Casa del Moccioso

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    Y Danone
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    A Casa di Hoshi
    ..Fiuu.. è Buono!!!.. e pure simpatico!!!..
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    Hoshi rimase interdetto dal suo corpo per qualche paio di secondi quando il gigante prese a ridere quasi fosse babbo natale, l'espressione del suo volto anadava dalla meraviglia all'incomprensione, quel tizio non sembrava affatto cattivo o altro, anzi sembrava molto simpatico anche se il badile che era la sua mano si era appoggiata sulla sua chioma rossa. Il Chikuma si sarebbe rimesso in piedi notando che effettivamente quell'omaccione era davvero una montagna di carne montata su due gambe, non aveva mai visto nessuno di così grosso e potente nel fisico, nemmeno il Colosso di Oto aveva una possibilità contro quel gigante. Il babbo natale sunese si rivolse ad Hoshi utilizzando uno strano linguaggio, piuttosto buffo, non doveva essere di quelle parti.

    -Oh?!.. eheh.. il piacere è tutto mio..-


    Avrebbe detto il ragazzo con un filo di imbarazzo mentre porgeva le spade al gigante e con l'altra mano si grattava la nuca con il suo solito sorriso da ebete. Cavolo se era simpatico, lo conosceva da un minuto e già era affascinato da quel tizio, doveva essere uno di quei guru capaci di avvolgere le persone che stavano attorno a loro in quella strana aura di sicurezza. Il rosso quindi per qualche istante sbarrò gli occhi quando il gigante affermò che quelle erano le spade di Deidara, accidenti che figuraccia.

    -EH?!.. ehm già.. quelle sono le spade di Deidi-Chan.. ehm.. crede di poterle riparare?!.. ehm.. vede.. è colpa mia se sono ridotte in questo stato.. purtroppo abbiamo esagerato durante una scaramuccia.. ed il risultato è questo..-


    Avrebbe sospirato il Chikuma mentre l'altro aveva preso a ridere con quel suo fare natalizio. Sembrava che il gigante fosse deciso ad aiutare il ragazzo, Hoshi non riusciva a crederci, le cose erano andate davvero meglio di quel che si sarebbe mai immaginato, finalmente aveva incontrato una persona che non voleva picchiarlo a sangue. Quando il gigante riprese la sacca e si voltò per tornare alla fucina, molto probabilmente, il rosso cacciò un urlo eccitato, vedere un maestro armaiolo all'opera era una cosa che voleva vedere da tempo, la fortuna girava dalla sua parte.

    image


    -WOW!!!-


    Il rosso quindi si sarebbe messo in marcia al fianco del gigante per le vie affollate di Suna. Era emozionatissimo, Deidara nonostante il casino ed il caos che gli aveva rovesciato addosso gli aveva dato un occasione imperdibile, poteva lavorare e vedere all'opera il grande maestro. Dimenticandosi delle due che dal tetto lo osservavano il ragazzino si sarebbe messo a passeggiare divertito fino a quando una domanda del tutto inaspettata gli giunse all'orecchio, davvero questa non se l'aspettava.

    -OH?!.. lei conosce Furui.. Furui Chikuma?!.. ahahah.. si è mio nonno.. si lamenta sempre per la schiena.. ma io trovo che stia in gran forma!!!.. di sicuro sa ancora arrampicarsi sui tetti delle case e sa anche come tenere testa al suo nipote più giovane..-


    Avrebbe detto il rosso aggiungendo una nota di disappunto.

    -Ehm?!.. ma lei come fa a conoscere mio nonno?!..-


     
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    Era veramente, ma veramente difficile discernere uno stato d'animo dall'espressione granitica del fabbro, gli occhi stretti fino ad essere quasi chiusi dietro quel paio di occhiali rettangolari dalla montatura sottile non trasmettevano niente, ed il viso solcato da rughe non faceva di meglio. Mentre Hoshizuku rispondeva con fare entusiasta parlando di suo nonno, lui si limitò a guardarlo senza dire niente, mentre incedeva con la stessa presenza di una sequoia secolare che ha tolto le radici da terra per spostarsi altrove. Questo almeno finché il Rosso si ricordò di porre la domanda più ovvia in un frangente del genere.
    Come faceva il mastro spadaio a conoscere l'anziano Furui Chikuma?

    La risposta arrivò dal canestro dell'omone, il quale sfilò il suo armamentario dalla schiena, sostenendolo con una mano senza nemmeno rallentare il passo mentre frugava con l'altra fra cesoie grandi abbastanza da stringere la testa di un adulto, magli che sembravano abbastanza pesanti da fare un buco sulla strada se lasciati cadere ed una miriade di oggetti che parevano strumenti di tortura. In tutto quell'ammasso, l'uomo trovò ciò che cercava: una minuscola cornice di metallo trasparente, dentro la quale era imprigionata una vecchia foto sbiadita, che mostrava un quartetto di individui.
    Al centro della foto una dodicenne di carnagione scura e dall'aspetto altero rivolgeva il suo sguardo fiero a chiunque abbia scattato quell'immagine, le braccia conserte e gli occhi che mantenevano la loro brillante colorazione viola nonostante il peso degli anni che gravava sul ritratto. Dietro la ragazza, un po' in disparte, un suo coetaneo dai capelli mossi e neri era stato immortalato mentre le lanciava una fugace occhiata, la scena era talmente vivida che si poteva facilmente immaginare come il ragazzino avesse fatto di tutto per concentrarsi sull'obbiettivo salvo poi, all'ultimo istante, muovere appena le iridi finendo inesorabilmente col puntare proprio nell'unico luogo dove mai avrebbe voluto farsi sorprendere a guardare. Ancora, poco più in là e sorridente come non mai, un ragazzo di corporatura normale, ma dalla improbabile capigliatura afro che faceva sembrare la sua testa un grosso riccio nero, teneva bene in mostra indice e medio a voler formare un'allegra "v". I tre neo-genin -perché a giudicare dai coprifronte col simbolo di suna orgogliosamente esibiti sulle loro fronti questo erano- erano abbracciati da una singola figura adulta alle loro spalle, che posava le mani sulle spalle dei due ragazzi ed aveva il viso sorridente poco al di sopra del viso della ragazza al centro della foto. Certamente la foto era vecchissima, eppure Hoshizuku non avrebbe avuto problemi a riconoscere l'uomo che vi era ritratto, perché per quanto tempo fosse passato da quando era stata scattata lui era rimasto tale e quale, immutato. Era Gin "Tatsumaki" Chikuma, capostipite del clan di Hoshizuku nonché l'uomo che il maestro Michael aveva creduto essere suo nonno.

    « Sensei. »
    Disse l'omone, con le labbra impercettibilmente incrinate in quello che senza ombra di dubbio era un sorriso.
    « Non tuo nonno, lui...? »

    Ci voleva un incredibile sforzo di immaginazione per arrivarci, ma il ragazzino con i capelli afro nella foto Hoshizuku ce l'aveva davanti, anche se con un po' di anni in più a segnarli il viso...

    Forse il Rosso sarebbe rimasto deluso.
    Forse no.
    Fatto sta che il luogo in cui il maestro Michael l'aveva condotto non era una mistica forgia abbarbicata sul pendio di una montagna sacra e popolata da spiriti di ogni tipo, bensì... una palestra. Ma non una palestra qualsiasi... il tempio della femminilità di Suna, il giardino proibito dove sbocciano i fiori del deserto: la Palestra del Loto Bianco, di proprietà della terribile Haruka Yakumo, la Diavolessa del cui fascino e della cui ferocia cantano le leggende.
    Giunto sulla soglia fiancheggiata da due terribilmente inconsueti vialetti macchiati di verde -probabilmente gli unici in tutta Suna- il fabbro si limitò a bussare con sorprendente delicatezza, con quelle mani che probabilmente imprimendovi una forza media avrebbero sfondato quella stessa porta. Rispose una voce femminile, resa incomprensibile per la distanza, e nei secondi che ebbero i due mentre qualcuno giungeva ad aprire, Michael Kohara ebbe una singola raccomandazione per Hoshi.

    « Haruka don't deve sapere che ripariamo spade di Deidiaracchan. Assolutamente never! Mai! »
    Si era chinato esibendo il dito indice sollevato al Rosso, in segno di ammonimento. Tornò in posizione eretta, fece passare qualche secondo, poi aggiunse in tono terribilmente serio, tanto da far paura.
    « Or si muore. »

    Non ci fu spazio per rispondere a quell'affermazione, né per discutere visto che nel giro di qualche attimo la porta di ingresso si schiuse, rivelando un faccino vivace, un paio di occhi di un castano caldo e due codini castano-rossicci tenuti su da fiocchi rossi. Davanti ad Hoshi e Michael c'era una dodicenne che il Rosso non aveva mai avuto il piacere di vedere, ancora più bassa di Deidara e con l'espressione furba come quella di Ai, ma per il resto completamente diversa dall'una e dall'altra e che oltretutto portava legata poco sopra il ginocchio della gamba sinistra una bandoliera su cui erano custoditi dei grossi spiedi, una variante di quelli standard Accademici.

