Riportando Tutto a Casa.

[Free GdR]

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  1. ~Shiro
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    - Eh eh eh! - Scoppiai a ridere di nuovo, stavolta sinceramente. - Ci sono voluti sei Shinobi? Non male! Io l'ultima volta che ho avuto una discussione con qualcuno, ho distrutto una buona parte della zona commerciale in cui mi trovavo! - Certo, quando era successo stavo insieme ad Akira. E certo, era accaduto tutto per puro caso. Ma lui non lo sapeva e fare un pò lo sbruffone non avrebbe di certo fatto male, giusto?
    Mi sbagliavo, mi sbagliavo eccome. Quel giorno imparai una grande lezione: mai vantarsi di essere forti in una competizione, qualcuno ci crederà sicuramente e cercherà di sconfiggerti con ogni mezzo. E Omi decise che il suo mezzo sarebbe stato allearsi con una ragazza dall'aria violenta per mettermi fuori gioco.



    Qualche tempo dopo la mia stupida spacconeria infatti il torneo si era trasformato in uno scontro all'ultimo rimasto e tutti noi concorrenti ci eravamo ritrovati all'interno della gabbia. La folla che costituiva il pubblico era molto rumorosa e accolse con enorme piacere quello che si sarebbe trasformato probabilmente in un bagno di sangue. Non appena fu chiuso il cancello, cominciarono gli scontri e dopo poco si vedevano già i primi sconfitti a terra, ma io non avevo tempo per osservare chi fossero, infatti Obi e la sua alleata mi caricarono. Non erano molto veloci, ma la sorpresa di quella alleanza e il loro attacco da entrambi i lati mi costrinse ad agire in maniera rapida ed efficace. Fortunatamente ai lati della grande gabbia erano presenti varie anfore piene d'acqua, probabilmente i rifornimenti del sistema anti-incendio, quindi riuscii ad utilizzare un potente Suiton difensivo concentrandomi sul risparmiare il mio Chakra [Tecnica Economica + Muro d'Acqua – Suiton: Suijinheki]. L'acqua formò attorno a me una solida barriera che bloccò la veloce serie di colpi portati dalla ragazza e i potenti fendenti di Omi. Ma non era finita lì, quando la barriera che avevo eretto cominciò a sfaldarsi, utilizzai subito l'acqua che l'aveva formata per la mia offensiva: inviai due globi liquidi ad avvolgere le braccia di ognuno lungo i polsi [1 Slot ognuno, Velocità 500], grazie alla loro velocità fu per me facile riuscire nel mio intento e congelarli entrambi. Poi estrassi la mia Katana nuova e eseguii due fendenti orizzontali verso le loro gambe, mirando ai tendini. In quel modo cascarono a terra doloranti e immobilizzati, ma vivi.
    - Omi, mi spiace, ma io ti avevo avvertito... -

    Mi diedi una rapida occhiata intorno, i combattimenti proseguivano attorno a me e la gente a terra, ferita o peggio, continuava ad aumentare. Non potevo permettere che continuasse quello scempio, quindi decisi di agire in maniera forse un pò troppo plateale, ma rapida. Mi concentrai su tutta l'acqua che avevo attorno, che rapidamente si mosse andando a formare 8 strutture all'inizio informi, quattro poste agli angoli dell'arena, le restanti a metà di ogni parete: in poco tempo diventarono tutte degli specchi luccicanti e io mi immersi in quello più vicino a me [Specchi Diabolici - Makyou Hyoushou]. Gli spettatori volevano un bagno di sangue, in un certo senso lo avrebbero avuto, anche se non si sarebbero nemmeno resi conto di come tutto avvenisse, all'improvviso ero diventato troppo più veloce ed imprevedibile per i miei avversari. Cominciai a spostarmi al massimo della mia velocità da uno specchi all'altro senza alcuna tregua, ogni volta puntando a passare vicino ad un avversario per poi poterlo colpire ai tendini mentre ero ancora sospeso in aria. Sapevo che forse l'unico a poter capire bene quello che avevo fatto era forse il mio Sensei, ma non era intenzione dare spettacolo: in poco tempo tutto fu finito. Gli sfidanti che non si erano ammazzati tra di loro ora si trovavano a terra a sanguinare, ma senza rischio di morire. Io non mi curai delle reazioni del pubblico, ma pulii la mia spada sulla veste di uno a terra e la rinfoderai in silenzio.
     
