In cerca del Viola

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    Dalle Nebbie del Passato...

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    Missione di recupero, parte seconda

    GI
    Integrità


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    Il guerriero si impegna
    sempre fino in fondo
    in tutte le sue decisioni.



    Narrato
    pensato
    «Parlato di Miyori Uchiha»
    Parlato di Ko
    "Parlato di niisan Hajime Saito"
    "Parlato di Toshi Hijikata"
    "Parlato di Susumu Yamazaki"





    Fronteggiai lo sguardo severo che il jonin di Oto mi rivolse.
    Serrai i pugni, per evitare di replicare impulsivamente.
    Prendere le difese di una mia collega, non ci vedevo nulla di sbagliato.
    Avevo incontrato l'amministratrice Shaina sama nel mio viaggio nel Paese delle Sabbie e da quello che avevo potuto capire mi era sembrata una persona corretta, di certo non qualcuno in grado di sfruttare la sua influenza per far pressione all'Accademia pur di assegnarle la ragazza sunese.
    Eppure Febh san sembrava convinto che quest'ultima non avesse le capacità adatte per la missione di recupero.
    Non capivo, questa storia mi confondeva, il jonin di Oto che avevo davanti a me sembrava un'altra persona rispetto al mio ex capogruppo.
    Quella volta per quanto io e la mia compagna Sunako difettassimo di alcune conoscenze basilari per i ninja, ci aveva portato lo stesso con sé, confidando nella nostra capacità di apprendimento, spiegandoci alla sua particolare maniera quello che dovevano apprendere.
    Mentre ora... lo fissai per qualche istante... la stava prendendo sul personale.
    Ripensai alla sua replica...


    Non conta l'età ma l'esperienza...

    Questo potevo capirlo, no?
    Non doveva piacermi il modo brusco con cui l'aveva detto, dovevo semplicemente comprendere le sue parole, le sue ragioni.
    Per quanto una missione possa essere ben pianificata ci sarà sempre la probabilità che qualcosa possa andare per il verso sbagliato.
    E l'inesperienza al momento critico può condurre a risultati disastrosi.
    Però c'era qualcosa a mio avviso di più pericoloso, di più subdolo, il lento logorarsi di un team dall'interno a causa della sfiducia, dei dissidi.
    Percepivo un'atmosfera dissonante.
    Era il mio karma negativo o anche gli altri ne risentivano?
    Eravamo stati noi a causarla con i nostri atteggiamenti non proprio concilianti?
    Sospirai...
    Non mi era stato insegnato ad agire in maniera avventata.
    Era mio dovere rimediare alle mie parole poco educate.


    Trovai l'occasione adatta quando Febh san mi permise di aiutarlo a ricopiare le informazioni che aveva trascritto nelle sue carte ninja. Informazioni che ci sarebbero state utili per la missione.
    Studiai i dati mentre li riscrivevo a mia volta, lanciando di tanto delle occhiate verso di lui.
    Il suo umore non era di certo migliorato, anzi se possibile sembrava peggiorare con il trascorrere del tempo.
    Itai voleva salvare sua cugina...
    Per Febh san cosa di si trattava?
    Salvare una compagna oppure...
    Ripensai alle sue parole, alle parole di Shaina sama...
    No, era qualcosa di più, si trattava di salvare una persona a loro cara, un'amica...


    Distribuii le copie in mio possesso, per poi avvicinarmi al jonin di Oto, parlando con un tono di voce che garantisse un minimo di privacy durante la conversazione.

    «Febh san, vi chiedo perdono per il mio comportamento avventato di prima. So bene che non posso comprendere fino in fondo le vostre motivazioni, però in ogni caso farò tutto ciò che è in mio potere per non causare intralcio allo svolgimento della missione. Nessuno di noi è perfetto, ma possiamo compensare le nostre mancanze con i punti di forza degli altri e viceversa. Agendo all'unisono, in perfetta armonia. Conoscere le capacità dei nostri compagni, creare dei team equilibrati, non è forse quello che stiamo facendo? Per cui dateci un po' di fiducia, non pensate ad alcuni di noi come a degli ostacoli sul vostro cammino. Se non collaboriamo tra noi, gli avversari che affronteremo saranno l'ultimo dei nostri problemi.» Osservai seria.
    Non era una critica la mia, non volevo insegnare qualcosa a chi mi era superiore non solo di grado ma anche di esperienza, semplicemente speravo che comprendesse il significato delle mie parole.


    Per quanto riguardava Yuki, avrei trovato il tempo per parlare con lui durante il viaggio per mare. In qualche modo dovevamo risolvere la faccenda del mio imbarazzo per il bene della missione.

    E quando alla fine i team furono stabiliti, decisi di porre alcune domande al portavoce della delegazione di Grimdad.

    «Onorevole... perdonate ma non conosco il vostro nome...» mi scusai, mantenendo un tono di voce educato « ...potrei avere per qualche istante la vostra attenzione? Avrei qualche questione da sottoporvi.»

    Rimasi un istante in silenzio, in attesa di una sua parola.
    Se mi avesse dato il permesso avrei continuato con il mio discorso.


    «Mi domandavo se per caso sarà la vostra delegazione a coordinare le tre squadre, oppure si limiterà ad osservare senza interagire. Riflettevo su come scambiarci le informazioni senza che possano essere intercettate. Pensavo ad un codice in modo che ciascun team in caso di necessità possa richiedere assistenza sia si abbia trovato la kunoichi sia se le informazioni portino ad una trappola. Non sto dubitando sulla veridicità delle informazioni che ci avete fornito, ma nulla ci garantisce che troveremo Shinodari san in uno dei tre luoghi. E' più probabile che possiamo reperire informazioni utili per raggiungere una quarta locazione, non credete anche voi? Se dovreste venire a conoscenza di qualche novità durante la nostra ricerca, potreste in qualche modo farcele avere? Un'ultima domanda, per quanto riguarda i team che troveremo in loco, come faremo a riconoscerli? Nulla vieta che possano esserci degli infiltrati. E' che preferisco considerare ogni eventualità, per quanto possa essere poco diplomatica.» Considerai con la massima sincerità.





     
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    Falce dei Kaguya


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    Stella del Porto, Paese del Thé

    A poco a poco, i ninja accademici arrivarono, alcuni confermando le nomee sulla stramebria che questi stessi avevano agli occhi degli shinobi di Grimdad, altri invece, rivelandosi ben più seri e determinati dell'ultima volta che erano stati visti da quelle stesse persone.

    Itai Nara fu il primo ad arrivare, assieme ad una creatura, un draghetto che Hiruko Ko ricordava dal primo incontro con il gruppo di accademici mandati all'Albero Bianco, cosa che un pò lo sorprese, ma poi quando quel ninja kiriano disse di essere cugino della rapita, lo shinobi di Astris ipotizzò che, probabilmente, in qualche modo quei draghi erano una caratteristica di famiglia.

    Hoshikuzu Chikuma, un ninja medico della Sabbia, ben meno ricco di parole rispetto all'altro, ma comunque predisposto ad andare presso le foreste occidentali, o eventualmente alle grotte, così come Itai s'era proposto per la Prigione nella parte meridionale del continente.

    Vergil Hyuga fu poi il terzo, intento ad analizzare tutti i presenti con il suo byakugan e, forse, impreparato a scoprire che altrettanto stava facendo anche il loro interlocutore con il volto celato, infatti, la prima cosa che sarebbe saltata all'occhio del ninja della Foglia, verosimilmente, sarebbe stata l'immane quantità di chakra che sembrava fluire da un terzo occhio sulla fronte di quella figura, un terzo occhio.
    Oltre ciò, poi, il ninja della Foglia avrebbe scoperto pure altro sui mandanti lì presenti:
    Hiruko Ko e il monaco vestito di bianco aveva, una quantità di chakra decisamente inferiore a quella di Itai Nara, ma sui suoi livelli; Byron Shikan e Woo Shinrei, invece, sembravano avere una quantità di chakra paragonabile a quella di Hoshikuzu e Febh.
    Anche la figura con il velo a celarne il volto, oltre ad un'affinità con il fulmine assoluta e quello strano terzo occhio al centro della fronte, sembrava per chakra essere pari al Ko ed al monaco, se non addirittura superiore, seppur di poco, quasi quanto Itai, in quantità.
    [Sono tre energie nere e due viola - NdS]
    Anche lo Hyuga si propose o per i boschi occidentali, o per l'isola prigione.

    Fra gli altri ninja di Suna, vi era la kunoichi che aveva già fatto parte della prima missione, Shaina Otori, assieme ad una giovane ragazza ed un altro shinobi della Sabbia, Deidara Yagi e Yuki, a quel che i rappresentanti di Grimdad sapevano.
    Fu l'amministratrice di Suna a decidere per se stessa e per quella che definì la sua allieva: sarebbero andate nei boschi occidentali, così come lo Hyuga, a quel che pareva, mentre l'altro sunese si propose come membro della squadra per le prigioni, con Itai Nara e la ragazza che sopraggiunse in seguito da Konoha.

    Anche un altro dei membri della precedente missione si presentò: Febh Yakushi, che agli occhi di tutti i presenti che lo avevano conosciuto, eccetto lo Shikan, parve ben più nervoso e serio in quel frangente.
    Il comportamento del jonin otese verso Woo non fu dei più cortesi, ma un gesto del Sanga zittì ogni reazione da parte del ninja degli Shinrei e fu proprio il Sanga a parlare allo Yakushi sulla sua successiva domanda.
    "Aizo Hazuma, ormai, non potrebbe darvi più informazioni di quante ne ha date a noi, inoltre, giacché il suo clan lo ha abbandonato, è stato reso incapace di usare la loro arte segreta, il che renderebbe adesso del tutto spiacevole persino una possibile vendetta, credimi, shinobi di Oto.", fu il sibilino commento dell'uomo dal volto celato.

    Il secondo ninja di Oto lì presente, si indicò semplicemente come un ninja medico e non disse molto di più su se stesso.
    Ben più assurdo nel modo di fare fu invece l'ultimo dei sunesi che tutti i grimdadiani rimasero a guardare quanto mai stupiti e perplessi.

    Infine c'era una kunoichi della Foglia, appunto, che aiutò poi lo Yakushi a distribuire carte ninja contenenti informazioni sul continente di Grimdad ed i suoi abitanti, una notizia che non sorprese particolarmente i cinque mandanti, anche se, forse, su alcuni dei loro volti, specie di Woo, c'era un pò di curiosità di vedere cosa mai potessero sapere sulle loro terre.
    La kunoichi della Foglia, comunque, fu l'unica a fare una domanda ai mandanti, "Egli è uno dei Divini Sanga, shinobi di Konoha.", avrebbe detto il monaco alla domanda della kunoichi sul nome dell'uomo dal volto celato.
    Fu poi il Sanga stesso a rispondere alle domande, comunque: "Purtroppo sarà difficile farvi comunicare ed interagire in tempi brevi. I tre luoghi in cui state per andare sono in punti particolarmente distanti fra loro del nostro Continente, vi ci vorrebbero giorni, anche su delle evocazioni, verosimilmente, per raggiungere un luogo a partire da un altro. Certo, potreste trovare come comunicare da un luogo all'altro mediante le vostre evocazioni, ma potrebbe risultare comunque un dispendio d'energie più che un vantaggio per una squadra o l'altra.
    Noi abbiamo sul luogo degli shinobi del clan Mawaha di supporto come messaggeri, ma forse sarebbe meglio se vi consideraste da soli con le squadre di supporto che vi saranno affiancate.
    Per quanto riguarda una possibile quarta locazione, non abbiamo scoperto niente del genere, ma Aizo è stato tagliato fuori dai suoi compagni farabutti per diverso tempo, tutto potrebbe essere possibile, è vero.
    Per le eventuali novità, comunque, vi invieremo dei messaggeri dei Mawaha dall'Albero Bianco, statene pure certa.
    Per i team di supporto, date le diverse situazioni avrete modi diversi di riconoscerli, non vi preoccupate di ciò, come potrete scoprire sui luoghi stessi."
    , spiegò il Sanga.

    Dopo eventuali altre brevi spiegazioni, domande, o discussioni, fu Hiruko Ko a parlare: "Ci sono tre navi in questo porto che vi attendono, ognuno di noi vi accompagnerà in uno dei luoghi di incontro con le vostre squadre, mentre lo Shinrei ed il Sanga torneranno all'Albero Bianco.
    I quattro diretti ai Boschi Occidentali, viaggeranno sulla Tigre dei Mari assieme a Byron Shikan. I tre diretti alle Grotte Orientali saliranno sulla Luce Minore, assieme ad Hai Ki Ke, io stesso scorterò sulla Belva Azzurra i tre diretti verso l'Isola di Fhemali, la più veloce delle nostre navi, che occuperà tanto tempo quanto le altre per fare ben più strada."
    , avrebbe concluso lo shinobi di Astris.

    I tre gruppi sarebbero poi partiti quando tutti erano pronti.

    Grotte Orientali

    Il viaggio sulla Luce Minore sarebbe durato due giorni.
    Hai Ki Ke era, ad essere precisi, un Diacono del Tempio della Nuvola Bianca, ordine di shinobi del suo villaggio consacrati alla difesa ed al combattimento per onorare i Divini Sanga.
    In generale, il viaggio sarebbe stato tranquillo ed ad ogni eventuale domanda, o interazione, il diacono sarebbe risultato pacatamente disponibile ad interagire con i tre shinobi.
    Dopo due giorni, il trio sarebbe arrivato sulle coste orientali, che gli sarebbero apparse come una serie di scogliere dove nessuna nave avrebbe potuto attraccare tranquillamente.
    "Nessuno può raggiungere il continente da questo versante, in nave, se non con il supporto dei ninja di Nuctem stessi e, nel nostro caso, abbiamo tale supporto; nello specifico, nella squadra che vi aiuterà c'é un sensitivo, come lo sono anch'io. Egli riconoscerà il mio chakra ed io riconoscerò il suo e quello delle altre due kunoichi del suo gruppo, così sapranno di doverci evocare un aiuto.", spiegò, prima che da alcuni scogli si materializzassero quelli che erano, di fatto, dei tentacoli fatti di ombra.
    Il Diacono fu il primo a salirvi sopra, invitando poi i tre ninja a fare altrettanto.

    Il trio accademico avrebbe così seguito il ninja in bianco fino all'ingresso della grotta, dove ad attenderli vi erano tre shinobi dai vestiti colorati e, probabilmente più Hoshi che Febh, avrebbero anche potuto sorprendersi nel rivedere dei volti noti.
    "Hoshi? Hoshi!", avrebbe esclamato Nussha, ignara se il Chikuma l'avesse riconosciuta o meno, prima di andare ad abbracciarlo, lasciando i suoi due compagni di squadra al quanto sorpresi.
    "Ci rivediamo di nuovo, Febh Yakushi, per la terza volta in così pochi anni, sembriamo essere scelti per il medesimo tipo di missioni.", commentò laconica Kuroka, guardando l'otese.
    "Accademici... ne avevo incontrati solo due finora, di un villaggio chiamato Konoha. Io, comunque, sono Zong TaiYo, di Astris.", si presentò semplicemente il terzo.

    Dopo le dovute presentazioni, Hai Ki Ke si congedò dai sei ninja, confermando agli accademici di riconoscere le particolarità proprie del chakra di ognuno dei tre grimdadiani con cui li lasciavano, per poi farli inoltrare nelle gallerie, per un'ora buona, fino ad una postazione dove ad aspettarli c'erano alcuni ninja dalle vesti nere, assieme ad uno shinobi con un massiccio gufo al proprio fianco, vestito di rosso.
    "Loro sono la guardia posizionata qui dal mio villaggio, per evitare che chiunque ci sia più in fondo s'infiltri da questa via fino a Nuctem, ed il Mawaha che dovrebbe fare da messaggero, eventualmente, con le altre squadre di ricerca.", esordì Kuroka, prima di fare cenno agli altri di seguirla fino ad un tavolo.
    "Per quel che sappiamo, i nemici sono appostati in una specie di gigantesca costruzione molto antica, un tempio precedente la costruzione del villaggio di Nuctem, a quanto pare, legato all'antico Culto dell'Occhio Blu, secondo i ninja di Himarya.
    Abbiamo sigillato tre dei quattro percorsi che si aprivano sulle altre grotte da quella costruzione, l'ultimo è proprio questo."
    , iniziò a spiegare, per poi fare un cenno a Nussha, che estrasse da una tasca una serie di carte ninja, poggiandole sulla fronte prima di passarle ai vari accademici (probabilmente solo Hoshikuzu avrebbe potuto intuire il perché di tale azione, fra i tre).
    I ninja avrebbero visto delinearsi un percorso costituiti da un unico corridoio che si divideva in tre sezioni distinte, tutte dirette, ognuna a modo proprio, verso il bersaglio centrale che era il palazzo.
    "Dividerci sarebbe quanto mai rischio, ma comunque a meno di un chilometro da qui il corridoio si divide in tre cunicoli distinti per poi riunirsi nell'ampia area dove si trova l'edificio.
    Molti ninja sono stati mandati fin laggiù ed anche quelli che sono sopravvissuti agli ostacoli sulla strada, diverse fonti di chakra che sembrano riempire il terreno per poi attaccare, a ciò che dice il TaiYo, sono stati uccisi poi dentro l'edificio stesso."
    , concluse, lasciando poi a Zong la parola.
    "Ho identificato diverse fonti di chakra, anche se alcune sono piuttosto strane.
    Abbiamo almeno cinque fonti di chakra più consistenti all'interno dell'edificio o nei suoi diretti dintorni, oltre a diverse fonti minori lungo i tre corridoi ed alcune decisamente più deboli nell'edificio stesso, forse prigionieri, riteniamo."
    , avrebbe concluso.
    "I percorsi, per ciò che ne sappiamo, sono piuttosto particolareggiati: uno è relativamente stretto, difficilmente un individuo adulto ci si muoverebbe in posizione eretta, al più carponi.
    Il centrale è invece una normale strada, abbastanza ampia da avanzare anche a coppie sulla medesima fila, mentre l'ultima è sostanzialmente un acquitrinio, dato che qui vicino pare esserci un fiume sotterraneo, probabilmente collegato all'edificio stesso, avanzeremmo con l'acqua alle ginocchia."
    , avrebbe spiegato Nussha, mostrando delle mappe piuttosto accurate dopo aver appoggiato altrettante carte ninja sulla fronte per caricarle.
    "Il TaiYo suggerisce d'avanzare nell'acquitrinio, la kunoichi di Aurora preferisce il percorso più scoperto, io sono più propensa per il cunicolo stretto, voi accademici cosa suggerite di fare? Dobbiamo decidere che strada prendere prima d'avanzare.", avrebbe concluso allora Kuroka, lasciando ai tre la parola.

