La casa di Shaina

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  1. Ookami_Warui
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    CITAZIONE (Shaina Otori @ 16/5/2007, 21:53)
    Ookami, va tutto bene? Ci hai fatto spaventare, hai perso i sensi all'improvviso...

    Ookami scosse la testa, allontanando quei pensieri. sorrise allegramente alla capobranco.

    -Si Shaina-sama!Sto bene!Devo essere stanca...- disse rialzandosi a fatica, barcollando un pò, come non fosse capace di tenersi in piedi. si sentiva dolorante, specialmente in testa. si massaggiò le tempie con le zampe, senza capirne il motivo.

    -Shaina-sama, il sonno porta a brutti scherzi...non dormo da...bè, mi sembrano secoli, e mi sento...come ritornata in vita, ma debole...Perdonami se ti ho fatto preoccupare.- disse Ookami trattenendo un sorrisetto divertito.

    Osservò Tsukura, rivolgendogli attenzione.

    -Gomen, Tsukura-kun!-gli si avvicinò dandogli una musata affettuosa con il naso.

    Uno sguardo malizioso sorse per un momento, mentre era vicino al ragazzo e Shaina non poteva vedere la sua espressione.
    Abbracciò il ragazzo e gli diede un bacio sulla guancia, tipicamente umano, e non come faceva solito.
    Si allontanò come nulla fosse,anzi assumendo un aria confusa.

    -Mia..capobranco...ma...cosa ci faccio qui? L'ultima volta che mi sono accucciata ero nella mia tana...- chiese con altrettanto tono di voce la donna lupo.
     
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  2. MasterXMaster
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    CITAZIONE
    Osservò Tsukura, rivolgendogli attenzione.

    -Gomen, Tsukura-kun!-gli si avvicinò dandogli una musata affettuosa con il naso.

    Uno sguardo malizioso sorse per un momento, mentre era vicino al ragazzo e Shaina non poteva vedere la sua espressione.
    Abbracciò il ragazzo e gli diede un bacio sulla guancia, tipicamente umano, e non come faceva solito.
    Si allontanò come nulla fosse,anzi assumendo un aria confusa.

    Tsukura rimase impietrito! Prima la musata colnaso, gesto d'affetto fra lupi,poi lo sguardo malizioso e il bacio sulla guancia! Divenne rosso come un peperone, rimanendo immobile per un pò...

    Poi si accorse che la bellissima donna stava parlando con Shaina-san.

    CITAZIONE
    -Mia..capobranco...ma...cosa ci faccio qui? L'ultima volta che mi sono accucciata ero nella mia tana...-

    Tsukura era stato addestrato per bene nelle arti Genjutsu. Si accorse del cambio del tono di voce della donna.

    *Parla con cadenza e accento diverso a seconda della situazione, perchè? Che quei sigilli siano conduttori di chakra è indubbio. Temo per la sua salute... è così carina... e dolce...*

    Scrollò la testa. Quando c'era O-chan tendeva a perdere la concentrazione. Si riscosse e represse la sua personalità gioviale e timida, facendo emergere l'impassibile maschera da battaglia.

    "Shaina sama, grazie per il disegno." disse prendendo il foglio col disegno del vecchio tatuaggio di Ookami. "Sembra che qui sia tutto a posto, quindi vado a fare un salto in biblioteca, sono indietro con lo studio."

    Si inchinò all'amministratrice e poi alla donna lupo. Mentre ne incrociava gli occhi però, un lampo di tenerezza ne colorò le iridi.

    "O-san... a presto."

    Disse dirigendosi all'uscita.
     
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    *Ookami si alzò in piedi. Sorrideva, ma sembrava che non si reggesse troppo bene sulle gambe e che la testa le facesse ancora male.*

    CITAZIONE
    -Si Shaina-sama!Sto bene!Devo essere stanca...-

    -Shaina-sama, il sonno porta a brutti scherzi...non dormo da...bè, mi sembrano secoli, e mi sento...come ritornata in vita, ma debole...Perdonami se ti ho fatto preoccupare.-

    *Shaina si sentì sollevata. La sua amica sembrava stare bene, eppure c'era qualcosa di strano in lei, qualcosa che non riusciva a spiegare e che decisamente non le quadrava...il suo atteggiamento era spesso strano, e le sue personalità multiple non erano un mistero per Shaina, ma il modo in cui si stava comportando la metteva in allarme.*

    *Quando poi si avvicinò a Tsukura e lo abbracciò, sfiorandogli la guancia con un bacio, Shaina fu certa che qualcosa decisamente non andava. Non aveva mai visto Ookami avvicinarsi tanto a un essere umano, soprattutto non l'aveva mai vista fare un gesto tanto umano come quello di dare un bacio...per un lupo quale lei era, si trattava di un gesto che non aveva alcun significato.*

    *Quando tornò a rivolgersi a lei, sia la sua espressione che il tono della sua voce erano parecchio confuse...*

    CITAZIONE
    -Mia..capobranco...ma...cosa ci faccio qui? L'ultima volta che mi sono accucciata ero nella mia tana...-

    §...cosa? Non ricorda niente? Ma cosa diavolo è successo?