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  2. Kalastor
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    Storia di una Foglia Caduta.
    All'altro capo del filo, il richiamo del sangue.


    La soverchiante strapotenza di Ippei ebbe presto la meglio sui suoi sventurati avversari, riducendoli ad una massa di contorte figure gementi. Per il pubblico fu l'emozione di un battito e non lasciò neppure il tempo di trattenere il fiato. Il riflesso delle luci sugli specchi, poi il silenzio. Sguardi esterrefatti, fermi al limite della comprensione ed ancora incapaci di parlare. Solo i lamenti degli sconfitti spezzavano quel vuoto di attonito stupore. Il boato esplose all'improvviso, non come la scintilla di una singola persona, ma come il corale grido di giubilo di una folla intera. Gli urli ed i fischi si trasformarono in un rombo indistinto, fatto di risate sguaiate e parole dette a metà, ma dalle quali emergeva una sola parola: grande! Ma Ippei non poté sentire tutto questo. La sua mente era lontana, anche se il suo corpo continuava ad essere lì, in mezzo al sangue dei tendini recisi. Era iniziato come un tuffo al cuore, una morsa che gli tagliò il respiro, come se una mano invisibile lo stesse stritolando. La vista si fece opaca, i muscoli ebbero un'unica, simultanea scarica. Poi un flash. Una profondità lontanissima eppure pervasa da una luce splendida. Rossa, rossa come il sangue, rossa come quel sangue di cui avvertiva l'odore fin dentro al cervello. Rossa come quel sangue che ora gli stava stringendo la gola. E quella sensazione. Familiare come un ricordo appena riemerso dall'oblio, eppure ancora distante. Non durò più di qualche secondo, ma fu sufficiente a determinare uno stacco netto. Prima stava combattendo, poi la folla lo acclamava.

    [...]


    Eccezionale, eccezionale! - La vocetta un pò stridula e gli occhiali davano a Yoku un'aria abbastanza ridicola. - Un pò visto, ma sicuramente d'effetto! - Era entrato in spogliatoio durante l'intervallo, necessario per rimuovere i feriti e preparare il ring per la sfida finale. - Il pubblico era letteralmente estasiato e, mio caro, semplicemente.. - Trascinò l'ultima sillaba, seguendo con la coda dell'occhio un inserviente mentre usciva. - ..impressionante come tu li abbia stesi in pochi secondi, ma ora sarà divertente sparire senza dare nell'occhio. - La sua voce era tornata normale e l'espressione rivelava una certa perplessità. - Era da tempo che non vedevo quel Jutsu in azione, fa sempre un certo effetto! - Fece un sorriso sbilenco, probabilmente era preoccupato di essere scoperto. - Non appena inizia il prossimo scontro devi sapermi dire se il ragazzo è quello che cerchiamo, purtroppo dalla tribuna non avrò una buonissima visuale. - Si grattò la tempia, più il discorso andava avanti più lui sembrava distratto da qualcosa. - Se è lui fammi un segno e tieniti pronto, io creerò un diversivo e poi ce ne andremo alla velocità della luce. - Fece un rapido gesto con la mano, descrivendo una linea retta. - Come suggerivi, dobbiamo aspettarci che sia ferito, oppure semplicemente non accetti di venire con noi pacificamente, a quel punto dovrai stenderlo o convincerlo in qualche modo. - Guardò Ippei dritto negli occhi, per assicurarsi che avesse capito. - Tu occupati di questo, al resto penserò io.

    [...]



    Per lo scontro finale vi furono, paradossalmente, meno cerimonie che per l'apertura. La tensione del pubblico era prossima al punto critico e nessuno sembrava aver voglia di discorsi superflui o giochi di luce. Come Ippei aveva ben compreso, quello che volevano era il sangue. E lo volevano subito. Un sferragliare di catene venne accompagnato dal cigolio di alcune ruote metalliche mentre quella che sembra essere una grande gabbia veniva trascinata dalle quinte fino al ring. Al suo interno c'era un ragazzo. Indossava una maglietta stracciata ed un paio di pantaloni che un tempo dovevano essere stati jeans. Aveva un corpo molto esile al quale la tinta chiara della pelle dava un aspetto malato. I capelli biondissimi gli cadevano a grandi ciocche sopra la fronte coprendogli gli occhi. Teneva la testa basta ed aveva mani e piedi incatenati, misura questa che appariva ancora più sproporzionata se considerate le ferite lungo tutte le braccia. Quando la gabbia venne aperta e lui condotto dentro al ring, Ippei potè finalmente incrociare il suo sguardo. Il volto dai tratti scavati faceva sembrare enormi i suoi occhi già grandi, al cui interno la pupilla dilatata non riusciva comunque a coprire un'iride di un rosso sanguigno. Quando vide Ippei, un ghigno distorto animò le sue labbra sottili. Anche per chi non era del giro risultava evidente che qualcuno doveva averlo drogato, gettandolo in uno stato di trance folle.