    Boschi Occidentali

    Il viaggio sulla Tigre dei Mari sarebbe durato due giorni, in cui i quattro ninja accademici avrebbero anche potuto discutere con Byron Shikan se interessati, scoprendo alcune cose con quel ninja che sarebbe risultato decisamente cordiale ed affabile.
    Byron era un ninja che, come molti a Solis, aveva studiato le arti mediche, ma lui aveva sviluppato le proprie abilità in modo più affine alle particolarità dell'arte segreta del suo clan, così da renderlo capace di scoprire ogni elemento della mimica e della muscolatura di un individuo.
    Il ninja si sarebbe anche permesso, semmai glielo avessero chiesto, di imitare, mediante l'arte della trasformazione, i comportamenti di uno qualsiasi dei presenti e, per quanto non fosse capace di imitarne le abilità, Byron era, decisamente, abilissimo nel ricopiare e riproporre i movimenti ed i gesti di chiunque, anche dopo pochi sguardi.
    Questa abilità, inoltre, come avrebbe spiegato, lo rendeva un maestro nello smascherare i travestimenti di qualcuno che conosceva ed il ninja degli Shikan aveva avuto modo di conoscere piuttosto bene i tre shinobi che gli accademici avrebbero incontrato.
    Il viaggio in mare, poi, si sarebbe tramutato, per qualche ora, in un viaggio via fiume, fino ad un piccolo porticciolo interno, dove lo Shikan avrebbe invitato i tre a scendere e seguirlo, fino ad un massiccio cancello, che delimitava i confini fra il paese di Akado, dove si trovava il villaggio di Solis da cui lui proveniva, ed i liberi confini delle Vallate, dov'era il villaggio di Mizukumi.
    Lì, avrebbero trovato la squadra che li attendeva, una squadra di cui il primo membro si sarebbe presentato in modo piuttosto rumoroso.

    "Shaina-dono!!!! Che piacere rivederla, la sua presenza illumina questi miei stanchi occhi!", esclamò gioioso quello che si rivelò essere Kujaku della Piuma Scarlatta, decisamente allegro nel rivedere la kunoichi di Suna.
    "Lieta di rivederla, Shaina-dono, e piacere di vedere anche voi, shinobi accademici, io sono Sunami Ko, fin qui giunta per aiutarvi nel ritrovamento della vostra compagnia dispersa.", si sarebbe presentata una kunoichi ben più seria del compagno vestito di rosso.
    Un mastodontico individuo in verde, poi, avrebbe dato uno scappellotto al ninja in rosso, "Io sono Krom Kasov e questo esagitato è Kujaku.", avrebbe esordito il gigante, prima di squadra le quattro figure, salutando con un cenno del capo Shaina, prima di rivolgersi più curioso verso gli altri tre, "Immagino che abbiano mandato degli shinobi più che capaci per una missione del genere, spero che fra di voi, anzi, ci sia qualche altro inseguitore, sarebbe utile condividere delle teorie con degli esperti nel campo.", concluse, guardando prima l'inespressivo Ledah, poi fermandosi sul particolare sguardo di Vergil, prima di calare gli occhi verso Deidara (che a malapena gli arrivava all'addome), infine, appoggiata la mastodontica ascia in spalla, si voltò, per iniziare ad avanzare verso le porte che dividevano i confini fra i due stati.
    Il gruppo avrebbe avanzato nel bosco, ancora piuttosto rado e privo d'alberi, per un'ora circa, prima di arrivare sulle soglie di un'area dove la vegetazione diventava già più fitta.
    "Gli shinobi del clan Mawaha alle Mura hanno già alzato in volo i loro pennuti e per ogni eventuale comunicazione mi basterà averne uno a portata d'occhio, come ben sa, Shaina-dono, per fargli capire che deve tornare ad avvisare i suoi padroni.", esordì, primo fra tutti, Kujaku, per essere poi zittito con un cenno della mano di Krom.
    "Sappiamo che il centro di ricerca dove quel cane traditore Hazuma dovrebbe trovarsi con il suo scienziato, è in quest'area, ma la vegetazione è molto fitta ed inoltre ci sono tantissime possibili posizioni dove il nemico potrebbe celarsi; le Vallate, in fondo, ricoprono 3/5 del nostro continente e, per quanto ristretto a questa zona, è pur sempre un'area parecchio vasta da setacciare, quindi dobbiamo elaborare un piano per partire in questa ricerca.", spiegò a quel punto Krom, prima che fosse stavolta il ninja in rosso a rubargli la parola.
    "La vegetazione, però, dall'alto blocca molte possibilità di ricerca dei luoghi di nostro interesse, ma proprio per questo abbiamo elaborato un metodo di ricerca più logico, per così dire, a partire da alcune deduzioni: prima fra tutte, che per quel tipo di esperimenti che richiedono la creazione delle Speranze, gli servirà spazio, molto spazio, quindi la costruzione, anche se coperta dalla vegetazione dovrebbe essere comunque piuttosto consistente e posizionata su un terreno non troppo scosceso, credo.", spiegò il ninja di Solis.
    "Non sono del tutto d'accordo: per le loro Speranze servirà sì spazio, ma se davvero usano anche delle prigioniere, come Shinodari-dono, forse un terreno su più livelli, con delle segrete, per così dire, potrebbe essere più sicuro per i loro esperimenti.", avrebbe detto invece Sunami, "C'è poi da considerare la necessità di cibo ed acqua, quindi si dovrebbero trovare lungo il corso di un torrente, un fiume o che altro per quello e ne abbiamo individuato uno la cui sorgente si trova proprio nella vastità di questo bosco.", avrebbe continuato.
    "Esatto, e sono convinto anch'io che un fiume possa servirgli per alimentarsi e quanto altro, ma se davvero fra loro c'é anche gente di Mizukumi, potrebbero preferire un lago ad un torrente: è più semplice trovare selvaggina nelle vicinanze di un lago.", avrebbe ribattuto Krom.
    "Secondo lei, Shaina-dono, ed anche secondo voi tre, naturalmente, quale sarebbe il ragionamento migliore da seguire?", avrebbe concluso a quel punto Kujaku, voltando la domanda ai quattro.

    Isola Prigione di Fhemali

    Belva Azzurra ci mise due giorni a raggiungere l'estremità meridionale del continente di Grimdad, era una nave che pareva quasi volare sulle acque, uno degli orgogli di Astris, il villaggio più settentrionale del continente e quello che aveva le migliori qualità a livello marittimo, fra cui, appunto, le migliori navi.
    Hiruko avrebbe spiegato ai tre che stava per condurli presso l'ingresso dell'Isola Prigione, sulla costa meridionale del villaggio ninja di Aurora, dove ad attenderli ci sarebbero stati i tre ninja che li avrebbero dovuti accompagnare e, ognuno di quei tre ninja, aveva qualcosa di particolare, come caratteristiche, che nessuno shinobi, o ladro d'identità, avrebbe potuto liberamente copiare.

    Così, i tre arrivarono presso un molo che si affacciava verso un gigantesco ponte metallico, su cui svetta il simbolo di Aurora, un sole giallo e, oltrepassate diverse guardie dalle armature anch'esse gialle, i tre ninja furono introdotti ad un altro trio, piuttosto particolare.
    "Mi aspettavo di vedere Febh-san, o Yami-san, o anche la kunoichi, Shaina-dono. Immagino abbiano preso direzioni diverse per queste tre missioni.", esordì il primo dei tre, un ninja che fu presentato come Arashi del Tuono Giallo e che dimostrò la propria identità generando dalla bocca delle fiamme azzurre.
    "Non mi sarebbe dispiaciuto rivedere Yami-kun, in effetti, non ci siamo lasciati nel modo migliore, ai tempi dell'esame chunin.", aggiunse una ragazza, facendosi avanti e mostrando come un fiore nasceva dal palmo della sua mano, prima di presentarsi come Midori Hana.
    "Anch'io avrei gradito rivedere Febh-san o Yami-san, ma ancora di più Shika-san, con lui ce l'avremmo fatta in poco tempo a districare le indagini sull'isola, ne sono sicuro.", avrebbe aggiunto un terzo ninja, accompagnato da due volatili, un falco pellegrino ed un gufo, presentandosi come Fuu Mawaha.

    Hiruko Ko avrebbe lasciato i sei ninja da soli, per permettergli di entrare nel vivo della missione, attraversando il ponte che conduceva verso l'Isola Prigione.
    "Per darvi un'idea di dove ci stiamo dirigendo, Fhemali è l'Isola prigione dove tutti i criminali del continente vengono portati per essere detenuti.
    Il territorio dall'alto e via terra è pressoché completamente sigillato e pensavamo che lo fosse anche via mare, ma, a quanto pare, qualcuno ha trovato come fuggire, verosimilmente con delle evocazioni acquatiche, senza che i nostri mezzi di sorveglianza li scoprissero.
    Proprio per questo io sospetto dei criminali provenienti da Astris."
    , iniziò a spiegare il tipo in armatura.
    "Ragionamento niente male, Arashi-kun, ma come ti ho sempre detto: non è impossibile che siano stati più ninja ad elaborare un modo per far entrare ed uscire criminali... vedo poco probabile che qualcuno di Nuctem si alleii con degli altri criminali, ma non lo vedo altrettanto inverosimile per quelli di Mizukumi, Aurora stessi, o Solis, oltre che per Astris.
    Proprio per questo non saprei da che zona iniziare a cercare, di certo non ci inviteranno cordialmente ad individuare i loro possibili aiuti per la fuga... nessuno lo farebbe"
    , osservò con disappunto Midori.
    "Verissimo, né dall'alto è facile individuare qualcuno che sappia far scappare dei criminali via mare... o introdurre ostaggi... ma in ogni caso vi sarò di certo utile come mezzo di comunicazione, oltre che per le ricerche vere e proprie, essendo membro del clan Mawaha.", continuò Fuu.
    "Ah, prima che lo chiediate: no, non ci sono criminali dal villaggio di Himarya, non fanno crimini lì che non vengano giudicati dai Sanga stessi e puniti da loro soltanto... il bello di avere delle divinità che governano il loro villaggio.
    E, secondo, vorremmo sapere se avete un'idea su come agire una volta varcate le porte del ponte ed arrivati sull'isola."
    , concluse Arashi.
    In totale la camminata sul ponte sarebbe durata mezzora, in cui i tre accademici avrebbero potuto pensare ed esporre il loro piano.
     
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    Una volta saputo che ciascuno dei gruppi sarebbe stato condotto al luogo d'incontro con le rispettive squadre da uno dei tizi di Grimdad finalmente gli shinobi poterono partire. Mentre tutti si avviavano all'uscita, rilasciando per il momento il Byakugan Vergil si diresse verso Hoshikuzu. Gli appoggiò la mancina sulla spalla destra, salutandolo con un sorriso.

    " È un piacere rivederti dopo tutto questo tempo. Spero che un giorno avremo modo di parlare ancora, Hoshi. "

    Tolse quindi la mano, allontanandosi verso l'uscita.

    " Fagliela vedere. "

    Un saluto piuttosto informale per gli standard dello Hyuga. Nonostante la lontananza, del resto, dopo lo scambio di promesse aveva sempre considerato il Chikuma un amico. Si domandava cosa pensasse l'altro, dopo tutto quel tempo, ma purtroppo quella non era l'occasione adatta per scoprirlo. Forse dopo la missione avrebbe trovato un giorno o due per andare a visitare i due compagni della Sabbia. Con un ultimo sguardo al cosiddetto Sanga, il tizio con l'occhio dal chakra dorato in fronte, Vergil uscì dal locale. Al di fuori, magari scambiando ancora qualche parola tra di loro, i vari shinobi iniziavano a separarsi per andare alle rispettive mete. Senza smettere di camminare lo Hyuga fece in modo di passare accanto alla chunin della Foglia, sussurrando un augurio per la missione.

    " Buona fortuna, Miyori degli Uchiha. "

    Del resto era l'unica figlia di Konoha lì presente oltre a lui, e per una missione di quel livello un po' di solidarietà non guastava. Senza attendere una risposta continuò a camminare fino a raggiungere Byron Shikan, lo shinobi che avrebbe accompagnato il suo gruppo all'incontro. Senza perdere ulteriore tempo dunque i cinque partirono alla volta della Tigre dei Mari.

    [...]

    Erano sulla nave ormai da mezza giornata, ma a quanto pareva il viaggio sarebbe durato almeno un'altra giornata. Intento ad osservare tranquillamente il mare, Vergil alzò lo sguardo. Talmente in alto da risultare un puntino nero anche alla vista del Byakugan, Vilya solcava i cieli sopra la nave seguendo il volere del suo evocatore. Allo Hyuga sarebbe piaciuto viaggiare sul manto blu argento del grifone, ma condividere qualche ora con i compagni di missione faceva parte del gioco di squadra. Si sollevò dalla ringhiera cui era appoggiato. Avrebbe potuto sfruttare l'occasione per parlare a quella Shaina: la sua curiosità non si era certo sopita.

    Era piuttosto sicuro, da quello che aveva potuto vedere, che avrebbe trovato l'amministratrice della Sabbia sempre tampinata dalla sua allieva isterica. Nulla di grave, ma preferiva parlare in privato. Si diresse dunque verso la Sunese dai capelli scuri, salutando educatamente con un lieve cenno di capo in avanti.

    " Lieto di conoscervi, amministratrice Otori. "

    La differenza di altezza era notevole. Un elegante gesto con la destra, ad invitarla a seguirlo.

    " Se poteste, avrei il desiderio di scambiare due parole in privato. "

    Nel caso la donna fosse stata sola, ovviamente, quella parte non sarebbe stata necessaria. Lo Hyuga sperava che la donna acconsentisse, giacché non riteneva opportuno - per lei - che altri sentissero ciò che aveva da dirle. Una volta ricevuto l'assenso* Vergil la condusse semplicemente sull'altro lato del ponte, lontano da orecchie indiscrete. Le dava le spalle, guardando il mare.

    " Ditemi, a quale Hyuga eravate legata? "

    Immaginava che una domanda così diretta l'avrebbe spiazzata per qualche momento, anche se non era quella la sua intenzione. Come poteva uno sconosciuto farle una domanda così precisa, si sarebbe probabilmente chiesta la donna. Lo Hyuga aveva semplicemente fatto due più due: in Shinodari c'era stata la stessa reazione che l'amministratrice aveva mostrato poco prima; più tardi aveva poi scoperto che il motivo era uno Hyuga cui la ragazza era legata e che l'aveva ferita. Anticipando le comprensibili domande da parte della Sunese Vergil aggiunse qualche parola di spiegazione.

    " Nel vedere i miei occhi siete sbiancata, amministratrice, esattamente come accadde a Shinodari. E visto che per quanto riguarda lei conosco il motivo ho immaginato che per voi sia lo stesso. "

    Si voltò con naturalezza, guardandola negli occhi.



    " Ma non voglio che questo crei problemi. "

    Quello era il reale motivo del suo interessamento: sapere o meno il nome dello Hyuga era di marginale importanza rispetto alla necessità che gli eventuali trascorsi della ragazza non ostacolassero il lavoro di squadra per salvare Shinodari. In altre parole le stava chiedendo un nome, ma soprattutto la sua garanzia che non avrebbe avuto problemi a collaborare efficientemente con lui.

    [...]

    Il viaggio proseguì in tranquillità e venne a galla che il loro accompagnatore, oltre a possedere doti mediche, era un esperto trasformista. Di certo un'abilità che sarebbe tornata utile in caso di necessità di infiltrazione. La Tigre abbandonò poi il mare per avventurarsi lungo un rivo contornato da una fitta vegetazione. Quando il gruppo poté finalmente mettere piede a terra servirono meno di venti minuti per raggiungere un grosso cancello che divideva il territorio di Solis da quello di Mizukumi, dove avrebbero dovuto recarsi.

    Sul luogo li attendevano tre figure, una donna e due uomini, uno dei quali dalla fisico particolarmente massiccio. Si presentarono come Sunami Ko, Krom Kasov e Kujaku, che sembrava conoscesse Shaina. Quando il gigante guardandoli tutti quanti uno per uno lasciò intendere che avrebbe avuto piacere di scambiare due chiacchiere con eventuali ninja inseguitori lo Hyuga sostenne tranquillamente lo sguardo del tizio, ma non parlò. Negli inseguimenti era più che efficiente, data la combinazione dei suoi occhi e delle tecniche di deambulazione, ma in tutta onestà non poteva definirsi uno specialista. Si limitò a presentarsi ai nuovi alleati.

    " Vergil Hyuga, specializzato nell'assassinio. "

    E nella ricognizione, nella raccolta informazioni e quando serve nell'inseguimento, pensò, ma non aggiunse altro alla striminzita presentazione. Un'ora di cammino in un bosco ancora abbastanza rado, dopo aver varcato il cancello, li condusse al principio di un'area verdeggiante notevolmente più fitta. I tre parlarono di nuovo, esponendo la situazione in maniera più chiara e richiedendo l'opinione degli Accademici. Dopo un attimo di riflessione Vergil prese la parola.

    " Per quel genere di attività una struttura sotterranea su più livelli è generalmente consigliata. Ritengo inoltre ci sia la possibilità che si trovi sotto un lago, o comunque nelle sue vicinanze. Non è da escludere nemmeno l'eventualità di colline cave usate come rifugio. "

    L'unica cosa da fare era una perlustrazione ad ampio raggio di tutta l'area possibile. Erano in sette lì presenti e dividendosi in gruppi di due più uno avrebbero aumentato le possibilità di scovare il nascondiglio in minor tempo. Ogni secondo era prezioso per salvare la vita della kunoichi dagli occhi amaranto.

    " Dobbiamo dividerci. "

    L'unica cosa sensata da fare.