    « Maestro Michael?? »
    Disse stupita, poiché palesemente non si aspettava di rivedere così presto il vecchio fabbro.
    « Sorry Kuriokochan, Haruka ancora qui, sì?? »
    Il gesto del gigante di appoggiare la manona sulla porta appariva gentile a vederlo da fuori, non fosse che bastò quel contatto perché la porta sfuggisse dalla presa incerta della ragazzina, che a momenti perse l'equilibrio, costretta d'istinto a spostarsi dall'incedere di Michael per non venirne travolta, mentre probabilmente non avrebbe nemmeno voluto farlo entrare.
    « Mi scusi, non può entrare!! Davvero, la sensei è nelle terme con la capopalestra, non potete... »
    Smanacciò per attirare l'attenzione del colossale fabbro e fissò Hoshi con un'occhiata da "e tu chi saresti?", ma l'anziano eremita gli sorrise con benevolenza e proseguì senza ascoltarla fino ad una porta in fondo al corridoio.
    « Follow Hosshikusuchan! Chiedo Haruka permesso di usare sua palestra e ripariamo tue spade. »
    La giovanissima Danzatrice non sembrava dello stesso avviso, e in tutti i modi cercava di ottenere un minimo di ascolto, arrivando infine a prendere coraggio a quattro mani ed a spingere con tutte le sue forze contro il petto del fabbro, riuscendo a stopparlo in qualche modo.

    « Insomma! Non potete, vi dico!! Dovete aspettare. »
    Guardò Hoshi
    « Tu sei quel jonin delle mura... ma che ci fai qui?? Qualcuno mi spiega? »

    E finalmente... ecco comparire la misteriosa nuova Danzatrice del Loto Bianco!
    Ecco qui un'immagine di riferimento per Shirai Kuroko img, spero ti piaccia!!
     
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    A Casa di Hoshi
    ..Una Nuova Danzatrice..
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    Alla domanda del rosso il gigante prese a trafficare con la sua sacca piena di attrezzi, sembrava quasi stesse cercando qualcosa anche se non poteva immaginare cosa potesse tirare fuori da una sacca piena zeppa di attrezzi grandi come lui stesso. Il rosso rimase piuttosto perplesso quando il fabbro gli mostrò una piccola foto incorniciata, il rosso la prese tra le mani guardandola attentamente, i suoi occhi si spalancarono mentre una goccia di sudore gli correva dalla tempia al mento, quella foto aveva dell’assurdo. Essa rappresentava un gruppo di neo-genin, una ragazza al centro, un tizio con lo sguardo da maniaco al fianco e un ragazzo alto dalla capigliatura afro. Niente di particolare fino a la se non fosse per il quarto soggetto della foto che a dire di Hoshi doveva avere parecchi anni. Al centro del gruppo compariva il brutto muso della distilleria ambulante, sembrava identico a come lo aveva visto pochi giorni prima, ma come era possibile?

    -..ehi ma questo è?!!.. ma come è possibile?..-


    L’espressione stupita del rosso non voleva abbandonarlo, fu necessaria una mega sparata del gigante per farlo destare dalla sorta di trance in cui era caduto il Chikuma. Infatti quando questi indicò Gin reputandolo come il nonno di Hoshi il rosso esplose quasi d’istinto negando in toto la sua spudorata supposizione.

    -CHEEEE?!!.. LA DISTILLERIA AMBULANTE?!!.. NO.. e POI NO!!!.. GIN NON E’ MIO NONNO!!.. io sono il nipote di FURUI!!!.. FURUI CHIKUMA!!!.. Gin al massimo.. è il mio sensei!!!..-


    Il rosso sembrava quasi si fosse offeso della cosa, in realtà non ci aveva capito molto o meglio la sua mente poco attenta a questo genere di cose non aveva creato nella sua testa le giuste supposizioni da fare, d’altro canto il piccolo Chikuma non aveva mai dato molto peso alla sua situazione familiare trovandola da sempre, normalissima. Solo una cosa gli era rimasta impressa, quella foto così strana ed estremamente vecchia, che diavolo ci faceva Gin distilleria ambulante in una foto del genere.



    [...]



    Assorto nei suoi pensieri il ragazzino avrebbe seguito il gigante per le strade di Suna fino a giungere davanti al luogo che mai e poi mai si sarebbe aspettato di rivedere, sembrava che la fortuna stesse girando dalla sua parte finalmente, il Chikuma non si risparmiò un po’ di eccitazione nel vedere lo splendido edificio davanti ai suoi occhi.

    -WOOOW!!!.. ma questa è la palestra del Loto bianco.. evvai!!!.. ehi ma perché siamo venuti qua?!.. aaah che importa.. forse riesco a vedere Haruka di nuovo!!!.. eheheh..-


    Mentre camminava verso l’ingresso il rosso aveva preso ad abbracciarsi mandando bacetti qua e la mentre sembrava quasi sognare, una scena alquanto disdicevole per un Jonin. Mentre procedevano il gigante sembrò incupirsi mentre dava qualche consiglio al ragazzino sulla situazione e sul profilo da mantenere, sembrava infatti che qualsiasi cosa sarebbe accaduta il rosso non avrebbe mai dovuto rivelare che si trovavano li per riparare le spade della piccola Deidi. Il tono di voce del gigante ora si era fatto estremamente serio e profondo, non stava scherzando, sembrava che Haruka si fosse parecchio incavolata con Deidi o almeno così sembrava lasciar intendere il gigante.

    -Glum.. ehm.. si ok.. credo di aver afferrato il concetto!!!..-


    La porta della palestra era davanti al suo naso, bastarono pochi colpi alla porta perché qualcuno venisse ad aprire loro. Quando la porta si aprì il rosso si ritrovò davanti una splendida ragazza che non aveva mai visto alla palestra, subito avvampò imbarazzato, doveva ammettere che era davvero carina e all’apparenza anche dolce, non certo come quella affetta ninja di Deidara. Era fatta, il rosso era riuscito a consegnare le spade di Deidi al fabbro, di li a poco sarebbero state riparate, peccato che la ragazza non avesse alcuna intenzione di lasciar passare i due.

    Sembrava infatti che Haruka e la capo palestra fossero impegnate a fare le terme, molto probabilmente quelle presenti all’interno della palestra, lo sguardo del rosso subito mutò in quello di un maiale assatanato mentre voltava la testa all’indietro per non farsi notare. Che occasione ghiotta per farsi una scorpacciata di nudità femminili di livello S. La ragazzina sembrava intenzionata a bloccare la strada ad entrambi, era tenace lo doveva ammettere il Chikuma, abbastanza tenace da tenere testa allo stesso gigante, doveva avere parecchio fegato da vendere, Hoshi si chiedeva se fosse lei la ragazza che aveva fatto perdere il posto a Deidi-chan. La ragazzina aveva creato una specie di barriera umana invalicabile davanti alla porta, i due non avrebbero mai avuto il permesso di passare, non certo da lei, il rosso doveva inventarsi qualcosa e alla svelta, sentiva infatti in lontananza l’aura maligna ed iraconda di Diedi crescere a dismisura, le ombre si erano calate sulla sua figura. Quando la ragazzina chiese al rosso che fosse il Chikuma avrebbe mostrato un gran sorriso, uno dei suoi inebetiti per poi prendere a presentarsi come al suo solito.

    -Oh?!.. ehm.. mi chiamo Hoshikuzu Chikuma.. piacere di conoscerti!.. vedi ci troviamo qui.. perché ho chiesto al maetsro Michael se poteva aggiustare le mie armi che sono rimaste danneggiate dopo un brutto scontro.. sono delle armi particolari e solo lui le può sistemare!!!.. ehm.. vedi.. Gin Tatsumaki Chikuma.. si il Kazekage.. mi ha ordinato di partire immediatamente per una nuova.. si ecco.. una nuova pericolosa missione di grado S.. e senza le mie armi non posso affrontarla.. ti prego lasciaci passare.. conosco Haruka.. sono certo che ci lascerebbe il permesso!!!..-


    Anni e anni di frottole raccontate alla madre avevano dato i suoi frutti, mentre parlava il rosso sembrava pure convincente, in effetti a parte la storia della missione e sulla proprietà delle armi il resto della storia era vera. Il rosso sperava di essere riuscito a creare una breccia su quel muro chiamato Kurioko, una breccia che gli permettesse di accedere alla palestra del Loto Bianco, il luogo massimo di perdizione per i giovani sensi del Turbine Rosso.

     
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    Di nuovo Hoshi ebbe modo di udire quella risata roca e profonda, poiché la sua reazione sdegnata al piccolo misunderstanding del mastro spadaio doveva essere sembrata davvero buffa a quest'ultimo. E dopotutto, come dargli torto? Il suo antico maestro, anziano shinobi nonché Kage dei Venti, definito in quella maniera fantasiosa a scimmiottare il suo brutto amore per l'alcool.