    Non fu necessario liberarlo, perchè non appena vide Ippei gli si scagliò contro mandando in frantumi le manette. Le porte vennero chiuse, e lo scontro ebbe inizio. I suoi movimenti erano maledettamente veloci ed in un attimo fu addosso al suo bersaglio. Prima ancora di colpirlo provò a morderlo alla gola, piegando il collo e spalancando la bocca, al cui interno era allineato un numero sproporzionato di denti seghettati e triangolari. La cosa peggiore era che non emetteva suoni. Sorrideva, ma non rideva. Sembrava soffrire, ma non si lamentava. Arrivato alla giusta distanza avvicinò i palmi allo stomaco del suo bersaglio ed emise un rapido getto d'acqua. Senza sigilli, probabilmente senza nemmeno concentrarsi. Una ridotta colonna d'acqua che però aveva il potere di spingere qualunque cosa colpisse con una grande forza. Infine, non contento di una tale prova di potenza si buttò nuovamente contro Ippei, cercando questa volta di stringerlo in una morda con entrambe le braccia, probabilmente con l'intento di morderlo nuovamente.

    [...]



    Non appena Ippei riuscì a calmare il ragazzo, Yoku si mise in azione. Il primo fumogeno esplose nel palco dei vip, provocando un'enorme nuvola grigiastra, mentre il secondo direttamente in mezzo alla folla sottostante. Di colpo qualcuno comincio a gridare, e nel giro di qualche secondo il manico si era diffuso come un incendio su un prato secco. La gente spingeva ed urlava per farsi spazio verso le uscite ed ovunque il caos regnava sovrano. Con un singolo salto, il Ninja di Kiri fu di fronte ad una delle pareti della gabbia, con due coppie di cartebomba per mano. Le piazzò a formare un quadrato di circa due metri per lato, quindi le attivò simultaneamente. La potenza della deflagrazione si concentrò al centro della figura, disintegrando la copertura di rete ed anche la struttura metallica, riuscendo così ad aprire un varco abbastanza grande da passarci attraverso. Senza parlare, probabilmente temendo di non farsi sentire in mezzo al boato della folla, Yoku indicò una delle finestre poste in cima ai muri dell'arena. Quindi, sfruttando il proprio Chakra Adesivo, si attaccò al cemento e cominciò a salire rapidamente. Anche Ippei poteva fare lo stesso, con la differenza che probabilmente lui aveva con sé il corpo privo di sensi del ragazzo.




    Consideralo come una Energia Rossa, con Forza Aumentata! Morde forte, quindi fai attenzione.
     
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  3. ~Shiro
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    Sangue. Era ovunque attorno a me, sui corpi dei miei avversari a terra, sulle sbarre della gabbia, addirittura sul mio corpo potevo vedere varie chiazze del prezioso liquido rosso. Me ne accorsi solo quando, vittorioso, mi ergevo in mezzo all'arena e mi sentii subito strano. Sapevo che sarei dovuto sentirmi disgustato, o quanto meno turbato da quella visione, invece no: sorridevo.
    All'improvviso mi sentii sempre più circondare da tutto quel sangue, immerso completamente e non sentivo più nulla, se non l'odore del liquido che mi circondava, fortissimo, che però non mi disturbava affatto, anzi in quel momento mi sentivo completamente felice, pieno di vita. Il tutto durò in verità soltanto qualche secondo, mi ritrovai di nuovo nell'arena, con tutti i sensi di nuovo funzionanti. Le grida del pubblico erano quasi assordanti, ma io mi sentivo stordito per ben altri motivi, per questo mi mossi molto lentamente agli spogliatoi.
    All'interno trovai solo Yoku, ovviamente tutti gli altri erano in infermeria o peggio. Il Sensei cominciò a parlarmi prima in tono camuffato, poi una volta completamente soli riacquistò la sua normale voce e mi diede le istruzioni che dovevo seguire nel prossimo incontro. Per fortuna che era tutto abbastanza semplice, poiché mi sentivo ancora confuso da quello che era successo poco prima, quindi mi limitai ad annuire in silenzio quando finii di ascoltare il tutto.


