[Primo Accesso] Mura di Konoha

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    Le mura

    Everybody has a story,
    and every story matters

    -Awakuni

    Non era una giornata come le altre, quella.
    Masayuki camminava lentamente lungo il sentiero in terra battuta senza preoccuparsi troppo della strada che aveva ancora da fare. Era una bella giornata e questo gli bastava.

    Era lontano da casa da un paio di settimane ormai ma il villaggio non gli mancava troppo: del resto aveva vissuto tutta la vita a Kiri, vedere posti nuovi non sarebbe stato male. A dir la verità lui amava vedere posti nuovi. Paesaggi, città, persone: erano tutte cose che in qualche modo lo intrigavano. La conoscenza era per lui un vero piacere e viaggiare rendeva reali tutte le cose che negli anni aveva letto e imparato; vedere le cose con i propri occhi è sempre diverso.
    Ogni cosa e ogni persona avevano qualcosa da raccontare, tutti avevano una storia da narrare e per lui ognuna di queste era importante.

    Sapeva apprezzare la bellezza della natura, soprattutto se si trattava di un bel paesaggio. E quello lo era: verdi colline tutt'intorno, tra le quali serpeggiava un piccolo ruscello che andava ad accostarsi alla strada, per poi perdersi di nuovo in un boschetto poco più avanti. La natura sorrideva e la gente era felice.

    "Che bella la vita!"

    Il suo coprifronte rifletteva debolmente la luce del sole. Era la sua nuova conquista: finalmente genin. Ora poteva sentirsi fiero di appartenere al suo villaggio, poteva dire di essere un ninja. I suoi genitori sarebbero stati fieri di lui.

    Proseguì verso sud lungo la strada senza incontrare troppe persone; nel frattempo il sole completava il suo arco andandosi a posare ad ovest: era ormai pomeriggio inoltrato. Un debole vento soffiava da nord, un vento freddo che andava a muovergli lievemente i capelli.

    "Ecco dunque Konoha"

    Si stagliava a 10 minuti di distanza da lui il più popoloso villaggio dell'alleanza ninja: il villaggio della foglia. Ora doveva entrare.

    "Speriamo non mi diano problemi all'ingresso"






     
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    Piovosi pomeriggi






    In quei giorni si era dedicato alla ricerca dei materiali utili alla sua professione, purtroppo persino otafuku pareva parecchio sfornita di quell’eccellenza che il Colosso cercava.
    Era appena giunto alla sommità delle mura per scegliere tra la boscaglia la via più diritta per il suo obiettivo che notò un ragazzo che si avvicinava alle mura. Affinò lo sguardo per meglio metterlo a fuoco.


    Ma guarda sto qua che espressione da recchia che ha.

    Lo lasciò avvicinare per poterlo guardare meglio. Capelli bianchi, strano, non se ne incontravano tanti.

    Chissà di che pasta è fatto.

    Appena quel pensiero gli passò per la testa aveva già rinunciato alla mattinata di ricerche, si voltò alla sua sinistra e si mise esattamente al centro dell’enorme arco dei cancelli di Konoha.
    Ogni volta che si ritrovava li sopra si stupiva di quanto quelle mura fossero grandi, il portone era così immenso da mettere soggezione quando i suoi giganteschi cardini si muovevano stridendo per la fatica.
    Attese il ragazzo sin quando non fu esattamente sotto di lui, poi, con l’innocenza di un bambino la cui stazza non arrivava nemmeno a coprire un quarto del gigantesco uomo, lasciò cadere un lungo rivolo di bava cercando di sputare in testa il kiriano, o presunto tale dal coprifronte che portava con se.
    Aveva due possibilità: o divertirsi oppure farsi proteggere dai guardiani delle porte, ma il ragazzo sembrava giovincello, e non pareva di quelli tosti.
    In caso fosse andato o meno a segno, appena lo shinobi si sarebbe voltato a guardarlo il Colosso con la più innocente delle espressioni si sarebbe drizzato guardando al cielo.


    O per tutti gli dei! Il tempo va a sciuparsi!

    Innocente, non sincera.
     
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    Meteo: soleggiato



    Arrivò fino alle enormi mura del villaggio: erano davvero gigantesche. Alte e spesse, si interrompevano in un unico punto nel quale si innestavano le due colossali porte d'ingresso: enormi lastre di ferro lavorate e limate dal tempo erano incardinate saldamente sulle mura, prime grandi avversarie di qualunque nemico avesse osato sfidare quella possenza.
    Notò che c'era movimento sulle mura, sicuramente la guardia era sempre attiva e vigile.

    "Che posto...ci credo che Konoha abbia sempre avuto tutto questo potere...ma ora dov'è il guardiano? Non ho tempo da perdere"

    Era fermo sotto l'enorme portone, guardandosi a destra e a sinistra in cerca del guardiano della porta: sapeva bene che senza sbrigare il soliti cavilli burocratici non si poteva entrare. O meglio, si poteva entrare ma non in modo propriamente pacifico. L'apertura delle frontiere e la riunione dei villaggi ottenuta grazie all'accedemia erano stati grandi passi ma spesso l'astio tra i diversi copri fronte permaneva: libertà non è sinonimo di fiducia. Ma forse era giusto così, bisognava pur sempre tutelarsi soprattutto in un modo nel quale un solo uomo può distruggere un villaggio.