    « Sorry, Hosshikusuchan. »
    Disse l'uomo, mettendo un freno alla risata e strofinando un occhio.
    « My fault. Mio errore. »
    CITAZIONE

    -Oh?!.. ehm.. mi chiamo Hoshikuzu Chikuma.. piacere di conoscerti!.. vedi ci troviamo qui.. perché ho chiesto al maetsro Michael se poteva aggiustare le mie armi che sono rimaste danneggiate dopo un brutto scontro.. sono delle armi particolari e solo lui le può sistemare!!!.. ehm.. vedi.. Gin Tatsumaki Chikuma.. si il Kazekage.. mi ha ordinato di partire immediatamente per una nuova.. si ecco.. una nuova pericolosa missione di grado S.. e senza le mie armi non posso affrontarla.. ti prego lasciaci passare.. conosco Haruka.. sono certo che ci lascerebbe il permesso!!!..-


    « Ooooh...! Ed esiste un livello così alto?? »
    Bingo! La giovanissima genin non condivideva con Deidara la diffidenza e la naturale aggressività, né aveva in comune con Ai l'arguzia. D'altra parte doveva avere sì e no dodici anni ed aveva davanti un jonin di sedici, non era affatto strano che fosse un po' ingenua e propensa a fidarsi. In questo senso la storiella di Hoshi aveva scaturito il suo effetto... anche troppo, a vederla col senno del poi.
    « E... »
    Si avvicinò tantissimo, prendendo una mano del Rosso con gli occhi castani spalancati e luminosi per la meraviglia, spianando così la strada al maestro Michael, che però invece di proseguire gettò uno sguardo perplesso alla kunoichi che si era attaccata ad Hoshi e praticamente lo immobilizzava.
    « In questa missione non è che avresti bisogno di un valido aiuto?? »
    Dove voleva andare a parare era fin troppo ovvio, ma i guai erano soltanto all'inizio.
    « Non ho ancora potuto partecipare a delle missioni, ma la mia sempai mi ha promesso che alla prima occasione mi avrebbe portato, e ti garantisco che lei è bravissima e fortissima nonché eccezionale in tutti i campi!! Potremmo farti da guardia del corpo, oppure supportarti in missione, oppure tu resti a guardare e facciamo tutto noi!! Davvero, noi Danzatrici siamo molto brave, chiedo subito il permesso alla capopalestra »
    Schizzò via alla velocità della luce, e naturalmente non aveva dato spazio né tempo ad Hoshi per una risposta che fosse una, abbandonandolo lì sul posto dopo averlo inchiodato e sommerso di parole.

    « Capopalestra Yakumo!!! »
    Cinguettò la genin, spalancando una porta da cui uscì un'inconfondibile zaffata di vapore caldo e profumato, indice che quell'ingresso dava nientemeno che in delle terme al chiuso. Hoshi poté intravedere dallo spicchio di visuale che gli era concessa una vetrata in luogo del soffitto e delle rocce -o qualcosa del genere- ma nient'altro perché oltre a Kuroko che si era piazzata proprio all'ingresso ad occludergli la visuale c'era proprio la sagoma terribilmente massiccia di Michael, che praticamente non gli permetteva di vedere un accidente.
    « Ho bisogno di un permess- »
    STONK, e qualcosa di grande e metallico rimbalzò sulla fronte di Kuroko, stendendola come se fosse una lottatrice di boxe andata K.O al primo round e poi rimbalzando per terra fino ai piedi di Hoshi, rivelandosi per l'arma letale che era: una bacinella.

    « Ti ho detto mille volte di non strillare, novellina. »
    Proruppe imperiosa una voce femminile da dentro la stanza.
    Il maestro Michael si avvicinò, e dovendosi abbassare per non sbattere la fronte contro lo stipite poggiò le mani sulla parete e si sporse verso l'interno. Se poco prima Hoshi aveva la possibilità di vedere pochissimo, ora gli era proprio impossibile vedere niente che non fosse il fudoshi dell'anziano fabbro -non esattamente una visione paradisiaca.

    « Hello, Harukachan, poss- »
    STONK, ma stavolta l'arma contundente scelta dalla Danzatrice-capo rimbalzò senza danno sulla sagoma granitica dell'eremita.
    « Michael, che ci fai ancora in giro?? Faccio già uno sforzo immane a vedere la tua brutta faccia da vecchio una volta l'anno, e lo faccio soltanto perché devi riparare le mie armi!!! Qualsiasi cosa tu debba dirmi NON ORA!!! E possibilmente FRA UN ANNO!!! »

    « I suppose, parliamo dopo. »
    Si affrettò a richiudere la porta, sospirando.
    « Non capisco why lei sempre così violenta. »
    Scosse il capo, senza comprendere.
    « Allora, Hosshikusuchan. Prendiamo sua reazione come per "yes" e ripariamo waki. »
    Kuroko era K.O, stesa a terra che vedeva le stelle dopo il lancio perfetto e letale di una potente quanto terribile jonin infuriata. Michael indicò al Rosso la grande e luminosa palestra principale, dove a quanto pareva intendeva eseguire le sue arti, e dove si diresse per poi sedere incrociando le ginocchia, invitando il suo committente a fare altrettanto.
    « Tua impronta di chakra è vento, sì? »
    Chiese con benevolenza, sorridendo.
    « E sei bravo a manipolare natura, sì? »

     
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    A Casa di Hoshi
    ..E’ permesso?!.. NOOO!!!..
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    La prima risposta della ragazzina lasciò intendere subito al Jonin che ormai era fatta, quella ragazzina era caduta come un macigno nelle profondità del suo lago chiamato menzogna. Forse ci era cascata anche troppo, il rosso infatti si trovò in una situazione di imbarazzo quando questa gli si avvicinò incollandosi alla sua figura e prendendolo addirittura per mano, quella si era auto cotta in un millesimo di secondo, cose da non crederci.

    -Eh?.. ehm.. si no.. cioè.. ecco si.. puoi venire con me.. credo.. si insomma.. è una missione pericolosa.. e..-


    Incredibile, quella si era messa come una mitragliatrice vulcan a sparare supposizioni e quant’altro bloccando ogni sua parola o discorso, se al posto dei suoni ci fossero state pallottole a quest’ora il rosso sarebbe stato già ridotto ad un colabrodo. Il Chikuma infine tirò un sospiro di sollievo quando questa scattò allontanandosi, un sospiro che durò un istante, il tempo necessario al suo neurone di fare i conti, quella peste stava andando a chiamare la capo palestra alle terme, era praticamente come andare a schiacciare un pulsante con su scritto “Attenzione: innesco bomba atomica 1.000.000 di Megatoni”, sarebbe stata sicuramente un esperienza traumatizzante.

    Michael si era già fatto avanti mentre la ragazzina strillava verso la sensei che doveva essere dentro alle terme nuda, già nuda. Per un attimo lo sguardo ed il corpo di Hoshi si pietrificarono, che diavolo ci stava facendo la fermo immobile, quella era la più grande occasione della sua vita per dare una sbirciata, Tatsumaru Sensei avrebbe sicuramente saputo cosa fare e dato che lui aveva assunto la sua eredità non poteva essere da meno. Il rosso con sangue freddo si sarebbe avvicinato alla porta delle terme, non vedeva ancora niente, qualche passo e la sua libido sarebbe esplosa come un vulcano attivo. Peccato che Haruka avesse involontariamente trovato un modo per estinguerla. Il rosso infatti mentre si avvicinava vide la ragazzina schiantarsi a terra mentre ai suoi piedi giungeva un bacinella, Haruka doveva essere un cecchino se era riuscita a fare una cosa del genere. Deglutita la saliva il rosso si sarebbe dato due schiaffi sulle guance, non poteva mollare, non ancora.

    -Forza Hoshi!!!.. non posso perde questa occasione!!!..-


    Il rosso si sarebbe fatto coraggio per tentare di infilare la testa dentro la porta, peccato che il gigante fosse entrato prima di lui riempiendo ogni spazio e lasciando al ragazzo in vista solo il suo fudoshi ben piazzato tra le chiappe. Il rosso dopo aver trattenuto un conato avrebbe cercato di trovare un qualsiasi pertugio dal quale potere sbirciare, non avrebbe badato a spese salendo anche sul massiccio corpo dell’eremita se necessario. Sembrava impossibile vedere qualcosa, mai si era sentito più sconsolato dopo un tentativo di sbirciata.

    Non tutto era andato storto. Sembrava che il gigante una volta chiusa la porta avesse ottenuto in qualche modo il permesso per sistemare le spade della biondina, o forse non glielo aveva chiesto. Fatto un cenno il vecchio avrebbe invitato Hoshi a seguirlo in palestra, il rosso dopo qualche passo si sarebbe fermato voltandosi verso il corpo esanime della ragazzina che li aveva fatti entrare. Avvicinatosi lo avrebbe raccolto da terra prendendola in braccio, era dannatamente pesante per essere una mocciosa.