    " Tre gruppi da due, più uno in solitaria, impiegheranno un quarto del tempo a setacciare l'area delle vallate.
    Sfruttando le evocazioni faremmo ancora prima. "


    Osservò i presenti, domandandosi chi possedesse un richiamo adatto alla situazione. Fece un rapido calcolo. Sfruttando il Byakugan e sorvolando la zona lui da solo avrebbe potuto occuparsi di un punto cardinale.

    " Andrò io da solo. "

    La destra si alzò dal fianco per formare un singolo sigillo e la sua arte oculare fu nuovamente liberata. Notò con piacere che il chakra di tutti e tre gli shinobi alleati era considerevole. Senza indugiare proseguì quindi a chiarire il motivo di quell'affermazione.

    " Con le mie capacità posso facilmente coprire un punto cardinale senza bisogno di aiuto. "

    Nel suo tono o nelle sue parole non c'era arroganza, perchè diceva la pura verità. Ovviamente non aggiunse alcunchè di specifico sulle sue arti. Lo sguardo di luna che in quel momento li trafiggeva tutti sarebbe dovuto bastare come prova.

    " Iniziando adesso riusciremmo a coprire un'area notevole prima del tramonto, ora per la quale direi di trovarci qui per fare il punto della situazione. "

    Un attimo di pausa.



    " E se qualcuno non torna sapremo dove andare. "

    Un ragionamento crudo, ma razionale ed efficace: nel caso una coppia non fosse tornata gli altri non avrebbero dovuto far altro che procedere, fronte unito, nel punto cardinale che gli scomparsi avrebbero dovuto coprire. Ovviamente quello era solo un piano, discutibile e cassabile in ogni momento se qualcun altro ne avesse tirato fuori uno migliore. Prima di lasciare che gli altri Accademici prendessero la parola Vergil pose una domanda ai tre, ma lo fece guardando il gigante, Kasov, che sembrava avere il comando.

    " Ci è stato comunicato che Aizo Hazuma è caduto in disgrazia presso la sua gente ed è stato privato dell'arte segreta del suo clan. Siete in grado di dare riscontro di questo? E, nel caso, possedete informazioni riguardo il tipo di abilità di cui il nemico potrebbe fare mostra? "

    Era chiaro che con "il nemico" lo Hyuga intendeva non solo l'Hazuma, ma qualsiasi sottoposto che questi potesse avere e del quale i tre potessero essere a conoscenza. Nel frattempo, alto nel cielo ed invisibile a degli occhi normali, Vilya solcava il vento, in attesa che il suo evocatore tornasse a volare con lui.


    OFF GAME

    *: Concordato precedentemente con Shaina per evitare inutili ipotetiche.

     
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    Quest
    ..NUUSHA!!!..
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    Sembrava che l’accademia avesse messo a disposizione una squadra formata da ben dieci individui per quella missione, una squadra composta per la maggiore di ninja di alto rango, molto evidentemente il continente di Grimdad doveva essere più pericoloso ed ostico di quel che si poteva immaginare oppure Shinodari era più fondamentale di quel che si poteva pensare. Hoshi riconobbe tra i presenti molti amici che salutò tutti con il suo solito modo di fare e anche altri individui che non aveva mai visto prima. Sembrava che Suna avesse mobilitato la maggiore forza bellica per la missione erano infatti presenti Shaina, Yuki e persino quel matto che aveva disperso tutti i documenti per il villaggio di Suna, ed infine la belva dai capelli color grano, il Chikuma abbozzò un sorrisetto lontano migliaia di chilometri alla ragazzina temendo di essere vittima di una qualche sua rappresaglia random. Da quando era tornata al villaggio i rapporti con Deidi non erano poi così tanto male, tuttavia era sempre meglio mantenere una distanza di sicurezza, soprattutto in presenza di così tante persone.

    Tutti presero a presentarsi, quando il ragazzo di Oto accennò all’altezza del rosso questi sembrò quasi esplodere sul posto, ma si limitò ad incassare il colpo, era cresciuto maledizione, era addirittura più alto della media nazionale e ancora lo prendevano in giro per la sua altezza, era Deidara la nana del villaggio, DEIDARA!!! A proposito della ragazzina quando l’otese la provocò dicendogli di tornarsene a casa perché inadatta alla missione questa si inviperì facendo calare sul rosso la responsabilità di spiegare al resto dei presenti le sue capacità. Il rosso sospirò profondamente abbattuto prima di prendere a parlare con tono quasi scocciato, un Jonin che doveva parlare per una genin, robe da matti.

    -Uff.. Deidi-chan è una in gamba posso confermarlo io.. ho combattuto spesso con e contro di lei.. nel corpo a corpo non ha rivali ve lo posso assicurare.. lasciatela un paio di minuti da sola dentro ad una stanza con un qualsiasi jonin di questa stanza e poi vedrete che frullato umano vi prepara!.. nelle ninjutsu è completamente negata e con i genjutsu fa addirittura più schifo di me.. si è agile.. e affetta tutto.. avete presente un frullatore.. si ecco.. è tipo un frullatore ninja!.. cercate di non contraddirla più del dovuto altrimenti è la fine.. inoltre.. BWUARGH!!!-


    Un scarpa di Deidara si era conficcata sulla faccia del rosso entrando per qualche centimetro sul suo profilo schizzando sangue un po’ ovunque, tutti i presenti sarebbero anche riusciti a sentire uno strano scricchiolio come di ossa rotte, in realtà era il naso del Chikuma che diceva addio al suo bellissimo assetto perfettamente dritto, era impressionante come un oggetto così leggero potesse sfondare una cosa resistente come una scatola cranica. Effettivamente il rosso era forse andato un po’ fuori tema, ma che diavolo poteva farci, in fondo era lui la vittima di quella peste e non lei.

    Quando fu il momento di lasciare la locanda Hoshi sentì che la sua spalla era stata afferrata da qualcuno, il rosso si voltò scoprendo che ad agguantarlo era stato Vergil il vecchio compagno ai tempi dell'esame genin e non solo. Il Chikuma gli sorrise con fare sincero, ne era passata di acqua sotto ai ponti dall'ultima volta che si erano visti, ma nulla era cambiato per il moccioso di Suna.

    -Ehi Vergil vedo che ti sei tenuto in ottima forma.. eheheh.. beh pensavo di fare un salto a Konoha non appena terminata questa missione.. magari avremmo modo di vederci nuovamente in quell'occasione così potremmo parlare con più calma!..-



    Il rosso avrebbe dato un pacca sulla spalla del foglioso con il suo solito modo grottesco, quei due erano un pò all'antitesi uno dell'altro, Vergil nobile ed impeccabile nei modi di fare mentre Hoshi un abominio nei modi e nel senso civico. Insomma si poteva dire che i due erano un pò come lo Ying e lo Yang. Il rosso quindi si congedò dallo Hyuga lanciando una sfida, sarebbe stato piuttosto divertente vedere chi dei due sarebbe stato il migliore sul campo.

    -Ehi Vergil.. quando torniamo vediamo quanti farabutti siamo riusciti a sconfiggere.. chi perde paga il pranzo e la cena per una settimana..-



    Il rosso aveva trovato la gallina d'oro da spennare e non si era di certo fatto scappare l'occasione, Vergil doveva provenire da una famiglia ricca sfondata, il rosso non aveva nulla da perdere, se vinceva mangiava a sbaffo per una settimana, se perdeva, beh non aveva soldi il che lo metteva al sicuro.



    [...]



    Formare i gruppi fu piuttosto semplice a suo dire, il suo gruppo sarebbe stato composto da Febh, l’otese che lo aveva ammonito sulla sua altezza e Hito il pazzo di suna, una squadra niente male se considerava che non sapeva assolutamente nulla di entrambi, ci sarebbe sicuramente stata l’occasione per conoscersi, per il momento era meglio muoversi, il tempo stringeva ed il viaggio per il continente straniero era lungo. Hoshi avrebbe salutato tutti prima di congedarsi augurando buona fortuna a tutti, di sicuro ne avrebbero avuto bisogno. Il suo gruppo si sarebbe occupato di ispezionare le grandi grotte Orientali, ancora caverne, il rosso non ne poteva più di starsene sotto terra, se continuava così altro che Konen’nin si sarebbe trasformato in un uomo talpa e la cosa non gli andava affatto.

    Il gruppo si sarebbe quindi imbarcato sulla Luce minore da li al continente c’erano ben due giorni di viaggio quindi i tre ninja avevano tutto il tempo che volevano per fare conversazione. Hoshi sistemate le sue robe avrebbe cercato prima Febh, il ragazzo durante la riunione aveva infatti mostrato delle strane carte con tutti i dati che aveva raccolto durante una sua precedente missione, avere qualcuno che conosceva quei posti nel gruppo non poteva che andare a loro vantaggio. Una volta trovato l’otese il Chikuma si sarebbe avvicinato con fare tranquillo, quel tizio sembrava piuttosto lunatico quindi forse era meglio usare dei toni più formali del solito.

    -Ehilà!.. Febh giusto?!.. ehm.. senti.. potrei dare un’altra occhiata a quelle strane carte ninja.. vorrei sapere il più possibile su quello che potremmo incontrare sul continente.. inoltre da quel che mi pare di aver capito.. tu hai partecipato alla missione che ha creato tutto questo casino.. che è successo realmente?!..-


    Semplice curiosità quella del ragazzino, se dovevano combattere fianco a fianco forse era meglio sapere più informazioni possibili e spesso e volentieri il punto di vista di chi era stato coinvolto nel problema era anche quello migliore e più veritiero dei fatti. Hoshi sarebbe rimasto ad ascoltare e avrebbe risposto ad ogni domande dell’otese senza alcun problema, sempre se questi non avesse insistito con la storia dell’altezza. Se poi Hoshi fosse riuscito a trovare anche Hito si sarebbe fermato a fare due chiacchere anche con lui, il ragazzo era simpatico anche se un po’ eccentrico e come dire, strambo.

    -Oh?!.. hei Hito.. è bello avere un compaesano in team.. ehm.. allora come ti senti?.. non sei emozionato di visitare il famoso continente di Grimadad.. si insomma una terra straniera piena di cose da scoprire.. accidenti io non vedo l’ora.. eheheh.. chissà se riuscirò ad incontrare Nussha..-


    Il rosso si sarebbe quindi messo a guardare il mare sospirando. Erano passati ormai anni da quando aveva incontrato Nussha per la prima volta, il rosso dopo l’esame chini non l’aveva più vista ne sentita, certo tra di loro non c’era che una semplice amicizia nata sul campo di battaglia, tuttavia ora che si stava dirigendo verso le terre natali della ragazza il rosso si sentiva emozionato, quel combattimento gli aveva cambiato la vita, incontrarla di nuovo sarebbe stato fantastico.



    [...]



    Dopo due giorni passati in nave il gruppo sarebbe finalmente giunto presso l’entrata delle grotte orientali del continente di Grimadad, Hoshi era pronto ad affrontare la nuova avventura, si sentiva più carico che mai, non era mai stato così forte in vita sua ora che il suo corpo si era abituato alla modalità del Konen’nin era diventato molto più forte, di sicuro tutte quelle prove e combattimenti superati al monte Hitozatohanareta avevano dato i loro frutti. Mentre scendeva dalla nave Hoshi rimuginava su ciò che gli era stato detto, durante quella missione non sarebbero stati soli, ad ogni gruppo infatti sarebbe stato affiancato un team di supporto indigeno. Il rosso rimase paralizzato quando le sue orecchie udirono una squillante voce femminile chiamare il suo nome, i suoi occhi si sbarrarono dallo stupore, quando riuscì a muoversi di nuovo la konouchi di Aurora già lo stava abbracciando calorosamente.

    image


    -Nu.. Nussha?!!.. ahah..AHAHAH.. MA E’ FANTASTICO!!!.. non dirmi che fai parte del team che ci affiancherà durante la missione?!.. ahahah.. accidenti ne è passato di tempo dall’ultima volta che ci siamo visti!!!..-


    Il rosso sprizzava allegria da tutti i pori della pelle sembrava quasi risplendere tanto era felice di rivedere la konuchi, le mani del rosso dopo l’abbraccio scivolarono a prendere le mani della ragazza incuranti del fatto che non erano proprio delle vere e proprie mani, ma più delle armi di distruzione di massa.

    -Wow!!!.. certo che ti sei fatta ancora più carina dell’ultima volta!!!.. ahahah.. ah aspetta.. tadan!!!.. visto ho ancora il foglietto con il tuo indirizzo.. lo porto sempre con me.. speravo di venire a trovarti al tuo villaggio una volta terminata la missione.. e invece affronteremo la missione assieme!!!-


    Il rosso non era mai stato più euforico, erano anni che voleva rincontrare la ragazza con il quale aveva superato l’esame chini, la battaglia sostenuta quella volta non lo aveva visto ne vittorioso ne perdente, si era concluso tutto con un pareggio deciso in quanto entrambi si erano menati fino allo sfinimento, uno dei più straordinari combattimenti che aveva mai sostenuto. Per Hoshi la ragazza di Grimdad era senza alcun dubbio una delle persone più importanti della sua vita anche se praticamente l’aveva incontrata solo in quell’occasione così bizzarra, il suo era un sentimento di rispetto ed amicizia pura.

    Fatte le feste alla bionda il rosso si sarebbe rivolto agli altri ninja presenti, una ragazza dalle vesti scure ed una ragazzo dal fisico estremamente definito, i ninja di Grimdad sembravano essere estremamente cordiali e disposti agli scambi interculturali. Hoshi ascoltati i discorsi di tutti si sarebbe fatto avanti per presentarsi a tutti, di certo più in la non ci sarebbe stata l’occasione per farlo.

    -Piacere di conoscervi.. io sono Hoshikuzu Chikuma.. vengo dal villaggio di suna!!!..-


    Il Chikuma non aveva molte domande da fare, non conosceva niente di Grimdad a parte quello che aveva memorizzato leggendo dalle carte di Febh, quella era una terra straniera dove l’arte ninja si era sviluppata in maniera molto differente dal continente ninja. Sembrava che fosse la donna vestita di nero a dirigere il gruppo di Grimdadiani, infatti questa li invitò a sedersi attorno ad un tavolo per decidere come agire prima di partire alla cieca, sembrava che il loro obiettivo fosse una grande costruzione costruita all’interno delle grotte, il loro compito consisteva nell’infiltrarsi nella struttura e setacciarla per scoprire se l’amica fosse tenuta prigioniera. Le alternative proposte da Grimdad sembravano essere ben tre, potevano avanzare attraverso un acquitrinio, una strada piuttosto normale ma scoperta da eventuali attacchi ed una galleria stretta. Tutte alternative valide che però lasciavano intendere le pericolosità di affrontarle.

    -Mmh.. quindi le possibilità sono tre.. e tutte portano direttamente alla fortezza sotterranea o si biforcano in qualche punto per portare in altri luoghi delle grotte?!..-


    Una domanda semplice, il rosso voleva essenzialmente sapere se una volta imboccata una via il nemico aveva la possibilità di colpire alle loro spalle mentre procedevano, muoversi all’interno di grotte del genere era sempre un problema, i cunicoli erano presente ovunque e la cosa certo non andava vantaggio di chi doveva entrarci e non conosceva alla perfezione il territorio. Il rosso rimase in silenzio ad ascoltare che avevano da dire i ninja di supporto prima di affrontare altri argomenti scottanti.

    -Culto dell’occhio blu?!.. che roba sarebbe?.. si insomma un culto religioso o che so.. un particolare clan ninja.. che informazioni abbiamo su questo culto dell’occhi blu?!.. inoltre che intendete dire con strane fonti di chakra?!.. vuol forse dire che ci potrebbero essere dei ninja nascosti sottoterra?!..-


    Il rosso avrebbe ascoltato anche il parere degli altri quindi una volta avuta parola si sarebbe espresso sul da farsi, era ovvio che raggiungere quel tempio fortezza sarebbe risultato essere estremamente difficile, per fortuna i ninja dell’accademia non erano poi così sprovveduti.

    -Ok.. per quanto mi riguarda credo che l’ideale sia proseguire come un unico gruppo attraverso la mia principale.. li abbiamo abbastanza spazio per muoverci tutti.. l’acqua ci rallenterebbe troppo e gli ambienti troppo chiusi sono perfetti per piazzare delle trappole.. posso evocare degli alleati piuttosto utili per situazioni come queste.. oltre ad avere un ottimo udito sono anche esperti di trappole e soprattutto vivono all’interno di grotte come queste.. se per voi sta bene vorrei stare io in testa al gruppo.. manipolo il vento.. posso rallentare eventuali attacchi a distanza inoltre il mio alleato può individuare eventuali trappole e percepire che succede a circa due chilometri di distanza..-


    Il rosso avrebbe quindi atteso la risposta del resto del gruppo, soprattutto quella di Febh ed Hito che su tutti avevano di certo la precedenza. La missione stava per cominciare, il rosso era pronto a dimostrare a Nussha ed al resto dei ninja di Grimdad di che pasta erano fatti i Chikuma ed i ninja dell’Accademia.


    Edited by Hoshi - 19/6/2011, 22:59
     
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    I Dango sono definitivamente assenti.