    SPLASH

    Masayuki si vide passare a una decina di centimetri un liquido in caduta libera che arrivava proprio da sopra le mura. Pensando inizialmente si trattasse di un uccello che magari l'aveva preso di mira, abbassò lentamente la testa per guardare meglio: per terra a pochi centimetri da lui vischiosa e giallognola, era saliva. Al che mosse il capo in direzione opposta, verso l'alto. Eccolo li: un colosso alto su per giù due metri abbondanti che dalla stazza doveva pesare il doppio di lui.

    <<oh per tutti gli dei! Il tempo va a sciuparsi>>

    Questo disse l'uomo appena lo vide, con fare innocente quasi fosse un bambino. Il kiriano diede una rapida occhiata in giro, neanche una nuvola nel giro di chilometri.

    "E questo stronzo che cosa vuole? Fortuna che doveva essere una cosa tranquilla"

    Non lo riusciva a vedere bene data la posizione ma scorse il corpi fronte, doveva essere un ninja della foglia. Indipendentemente dall'accaduto le gerarchie militari andavano rispettate e soprattutto non sarebbe certo stato il caso di mettersi nei guai ancora prima di entrare. Lui era ancora nessuno.

    <<chi sei? Il guardiano?>> gli chiese.

    "Speriamo non rompa i coglioni più del dovuto"




     
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    Piccole delusioni






    Guardò il kiriano storcendo la bocca.

    Mh, tempo perso, è una mezza calzetta.

    Scese dalle mura usufruendo del chakra adesivo per portarsi nei pressi del ragazzo, una mezza tacca, ma dopotutto chi non lo era rispetto a lui?

    Si, al momento puoi chiamarmi guardiano, forza, tira fuori il visto del tuo villaggio, snocciolami il motivo della tua presenza qui e dimmi se il tuo grado è superiore a genin.

    Attese che le sue richieste venissero assecondate con un aria tranquilla e annoiata, si aspettava un incontro più divertente.

    Che strano, ma dopotutto è vero che una goccia non fa un temporale eh?

    Disse con un gran sorriso.

    Temevo le nuvole avessero sciupato questa serata che si preannuncia tiepida e piacevole.

    Sorrise ancora, era abbastanza curioso vedere i lineamenti del volto del Colosso assumere quell’espressione, il suo era un volto poco adatto ai sorrisi, spigoloso e dalla barba ispida, non riusciva a esternare al meglio la felicità, soprattutto se non era suo desiderio farlo. Era palese che quello fosse un sorriso di circostanza che più che altro stava a sottolineare l’assurdità della sua ultima frase mentre cercava per l’ultima volta di provocare una di quelle reazioni in grado di divertirlo un po’.
     
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    Guardiano(?)



    Vide scendere lo sconosciuto camminando in basso direttamente sulle mura, forse con un impasto di chakra agli arti inferiori: Masayuki era ancora ben lungi da tale abilità e capacità di controllo. Si rese subito conto di quanto ancora fosse debole e di quanta strada aveva ancora da fare dinnanzi a se.
    L'energumeno effettivamente era davvero un colosso: come aveva constatato ad occhio precedentemente sfondava i due metri di altezza e il corpo era massiccio, reso forte da una massa di muscoli non indifferente. Non si sentiva in soggezione verso quel soggetto ma sapeva quantomeno che era meglio evitare guai; dava l'impressione di essere un attaccabrighe, pronto ad attaccarsi a qualsiasi motivazione o inezia pur di fare casino e creare problemi.

    <<si, al momento puoi chiamarmi guardiano, forza, tira fuori il visto del tuo villaggio, snocciolami il motivo della tua presenza qui e dimmi se il tuo grado è superiore a genin.>>

    "Al momento puoi chiamarmi guardiano? Chi cazzo è sto qua? Non me la conta giusta..." pensò. Poi riprese il discorso <<ecco qua il visto. Sono venuto a trovare vecchi amici, compagni di corso. No, sono un genin. >>

    Preferì evitare la piccola particella "neo" davanti al suo grado. Avrebbe reso più specifica la cosa, passando ancora di più per un novizio: meglio evitare. Sperava di far bastare quello, non aveva voglia di mettersi a spiegare la storia della sua vita a quel "guardiano" il quale lo stava facendo innervosire. Sembrava annoiato; probabilmente si aspettava davvero qualcosa di più giusto per attaccare casini. Poi questi proseguì a stuzzicare il kiriano.

    <<che strano, ma dopotutto è vero che una goccia non fa un temporale eh?>>

    <<vero, quali perle di saggezza detenete qua a Konoha...>>

    <<temevo le nuvole avessero sciupato questa serata che si preannuncia tiepida e piacevole.>>

    <<una controllata alla vista non sarebbe male, non si vedono nuvole nel raggio di chilometri. Si spero davvero sia tiepida e piacevole, senza ulteriori problemi>>

    Mise particolare enfasi su quel "problemi", voleva semplicemente azzerare la provocazione avversaria, mostrandogli che non lo tangeva lontanamente. Disse questo portando la mano destra all'impugnatura della sua wakizashi, poggiando il palmo sull'elsa. Era stato un gesto automatico, una difesa inconscia: non aveva certo intenzione di attaccare. Anche se, vista da fuori, quella poteva passare molto facilmente per una chiara minaccia.



     
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    Piccoli contrattempi







    Guardò il foglio per poi metterlo da parte, l’avrebbe consegnato alle guardie appena possibile.