    *In quel momento, sentì Tsukura che, appena ripreso un colore normale dal rosso acceso che aveva assunto poco prima, stava per uscire da casa sua.*

    CITAZIONE
    "Shaina sama, grazie per il disegno."
    "Sembra che qui sia tutto a posto, quindi vado a fare un salto in biblioteca, sono indietro con lo studio."

    *Shaina capì al volo, e gli lanciò uno sguardo di intesa.*

    Bene Tsukura, e quando puoi vieni a trovarmi nel mio ufficio, mi farà piacere fare quattro chiacchiere.

    *Lo salutò con un cenno del capo, poi tornò a guardare Ookami.*

    Davvero non ricordi nulla? Beh, immagino che sia inutile che ti sforzi, potresti sentirti male di nuovo...ora forse è meglio se ti riposi un altro po'...vuoi che ti accompagni a casa?
     
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  4. Ookami_Warui
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    Ookami guardò i due senza capire; dopo di chè un pensiero attraversò la mente di Ookami...
    Cosa ci faceva Tsukura-kun a casa della capobranco?

    -Ciao Ciao Tsukkun!- disse e sorrise allegramente a dispetto della confusione...

    *ma continuo a chiedermi, come mai lui fosse qui, e...di che disegno parlano?E cos'è una biblioteca?ma poi...che ci faccio qui?* iniziò a pensare ookami, mentre la capobranco la osservava e le diceva:
    CITAZIONE
    Davvero non ricordi nulla? Beh, immagino che sia inutile che ti sforzi, potresti sentirti male di nuovo...ora forse è meglio se ti riposi un altro po'...vuoi che ti accompagni a casa?

    -Cosa? cosa dovrei ricordare?- le chiese la donna lupo più confusa...
    -Ehi, ma dove vorresti accompagnarmi? io non ho una casa...non so nemmeno dove sono adesso...Cosa ci faceva qui quel ragazzo? chi era?Di che disegno parlavate, mia padrona?- incominciò a dire Ookami, osservando con aria inebetita Shaina.
    Eppure dagli occhi di Ookami, qualcun'altro guardava la giovane amministratrice di Suna. E tramite la donna selatica, cercava di capire cosa fosse successo nel momento in cui Kayano era rimasta incosciente....

    Doveva sapere di più non solo per curiosità, ma perchè doveva impedire qualcosa di increscioso...
    *voglio sentire cosa si inventa...se alla fine si rivelerà la scelta sbagliata...*
     
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    *Ookami si era ripresa a quanto pareva, ma sembrava sempre più confusa, come se non capisse bene dove si trovava, inoltre sembrava che non ricordasse assolutamente nulla di quello che era successo.*

    CITAZIONE
    -Cosa? cosa dovrei ricordare?-
    -Ehi, ma dove vorresti accompagnarmi? io non ho una casa...non so nemmeno dove sono adesso...
    Cosa ci faceva qui quel ragazzo? chi era?Di che disegno parlavate, mia padrona?-

    *Shaina la guardò con gli occhi sgranati...era peggio di quello che credesse...e poi, se lo era sognato, o la ragazza lupo l'aveva appena chiamata "padrona"? Capobranco ce l'aveva chiamata più volte, ma padrona mai, ed era un appellativo che non le piaceva affatto. Le fece cenno di sedersi, e di aspettarla un attimo, scomparve un attimo dietro la porta della sua stanza, e tornò portando con sé un piccolo oggetto ovale. Uno specchio. Si sedette al lato del tavolo adiacente a quello dove si trovava Ookami, poi la guardò per un attimo, parlandole con calma.*

    Ascoltami Ookami, io non so fino a che punto ti ricordi, ma sei venuta qui perché mi era stata recapitata una lettera, in cui mi si chiedeva di convocarti al cospetto di almeno un testimone...Tsukura -ti ricordi di lui, ora?- era qui appunto come testimone...sei arrivata qui, mi hai fatto uno strano giuramento e poi sei crollata a terra. E quando hai smesso di agitarti, i tatuaggi sul tuo viso erano cambiati...guarda.

    *Le porse lo specchio, aspettando che guardasse la sua immagine, poi proseguì...*

    Ci hai fatto stare parecchio in pensiero, ci siamo preoccupati quando sei crollata, per questo ho mandato Tsukura a fare qualche ricerca, non vorremmo che tu avessi qualche malattia grave o qualcosa del genere...

    *ci pensò su un attimo, poi aggiunse*

    Un'altra cosa, Ookami...non chiamarmi "padrona", io non sono la tua padrona, noi due siamo pari, non sono superiore a te in nulla, e non voglio che tu lo pensi, ok?

    *Il tono della sua voce era dolce, e sulle sue labbra si era dipinto un sorriso rassicurante. Era preoccupata sul serio, e ora voleva solo che Ookami si tranquillizzasse.*
     
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  6. Ookami_Warui
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    La capobranco dopo aver sgranato gli occhi, la fece sedere, un cenno di attendere, andò in un altra stanza, per portare un oggetto che ookami non conosceva, dicendole:

    CITAZIONE
    Ascoltami Ookami, io non so fino a che punto ti ricordi, ma sei venuta qui perché mi era stata recapitata una lettera, in cui mi si chiedeva di convocarti al cospetto di almeno un testimone...Tsukura -ti ricordi di lui, ora?- era qui appunto come testimone...sei arrivata qui, mi hai fatto uno strano giuramento e poi sei crollata a terra. E quando hai smesso di agitarti, i tatuaggi sul tuo viso erano cambiati...guarda.