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    *Si cominciava davvero bene. Come se non fossero bastate le occhiatacce che di quando in quando Deidara aveva lanciato a Yuki per buona parte del viaggio, e il relativo nervosismo per le continue bussate di quest'ultimo alla porta della loro stanza mentre la sua allieva si godeva un bagno infinito, una volta scesi si era trovata davanti un Febh isterico, uno Hyuga che già di per sé non le risvegliava dei bei ricordi, e una buona dose di battibecchi conclusi con una scarpa di Deidara piantata nella faccia di Hoshi, il che valse alla ragazzina uno sguardo che avrebbe fatto gelare l'inferno, visto il comportamento non esattamente da tenere davanti a chi ti ha assunto per una missione potenzialmente mortale.*

    *E su tutto, LUI, il Vandalo, il Bombarolo, il Distruttore di Archivi. Dopo tre secondi che aveva iniziato a parlare le era già venuta voglia di riempirlo di botte, lui e il suo degno compare, che in effetti non le aveva fatto niente di male ma che improvvisamente non poteva fare a meno di ritenere suo complice. Per fortuna di entrambi, ancora una volta fu Febh a perdere la pazienza e a dirne quattro a modo suo a Hito e compagno, perché la reazione di Shaina forse non sarebbe stata così contenuta.*

    *Alla fine, comunque, la squadra si formò praticamente da sola, e a dirla tutta, nonostante la leggera sensazione di disagio che la colpiva ogni volta che incrociava gli occhi candidi dello Hyuga, non le dispiaceva affatto la compagnia. Deidara era fuori questione che andasse con lei, non solo perché preferiva averla vicina, ma anche perché non dubitava delle sue capacità combattive, che si accompagnavano benissimo al suo stile di combattimento più improntato verso la difesa. Per quanto riguardava Ledah, lo aveva incontrato non più di un paio di volte, e se da un lato la sua apparente freddezza poteva rivelarsi utile in alcuni casi, d'altra parte temeva che se avessero scoperto che a Shinodari era successo qualcosa avrebbe potuto perdere la testa come quella volta alla festa che le avevano organizzato. Anche se in quel caso nemmeno lei sapeva come avrebbe reagito. E poi, c'era lo Hyuga. Conosceva le abilità del suo clan, e sapeva bene che era la scelta migliore averlo con sé. Avrebbe solo dovuto fare l'abitudine ad incrociare il suo sguardo.*

    *Mentre rifletteva, si accorse della vicinanza della giovane Uchiha. La ragazzina si era avvicinata in maniera piuttosto silenziosa, o forse era lei che era parecchio distratta.*

    CITAZIONE
    «Ammetto di non conoscere Shinodari san, ma farò del mio meglio per aiutare mio cugino Itai e...»
    «...Spero non ci siano troppe complicazioni...»

    *Shaina guardò per un attimo anche lei verso Yuki, e sorrise leggermente.*

    Ti ringrazio, Miyori. Credo che Shin sarebbe felice di vedere quanta gente è accorsa in suo aiuto. Vorrei poterti dire che puoi fidarti di Yuki, ma purtroppo non lo conosco abbastanza. Ma credo che di Itai-san tu ti possa fidare.

    *La guardò incuriosita quando le passò una carta ninja.*

    CITAZIONE
    «Questa è per voi. Posso avere la vostra promessa che non la mostrerete a nessun altro? Così saprete se dovessimo ricontrarci in un momento di dubbi che avete davanti la vera Miyori.»

    *Shaina annuì, e nascose la carta all'interno del parabraccio.*

    Io non ho nulla da darti, ma solo la vera Shaina sa fare questo.

    *disse, poi si concentrò per un attimo e dalla grossa giara che portava sulle spalle si staccò una piccola quantità di sabbia che scese lungo il suo braccio sinistro fino a fermarsi sul palmo della sua mano, dove prese la forma di un piccolo cobra arrotolato su se stesso, per poi dissiparsi di nuovo in sabbia subito dopo.*

    *Finita la riunione, i gruppi che si erano formati si prepararono per la partenza. Ma prima Shaina si avvicinò a Itai e Ko. Non vedeva il cucciolo di drago da un sacco di tempo, ed era anche preoccupata per un altro cucciolo che non vedeva da un po'. Salutò il Kiriano con un leggero inchino, ma poi si rivolse subito a Ko.*

    Ciao, Ko. Come stai? *lo accarezzò leggermente attendendo la sua risposta.* Dov'è Ryutsuki? Lui sa cosa è successo?

    *Quando poi i gruppi si separarono per andare alle navi, le sue ultime parole furono per Febh.*

    Ehi, Febh...vedi di non crepare, non ho i soldi per venire al tuo funerale!

    *gli disse a voce alta, ripetendo più o meno quello che lui aveva detto quando si erano divisi nelle grotte, certo che con la sua espressione e il suo tono di voce faceva un po' impressione nonostante gli angoli delle labbra della ragazza si fossero sollevati di più o meno due millimetri, il che per i suoi standard poteva definirsi un sorriso.*

    [...]

    *La Tigre dei Mari scivolava sull'acqua silenziosa e rapida come il felino che le dava il nome. Shaina osservava le onde sotto di sé, ripensando inevitabilmente a quanto era accaduto dalla loro ultima missione, al continuo rimorso che anche in quel momento le attanagliava lo stomaco. Non aveva saputo proteggere Shinodari, non era arrivata in tempo per aiutare Yami. Non era stata colpa sua, ma ugualmente non poteva fare a meno di sentirsi responsabile, sempre meglio del senso di impotenza in fondo. Certo, non aiutava quello che aveva dentro di sé e che le impediva di dormire senza essere assalita dai peggiori incubi. Guardò di sfuggita Deidara. Senza dubbio la loro convivenza aveva fatto si che la ragazzina se ne fosse accorta, e prima o poi avrebbe dovuto spiegarglielo. I suoi pensieri vennero interrotti da passi leggeri sul ponte della nave.*

    CITAZIONE
    " Lieto di conoscervi, amministratrice Otori. "

    *Ricambiò l'inchino dello Hyuga, con un sorriso appena accennato sulle labbra, senza però che i suoi occhi cambiassero espressione. Vergil avrebbe potuto notare che anche se di pochi centimetri, gli occhi di Shaina puntavano sempre leggermente distante dai suoi, come se non riuscisse a guardarlo dritto negli occhi. Quando gli rispose però, la sua voce risuonò comunque calma e cortese, calda come la brezza del deserto seppure permeata da una punta di distacco.*

    Piacere mio, Vergil-san. Potete chiamarmi Shaina, non amo troppo le formalità.

    CITAZIONE
    " Se poteste, avrei il desiderio di scambiare due parole in privato. "

    *Shaina annuì, voltandosi verso la sua ombra dai capelli biondi che rispondeva al nome di Deidara.*

    Deidara, puoi scusarci un momento per favore?

    *Sicuramente la sua allieva si sarebbe accorta che quel "per favore" era stato usato unicamente per educazione, e che la richiesta più che tale era da definirsi ordine. In ogni caso, anche a lei premeva abbastanza fare due chiacchiere con quello Hyuga, sebbene potesse sembrare il contrario.*

    *Rimasti soli, per quanto potessero esserlo su una nave piena di altre persone, Vergil la condusse in un punto appartato, soffermandosi un attimo a guardare il mare prima di buttare la bomba.*

    CITAZIONE
    " Ditemi, a quale Hyuga eravate legata? "

    Beccata, Ragazzina!

    *La non esattamente benvenuta voce del demone risuonò all'interno della sua coscienza. Era un bel po' che non capitava di tornare su uno dei suoi argomenti preferiti, e sembrava che di certo questa non volesse perdersela. Dall'esterno, le parole di Shukaku coincisero con un irrigidimento del corpo della kunoichi, il respiro trattenuto appena e un leggero sussulto. Certo non era una bella sensazione sentirsi così esposta da uno sconosciuto.*

    CITAZIONE
    " Nel vedere i miei occhi siete sbiancata, amministratrice, esattamente come accadde a Shinodari. E visto che per quanto riguarda lei conosco il motivo ho immaginato che per voi sia lo stesso. "

    " Ma non voglio che questo crei problemi. "

    image
    *Shaina si rilassò, sorridendo appena, con una punta di amarezza nello sguardo, si affiancò allo Hyuga, e poggiò le mani sul parapetto, fissando per un attimo il mare.*

    Mi ero dimenticata *si voltò verso di lui.* di quanto poteste essere perspicaci voi Hyuga. Immagino che a Shinodari voi ricordaste Sakiji...non mi sembra che somigliate a Kaze...ma qui si parla di me, e del mio rapporto col vostro clan. *prese un respiro profondo, e poi sputò il rospo.* Volete un nome e lo avrete, del resto non ne abbiamo mai fatto un segreto. Sono stata legata a Shiraki Hyuga, e lui mi ha spezzato il cuore. *strinse le dita sul bordo del parapetto fino a farle sbiancare. Solo pronunciare il suo nome riportava a galla memorie e incubi che non le piaceva trovarsi davanti, ma non poteva essere un ostacolo, non in quella missione, non se ci fosse andata di mezzo Shinodari.* E' vero, mi sento a disagio a guardarvi negli occhi, ma vi assicuro che questo non sarà un problema, ci farò l'abitudine quanto prima, anche perché vi assicuro che non potreste essere più diverso da lui. Certo, è quasi buffo come la vostra domanda si colleghi in qualche modo a quello che volevo dirvi io. Alla locanda ho detto di possedere il potere della Monocoda, ma immagino che ai vostri occhi non sia sfuggita la differenza tra il mio chakra e quello di Itai-san. *sollevò lo sguardo e stavolta lo guardò dritto negli occhi.* Non ho mentito, tuttavia. All'interno del mio corpo non è sigillato Shukaku, ma una parte del suo potere, che mi concede il controllo sulla sabbia.

    *Scostò leggermente la sciarpa rossa che portava al collo, scoprendo sotto di essa un marchio che ricordava nella forma uno shuriken con le lame leggermente staccate dal centro.*

    Nel mio corpo c'è il potere di un demone, e questo è uno dei motivi per cui Shiraki si è allontanato da me. Non è mai riuscito ad accettare la mia scelta, dall'alto del suo piedistallo non faceva che guardarmi con disprezzo e giudicarmi debole per essere ricorsa a questo potere. Spero che voi non abbiate le stesse manie di superiorità, perché quello si che sarebbe un problema.

    *La sua voce non tremò nemmeno per un istante. La storia con Shiraki era ancora una ferita aperta, che però si andava cicatrizzando, ma se tutti gli Hyuga avessero condiviso lo stesso atteggiamento, allora era un altro discorso.*

    [...]

    *Discorsi seri a parte, la traversata si rivelò abbastanza piacevole, come anche la compagnia di Byron, il miglior trasformista che avesse mai visto. Dopo qualche ora di navigazione sul fiume, alla fine il gruppo scese dalla nave per trovarsi di fronte il gruppo che li avrebbe supportati, e Shaina dovette ammettere che scoprire chi fossero fu una gradita sorpresa.*

    CITAZIONE
    "Shaina-dono!!!! Che piacere rivederla, la sua presenza illumina questi miei stanchi occhi!"

    *Shaina alzò gli occhi al cielo e scosse leggermente la testa.*

    Vedo che siete in ottima forma, Kujaku-san.

    *disse con voce praticamente priva di inflessioni, salvo poi cambiare espressione rispondendo al saluto della kunoichi in blu, alla quale rivolse addirittura un sorriso.*

    Sunami-san, è un piacere anche per me, sono lieta di poter lavorare ancora con voi tutti.

    CITAZIONE
    "Io sono Krom Kasov e questo esagitato è Kujaku."
    "Immagino che abbiano mandato degli shinobi più che capaci per una missione del genere, spero che fra di voi, anzi, ci sia qualche altro inseguitore, sarebbe utile condividere delle teorie con degli esperti nel campo."

    *Ricambiò il cenno di Krom. Quel gigante le piaceva. Serio, marziale e di poche parole, grosso come una montagna e altrettanto affidabile.*

    Krom-san...permettetemi di presentarvi la mia allieva Deidara Yagi.

    *disse facendo un cenno in direzione della ragazzina. Finiti i convenevoli, i due gruppi si unirono e attraversarono i cancelli, inoltrandosi in un bosco che diventò sempre più fitto fino a trasformarsi in una vera e propria foresta, finché non si fermarono a fare il punto della situazione.*

    *Ascoltò attentamente le parole dei tre shinobi, fermandosi per un attimo a riflettere mentre Vergil faceva la sua proposta, che non incontrò esattamente il suo apprezzamento. Alla domanda sul clan Hazuma però, si sentì in diritto di rispondere.*

    Sugli Hazuma posso dirvi qualcosa anch'io. Ho combattuto contro uno di loro nella mia visita precedente, e non è stato per niente facile. Innanzitutto, sono in grado di rigenerare le ferite immediatamente dopo averle subite. Ho visto quel Turrin prendersi in pieno una cartabomba e uscirne quasi illeso. E poi hanno un legame con i Vermi. Da quello che ho visto, non si tratta di evocazioni, a un certo punto ne ha letteralmente vomitato uno, gli è uscito dalla bocca, si è mangiato la mia sabbia ed è scomparso sotto terra...e il morso di quegli affari è anche velenoso, ne sono uscita veramente a fatica...a proposito, spero che anche quel verme di Turrin sia finito a mangiare la polvere come il suo capo.

    *Chiuso il discorso sugli Hazuma, sarebbe tornata sulla strategia da seguire.*

    Tornando al punto, immagino anch'io che la costruzione dovrebbe essere piuttosto vasta, ma se fossi in loro non la costruirei alla luce del sole, va bene che la vegetazione la coprirebbe da eventuali individuazioni aeree, ma chiunque potrebbe finire per inciamparci per caso...credo che abbia ragione Vergil-san, una struttura sotterranea è più plausibile, quanto al dividerci però...siete proprio sicuro? In fondo ci troviamo in un terreno che noi quattro non conosciamo, ed io ho visto di cosa è capace questa gente, hanno messo al tappeto una Forza Portante con un colpo solo, sono noti avvelenatori e sono in grado di attaccare anche da sotto terra...secondo me sarebbe meglio se rimanessimo uniti. Dall'ultima volta che ci siamo visti, io ho acquisito la capacità di percepire le fonti di chakra anche a discrete distanze. Potremmo seguire il corso del fiume e se proprio non troviamo niente dirigerci verso il lago, so che abbiamo fretta di ritrovare Shinodari, ma da morti non le serviremmo a niente. Deidara, Ledah-san, avete altre idee?

    *chiese agli altri due elementi di quel gruppo. Non si era certo proclamata capo, e voleva sapere cosa pensasse il resto della squadra.*
     
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    Prologo
    Abitazione di Shaina Otori, Sunagakure

    Sentendosi un po' una cretina mentre sorrideva in maniera tiratissima e terribilmente forzata -quasi avesse un coltello puntato fra le scapole ed un maniaco che le intimava di sorridere se non voleva morire- intercettò con un gesto istintivo le dita dello Straniero nell'istante in cui furono poggiate sulla sua spalla, ricordandosi che non era una grande idea spezzargliene tre o quattro soltanto all'ultimo istante, e dunque paralizzandosi in quella posa assurda con le sue mani premute su quelle dell'altro.

    CITAZIONE

    Sai... credo saresti più carina, se fossi sincera anche con quelli a cui tieni così tanto.


    « Ah... ah... ahnn. »
    Le uscì una risata stridula, la voce mezza rotta per la rabbia ed il volto che virava dal consueto roseo al porpora, sebbene quel sorriso sbilenco non ne volle sapere di abbandonare la faccia su cui si era incollato. Senza mutare espressione scacciò quelle ditacce con un gesto che pareva stesse allontanando una mosca fastidiosa. Dentro di se voleva disperatamente afferrare quello lì per il colletto, trascinarlo nell'altra stanza, chiudere la porta, istallare un dispositivo isolante di un qualche genere per evitare che i suoni passassero nel soggiorno dove si trovava Shaina ed urlargli a tre millimetri dal timpano di farsi gli affaracci suoi, ma naturalmente non poteva rompere l'idillio che con tanta fatica si era sforzata di creare nelle ultime settimane di coabitazione con la sensei, in cui a costo della sua sanità mentale aveva cercato di farle capire che la burrascosa, impulsiva, schizofrenica ed infantile Deidara di due anni prima era soltanto un vago ricordo, e che lei era cambiata in meglio.
    Cosa affatto vera, naturalmente.

    Si limitò ad uno sguardo assassino che prometteva dolore e dolore e dolore e dolorossissimo dolore doloroso se soltanto si fosse azzardato a ripetere la pessima esternazione di poc'anzi a voce alta, e di fatto batté in ritirata facendo dietrofront per evitare ulteriori confronti diretti.
    « Devo andare in bagno. »
    Il che significava, nel codice che Shaina conosceva bene, "mettetevi pure comodi per la prossima mezz'ora" dato che neanche un uragano l'avrebbe schiodata dallo sbollire davanti lo specchio del lavandino. Certo, avrebbero accumulato un ritardo disastroso e la sensei forse si sarebbe anche un po' arrabbiata per questo, ma visto che era tutta colpa dello Straniero del cavolo poteva anche permettersi quell'ennesimo capriccio...


    Riunione
    La Stella del Porto, Paese del Thé


    CITAZIONE

    Uff.. Deidi-chan è una in gamba posso confermarlo io.. ho combattuto spesso con e contro di lei.. nel corpo a corpo non ha rivali ve lo posso assicurare..


    Ouff, non riusciva a ricordare un'altra occasione in cui il Rosso si rivelava anche solo vagamente utile, certo non era proprio la descrizione migliore del mondo, però era già qualcosa di diverso da un totale disastro, e sempre meglio dal doversi raccontare davanti ad un pubblico del genere.
    Fece cenno ad Hoshi di tagliare lì con un gesto della mano, ma quello non la vide nemmeno e proseguì spedito per la sua via.

    CITAZIONE

    lasciatela un paio di minuti da sola dentro ad una stanza con un qualsiasi jonin di questa stanza e poi vedrete che frullato umano vi prepara!


    Oh, no... Non sta succedendo davvero. No, non può essere che sta succedendo davvero.
    Si spalmò il palmo di una mano sul viso, scivolando velocemente verso la disperazione.
    « Hoshi... perf... bast... »

    CITAZIONE

    .. nelle ninjutsu è completamente negata e con i genjutsu fa addirittura più schifo di me.. si è agile.. e affetta tutto..


    Oddei, ma perché? Perché? Perché si era affidata a quello lì?? Perché??
    Sussurrò con un filo di voce strozzata, tentando disperatamente di fermare quella dannata macchinetta in qualche modo
    « Hoshiiii!!! »
    Frattempo diventò rossa come un pomodoro maturo e si fece piccola-piccola per quanto si vergognava. Ma neanche quello bastò a interrompere il monologo del neo-jonin.

    CITAZIONE

    avete presente un frullatore.. si ecco.. è tipo un frullatore ninja!.. cercate di non contraddirla più del dovuto altrimenti è la fine.. inoltre..


    « E FALLA FINITA!!!! »
    Il tacco di una ballerina calzata ai piedi di Deidara gli arrivò in piena faccia, con un sonoro e doloroso suono di ossa rotte che risuonò per metà sala ed il grido di dolore del Chikuma che veniva oneshottato da quel poderoso e rapidissimo attacco a tradimento.

