace di intendere e di volere quel tanto che basta a riuscire ad aprire il portafogli e selezionare il giusto numero di banconote per pagare un fabbro qualsiasi che le riparasse le wakizashi gemelle dall'impugnatura nera danneggiate. Detto questo alzò un ditino indicando senza ritegno né cura dell'etichetta la donna furiosa.
    « ... Chi è questa qui? E che ha da strillare? »

     
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    A Casa di Hoshi
    ..Fuga Aerea..
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    Lo aveva fatto dannazione, aveva alzato quel dannato dito indice contro sua madre e aveva chiesto con fare quasi scocciato chi diavolo era, brutta storia quella in cui si era immischiato il rosso, ma che immischiato lo avevano trascinato a forza, dannazione lui voleva solo godersi mezza giornata di divano. La bocca spalancata del rosso alle parole di Deidi si richiuse prontamente appena in tempo quando i suoi occhi videro la donna estrarre da sotto la giacca due rotoli da richiamo incuranti della spesa che intanto correva ormai per tutta la casa. Deidi avrebbe scritto sui due rotoli due parole, su uno c’era il kanji di “Paradiso” mentre sull’altro era presente il kanji “Inferno”, davvero brutta storia quella in cui si era impegolato.

    -OH MERDA QUELLE NO!!!!..-


    Il rosso rapido avrebbe emesso una dei suoi potenti soffi puntando la ragazza dai capelli color grano, non si sarebbe accorta quasi di niente, avrebbe sentito solo una forte brezza scompigliarla tutta prima di ritrovarsi sospesa in aria al di fuori della casa seguita dal rosso in preda al panico mentre correva per il giardino inseguito da quelle che dovevano essere due marionette, una a forma di angelo e l’altra a forma di diavolo, le più temibili tra la collezione della madre di Hoshi. [Keze Enkaku Sosa][Velocità Blu+4]

    -WAAAAAAH!!!.. DANNAZIONE MAMMA SMETTILA!!!.. TI POSSO SPIEGARE!!!..-


    -STA ZITTO BRUTTO MANIACO!!!.. NON SI FANNO CERTE COSE MENTRE SONO A FARE LA SPESA!!!.. SEI UGUALE A TUO NONNO!!!-


    Il rosso avrebbe quindi usato la stessa tecnica su se stesso per alzarsi in volo alla stessa altezza della bionda, sperava solo che questa non si mettesse a strillare come una pazza come al suo solito dato che si trovavano a circa trenta metri da terra e quella tecnica non è che gli riuscisse poi così bene. Il rosso avrebbe trasportato i due fino al tetto di una casa li vicino a circa cinquanta metri dalla sua, Deidi sarebbe atterrata dolcemente mentre Hoshi si sarebbe schiantato a terra di muso come era suo solito fare, proprio non gli riusciva di cadere con i piedi, ci aveva pure inventato una tecnica segreta su quel suo brutto vizio.

    -OUF!!!.. accidenti che male.. anf.. anf.. accidenti Deidi.. non fare mai più una cosa del genere a casa mia.. anf.. ah comunque.. Deidi-Chan.. quella è mia madre.. eheheh.. non è cattiva ma a volte schizza e tira fuori quelle marionette terrificanti.. da bambino le usa per raccontarmi le storie della buona notte.. ho ancora gli incubi.. sigh..-


    Il rosso si sarebbe messo a ridere grattandosi la testa, con se era riuscito a portare i vestiti quindi ne avrebbe approfittato per indossarli mentre l’altra molto probabilmente sarebbe esplosa dicendogliene di tutti i colori. Completata la vestizione il rosso avrebbe fatto un gran respiro, non c’era modo di togliersi da quel casino, purtroppo doveva assecondare Deidi se voleva venirne fuori con meno botte possibile.

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    -Uff.. ok Deidi.. ho deciso che ti ripagherò le spade.. dopotutto come hai detto anche tu.. te le ho fatte esplodere io.. per sopravvivenza certo.. ma sono stato io.. quindi direi che devo ripagartele..-


    Il rosso le avrebbe sorriso per poi volgere lo sguardo verso casa, sembrava preoccupato di qualcosa e ben presto la questione venne a galla.

    -Mmh.. abbiamo due problemi però.. il primo è che non conosco nessun buon fabbro qui al villaggio che possa sistemartele.. se ne conosci uno tu meglio!.. il secondo problema.. è che ho lasciato tutti i miei soldi dentro casa..-


    La situazione era volta verso un nuovo obiettivo, ora i ragazzi dopo una veloce fuga aerea erano costretti a tornare nella tana della tigre per recuperare i soldi necessari a riparare le spade della konouichi dai capelli color grano, una brutta storia quella in cui si era invischiato, una bruttissima storia carica di pazze isteriche.

     
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    Quando vide dardeggiare la mano della donna sotto la giacca, il movimento repentino la mise subito in allerta, sebbene non fosse preparata a quanto sarebbe successo di lì a poco. Non fece in tempo né a stamparsi nella testa i kanji impressi sui due rotoli jutsu, né ad accorgersi dell'azione straordinariamente rapida del Rosso. Una folata di vento la avvolse, costringendola per riflesso a stampare entrambe le mani sui lembi della gonna per tenerla al suo posto, con il risultato di lasciarla del tutto impreparata e vulnerabile quando si ritrovò a volteggiare per aria senza alcun controllo.

    « Cos?? Quand??? HOSHI, SEI STATO TU!!! FAMMI SCENDERE!!! »
    Le andarono i capelli in faccia e riuscì a malapena a discernere le due grottesche sagome meccaniche che inseguivano il Moccioso con gli arti artificiali protesi verso di lui.
    « HOSHI, SEI UN IDIOTA!!! »
    Rincarò la dose, sovrapponendo la sua voce a quella altrettanto furiosa della matrona del nano ed aggiungendo altri improperi a quelli eccessivamente fantasiosi proferiti da quest'ultima. Tutto d'un tratto aveva intuito il perché quella là strillava così tanto e perché sembrava così scandalizzata. Al solo pensiero sentì le guance che avvampavano ed una gran voglia di pestare a sangue quel pervertito, e l'avrebbe anche fatto se solo non stesse levitando a mezz'aria senza la minima padronanza dei suoi movimenti.

    « Hoshi, io... »
    Stava per aggiungere qualcos'altro di irripetibile, quando di nuovo una folata di vento si sollevò, trovandola stavolta un po' più pronta a quell'evento, sicché riuscì sia a tenere composti i suoi abiti, sia a bilanciarsi ed atterrare con una certa grazia sulla sommità di un'abitazione non lontana, mentre accanto a lei il Rosso si schiantava al suolo con quel certo genere di eleganza che gli era propria.

    CITAZIONE

    -OUF!!!.. accidenti che male.. anf.. anf.. accidenti Deidi.. non fare mai più una cosa del genere a casa mia.. anf.. ah comunque.. Deidi-Chan.. quella è mia madre.. eheheh.. non è cattiva ma a volte schizza e tira fuori quelle marionette terrificanti.. da bambino le usa per raccontarmi le storie della buona notte.. ho ancora gli incubi.. sigh..-


    Sobbalzò, rossa in viso, trattenendosi a stento dal pestarlo.