    Ookami guardò la capobranco con un misto di espressioni, tra cui incredulità e forse anche divertimento, ma erano talmente tante espressioni che si erano annullate. La donna lupo prese l'oggetto che le veniva porto, ma non lo guardò subito.

    -Perchè, giuramento strano?Veniva...veniva da qui...- la ragazza selvatica indicò il petto, e assunse un espressione ferita.
    Poi si guardò allo specchio, vide la sua immagine, un pò come quando si vedeva sulle superfici dei fiumi o dei laghi, anche se la vista era certamente più visibile ora. La prima cosa che ookami vide di sè furono gli occhi...quegli occhi d'oro con filo verdino. Ookami capì che gli occhi, seppure sembrassero quelli di un lupo predatore, non lo erano...probabilmente, anzi Ookami non era nè un umana nè un lupetto...era...un mostro! ma lascò perdere questi pensieri, concentrandosi su quello che doveva vedere...i segni!
    Li vide nell'insieme, e le diedero un senso di tranquillità, che gli altri non avevano mai fatto. il simbolo blu le diede un senso di pace...in quel momento Ookami arrossì e assunse un espressione pacifica anche con gli occhi selvatici, parendo quasi un umana normale...forse l'umana che sarebbe stata se fosse cresciuta tra gli umani? Ma vedendo quel segno, Ookami si era quasi sentita abbracciare, da dietro, e provò a raggiungere chi le aveva fatto questo contatto caloroso, con l'altra mano.
    Incontrò il vuoto, e la sensazione svanì...ookami tornò più confusa.
    Poi guardò i simboli sulla fronte, anch'essi cambiati...quello che andava verso il basso, Ookami parve non vederlo, mentre vide gli altri, e trovò normale la cosa...
    Poi guardò il simbolo rosso sulla guancia. Ookami provò rabbia e paura. la mano le tremò e lasciò cadere sulle sue gambe lo specchio.

    Ookami si calmò, per poi dire:
    -E' vero...sono cambiati...nell'insieme...mi..mi...mettono...pace...- Toccò il simbolo celeste.
    -E'...è come se fossi accompagnata da qualcuno che mi vuole bene...forse...mio...padre?- disse ookami, a bassa voce, mentre ascoltava la propria capobranco.

    CITAZIONE
    Ci hai fatto stare parecchio in pensiero, ci siamo preoccupati quando sei crollata, per questo ho mandato Tsukura a fare qualche ricerca, non vorremmo che tu avessi qualche malattia grave o qualcosa del genere...

    -Scusami mia capobranco!Non volevo farti preoccupare!-prese la mano della capobranco, pensando a un modo per farsi perdonare. Non trovò di meglio che pensare a portarle qualcosa in ringraziamento, una preda grande.
    Pensò anche che avrebbe portato qualcosa anche a Tsukura...ma non oggi, non domani...Ookami si sentiva comunque stanchissima, come se avesse scaricato quasi tutto il chakra...

    CITAZIONE
    Un'altra cosa, Ookami...non chiamarmi "padrona", io non sono la tua padrona, noi due siamo pari, non sono superiore a te in nulla, e non voglio che tu lo pensi, ok?

    -Non ti ho mai chiamato padrona...non sono un cane, ma un lupo...e, mia capobranco, sei certamente superiore a me, io non sono particolarmente forte.-
    disse la donna lupo, prendendo la mano della capobranco, in un gesto simile a un umano.
    -Posso sembrarlo, con il corpo, ma forse non lo sono in altri aspetti, il che mi dispiace, perchè per mia colpa forse ti sarò sempre inutile.- la donna lupo abbassò il capo.
     
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    -Perchè, giuramento strano?Veniva...veniva da qui...-

    *Ookami sembrò ferita dalle parole di Shaina, e lei non poté che rattristarsene...aveva scelto le parole sbagliate, non intendeva che il suo giuramento fosse strano, quanto il tono in cui aveva parlato, un tono che era il suo ma che sembrava in qualche modo non appartenerle...*

    *La ragazza-lupo terminò di osservare i nuovi tatuaggi che le segnavano il viso, dandole una risposta che in qualche modo la rassicurò.*

    CITAZIONE
    -E' vero...sono cambiati...nell'insieme...mi..mi...mettono...pace...-
    -E'...è come se fossi accompagnata da qualcuno che mi vuole bene...forse...mio...padre?-

    *Shaina sorrise, prima Ookami si rattristava spesso quando parlava dei suoi tatuaggi, diceva sempre che non erano buoni, ora invece sembrava che la facessero sentire bene, rassicurata...*

    *Le prese la mano, scusandosi per averla fatta preoccupare, poi senza lasciarla rispose alla sua richiesta di non chiamarla padrona in un modo che non si aspettava...*

    CITAZIONE
    -Non ti ho mai chiamato padrona...non sono un cane, ma un lupo...