    Comunque, la riunione dal punto di vista di Deidara era una bolgia infernale. Mettere in un'unica stanza tutti quei capoccioni del cavolo e primedonne varie ed eventuali significava doversi sorbire una gran quantità di casini di tutti i tipi: avevano gente che parlava, gente che sparlava, gente che parlava a vanvera e gente che parlava a sproposito pur convinta di dire cose strafighe che avrebbero risolto la missione all'istante. Si rese a malapena conto di come il Bifolco Otese stava continuando ad oltranza la sua lotta per escluderla dalla missione, al che arricciò il naso irritata e lo mandò mentalmente a quel paese saldamente convinta di come la sensei non si sarebbe fatta influenzare da un'opinione insignificante come quella di un individuo così bieco e sgraziato. Invece, il fatto che una mocciosa visibilmente più giovane di lei di due o tre anni stesse prendendo le sue parti le provocò un'irritazione intestina ancora più grave di quella provocata da Febh stesso. Non era colpa sua -in una certa misura Deidara se ne rendeva anche conto-, il problema era che aveva dovuto sopportare per due anni di fila rompiscatole della stessa età della mocciosa lì presente chiusa fra le quattro mura di un liceo femminile, ed aveva sviluppato una gravissima insofferenza a quella particolare generazione.
    Aveva appena deciso di non darci tanto adito e di opporre alle provocazioni dell'Otese uno sdegnato e altezzoso sguardo di indifferenza che tradotto significava "tanto la sensei mi porta ugualmente, quindi impiccati pure che io col cavolo che me ne torno a casa!!", ma un nuovo disastro si stava prospettando all'orizzonte. Un amichetto dello Straniero si presentò davanti a tutti in un uragano di parole senza senso e di nonsense vari ed eventuali che fecero smarrire Deidara in un turbine di frasi di tutti i tipi. Lei era il tipo di persona che dopo un po' che gli parli si perdono, colpa della sua carenza cronica di concentrazione e della sua insofferenza alle cose complicate. Il risultato fu che, quando si rivolse a lei, ciò che recepì fu: "tistoprendendoingirotistoprendendoingirotistoprendendoingirotistoprendendoingiro" e nient'altro.
    Poco, ma più che sufficiente per farle giurare solennemente che l'avrebbe appeso per la lingua e lasciato ad essiccare nelle sabbie di Suna per una settimana, assieme al suo degno compare del cavolo di cui improvvisamente sentì di averne abbastanza.
    Purtroppo, i due disturbatori della quiete pubblica furono sfacciatamente fortunati. Formati i gruppi, era l'ora di darsi una mossa, sicché Deidara fu costretta a limitarsi a distribuire ai due un'occhiataccia eloquente, mordendosi la lingua per non scorticarli vivi a maleparole. Preda di un malumore sempre più profondo, seguì impettita la sensei affiancati da una specie di manico da scopa che sembrava destinato a morire da un momento all'altro a causa dell'urto contro la sua carcassa di un alito di vento, che per di più portava il coprifronte di Oto, ed oltre a lui -udite udite- a completare il team c'era un Signor Foglioso del cavolo, vittima dunque della peggior sciagura di questo mondo appartenendo a quella specie di confraternita di "superamici" carichi di superbia e boria: Konoha. Ma siccome non c'è fine al peggio e quando qualcosa di una persona ti manda in bestia stai pur certo che c'è dell'altro di molto peggio, indossava pure un kenseikan, per eccellenza simbolo di spocchia infinita.

    « Ehi, tu. »
    Apostrofò l'attaccapanni ambulante di Oto con il suo tono di voce più altezzoso. Cielo, quanto avrebbe voluto provocare una rissa... ma la sensei non le avrebbe mai permesso di alzare le mani sui compagni di squadra. Però, quanto meno, non poteva impedirle un paio di stilettate.
    « Sei un medico, eh? »
    Disse in tono maligno.
    « Beh, tu prova ad avvicinarti alla sottoscritta ed a toccarmi. Scoprirai di non essere più in grado di toccare niente. »
    La sua voce virò rapidamente alla minaccia violenta, mentre con un'espressione eloquente annuiva in direzione delle wakizashi gemelle che teneva incrociate sulla schiena. Subito dopo scoccò un'occhiata allo Hyuga, della serie "tu sei il prossimo", anche se si contenne ed evitò ulteriori esternazioni per non provocare troppo Shaina, la cui misura si colmava assai in fretta.


    Viaggio
    Nave da trasporto "Tigre dei Mari"

    Il mare non le era mai piaciuto. Mare significa caldo, caldo significa svestirsi, svestirsi significa costume da bagno, e lei è sempre stata una di quelle abituata a litigare con quel particolare capo di abbigliamento. Soltanto l'idea le provocava un sospirone mentale ed il gran bisogno di pensare a qualcosa che non la riconducesse automaticamente ai suoi difetti fisici, ma proprio allora fece la comparsa il Signor Foglioso del Cavolo.
    Già la sua comparsa le dette sui nervi. Aveva proprio i modi di fare del tipo che l'avrebbe volentieri mutilato sul posto di un braccio o di una gamba per farsi passare la rabbia. Il suo incedere era di per se un'attentato ai suoi nervi, camminava esattamente come le oche domestiche figlie di papà che avevano come genitori magistrati, feudatari, damiyo o alta nobiltà di tutti i tipi. La voglia bruciante di staccargli un arto, però, durò soltanto pochi istanti. Di fatti, appena quello aprì bocca Deidara cambiò subito idea...

    CITAZIONE

    " Se poteste, avrei il desiderio di scambiare due parole in privato. "


    ... diamine: voleva proprio ammazzarlo.
    Quello scemo. Quel povero idiota. Quel cerebroleso mentalmente incapace e interdetto da tutti i tribunali del mondo da un capo all'altro del globo. Tzeh, poteva chiederglielo cent'anni, che col cavolo che la sensei si sarebbe abbassata ad appartarsi con un infimo insetto parassita di vegetali. Stava giusto per rivoltarsi a suon di insulti quando fu preceduta da un gesto che la paralizzò sul posto, interrompendo i suoi propositi e facendola sussultare per la sorpresa.

    CITAZIONE

    Deidara, puoi lasciarci un attimo per favore?


    « Eeeeeeeeeeh??! »
    Che tradotto significava: "che significa? Non è possibile! C'è un errore! Avete usato le parole sbagliate!! State dicendo ad una mia omonima che si trova nei paraggi!!! Siete vittima di un genjutsu che vi fa agire contro la vostra volontà!!!"
    Nel suo mondo interiore la lotta fra l'ascoltare quell'ordine ed il disubbidire durarono un'eternità, nel mondo reale desistette immediatamente da ogni rimostranza, gonfiando le guance sentendo il suo malumore ingigantirsi fino a raggiungere massimi storici, sbuffando in maniera plateale nel voltarsi e nell'allontanarsi.
    « Vado nella mia stanza. »
    C'erano un paio di inni all'odio ben nascosti in mezzo alle sue parole, ma quello lo poteva notare soltanto un laureato in Deidarologia, per tutti gli altri c'era solo la prima impressione che suggeriva un gran brutto caratteraccio di una ragazzina viziata (e non c'era decisamente di che sbagliarsi di molto nel definirla tale).
    Tornò nella stanza riservata a lei ed alla sensei e sbatté la porta. Fissò il giaciglio improvvisato che la plebaglia di quella stupida nave pidocchiosa osava definire "letto" e sbuffò, sentendo l'ira montare senza sosta ed il barometro della voglia di fare qualcosa di molto stupido incrinare il vetro del termometro e sprizzare mercurio rosso sangue in ogni direzione fino ad imbrattare le pareti. Incrociando le braccia al petto e ripetendo a se stessa che mai e poi mai avrebbe dormito là sopra tentò di scacciare dalla mente l'idea malsana di tornare su, attendere che il colloquio fra Shaina e lo Stronzo finisse per poi scendere giù, uccidere in silenzio quello là e gettarne la carcassa in mare. Chi mai l'avrebbe scoperta? Ripeté a se stessa che non poteva ammazzare un altro shinobi Accademico soltanto perché faceva gli occhi dolci alla sensei. Soltanto il cielo sa come non aveva neanche notato le iridi bianche del foglioso, che denunciavano una delle più celebri kekkai genkai del mondo conosciuto, poiché tutte le volte che fissava quello là il suo sguardo andava inevitabilmente a quello specie di origami venuto male che si portava sulla testa alla cui vista seguiva uno sbuffo di puro disprezzo, dunque nella sua immaginazione lo sguardo di quello là era assolutamente normale e puntato come un faro sulla maestra.

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    « Di certo non puoi legarla a te per sempre! »
    Fissò la sua caricatura in chibi vestita di bianco e con i capelli acconciati in una ridicola acconciatura a caschetto e sollevò un sopracciglio, confusa. Era comparsa dal nulla a tre centimetri dalla sua faccia, con un *puff* che ricordava quello delle kagebushin.
    « Ricorda le parole del signor Straniero: devi essere più sincera con le persone a cui vuoi bene, e non devi cercare in ogni modo di legarle a te con la forza! »
    Ci fu un secondo *puff* ed una Deidara con i capelli neri e corti un po' metallara si contrappose all'angioletto.

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    « Senti, te, ma o'nda che parte tu stai, eh?? »
    Ci siamo, sapeva che prima o poi sarebbe successo. Stava impazzendo veramente, adesso sentiva le voci.
    « Mi rifiuto di rispondere ad una domanda posta in maniera così rozza!! »
    L'angioletto però le stava un po' sulle scatole...
    « Senti a me, Deidara, mica puoi ammazzare pure lui, stavolta neanche hai una borsa per nascondere il corpo, sai?? Ma quanto meno un piccolo scherzo innocente ci può stare, sì?? »
    Ehi, non aveva tutti i torti...
    « Deidara Yagi, non puoi farlo!! Avevi promesso a te stessa che non lo facevi più!! »
    Afferrò l'angioletto per il vestito e si avvicinò ad un oblò.
    « Ma no che non lo ammazzo. »
    L'angioletto si fece un volo in mare, lasciando Deidara da sola con i suoi oscuri propositi di vendetta. Tempo tre minuti pianificò il tutto e componendo i sigilli della tecnica del richiamo evocò quella che sarebbe stato il suo alibi perfetto. L'acquisizione del patto di sangue con le Averle era una cosa recente, aveva taciuto il tutto a Shaina perché voleva farle una sorpresa al momento giusto per riceverne le lodi, inoltre c'era il piccolo e insignificante problema che non era del tutto capace di relazionarsi alle sue evocazioni. Di fatto, quando in uno sbuffo di vapor bianco comparve quella che sembrava la sua copia perfetta con i codini ed un assurdo abito vittoriano completo di coroncina in madreperla, si aspettava l'inevitabile colpo di fioretto e dovette schivare a lato per non essere trapassata da parte a parte dalla spada lunga all'altezza dei polmoni.

    « Mi serve il tuo aiuto. »
    Disse in tono fermo, come le aveva suggerito Ai. Evitare i successivi tre colpi di spada fu più difficile, ma al terzo riuscì ad afferrare il palmo armato del piccolo rapace in forma umana, che per un attimo si bloccò, esterrefatta.
    « Sei l'unica che mi somiglia abbastanza! Devi darmi una mano! In cambio farò tutto ciò che vuoi!! »
    Si prese una brutta testata in pieno volto, che arrivò del tutto inaspettata e la gettò a terra, intontita. Davanti a lei, Celia si stava massaggiando il polso che le aveva stretto, e la fissava con arroganza.
    « Schifosa umana. Ti insegnerò una volta per tutte a non evocarmi. »
    Deidara passò il dorso della mano sulla bocca e si rialzò. La Sensei sarebbe tornata da un momento all'altro, se Celia capiva soltanto la violenza lei non aveva assolutamente tempo di risolvere la questione pacificamente.



    Quando Shaina sarebbe tornata nella stanza, avrebbe trovato Deidara già in tenuta da notte, che le avrebbe annunciato che non si sentiva bene e che avrebbe saltato la cena. La stanza -che già prima non aveva un aspetto idilliaco- era stata praticamente devastata da due uragani molto poco attenti a dove mettevano i piedi, ma in qualche modo la Danzatrice aveva nascosto la maggior parte delle tracce, compresi tre fori di spada praticati nel suo materasso che aveva nascosto ribaltandolo. All'angolo della bocca gli era sorto un brutto ematoma, lì dove Celia l'aveva colpita, ma raccontò di essere caduta e di aver battuto la guancia. Era decisamente sospetto, ma sperava soltanto che Shaina non pensasse ad un eccesso d'ira sfogato sul pavimento e sugli oggetti della stanza. In fondo, difficilmente avrebbe potuto immaginare la verità...
    Avrebbe atteso la notte per agire. Era decisamente ottimistico sperare che quella sera la sensei dormisse (ci mancherebbe, lei non dorme mai!), ma aveva risolto il problema. Nel cuore della notte si alzò con la scusa di dover andare al bagno e, al riparo da occhi indiscreti, avrebbe richiamato Celia. Dopo la "discussione" che avevano avuto quel pomeriggio, la giovane Averla era prevedibilmente cupa in viso, anche perché sfoggiava un ematoma identico a quello di Deidara nello stesso punto del viso, coadiuvato da una mezza dozzina di altre botte che si era presa in pieno stomaco e ai polsi. Comunque, stranamente, acconsentì docilmente a seguire le istruzioni di Deidara e non fiatò. Nel buio le due si scambiarono i vestiti, e così Celia tornò nella stanza al posto di Deidara. L'Averla aveva i capelli leggermente più corti della sua evocatrice, e gli occhi grigi invece che azzurri, ma Deidara era stata attenta ad ovviare al problema legandosi i capelli in una crocchia che compose anche all'evocazione, il che rendeva quasi impossibile riconoscere il trucco. Per quanto riguardava gli occhi... sperava solo che Shaina non ci facesse caso, al buio era facile sbagliarsi.

    Procuratasi un alibi infallibile, Deidara richiamò anche una delle sue spade dal rotolo jutsu che si era portata dietro ed attivò prima la Tecnica del MimetismoL'utilizzatore potrà rendersi completamente impercettibile per le due invisibilità sviluppate: se mimesi ambientale sarà invisibile, se movimenti silenziosi non produrrà rumori, se spostamenti discreti non produrrà vibrazioni, se inodore non produrrà odori. Sarà possibile occultare contemporaneamente solamente due sensi; durante l'utilizzo di questa tecnica non è possibile ottenere i benefici di altre tecniche avanzate o speciali attive. Se l'utilizzatore si avvicina entro 2 metri una cospicua concentrazione di chakra, come un essere vivente, evocazione o tecnica dal consumo di chakra superiore a medio, la tecnica si disattiverà automaticamente. Tale limitazione decade dal grado Jonin C e se posseduti le relative abilità "Avanzate". (Posizioni Magiche: Nessuna (Veloce+) - Tipo: Taijutsu - Livello: 3 / Medioalto - Mantenimento: Basso) [Mimesi Ambientale; Spostamenti Discreti], poi la DanzaAttivazione TS. Furtività +2 in suoni e odori, diventando praticamente impossibile da rilevare. Fatto ciò, mosse in direzione della cabina dove alloggiavano il manico di scopa otese e la sua vittima: l'odioso shinobi di Konoha...
    Davanti all'ingresso, composto un singolo sigillo si sarebbe semplicemente TeletrasportataL'utilizzatore può viaggiare attraverso lo spazio entro 50 metri dal punto di partenza. A terra, alla partenza o all'arrivo, possono essere lasciati dei frammenti elementali a scelta. Il viaggio durerà circa un secondo.
    Il punto d'arrivo non deve essere occupato da altra sostanza solida o liquida, né deve essere presente entro 9 metri una discreta fonte di chakra. È possibile portare altri ninja con se al costo extra pari a Mediobasso. (Posizioni Magiche: Capra (Veloce) - Tipo: Ninjutsu - Ninpou - Livello: 4 / Consumo: Medio)
    un metro più avanti, oltre la porta. Lì sarebbe giunta senza problemi e senza il minimo suono, in attesa, nel buio totale della stanza, assicurandosi che i due shinobi stessero dormendo. Constatata la totale immobilità dei due e la regolarità del loro respiro che stava a significare che stavano dormendo, il tutto grazie al senso del tattoControllo del Tatto I; Combattere alla Cieca "Base" sviluppato ed affinato dall'oscurità, si avvicinò fino ai due metri dal suo bersaglio, limite ultimo della tecnica del mimetismo. Levò la wakizashi, portandola perfettamente davanti al viso e chiudendo gli occhi per guadagnare la concentrazione necessaria a fare ciò che intendeva fare e non decapitare per sbaglio il foglioso. Un passo in avanti sarebbe stato sufficiente a guadagnare la gittata minima della spada, la cui lunghezza sommata all'allungo del braccio di Deidara fu sufficiente a raggiungere i capelli dello Hyuga. La lama affilatissima e resa ancora più letale dalla Danza avrebbe falciato i capelli neri, come se intendesse fargli lo scalpo con la differenza che non avrebbe reciso un solo lembo di carne. Lo shinobi si sarebbe così ritrovato calvo in anticipo di qualche decennio, con la fronte e tutta la nuca priva di capelli proprio nel punto dove avrebbe dovuto fare bella mostra di se l'odioso kenseikan. Una volta portato l'affondo, Deidara si sarebbe immediatamente teletrasportata al ponte della nave, da dove avrebbe atteso e pregustato le grida che confermavano l'avvenuta riuscita del suo piano malefico...


    In Missione
    Boschi Occidentali

    CITAZIONE

    Deidara, Ledah-san, avete altre idee?