    Compagni di corso eh? Qui a Konoha… non per fare l’impiccione, ma chi era il tuo sensei?

    Chiese con sincera curiosità.
    Tuttavia, di stupefacente c’era la reazione del ragazzo, la mano alla wakizashi. La cosa lo lasciò in un primo momento del tutto sbigottito, più che altro era stranito dal fatto che si fosse “svegliato” solamente in quel momento. Probabilmente il colosso avrebbe potuto resistere ad un attacco di quello spillino solamente tendendo i muscoli, ma più che provocare il merlo che aveva davanti ulteriormente decise di allungare la mano verso la destrorsa del suo avversario col dito indice teso, per Raizen quello era un semplice movimento veloce [en. Viola senza impasti] ma il genin l’avrebbe visto?
    Se fosse riuscito a poggiare l’indice sul dorso della mano avrebbe iniziato a premere verso il basso, schiacciando la mano sull’elsa e di conseguenza la wakizashi sul fodero, impedendo al tutto qualsivoglia movimento di estrazione. La pressione si sarebbe intensificata dopo qualche istante cercando, per il dolore o per la forza, di far piegare lo shinobi. Era alto rispetto al ragazzo ma prima che il suo bracci fosse completamente disteso sarebbe riuscito a fargli piegare le ginocchia.


    Pensa, i problemi non sono nemmeno iniziati.
    Bene Masayuki, nome del sensei del corso a cui hai partecipato, prima di “subito”.


    Sottolineò a sua volta la parola "problemi" attendendo in quella posizione e aspettando le sue risposte, a quel punto voleva sapere chi aveva svezzato quel briccone che tentava di minacciarlo. Per nulla affaticato da quello che poteva essere uno sforzo fisico rimase immobile e serio, una stata di pietra in cui un occhio vigile avrebbe potuto scorgere un cuore di lava pronto ad eruttare.
     
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  7. ¬Wex
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    Nomi



    Un sorriso era stampato sul viso del foglioso. La sua faccia dura e rozza non sembrava adatta, né tantomeno abituata, a quel gesto: spigolosa, coperta di barba ispida e un po' grezza.

    <<compagni di corso eh? Qui a Konoha… non per fare l’impiccione, ma chi era il tuo sensei?>>

    Appena l'altro concluse la frase però gli sembrò d'intravedere sul volto di questi comparire un'espressione ben diversa. I muscoli sembravano urlare a gran voce "sorpresa".

    "E adesso che cazzo succede?"

    Masayuki voltò il capo per vedere se magari stesse arrivando qualcuno da dietro di lui ma la strada sembrava deserta a parte qualche persona in lontananza. Fece per tornare a fissare il ninja quando capì qual era la causa del problema: veloce come un lampo l'altro aveva posto un dito sul dorso della sua mano destra, schiacciandogliela contro il pomo della spada. Non stava guardando oltre il kiriano, stava guardando la mano di questo la quale si era portata involontariamente alla spada. Masayuki non aveva certo intenzione di attaccare, si era trattato di un gesto inconscio; nonostante le premesse era ovviamente passato come un atto aperto di sfida.

    "Sono un testa di cazzo, che cosa mi è saltato in mente di fare?"

    Il colosso continuava a spingere verso il basso, cominciava a fare male. Incalzò dunque il giovane genin

    Pensa, i problemi non sono nemmeno iniziati. Bene Masayuki, nome del sensei del corso a cui hai partecipato, prima di “subito”.

    Masayuki poggiò appena la mano sinistra sul polso del konohense, non per afferrarlo ma per tranquillizzarlo circa le sue intenzioni. Torse dunque leggermente il tronco affinché il suo dito perdesse la presa sulla mano, avendo cura di fare il movimento nel modo più circoscritto possibile: non voleva fargli perdere l'equilibrio o mostrare ostilità. Le cose si stavano complicando.
    Rispose dunque alle domande dell'altro con precisione ma senza troppa fretta, voleva mantenersi freddo e non piegarsi troppo facilmente, restando nei limiti del rispetto.

    <<sono stato assegnato al team 27, sotto la guida di Shizuka Kobayashi>>

    Attese un attimo per poi riprendere.

    <<scusami, non era un gesto di sfida. Prendilo come un tick: ad alcuni capita di sputare, ad altri di difendersi>>

    Si massaggiò con lentezza calcolata la mano destra, forse mostrargli che gli aveva fatto male avrebbe smorzato un po' la situazione, col riferimento allo sputo pensava di aver raggiunto il limite era meglio non provocarlo oltre sebbene fosse stato lui a iniziare.

    <<abbiamo cominciato col piede sbagliato. Come hai visto mi chiamo Masayuki Hasegawa e provengo da Kiri. Sapresti forse indicarmi la residenza Kobayashi? È la prima volta che vengo in visita al tuo villaggio.>>

    Non era certo di aver visto bene ma sembrava di aver intravisto qualcosa sul viso di lui al nominare la sua sensei.

    "Devo essermelo immaginato" pensò. <<comunque come posso chiamarti, guardiano?>>

    Con la schiena dritta fissava dal basso gli occhi di quel gigante: avrebbe potuto facilmente mangiargli in testa se avesse voluto, si era dimostrato nettamente più forte di lui. Lo guardava fisso ma senza alcuna traccia di impertinenza: gli portava rispetto ma non si sentiva in soggezione. Lui non si piegava davanti a nessuno, mostrando la sua dignità.