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    « Come sarebbe a dire, eh?? E' colpa tua, potevi dirmelo che era tua madre!! Cosa vuoi che ne sappia del tuo albero genealogico??! »
    Sistemò i capelli alla meno peggio, poi ringhiò di nuovo addosso al Sand Scorpion.
    « E vestiti!!! Insomma... non sei cresciuto per niente. Sei più immaturo di un moccioso delle elementari! E guarda qua, per colpa tua mi si sono scompigliati i capelli ed ora sembro uno spaventapasseri! »
    Voltata dall'altra parte mentre l'altro si rivestiva, tirò fuori dalla tasca un piccolissimo cofanetto scuro piatto a forma di conchiglia, al cui interno c'era uno spolverino, della polverina color carne ed un minuscolo specchietto che usò per constatare le sue condizioni inguardabili.

    CITAZIONE

    -Uff.. ok Deidi.. ho deciso che ti ripagherò le spade.. dopotutto come hai detto anche tu.. te le ho fatte esplodere io.. per sopravvivenza certo.. ma sono stato io.. quindi direi che devo ripagartele..
    Mmh.. abbiamo due problemi però.. il primo è che non conosco nessun buon fabbro qui al villaggio che possa sistemartele.. se ne conosci uno tu meglio!.. il secondo problema.. è che ho lasciato tutti i miei soldi dentro casa..-


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    « Non c'è problema. »
    Disse, improvvisamente più calma, mentre sempre dando le spalle al Rosso si dava da fare per sistemarsi il viso con alcuni piccoli ritocchi premendo delicatamente il piccolo disco di cotone contenuto nel cofanetto.
    « Tanto non le portavo comunque da un normale fabbro. Insomma, sono le mie spade! Credi davvero che possa andarmi bene uno qualunque? »
    Richiuse l'oggetto con uno scatto secco e lo fece sparire, poi inspirò sollevata dall'aver riavuto indietro un aspetto quanto meno decente e guardabile. Dopodiché, squadrò Hoshi dall'alto in basso per la prima volta, dato che fino a quel momento aveva evitato accuratamente di scoccargli un'occhiata che non fosse circoscritta alla sua faccia.
    Oh, fantastico. Perfino lui era diventato più alto. Adesso sì che si sentiva una nana.
    Quella constatazione fu irritante.

    « Andremo dal maestro Michael, è lo stesso che cura le armi della palestra. E' un tipo strano... era compagno di team della capopalestra Haruka, quando lei era ancora un genin. »
    Difficilmente uno con l'indole di Hoshi si sarebbe dimenticato di Haruka, magari aveva potuto rimuovere il nome, ma di certo non l'aspetto. Deidara compresa, le Danzatrici del Loto Bianco erano in quattro: c'era la moretta di poco più grande di lui con la faccia da volpe che aveva messo Hoshi nei guai in un paio di occasioni compreso quando gli aveva regalato le chiavi di casa di Deidara con risultati catastrofici, c'era quella con i capelli ramati di 25-26 anni che portava una quinta misura abbondante, ed infine c'era la più bella di tutte, su cui Hoshizuku dopo che Deidara l'aveva quasi ridotto ad carne macinata si era tuffato senza ritegno. Quella era la capopalestra, Haruka. Se il fabbro da cui la biondina lo stava conducendo era un suo coetaneo, allora doveva essere molto giovane. Chissà che da quell'incontro non sarebbe scaturita una buona ed utile conoscenza?
    « Andiamo. »
    Deidara si lanciò dal tetto, atterrando quattro metri più in basso, in strada, come se non avesse peso.
    « Il maestro Michael è un eremita girovago, non si ferma tanto a lungo. Viene a Suna per riscuotere i pagamenti dei lavori precedenti e per procurarsi i materiali che gli servono, poi riparte e non si fa più vivo per diversi mesi. »
    Strano. Erano già diversi minuti che non arrivavano minacce di morte o simili.
    « Se arriviamo in ritardo e lo perdiamo per colpa tua ti ammazzo. »
    Ah, ecco, ora va meglio.

     
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    A Casa di Hoshi
    ..Il Mistero della Mutanda Azzurra..
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    Mentre Deidi si sistemava il rosso sarebbe rimasto ad ascoltare ciò che aveva da dire, era strano ma le sue parole sembravano quasi nascondere un piano ben architettato, sembrava quasi che la biondina desse per scontato che alla fine il Chikuma le avrebbe rimborsato le sue amate spade. Hoshi rimase a guardare la ragazzina mentre si sistemava, ora che guardava bene era diventato più alto della ragazzina, non riusciva a crederci eppure era così. Mentre spiegava il suo piano per riparare le spade il rosso si sarebbe avvicinato approfittando del fatto che la bionda si stesse sistemando, giunto in prossimità avrebbe confrontato l’altezza della sua testa con quella del ragazza.

    -Eheheheh..-



    Era fottutamente più alto!!! Una lacrima subito asciugata dalla calura del giorno sarebbe scesa in quel momento sulla guancia del rosso, una vittoria impareggiabile, avrebbe ricordato quel giorno per tutto il resto della vita. C’era tuttavia un'altra cosa che non tornava, un particolare che ora aveva preso posto nella sua mente soffocandola nel dubbio, le mutandine della Yagi, erano strane. Durante tutto il volo il rosso di certo non aveva perso l’occasione di buttare l’occhio, la ragazzina di certo aveva un gran gusto nel vestire, tuttavia qualcosa stonava. Le mutandine della Yagi erano diverse nello stile da quelle che lui era riuscito a sgraffignare qualche tempo prima da casa sua, non era una diversità sottile. No quelle mutande erano completamente diverse da quelle che aveva lui in camera e che teneva insieme a tutti i suoi trofei ottenuti in una gara all’ultima mutandina sostenuta con Tatsumaru.

    -Mmh.. è strano..-



    Il rosso avrebbe borbottato tra se e se mentre l’altra cominciava a spiegargli del fabbro magico. Il terribile aculeo del dubbio lo aveva colpito al cuore, cosa voleva dire quella sua strana sensazione, perché il suo cuore si era fatto così pesante, che quelle mutandine non fossero della Yagi? L’imbambolamento durò qualche istante, il tempo di sentire il dolce nome di Haruka, la dea della prosperità dalla quale aveva assaggiato anche solo per qualche istante il dolce frutto della morbidosità femminile.

    -ANDIAMO DA HARUKA?!!!.. evvai!.. è da un sacco che non vedo le ragazze della palestra.. ultimamente sono sempre stato impegnato tra allenamenti e missioni in giro per il continente.. se questo Michael è un amico di Haruka molto probabilmente incontreremo anche lei.. eheheh..-



    Il rosso quindi sarebbe saltato giù in mezzo alla strada atterrando affianco alla bionda, dovevano recuperare i soldi è vero tuttavia non era così prettamente necessario. Il rosso ricordava a memoria il suo numero di conto corrente, quindi sarebbe bastato lasciare un paio di dati al fabbro per pagarlo. Guardatosi attorno il ragazzino avrebbe cercato di intuire da che parte aveva intenzione di andare la bionda quindi avrebbe chiesto che avesse intenzione di fare dato che lui non aveva la ben che minima idea di dove dovevano andare per incontrare questo fantomatico Michael.

    -Ehi Deidi fa strada.. senti al tuo amico Mica-coso basta il numero del mio libretto di credito o preferisce i contanti.. perché la seconda opzione prevede un nostro ritorno a casa mia e la cosa non è che mi alletta dopo tutto il casino che hai combinato..-



    A casa di Hoshi o alla ricerca del mastro fabbro Michael, questa le due opzioni che attendevano i due ninja mentre il mistero delle mutandine di Deidi si faceva sempre più fitto nella mente del rosso, la verità sarebbe presto venuta a galla, di certo non poteva soprassedere ad una cosa di così fondamentale importanza.