    In tutta risposta Deidara sbuffò, contrariata, il che valeva decisamente come un "no". Aveva immaginato che le cose sarebbero state più semplici, nel senso che le guide si sarebbero limitate a indicare dove si trovavano i nemici e loro non avrebbero fatto altro che buttarsi in mezzo a loro allegramente falciandogli tutti uno dopo l'altro. Invero quando erano comparsi i tizi di cui si era già dimenticata il nome aveva sperato ardentemente si trattasse di avversari, ma era rimasta decisamente delusa. Quando avevano chiesto circa le loro abilità aveva lasciato che fosse Shaina a fare le presentazioni, limitandosi ad un breve inchino in silenzio al momento opportuno, glissando circa le sue capacità che comunque erano più che evidenti dalle spade che portava incrociate sulla schiena.
    Così le presentazioni erano finite ed erano iniziate le chiacchere, e quando la sensei si era unita al blatericcio lei si era già persa nel fiume di parole e non aveva tanta voglia di cercare di capirci. Alla fine, visto che proprio sembrava dovesse dire per forza qualcosa, fece spallucce e esordì con voce annoiatissima.

    « Sensei, lei mi dica solo dove sono le persone da uccidere ed io li ammazzo. »
    E sottointeso: "vi prego, finiamola con tutto questo blaterale, è da giorni che non facciamo altro!! Voglio fare qualcosa che non sia stare a parlare del più e del meno!!!" Naturalmente le era sfuggito un dettaglio non irrilevante, e cioè che il problema di cui stavano discutendo era proprio capire dove si trovavano le persone da ammazzare...


    Durante il piccolo agguato a Vergil Deidara impiega le skill di furtività in: odore, vista, udito, tatto, dunque disponendo di un totale di +3 a furtività in odore e suoni e +1 in tatto e vista, i quali però vengono opportunamente azzerati dalla tecnica del mimetismo.
    Celia è naturalmente un'evocazione del contratto delle Averle posseduto da Deidara, ed è estremamente somigliante a quest'ultima, rendendo possibile il piccolo scambio (ImG).
     
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    Tutto andò avanti quasi normalmente sino all'arrivo del dirompente sunese che rispondeva al nome di Hito, il quale fece di tutto per sembrare simpatico ai presenti, risultando al contrario invadente e fastidioso oltre ogni misura...almeno per coloro che a differenza di Ledah erano in grado di provare intense emozioni, l'otese si limitò a classificare il Genin come palla al piede e pippaninja visto che la discrezione e la cautela non sembravano essere il suo forte.
    Poteva solo sperare per lui e per Shinodari che nascodnesse qualche asso nella manica o che quella disinvoltura potesse tornargli utile nel corso della missione.

    Dopodichè incrociò lo sguardo dello Hyuuga che con le vene rigonfie attorno agli occhi stava chiaramente analizzando i presenti, ciò ricordò al medico la missione affrontata con Shiraki, sembrava che quei ninja dipendessero a tal punto dai loro sguardi da non potersi fare un idea di chi avessero di fronte senza analizzarli col Byakugan.
    D'altronde, quell'analisi non era sempre sufficente e proprio Shiraki dovette fare le spese della sua limitata attitudine al comando quando uno dei suoi subordinati, tale Kojitsu, decise di aggredirlo tramite le proprie arti esplosive per prendere il comando della missione ed i suoi preziosi occhi bianchi.
    L'ultima volta che aveva visto lo Hyuga era stato quando gli aveva lasciato le braccia del sunese da riportare al villaggio.

    [...]



    Una volta formati i gruppi, l'otese si disse che non glie ra andata così male, Shaina poteva avere dei momenti di debolezza, ma all'occorrenza avrebbe saputo tirare fuori il meglio di sé, sino a quel momento sembrava piuttosto composta, la sua allieva invece semrbava piuttosto irascibile.
    Non la'veva vista che di rado e comunque non vi aveva mai scambiato una parola se si escludeva il periodo passato come Keeichi Shimasu...la fortuna volle che la ragazza non lo avesse apostrofato per quel motivo ma semplicemente per chiedergli se fosse un medico, domanda alla quale rispose con un secco:

    "Esattamente."

    La ragazzina formulò in risposta una sorta di minaccia, mostrando anche d'essere armata e quindi pericolosa, guardandola dall'alto verso il basso, non per superbia, ma per una semplice differenza d'altezza, l'otese rispose col solito tono piatto e distaccato di chi probabilmente non avrebbe dato molta soddisfazione uccidere:

    "Misandria?
    Ad ogni modo possiamo trovare una soluzione, se tu non ti lasci ferire, io posso evitare di toccarti e risparmiare chakra per curare gli altri membri del gruppo."


    Dopo una breve pausa aggiunse:

    "Magari, potresti farmi il favore di riservare quel trattamento anche a chi mi toccasse con intenzioni ostili, un pò di protezione non mi farebbe male."

    Che la sua fosse davvero misandria non sapeva dirlo, forse la ragazzina voleva solo affermare il proprio valore visto lo scambio di battute con Febh, affidandosi a lei per la propria incolumità, magari il medico avrebbe potuto soddisfare in parte quella necessità della kunoichi.
    Era buffo come ritrovarsi ad osservare gli altri dalla distanza gli desse modo di provare a comprenderli meglio, anche se non poteva certo dire di capirne tanto da azzeccare con certezza le loro motivazioni.
    Chissà, forse Deidara avrebbe semplicemente voluto che lui le concedesse un'operazione per ottenere un davanzale che attirasse ogni sguardo se incorniciato da un bikini e quel Genin chiassoso magari voleva solamente un sorriso amichevole più che i nomi dei presenti dei quali effettivamente se ne faceva ben poco.

    [...]



    Ad ogni modo, l'otese venne avvicinato solo da Deidara e doveva ammettere che il clima che si era formato sulla nave non fosse molto da discussione, innanzitutto non avevano belle esperienze da rivangare, con Shaina aveva condiviso momenti tragici ed anche in quel momento l'unica cosa che avevano in comune era la preoccupazione per Shinodari, la quale rendeva ciascuno dei due vulnerabile.
    Ledah era ben consico che la propria "Maschera" stesse cominciando a cedere, le sue risposte ed i suoi pensieri si facevano meno distaccati e razionali nel momento in cui un freddo distacco sarebbe stato più utile.

    Per evitare di pensare a Shinodari ed a Shaina si mise quindi a riorganizzare ciò che gli era stato detto alla locanda unendolo alle informazioni contenute sulle carte ninja consegnategli da Febh, il medico non aveva mai viaggiato molto al di fuori dei territori accademici e doveva assolutamente acquisire informazioni maggiori sulle aree che stavano attraversando e su chi le abitava.
    In quel senso, l'indiscrezione tipica degli Hyuga avrebbe potuto fargli comodo e sempre avvolto nel proprio mantello nero, l'otese andò a cercare l'unico foglioso del gruppo, accompagnato da Ayla, una delle sue evocazioni più disciplinate che aveva richiamato sotto forma di semplice gattina nera.
    L'otese sie ra abituato alla chiassosa presenza dell'arpia Haru e quasi non gli riusciva di concentrarsi senza che una delle sue evocazioni non fosse nei paraggi, inoltre era utile a trovare chi cercava in maniera rapida.

    In quel senso, l'otese finì per incontrare Byron Shinkan che sapendolo un collega, non si lasciò sfuggire l'opportunità di parlare di quelle cose che piacevano tanto a quelli come loro, anatomia e casi strepitosi di emorroidi.
    C'era da dire che lo Shinkan parlò quasi da solo tanto era l'entusiasmo nel mostrare le proprie abilità e l'otese doveva ammettere d'essere più che impressionato dalle sue capacità d'imitazione, anche se nel caso di Ledah, si trattava più di autoconvincersi d'avere il volto paralizzato che d'imitarne le espressioni.
    Nonostante la cosa si offrisse perfettamente per degli scherzi, il medico preferì chiudere la conversazione e tornare alla ricerca dello Hyuga, forse lo Yakushi avrebbe approfittato volentieri di quella possibilità e nonostante tutto, Ledah aveva già ottenuto altre informazioni preziose.

    Ayla nel fratempo aveva continuato la ricerca ed incrociò lo Hyuga mentre parlava con Shaina, non capì bene cosa si stessero dicendo e date le sue scarse capacità oratorie, l'avrebbe riferito in maniera anche meno comprensibile, ma riuscì ad afferrare alcuni elementi chiave, come Shiraki Hyuga, demone e cuore spezzato, il che poteva essere ricostruito in molti modi.
    Ad ogni modo, la micia tornò a riferire al proprio padrone che in quel momento aveva appena lasciato Byron e gli sussurrò nelle orecchie le tre parole chiave che aveva colto oltre al fatto che Shaina e Vergil stessero parlando soli, dando una carezza alla testa di Ayla, gesto che l'otese faticava a comprendere, ma che sembrava farle piacere, si diresse quindi verso il punto in cui si trovavano i due ninja.

    Quando arrivò lo Hyuga era già andato via e con la gatta sulla spalla, l'otese disse a Shaina che si trovava sola:

    "Salve Shaina, ci ritroviamo in missione assieme ed a mala-pena ci scambiamo un saluto."

    Avvicinandosi sino a poterla guardare negli occhi, aggiunse col solito tono piatto:

    "Ma forse la colpa è mia, sono un pessimo compagno di conversazione, probabilmente perchè non trovo molto piacere in una chiacchierata fine a sé stessa..in generale, tendo a non provare piacere o sofferenza."

    Togliendosi quindi il cappello a tesa larga, attese una qualche risposta dell'amministratrice prima di proseguire:

    "Immagino sia ovvio che io voglia chiederti qualcosa, al momento diciamo che in verità comincio a provare piacere e dolore, in maniera molto ridotta e non in maneira continuativa, ma nonostante i miei sforzi, non mi sembra di essere in grado di mantenere sempre un controllo perfetto su quelli che sono i miei pensieri...mi chiedevo se per te fosse simile visto che la natura della nostra inquietudine ha lo stesso nome, Shinodari."

    Osservando la reazione della ragazza e solo dopo averne ascoltato la risposta, sarebbe partito col secondo argomento:

    "C'è anche un'altra cosa di cui vorrei chiederti...ho involontariamente sentito tre parole legate a te e vorrei sapere quale sia la relazione tra loro, parlo di Shiraki Hyuga, di un cuore spezzato e di un demone, te lo chiedo perchè ho avuto a che fare con ognuna di esse."

    Se la ragazza avesse chiesto maggiori spiegazioni, il medico avrebbe risposto:

    "Demone è un nome che mi è capitato di sentire quando credo mi sia stato spezzato il cuore, non ricordo cosa sia successo, ma ciò che io chiamo Maschera mi ha protetto dal dolore sin dalla tenera età...tuttavia, ciò mi ha privato di molte sensazioni positive e prima o poi, dovrò affrontare questo demone e ricomporre i frammenti del mio cuore in maniera tale che sia capace di resistere senza una protezione.

    Shiraki invece è stato il capo in una missione alla quale ho partecipato, l'esito è stato positivo anche se nel mezzo della stessa abbiamo avuto a che fare col tradimento di un certo Kojitsu che se non erro, era del tuo stesso villaggio."


    Ledah ignorava cosa fosse accaduto dopo quella missione, come ignorava il fatto che Shaina fosse stata in missione con Febh e che quindi avrebbe saputo fornirgli buone informazioni.

    [...]



    Nel pomeriggio trovò lo Hyuga, chiedendogli se fosse disposto a condividere le informazioni che aveva sui ninja non accademici, mentre non era diffidente nei confronti dei mandanti, non era detto che qualche informazione a riguardo non potesse tornargli utileprima o poi, d'altronde non erano solo gli accademici a tradire.
    Anche in questo caso, non provò ad avviare una discussione più leggera, fine a sé stessa, ma dopo aver ricevuto le informazioni, o un rifiuto, avrebbe comunque chiesto al foglioso:

    "Un ultima cosa, Shinodari cos'è per te?"

    Lui era l'unico che non conosceva, quindi doveva provare ad elaborarne un profilo psicologico da aggiungere ai dati da elaborare, delle sue abilità ne aveva parlato alla riunione e conosceva grossolanamente i poteri dei suoi occhi, ciò che voleva sapere era quale fosse la probabilità che cadesse preda dell'emotività, con Shaina c'era incertezza, Deidara era irrascibile ma efficente, con Vergil invece?
    Dopo quella domanda, Ayla che accoccolata sulle spalle di Ledah a mo' di scialle, si concesse un sonoro sbadiglio, era un peccato che Deidara non volesse uscire dalla propria cabina, magari la gattina le sarebbe stata simpatica e l'avrebbe aiutata a distrarsi un poco.

    [...]



    Nella notte Ledah si fece un sonno robusto, con Ayla acciambellata ai piedi del letto che faceva la guardia...con gli occhi chiusi.
    Quella bestiola era tanto obbediente, ma era una gran poltrona, d'altronde, cosa poteva accadere su una nave piena di ninja nel mezzo del nulla?

    [...]



    Un volta arrivati a destinazione, Ledah scese con mantello e cappello neri indosso e la gatta appollaiata su di una spalla, la quale annusava febbrilmente l'aria del porto sentendo distintamente l'odore del pesce fresco.
    Con un lieve tocco su di una natica, quasi l'avesse gentilmente sculacciata, l'otese la richiamò all'ordine e si diressero ad incontrare gli altri ninja, ai quali si presentò sfruttando la presentazione di Vergil che affermò di essere un assassino:

    "Il mio nome è Ledah e la mia specialità è fare il contrario dello Hyuga."

    Il tono piatto ed assente rendeva strana quella che sembrava essere una battuta, soprattutto con la gattina nera che cominciava ad annusare i tre ninja, l'otese concluse dicendo:

    "E lei è Ayla, un'esploratrice efficente e discreta."

    Una volta presentati nonr estava che cominciare ad avvicinarsi ai famigerati boschi occidentali.
    Shaina rivelò in quel momento alcune delle sue consocenze su uno dei nemici e mentre lo Hyuga si dava da fare ad interpretare la parte del capogruppo, Deidara si affidò totalmente a Shaina mentre Ledah disse una volta interpellato da quest'ultima:

    "La prima cosa da fare è raccogliere dati, preferirei l'uso di evocazioni discrete, non credo che uno Hyuga possa passare completamente inosservato a prescindere dalla distanza, per quel che ne sappiamo, il nemico potrebbe disporre di ninja sensori disseminati in punti strategici capaci di individuare il chakra nell'intera area e se ci fosse un attacco, Vergil lo affronterebbe da solo ed è un rischio che non possiamo permetterci."

    Prendendo Ayla in braccio, il medico aggiunse:

    "Potrei chiamare altre piccoline come queste in coppia con delle piccole creature volanti e discrete da unire alle vostre evocazioni, potrebbero diffondersi sul territorio ed in caso d'attacco le conseguenze sarebbero ridotte, se assumiamo che l'intera vallata sia territorio nemico, dobbiamo cercare di entrarvi ed attraversarlo rapidamente per ridurre i rischi di un agguato.
    E farlo tutti assieme ci consentirebbe maggiore sicurezza, anche perchè la loro prima necessità sarebbe quella di dividerci, quindi non è il caso di risparmiargli la fatica."


    Voltandosi poi verso Deidara, aggiunse col solito tono piatto:

    "Così potremo dirigerci subito verso le persone da uccidere."

    Voltandosi verso i tre stranieri concluse:

    "Inoltre sia l'idea che si tratti di una struttura sotterranea a più livelli che della vicinanza ad un lago sono buone, ma ricordate anche che esistono canali sotterranei per l'acqua e che la selvaggina può essere trasportata, magari tramite passaggi segreti, alla fine, tutte le nostre supposizioni ci offrono solo dei punti da cui cominciare la ricerca."

    Edited by Ledah - 27/6/2011, 23:23
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Si respirava aria tesa lì. Febh, che tutto pareva fuorché calmo, mi si avvicinò dopo aver espresso commenti acidi su tutti e pronunciò parole che mi fecero sorridere. Socchiusi appena gli occhi e posai una mano sulla sua spalla, avvicinando così il mio viso al suo orecchio per potergli dire qualcosa di semplice, a bassa voce, per non mescolare i miei commenti al mare di voci che già si stava scatenando in una stanza così affollata.

    « Ho notato che sei un bel po’ nervoso. Non preoccuparti Febh e calmati, se dovessi essere teso come te probabilmente sarei alto vento metri e avrei raso al suolo questa città. Sono incazzato quanto te almeno, ma non per questo, mi faccio esplodere la testa »


    Terminai lì quella piacevole – si fa per dire – conversazione e tornai ad incrociare silenziosamente le braccia. Tra gli altri, Miyori non fece obiezioni sulla mia scelta (per fortuna) e appuntai mentalmente di spiegarle i vari motivi che mi avevano spinto a chiedere che rimanesse con noi in maniera così esplicita. Non ebbi però tempo di rimanere a pensare perché un Genin – che ci faceva un genin in una missione di quel livello – iniziò uno sproloquio totalmente fuori luogo per il dolore che c’era in quel posto e soprattutto, altamente minatorio per i miei nervi. Ero in silenzio, immobile, ma stavo per alzarmi e far sputare l’anima fuori dalla gola di quel sunese da strapazzo quando Febh mi precedette, per fortuna del Sunese. Febh si limitò ad una strigliata da manuale con tanto di minacce. Strigliata nella quale sfogò buona parte della sua furia (speravo), io, al contrario suo, mi sarei limitato a far volare il sunese fuori dalla finestra senza dire una parola. Così, immobile e zitto, rimasi a guardare gli altri che si organizzavano e fui contento quando Yuki si propose nella mia squadra.
    Poi Febh ci consegnò alcune carte ninja che lessi con interesse, memorizzando tutti i particolai della missione che lui, Shinodari e Shaina-san avevano sostenuto e che aveva portato inevitabilmente a quell’altra missione di recupero.
    Dopo gli ultimi saluti e le ultime chiacchiere che poco interessarono, uscimmo tutti fuori da quel posto. Non appena misi piede fuori dalla locanda avvertii il possente corpo di Yogan che, individuatomi grazie alla sua portentosa vista, si gettò in basso in picchiata fermandosi per strada, facendo fuggire donne, uomini e bambine. L’enorme drago abbassò il muso fino all’altezza del mio viso e alzai una mano,a ccarezzandola.