    [...]



    L'arena era stata svuotata dai corpi, anche se per terra era rimasta qualche chiazza di sangue e l'acqua che avevo richiamato io da alcune delle urne attorno alla gabbia. Dopo poco che fui entrato, venne condotto anche il mio avversario a cui rivolsi un'occhiata piena di compassione. Era incatenato e ferito, aveva tutto l'aspetto di una persona che era stata malnutrita e sfruttata fino allo sfinimento. Una volta dentro capii come faceva a reggersi ancora in piedi e la mia tristezza nei miei confronti aumentò ancora di più: era stato drogato. Tuttavia non potei farmi prendere troppo dalla pena nei suoi confronti, lo capii non appena incrociai il suo sguardo: occhi spiritati, uno sguardo feroce e famelico si posò su di me. Rimasi scosso da quella visione, sembrava più un animale che un essere umano, e per questo venni preso di sorpresa quando, una volta chiusa la gabbia, il mio avversario spaccò le manette con la sola forza bruta e scattò verso di me.
    Era incredibilmente veloce, molto più che i miei precedenti avversari: in un attimo me lo trovai addosso e dovetti usare il trucco che mi aveva insegnato il Sensei prima dei combattimenti per sfuggire dal suo attacco. Impastai e poi rilasciai il Chakra da sotto i miei piedi e lo sfruttai per eseguire un balzo all'indietro, sfuggendo così per un soffio al morso del mio avversario [Salto Chakrico "Base", Basso per Gamba, Riflessi: 500]. Ovviamente il suo assalto non finì lì, infatti subito coprì la distanza che ci separava e mi ritrovai i sui palmi all'altezza dello stomaco: da questi partì un potente getto d'acqua che mi prese in pieno e mi scagliò contro una delle pareti della gabbia, lasciandomi stordito per qualche secondo. Quel piccolo lasso di tempo gli permise di saltarmi addosso, riuscendomi così a bloccare con una forte morsa delle braccia.
    Per mia fortuna che questo non mi rendeva affatto inoffensivo e quando aprì la bocca per tentare ancora di mordermi, lo bloccai creando un blocco di ghiaccio che frapposi rapidamente tra le sue fauci affilate e la carne del mio collo. Uno spettacolo quasi comico, poiché all'improvviso si ritrovò con la bocca bloccata da un grosso pezzo di ghiaccio che sputò a difficoltà.
    Questa distrazione mi permise di passare all'offensiva, con una tattica che ormai cominciavo ad usare sempre più spesso. Inviai dell'altra acqua dalle sue spalle ad avvolgersi attorno alla sua testa e formare una sfera che ghiacciai all'istante. Questo lo costrinse a togliermi le mani di dosso per cercare di liberarsi dal mio costrutto. Mi accorsi all'istante che a terra nell'arena era presente ancora molta acqua e la inviai subito attorno ai piedi del ragazzo per formare un altro blocco. Una volta impastoiati in quel modo i suoi arti inferiori, impastai del Chakra nella mia gamba destra per potenziare la mia potenza e gli sferrai un forte calcio alla bocca dello stomaco [Impasto Basso, Forza: 475], questo, insieme al blocco attorno ai suoi piedi, gli fece perdere l'equilibrio, così cadde a terra rovinosamente. Senza indugiare inviai ancora acqua attorno alla sua testa e al suo corpo, finché non riuscii a bloccarlo completamente. Solo allora gli scongelai la parte superiore della testa, lasciandogli così libero naso ed orecchie.
    Feci il simbolo della vittoria, che era anche il segnale per il mio Sensei di agire. All'improvviso sentii una forte esplosione e delle urla, quindi, approfittando della confusione, mi chinai verso l'avversario sconfitto e mi rivolsi a lui rapidamente mentre attendevo che Yoku venisse a liberarci.
    - Spero che tu riesca a capirmi in questo stato: sono uno Shinobi e sono venuto qui a liberarti, non a farti del male. Ho incontrato pochi giorni fa 'Tsunami Tower' Mayhem che mi ha parlato di te, le abbiamo promesso di aiutarti e riportarti da lei. - Lo guardai attentamente, cercando di capire se mi aveva inteso e se le sue intenzioni fossero ancora ostili. - Se mi hai capito chiudi tre volte gli occhi. - Poco dopo sentii un'esplosione più vicina e vidi l'ingresso dell'arena saltare via. Poco dopo entrò Yoku, che avrebbe trovato il ragazzo completamente congelato. - Si, è lui, ma non è provo di sensi. Gli ho spiegato tutto, ma non sono sicuro che mi abbia capito. Direi che è meglio se gli lascio mani, piedi e bocca bloccati, così lo porto io di fuori. Abbassai di nuovo lo sguardo verso il povero ragazzo. - Senza offesa ma prima hai provato a strapparmi la carne di dosso, quindi ancora non mi fido completamente. Te non ti muovere troppo e noi ti porteremo fuori di qui in un attimo, ok? - Lentamente scongelai tutto il suo corpo ad eccezione delle zone che avevo specificato al mio Sensei, quindi lo presi in braccio e me lo caricai sulla spalla. Seguii il Sensei di corsa fuori dalla gabbia e cominciai ad arrampicarmi sul muro con il Chakra Adesivo. Ci volle più attenzione del previsto, poiché il corpo che portavo mi sbilanciava molto, ma alla fine riuscii a bilanciarmi e a proseguire, seppur piuttosto lentamente.
     