     
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    -ANDIAMO DA HARUKA?!!!.. evvai!.. è da un sacco che non vedo le ragazze della palestra.. ultimamente sono sempre stato impegnato tra allenamenti e missioni in giro per il continente.. se questo Michael è un amico di Haruka molto probabilmente incontreremo anche lei.. eheheh..-


    Sussultò e rallentò visibilmente il passo, praticamente fermandosi mentre Hoshi, alle sue spalle, continuava a parlare a macchinetta senza accorgersi subito del repentino cambio di umore della biondina, cambiamento che però sarebbe stato evidente quando l'avrebbe superata e si fosse voltato a guardarla.

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    -Ehi Deidi fa strada.. senti al tuo amico Mica-coso basta il numero del mio libretto di credito o preferisce i contanti.. perché la seconda opzione prevede un nostro ritorno a casa mia e la cosa non è che mi alletta dopo tutto il casino che hai combinato..-


    Deidara era diventata scura in volto, come se qualcosa che aveva detto il Rosso le aveva improvvisamente fatto tornare alla memoria qualche fatto spiacevole.

    « No, non ci andiamo da Haruka. »
    Disse seccamente, e con zero vitalità nella voce d'un tratto priva perfino di un tono di minaccia.
    « Sai, sono rimasta ferma due anni, perché non potevo addestrarmi, e così... »
    Tenne in sospeso la frase per un po', prima di incamminarsi e superare di nuovo il Rosso
    Si vergognava molto di ciò che stava dicendo.

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    « non sono più... adatta a frequentare la palestra, sai? Cioè... in pratica... sì, insomma.
    Mi hanno cacciata... ecco tutto.
    »
    Quando si voltò stava sorridendo un po', o per meglio dire aveva allargato le labbra fingendo un sorriso che appariva così forzato da sembrare finto.
    « Ah, comunque non ti preoccupare... Maestro Michael non accetta denaro per il suo lavoro. Ti chiederà dei materiali, e quando tornerà a Suna verrà a ritirarli di persona. L'ultima volta per affilare e lucidare le spade ha voluto che gli portassi delle pietre che si raccolgono nella parte ovest del deserto, mi ha aiutato Ai per trovarle. »

     
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    A Casa di Hoshi
    ..Tu non me la racconti giusta!..
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    Quando Deidi disse che non andavano a trovare Haruka il rosso si demoralizzò così tanto da andarsi a rintanare e raggomitolare per qualche minuto in un angolo scuro di una casa random dando le spalle alla strada, insomma perché diavolo non dovevano andare a trovare la bella e prosperosa Haruka? Deidi aveva sempre stravisto per quella ragazza dalle abilità sovraumane, ed ora sembrava quasi scocciata di sentire il suo nome. Era insolitamente strana la ragazzina, sembrava quasi volesse confidarsi con il rosso, la cosa spaventava a morte il Chikuma, le novità con la ragazza dai capelli color grano finivano sempre nel sangue perciò quando la superò decise di starsene buone nelle retrovie.

    -Eh?.. Ti hanno cacciata?!..-


    Deidi era stata cacciata dalla palestra da non credere, insomma che poteva aver combinato di tanto grave da farla allontanare dalla palestra. Era tornata dalla sua famiglia per un po’ di tempo ok, ma la storia non reggeva, nessuna palestra avrebbe mandato via un allievo solo per qualche anno di assenza, insomma seppur ninja si era sempre degli esseri umani e poteva capitare di dovere allontanarsi da quel mondo per un po’.

    La ragazza quindi continuò cambiando discorso, sembrava non voler parlare di quella storia eppure Hoshi era dannatamente curioso, in realtà la storia del fabbro gli importava davvero poco visto e considerato che doveva sborsare lui i soldi e trovare il materiale a quanto pare per forgiarle. Un'altra cosa inoltre non tornava, perché Deidi aveva chiesto aiuto proprio a lui, va beh che le aveva rotte lui le spade, ma era strano ora che ci pensava che la ragazza non si portasse appresso Ai, l’inseparabile amica. Hoshi non si trattenne, braccia conserte e sguardo pensieroso rivolto al terreno avrebbe cominciato a chiedere.

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    -Mmh.. dimmi la verità!!!.. perché non saresti più adatta a frequentare la palestra?!.. ho visto come ti muovi.. insomma sarai fuori forma forse.. ma si vede che non hai perso la tua solita grinta.. io credo che qualunque cosa sia successa tu non sia costretta a stare lontana dalla palestra.. insomma hai un sacco di amiche la!!!..-


    Il rosso si sarebbe fermato qualche istante, la cosa era ovvia, la ragazza aveva un fifa matta di tornare in quel posto per paura di dover affrontare la reazione di Ai e del resto della squadra.

    -Ehi Deidi.. dimmi un po’.. te non ci sei nemmeno andata a fare un giro in palestra da quando sei tornata vero?!..-


    Lo sguardo inquisitore del rosso era piombato sulla bionda questa volta dall’alto verso il basso, sembrava che la Yagi temesse qualcosa e non era da Yagi temere qualcosa. Qualsiasi cosa affliggesse Deidi forse era meglio aiutarla superarla, in questo modo magari poteva svignarsela prima di dover pagare il conto.

     
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    -Mmh.. dimmi la verità!!!.. perché non saresti più adatta a frequentare la palestra?!.. ho visto come ti muovi.. insomma sarai fuori forma forse.. ma si vede che non hai perso la tua solita grinta.. io credo che qualunque cosa sia successa tu non sia costretta a stare lontana dalla palestra.. insomma hai un sacco di amiche la!!!..
    Ehi Deidi.. dimmi un po’.. te non ci sei nemmeno andata a fare un giro in palestra da quando sei tornata vero?!..-


    Deidara non rispose subito. Anzi, alle domande dal tono invadente del rosso rimase per un lungo istante ferma ed in silenzio, i pugni chiusi e la testolina reclinata impercettibilmente verso il basso. Dalle sue spalle, Hoshi non poteva vedere la sua espressione, che di solito descriveva esattamente lo stato d'animo della biondina, tanto che sarebbe stato nel bilico per tutti quegli interminabili secondi, nel dubbio sull'aver azzeccato o meno quanto era successo.

    « Tu... possibile che anche quando te ne esci con qualcosa di buono finisci sempre col fare disastri? »
    Quando infine la Yagi si voltò, un'occhiata era sufficiente a capire che: no, il Rosso non era andato a segno al primo colpo... però qualcosa aveva intuito. E la cosa, chiaramente, non era piaciuta affatto alla piccola Deidara, e a giudicare dalla vena che pulsava furiosamente sulla sua fronte in quel momento doveva essere parecchio irritata; ben oltre il tipo di irritazione che le si provoca infilando le bacchette nella sua ciotola, cosa che doveva far suonare in Hoshi uno squillante campanello d'allarme date le sue passate esperienze.
    Riprese a camminare, passo svelto e sguardo fosco.

    « NON ti ho detto cavolate, intesi? Se parti di nuovo in quinta con questi stupidi voli di fantasia giuro che ti strappo la pelle dal resto del corpo, va bene? Quando ti spiego una cosa, quella è la verità, hai capito? Non provare MAI PIU' a mettere in dubbio ciò che dico. MAI!! »
    Però c'era dell'altro. Perché si poteva benissimo dire la verità senza dire tutto quanto...
    « Io volevo davvero tornare ad allenarmi con Haruka e Seira... »
    Si stava davvero confidando per qualcosa con Hoshi. Forse era il caso di preoccuparsi.
    « Ma non vogliono più. Ora c'è un'altra Danzatrice che ha preso il mio posto ed il mio numero, Haruka ha detto che se la battevo in un Ballo allora prendeva in considerazione di riprendermi, però... »
    Si guardò i palmi delle mani, avvampando.
    « Se penso che era una novellina incapace e con il latte alla bocca, io... io... »

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    Sfortuna volle che ci fosse un palo della luce a portata di calcio.
    Beh, nei successivi tre giorni il quartiere dove transitavano in quell'istante avrebbe avuto un piccolo black-out...