    OT: ammettilo che un "Ma porti quella spada enorme per compensare altre mancanze" avrebbe meritato, seppur il costo elevato :guru:
    Comunque dal primo post di gdr cambio l'impaginazione differenziando meglio pensieri, parole ed opere. Per ora mantengo coerenti i testi :riot:
     
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    Dentro le mura







    Nuovamente sorpreso ci mise un po’ a spiccicare parola, ritrasse tranquillamente la mano mentre il kiriano si scusava e poi parlò.

    Shizuka… hanno messo Shizuka a fare la sensei.

    Disse a mezza voce, quasi come se pensasse a voce alta, un pò spaventato dai risultati che una simile scelta poteva portare.

    Capisco, quindi la tua incoscienza non è a causa tua, ma della tua sensei, tuttavia non sembri uno scemotto.
    Forza, togliti quell’aria da stocafisso e seguimi.
    Puoi chiamarmi Raizen, Raizen Ikigami.


    Ordinò perentorio come farebbe un lord al suo attendente, aggiungendo gli essenziali dati anagrafici poco dopo con tono secco e asciutto.

    Devi lasciare le armi nella guardiola, è la prassi. Ti verranno rese quando uscirai.
    Potresti anche passare visto il tuo livello, ma le regole son regole.


    Disse facendo spallucce. Per poi dare il segnale ai guardiani con uno schiocco di dita di aprire i cancelli.
    La visione poteva dirsi quasi mistica, era complesso riuscire ad immaginare che quelle gigantesche porte potessero aprirsi tranquillamente. L’intero ciclo fu un’antica sinfonia di legno centenario che scricchiolava sulle viti che lo tenevano sul solido acciaio dei cardini, quel canto terminò con un profondo tonfo. Era certo che a Konoha sarebbero entrate ben poche cose sino a quando quel cancello fosse stato chiuso.
    Gli voltò le spalle incamminandosi per le vie di Konoha.


    Forza, seguimi, ti scorterò io.
    Non voglio perdermi quest’occasione.
    È quasi tuo diritto sapere che il maestro della tua maestra sono proprio io.


    Accennò con un lieve sorriso.
     
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  9. ¬Wex
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    Continua...wosd8qb
     
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    I


    Nel villaggio di Konoha aveva più amici che nemici.
    Eppure venivo odiato, teoricamente, per ciò che avevo commesso quando ancora ero un Genin e non avevo capito molto della vita dei ninja. Avevo trascorso gli ultimi quattro anni a Kiri, facendone il mio villaggio per riconoscenza, ma dopo quattro anni di sacrifici non ero certo che Kiri avesse di me una stima superiore di quella che mi riservava "teoricamente" Konoha.
    La notizia che Drake era il nuovo amministratore di Konoha mi sorprese (era davvero idiota infondo, ma se era riuscito a divenirlo Febh perché lui no?) ed aprì una nuova prospettiva.
    Rischiosa, certo, ma se avevo dalla mia parte proprio lui nemmeno troppo. Erano quattro anni che non visitavo le tombe dei miei genitori. Ed erano almeno un paio d'anni che volevo vedere con i miei occhi il luogo in cui era nata e cresciuta mia madre in quel maledetto clan che erano gli Uchiha.
    Così, seduto da solo in salotto con un foglio di carta e una penna in mano, iniziai a scrivere la richiesta più difficile per quello che era il mio migliore amico. Non avrei dovuto chiedergli tanto, eppure, tra tutti quanti lui era quello che meglio avrebbe compreso.

    Ho saputo grandi cose, su di te.
    Amministratore? Un idiota come te? Konoha brucerà! I vecchietti devono essere impazziti direi.
    Al di là di queste battute, sono felice per te, anche se l'Amministratore di villaggio è una cosa che non vorrei fare e tu che sei peggio di me immagino ti senta come un leone in gabbia. Ci farai l'abitudine: se la burocrazia ha sconfitto il Mizukage, perderai anche tu.
    Ti scrivo, oltre che per congratularmi con te, anche per chiederti un grosso favore.
    Non so se potrai acconsentire, ma non arrischio a fare qualcosa del genere senza il tuo aiuto. Con Shika e Xander come capi non avrei mai potuto ottenere ciò che voglio chiederti, ma con te ritengo di avere una speranza.
    Voglio visitare le tombe dei miei genitori Drake. Da quando li ho seppelliti non le ho mai più viste e sono passati quasi cinque anni da allora. Voglio anche andare a vedere la casa di mia madre, credo che lì dentro ci sia qualcosa che mi aspetta. Non so bene cosa e credo che la sensazione che provo non possa descriverla bene a parole.
    Non va tutto bene qui a Kiri. Dopo che sono tornato da una missione piuttosto lunga ho scoperto Ayame ammalata. Sta meglio, ma no è guarita. Sono successe altre cose, che non voglio scrivere in una lettera ed ora come ora credo sia arrivato il momento di capire parecchie cose su di me, sul mio passato e forse, finalmente, sul mio futuro.
    Non avvisare Hanako o Maku, preferirei che nessuno eccetto te sapesse di questa visita.
    Se puoi aiutarmi, Drake, dillo a Qan che ti consegnerà la lettera. Altrimenti, sta tranquillo, non calerò a dorso di Yogan su Konoha. Ma ci terrei molto che tu mi potessi dare una mano, ancora una volta.

    Itai.