    -Ouff.. ma quanto pesi?!!.. eh poi dicono che le danzatrici sono leggere.. accidenti pesa una sacco questa qui.. ma guarda te che mi tocca fare.. spero che Deidi mi ringrazi almeno!!!..-


    Il rosso avrebbe seguito il fabbro fino alla grande palestra li avrebbe gettato uno sguardo nei dintorni per cercare un luogo adatto dove lasciare la ragazzina svenuta, o almeno così sembrava visto che aveva cominciato a russare come un animale selvaggio. Appoggiarla fu una vera e propria guerra dato che le si era avvinghiato al collo e non sembrava volerlo lasciare. Trovato un giaciglio adatto per la ragazza, che potevano essere dei cuscini o un semplice divano il rosso si sarebbe avvicinato al gigante che intanto si era seduto invitando il Chikuma a fare altrettanto.

    image


    -Eh?.. l’impronta del mio chakra?!..-


    Quando il vecchio chiese al Chikuma se sapeva manipolare l’impronta di vento restò perplesso. Che aveva a che fare la riparazione di un paio di spade con il controllo della natura del chakra. Il rosso era curioso ma chiedere sarebbe stato inutile, tanto valeva assecondare il maestro e stare a vedere che aveva in mente, chissà che non avrebbe avuto modo di imparare qualcosa da quell’esperienza.

    -.. ehm si.. l’impronta del mio chakra naturale è di tipo Vento!.. sono un manipolatore del vento.. e a dire la verità sono piuttosto abile a manipolarla.. Gin mi ha addestrato piuttosto bene se devo essere sincero.. è un tipo strano.. beve decisamente troppo.. ma è un ottimo sensei.. se riesci a sopravvivere ai suoi addestramenti!!!.. eheheheh.. senti un po’.. ma a che ti serve saper manipolare la natura del chakra del tipo vento?!..-


    Il rosso era estremamente curioso. Le sue abilità erano senza alcun dubbio quelle di un maestro quando si trattava di Vento, ma proprio non capiva cosa il fabbro avesse in mente. Non restava attendere impazienti, e sperare che le danzatrici della palestra se ne stessero buone alla terme ancora per un po’ di tempo.


     
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    « Can't usare mie abilità se irroro chakra in spade. »
    Spiegò gesticolando il mastro di forgia, porgendo di nuovo le spade ad Hoshizuku perché le prendesse, ma non prima di aver rimosso la riparazione di fortuna attuata al manico da Deidara stessa con dello scotch per carta da pacchi.
    « You utilizza ora manipolazione di natura con massima intensità su spade di Deidiaracchan, ed I fa affilatura nuova e tempra migliore. Capisci? »

    Michael si alzò soltanto per prendere due grosse pinze metalliche che sembravano strumenti di tortura, e rimessosi in posizione seduta le agganciò alle wakizashi per poi porre in grembo le estremità opposte e invitare il giovane Chikuma a fare quanto gli era stato chiesto. Mentre Hoshi irrorava di chakra di tipo vento le spade, il maestro compose una serie interminabile di sigilli, ed il chakra di Hoshi prese a brillare con maggiore intensità ed a guadagnare vigore, assumendo poi una forma sorprendentemente regolare per del chakra irrorato in un'arma, come se di un tratto fosse diventato fluido e bilanciato alla perfezione. A quel punto Michael riprese a comporre sigilli, e la cosa andò avanti per un bel po' mentre Hoshi era costretto a dar fondo alla sua riserva di chakra per mantenere attiva la manipolazione della natura alla massima potenza.

    « Good che tua impronta stessa di Deidiaracchan. »
    Disse Michael, benevolo.
    « Lei Happy sarà, di risultato. Shinobi poco abili perdono sensi e cadono giù prima di riuscire a completare procedimento, capisci?? Molto abili bisogna essere per arrivare fino in fondo. »
    Continuò a comporre sigilli, mentre anche sulla sua fronte iniziavano a formarsi gocce di sudore che ne testimoniavano la stanchezza psicofisica. Altri otto-dieci minuti, e infine fece cenno ad Hoshi che poteva bastare così, al che prese le spade e annuì..

    « Wonderful risultato, sì. »
    E con pochi, rapidi gesti staccò il manico di entrambe le spade (dio solo sa come senza tranciarsi la mano nel procedimento), sia di quella danneggiata che di quella intatta. Fu in quel momento che Hoshi poté comprendere perché Michael aveva voluto andare fino alla palestra del Loto Bianco per quella strana cerimonia di tempra. In una delle pareti a scomparsa che celava diversi ripiani traboccanti armi di magnifica foggia, l'uomo estrasse un rotolo jutsu di dimensioni eccessive, che distese per metà palestra. Cercò con scrupolo fra le infinite iscrizioni, finché non trovò quella che cercava, e dalla quale emersero due magnifici tsuka per wakizashi -le impugnature tradizionali- che incassò in sostituzione dei vecchi. Le due wakizashi che erano il risultato di quella nuova forgiatura erano sorprendentemente diverse da quelle che Hoshi aveva messo in mano al fabbro, vere opere d'arte.
    « Ecco qui. »
    Disse l'uomo, consegnandole ad Hoshi.
    « Now devi pagare, sì? »
    Rise un po', guardandosi attorno come se temesse di veder spuntare Haruka da dietro una parete da un momento all'altro. Abbassò di molto la voce, e parlò al Rosso in via del tutto confidenziale.

    « You deve ottenere da Amministratrice Otori permesso per il rientro in villaggio di man molto cario a me. »
    Sorrise.
    « Nagi Kengamine. Nukenin, but non a cattiva persona. You ricorda suo nome, sì? »


    Ho voluto sorvolare un po' circa la nuova forgia delle spade per ovvie ragioni! XD Ho visto che hai in scheda la manipolazione della natura, e che quindi Hoshi è in grado di soddisfare la richiesta del fabbro.

    Eccoci dunque alla richiesta di Michael per il pagamento per le spade: desidera il rientro nel villaggio -anche in via provvisoria- di un nukenin: Kengamine Nagi, il nome non ti dice assolutamente niente e per saperne di più dovrai per forza domandare direttamente alla fonte, e cioè da Shaina! XD
     
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    Hoshi avrebbe seguito alla lettera le indicazioni del gigante senza tralasciare alcun passaggio. Era concentratissimo e stava inoltre cercando di capire che diavolo stesse facendo quel tizio così eccentrico con le spade di Deidi, inutile dire che non ci capì un gran che. Il Chikuma non risparmiò di certo le energie mentre concentrava sulle lame dell’amica la sua energia carica dell’impronta vento, era impressionante l’arte di quel tizio, le lame delle due wakizashi sembravano prendere rapidamente forma mentre venivano irrorate di energia. Più Hoshi osservava quel processo di forgiatura e tiratura della lama più si convinceva che quel tizio non stava altro che replicando le stesse condizioni che avevano affilato il suo Boomerang-Katana. Era come se quel processo riproducesse un centinaio di anni in mezzo al polmone del deserto, un arte magnifica.

    -Wow.. accidenti!.. certo questo metodo di forgiatura consuma un sacco di energie!..-


    Avrebbe detto il rosso mentre si asciugava il sudore della fronte con la manica della tuta e si avviava con il gigante vicino ad una serie di cassettoni contenenti armi di ogni genere e fattura. Gli occhi del rosso corsero per tutta la parete individuando strumenti di tortura e lotta che mai aveva potuto immaginare esistere. Quel che il gigante prese tuttavia non aveva nulla a che fare con le lame, o almeno non direttamente, un gigantesco rotolo era stato infatti srotolato dal gigante, un rotolo grande quanto metà palestra, Hoshi non ne aveva mai visti di così grandi.

    -Accidenti che rotolo!!!.. hei qua si che ci stanno un sacco di armi.. mmh.. ma che diavolo ci tengono le danzatrici in questo coso?!..-


    Presto detto, il vecchio dopo una piccola ricerca avrebbe evocato dalle stesso un paio di guardie ed impugnature, molto probabilmente quelle che avrebbero sostituito quelle danneggiate. Senza fare tanti altri riti wodoo il vecchio sostituì i pezzi rotti con quelli nuovi per poi rifinire il lavoro e riporre le lame nelle apposite custodie. Gli occhi di Hoshi erano stracarichi di gioia, era riuscito a far riparare le armi dell’affetta ninja senza rischiare l’osso del collo, un risultato inimmaginabile dato come era cominciata l’avventura. Prese le armi il rosso le avrebbe guardate per poi prenderne una in mano, era troppo curioso di scoprire il risultato finale, i suoi occhi si illuminarono quando alzò la lama di una wakizashi al cielo, quella non era più una spada normale lo si vedeva da un chilometro di distanza.