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    « PORCA VACCA, IO SE LA RITROVO L'AMMAZZO!!!! »
    Il palo crollò al primo colpo.
    Deidara continuò ad infierire sul cadavere divelto per un po', sfogandosi a modo suo. Fortuna voleva che in quel momento non c'erano passanti, ma se di lì a poco dall'angolo in fondo alla strada fosse comparso qualcuno...

     
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    A Casa di Hoshi
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    A volte il rosso si chiedeva perché diavolo non tenesse la bocca chiusa. Sembrava avesse un talento naturale per riuscire a premere i tasti giusti della bionda, soprattutto quelli con su scritto non premere se non vuoi morire o vederla esplodere contro di te. L’argomento palestra era taboo, uno di quei argomenti off-limits che il rosso doveva cercare di evitare. Deidi infatti dopo le supposizioni del Chikuma era nuovamente esplosa anche se questa volta sembrava che il suo tentativo maldestro avesse creato una falla sul guscio della nana.

    Questa infatti ripresa la camminata furibonda dopo aver intimato ad Hoshi di non dubitare mai più delle sue parole, aveva preso a confidarsi con il rosso sulla questione palestra con tanto di allegato sul motivo per il quale non poteva più farne parte. Sembrava che un'altra danzatrice avesse preso il suo posto. Una notizia shock per il rosso, come era possibile che una nuova ragazza fosse stata aggiunta alla squadra di danzatrici e lui non ne sapesse niente. Per qualche istante la sua mente si trasferì nel suo nirvana interiore dove il Dio Tatsumaru, suo grande idolo e maestro della perversione, lo osservava severo dall’alto ammonendolo per la sua totale mancanza di informazioni della cosa. Gli aveva lasciato in eredità la nomina di perverso del villaggio, un onorificenza paragonabile a quella di Kage, come aveva potuto fallire così miseramente, presto avrebbe dovuto fare ammenda e scoprire di più su questa nuova danzatrice.

    -Ah?!.. hanno fatto entrare una nuova danzatrice?.. mmh.. pensavo che una volta che si diventava danzatrici lo si era per sempre!.. e dimmi non ti sei ripresa il tuo posto in palestra?!.. si insomma.. combattendo come al tuo solito..-


    Brutte parole da dire, davvero brutte, visto e considerato quello che Deidi disse successivamente. Sembrava che lei avesse già tentato di tornare in palestra, peccato che era stata battuta dalla nuova arrivata, uno smacco non da poco conoscendola. Il rosso aveva gettato altra benzina sul fuoco ed ora l’incendio già bello avviato si era trasformato in un vulcano in piena eruzione con tanto di esplosione e tutto il resto.

    Lo schizzo di Deidi questa volta ebbe dell’incredibile. La ragazza dai capelli color grano infatti con un unico e mirabolante calcio era riuscita, con tanto di imprecazione al seguito, a sfondare un palo della luce facendolo poi crollare in mezzo alla strada, una scena da film che lasciò il rosso di pietra. Doveva ricordarsi di non far mai raggiungere quel livello di incazzatura alla bionda, ne andava della sua testa, un colpo del genere avrebbe steso molto probabilmente anche Shiltar protetto dalla sua armatura inespugnabile. Il rosso dopo qualche secondo di black-out venne riportato al mondo reale da una voce familiare, una voce che a malapena si sentiva coperta dal chiasso che la ragazza continuava a fare infierendo sul palo.

    -E’ LUI TI DICO!!!.. E’ IL DIAVOLO ROSSO!!!.. QUEL TEPPISTA E’ TORNATO!!!.. CHIAMA LA POLIZIA!!!..-


    -IL DIASCIOLO RIOSCIO?!.. AAAAH.. IL NIPIOTINO DI FURIOUI CHIKUMA!!!.. QUELLA PESSSHTE LA PAGHERA’ QUESSSHTA VOLTIA!!!..-


    Non poteva credere ai suoi occhi, a circa una decina di metri dal luogo del delitto stavano in piedi in mezzo alla strada le due peggiori persone che il rosso poteva sperare di trovare, la vecchia Kikio ed il vecchio Arashi, le due persone che molto probabilmente in tutto il villaggio di Suna avevano subito più scherzi e marachelle firmate Hoshikuzu Chikuma. Tutto quello che gli stava capitando in quella giornata era qualcosa di assurdo, sembrava quasi che gli dei Chikuma lo stessero punendo per qualcosa, prima Deidi, poi su a Madre ed ora quei due, le cose stavano precipitando in un abisso senza fondo.

    -TI HO VISTO TEPPISTELLO!!! E’ INUTILE CHE SCAPPI ABBIAMO GIA’ CHIAMATO LE AUTORITA’!!!.. HAI FINITO DI FARE SCHERZI IN GIRO.. QUEL LAMPIONE TE LO FACCIAMO PAGARE NUOVO!!!..VANDALO DI UN CHIKUMA!!!-


    -Oh accidenti!.. ma che ho fatto di male.. e come diavolo fanno a ricordarsi di me.. l’ultimo scherzo risale a cinque anni fa!.. eheheh.. tirare le uova contro la loro casa è stato divertente però..-


    Il rosso doveva muoversi rapidamente, quei due lo odiavano a morte e ben presto le autorità del villaggio sarebbero giunte sul luogo del delitto per sancire chi fosse il colpevole, e per gli unici testimoni il colpevole era il rosso. Fatto un scatto il rosso avrebbe preso Deidi per una mano per poi invitarla a correre a tutta birra via da quel posto, non aveva voglia di leggere sui giornali del giorno dopo il titolo in prima pagina “Il JONIN HOSHIKUZU CHIKUMA DISTRUGGE MEZZO VILLAGGIO DELLA SABBIA”, calmatasi o meno Deidi si sarebbe dovuta adeguare alla situazione.

    -Accidenti Deidi!!!.. come diavolo ti è venuto in mente di abbattere il palo della luce?!.. dannazione quei due vecchiacci mi conoscono dobbiamo seminarli!!!..-


    Il rosso avrebbe trascinato via la ragazzina, la loro salvezza sembrava trovarsi dietro l’angolo della strada che stavano percorrendo, chi poteva dire che avrebbero trovato una volta svoltata la via.

     
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    « Eh...? Cosa? »
    Deidara aveva ancora il piede piazzato sul palo abbattuto, in una parodia della posa vittoriosa di un cacciatore di pelli che ha appena ridotto a carcassa l'obbiettivo del suo safari. Hoshi l'afferrò di corsa e cogliendola completamente alla sprovvista la trascinò via, sventolandola per la strada come se fosse un piccolo stendardo color grano, lasciandola talmente interdetta che non riuscì a proferire altro che quelle due semplici parole incredule.
    I due vecchietti infuriati non esitarono a correre dietro alla coppia, gridando improperi sconnessi e brandendo bastoni da passeggio come se fossero armi mortali. Hoshi aveva superato l'angolo quando venne acchiappato al volo da una mano femminile dalle unghie smaltate di blu, che lo spostò di peso come se lui e Deidara fossero nulla più che piccoli plush nella camera da letto di un'adolescente con la sindrome di Peter Pan.

