La casa di Shaina

dove vivo gratis

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  1. Shaina Otori
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    I Dango sono definitivamente assenti.

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    *Come ogni mattina, Shaina si svegliò, si mise a sedere sul letto e rivolse lo sguardo alla finestra. Sorrise. La vista dalla sua casa le piaceva moltissimo. Tornò col pensiero al giorno in cui ci si era trasferita*

    [Ricordi di Shaina]

    Appena arrivata a Suna, Shaina aveva bisogno di un posto dove vivere.
    Un po’ distante dal centro della città, aveva trovato un annuncio per un appartamento al piano superiore di un vecchio palazzo a due piani, così si era recata sul posto con il suo avvoltoio/amico/bussola vivente Tatsumaru.
    L’intonaco ormai consumato lasciava intravedere la pietra sottostante, il grande cortile in terra battuta gli conferiva un aspetto desolato.
    Aveva guardato con un misto di rispetto e timore a quel vecchio edificio cadente e malinconico, quel posto le piaceva, era in linea con il suo umore, così si era fatta avanti e aveva bussato alla porta.
    Le era venuta incontro una vecchietta, la padrona di casa, che viveva al piano terra.
    Quando la ragazza si era presentata l’anziana signora aveva riconosciuto il suo cognome, Otori, in quanto era amica della madre del suo defunto maestro, e lo aveva visto crescere. Così, appreso della sua morte e del motivo per cui Shaina si era recata a Suna (cioè la vendetta nei confronti dell’uomo che lo aveva ucciso), la battagliera nonnetta aveva deciso di ospitarla gratis, con grande gioia della ragazza, in ovvie ristrettezze economiche.

    [fine dei ricordi di Shaina]

    *Quando ripensava all’incredibile coincidenza che aveva dato una svolta alla sua vita, le veniva inconsciamente da sorridere. Si alzò dal letto e si guardò intorno.
    La sua casa era piccola, ma accogliente. Dopo essersi trasferita aveva adattato l’arredamento ai suoi gusti: c’era una camera con letto (sovrastato da una grande finestra con vista sulla città, la sua preferita), armadio e scrivania, un bagno (con una doccia spesso fuori uso da cui a volte usciva solo sabbia), una cucina con un bancone in stile bar che la separava da un piccolo salone in cui si trovava un tavolo con due sedie, una poltrona con una lampada accanto e il trespolo di Tatsumaru, oltre che, in un angolo, l’immancabile aspirapolvere che a Suna fa sempre comodo.
    Inoltre aveva scoperto, vivendoci, che quel posto non era poi così triste e cupo come aveva pensato, la signora la riempiva sempre di gentilezze, le aveva anche permesso di usare il cortile per allenarsi, e la posizione periferica le permetteva di ascoltare tutti i rumori emessi di notte dalle creature del deserto, che la cullavano quando i pensieri non le permettevano di dormire.
    Si diresse al bagno ed entrò nella doccia. Tanto per cambiare, le si rovesciò addosso una secchiata di sabbia. Imprecò sotto voce, si diede una pulita come poté, si vestì, ripromettendosi di passare per l’ennesima volta dall’idraulico e si diresse verso la cucina per prepararsi la colazione. Alla finestra del saloncino apparve Tatsumaru, entrò e si posò sul suo trespolo. Shaina si avvicinò e gli fece una carezza, poi andò a mangiare qualcosa.Mentre faceva colazione, si guardò intorno.*

    Ci siamo sistemati proprio bene, eh, Tacchan?
    *Disse al suo animaletto*
    Chissà se verrà a trovarci qualcuno…
     
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153 replies since 4/11/2005, 00:28   3095 views
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