    -Wo..wow.. sarebbero queste.. le spade di Deidi.. è incredibile.. queste spade non hanno niente a che vedere con quelle di prima.. sono più leggere.. più maneggevoli.. inoltre.. la lama.. sembra quasi vibrare dalla pressione che esercita guardandola.. fantastico!.. GRAZIE MILLE MAESTRO!!!..-


    Il rosso si sarebbe rivolto al maestro facendo un grande inchino, si era rivelato davvero molto gentile a rischiare per lui, un ragazzino che nemmeno conosceva o forse, peccato che ora era giunto il momento di saldare la prestazione. Il vecchio avvicinatosi all’orecchio di Hoshi avrebbe preso a bisbigliare, la richiesta che pronunciò lasciò per qualche istante il Chikuma paralizzato mentre pensava se quello che aveva sentito era vero oppure no. Il gigante gli aveva chiesto di ottenere un permesso per far entrare un Nukenin al villaggio, mai e poi mai si sarebbe aspettato una richiesta del genere. Dopo qualche istante di silenzio ed esitazione il rosso si sarebbe schiarito la voce per prendere a bisbigliare come aveva fatto il vecchio, aveva qualche domanda da fare prima, infondo la richiesta che aveva avanzato il vecchio non era di poco conto.

    image


    -Uh..un..un Nukenin?!.. vuoi che faccia entrare un Nukenin al villaggio?!.. Nagi Kengamine.. mmh.. mai sentito in vita mia.. uff.. beh immagino non possa tirarmi indietro dopo tutto quello che hai fatto per me.. d’accordo ci sto.. ma a una condizione!.. devi raccontarmi la storia di questo tizio.. se devo chiedere il permesso a Shaina è meglio che io sia preparato.. allora chi è questo Kengamine.. e come mai è considerato un Nukenin.. che ha combinato?!.. eh.. e perché vuoi che ottenga un permesso per lui?!..-


    Il gigante gli aveva chiesto qualcosa di praticamente quasi impossibile, far entrare un Nukenin al villaggio. Se mai fosse stata possibile una cosa del genere il Chikuma doveva per lo meno sapere con chi aveva a che fare e perché il gigante lo voleva dentro le mura di Suna, di certo la cosa non sarebbe stata semplice, sembrava che quella storia non fosse che solo cominciata.

     
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    Rialzandosi, la montagna di muscoli barbuta si prodigò in risposta all'entusiasmo del Rosso in una versione bassa e paterna di quella sua strana risata, rimettendo nel mentre al loro posto gli arnesi da lavoro ed il massiccio rotolo jutsu. Riguadagnò quasi immediatamente il suo solito sguardo, praticamente indecifrabile per via degli occhi semichiusi dietro gli occhiali a lenti spesse, salvo poi mostrarsi vagamente sorpreso quando Hoshi gli rivolse una contro-proposta chiedendo informazioni su quel nukenin cui il mastro fabbro premeva tanto rivedere a Suna.

    « Sorry, Hosshikusuchan. I pensavo, you capito subito chi fosse lui. »
    Si grattò la barba, meditabondo.
    « Io credevo anche tu conosce lui, sì? »
    Frugò nel cesto e ne tirò fuori la vecchia foto, la stessa che aveva già mostrato. La avvicinò agli occhi del Rosso, e con l'indice indicò il ragazzo di fianco alla ragazzina ed alla versione adolescente dagli improbabili capelli afro del vecchio che Hoshizuku aveva davanti a se, quello stesso neo-genin sorpreso a gettare uno sguardo di nascosto alla ragazzina dai capelli argentati al centro della foto.
    « E' lui. »
    Disse sorridendo bonario.
    « Amministratrice Otorissan spiega tutto su lui, sì? Storia assai semplice la sua. »
    Rise ancora, ma poco e piano, come se una parte della sua mente vagasse verso certi ricordi semisepolti. Tirò su il canestro e se lo issò in spalla a mo' di zainetto, segno che intendeva dirigersi verso l'uscita da un momento all'altro.

    « Nascondi bene armi, sì? Harukachan non deve vedere loro. »
    Una vocetta squillante proveniente dalle spalle di Hoshi sembrò rispondergli.
    « Cos'è che la capopalestra non deve vedere? »
    Kuroko si era svegliata, e si stava massaggiando pigramente il bernoccolo che le stava crescendo sulla testa dopo che si era beccata una bacinella di metallo lanciata da una temibilissima jonin veterana che avrebbe fatto paura perfino al peggiore dei nukenin. Michael la fissò, fissò Hoshi, gli batté sonoramente la mano sulla spalla come a voler dire "è tutta tua, campione, fai del tuo meglio perché questa ha l'aria di non staccarsi tanto facilmente se non ti inventi qualcosa di credibile."

    « Goodbye, Hosshikusuchan, io fretta di tornare a mia montagna, sì? Manderò messaggero per sapere se tu riuscito ottenere pagamento, sì? »
    Kuroko fece vagare gli occhi castani da Michael ad Hoshi, e viceversa, come una bambina curiosa mentre ascolta degli adulti parlare di un argomento che la riguarda da vicino e che non capisce.
    « Pagamento? Pagamento per cosa?? »

    Ora iniziava l'ultima, imprevedibilmente difficile missione di Hoshi: riportare le spade a Deidara.
    Senza farsi scoprire da Kuroko, possibilmente...

     
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    Niente da fare il gigante non voleva sbilanciarsi sul spiegare chi fosse quel nukenin. L’unica cosa che mostrò al rosso fu nuovamente quella strana foto con Gin e tre ragazzini, sembrava che il tizio fosse quello che fra i tre doveva essere il più pervertito dato lo sguardo immortalato, molto probabilmente era divenuto Nukenin perché aveva tentato di sbirciare nelle terme delle donne, di certo la fine che avrebbe fatto prima o poi il giovane ninja della sabbia.

    Sembrava che il vecchio avesse fretta di lasciare quel luogo, anche il rosso ora che avevano finito di sistemare le spade non vedeva l’ora di uscire, l’aria si stava facendo estremamente pesante nei dintorni, era come se stesse per esplodere una bomba da un momento all’altro. Hoshi aveva le spade della bionda, sapeva che doveva fare per saldare il debito, era pronto ad uscire, peccato che una nuova disgrazia gli piombò addosso, una disgrazia di cui si era completamente scordato. La ragazzina dai lunghi capelli castani era infatti tornata alla carica destandosi dal suo stato comatoso, quella nana cominciava ad essere un po’ troppo curiosa per i suoi gusti. Quando sentì la sua voce Hoshi scattò nascondendo le spade di Deidi dietro la schiena, un abile gesto le avrebbe nascoste sotto la tuta lasciandole scorrere tra il sedere di Hoshi e l’elastico delle mutande, un nascondiglio perfetto.

    -WAAH!!!.. ah sei tu.. ehi come va la botta?!.. hai preso proprio un bel colpo prima!!!.. ehi aspetta un attimo.. vecchio.. grazie mille di tutto.. rispetterò il nostro accordo.. puoi fidarti della mia parola!!!..-


    Fatto un gran sorriso il roso lo avrebbe salutato per poi tornare alla ragazzina. Il rosso avrebbe avvicinato la mano destra verso il bernoccolo della ragazzina con fare sicuro, dopotutto era pur sempre uno pseudo dottore, molto pseudo. Di sicuro la storiella del farsi vedere da un dottore poteva funzionare, non restava che tentare il tutto per tutto. Lo sguardo di Hoshi si sarebbe fatto subito estremamente competente in materia mentre il vecchio lo salutava dandogli una bella pacca sulla spalla.

    -Senti.. ehm.. Kuroko.. ti chiami così vero?!.. dovresti fare vedere questo brutto bernoccolo da un dottore.. potresti anche avere una commozione cerebrale.. non bisogna scherzare con queste cose.. sei fortunata che io sia un medico della squadra speciale!!!..-


    Il rosso avrebbe detto la cosa come per sottolineare la sua estrema potenza nel campo medico, ma dove? Hoshi doveva uscire da quel posto e in fretta sapeva che Haruka sarebbe uscita dalle terme di li a poco e sapeva anche che farsi trovare li sarebbe stato estremamente sbagliato. Doveva sfruttare l’onda del momento ed andare fino in fondo.

    -Kuroko!.. è meglio se vieni con me fino in ambulatorio.. li potrò curare questa brutta ferita.. accidenti sembra più grave di quel che sembrava prima!..-


    Effettivamente la ragazza aveva un bernoccolo da guinness sulla fronte, il Chikuma non ne aveva mai visti di così grandi e sporgenti.

    -..però dobbiamo fare in fretta.. la palestra non ha un uscita secondaria?!.. in questo modo possiamo recuperare del tempo prezioso.. forza fa strada!.. mi servirà anche per capire se hai subito delle lesioni al coordinamento dei tuoi movimenti..-


    Sporco infame, raccontare una storiella del genere ad una dodicenne. In effetti se gli avessero detto le stesse cose a lui a dodici anni il rosso si sarebbe messo ad urlare come un pazzo cominciando a correre per tutto l’edificio. Il rosso presa la mano della ragazza l’avrebbe guardata intensamente negli occhi, il suo sguardo era dannatamente deciso e potente, la ragazza avrebbe percepito subito la serietà del Jonin, non stava mentendo. Era giunto il momento di scappare da quella palestra di lame prima che queste cominciassero a volare furiose verso di lui.

     
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    -WAAH!!!.. ah sei tu.. ehi come va la botta?!.. hai preso proprio un bel colpo prima!!!.. ehi aspetta un attimo.. vecchio.. grazie mille di tutto.. rispetterò il nostro accordo.. puoi fidarti della mia parola!!!..-


    Mentre il maestro Michael rispondeva soddisfatto con la sua buffa risata, Kuroko fece vagare lo sguardo dall'anziano eremita al giovane jonin, e viceversa con l'aria da "ditemi che cosa sta succedendo altrimenti spiffero ogni cosa e passerete dei guai."

