[Primo Accesso] Mura di Konoha

Mentre se ne stava di fronte alla cancello sbarrato, ascoltando gli improperi che Febh riversava su un'innocente guardiana, Shin percepì all'improvviso una presenza alle sue spalle. Si voltò appena in tempo per inquadrare la possente figura dell'Hokage sorpassarlo per dirigersi verso l'alto muro di cinta del Villaggio. Aveva già avuto modo di conoscere la più alta carica di Konoha in seguito ad un'intricata vicenda al casinò di Otafuku, ufficialmente etichettata come "incidente". La faccenda era stata insabbiata per il coinvolgimento di un jonin di Suna e per l'intervento in prima persona di Raizen, coinvolto dal provvisorio compagno di team di Shin. Il Kinryu aveva avuto l'impressione di un uomo dalle idee chiare e dai modi di fare determinati, che sapeva imporsi al di là delle volontà altrui. Di certo tutte doti apprezzabili per ricoprire la carica di capovillaggio, ma a pelle non aveva entusiasmato il genin. In ogni caso lo shinobi, piuttosto che aspettare l'apertura della porta, preferì scalare la parete verticale grazie al controllo del chakra adesivo. La faccenda si stava facendo decisamente interessante e Shin, per il suo spirito curioso, decise che era giunto il momento di seguirla più da vicino.
Per prima cosa reputò fosse d'uopo camuffarsi, e il modo più rapido per farlo era attraverso la tecnica della trasformazione. Unì le mani nell'unico sigillo richiesto, assumendo l'aspetto di un ragazzo dalla capigliatura scura, simile a quello utilizzato come copertura nel caso delle fiches false. A quel punto rimaneva solo da trovare un luogo adatto. Tutti i guardiani erano concentrati verso l'esterno, ma per precauzione si mosse oltre le loro capacità visive sfruttando la sua velocità estrema. Ricomparve alcuni istanti dopo a fianco di una guardiola, appoggiato al parapetto. La scena sotto i suoi occhi era più o meno come se la era immaginata, con l'unica eccezione che riconobbe nella guardiana l'amica Kairi Uchiha. La sua voce, molto più flebile di quella dell'irato amministratore di Oto, giungeva a malapena al di là della porta, quindi non aveva intuito fosse lei. Proprio l'uomo, che portava una grossa lucertola sulla spalla, sembrò essere l'unico a notarlo, indicando nella sua direzione. Tuttavia Shin non si mosse, perché avrebbe significato ammettere di essere nel torto, rendendolo sospetto. Proprio mentre lo Yakushi riprendeva ad inveire contro l'Hokage, quest'ultimo fece capolino, atterrando tra i presenti. La conversazione che seguì si mantenne su toni abbastanza accesi da parte dello shinobi del Suono, mentre il Foglioso, con una tonalità di voce adeguata ad un uomo della sua stazza, replicava sorpreso alle accuse che gli venivano mosse. Nel frattempo Kairi condusse l'altro ninja, di cui gli era sfuggito il nome, in una stanza di controllo, attraverso una porticina di servizio. Non sapeva se l'Uchiha avesse trovato impiego stabile presso i guardiani delle mura, oppure fosse lì quale temporanea sostituta su incarico dell'amministrazione. In ogni caso rimase per il momento ad osservare il confronto tra due tra gli shinobi più potenti dell'Accademia, un diverbio che poteva scatenare una guerra o distruggere mezzo villaggio in una manciata di minuti. Eppure, Shin trovava quella situazione, sospesa nell'incertezza, semplicemente elettrizzante.