    Chiusi la lettera e mi morsi un dito fino a far uscire una singola e piccola goccia di sangue con la quale evocai Qan. Il piccolo Tengu svolazzante gracchiò e si sollevò in volo fino alla mia altezza.
    Che c'è da fare, capo? mi disse iniziando a girarmi attorno. Tesi la lettera affianco al mio capo e lui l'afferrò con una mano.
    Devi consegnare questa a Konoha. A Drake e solo a lui, intesi? Non entrare nel villaggio, rompi le scatole alle guardie finché non ti mandano Drake lo guardai sospettoso Intesi?
    Intesi capo! Konoha, Drake, rompere le scatole, ricevuto! per una volta sembrava davvero convinto di ciò che diceva. Aprii la finestra e il Tengu, assumendo la forma di un corvo, sparì nella notte.



    Quando Qan arrivò alle mura di Konoha iniziò a svolazzare attorno, troppo innocuo e decisamente agitato. Blaterava, di continuo, cianciando sempre la stessa frase ad una velocità disarmante.
    Drake! Cerco Drake! Messaggio urgente per Drake! Solo per Drake! DRAAAAKEEEEE
    A molti chilometri di distanza, steso sul mio letto fui assalito dalla paura.
    Non avrei dovuto mandare Qon al posto di Qan?

     
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  11. The_Drake
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    Nel suo nuovo ufficio, mentre guardava perplesso la faccia del messo inviato dai guardiani alle mura non credendo a ciò che stava accadendo: possibile che avesse avuto il coraggio di arrivare fino a Konoha? Possibile che avesse un'altra missione suicida a Kurohai? Maledizione, ancora aspettava il resoconto del consiglio sul suo passaggio di grado a Jonin: avrebbe potuto tirarsela come non mai, anche se, ora come ora, era al livello dell'amico di Kiri. Cioè tu mi stai dicendo che alle mura cè un Tengu che chiede di me? Disse, tranquillo non mutando il suo viso e lasciando afflosciarsi un foglio che stava leggendo dritto davanti al viso. A quanto pare non ha intenzioni malvagie, anche perchè il suo livello chakrico è pari a quello di uno studente alle prime armi. Dice di portare un messaggio privato per lei. Disse, inchinandosi davanti all'amministratore: eggià, alla fine aveva fatto carriera. Non ti inchinare, non merito questo trattamente. Avverti alle mura che stò arrivando...ma per precauzione di prepararatevi al peggio, anche se non penso serva. Ah, ovviamente, non fate nulla per far incazzare l'animale...o l'evocatore: non voglio ricostruire il portale. Disse serio, lasciando andare il messo che abbastanza impaurito, scattò verso la porta per poi scomparire in una nuvola di fumo.
    Così Itai aveva un messaggio per lui e da quello che sembrava, doveva esser anche urgente e di vitale importanza.
    Si alzò dalla sedia, srotolò dei rotoli che teneva sopra un'anta dietro la sua scrivania, compose qualche sigillo per evocare un'enormità di equipaggiamento: il suo nuovo equipaggiamento dopo il ritorno dal Monte Myoboku, il nuovo simbolo della sua rinata forza e convinzione.
    Il tempo di vestirsi ed era già per i tetti, veloce come il vento.




    Comparve alle mura spavaldo come al solito, preannunciato da un colpo di vento caldo che sbalzò a terra le guardie nella guardiola più alta nelle mura: tutti si affrettarono a porgere i saluti all'ex capitano delle guardie di Konoha e nuovo amministratore, Drake Jo Ryouji; Sorpassò senza degnare nessuno di un solo sguardo, dirigendosi diretto oltre i portali con un salto enorme e arrivando a terra in maniera più plastica e scenografica che altro. Qan, il messaggio. L'animale poteva forse non riconoscerlo considerando che non aveva più i capelli turchesi: quando si raggiunge la maestria completa dell'arte eremitica, si riesce anche a disattivare quei problemi fastidiosi che l'olio delle rane può creare; Alla fine oltre ai capelli e il nuovo equipaggiamento, non era cambiato per nulla: anche se ora era allo stesso livello energetico del compagnio Jinchuuriki.
    Prese la lettera e iniziò a leggera, rimanendo abbastanza basito che le voci sulla sua elezione fossero viaggiate così veloci nel continente: forse era anche una motivazione della proposta che venne verso gli ultimi righi di quella missiva; La rilesse due volte per essere sicuro di ciò che aveva davanti, decise velocemente per una soluzione diplomatica. Digli che è il benvenuto. Come amministratore mi prendo la responsabilità del suo viaggio a Konoha...gli chiedo solo d'esser più discreto possibile e di non nascondersi alla vista, ma solo al chakra. Se non è in grado di trattenersi, provvederò a trovare un bravo sigillatore per quel lavoro..lascio a lui la scelta: se entro un giorno non riceverò notizie, lo considero come un "non ti preoccupare, sarò discreto". Riferisci che non correrà pericoli di alcun genere finchè non creerà casini e che se ha intenzione di far il figo, lo picchierò come mai prima d'ora. Detto, questo lasciò volare via il Tengu: fra un giorno il demone di Kiri, traditore in giovane età di Konoha, sarebbe tornato alle origini per una nobile causa: Drake appoggiava questa sua proposta e avrebbe fatto in modo che non nessuno interferisse con quel solitario evento.
    Andò alle mura. Sò che avete sentito. Fra un giorno ci farà visita un mio caro amico...non voglio casini qui alle mura: sappiate che dalle prime luci dell'alba sarò qui ad attenderlo ed ogni decisione sulla sua entrata ed uscita sarà dettata da me e solo da me. Mi fido della vostra lealtà. Disse, ricevendo un assenso unico da tutti: aveva lavorato per così tanto anni a stretto contatto con quelle persone, che ormai erano la sua famiglia e i suoi compagni più fidati.
    Si recò poi in amministrazione ad attendere.