    « Shhh!! »
    Disse facendo l'occhiolino una ragazza di poco più di vent'anni d'età, l'indice ben piazzato davanti al naso e lo sguardo furbetto che alludeva ad una seconda figura femminile poco più indietro.
    « La barriera di Chizuru non blocca anche i suoni. »
    Contro ogni aspettativa Deidara tacque subito, ed a quel punto se anche il Rosso avrebbe seguito le istruzioni della brunetta comparsa dal nulla i due vegliardi avrebbero svoltato l'angolo con furia e senza smettere di urlare avrebbero superato il quartetto, proseguendo oltre come una mandria di bufali impazziti lanciata alla carica, suscitando in tutta risposta una risatina divertita dalla sconosciuta, che cinse un braccio attorno alla spalla di Deidara, che accettò quel contatto con sorprendente docilità..

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    « Certo che dal nanerottolo rosso che eri sei diventato parecchio più alto. »
    L'espressione della giovane era divertita come quella di chi ha appena assistito ad una scena invariabilmente bufffa. Deidara, però, non sembrava dello stesso avviso, e le rispose in modo scocciato senza però sottrarsi al suo abbraccio.
    « Adesso ti ci metti anche tu, Ai...? »
    Hoshi non era il solo ad essere cambiato negli ultimi due anni.
    La statura e la corporatura di Ai Otonashi non era mutata di una virgola rispetto all'ultima volta che si erano visti, in compenso si era lasciata crescere i capelli in delle ciocche ribelli tenute a bada in una coda di cavallo tenuta alta sopra la nuca. Zaino in spalla, camicetta bianca e cravattino, cinturino decorato sopra la gonna nera ed una gran quantità di braccialetti dai colori vivaci, l'abbigliamento era rimasto quello di un'adolescente anche se adesso aveva già ventun anni. Lo sguardo pieno di malizia, però, indicava che non aveva perso quel vizio di usare le persone come giocattoli per cui Hoshi aveva rischiato la pelle in un paio di occasioni...

    Dietro di lei c'era una nuova ragazza che Hoshizuku non aveva mai visto fino a quel momento, per deduzione logica era facile intuire che si trattava di quella che Ai aveva chiamato "Chizuru" e che chissà come aveva reso invisibile il quartetto agli infuriati nonnini. Era un po' più bassa di Ai (e naturalmente di Hoshi stesso), e dal seno parecchio più abbondante. Ma se i capelli di un acceso e vivace color oro possono apparire assurdi e assolutamente innaturali, le alte orecchie dello stesso colore e la fluente coda da volpe sempre di uno stucchevole colore aureo che sbucava da sotto la gonna di certo la faceva apparire tutto fuorché un essere umano.

    « Ho trovato qualcuno che va a portare le spade al maestro Michael. »
    Disse Deidara, allontanandosi dall'amica e annuendo verso Hoshizuku.
    « Come facciamo a convincerlo a ripararle? »

    « Tutto a suo tempo, piccola Dei! ♫ »
    Cinguettò allegramente la brunetta, sventolando una mano verso Hoshi per dirgli di avvicinarsi un poco.
    « Rosso, ascoltami... ci fai questo favore, per piacere? Abbiamo bisogno che una certa persona esegue un minuscolo upgrade alle armi della piccola Dei, del tipo che solo lui e pochi altri sanno fare. Il problema è che lui non può aiutarla, perché costretto dalla Diavolessa in persona sotto minaccia di morte e disperazione in quantità. Ora: se tu andassi da lui spacciando quelle spade come di tua proprietà... ed ovviamente tenessi la bocca chiusa per tutto il resto della tua vita portandoti il segreto nella tomba... ci risolveresti molti problemi. »
    Congiunse entrambe le mani con un sonoro "clap", in un'inattesa posizione di preghiera.
    « Per favore! Te ne saremmo grate entrambe. »
    Mollò una gomitata a Deidara.
    « Vero? »
    Quella esitò, guardò dapprima Ai, poi fissò il Rosso, poi gettò uno sguardo alle sue spade, esitante.

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    « P... per favore. »
    Poi ci ripensò, ed in tono burbero aggiunse:
    « anche perché le hai rotte tu. »
    Il problema era che finora si era parlato di "ripararle", mentre adesso saltava fuori la parola "minuscolo upgrade" che tradotto significava "grossi guai in vista".

     
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    A Casa di Hoshi
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    La corsa dei due sunesi si arrestò improvvisamente quando una mano dal nulla li acciuffò trascinandoli all’interno di uno spazio non ben definito. Hoshi non riuscì nemmeno a ribellarsi alla cosa, semplicemente quando si voltò per vedere che era successo si ritrovò faccia a faccia con una ragazza dal fascino irresistibile che gli indicava di fare silenzio con il dito indice della mano. Hoshi deglutì avvampando per l’imbarazzo, si era ritrovato in pochi istanti a stretto contatto con tre individui di genere femminile, e che genere. Rimasto in silenzio avrebbe sentito i due vecchietti che li stavano inseguendo scomparire poco più avanti, sembrava che in qualche modo si fossero salvati.

    Sembrava che la provvidenza o un piano ben congeniato li avesse messi in salvo, ora che Hoshi la guardava bene quella ragazza gli ricordava qualcuno. La mente del rosso tuttavia ora si era impegnata in altre faccende, l’atmosfera cominciava a scaldarsi, quando questa accennò all’altezza del rosso questi non trattenne una risata con tanto di grattata alla nuca per l’imbarazzo.

    -Eheheheh.. in effetti sono cresciuto un po’ dall’ultima volta che ci siamo visti..AI!..-


    La ragazza che li aveva salvati non era altri che AI l’inseparabile amica di Deidi, era quasi strano vedere la ragazza dai capelli color grano lasciarsi trastullare dalla ragazza dalle unghie blu, doveva possedere un qualche potere anestetizzante per riuscire a stare così a stretto contatto dell’affetta shinobi. Da uno scan preliminare il Chilkuma doveva ammettere che madre natura aveva fatto davvero un ottimo lavoro con la Otonashi, anche se fisicamente non era cambiata poi molto doveva ammettere che aveva stile e che sapeva usare le sue arti di seduttrice con estremo professionismo.

    -Oh?.. e lei chi è?!..-


    Dopo lo scan preliminare gli occhi del rosso finirono per posarsi su un'altra ragazza li presente, una ragazza che non aveva mai visto nel villaggio. Ad una prima occhiata il ragazzino non vide le strane orecchie e la coda che si portava attaccate alla testa e che spuntava dai vestiti solo dopo qualche istante noto quanto quella ragazza assomigliasse dannatamente ai suoi fennec. La sua reazione di sicuro non sarebbe stata controllata.

    -WOW MA TU SEI UNA FENNEC?!!.. hai le orecchie da volpe.. e.. e anche la coda!!.. però non ti ho mai vista prima.. strano.. pensavo di avervi conosciuti tutti!!.. ehm.. io sono Hoshikuzu Chikuma.. piacere di conoscerti!..-


    Il rosso si sarebbe presentato come al suo solito esplodendo addosso alle persone, certo non poteva sapere che la ragazza che li aveva salvati era una Kitsune o meglio una specie di volpe diversa dai fennec e con i quali non aveva nulla a che fare. Il rosso era troppo curioso della cosa quindi senza esitare oltre avrebbe preso una goccia di sangue dal suo pollice sempre tagliuzzato per poi sbattere la mano a terra e farla esplodere in una nuvoletta di fumo.