Anche se esternamente non lo diede a vedere, dentro di sé Shin sbuffò per il rimprovero dell'Hokage. Incrociando un braccio davanti al petto, portando così la mano aperta sul petto, chinò appena le spalle in un modesto inchino, dandò a intendere di aver compreso. Come desidera, Raizen-sama. Si voltò quindi con disinvoltura, sparendo dietro la struttura della guardiola ed iniziando a discendere l'alta scalinata a passo contenuto. Con le mani in tasca, ormai lontano dalla vista e dall'udito dei due grand'uomini che si stavano confrontando dall'altra parte delle fortificazioni, borbottò tra sé e sé. E dire che volevo solo godermi lo spettacolo, non capita spesso di vedere due ninja del loro livello affrontarsi. Una voce, dolce e insicura, attirò la sua attenzione. Shin-sama... Proveniva dalle tasche dei pantaloni, ma l'origine era da ricercare dai guanti, in realtà una kitsune camuffata. Rendendosi conto della cosa, il Kinryu fu lesto ad estrarre le mani. Non che temesse davvero un soffocamento, non in quella forma, ma probabilmente era una mancanza di rispetto. Mmh? Quei due mi facevano paura... Shin sorrise, mentre ormai stava per raggiungere la base della scalinata. E' normale Harumi, sono due tra gli shinobi più potenti dell'Accademia, e probabilmente dell'intero continente. Sarebbe sciocco da parte di chiunque non temerli. A quel punto si intromise una terza voce, proveniente questa volta dalla wakizashi posta sulla schiena del genin. E ti sta bene così? Voglio dire, che stavi facendo di male? Shin inclinò leggermente la testa. Yuki non era certo famoso per le sue doti di diplomazia neppure in mezzo alle volpi, non lo sorprendeva che non avesse ancora assimilato alcune convenzioni del mondo degli umani. Non vogliamo causare casini, dico bene? E poi quando il capovillaggio dà un ordine, non lo si discute. Sembrò rimuginarci un po' su, ma non aggiunse altro. Ormai sulla strada principale davanti al cancello, decise di terminare quella farsa sciogliendo la henge e sospirando, mentre con una mano si scompigliava i capelli tornati normali. La kitsune guerriera, per nulla persuasa, insistette.Quindi cosa hai in programma di fare ora? Shin si guardò intorno, finché i suoi occhi non caddero su un localino poco distante dalle mura, su una traversa della via centrale. Aspettiamo che questa faccenda si risolva no? D'accordo che non abbiamo fretta, ma dovrei comunque recarmi a quell'incontro con Shunsui. Si sedette lungo il bancone, ordinando un ramen della casa. Stiamo qui e vediamo che succede. Nella migliore delle ipotesi avranno appianato le loro divergenze e potremo finalmente transitare dal cancello senza problemi. Incrociando le mani dietro la nuca, ignorò il fremito della ragazza kitsune tramutata in guanti. Le sue reazioni erano solitamente esagerate quando si trattava di toccare il giovane padrone. Questi, completò il suo ragionamento a voce alta, dimostrando di aver studiato la situazione più dettagliatamente di quanto ci si potesse aspettare, mentre un inserviente appoggiava davanti a lui la sua ordinazione. Se anche dovessero combattere beh, sarà tutto finito in un batter d'occhio. Uno scontro di tale livello non può durare a lungo. Aspirò la prima boccata di spaghetti, tenendo sotto controllo con la coda dell'occhio la via che conduceva alle mura.

Dopo un lungo viaggio attraverso le sconfinate foreste del Paese del Fuoco, Shin e Kato avevano finalmente raggiunto le soglie di Konoha. Il genin della Foglia si voltò con un sorriso ad osservare lo sguardo ammirato del compagno. E' la prima volta per te, vero? Sebbene fossero tutti sotto l'egida eminente dell'Accademia, e i contatti tra i diversi villaggi fossero frequenti, non a tutti era dato visitarli. Coraggio, presentiamoci al cancello.

Tutto era iniziato con il funerale di un anziano membro del clan Yotsuki, cui Shin aveva partecipato in disparte ad Oto. Aveva passato la giornata successiva discutendo del rispettivo futuro con l'amico, finché da parte sua non era giunta quella richiesta. Allenarlo per farlo diventare più forte. Sebbene Kato fosse più vecchio anagraficamente, era Shin quello che ormai poteva considerarsi un veterano tra i due. In nome del loro rapporto, il giovane aveva accettato, insegnandogli i segreti del controllo del chakra strada facendo. Infatti, il suo vero obiettivo era testarne le qualità in un vero scontro, e aveva già in mente la persona giusta per farlo. Che lo Yotsuki fosse determinato a raggiungere il suo obiettivo, Shin non lo metteva in dubbio. Ma senza l'adeguata preparazione, anche le convinzioni più ferree rischiano di andare in pezzi di fronte alla cruda realtà. E il foglioso si era riproposto di prepararlo a tale rischio.

Precedendolo, il Kinryu si diresse verso il guardiano di turno dell'ingresso principale del villaggio. Dici? In realtà non troppo tempo fa è passato di qua proprio il vostro amministratore, e c'era un altro otese con lui... Ebbe un brivido lungo la schiena al solo ricordo, il confronto tra le forze in campo quel giorno era impressionante. Avrebbe dovuto centuplicare i suoi sforzi per poter un giorno raggiungere quel livello, ne era conscio. Scacciando quel pensiero, attese che il guardiano di turno scendesse per espletare le formalità necessarie. Sorpreso, ma al contempo contento, sorrise quando fu Kairi a venirgli incontro. Si portò una mano davanti alla bocca e si schiarì la voce, cercando di assumere un tono ufficiale. Shin Kinryu, genin della Foglia, di ritorno da un viaggio personale. Mi accompagna Kato Yotsuki, genin del Suono, in visita. Me ne faccio garante e lo ospiterò a casa mia. Concluse facendole l'occhiolino e aggiungendo, sottovoce. Quando stacchi dalle mura, fai un salto a trovarci. La sorte gli arrideva, e il combattimento che aveva promesso a Kato si avvicinava inaspettatamente.