    §...Cosa? Ma se lo ha detto solo pochi minuti fa...§

    *Possibile che il suo udito l'avesse ingannata? No, era sicura di aver sentito bene...era Ookami che quel giorno era terribilmente strana...forse era ancora stanca dopo tutto quello che era successo, si disse Shaina, sperando che fosse così.*

    CITAZIONE
    ...e, mia capobranco, sei certamente superiore a me, io non sono particolarmente forte.-
    -Posso sembrarlo, con il corpo, ma forse non lo sono in altri aspetti, il che mi dispiace, perchè per mia colpa forse ti sarò sempre inutile.-

    *Con la mano libera, Shaina le accarezzò i capelli arruffati, mentre le sorrideva dolcemente, il suo vero sorriso, quello che a pochissimi era dato di vedere.*

    Ookami...tu sei forte, molto più di quanto credi, e fidati se ti dico che mi sei molto utile...Tu mi rendi più forte con la tua presenza e l'affetto che mi dimostri, sei la migliore amica che io abbia mai avuto, e non lo dico come frase di circostanza. Io traggo la mia forza non da questo sigillo, *sfiorò con la mano il punto in cui si trovava il marchio di Shukaku* ma dall'affetto delle persone che mi circondano, dalla volontà che ho di proteggerli, e dalla consapevolezza che loro proteggeranno me, e so che tu lo faresti anche se ne andasse della tua vita, perciò non dire mai più che non mi sei utile, ok?

    *Il tono della sua voce era gentile, ma non come quello di chi parla con una persona inferiore, tutt'altro. Rispettava Ookami come la sua compagna rispettava lei, e le parlava come a una sua pari.*
     
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  8. Ookami_Warui
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    Shaina le accarezzò i capelli arruffati, sorridendole...forse al primo gesto la donna lupo si sarebbe spostata, eppure la capobranco era l'unica che potesse toccarla veramente...

    CITAZIONE
    Ookami...tu sei forte, molto più di quanto credi, e fidati se ti dico che mi sei molto utile...Tu mi rendi più forte con la tua presenza e l'affetto che mi dimostri, sei la migliore amica che io abbia mai avuto, e non lo dico come frase di circostanza. Io traggo la mia forza non da questo sigillo,

    sfiorò il punto dove vi era il suo marchio.
    Qualcosa dentro Ookami lanciò uno sguardo interessato verso di esso. Ookami le sorrise...
    CITAZIONE
    ma dall'affetto delle persone che mi circondano, dalla volontà che ho di proteggerli, e dalla consapevolezza che loro proteggeranno me, e so che tu lo faresti anche se ne andasse della tua vita, perciò non dire mai più che non mi sei utile, ok?

    -E' proprio quello che ha...ho promesso, Shaina-sama....-Non è di forza fisica che parlavo, ci sono altri fattori...- disse ookami impassibile.
     
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    -E' proprio quello che ha...ho promesso, Shaina-sama....-Non è di forza fisica che parlavo, ci sono altri fattori...-

    §...Shaina-Sama?! Da quando Ookami è così cerimoniosa? Anche prima, sono sicura, mi ha chiamata padrona...§

    *Shaina cominciava a preoccuparsi, sebbene nel fisico Ookami sembrasse a posto, le pareva che qualcosa dentro di lei non andasse, che ci fosse qualcosa di diverso, come se qualcun altro si fosse insediato nella sua già tormentata anima. La ragazza non poteva nemmeno immaginare quanto il suo intuito l'avesse portata vicina alla verità...*

    *Tornò a rivolgersi alla ragazza-lupo, con tono quasi materno.*

    Ookami, credo che tu abbia bisogno di un po' di riposo, mi sembri stanca, e probabilmente per questo ti senti fragile, ma non preoccuparti, tu sei più forte di quanto credi...
     
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  10. Ookami_Warui
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    CITAZIONE
    Ookami, credo che tu abbia bisogno di un po' di riposo, mi sembri stanca, e probabilmente per questo ti senti fragile, ma non preoccuparti, tu sei più forte di quanto credi...

    -Si è meglio che vada...mi sento così stanca che non rammento nemmeno ciò che ho fatto un minuto fa...- disse distratta Ookami, alzandosi.

    -Tornerò nella mia tana...quando mi sarò ripresa, potrai chiamarmi ogni volta che avrai bisogno di me...- la donna lupo fece un inchino, dirigendosi verso la porta.
     
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    Era stato un incidente. Solo un incidente.
    Se lo ripeteva perfino mentre gettava quell'ammasso disgustoso di carne tritata in pasto ai gatti della vecchia. Aveva i conati di vomito ma per fortuna aveva lo stomaco vuoto, grazie alla dieta.

    Già... la dieta.
    Era stato solo un incidente. Uno stupidissimo incidente. Lo ripeté anche ad alta voce quando, tornando in cucina, aprì la sacca contenente i resti avariati di parecchi pasti saltati nell'ambito della suddetta dieta. La ragazza vi aggiunse il contenuto di un piatto, una disgustosa poltiglia sanguinolenta, poi utilizzando un mestolo prese a mescolare il tutto con foga, ignorando l'odore pungente e dolciastro. Fortunatamente viveva in una locanda... anche se c'erano 4-5 pasti non consumati nella spazzatura nessuno ci avrebbe fatto caso nessuno. E lo stesso dicasi per qualche corpo estraneo non propriamente identificabile come "cibo".
    Già. Se lo ripeté per l'ennesima volta quando prese uno straccio, inumidendolo con un po' d'acqua.
    E poi era stato un incidente...