    -..ehi le conosco pure io le volpi del deserto.. state a guardare.. tecnica del richiamo!!!-


    Il rosso avrebbe quindi subito spostato la mano destra lontana dal resto del gruppo. Dalla nuvoletta di fumo che teneva in mano era possibile notare un piccolo ma potente gettò d’acqua o meglio pipì data la sua colorazione. Orami il Chikuma aveva capito come funzionava e non aveva più intenzione di cascarci, quel dannato di un volpino doveva soffrire di qualche effetto collaterale da richiamo, come Hoshi soffriva di mal da teletrasporto, un fastidio che lo faceva vomitare ogni volta che veniva evocato o teletrasportato in giro.

    Ora che la nuvoletta attorno alla mano di Hoshi si era diradata le ragazze avrebbero visto preso per il coppino una piccola volpe con la lingua fuori ed un espressione divertita.

    -FRATELLONE HOSHIIIIIIIII!!!!..-


    -Ehi Kigeki sta calmo.. e smettila di fare pipì ogni volta che ti evoco.. ehi.. guarda un po’.. la conosci?!..-


    Il rosso avrebbe messo il volpino davanti alla ragazza volpe, per qualche istante il silenzio l’avrebbe fatta da padrona fino a quando il piccolo animale non sembrò realizzare con chi aveva a che fare. Lo sguardo dell’animaletto si illuminò di una strana luce e passò a sondare tutte e tre le ragazze li presenti quindi se ne uscì con la peggior battuta di tutti i tempi, era probabile che quel giorno presto sarebbe divenuto il giorno della memoria del turbine rosso. Il volpino con aria innocente e pucchoso avrebbe scoccato la sua freccia, una freccia dal peso di mille tonnellate.

    -Ehi fratellone.. perché la Kitsune ha le poppe così grandi.. e invece la ragazzina bionda è senza?!..-


    Quel maledetto la stava anche indicando con la zampina. Ecco fatto, Hoshi era morto. Erano quelli i momenti giusti nei quali essere colpiti da un fulmine o da una valanga o meglio ancora da un asteroide. Il rosso era rimasto completamente a bocca aperta pietrificato da ciò che il bastardo aveva pronunciato, non c’erano vie di fuga per uscire da quella situazione. L’unica cosa che aveva capito da quella sua azione era che i fennec conoscevano delle Kitsune anche se non sapevo niente altro oltre la loro esistenza.

    -Accidenti Kigeki!!!.. che diavolo ne so io.. sarà stata colpa di quello che hanno mang..!!..-


    Il rosso si stava letteralmente seppellendo da solo, una badilata di terra alla volta, ed era pure bravo a farlo.



    [...]



    Subite le conseguenze di quel breve momento di pura follia il rosso avrebbe caricato Kigeki, qualunque fossero state le sue condizioni, sulla testa per tenerlo li buono, ora anche Hoshi sembrava una specie di uomo volpe dato che le orecchie dell’animale gli spuntavano da sopra la testa.

    Sembrava che Ai e Deidara avessero in qualche modo architettato tutto quell’incontro solo ed esclusivamente per riuscire a portare le spade della bionda a riparare. Ai infatti aveva preso a parlare con il rosso chiedendo se poteva fare un piacere a lei e a Deidi, di sicuro dopo quello che Kigeki aveva combinato non poteva tirarsi indietro, inoltre i modi di fare di AI erano assolutamente convincenti e Hoshi difficilmente sarebbe riuscito a dirle di no. Le due avevano bisogno di un estraneo che si rivolgesse al fabbro per portare le spade a riparare o meglio a fare un upgrade. Deidi quindi non era stata del tutto sincera con il rosso, si era parlato di sistemare l’elsa e tirare le lame, non di fare upgrade alle spade. Mentre Ai parlava Hoshi la fissava negli occhi, cavolo se era carina, il suo sguardo era ipnotico e quando gli pregò di aiutarle arrossì pure. Non rispose subito, rimase in silenzio qualche istante con gli occhi socchiusi fino a quando anche Deidi gli chiese per favore. Fu quella breve ed esitante frase a non lasciare alcun dubbio al rosso sul da farsi, Deidi gli aveva chiesto per favore, non lo aveva minacciato con le spade o con colpi di karate mortale, aveva semplicemente chiesto per favore.

    Il Chikuma riaperti gli occhi si sarebbe voltato verso la ragazzina per poi poggiare una sua mano sulla sua spalla, il suo sguardo era sereno e allo stesso tempo deciso e fermo in ciò che stava per dire.

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    -Certo che ti aiuto Deidi.. gli amici servono a questo!!!..-


    Non sapeva ancora in che guai si era cacciato, ma avrebbe avuto modo di scoprirlo, per il momento non restava altro che rimanere a sentire quale fosse il piano che le due pesti di suna avevano ideato.

     
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    -WOW MA TU SEI UNA FENNEC?!!.. hai le orecchie da volpe.. e.. e anche la coda!!.. però non ti ho mai vista prima.. strano.. pensavo di avervi conosciuti tutti!!.. ehm.. io sono Hoshikuzu Chikuma.. piacere di conoscerti!..-


    « Uh? No, lei è... »
    Chizuru abbassò lievemente la testolina a lato in una posa interrogativa, guardando il rosso con gli occhi un po' smarriti, come a voler dire "dite a me, signore?", mentre Ai dal canto suo cercò di interrompere l'esuberanza del Rosso per spiegarsi prima che si creassero degli equivoci o il Chikuma facesse una delle sue solite uscite avventate.
    Beh, una volta tanto una Danzatrice fu lenta.

    CITAZIONE

    -..ehi le conosco pure io le volpi del deserto.. state a guardare.. tecnica del richiamo!!!-


    Già il fatto che Hoshi prese una distanza di sicurezza allertò il trio di giovani, che furono rapidissime a spostarsi di scatto per mettere più distanza possibile fra se e l'inquietante getto dorato che sprizzò dalla palla di fumo che venne a generarsi. Chizuru, dal canto suo, fissò la scena apatica, constatando con molta più freddezza che il Rosso aveva preso le sue contromisure per impedire alla sua evocazione di orinare su delle ragazze oltre che molto meno impressionabile da quel genere di cose.

    « Che schifo!!! Hoshi, tieni alla larga da me quel coso!!! »
    Prevedibilmente Deidara era scandalizzata, una come lei certe cose proprio non riusciva a mandarle giù.
    « Ehm... Sì, bello. »
    Ai, dal canto suo, sembrò più diplomatica e mise del divertito nel suo tono di voce, sebbene chiaramente non avesse apprezzato al pari dell'amica l'esibizione del Fennec.
    Entrambe furono bene attente a tenersi lontane dalla traiettoria di un'eventuale secondo spruzzo del piccolo canide quando Hoshi lo tirò su per la collottola e lo esibì come se fosse un piccolo trofeo.

    « Si può sapere che roba è quella?? »
    Ripeté una sempre più intrattabile Deidara.
    « Direi un'evocazione, piccola Dei. Il nostro Hoshi qui presente a quanto pare ha un patto di sangue con... uhm, come hai detto che si chiamano questi animaletti? Comunque hai frainteso, lei... »

    CITAZIONE

    -Ehi fratellone.. perché la Kitsune ha le poppe così grandi.. e invece la ragazzina bionda è senza?!..-
    -Accidenti Kigeki!!!.. che diavolo ne so io.. sarà stata colpa di quello che hanno mang..!!..-


    Ai non riuscì a finire la frase che fu preceduta dal Fennec, al che non riuscì a trattenersi dallo sbattere una mano sulla propria faccia, un po' divertita ed un po' esasperata dalla capacità innata così naturale nel Rosso di provocare sempre disastri che avevano del sovrannaturale.
    Deidara, naturalmente, non era affatto divertita. Nemmeno un po'.
    Hoshi non riuscì a finire la sua frase che gli arrivò una scarpetta da ginnastica misura trentasette in piena faccia, lanciata con un calcio acrobatico dalla piccola Tigre bionda, che si risparmiò dal riempirlo di pugni soltanto perché brandiva quell'arma di distruzione di massa che era Kigeki.