    « I certo che Hosshikusuchan uomo-di-parola. »
    Strinse la mano al Rosso e, nell'andarsene, si esibì in un ampio sorriso carico di significato.
    « The mela don't cade mai lontano da albero. »

    « Che significa? Di che promessa parlate? »
    Kuroko si fissò su Hoshi, avvicinando il viso corrucciato in un'espressione indagatrice e sospettosa, fino a sfiorare quello dell'altro allo scopo di metterlo terribilmente a disagio.

    CITAZIONE

    -Senti.. ehm.. Kuroko.. ti chiami così vero?!.. dovresti fare vedere questo brutto bernoccolo da un dottore.. potresti anche avere una commozione cerebrale.. non bisogna scherzare con queste cose.. sei fortunata che io sia un medico della squadra speciale!!!..-


    L'espressione della ragazzina spaziava dal sospettoso all'allarmato, ma perfino uno con l'abilità dialettica di uno scalmanato come Hoshi era troppo facile manipolare una dodicenne. E Kuroko sarà anche una ragazzina sveglia, ma per tantissimi versi rispecchiava fedelmente la sua età. Borbottò qualcosa, passando una mano sulla fronte e facendo virare gli occhioni castani verso l'alto, come aspettandosi di vedere il terribile bernoccolo che il jonin le stava descrivendo.

    « Ma no... Cioè, non mi sembra così... »
    Ma Hoshi la incalzava, e con il crescere dell'enfasi del Rosso cresceva l'ansia di Kuroko.

    CITAZIONE

    -Kuroko!.. è meglio se vieni con me fino in ambulatorio.. li potrò curare questa brutta ferita.. accidenti sembra più grave di quel che sembrava prima!.. però dobbiamo fare in fretta.. la palestra non ha un uscita secondaria?!.. in questo modo possiamo recuperare del tempo prezioso.. forza fa strada!.. mi servirà anche per capire se hai subito delle lesioni al coordinamento dei tuoi movimenti..-


    « Le... lesioni?? Ma è così grave?? »
    Sbiancò leggermente, mentre la sua testolina viaggiava sulle ali della paura e andava sempre più temendo una prematura fine della sua carriera di kunoichi -che fino al momento si era rivelata molto promettente. Si fece trascinare da Hoshi in direzione di un'uscita sul retro -che passava per il minuscolo e dimesso bagno dei maschi provvisoriamente utilizzato a mo' di sgabuzzino per contenere detersivi, spazzoloni e ramazze varie ed eventuali e che Hoshi riuscì soltanto ad intravedere, dato che Kuroko ad un certo punto sembrò riprendersi quel tanto che bastava da darle un minimo di lucidità.

    « Ma ora che ci penso l'ospedale è da quella parte!!! »
    Smanacciò con enfasi ed una mezza nota di panico nella voce, indicando l'uscita principale da dove era scomparso il mastro forgiatore, e da cui Hoshizuku si ritrovò ben presto a fuggire, praticamente trascinandosi dietro una preoccupata quanto recalcitrante Kuroko.
    Insieme si precipitarono fuori dalla palestra, attraversando il viale macchiato di verde per immettersi per le vie più centrali di Suna, dove ad un certo punto la giovanissima Danzatrice fece una brusca quanto violenta frenata costringendo Hoshi a fermarsi.

    « Sem... »
    Si staccò dal Rosso e corse via, veloce come la luce
    « ... Pa... »
    Saltò, con un grido di pura gioia che fece voltare mezzo villaggio.
    « ... iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiih!!!!!!!!!!! »
    In una cascata di cuoricini rosa volò letteralmente al collo di una rediviva Ai Otonashi, che abbozzò un sorriso forzato mentre Deidara, al suo fianco, sbuffava per quella scena che le era tanto insolita quanto era familiare alla brunetta. Dimentica di Hoshi e del suo bernoccolo, la ragazzina si aggrovigliò senza pudore al collo della compagna più anziana, che dal canto suo non sembrava particolarmente a disagio -o per meglio dire pareva fin troppo abituata a quel tipo di effusioni.

    « Grazie per il quotidiano allenamento al chakra adesivo, Kuroko. Prima o poi finirai col prendermi davvero di sorpresa e spezzarmi l'osso del collo. »
    Gli occhi di Kuroko, in quell'istante, facevano paura.
    « Ah!!! in tal caso morirò con lei, sempai!!! Sarà un doppio suicidio d'amore!!! »
    Ai ridacchiò, visibilmente poco esaltata da quella prospettiva.
    « Direi un omicidio premeditato seguito da un suicidio, comunque adesso puoi staccarti?? »
    Non lo disse con tanta convinzione, tant'è che subito dopo si rivolse ad Hoshizuku, dando voce ai pensieri funesti di Deidara, che in quel momento stava zitta senza dire niente ma fissava con gli occhi azzurri accesi di una strana luce ciò che il Rosso teneva fra le mani, letteralmente fremendo per l'attesa.

    « Vedo che hai fatto già la conoscenza della nuova scimmietta ammaestrata. »
    Disse Ai indicando Kuroko, che emanando stuoli di cuori d'ogni tipo stava strusciando la sua guancia con quella di Ai con tanta forza che di lì a poco probabilmente avrebbe provocato un incendio con il calore causato dalla frizione.
    « Allora? Com'è andata col Maestro? »

     
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    Il rosso era riuscito in qualche modo a farsi portare fuori dalla nana impicciona, in qualche modo gli dei Chikuma avevano posto il loro benevole sguardo sul giovane rosso, un vero colpo di fortuna. I due stavano correndo via dalla palestra quando Kuroko piantò i piedi staccandosi dal rosso per poi fiondarsi verso una figura che conosceva piuttosto bene, sembrava che anche la nana conoscesse Ai data la reazione avuta una volta vista la ragazza. Il rosso si sarebbe avvicinato al gruppetto in maniera tranquilla mentre Kuroko si era praticamente incollata ad Ai quasi fosse una gemella siamese.

    -Uff.. meno male.. non ne potevo più.. quella ragazzina è una peste..-


    Hoshi avrebbe guardato Ai cercare di tenere a bada Kuroko mentre questa gli stava avvinghiata come una scimmia, una scena che aveva del buffo a dire del Chikuma, nella sua mente avrebbe tanto voluto essere lui al posto della mocciosa. Dopo aver sospirato con fare sognante il rosso si sarebbe avvicinato a Deidara che lo fissava concentrata con i suoi occhioni celesti, il ragazzo si sentiva parecchio in soggezione, non era abituato ad essere osservato da una ragazza a quel modo. Kigeki non appena a portata di tiro sarebbe agilmente balzato dalla testa della bionda alla faccia del Chikuma riprendendo poi con una serie di pedate la nuca del ragazzo, un azione di certo non poco dolorosa.

    -Bentornato fratellone!!!.. la tua amica è simpatica mi ha fatto stare sulla sua testa tutto il tempo.. però l’altra è più simpatica e carina.. mi ha coccolato tanto!..-


    -Tsk.. beato te Kigeki.. io invece ho conosciuto un vecchio gigantesco e quella specie di adesivo umano!..-


    Quando Ai chiese ad Hoshi di come era andata la sua breve avventura questi le avrebbe mostrato uno sguardo volpino e soddisfatto mentre le sue mani andavano in cerca di qualcosa che era stata ben nascosta sotto i vestiti. Mentre frugava e praticamente si spogliava per metà avrebbe tirato fuori quelle che da quel momento in avanti sarebbero state le nuove terribili armi della bionda. Rivolto un gran sorriso a Deidara il rosso avrebbe messo davanti al suo naso le sue nuove spade, la ragazza le avrebbe di sicuro riconosciute subito nonostante ora fossero completamente diverse d prima.

    -Eheh.. perché non lo chiediamo direttamente a Deidi-chan?!!..-


    Chissà se la ragazzina era in grado di tirare fuori un grazie dalla sua piccola bocca una volta ogni tanto.

     
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    Deidara non mosse un muscolo quando il volpino del deserto balzò dalla sua testolina bionda a quella di Hoshi, anzi non dette nemmeno adito di essersene resa conto, tanto sembrava estraniata in attesa del risultato dell'incarico di Hoshi. Non sbuffò e non si esibì in un'occhiataccia nemmeno quando la piccola evocazione la definì indirettamente meno simpatica e carina di Ai, segno che davvero in quel momento non era veramente lì, e che la sua testa stava vagando chissà dove. Fu proprio Ai a stemperare la situazione, trovando la maniera (in qualche modo) di liberarsi della presa di Kuroko, sorridendo in modo radioso e passando le dita sul musetto felino dell'animaletto del deserto.