    Tornò ai piedi delle scale dove chiuse il sacco contenente il cadavere maciullato della vecchia e poi prese a pulire sommariamente, salvando le apparenze grazie alle piastrelle lisce e piatte, prive di irregolarità. Quella era un'osteria di basso profilo, giacché molti clienti vi transitano una pavimentazione del genere era comune, per sua fortuna.
    Le aveva staccato le falangi dei diti, e le aveva rimosso gli organi tritando il tutto e dando il tutto in pasto ai gatti. Le aveva cavato i denti, i capelli e gli occhi, sfracellandole poi il viso con un martello in modo da renderla irriconoscibile. Le aveva ovviamente tolto i vestiti, e li aveva bruciati assieme ai suoi, ora indossava solo uno dei grembiuli della vecchia e teneva solo dei sacchetti a mo di scarpe, per non lasciare impronte, una volta finito avrebbe bruciato anche quelli nella caldaia.
    Restava solo da eliminare ciò che restava del corpo.
    E... in ogni caso... era stato solo un incidente. Solo ed esclusivamente un incidente.

    La vecchia che si occupava di lei era grassa e sgradevole, rideva in modo fragoroso ed aveva il viso butterato. Una lontana (lontanissima) parente di sua madre, o almeno così le avevano detto. Costretta a viverci insieme, aveva iniziato a nutrire un terrore pressante di diventare un giorno come lei, grassa e obesa. Aveva iniziato una dieta ferrea, si era costretta a fare perfino quei noiosi allenamenti non per compiacere nessuno, né per adempiere ai suoi doveri di studentessa, quanto per dimagrire. Deidara è magra... le si vedono le costole. Non importa: non si piaceva e si vedeva grassa, e più di ogni altra cosa aveva paura di diventare come la vecchia.
    Grassa. Brutta. E vecchia.
    Aveva iniziato a saltare i pasti, ma la vecchia non la finiva di romperle, così si era fatta furba e aveva preso due borse, di quelle ermetiche. Una la usava per andare in accademia... nell'altra ci nascondeva il cibo, che poi gettava di nascosto.

    Questo finché la vecchia non l'aveva scoperta, ovvio. Quella stronza aveva avuto il coraggio di ficcanasare nella sua roba... fra i suoi abiti, fra i suoi trucchi e la sua biancheria intima. Deidara si era inferocita, le aveva inveito contro, un altro dei molti litigi quotidiani. Come sempre era fuggita verso il bagno, ma la vecchia stavolta l'aveva afferrata per un braccio, con quelle grosse e tozze e lardose dita unte di grasso. Lei non ci aveva visto più. L'aveva spinta... la vecchia era caduta... aveva sentito fin dalla cima delle scale il suono inquietante dell'osso del collo che si spezza.
    Era stato un incidente. Solo. Un. Incidente. Sicuro... non era mica un'assassina. Lei non voleva ammazzarla, solo spingerla. Era stata lei a...
    (aveva detto anoressica...)
    ... farle male.


    Tutto il pomeriggio a lavorare per nasconderla. Aveva letto di alcuni metodi degli ambu per eliminare i cadaveri, lei non aveva dei corvi ammaestrati ma l'esercito di gatti della vecchia era servito allo scopo. Ora non c'erano possibilità di risalire all'identità del cadavere, e slogando le articolazioni delle ossa aveva potuto addirittura far entrare il cadavere svuotato delle interiora in un sacco incredibilmente piccolo. Aveva iniziato a piovere... strano. A Suna non piove mai. Bhè, il villaggio sta nel deserto, d'altronde, non è certo un paese a clima temperato
    Era andata di notte nei quartieri bassi. Trascinava due borse, in una c'erano qualche ricambio e poco altro, nell'altra il corpo della vecchia. Appena passava qualcuno usava un po' di chakra per riuscire a sollevarli entrambi e farli passare per delle borse voluminose contenenti abiti. Ad un certo punto un balordo si era offerto di aiutarla, lei si era spaventata ed aveva raddoppiato il passo, anche perché aveva gli abiti bagnati e la minigonna le si era attaccata fastidiosamente alla pelle. Fortunatamente l'uomo non l'aveva seguita, e così aveva potuto gettare la borsa contenente la vecchia in un vicolo, fra la spazzatura.

    Poi era scappata. Sapeva dove andare, anche se la pioggia dava fastidio. Le facevano male le caviglie, aveva il fiato corto ed il pancino le doleva per i conati di vomito dovuti alla f... perché l'idea di aver fatto quella cosa alla vecchia la nauseava.
    Sotto la pioggia, aveva raggiunto quello che non era un quartiere malfamato, anzi...
    Quel luogo era di strada per la locanda, e quindi uscendo dall'accademia aveva incrociato una volta la sensei e l'aveva vista salire quegli stessi scalini, fino al secondo piano, entrando senza suonare. Aveva subito pensato che quell'appartamento fosse casa sua, e infatti quando salì vide che il nome sul campanello era il suo.

    Shaina Otori.
    Shaina-san. Shaina-san. Si costrinse a chiamarla così. Sospirò. Pioveva e quindi aveva il viso rigato dall'acqua, meglio così, almeno avrebbe potuto giustificare il viso rosso ed il trucco sfatto. Prima di uscire avrebbe voluto prendere un ombrello ma entrambe le mani erano state occupate dalle borse, quindi era bagnata come un pulcino. Suonò alla porta che erano le dieci passate... pregò che la sensei fosse in casa. Non le fregava granché di disturbarla, le bastava che ci fosse.