    « Appunto... dicevo. »
    Ai sorrise radiosa, glissando sul siparietto. Si pose dietro a Chizuru passandole le dita sulle orecchie dorate dritte come quelle del Fennec, ma caratterizzate da chiazze bianche alla base come se fossero fuochi d'oro, per poi spiegare quanto già riferito dal turbolento cagnolino del deserto.
    « Chizuru è una kitsune.
    Una volpe! Ecco, vedi?? Le sue orecchie sono molto simili, ma se le guardi attentamente sono più alte e più folte.
    In più, non credo che ci siano molte altre creature con il manto dorato, vero??
    »
    La volpe non fece una piega, al che Ai l'abbracciò a mo' di peluche formato gigante
    « Un giorno se ti va mi piacerebbe molto conoscere la storia dei tuoi Fennec. »
    Agitò un ditino nell'aria, disegnando cerchietti.
    « E naturalmente potrò ricambiare facendo altrettanto! Le Kitsune mi hanno raccontato molte storie, sai? Però ora non c'è tempo, perché il maestro Michael sta uscendo dal villaggio proprio mentre parliamo. »
    Indicò la via principale di Suna, non proprio dietro l'angolo rispetto al punto in cui si trovavano.
    « Muoviamoci! Più o meno so dove si trova in questo momento,
    ma Chizuru è capace di riferire esattamente il punto in cui si sta muovendo in questo momento.
    »
    Non ci volle molto tempo per arrivare sul posto, specie quando si può saltare di edificio in edificio tagliando direttamente verso il posto indicato da Ai. Alla fine scesero ad altezza strada, e seguendo Ai in fila indiana si appostarono all'ombra di un vicolo, aspettando che la kitsune facesse il suo dovere. L'appostamento durò altri cinque minuti buoni, al termine della quale fu Chizuru stessa a dire che il maestro Michael stava svoltando l'angolo.

    « Bingo ♫ »
    Disse Ai, sporgendosi dall'angolo. Deidara la seguì a ruota, sbuffando.
    « Deve sempre andare in giro conciato in quel modo?? »
    « Non essere così irreprensibile con il maestro. E' un'artista, quindi è eccentrico. »
    « Sì, però... »
    « Ok, ok, te lo concedo... »

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    « Un po' è strano. »
    Non era "strano". Era assurdo, semplicemente l'ultima cosa che poteva venire in mente pensando ad un fabbro. Già il fatto che superava abbondantemente il metro e novanta in un continente dove un uomo di un metro e ottanta è già considerato alto lo faceva spiccare, ma poi era l'individuo più indiscutibilmente massiccio che si potesse immaginare, e pure doveva essere alquanto anziano, come testimoniavano barba e capelli ormai resi bianchi dall'età e le rughe marcate e profonde. Non era nudo, ma poco ci mancava visto che girava scalzo e con addosso soltanto un fudoshi, il minimo sindacale per non finire arrestato. Mentre il trio di ninja osservavano, quello si tirò sulla schiena un enorme canestro che conteneva arnesi da lavoro, mantici di varia forma e lastre di metallo per un peso che doveva superare di molto quello di un'incudine, e lo fece come se si trattasse di uno zainetto contenente qualche libro e l'astuccio per andare a scuola. Ad occhio e croce, una sola mano di quell'uomo doveva essere sufficiente ad afferrare la testa di un ragazzo come se si trattasse di una mela, e schiacciarla con la stessa facilità.
    « Ok, Hoshi, è il tuo momento! »
    Seppur estremamente riluttante, Deidara porse le sue adorate spade al Rosso, sia quella intatta che quella dall'impugnatura distrutta che la ragazzina aveva sistemato alla meno peggio con della carta e dello scotch da pacchi di un brutto colore marrone.
    « Qualunque cosa succeda, tu non cercare di sembrare qualcosa di diverso da quello che sei, va bene?? Dì che queste spade le hai vinte, o che ti sono state regalate, o qualcosa del genere. Attento a non mentire su troppe cose, e più di ogni altra cosa cerca di essere convincente! »
    Gli premette le mani sulle spalle e lo spinse in pista, per poi mostrare il pollice sollevato ed un sorriso che avrebbe fatto sciogliere un iceberg, purché fosse un iceberg maschio.
    « Vai!! Contiamo su di te, campione!! »
     
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    ..Il Gigante.. Buono o Cattivo?..
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    Evocare Kigeki per scoprire di più su quella strana donna volpe non fu una grandissima idea. La scenetta si era conclusa con una bella scarpata in faccia ai danni del rosso con tanto di rivo di sangue dal naso, la bionda infatti sembrava non aver apprezzato la domanda innocente del piccolo fennec, doveva armarsi anche di scotch la prossima volta per tappargli la bocca non appena evocato.



    [...]



    Il gruppetto rimessosi in movimento si sarebbe spostato tra i tetti del villaggio a grande velocità, sembrava che AI e Chizuru sapessero bene dove si trovasse il maestro di spade del villaggio, il famoso Michael. Hoshi non lo aveva mai sentito nominare, d’altro canto non gliene era mai importato molto di spade e spadoni, lui aveva il suo bel vento, tutto il resto era solo contorno. Il gruppo dopo qualche minuto di corsa si arrestò di colpo, sembrava che AI avesse individuato il maestro fabbro. Hoshi seguendo lo sguardo delle ragazze si sarebbe sporto dal tetto per dare un occhiata, quando lo vide tra la folla non esitò a dire la sua senza tanti complimenti, sembrava che anche KIgeki la pensasse allo stesso modo.

    -FIUUUUU!!!.. accidenti quello si che è un tipo grosso!!!-


    -FIUUUUU!!!.. accidenti quello si che è un tipo grosso!!!-


    Il maestro che le ragazze volevano far incontrare ad Hoshi sembrava una persona, come dire, piuttosto pericolosa, una vera e propria montagna di muscoli vestita con un semplice pannolino. Dalle movenze e dalla corporatura doveva possedere come minimo una forza paragonabile a quella di un elefante maschio Aplha. Il rosso mandata giù la saliva si sarebbe asciugato la fronte per poi voltarsi verso AI con sguardi perplesso, la domanda che aveva da porre era del tutto lecita.

    -Ehi.. non è che quello mi uccide?.. hai visto come ha alzato quella sacca piena di attrezzi.. io dovrei usare come minimo tre cloni per alzarla!!!..-


    Come diavolo era finito in quella situazione mortale. Ah già, Deidi, sua madre che cerca di ucciderlo, i vecchi che aveva esasperato con i suoi scherzi e poi la storia della Kitsune, il piccolo moccioso dai capelli rossi era cresciuto era vero, ma quel dannato vizio di finire in situazioni assurde non gli era di certo passato. Ormai aveva promesso, non poteva più tirarsi indietro, doveva andare fino in fondo, insomma era una dannatissimo jonin del villaggio della sabbia, che diavolo poteva fargli un vecchio tutto muscoli capace molto probabilmente di ucciderlo con una caccola del suo naso lanciata tramite il pollice?