    « Itai! »
    « Ehi, Yogan. Seguici in volo, andiamo al porto. »
    « Pensavo saremmo andati sul mio dorso »
    « Non è del tutto scorretto, Yogan. Sulla nave voleremo insieme, ma purtroppo, c’è altra gente e non puoi portarci tutti »


    Yogan fece un gesto di stizza ma accettò il fatto che non mi avrebbe portato in giro, scorazzando nei cieli come le piaceva fare. Spalancò le possenti ali (a malapena nel vicolo) e spiccò un balzo tra le case, spiccando immediatamente il volo. Sapevo che mi avrebbe seguito, quindi non me ne preoccupai ulteriormente. La distanza che ci separava dal porto era breve e giungemmo in poco tempo a bordo della nostra nave. Lì Yuki mi chiese chi (e cosa) fosse il draghetto che mi accompagnava. In effetti in tutto ciò il piccolo Ko era rimasto affianco a me, svolazzando all’altezza delle mie spalle.

    « È un drago, amico di Shinodari. Era presente anche lui quando fu rapita e ha insistito affinché ci accompagnasse... e mi ha promesso di ascoltarmi. Quella grossa è Yogan, è una mia evocazione, alla quale sono molto affezionato. »


    Diedi un’amichevole pazza sulla testa di Ko, molto debole, ma comunque una pacca. E lì iniziò una conversazione tra Yuki, Ko alla quale fu aggiunta Miyori quasi di forza. Difatti dovevano discutere riguardo Shinodari e fu un bene che l’avessero chiesto a Ko piuttosto che a me. Sebbene conoscessi la storia di Shinodari assai bene non avevo voglia di raccontarla e sicuramente Ko conosceva più dettagli di me. Al che, Miyori, mi chiese se potessero andare a parlare in cabina e mi stupii dell’educazione di mia cugina, che sforava l’assurdo. Come se ci fosse stato bisogno di chiedere qualcosa del genere! Le sorrisi tranquillamente e annuii.

    « No no, tranquilla, comunque avremo tempo per parlare e organizzarci. »


    Allora i due chunin e il draghetto sparirono sottocoperta e io rimasi a fissare il mare tagliato in due dalla Belva Azzurra che lo solcava. Socchiusi gli occhi e pensai a tutta quella storia e a Ryutuski e alla promessa che gli avevo fatto. In quel momento fui assalito dalla paura di aver sbagliato destinazione. Paura irrazionale visto che dagli elementi non si desumeva assolutamente il posto in cui Shinodari era tenuta prigioniera.
    Guardai il cielo per qualche secondo e strinsi la punta del manico di Garyuka, legata saldamente alla mia vita. Ryutsuki aveva il diritto, seppur doloroso, di conoscere la verità. Per quando Shinodari potesse aver fatto ciò che aveva fatto per i suoi buoni motivi, rimaneva comunque un’azione grave che non poteva rimanere senza conseguenze. Volevo salvarla per capire ciò che mi era sfuggito e che l’aveva spinta a un gesto così tremendo. Volevo salvarla perché ci tenevo a lei. E perché Ryutsuki non avrebbe dovuto perderla, che la considerasse madre o sorella. Avevo fin troppi motivi per riportarla a casa. E per questo, non avrei fallito.



    Durante il viaggio Miyori, con un'intraprendenza che forse non mi sarei aspettato, decise - e fece bene - di rivelarci un codice da lei usato per scambiarci tranquillamente informazioni. per quanto sperassi di non dovermi separai dai miei colleghi, era necessario considerare quell'opzione. Ma io ero un disastro con quel genere di cose e generalmente, facevo affidamento a simboli più semplici e decisamente più militareschi. Annuii, senza dire una parola, ma ascoltai interessato, memorizzando il codice e le parole chiave necessarie. Avevo una mente ben allenata per questo genere di cose, per fortuna.
    Attesi finché Yuki non fu andato, magari dopo una piccola chiacchierata e non ebbi la possibilità di rimanere da solo con Miyori. Dovevo ancora spiegarle perché l'avevo voluta con me.


    « Miyori-chan, sento di doverti alcune spiegazioni » dissi tranquillamente « Riguardo a quanto ho detto e fatto alla locanda. Ti ho voluta con me per due motivi. Il primo è perché vorrei conoscerti meglio, e da tutti gli anni che sono un ninja qualcosa ho imparato: sul campo di battaglia si stringono legami indissolubili, nel bene e nel male. » poi continuai dopo una breve pausa « E perché voglio averti vicina e poterti osservare. Forse non proteggere, perché sono sicuro che tu sappia farlo da sola, ma tenerti sott'occhio. Mi scuserai se penso qualcosa di così egoistico, ma non voglio avere preoccupazioni e pensieri in testa quando saremo lì, Miyori. Probabilmente farò cose che non ho mai fatto prima d'ora, se sarà necessario sarò costretto a utilizzare tutti i miei poteri, che significa generalmente far salire l'inferno sulla terra. Se dovessi perdere il controllo però, sarei pericoloso per chiunque qui attorno, ma è la preoccupazione che avrei, e non posso farci nulla, mi farebbe crollare prima o poi. Purtroppo non ritengo questa una missione normale e mi sto già rodendo il fegato per ciò che è accaduto. Mi capisci, Miyori-chan? »



    Dopotutto era abbastanza comprensibile ciò che avevo fatto. Avevo detto di volerla vicina per recuperare anni di lontananza dovuti al semplice fatto che suo padre aveva deciso di abbandonare la sua famiglia ancor prima che io e mio fratello nascessimo. Era mia cugina, ma avevamo parlato veramente poco e sopratutto, non avevamo avuto occasione di stare un pò insieme, semplicemente per conoscerci.
    Tuttavia il semplice fatto di averla ritrovata mi poneva in un evidente stato di malessere se sapevo che lei era nella mia stessa missione, lontano dal mio sguardo (e magari, anche dal raggio della mia spada). Ma se fosse stata una missione normale, avrei dominato quell'istinto come avevo imparato a fare negli anni. Ma ora non era possible: ero coinvolto emozionalmente in quella missione e dominare istinti di protezione mi riusciva decisamente difficile.





    Attraccammo ad un molo abbastanza anonimo, ma che portava con fierezza la sventolante bandiera di Aurora. Camminammo sul molo sotto l’inquietante sguardo di parecchie guardie vestite di giallo (una sensazione abbastanza dolorifica per gli occhi) finché non giungemmo al cospetto di altri tre ninja quantomeno... appariscenti. E fu una sfilza di commenti riguardo l’assenza della squadra presente l’ultima volta. Non che m’importasse, ma era il fatto che si aspettassero di vedere Yami mi turbava non poco. Aspettai che terminassero di parlare e con voce tranquilla, ma sicuramente non felice – anzi, sembrava uscire dall’oltretomba – annunciai loro ciò che era accaduto ormai più di un anno orsono.

    « Mi duole informarvi che Yami-san è deceduto in uno scontro. In qualsiasi caso, sono il suo allievo e l’ho superato ormai, se ciò può esservi di consolazione. »


    Fui telegrafico. Non mi andava di dare ulteriori spiegazioni riguardo a Yami, la sua morte e le conseguenze che essa aveva avuto su di me e soprattutto sul povero campo di bachi da seta che io e Shiltar avevamo raso al suolo nello scontro più tremendo che Kiri avesse visto da parecchi anni a questa parte. Il Ko ci lasciò e rimanemmo insieme solo agli altri tre ninja. Su di noi piombò Yogan che suscitò un certo stupore nelle guardie. La dragonessa atterro di fianco all’allegra combriccola, accucciandosi tranquilla. In quel momento sembrava quasi innocua.

    « Lei è Yogan, una mia cara amica oltre che una mia evocazione. »
    « Definirmi “evocazione” è riduttivo, moccioso. »
    « Non puoi chiedermi di spiegare tutto a tutti. E fino a prova contraria, quella uscita dall’uovo poco tempo fa sei tu »


    Yogan sbuffò irritata ma troncò lì la questione. Sapevo che non se l’era presa davvero, era dopotutto una vera femmina: capace di replicare su tutto, a discapito di qualsiasi argomento, se qualcosa non le piaceva. In certi momenti mi ricordava pericolosamente Ayame e la sua verve polemica nei suoi momenti di rabbia.

    « In qualsiasi caso, sono Itai Nara, Jonin di Kiri. Ho ascoltato con attenzione ciò che avete detto e Miyori, sono d’accordo su molte cose che dici, ma non sull’entrare camuffati come prigionieri. I prigionieri finiscono in galera e noi chissà se saremmo capaci di uscire » dissi tenendo le braccia incrociate « In definitiva, direi di evitare di pensare come entrare adesso, che non sappiamo alcunché riguardo a questa famigerata prigione. Ci stiamo fasciando la testa prima del tempo. Direi di partire, raggiungerla e cercare di osservarla. Utilizzeremo Kagebunshin e Yogan potrà darci una mano con la sua vista telescopica »
    « Potrei rifiutare »
    « Ma non lo farai. Non sai fingere di essere arrabbiata, lo sai? »


    La dragonessa voltò il capo e sorrisi appena. Fissai i miei compagni e attesi il giusto affinché ragionassero sulle mie parole. Mi era difficile ragionare su come entrare in un posto che non avevo ancora analizzato con i miei stessi occhi.
     
    .
  9. Yami Kaguya
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    ¬ S a n ¬
    Angry Dragon
    Earnest Princess


    Ciò che temevo alla fine avvenne. Febh perse le staffe con Hito, e trascinò pure me nella conversazione dandomi del "degno compare".
    E dire che non avevo fatto nulla. Decisi quindi di cercare di salvare il salvabile.

    Sì, sì, afferrato. Non tema gli dico io due parole a questo qui.

    Cercai dunque di trascinare Hito in un angolo un pò più privato, sperando di ottenere qualche risposta. Dopodichè, mollato Hito con la certezza che avesse catalogato il tutto come uno sfogo di qualcuno privo di qualsiasi senso dell'umorismo, mi diedi un'occhiata intorno. E dopo che Miyori ebbe commentato quel soprannome, cercai di far emergere quella parte di me che aveva imparato a sopportare tutto e tutti. Stato in cui accettai delle strane carte da parte dell'otese, e che scoprii essere piene di informazioni interessanti.
    Fu in tale stato che inquadrai un'altra vittima della furia dell'Otese, ovvero l'allievah. Che non degnò di uno sguardo le suddette carte, probabilmente per ripicca.
    E in effetti, per certi versi però fra lei e Hito pensai la parte peggiore se la fosse beccata lei. Visto soprattutto che Miyori aveva cercato di difenderla e finendo invece per dare all'otese altre possibilità di denigrarla.
    Qualcosa mi diceva che ben presto sarebbe esplosa, e quindi con l'ennesimo sospiro mi avvicinai a lei, trovandomi però di fronte un terribile problema.
    Era infatti troppo alta perchè potessi seguire l'istinto e appoggiarmi con le braccia incrociate sulla sua testa. E non stare nel suo punto cieco, supponevo potesse solo essere un male visto cosa le era stato detto.
    Se l'avevo inquadrata bene, seguiva il modello del cucciolo che trovato un esemplare più forte della sua razza, si impegnava per compiacerlo. E secondo tale modello, venire denigrata di fronte agli occhi del suddetto esemplare doveva essere stato un brutto colpo. Potevo dunque immaginare che chiunque le avesse parlato in quel momento, si sarebbe preso parole su parole, e forse qualche botta.
    yukideidi2
    Tuttavia ormai di parole me ne ero prese abbastanza, quindi non rimasi molto a preoccuparmi.

    Allievah? Te la sei presa per quello che ha detto....com'è che l'hai chiamato? Il bifolco? Non è che devi stare a sentire tutto ciò che ti dice il primo che passa.

    Dopo quel primo tentativo di attaccare bottone, lo scenario delle mie aspettative si biforcava in due strade: la prima era che sì, se l'era presa. Al che avrei solo potuto dirle che magari il "bifolco" aveva le sue cose, e ripeterle che non doveva stare a sentire ogni tizio che le faceva un commento.
    L'altra strada era che no, non se l'era presa, o almeno così avrebbe detto. Le cose sarebbero state decisamente più semplici in quel caso, avrei solo dovuto scusarmi e dirle che se stava bene allora tutto andava bene.
    Dopodichè, le due strade si ricongiungevano. Ottenuta la sua attenzione, la misi da parte, concentrandomi un attimo sulle carte che Febh aveva distruibuito. Quindi tornai a fissarla, provando a metterle una mano sulla spalle, e usando l'altra per reggere le carte davanti alla mia faccia.
    Ovviamente stando nel contempo attento a non perdere la mano con cui la stavo toccando, ed evitando di parlare a voce troppo forte o con fogliosi e kiriani in giro.

    yukideidi1
    Comunque, passando a cose più piacevoli, avrei un favore da chiederti. Dovevo seguire Shaina-sama in missione, ma hai visto com'è messo il team delle prigioni. Cugini di cugini di cugini, gente coinvolta sentimentalmente...stà sicura che faranno un macello, se lasciati a sè stessi. E vedi quella coi capelli neri? E' più piccola di noi, e il mio senso civico purtroppo mi impone di controllare che lei, torni tutta intera. Inoltre a ben pensarci posso fidarmi di te perchè ti occupi della tua sensei anche per me, vero?
    E' che sai com'è, mi fanno pelo e contropelo se si fà male, ma se vivete insieme vuol dire sei l'allieva prediletta e ci sai fare, vero? Quindi ho deciso di fidarmi di te e lasciarti questa responsabilità visto che mi sei simpatica.
    Riguardo invece alle questioni pratiche.... allora stà attenta se vedi dei tizi vestiti di giallo, potrebbero manipolare il metallo. E anche se vedi dei tizi in nero, non vanno da un estetista da così tanto che hanno le gambe che tagliano come i rasoi che dovrebbero usare.
    Tutto qui, ora devo andare. Cerca di non farti male e guarda le spalle a Shaina-onee-sama, ok?
    Sciau.


    Con l'ultimo appellativo verso l'Otori, mi ero probabilmente guadagnato una decapitazione, e dunque mi affrettai a levare le tende e a mettere abbastanza distanza fra me e lei da non rischiare. Sistemata anche quella questione, probabilmente fra il tasso e l'allievah, non ci sarebbe stato da preoccuparsi.

    Per il resto, i team in bene e in male si formarono per tacito consenso, e dunque i committenti dopo aver risposto alle ultime domande, ci informarono quale nave avrebbe portato quali ninja alla loro destinazione. Era arrivato dunque il momento dei saluti, anche se avevo tutto sommato solo tre persone a cui farli.

    Allora...Shaina-sama, Deidara...itterasshaiBuon viaggio.

    Fatto un piccolo inchino a entrambe, mi spostai verso Hoshi, a cui però diedi solo una lieve pacca sulla spalla di incoraggiamento. Hito invece lo lasciai stare, non c'era nulla che potessi dirgli in tal senso.
    E poi, non appena mi voltai ebbi il mio daffare. Avevo notato solo allora infatti, che accanto a Itai c'era un buffo animaletto svolazzante. Simile a una lucertola, ma con le ali... talmente strano, che non ci pensai su due volte prima di avvicinarmi al Jonin di Kiri e chiedere spiegazioni.
    Peccato che prima che potessi farlo, la versione mastodontica della stessa creatura ci si presentò davanti. E solo il pensiero che Itai sarebbe stato mangiato per primo, nel caso fosse stata bellicosa, mi impedì di sfoderare arco e frecce come forma di saluto.
    Realizzai dalle parole del Jonin che era "sua". Che si chiamava Yogan. E che ormai il termine bestia da soma si estendeva a ogni quadrupede di ogni dimensione e razza.
    Ciò però non rispondeva alla domanda su Cosa fosse, e dunque appena lei si allontanò dal biondino, mi ci avvicinai io. Con una semplice domanda.

    Scusi capitano..? Posso chiederle cos'era quella e...questo?

    Scoprii che era un drago. E che parlava. E la cosa più strana era la sua esistenza, poi che un drago parlasse non era esattamente una novità, evocazione o meno.
    Fatto stà, che non ne avevo mai visto uno. Mi sorprese persino il fatto che mi ricordassi cosa fosse un drago, visto come di certo non ci raccontavano le favole, nel Kyuu. Fu così, che rimasi a fissarlo per tutto il tragitto, continuando a fargli domande.

    Come ti chiami? E da dove vieni? Ce ne sono altri come te e la dragona di prima? Come sei finito qui? Cioè, non che voglia chiederti che ci fai con Itai, sò che è un tipo simpatico, ma non sapevo legaste ancora con gli umani. Da quanto vivi con la nostra razza?

    Perlopiù erano domande a caso, originate da una parte di me infantile che ancora non credeva di aver davvero trovato un drago in vita e a due passi da sè. Drago se possibile altrettanto curioso.

    Avrei un nome segreto, ma appunto è segreto, quindi chiamami Yuki come fanno tutti a parte il ragazzo folle che hai visto prima, ti risparmierai molti mal di testa. Mi scuso per l'equivoco, siamo arrivati al villaggio più o meno nello stesso periodo, e visto che il mio nome non gli è mai piaciuto, se ne è inventato uno tutto suo. Purtroppo però nè io nè quello sciocco nomignolo abbiamo nulla di speciale da raccontare, sono solo l'ultimo arrivato che ha avuto la sfortuna di incontrare un tizio simile, Koryu-chan. Probabilmente per questo non ci siamo mai visti.
    E sul come sono finito qui... ho semplicemente seguito Shaina-sama. Per il resto, cerco solo di dare una mano.


    Fui quasi sorpreso, quando scoprii di aver "indovinato" il nome del drago. Anche se probabilmente era scritto con un kanji diverso da "piccolo drago". Drago che comunque scoprii nutrirsi di zaffiri, e già mio creditore per il fatto di aver risposto a quelle domande.
    Al che mi venne da pensare che Itai l'avesse affamato, e ora cercasse di rifarsi su di me. Che tipo. Almeno però non sembrava voler subito la sua ricompensa, e dunque continuò nel suo discorso, senza una mia replica. A giudicare dalle sue parole, sembrava che fosse tutto sommato "solo" un'evocazione. A parte un dettaglio.

    Beh, è la prima volta che vedo un'evocazione separata dal suo evocatore, quindi Koryu... per riuscire a mantenerti in questo mondo senza il sostegno del tuo evocatore, credo tu sia già forte abbastanza. E se ci sono altri in grado di farlo come te, beh... avere un drago come alleato, è davvero qualcosa degno di entrare nella leggenda.