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  4. Kalastor
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    Storia di una Foglia Caduta.
    All'altro capo del filo, quando tutto giunge al lieto fine.


    Però! - Pur nella confusione, Yoku riuscì a sorridere compiaciuto. - Più calmo di così si muore. - Accennò all'improvvisato set di costrizioni. - Sbrighiamoci a levare le tende, qui può solo peggiorare.


    [...]


    Lo scontro vide la cieca forza bruta contrapposta ad un magistrale uso della manipolazione elementare, per un risultato finale facilmente pronosticabile. Vittoria totale di Ippei. Anche se il giovane ragazzo squalo vantava delle capacità fisiche di gran lunga superiori a quelle dello Shinobi di Kiri, quest'ultimo aveva saputo sfruttare al meglio le proprie capacità per capovolgere il vantaggio del nemico, riducendolo all'immobilità in poche mosse efficaci. Era però difficile capire fino a che punto l'avversario sconfitto fosse in grado di comprendere le parole di Ippei, perchè nonostante la situazione in cui versava non la smetteva di dimenarsi anche quando ormai non aveva più alcuna libertà di movimento. Continuò la sua futile ribellione per diversi minuti, sino a quando parve finalmente ritrovare la calma, e dopo aver smesso di dimenarsi si lasciò trasportare senza opporre resistenza. La salita lungo il muro, soprattutto per un Ninja inesperto nel controllo del chakra come lo Shinretsu, non fu semplice ed anzi venne ulteriormente ostacolata dalla pressione incalzante della folla, che impediva ad Ippei di concentrarsi a dovere. Una volta fuori, Yoku era lì ad aspettarli, ma non era rimasto con le mani in mano. Due guardie dell'arena erano a terra prive di sensi ed altre due si preparavano alla carica, armi in pugno.

    Vi stavate dando bacini, porca miseria!? - Abbassò la testa per evitare un fendente. - Va avanti, punta al mare! - Si voltò di colpo a spostando il braccio destro in alto bloccò un assalto a ghigliottina sul nascere per poi assestare un deciso calcio ai gioielli del suo assalitore. - Io guadagno un pò di tempo. - Lo finì con un diretto al volto per poi spostarsi su Ippei. - Ci vediamo lì!

    [...]