    « E' perché sei cussìccarino!! »
    Disse con la voce al miele, mentre Kuroko fissava l'animaletto con i grandi occhi nocciola, parlando a mitraglia.
    « Sempai, che roba è quella?? Ma come, parla?? E' un'evocazione, come le kitsune di sempai?? Woooh, non credevo ne esistessero di così, certo non deve essere un granché a combattere, vero sempai?? »
    Ai sospirò, ritraendo le dita dal pelo raso di Kigeki. Era il momento clou della giornata. Infine, il Rosso offri le due wakizashi rinnovate e nuovamente affilate a Deidara, il cui sguardo si illuminò immediatamente come se un raggio di sole fosse sorto in una giornata plumbea. Senza una parola le prese dalle mani di Hoshi e le strinse goffamente, come se fossero due piccoli peluche. Per un attimo sembrò che avesse dimenticato come si impugnano correttamente delle spade, armeggiò nel tentativo di afferrarle per l'impugnatura senza toccarne il lungo fodero -come se questo potesse ferirla-, poi infine ne aprì una, facendo fuoriuscire pochi centimetri di lama.

    « Hanno cambiato i foderi... »
    Disse atona. Fino all'ultimo aveva sperato che i foderi originali si potessero salvare, e che il Maestro Michael avesse potuto restituirgliele così come lei le aveva consegnate ad Hoshi. Quando però, dopo un attimo di esitazione, sfoderò completamente la lama e questa rifletté la luce del sole del deserto, non poté trattenere un sorriso grato, e senza staccare gli occhi dall'acciaio sorto a nuova vita ne seguì la curvatura con la mano aperta, quasi stesse percorrendo con la mente ogni centimetro di quell'arma mortale.
    « Hai con te le armi? »
    Puntò la spada su Kuroko, con un movimento rapidissimo e improvviso che mise in allarme la giovane genin e fece sussultare perfino Ai.

    « Le ha affilate il signor Michael? »
    Kuroko guardò Ai, stupita.
    « Alla nobile capopalestra Haruka-san questo non piacerà. Aveva detto che non bisognava farlo, sempai, lei aveva detto che... »
    « Ma questo Haruka non lo saprà. »
    Cinse la spalla di Kuroko, i cui occhi brillarono per un istante mentre lei volava verso lidi e colli lontani-lontani, su altri pianeti ed altre galassie, salvo poi ricomporsi un attimo dopo ed arricciare il naso, fiutando la fregatura e capendo che si trovava in mezzo ad un brutto, bruttissimo dilemma con la sua adorata sempai da una parte e la terrorizzante Haruka dall'altra, una posizione che di certo nessuno le avrebbe mai invidiato.

    « Le hai o no?? »
    Sbottò Deidara, infastidita dalla mancata risposta.
    « Che ti frega se le ho con me?? »
    Ribatté Kuroko, innervosita dall'aver appreso il brutto guaio in cui si era cacciata e che al contempo si sentiva aggredita in maniera ingiustificata dalla sua bionda parigrado.
    « Deidara vuole provare le sue nuove spade, credo. »
    Disse Ai, abbozzando un sorriso salvo poi allontanarsi di qualche passo da Kuroko e invitare Hoshizuku a fare altrettanto con un gesto della mano.
    « Eeeeeh? »
    Kuroko sembrò sospettosa, ma di riflesso estrasse un rotolo jutsu e da esso una wakizashi ornata, simile a quelle esposte nell'enorme armeria che Hoshizuku aveva potuto ammirare nella palestra e da cui Michael aveva attinto i nuovi foderi delle wakizashi di Deidara.
    « Ho battuto questa qua neanche cinque giorni fa. Settantanove a undici, mi pare, vorrei sapere che- »
    Non era ancora riuscita a rimuovere del tutto la corta wakizashi dal fodero che la Yagi era scattata. Inclinando la lama della spada corta verso il terreno, aveva rivolto il taglio verso l'alto solo all'ultimo momento, per poi sferrare un montante in diagonale terribile, che sembrò attraversare Kuroko senza toccarla, come se la giovane Danzatrice fosse incorporea. Lei rimase pietrificata, ma appena mosse un muscolo scoprì di stringere in una mano la sola impugnatura della spada, e nell'altra la lama tranciata di netto confinata nel fodero.

    « Ma... ma... »
    Kuroko guardò ciò che restava della sua arma, mentre Ai, che si era messa accanto ad Hoshi, sobbalzò rendendosi conto di cosa aveva fatto la biondina, e palesemente disapprovando. Commutò a forza la sua espressione contrariata in un sorriso, e tentò di riportare la pace fra gli animi prima che scoppiasse il finimondo.

    « Bene, ehm, le spade sono state affilate proprio bene... pure troppo mi sa, ehm, Kuroko, come stai? »
    La wakizashi impugnata da Deidara sfrigolava per la quantità di chakra azzurro che vi scorreva, amplificandone la potenza di taglio e la resistenza. In essa, Hoshi poté riconoscere senza problemi l'impronta elementare del vento.
    « Vanno bene. »
    Disse Deidara, con un sorriso spaventoso che aleggiava sul viso.
    « Con queste posso farcela. »

    « Deidara! »
    Ai stavolta mise del rimprovero nella sua voce. Lei sussultò, scendendo di nuovo sulla terra dopo essere stata fra le nuvole per tutto il tempo. La brunetta sospirò, paziente, poi indicò Hoshi.
    « Non lo ringrazi nemmeno...? »
    Deidara sbatté ripetutamente gli occhi azzurri, fissando Hoshizuku come se si fosse resa conto soltanto allora che era lì, davanti a lei. Sembrò riscuotersi, arrossì lievemente e distolse lo sguardo.
    « Uh, io... »
    E fu così che Hoshizuku ebbe modo di apprendere una grande verità della vita. Mai fare qualcosa per una donna in maniera disinteressata aspettando della gratitudine dopo che l'hai fatta. Mentre aveva le sue spade irrimediabilmente rotte Deidara era arrivata al punto di chiedergli per favore pur di ottenere il suo aiuto e gli avrebbe ripetuto quella magica parolina che apre ogni porta comunemente definita "grazie" mille e mille volte. Ma adesso che stringeva le sue armi più lucide e affilate che mai, ogni traccia di gratitudine era prevedibilmente eclissata dal suo inestinguibile orgoglio femminile.
    Per questo alzò la testa, si incamminò verso casa e salutando con una mano aggiunse soltanto:
    « Beh, ti perdono per avermi rotto le spade. »
    Disse in tono antipatico. Poi esitò.
    « Ah, io... ora vado. Beh, ciao, devo andare al combini a comprare qualcosa, devo fare cena anche alla sensei. »
    Naturalmente era ancora pieno pomeriggio e Shaina non sarebbe uscita dall'Amministrazione se non in tarda serata, di tempo ne aveva fin troppo per passare in un negozio qualsiasi a comprare qualcosa di adeguato alle sue abilità culinarie (che si fermavano ad accendere un gas e porvi sopra una padella per del cibo precotto), ma tant'è. Probabilmente, in quel momento non le veniva in mente una scusa migliore per piantare in asso Hoshi ed Ai. Proprio quest'ultima, davanti all'atteggiamento dell'amica cui era invero abbastanza abituata, sospirò e poggiò una mano sulla spalla di Hoshi, in un cenno di comprensione.

    « Vado anche io. »
    Grattò la testolina di Kiseki.
    « Ciao, ciao, piccolino! E' stato un piacere conoscerti! Ciao anche a te, Hoshi. Vado a cercare una spada nuova per questa qua, prima che le scappi qualcosa di sbagliato con la Diavolessa. »

    image

    « E ciao anche a te, Hoshi! E grazie di cuore, anche da parte di Deidara! »

     
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    A Casa di Hoshi
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    Consegnare le bramate lame, così a cuor leggero, alla ragazzina dai capelli color grano non fu un vero e proprio colpo di genio, questo Hoshi lo doveva ammettere. Deidara afferrate le lame infatti sbottò immediatamente in uno dei suoi attacchi isterici anche se con apparente calma. Sfoderata una delle lame infatti la puntò immediatamente verso Kuroko intimandola di estrarre le sue armi, ora il rosso cominciava a capire in che razza di situazione si era cacciato, aveva involontariamente portato la ragazza che aveva battuto Deidara qualche giorno addietro costringendola a lasciare la palestra, un po’ il Chikuma si sentiva in colpa.

    -Ehm.. ehi Deidi che diavolo ti prende?!.. cerca di calmarti.. e di non spargere sangue proprio in mezzo alla strada..-


    Inutile, le parole di Hoshi in quei momenti risultavano essere sempre come fantasmi incorporei. Quando Ai lo invitò a farsi da parte il rosso l’ascoltò senza intervenire o altro, sembrava che la ragazza sapesse come prendere quei due tornado imbizzarriti anche se aveva i suoi dubbi. Deidara non appena viste le spade di Kuroko scattò tagliando di netto l’arma dell’avversaria, un gesto di sfida e che in se portava un significato piuttosto profondo, quella era una vendetta in tutto e per tutto, dal canto suo Hoshi ora poteva ammirare il perfetto lavoro del gigante e della sua arte del vento, quelle lame erano forse anche troppo affilate per una pericolosa come Deidi. L’azione quindi si concluse senza spargimenti di sangue cosa che scaricò la tensione che si era accumulata sulle spalle del rosso irrigidendole.