    Giocata da considerarsi post QdC di Drake (non è amministratore prima della conclusione di quell'evento).
    Faccio presente che Xander non è più amministratore perchè disperso dopo la QdC, per BG della giocata e per sua volontà. Ah, per Max...considera che nella giocata sono Nera e Eremita IV: in teoria gli stemmi per l'energia gli ho, ma ora come ora sono impossibilitato per le cronache o avrei già aperto la giocata. Eremita IV, beh perchè la Nera sviluppera quel livello della TS.
    Comunque non dovrebbe servire nulla di tutto ciò, è solo scena.
     
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    II


    Attesi un giorno esatto.
    Quando quel giorno fu passato e fui certo che Qan fu sparito, lo evocai nuovamente. Il Tengu sembrava alquanto eccitato ma del resto lo era sempre stato. Avevo in braccio Nana che in compenso rise a vederlo.
    Era un orrenda bestia dal corpo umanoide con faccia e ali da corvo eppure lei lo trovava alquanto divertente. Evidentemente doveva aver preso quel macabro senso dell'umorismo da me, perché anche io avevo trovato Qan spassoso sin da quando anni prima l'avevo conosciuto. Il piccolo Tengu si avvicinò alla bambina, tirandole delicatamente le guance con le mani e ridendo forte.
    Felice di vedere che ti diverti un sacco con lei dissi alzano un sopracciglio Allora?
    Blaaaaah! Jukyu? Jukyu? Chi sono? Come mi chiamo? Guarda che lei è Nana! Dici? Non è che ti confondi?
    Mi passai una mano sul viso per tutta la sua lunghezza, indeciso se rispondere o meno a quella affermazione del Tengu così idiota. Alla fine risposi.
    E'-mia-figlia! dissi afferrando la testa di Qan con una mano e sollevandolo fino a farlo arrivare alla mia altezza Allora?
    Oh! Capo! Mollami! E mollami! Qan stava diventando irrequieto ma non lo mollai Uff e va bene e va bene! Ha detto sì! Puoi andarci purché... che ha detto... ah si, che cerchi di sopprimere un po' il chakra che sennò s'allarmano
    Tutto qui? il Tengu annuì e lo lasciai libero, posando Nana sul pavimento affinché giocasse un po' con la bambina. Dovevo prepararmi a qualche giorno di viaggio.



    Yogan era a dir poco incredibile. Comoda da cavalcare, così brava che era impossibile che ti lasciasse cadere. Ed era velocissima, tremendamente veloce.
    Viaggiai tutta la notte e persino il giorno dopo finché in lontananza non vidi quei boschi nei quali ero cresciuto. Una ventata di nostalgia mi colpì, togliendomi qualsi il respiro. Da quanto non ammiravo l'alba alla foresta di Konoha? Erano più di quattro anni. Ero andato via che ero un Genin senza speranze, incapace di essere accetato nel suo clan, che aveva visto morire quasi tutti i suoi amici.
    Tornavo come un Jonin di Kiri, Jinchuuriki e probabilmente uno dei ninja dell'Accademia più abili. Tornavo che avevo una famiglia a casa, una moglie, due bambine. Tornavo che ero un uomo totalmente diverso da allora.
    Del mio passato come ninja di Konoha ormai non c'era più traccia. Non avevo nulla con me che mi legasse ancora a quel villaggio. Solamente il mio passato che per qualche ragione avevo deciso di commemorare. Avevo finalmente compreso, vedendo quell'Akuma brutalizzato nell'ufficio di Shiltar che forse il mondo tendeva a guardarmi in maniera diversa da come io pensavo. Sarei rimasto sempre un traditore, probabilmente, ma non m'importava davvero. Mi aveva fatto ricordare tutti eventi che avevo seppelito e due tombe che non visitavo da troppo tempo.
    Yogan, non atterrare molto vicino al villaggio dissi allora alla dragonessa, iniziando a nascondere il mio chakra [Chakra Nullo] affinché gli altri sensitivi non venissero troppo allarmati. Yogan atterrò dopo una veloce picchiata, posando come al solito le pesanti zampe sul terreno facendolo tremare tutto attorno. Smontai dal suo dorso e saltai al suolo, accettando poi la sua muta richiesta di un abbraccio.
    Ovvero lei che sporgeva il collo ed io che passavo le braccia attorno all'enorme muso.
    Salutami Drake a volte dimenticavo che lui l'aveva vista nascere E continuo a dire che ti preoccupi troppo
    Yogan, devo. Sono passati così tanti anni, e potrei non avere un'occasione buona come questa dissi allora in tono conciliante alla dragonessa.
    Vorrei poterti essere vicino. Vorrei anche che ci fosse stata Ayame con te quelle parole spensero ogni accenno di sorriso dalle mie labbra. Ayame non avrebbe potuto affrontare quel viaggio, purtroppo.
    Credo proprio che evocarti dentro le mura creerebbe parecchi problemi, amica mia dissi allora, sforzandomi di sorridere. Yogan mi diede un colpetto con la punta del muso sulla fronte, quindi spalancò le ali e volò via.
    Io iniziai a camminare verso il villaggio, finché dalle fronde non vidi le enormi mura che avevo ammirato l'ultima volta quando venni con Shiltar a cercare spiegazioni per Godsan. Allora avevo una mascherza e non azzardai a sorpassarle, per ovvie ragioni di stato.
    L'alba era alle spalle quando fui dinanzi alla porta. C'era solo un giovane uomo che non avevo mai visto. Aveva i capelli castani e un volto che mi ricordava qualcuno. Stavo per aprir bocca e dire chi ero,chiedere quindi di Drake, quando solo allora mi resi conto che in effetti era proprio lui davanti a me. Doveva essere cresciuto di un bel po' nel tempo in cui non c'eravamo visti. Si era fatto più robusto e sopratutto quell'assurdo colore azzurro dei suoi capelli era del tutto sparito. Se prima mia sorella aveva soprattutto simpatia per quel "buffo ragazzo coraggioso" adesso rischiava seriamente di innamorarsi di lui.
    Drake Jo Ryouji era cresciuto. E le unica parola che mi uscì dalla bocca fu uno stupido e stupito:

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    D... Drake?




    Edited by -Max - 9/10/2012, 14:54
     
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  13. The_Drake
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    Il suo amico Itai non era cambiato di una virgola, anche se si stupì di vedere che le sue capacità da sensitivo si fossero migliorate a tal punto: nessuno lo aveva notato arrivare, nessuno si era lamentato di una chakra troppo enorme in avvicinamento; Drake era sopra le mura, in piedi nella parte centrale sopra i portali, scrutando l'orizzonte e osservando la figura sempre più in avvicinamento: tutte le guardie erano state avvisate, quindi nessuno avrebbe interferito con il suo volere.
    Il problema principale erano i ninja con una conoscenza più vasta del mondo, i quali avrebbero potuto riconoscere il Kiriano come l'ex traditore di Konoha, ma era stato troppo giovane per avere le stesse fisionomie, oppure come il Jinchuriki della Nebbia, forse l'ipotesi più possibile.
    Ryouji l'avrebbe trattato come al solito, però mantenendo un certo distacco considerando l'enorme responsabilità che si era preso facendo tornare una belva dentro a Konoha. Ben tornato.. Disse, prima di lasciarsi cadere a terra e planare davanti alla figura del suo amico. Vedo che sei riuscito a nascondere il chakra, ottimo: non avremo problemi a camminare per Konoha. L'unico mio dilemma è sulla fama che ti sei fatto e sulle voci che girano: potrebbero riconoscerti, parlo di ninja esperti, e questo potrebbe forse smuovere le acque tra la gente comune, cosa che non voglio assolutamente...creare il panico, dopo una decisione così drastica, di farti tornare alla Foglia, non andrebbe a braccetto con la mia nuova carica. Hahahaha! Concluse ridendo e buttandola sullo scherzo, tornando per un attimo quello che era sempre stato; Fece un cenno con la mano alle guardie sopra le mura, che rapidamente gettarono qualcosa di piccolo verso di lui: un rotolo.
    Purtroppo le vecchie abitudini non morivano mai, per cui anche per il ninja di Kiri era riservato uno spazio nei rotoli del'armeria della Foglia. Come ciunque altro, specialmente nella tua posizione...togliti tutto l'equipaggiamento che possiedo, lo sigillerò dentro questo rotolo, che porterò con me: nel momento del tuo ritorno a casa, riavrai tutto senza problemi. Mi fido di te, Itai, ma non voglio allarmare i guardiani, non voglio creare dei precedenti...poi penso che una katana e qualche kunai non siano troppo importanti in una lotta. Disse, sorridendo e facendo capire che alla fine era solo un metodo per mettere con il cuore in pace i guardiani e nulla di più: anche se mettere la spada forgiata a Kurohai in un rotolo, era forse una cosa giusta da fare in quel momento, dato che la sua potenza era enorme.
    Se il ninja avesse accettato i termini, Drake non avrebbe aspettato altro tempo per rinchiudere tutto nel rotolo, metterselo nella sua sacca degli oggetti e far cenno d'aprire i portoni. Andiamo veloci nel cimitero della Foglia...seguimi. Sapeva che il Kiriano poteva avere dei ricordi di dove fosse, ma voleva fare comunque lui da guida: passo camminando il confine tra esterno ed interno di Konoha, per poi scattare rapido in un tetto, facendo cenno all'amico di seguirlo; Una corsa veloce tra i tetti.