    Yoku doveva aver fatto un buon lavoro perchè la corsa fino all'oceano fu senza imprevisti. Certo, un ragazzino che porca un altro ragazzino surgelato sulle spalle dava comunque nell'occhio, ma nessuno sembrò intenzionato a far luce sulla questione, e salvo qualche occhiata sconcertata nessuno provò a fermarli. La cosa strana fu che non presero la via principale, ne quella che portava rapidamente al porto dal quale erano sbarcati. No, qualcosa nella mente di Ippei lo guidò lontano, ben oltre i confini dell'Otafuku e poi ancora più avanti, dentro una piccola foresta e da lì finalmente ad una radura alla quale si univa una piccola spiaggia nascosta. Corse sulle note di una canzone, una melodica che lo riportò al giorno in cui aveva sviluppato le sue capacità. Era come se il mare lo stesse chiamando. Ma al suo arrivo non c'era solo l'oceano ad attenderlo. Figura alta e slanciata a stento coperta da un paio di larghi pantaloni neri e viola da raver abbinati ad un top con gli stessi colori che a malapena conteneva un seno decisamente importante. Il fisico atletico chiuso dentro una gabbia di muscoli tonici che ne esaltavano le forme. Naso diritto in accordo coi tratti affilati sui quali si collocavano amabilmente due occhi di un giallo acceso. I capelli erano il tripudio del pacchiano, chiaramente tinti di nero e di viola. La pelle era più scura dei suoi predecessori, con una colorazione che tendeva quasi all'azzurro chiarissimo. Fatto insolito, ne i capelli ne i vestiti erano bagnati. Le braccia incrociate ed un'espressione divertita.

    Quindi riesci a sentirmi, come immaginavo. - Un sorriso sulle labbra chiare. - Ammetto di essere stata del tutto certa che saresti ritornato, o almeno non così presto. - No, non un sorriso, solo un accenno, solo la minaccia di un sorriso. - Liberalo, o lo farò io.



    Una volta liberato, lo squaletto faticò inizialmente a reggersi sulle gambe. Era stordito, si muoveva con passo incerto e teneva le testa bassa, quasi rischiasse di cadere in pezzi da un momento all'altro. Raccolse le proprie forze e camminò molto lentamente verso Mayhem, ma non prima di essersi voltato verso Ippei, con uno sguardo confuso nel quale poteva leggersi della riconoscenza, anche se colma d'insicurezza. Quando le fu vicino, la ragazza lo strinse a sé con entrambe le braccia e poi gli accarezzò la testa con una tenerezza che il suo aspetto da predatrice non avrebbe mai lasciato immaginare. Rimasero così per qualche secondo, stretti come se tutto il resto non avesse alcuna importanza. Poi lei lo colpì sulla nuca con uno scapaccione.

    DEFICENTE! - Gli urlò nelle orecchie, costringendolo a chiudere gli occhi per il terrore. - Così impari ad allontanarti, e ringrazia che non è qui tuo padre! - Mentre urlava tutti i suoi trentamila denti seghettati erano ben visibili, ma tutto sommato non sembrava più così feroce, dopo averla vista in quella situazione. - Ora fila, faremo i conti a casa! - Senza farselo dire due volte, il ragazzo saltò in acqua e nuotò via. - Ecco bravo.. - Lasciò andare le ultime parole in un sorriso di sollievo, lasciando correre lo sguardo sul mare. - Sono contenta che l'altro pazzo non sia qui con te, avrei dovuto ringraziarlo e sarebbe stata una situazione decisamente imbarazzante. - Solo allora si voltò verso Ippei. - Non basta certo una cosa del genere a farmi cambiare opinione su quelli come lui, però mi ha veramente sorpreso. - Sollevò il mento in un gesto sprezzante, soffiando fra i denti. - Un giorno mi racconterai come vi siete incontrati, dev'essere una storia divertente! - Ridacchiò, senza perdere quell'aura di manaccia che pur indebolita continuava ad avvolgerla. - Mentre aspettavo ho fatto qualche domanda dalla mia parte, e non sai quello che ho scoperto! - Chiuse gli occhi ed annuì con fare solenne. - Non lo sai e non lo saprai, non da me almeno. - Il sorriso divenne un sogghigno. - Ma puoi chiedere a tua madre, puoi chiederle chi era tuo padre. - Si voltò, come a dire che la conversazione era finita. - Sino a quel giorno, addio.


    [...]



    Era seduto sulla stessa panchina del molo ormai da diverse ore. Aveva lividi in tutto il corpo e la testa gli faceva un male cane per via delle botte e delle esplosioni. Aveva le gambe anchilosate ed una fame da spaccare lo stomaco.

    Chissà dove diavolo è finito.. - La testa appoggiata sul dorso della mano ed il gomito sulla gamba. - ..maledetto Allievo, io lo ammazzo.

     
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18 replies since 23/11/2010, 22:01   294 views
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