     
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    *Shaina era rientrata in casa da poco. Difficilmente tornava a casa prima di notte fonda, ma quel giorno erano successe talmente tante cose che aveva avuto davvero bisogno di staccare la spina per un po'. Entrò in camera sua, si spogliò gettando i vestiti sul letto, e si infilò in bagno. Quel giorno gli dei erano stati clementi e la doccia aveva deciso di funzionare. Ne aveva decisamente bisogno. Lasciò che l'acqua fresca le lavasse via di dosso tutte le sensazioni sgradevoli che aveva provato quel giorno, sentendo l'influenza di Shukaku sempre più lontana.*

    *Uscì dal bagno avvolta in un asciugamano. Il suo sguardo andò alla finestra...stava piovendo? Era da un sacco di tempo che non vedeva pioggia a Suna. Sedette sul bordo del letto, guardando la foto che la ritraeva assieme a Shigeru-sama, con un sorriso dolce sul viso.*

    Che strano, vero Shigeru-sama? Pioggia in pieno deserto, come se il cielo piangesse...

    *Rimase così per qualche minuto, quando sentì suonare alla porta...chi poteva essere a quell'ora? Forse la nonnina che la ospitava, ma di solito non la chiamava mai a quell'ora...inutile stare lì a pensarci. Tolse l'asciugamano, infilandosi al volo la giacca del kimono da allenamento e legandola in vita. Era ancora un po' bagnata, ma l'acqua le piaceva.*

    *Raggiunse la porta, e aprendola si trovò davanti l'ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere.*

    Deidara...?

    *Shaina la osservò per un attimo. Non aveva una bella cera, il trucco sul suo viso era colato giù, e probabilmente non era solo per via della pioggia, era tutta bagnata e aveva l'aria di sentirsi male. L'Amministratrice non ebbe il tempo di pensare che non aveva coperto le cicatrici sugli avambracci prima di aprire la porta, e in quel momento non importava. Si scostò dalla porta, facendole segno di entrare. Non pensava che la sua silenziosa allieva sarebbe andata da lei se avesse avuto un problema. La fece sedere al tavolo dell'anticamera, e senza dire nulla prese un asciugamano pulito e glielo mise sulle spalle, poi si sedette accanto a lei. Se avesse voluto parlare, l'avrebbe trovata pronta ad ascoltarla.*

    Edited by Shaina Otori - 5/11/2007, 23:52
     
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    Non era l'unica fradicia, quella sera. La sensei aveva i capelli bagnati ed aveva un intenso profumo che la ragazza riconobbe, ma che non seppe ricollegare al nome del bagnoschiuma a cui apparteneva. Quando sentì chiamare il suo nome, e percependo lo sguardo della sua insegnante su di se, non poté far altro che abbassare lo sguardo con aria colpevole, come a volersi scusare fin da subito per esserle piombata in casa.

    « S... S... Shaina-san... io... »

    Venne fatta accomodare in casa, e lasciò la sua borsa all'ingresso, poiché anch'essa zuppa di pioggia e non desiderava sporcare. Tolse le scarpe rimanendo a piedi nudi e lasciando impronte d'acqua sul suo percorso, fortunatamente quando sedette la sensei le gettò un asciugamano che ricadde sulle spalle dopo aver sfiorato i folti capelli color grano, che con l'acqua avevano preso un colorito piuttosto spento, come tutta Deidara, fra l'altro.
    La ragazza prese l'amplio panno con entrambe le mani e prese a strofinare con forza, passandolo poi sul viso e lasciandovi vistose macchie nere, per il mascara rovinato dalla pioggia. La quattordicenne rimase per un po' seduta, in silenzio, tenendo l'asciugamano sulle spalle ed i capelli arruffati in disordine. Puntò le mani sulle ginocchia piegate sbirciando la sensei ma tornando immediatamente ad abbassare lo sguardo, fissando il pavimento con aria colpevole.

    « E... ecco... S... Shaina-san...
    mi scusi per esserle piombata in casa... è che io non sapevo più dove andare. »


    Fece una pausa aspettandosi un fiume di domande da parte della sua insegnante, scostò una ciocca di capelli dagli occhi rivelando entrambe le piccole iridi azzurro cielo.

    « Sono... giorni che la signora non torna. Io... ecco... »

    Arrossì visibilmente

    « Non so nemmeno cucinare, non so fare praticamente niente, la signora non tornava più e io mi sono un po' spaventata. Poi questa notte è comparso un uomo ubriaco fradicio che ha bussato con forza alla porta, chiedendo della signora... io... mi sono spaventata... ma non sapevo dove andare, giuro, non... »

    Singhiozzò un istante per poi trattenersi visibilmente portando una mano alla bocca e soffocando quell'espressione di debolezza. Strusciò quella stessa mano sulle guance arrossate per poi voltare lo sguardo perché i capelli bagnati le ricadessero sul viso, nascondendolo, proprio come se stesse maldestramente cercando di celare il suo essere sconvolta agli occhi della sua sensei, ed in tal modo accentuando ancora di più la sensazione che fosse sola e spaventata, indifesa come un piccolo pulcino caduto dal suo nido in una notte di pioggia...