     
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    III


    Le preoccupazione di Drake erano sacrosante, ma forse un po’ troppo esagerate. Del resto, occultare il mio chakra era il minimo che potessi fare. Eppure, dimenticava le semplici nozioni di buonsenso. Se non volevi che nessuno ti notasse, metti un cappuccio in testa. Cappuccio che guarda caso pendeva dalle mie spalle.
    Così posai una mano sulla spalla di Drake, dandogli qualche pacca per rassicurante sulla sua spalla. Non avevo intenzione di creare scompiglio a Konoha, nella maniera più assoluta. Non ero lì per quello e non avrei tradito la fiducia concessami da Drake con comportamenti idioti.
    Non mi vedranno dissi con un sorrisetto sollevando sul capo il cappuccio. I miei capelli biondi furono celati e difficilmente qualcuno avrebbe potuto riconoscermi. Il chakra soppresso, i lineamenti nascosti e la compagnia di Drake mi avrebbero dato la sicurezza che lo stesso Drake richiedeva,
    Ma non era finita lì. Mi aspettavo di vederlo comparire, il rotolo. Non avrei fatto fatica a separarmi dall’equipaggiamento perché, io prima di tutti avevo insistito così tante volte affinché non entrassero a Kiri armati che non potevo chiedere a Drake di fare per me un’eccezione, per me che ero anche un traditore di Konoha.
    Così slacciai la borsa in cui tenevo i kunai e tutte le mie bombe, infine, un po’ reticente, slacciai anche il fodero di Garyuka e la consegnai all’amico, lasciando che sigillasse tutto.
    Senza il familiare peso della spada sul mio fianco sinistro mi sentivo stranamente vulnerabile. Una cosa ridicola da pensare visto che il mio più grande potenziale non avrebbero potuto portarmelo via.
    Eppure ero molto affezionato a quella lama cremisi. Era l’arma migliore che avessi mai posseduto.
    Poi Drake aprì le enormi porte di Konoha e dopo quattro anni la rividi. Un villaggio ancora addormentato, ignaro della mia presenza. Un villaggio che avevo lasciato anni prima in un carretto, come un Genin disadattato con pochi amici e senza speranze di essere accettato nel sul clan.
    Vi tornavo da traditore anni dopo, con un bijuu dentro di me e qualche grado in più. In quattro anni non avevo mai fatto male a Konoha.
    Dopo quattro anni ero rimasto, infondo, ancora affezionato a quel villaggio.
    Così mi trovai a fare un mezzo sorriso nostalgico, respirando l’aria di quella che un tempo era la mia casa. Un tempo. Non più. E non lo sarebbe mai più stata.
    Era Kiri la mia casa. A Kiri, dove c’ere la mia famiglia. Dove le mie bambine mi attendevano, crescendo come abitanti del villaggio che mi aveva accolto dopo la fuga da Konoha.
    Vidi Drake saltare su un tetto e mi affrettai a seguirlo. Scoprii, con una certa sorpresa, di ricordare abbastanza bene la strada.
    Forse era ovvio. Non potevo dimenticare quasi vent’anni di vita in quel villaggio. Le strade le avevo percorse così tante volte da rendere istintivo orientarmi. Sapevo dove andare, ma mi limitai a seguire Drake al quale però non potei non esprimere tutta la mia gratitudine mentre saltavamo da un tetto all’altro.
    Grazie di tutto dissi allora, con pura sincerità.
    Era pericoloso per lui concedermi quella visita alle tombe dei miei genitori, eppure aveva corso il rischio. Era mio amico fino in fondo Drake. Ed io quel giorno non avrei tradito la sua fiducia. Con il volto coperto e il chakra annullato, non avrei tradito la fiducia di nessuno.


     
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  15. Species 8472
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    Una Vacanza Meritata
    .. La Foglia ..


    Troppo lavoro e poco svago rendono Haru una bambina nervosa. Per questo avevo deciso di prendermi qualche giorno prima di tornare in patria a completare l'inizio dei lavori di tutti i progetti, quella roba avrebbe richiesto mesi e non sapevo ne quando ne dove mi sarei potuta prendere di nuovo la libertà di qualche giorno lontano dal mare. Ero stata a Suna, ma era troppo calda.. a Oto.. ma era troppo infausta, mi mancava solo Konoha, che avrebbe dovuto essere il posto sereno per antonomasia. E poi dovevo anche finire di discutere quella cosa con Raizen riguardo al mio futuro come Ninja, c'erano svariate novità di cui doverlo mettere al corrente e altrettante domande da porgli con una rinnovata consapevolezza per vedere fino a quanto avrei potuto davvero imparare dagli altri.

    Mi ero vestita come al solito con una giacca di pelle scura, una gonna che finiva poco sopra il ginocchio con quelle meravigliose calze arcobaleno che sfavillavano in ogni dove, risaltando sul completo nero e tuffandosi negli stivali scuri e pesanti. Inutile dire che mi ero legata il coprifronte di Kiri su un braccio, dopo le ultime vicissitudini le cose erano andate inasprendosi nel mio cuore, ma non contro di Kiri, contro quel sistema, contro tante cose. Ma non contro Kiri.

    Arrivai alle porte attendendo il mio turno per poter entrare e godendomi nel frattempo un bel paesaggio, molto più luminoso e solare di Kiri nonostante la stagione autunnale rendesse il tutto.. smorto rispetto all'estate. - Buongiorno, sono Haru Kenkichi, genin di Kiri, vorrei soggiornare alla foglia per incontrare un amico, Raizen, e ammirare l'Arte e la Cultura locale. - Non avevo niente da nascondere del resto, ero li solo per farmi una vacanza, quindi chiesi anche in modo un pò poco elegante alcune informazioni. - Oh.. sono qua anche per rilassarmi dopo del lavoro abbastanza serio, potreste indicarmi i luoghi di svago del villaggio? E magari, se lo conoscete, anche dirmi dove trovare Raizen.. -

    La sezione richieste spostamento èmmorta.. lascio qui questo avviso onde evitar problemi ^_^


     
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736 replies since 21/11/2005, 02:02   20817 views
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