    -Ok.. ok.. vado!.. Deidi dammi le spade.. ehi molla!!!.. vuoi che le porti a riparare o no.. eh dai molla!!.. DEIDI MOLLA LE SPADE!!!.. ufff.. accidenti così non sei di aiuto.. ecco tieni questo!..-


    Il rosso recuperato a fatica il prezioso tesoro della rossa avrebbe calato il piccolo Kigeki sulla testa della stessa, molto probabilmente la cosa non sarebbe piaciuta alla ragazza ma non poteva fare altrimenti, di certo non poteva andare li con kigeki, sarebbe sicuramente esploso in qualche commento spiacevole che avrebbe mandato tutto all’aria.

    -Kigeki sta qua buono.. torno subito.. devo essere me stesso hai detto.. e va bene!..-


    Fatto un respiro il rosso avrebbe fatto esplodere una forte corrente d’aria attorno al suo corpo quindi avrebbe spiccato un salto gigantesco volando direttamente in direzione del gigante barbuto, molto probabilmente il vento e l’onda d’urto avrebbe sconquassato un po’ le ragazze, ma la cosa naturalmente non è che gli importasse più di tanto.

    Superato il vecchio il Chikuma gli sarebbe letteralmente piombato davanti a circa tre metri di distanza poggiando una dei suoi ginocchi a terra mentre le sue mani con i palmi rivolti verso l’alto tenevano le due preziose armi verso di lui in modo che potesse guardarle bene, il vento si sarebbe dissolto subito alzando un velo di sabbia attorno alla sua figura, era giunto il momento di parlare. Il rosso avrebbe alzato lo sguardo verso l’uomo fissandolo con determinazione e rispetto, recitare non era il suo forte, non gli restava che essere sincero e fare come se quelle spade fossero realmente state di sua proprietà.

    -Signore!.. mi chiamo Hoshikuzu e sono uno shinobi del villaggio di Suna!.. mi hanno detto che lei è il più grande artista armaiolo di tutto il paese!.. la prego mi aiuti a riparare e rendere ancora una volta vive le mie spade che sono rimaste danneggiate dopo numerosi combattimenti!..-


    Non restava che aspettare la risposta del vecchio. Una goccia di sudore gli stava rigando il volto, quel tizio nonostante fosse un semplice fabbro stava esercitando sul rosso una pressione incredibile, era davvero difficile cercare di restare al suo stesso livello, le ragazze non dovevano avergli raccontato proprio tutta la verità.


     
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    « Piccola Dei... guarda che se non le lasci non possono essere riparate. »
    Il faccino imbronciato di Deidara faceva da cornice ad una strana gara di tiro alla fune fra lei ed Hoshi, in cui appena quest'ultimo aveva messo mano alle preziose wakizashi le aveva scoperte inamovibili nella stretta della biondina, che pure gliele aveva offerte e che non sembrava avere proprio le idee chiare sulla faccenda. La cosa cambiò nell'istante in cui il Rosso ebbe la brava idea di calarle il volpino del deserto sulla testa, cosa che la fece sobbalzare con un gridolino acuto come quello di una fragile fanciulla alla vista di uno scarafaggio; in quell'istante di distrazione Hoshi poté appropriarsi delle spade e partire verso il compimento della sua missione.

    « Se fai qualcosa di strano io ti uccido. »
    Avrebbe sentito dire a denti stretti dalla biondina, i cui occhi azzurri erano rivolti verso l'alto, incrociando quelli scuri della bestiola, la quale ben presto fu circondata dalle attenzioni di Ai, che -superati i poco incoraggianti momenti iniziali- al contrario di Deidara sembrava trovare l'animaletto adorabile.
    « Maddai, a guardarlo bene è cossìccarino... »
    Gli stava facendo i grattini sotto il mento, mentre la bionda sembrava pregare in tutte le lingue del mondo che quell'affare che gli era finito fra i capelli non avesse la pessima idea di svuotare di nuovo la vescica.

    L'entrata in scena del neo-jonin fu di quelle memorabili. Spiccato un balzo, dette sfoggio della padronanza dei suoi poteri di controllo elementare schiantandosi in maniera assolutamente teatrale di fronte al maestro forgiatore, il ginocchio a terra ed i palmi aperti che gli offrivano le due wakizashi nere.

    CITAZIONE

    -Signore!.. mi chiamo Hoshikuzu e sono uno shinobi del villaggio di Suna!.. mi hanno detto che lei è il più grande artista armaiolo di tutto il paese!.. la prego mi aiuti a riparare e rendere ancora una volta vive le mie spade che sono rimaste danneggiate dopo numerosi combattimenti!..-


    Probabilmente non ci fu un solo orecchio nella via più trafficata di suna che non udì quella richiesta, visto il tono non altissimo ma fin troppo carico di entusiasmo usato dal giovane, ma se tutt'intorno in parecchi sussultarono e sobbalzarono o rimasero semplicemente esterrefatti, il gigante in fudoshi di contro... non sbatté praticamente ciglio.
    Ci fu un lungo istante di pausa in cui Michael Kohara non disse niente, limitandosi a sfiorare appena la montatura degli occhiali a lenti spesse, terribilmente sproporzionate a confronto delle dita d'acciaio del fabbro, e fissò Hoshizuku con gli occhi ridotti a minuscole fessure come un miope che tenta invano di mettere a fuoco qualcosa. Fu con una lentezza esasperante che la mano destra dell'uomo si sollevò, si aprì, e si diresse apparentemente verso le spade... salvo superarle, e sempre con estrema lentezza chiudersi delicatamente sulla zazzera rossiccia del nanerottolo (che davanti ad un simile gigante si scoprì nuovamente tale dopo un lungo attimo di gloria fatto del paragone con la minuta Deidara).

    « Sensei's... grandchild...? »
    Lasciò Hoshi, tirò indietro il capo e scoppiò in una gran risata dal suono strambo che somigliava tantissimo a quella tradizionalmente attribuita a babbo natale e che spesso i figuranti che impersonano Santa Claus riproducono sotto natale per le strade piene di negozi.
    « Bene. »
    Sillabò l'uomo.
    « Everything, Hosshikusuchan, mio piacere. »
    Soltanto allora prese le spade, e quei settanta centimetri di lame affilate come rasoi sembravano piccoli come pugnali da quattro soldi in quelle manone, che pure con delicatezza tornarono a tormentare l'attaccatura degli occhiali mentre fissavano ciò che avevano di fronte.
    « Mmmh, sii. Deidiaracchan's waki, si. Mmmh, e vorresti ripararle subito, sì?? »
    In caso di risposta affermativa sarebbe scoppiato di nuovo a ridere, ma stavolta di una breve e bassa risata di circostanza, quasi fosse una formula di cortesia quella di ridere ad ogni richiesta che gli viene avanzata. Fatto ciò avrebbe sistemato il pesante cesto degli attrezzi sulla sua schiena, e sospirando avrebbe dichiarato:
    « Return sui miei passi, dunque. »
    Disse voltandosi con lentezza ed invitando il Rosso ad affiancarlo.
    « We serve spazio per lavorare, già. »
    Si incamminò nella direzione opposta da dove era venuto, svoltando l'angolo dietro la quale Hoshi sapeva che Deidara ed Ai li avrebbero persi di vista e lui sarebbe rimasto definitivamente abbandonato a se stesso.
    « How tuo nobile nonno sta di salute? »
    Chiese il vecchio fabbro, che aveva l'aria divertita.

     
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