     
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    I Dango sono definitivamente assenti.

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    « S... S... Shaina-san... io... »


    *La sua giovane allieva entrò in casa, lasciando scarpe e borsa all'ingresso, e accettò l'asciugamano che Shaina le porse, passandoselo sul viso e lasciandoci vistose tracce di mascara. Non ci fece caso. Un asciugamano bianco si poteva sempre smacchiare. La ragazza era bagnata come un pulcino, e aveva un'aria fragile e indifesa, molto diversa dall'espressione spavalda e annoiata che teneva di solito in classe. Con il viso arrossato cominciò a parlare, emettendo di tanto in tanto qualche singhiozzo.*

    CITAZIONE

    « E... ecco... S... Shaina-san...
    mi scusi per esserle piombata in casa... è che io non sapevo più dove andare. »

    « Sono... giorni che la signora non torna. Io... ecco... »

    « Non so nemmeno cucinare, non so fare praticamente niente, la signora non tornava più e io mi sono un po' spaventata. Poi questa notte è comparso un uomo ubriaco fradicio che ha bussato con forza alla porta, chiedendo della signora... io... mi sono spaventata... ma non sapevo dove andare, giuro, non... »


    *Shaina ascoltò senza dire una parola. La ragazza sembrava davvero sconvolta e indifesa, e nonostante ci fosse qualcosa nel suo discorso che non le tornava -più per intuito, che per qualche incongruenza nel suo racconto- non la conosceva abbastanza a fondo da dubitare delle sue parole.*

    *Le posò una mano sulla spalla. La manica a tre quarti della giacca lasciava scoperto l'avambraccio, e Deidara avrebbe probabilmente notato le due lunghe cicatrici che dalla base del polso le attraversavano la parte interna delle braccia fino quasi al gomito. Sperò che la ragazza non se ne sarebbe impressionata troppo, ormai era troppo tardi per coprirle. La guardò con espressione seria, la sua voce bassa e calda cercò di calmarla.*

    Ora calmati. Qui sei al sicuro. Per prima cosa, sarà meglio che ti tolga quei vestiti bagnati. Puoi approfittare del fatto che stasera la mia doccia sembra aver deciso di funzionare.

    *si alzò dalla sedia e si diresse alla cucina. Aprì il frigorifero e lanciò uno sguardo sconsolato all'interno.*

    Il bagno è da quella parte, devi passare per la camera da letto. Io intanto vedo se riesco a cucinare qualcosa di caldo nonostante la desolazione che regna qui dentro...purtroppo non ho altri asciugamani, ma quello che ti ho dato prima non dovrebbe essersi bagnato troppo. Puoi restare qui per stanotte però dovrai adattarti perché non ho molto spazio.

    *Frugò un po' nel frigorifero, trovando qualche verdura superstite che con una bella ripulita poteva servire a preparare un piatto se non gustoso (cosa che Shaina proprio non sapeva fare), almeno nutriente. Di carne non se ne parlava, trovarla in mezzo al deserto era come vincere alla lotteria, e a parte le volte in cui era la signora Shizue, la sua padrona di casa, a portargliene un po', difficilmente ne aveva in casa. Ringraziò mentalmente l'inventore dei dadi da brodo...almeno avrebbe dato un po' di sostanza a quello che sarebbe riuscita a mettere insieme con quel poco che aveva.*

    *Scostò nervosamente una ciocca di capelli bagnati dal viso. Se solo avesse avuto il tempo di andare a fare la spesa ogni tanto...Chiuse il frigorifero, mettendosi ad armeggiare con una pentola e cercando di tirar fuori qualcosa di commestibile, per quanto la sua abilità culinaria fosse discutibile.*

    *Nel frattempo, se Deidara avesse seguito il suo consiglio e fosse entrata nella sua stanza avrebbe visto una grande finestra sulla parete direttamente opposta alla porta. Sotto di essa si trovava un letto abbastanza ampio, con accanto un comodino sul quale era appoggiata una cornice con una foto. Un giovane uomo dai capelli biondi legati a coda con un coprifronte di Suna legato al braccio e una lunga sciarpa rossa al collo, e una ragazzina dagli occhi verde smeraldo di non più di nove anni con i capelli neri e arruffati che aveva l'aria di una scimmietta e un grande sorriso che l'uomo ricambiava guardandola con dolcezza.*

    *Sul letto si trovavano i vestiti di Shaina, che sembravano essere stati gettati lì sopra di fretta, fatta eccezione per la sciarpa rossa e il coprifronte di Suna, entrambi piegati con cura quasi religiosa e posati su una scrivania su cui era appoggiata una lampada assieme a dei libri sulle arti ninja. Un asciugamano bagnato e quel che restava della tenuta da allenamento, un paio di pantaloni tagliati appena sotto il ginocchio, erano appoggiati sulla sedia della scrivania. La porta del bagno si trovava sulla parete alla sinistra della porta.*

    *La stanza da bagno non era molto grande, faceva ancora caldo dentro e lo specchio sopra il lavandino era ancora offuscato dal vapore scaturito dalla doccia. Il profumo del bagnoschiuma non era ancora svanito. Un profumo non molto forte, una fragranza dolce di arancio e vaniglia, uno dei pochi vezzi che Shaina si concedeva. Quel profumo aveva il potere di distenderle i nervi.*
     
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    Ora calmati. Qui sei al sicuro. Per prima cosa, sarà meglio che ti tolga quei vestiti bagnati. Puoi approfittare del fatto che stasera la mia doccia sembra aver deciso di funzionare.
    Il bagno è da quella parte, devi passare per la camera da letto. Io intanto vedo se riesco a cucinare qualcosa di caldo nonostante la desolazione che regna qui dentro...purtroppo non ho altri asciugamani, ma quello che ti ho dato prima non dovrebbe essersi bagnato troppo. Puoi restare qui per stanotte però dovrai adattarti perché non ho molto spazio.