    -Accidenti.. voi danzatrici mettete proprio paura.. Kigeki prendi nota.. mai fare arrabbiare una danzatrice di suna..-


    Deidi soddisfatta del lavoro svolto si sarebbe congedata dal resto del gruppo con fare quasi stizzito, il rosso proprio non riusciva a capirla anche se ormai poteva dire di esserci abituato o quasi. Alla fine tutto si concluse senza nemmeno un ringraziamento, aveva rischiato la pellaccia a casa, aveva affrontato un gigante che non conosceva minimamente, si era intrufolato di nascosto nella tana della più pericolosa tra le danzatrici ed aveva pure contratto un debito con il gigante, ecco cosa succedeva a dare una mano ad una donna. Il rosso avrebbe guardato Deidara allontanarsi per poi voltare lo sguardo verso Ai che sembrava non aver perso il solito buon umore, per fortuna non tutte le danzatrici erano uguali. Quando questa lo saluto ringraziandolo di cuore il Chikuma arrossi cominciando a grattarsi la testa per l’imbarazzo.

    -Ahah.. ma no dai.. non è niente.. io e Deidi-chan siamo amici.. uff.. almeno credo!.. è normale aiutarsi tra amici!!!.. bene.. ora è meglio se vado pure io.. devo mantenere una promessa fatta a Michael.. spero di rivedervi presto!..-


    Il rosso salutato il gruppetto di danzatrici e kitsune sarebbe quindi partito alla volta dell’amministrazione con in testa kigeki, doveva assolutamente ottenere il permesso per fare entrare nel villaggio il famigerato nukenin Nagi Kengamine, il rosso speravo solo di non essere nuovamente costretto a correre assurdi pericoli. Curioso di scoprire chi fosse questo ninja avrebbe preso a correre per le vie del villaggio senza prima fermarsi a fare una sana merenda con una ciotola di ramen.

     
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    Suna
    ..A casa di uno Sconosciuto..
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    I tre ragazzi dopo la lunga ricerca si sarebbero inevitabilmente ritrovati tutti e tre davanti ad una casa, una normalissima casa di Suna, forse più grande di quelle adiacenti, ma non per questo diversa. Forse ai tre ragazzi sarebbe parso strano di trovarsi tutti e tre li nel medesimo posto, senza nemmeno sapere esattamente il perché. Certamente l’occasione era perfetta per conoscersi se già non ci si conosceva, forse scambiare qualche parola con dei perfetti sconosciuti che fatalità erano capitati proprio davanti a quella casa poteva gettare un po’ di luce a ciò che stava succedendo.




    […]




    I ragazzi a meno di qualche loro sconsiderata azione avrebbero avuto circa una decina di minuti per parlare prima che qualcosa capitasse gettando il caos nella loro strana mattinata. Dal tetto della casa infatti una strana figura si era fatta avanti mostrandosi in tutta la sua statuaria forma, la luce del sole che aveva alle spalle ne avrebbe oscurato il volto per qualche istante, non c’era alcuna ombra di dubbio, quello che stava in cima al tetto non era altri che.

    -EEEEEEH.. VOI CHI DIAVOLSHO.. SSSSHIETE?!!..-


    Un vecchio. Dal tetto della casa era spuntato un vecchio e sembrava pure parecchio incacchiato mentre agitava uno strano bastane sopra la sua testa. Il vecchietto avrebbe blaterato una serie di frasi senza senso prima di sbuffare, prendere sonno, risvegliarsi per colpa di una bolla dal naso e riprendere a maledire gli dei Chikuma. La pantomima sarebbe andata avanti per qualche minuto fino a quando un nome non sarebbe salito al cielo.

    -HOSSSSSSHI!!!.. NANEROTTOLO ROSSSSSSHO!!!.. CI SSSSHONO DEI RAGASSSHI PER TE!!!..-


    Il vecchio quindi si sarebbe seduto nuovamente sul tetto prendendo nuovamente sonno, quel tizio doveva essere completamente andato via di testa. I ragazzi avrebbero atteso ancora ben cinque minuti, certo che quel tizio se la stava prendendo comoda. Anche chiamando il fantomatico Hoshi non si sarebbe presentato nessuno alla porta, sembrava che il silenzio fosse nuovamente calato nei dintorni, tutto sembrava morto, quando una strana presenza si manifestò tra i ragazzi. Una vocina gioviale si sarebbe fatta sentire alle spalle dei ragazzi.


    kigeki


    -Ehilà!!!.. il mio fratellone sta ancora dormendo.. voi chi siete?!!..-


    Se si fossero voltati per guardare i ragazzi non avrebbero visto nessuno o meglio, non subito forse. Davanti a loro infatti a qualche metro stava seduto sulle zampe un piccolissimo volpino dalle grandi orecchie e dalla coda schiumosa, i suoi occhietti vispi fissavano i tre attentamente quindi si sarebbero fermati sulla ragazza dai capelli blu.

    -YUPPIIIIIIIIIH!!!!-


    Senza preavviso il volpino si sarebbe gettato tra le braccia della ragazza che se non lo avesse preso si sarebbe sentita arpionata dalle zampette della bestiola che risalivano il suo corpo fino alla sua testa. Ma che diavolo era quel coso? E che diavolo ci erano andati a fare li? Forse l’unico modo per scoprirlo era chiederlo proprio a quel batuffolo di pelo.



    YOOOO!!! Tempo di presentazioni.. conoscetevi se non vi conoscete e fate amicizia.. il piccolo Kigeki vi guiderà verso la vostra missione.. ah.. Kigeki è il Fennec che salta addosso a Suzue.. ed è una delle evocazioni di Hoshi!!! :riot:






     
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  15. Simo THB
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    User deleted



    Ero ancora alla ricerca dell'indirizzo citato sulla lettera, ma ancora non l'avevo trovato. Era strano: eppure era tutta la vita che vivevo a Suna e non avevo mai sentito quella via. Dopo un po' iniziai a chiedere ai passanti la strada per il famoso indirizzo, fino a quando non trovai un uomo alto sui 45 anni di carnagione chiara che mi riferì la strada, per quanto ne potevo sapere io, esatta. Mi diressi verso la direzione indicatami, e dopo qualche decina di minuti mi trovai finalmente nel quartiere di cui parlava la lettera. Vi erano diverse case, nulla di diverso da quelle degli altri quartieri, ma di certo ce n'era una che spiccava tra tutte le altre. Certo non aveva nulla di speciale, ma era solamente più grande delle altre. Controllai il numero civico: combaciava.

    A quanto pare non ho accettato solo io la richiesta

    Infatti davanti all'abitazione erano arrivati anche un ragazza pallida dai capelli blu, ed un ragazzo in camicia dai capelli neri. Mi avvicinai sicuro ai due e chiesi:

    Anche voi qui per la richiesta della lettera?

    E, volgendo lo sguardo verso di me, i ragazzi risposero di si. Forse era il fato che ci aveva fatti riunire davanti a quella casa, o forse era solo una coincidenza... Ma ora non importava. L'unico motivo per cui eravamo tutti lì era quello di proteggere Suna dai misteriosi eventi che sarebbero accaduti successivamente. A questo proposito domandai se loro ne sapessero qualcosa, ma prima mi presentai.

    Comunque io mi chiamo Akuto Fubuki. Ho 16 anni e abbastanza domande irrisolte sulla faccenda che ci ha portati qui. Voi ne sapete qualcosa?

    Anche se la domanda era ovvia. Sicuramente, come me, non potevano sapere cosa sarebbe accaduto al villaggio, né il momento preciso della svolta degli avvenimenti. Ma ad un certo punto una voce mi fece volgere lo sguardo verso il tetto dell'abitazione.

    EEEEEEH.. VOI CHI DIAVOLSHO.. SSSSHIETE?!!..

    All'inizio non capii immediatamente chi fosse quella sagoma che parlava, ma poi capii che si trattava di un vecchio che blaterava come se parlasse tra se e se, mentre agitava un bastone all'aria. Ma d'un tratto si fermò di colpo, cominciando a dormire per poi risvegliarsi.

    Certo, non sono sicuro che sia lo scrittore sicuro e fiero di sé che ha scritto la lettera, ma questo spiegherebbe il motivo dello strano aroma di birra del messaggio.

    Poi il vecchio chiamò qualcuno. Dalle sue parole mi sembrò di udire "Hoshi", ma non ne ero sicuro. Poi il vecchio si sedette sul tetto, chiamando, o almeno credo, quel tale di nome Hoshi, aspettando che qualcuno aprisse la porta, vanamente. Infine, una voce ruppe il silenzio, che ogni tanto spariva con le parole del vecchio. Una voce particolarmente allegra risuonava nell'aria, tuttavia non notavo nessuno. Che provenisse dall'abitazione? No, certamente no. La voce proveniva dall'esterno, ma non vedevo nessuno.

    Ehilà!!!.. il mio fratellone sta ancora dormendo.. voi chi siete?!!..

    La voce proveniva dalle mie spalle, quindi mi voltai, ma ancora non vedevo nessuno. Tuttavia non era del tutto vero: un volpino dal pelo rosso, era lui che parlava, e nel frattempo ci scrutava con gli occhi, che si posarono sulla ragazza, sulla quale poi si lanciò.
     
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