    « M... ma sensei, io... non voglio disturbarla...
    Le... le sporcherei il bagno... »


    Si agitò cercando di protestare anche se non c'era convinzione in quella timida protesta, e si capiva benissimo dal tono della sua voce che desiderava togliersi di dosso l'acqua carica delle polveri del deserto.
    La padrona di casa nel frattempo si era diretta nelle cucine, e Deidara poté sentire un rumore abbastanza inusuale di piatti mossi e mandati involontariamente a cozzare l'un l'altro.
    Sorrise, trovando per qualche ragione che fosse un bel suono, quando la vecchia preparava da mangiare lei se ne stava sempre rintanata nella sua camera da letto, senza provare la minima gratitudine o anche solo degnarla di un "grazie" di circostanza. Ora invece, al contrario, per qualche ragione sentiva quasi la voglia di ringraziare sinceramente e di cuore la sua sensei, stupita com'era che l'avesse accolta quasi fosse un gesto naturale.

    Purtroppo quel quasi non si concretizzò mai, e dopo quell'istante di tenerezza le venne subito da pensare a quanto fossero stupidi gli adulti, egoisti al punto di non voler trattare i più piccoli come loro pari ma proprio per questo incapaci di guardare oltre il loro naso quando hanno a che fare con un faccino grazioso da gattina sola e spaventata. Per loro, per tutti, per la vecchia, per suo padre, per sua madre e anche per la sensei Shaina, lei non è nient'altro che una stupida, ed avevano addirittura il coraggio di trattarla di conseguenza, quasi fosse handicappata.

    Sospirò piano, certa che tanto la sensei non poteva vederla né sentirla, essendo nell'altra stanza e per di più dandole le spalle. Si diresse alla sua borsa recuperando un abito pulito ed una piccola borsetta bianca in cui teneva gli indispensabili cosmetici e i balsami per i capelli e per la pelle.
    Si diresse verso il bagno senza farselo ripetere due volte, cinguettando il motivetto di un carillon pescato inconsciamente nei ricordi della sua infanzia e quasi saltellando per la felicità. Superò la camera da letto della sensei senza quasi degnarla di uno sguardo, buttandosi direttamente nel bagno e solo allora riaffacciandosi nella stanza da letto, la sua attenzione catturata da delle foto accanto proprio accanto al letto.
    Gettò uno sguardo all'altra stanza, cercando di intravedere la sagoma della Sensei in modo da appurare che non la stesse guardando, poi si avvicinò quasi di soppiatto osservando da lontano le immagini impresse in quelle foto.

    Un uomo abbastanza anziano e una bambina di dieci anni al massimo.
    "Sarà il papà", si disse, e con fare indifferente gettò via gli abiti bagnati, senza nemmeno curarsi di chiudere la porta del bagno mentre si spogliava, accatastandoli in malomodo in un angolo.
    Si buttò avidamente sotto l'acqua calda felice di quel tocco pulito. Sapeva benissimo che l'odore del sangue era ormai sparito ma per tutto il tragitto era stata assalita dalla paranoia di puzzare ancora di quello schifo cremisi, per questo fu ben lieta di attingere una generosa porzione del bagnoschiuma della sua sensei, il quale fra l'altro risultò avere un aroma un po' forte, ma buono.

    Uscì dalla doccia dopo diversi risciacqui alla chioma color grano, asciugandosi sommariamente il corpicino magro e ancora acerbo con l'asciugamano che esibiva ancora vistose tracce di mascara. Poco male.
    Mise un accappatoio di quelli che si era portata dalla sua vecchia casa, nero e ricamato di nuvole rosse, ricomparendo infine sulla soglia della stanza principale, cercando con lo sguardo la sensei con aria innocente e quasi commossa.
    Si tenne ad una certa distanza dalla shinobi, rivolgendosi a lei con voce un po' fiacca e falsamente giù di morale, arrossendo lievemente.
    L'odore di verdure cotte e vapore permeava l'aria ed a quello stimolo dovette trattenersi per non mostrare un lieve moto di repulsione.

    image

    « S... sensei, io... la ringrazio...
    Cioè... grazie. Grazie veramente. Non so che dire...
    Sembra veramente tutto buonissimo...
    Il fatto è che temo di non sentirmi molto bene. Ho lo stomaco un po' chiuso... »


    Si dette della stupida perché avrebbe dovuto dirglielo prima, ma il richiamo della doccia era stato così forte che aveva dimenticato cosa comportasse la parola "cucinare"

    « Comunque non si preoccupi, non sono a digiuno. »

    Mentì, ma fortunatamente il suo stomaco non fu così meschino da smentirla.

     
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