    Lì la presi un pò sullo scherzoso, visto che dubitavo ci fossero altri draghi disposti a starsene nel nostro mondo per un periodo tanto lungo. Ko doveva essere l'eccezzione, d'altronde aveva detto di essere stato "affidato", a Shinodari. Certo ciò non toglieva che chiunque ne fosse responsabile, fosse degno di ammirazione.

    ...E non sono un ragazzo tanuki, Ko. Non ti ci mettere anche tu...

    Tralasciando comunque quelle stronzate causate da Hito, in quel suo discorso era emerso per sua stessa ammissione come il rapporto fra lui e la ragazza di Oto fosse profondo. Fu quindi con ben altri pensieri in testa che arrivati alla nostra nave, la Belva Azzurra, mi rivolsi nuovamente al draghetto.

    ..Ko, se non ti dispiace, visto che siamo bloccati su questa nave per due giorni vorrei fare quattro chiacchiere con te. Fra tutti i presenti, temo di essere quello che ne sà di meno, riguardo a Shinodari-san. E sinceramente è un pò dura, mettersi alla ricerca di qualcuno senza sapere nulla di lui. E sempre per essere sinceri, potrei persino fare l'errore di salvare la persona sbagliata per mancanza di informazioni. Ti dispiacerebbe darmi una mano, in tal senso? Vorrei parlare un pò di lei.

    Per mia fortuna, il drago accettò. Pose però una condizione, che per dirla in parole povere avrebbe reso impossibile una conversazione, visto l'andazzo di quella giornata. Tuttavia... come non cercare di aprofittarne? D'altronde a lasciare le cose come stavano, mi sarei solamente preso altre parole in faccia. E sinceramente se l'idea non le fosse piaciuta... che diamine erano cavoli suoi, io non avevo problemi con lei, la sua irritazione era a senso unico. Fu così quindi che utilizzando le mie abilità di [Ventriloquo], parlai direttamente al draghetto dalla mia posizione, senza nemmeno dovermi avvicinare al suo orecchio per parlare sottovoce.

    ...Emh, Ko, forse non l'hai notato ma... io e quella ragazza abbiamo una questione in sospeso che renderebbe l'aria durante la conversazione come dire.... tesa. Vorrei chiarire le cose, ma credo che mi sbatterebbe ogni porta della nave in faccia, se provassi a parlarle, ora come ora. E in alternativa, dovrei sequestrarla materialmente, per poter fare quattro chiacchiere in privato, ma probabilmente oltre a farmi odiare di più finirei solo per farmi arrestare con l'accusa di pedofilia. C'è però un luogo, in cui volente o nolente prima o poi dovrebbe stare per forza, se capisci cosa intendo... mi puoi dare una zampa in tal senso?

    Quel draghetto era sveglio. E forse anche non proprio innocente come un cucciolo, visto il tremendo trucco psicologico che rivolse verso Miyori.
    yukilaugh
    Trucco che mi provocò uno stimolo fortissimo di ridere, così forte che dovetti fare degli sforzi altrettanto grossi per mantenermi impassibile. O quasi.
    Quando quindi Miyori si voltò verso Itai, parlai nuovamente al draghetto all'orecchio. Facendo però al contempo un chiaro segno d'approvazione a pollice alzato.

    Metti pure in conto un'altra pietra, socio.

    I contro, era che per il mio portafoglio quell'incontro sarebbe stato un supplizio. I pro, erano anche troppi,riguardo a quel draghetto che era un cucciolo quasi quanto lo ero io.
    Ovvero ben poco.

    Hiruko-san, può indicarci per cortesia la cabina della signorina?

    L'unica domanda, sarebbe potuta essere quella riguardante ai pensieri che circolavano nella testa di quell'uomo, a una simile richiesta. Tuttavia non sembrò fare molti problemi, e ben presto ci trovammo un marinaio vicino con la richiesta di seguirlo.

    Vogliamo andare,signorina?

    Mi scappò un sorriso diverito, e lo ammetto, avrei potuto evitarlo. Difatti quando porsi la mano alla ragazza a mò di invito, mi beccai un'occhiata tagliente e uno schiaffo della sua alla mia, di mano. Rimasi quindi immobile sino a che mi ebbe superato seguendo il marinaio, e dunque mi voltai verso Ko con una faccia che praticamente diceva "ops, l'ho fatta arrabbiare".
    Comunque, si era tenuta il drago in ostaggio, e dunque ormai le cose erano fatte. Mi tenni però abbastanza vicino ai due, quando il marinaio ci indicò la porta prima di dileguarsi. Una volta aperta, difatti, la porta iniziò a richiudersi in maniera piuttosto frettolosa. A impedire una chiusura non voluta, almeno da parte mia, ci fu però il mio piede, contornato da un sorriso a specchio che rifletteva lo stesso sguardo tagliente di prima, da parte della ragazza.

    ...Vorrei chiarire che non l'ho richiesto io, il colloquio a tre, non serve essere così tesi. O è ancora arrabbiata per il saluto?

    Evidentemente sì. Venni tirato dentro la stanza per la manica comunque, forse non stava tutto sommato andando male.
    CITAZIONE
    ...beh mica poso ucciderti per essere qui con me, nella mia stanza, da soli, giusto?

    ...Giuri?

    Sinceramente non ne ero troppo convinto, mi aveva riservato un bel pò di sorprese quella ragazzina, da Suna. Comunque, diedi la priorità al cercarsi un posto a sedere, e così una volta a terra mi rivolsi a Ko visto l'umore della nostra amica. In effetti no, non la comprendevo, ma da come aveva parlato sembrava che fosse una cosa "palese". Mah.

    Ah, c'è un piccolo dettaglio che non ho citato, Ko. Come ha detto il biondino prima, non abbiamo comunque molto tempo da spendere in chiacchiere. Ti spiacerebbe dunque, se usassi l'interrogazione mentale? E' una tecnica pensata per gli interrogatori forzati, ma la sua utilità è che combinando immagini e parole, rende molto più semplice un...beh non è che sia un dialogo nel verso senso della parola, ma immagino tu abbia afferrato il concetto.
    Solo, non è che posso includere altre persone, nel processo...


    Mi voltai verso Miyori dubbioso, ma quanto sembrava "l'esperta di interrogatori" aveva anche lei quella carta dalla sua. Meglio così.

    Ok, ritiro tutto, nessun problema per noi. Tu hai obiezioni?
    Ok. Allora mettiti qui, dobbiamo poggiarti una mano sulla testa, perchè funzioni.
    Vuole stare mano sotto o mano sopra, Miyori-san?


    Lì avrei avuto un altro sorriso divertito da esibire, ma per una volta mi trattenni e cercai di essere professionale, impedendo alla mia faccia di far trapelare ciò che stavo pensando. Anche se era in un certo senso divertente, vedere le persone dover venire a patti con sè stessi. Alla fine decise di lasciare a me il comando diretto della tecnica, e una volta che ebbe poggiato la mano sulla mia, potemmo iniziare.
    Anche se sinceramente una parte di me continuava a domandarsi che diamine le avevo fatto di così terribile, visto come ogni sua risposta iniziava coi toni acuti. Anche se non era quello il momento per chiedere, dovevo ricordarmi di farlo. E visto che in quello, di momento, dovevo invece parlare con un drago,iniziai a pensare a cosa domandare, senza rischiare di violare la privacy di Ko o della sua padrona.

    Ok, pronto Ko? Se a una domanda non vuoi rispondere, in teoria la tecnica ti obbligherebbe a farlo, ma non temere che alla minima resistenza da parte tua, passeremo immediatamente a un'altra casuale, tipo "com'è il tempo oggi".
    Quindi per iniziare, ti và di parlare un pò di come hai incontrato Shinodari? Come ha trovato un drago d'ombra, e come l'ha salvato?


    Le immagini comparvero dopo pochi secondi, e dunque Ko iniziò a raccontare, aiutato dai suoi ricordi. E finalmente vidi la faccia di chi avrei dovuto trovare. Una ragazza della stessa età di Shaina, a prima vista. Molto più "normale" di quello che immaginavo, per essere di Oto. E più che altro stranamente gentile, nel prendersi cura del drago ferito. Si vedeva che era così per natura.

    Mh, afferrato... Cosa vuole fare, una domanda a testa, Miyori-san?
    Altrimenti continuo io. Ko, eri con loro, quando è stata rapita? Puoi farmi una sintesi di cosa è avvenuto nella sua ultima missione?


    Non era esattamente relativo al personaggio, ma almeno il discorso del draghetto a riguardo mi chiarì un paio di cose. E mi aumentò le riserve per Grimdad, vista la quantità di tradimenti e di doppiogiochisti in quella missione. Sentii lo sguardo di Miyori addosso, insieme al disagio del drago, ma non ci badai. Dovevo capire, cos'era successo prima di quel giorno. Ko doveva essersi preparato, quando gli avevo proposto quella discussione. Altrimenti, dopotutto immaginai di avere a che fare solo con un cucciolo.

    Un paranoico farebbe i salti di gioia andando in vacanza a Grimdad, insomma. Che tipi.
    Poi..sarebbe utile, sapere qualcosa di suo che potrebbe conoscere solo lei. Un modo per confermarne l'identità, insomma. Sai dirmi qualcosa a riguardo?
    Tipo, chi erano i suoi genitori? O perchè ha tradito Konoha?


    Come prima, le risposte furono interessanti. Un tradimento per amore, forse. O comunque per salvare qualcuno a lei caro. Ma ci sono cose da cui non si può mai tornare indietro, e il tradimento sarebbe sempre stato una di quelle, evidentemente. Perse un suo amico, il suo villaggio, i suoi amici... terribilmente ironico, come le buone intenzioni fossero trattate dal mondo esterno.

    ...Non ha mai cercato vendetta?

    Evidentemente no. Una strana sensei... e uno strano rapporto fra loro, a quanto sembrava aveva evitato problemi su quel fronte. Tuttavia sentivo come i miei due "compagni" di conversazione si stessero innervosendo. Forse avevano trovato un feeling, sentivo lo sguardo di entrambi addosso e in maniera pesante. Ma che avevano?

    E questa...Sayaka, è ancora a Oto?

    Negativo, un incentivo a visitare Oto, per quanto ce ne fossero ben pochi. Tuttavia a quella domanda, Ko iniziò con le lamentele aperte. E io dovevo pure stare attento a come replicare, per evitare domande non volute.

    Considero ogni cosa correlata a Shinodari-san utile alle ricerche, veramente.

    Il mio tono era sorpreso, ma una parte di me prese nota della cosa. Forse non mi ero spiegato abbastanza bene all'inizio, o forse Ko credeva di ricevere altre domande. Le cose però avevano iniziato a non andare per il verso giusto.

    Doveva essere dura, a Oto. Solo Febh e quel tizio strano col cappello sono venuti, oggi. Come ha fatto a mantenere quella natura gentile, in un posto simile?

    Da quanto conosce Shaina-sama? Non l'ho mai vista così seria...o meglio, mai così seriamente determinata a voler far qualcosa.

    Anche lei è una ragazza di stampo "una donna al potere, basta e avanza"?


    E lì, le cose precipitarono. Ko divenne irritabile, caricò le proprie parole di ironia, e terminò la frase poggiandomi una zampa sulla mano. Gran brutto segno. Prima però che potessi replicare, Miyori prese il timone, e fece un'ultima domanda. Che a quanto sembrava, era proprio una di quelle a cui Ko non poteva rispondere. Fece resistenza, e io non feci in tempo a porne un'altra per liberarlo dagli effetti della tecnica, che fummo costretti ad annullare di fronte all'evidente sofferenza del drago.
    In poche parole, finì nel modo peggiore possibile. Ko se la prese, Miyori si sentì in colpa, e quindi andarono uno in un angolo della stanza, e l'altra direttamente fuori dalla porta. Rimasi a fissare la porta mezza aperta, e dunque mi voltai verso il draghetto tremante, alzandomi poi in piedi con un sospiro.

    Chiariamo una cosa, Ko. Ti ho chiesto di parlare, perchè ti ho reputato un...drago..adulto. Quindi parlerò come non farei, se avessi di fronte un cucciolo. La tua padrona, è prigioniera da settimane.Anche se ignoro i motivi, non sarà stata una bella esperienza. Non salterà di gioia al primo coprifronte che vedrà, anzi. Quindi, in replica alla tua risposta di prima, la risposta ora è che non lo sò. Non ho intenzione di costringerti a continuare, ma ti renderai conto che non ho nulla con cui convincere una prigioniera, che sono dalla sua parte. L'unica cosa su cui potrò contare, è il fatto che le sue abilità sono tali per merito di sua madre. Per tutto il resto, non la biasimerei se non mi credesse.
    Ho quindi l'ultima richiesta per oggi, se vuoi vederla così. Chiedi al tuo accompagnatore se potrai rimanere con me, nel caso ci separassimo. A questo punto io da solo non posso portarla indietro.


    Lasciai perdere i discorsi sulla persona cara, sul precipitarsi in suo aiuto, eccetera eccetera. La mia unica persona cara, era molto più forte di me.
    Avevo imparato anni prima, che se lei era nei guai, io non potevo fare assolutamente nulla per aiutarla. Ma immaginavo che per creature mitologiche in cima a qualunque catena alimentare, parlare di sentirsi impotenti dinanzi a un avversario non avesse senso.

    Non prendertela con Miyori, comunque. Anche lei è un pò cucciola, in queste cose. L'idea poi è stata mia, anche se credevo fossi più preparato a simili incidenti.
    Sei libero di sentirti risentito del fatto che sia successo, ma siamo tutti qui per salvare la tua padrona, non vogliamo fare del male o arrecare offesa a nessuno di quelli a cui tiene. E parlando di te a riguardo, ti posso dire che a mio parere la migliore delle evocazioni, è quella che riesce a sviluppare un'affinità di pensiero col proprio evocatore. Ti chiedo di essere comprensivo con noi, dunque. Shinodari-san non ha che da guadagnarci, da una nostra collaborazione.
    Ora comunque provo ad andare a fare la parte del principe azzurro, visto che mi hai dato l'occasione. Tu ricordati di parlarne a Itai.
    A dopo, allora.


    Ovviamente però le cose non finirono là. Ko mi soffiò contro, ma almeno smise di tremare. E come prima, mi dimostrò che il suo metodo preferito per farsi ascoltare, era la provocazione. Chissà chi
    yuukimiyo4
    diamine gliel'aveva insegnato.

    ..Ko, non serve che ogni volta condisci la domanda con delle insinuazioni. Dimmi che vuoi parlare e io ti ascolterò senza problemi, ok?
    Cosa c'è?


    Chiusi la porta, ma i toni del discorso non migliorarono. Prese ogni mia singola parola e la colorò del peggior tono possibile, dipingendomi come uno che non capiva cosa provavano gli altri, di come quelle domande fossero totalmente inutili, di come avessi dato della schiavista a lei e dello schiavo a lui e alla sua razza, che non l'avrei mai compresa, e che se l'avessi trovata la sua presenza non avrebbe cambiato nulla.
    Emotività. Come sempre, il peggior nemico di ogni conversazione decente. Non avevo davvero più voglia, di ribattere.

    Già, sono solo uno shinobi in missione. Mi chiedo quindi perchè hai voluto parlare con me, non dovrebbe riguardarmi, no?
    Gli umani sono facili da capire quando sono in preda alle emozioni, Ko. Non potrò coglierne le sfumature, ma tutti i suoi amici pensano la stessa cosa, e sono guidati dallo stesso desiderio. Che altro c'è da comprendere quando è tutto ciò a cui riescono a pensare? Cos'altro credi che gli passi in testa, se non come trovarla e come potrebbe stare?
    Vorrei avere il tempo di farmela amica, Ko, ma forse non l'avrò. E in quel caso o mi darai una mano, o io sarò solo uno shinobi in missione che non potrà aiutarla. Pensaci tu, e prendi la tua decisione. La accetterò senza un'altra parola, te lo prometto.
    E per il resto è meglio non veda cosa c'è nel mio cuore. Ci vediamo dopo.
    CITAZIONE
    Io la mia decisione l'ho già presa, Yuki... Non sono io quello che potrò aiutarla, non mi è permesso combattere questa battaglia, purtroppo potrò solo stare al tuo fianco quando sarà, nulla di più...

    ...Afferrato. Me lo farò bastare.

    Stavolta mi chiusi la porta alle spalle in via definitiva con quelle parole, ma non andai lo stesso a cercare la fogliosa. Avevo finito tutte le scorte di comprensività, con tutta quella gente coi nervi a fior di pelle. Andai invece sul punto più alto della nave, e lì rimasi, finalmente obbligato a gestire solo me stesso. Erano tutti stressati, quello lo capivo. Ma che diamine, dov'erano finiti i ninja di una volta capaci di tenere a freno i propri sentimenti personali, o quantomeno di non scattare per ogni cosa? C'erano rimasti solo Itai e quel tipo coi capelli neri, in giro?

    ..Beh Hoshi non credo conti, è così di suo..

    Un pò alla volta riuscii a svuotare gli accumulatori di stress, e quindi tornai a concentrarmi su ciò che ci avrebbe aspettato allo sbarco. Solo che a quanto sembrava, la discussione di prima non era ancora finita. O detta in altre parole, una certa ragazza timida voleva mettersi la coscienza a posto.
    E che scelse l'alba, per farlo. Alla faccia delle ragazze mattutine. E in un certo qual modo audaci.

    ..Proprio ora? Ma mi vergogno, di norma i ragazzi come me escono dalle camere delle ragazze a quest'ora, che figura ci faccio ad entrarci invece?

    Mi parve di sentire il dolce suono di una porta sbattuta, e dunque mi alzai dopo qualche altro secondo di riflessione per ricordarmi dove avevo messo il sandalo sinistro.
    Sandalo che alla fine non trovai, quindi mi presentai semplicemente a piedi nudi, curioso per quella convocazione a distanza ravvicinata e in simili orari.
    Ma come capii in pochi minuti, era presto per essere sorpresi. Non capii secondo quale logica, ma durante la notte doveva aver deciso di fare un passo piuttosto audace, quella mattina. Già dalla premessa, capii che c'era qualcosa di strano, in quel discorso.
    Quando poi si toccò l'occhio e nella luce dell'alba quest'ultimo divenne cremisi, iniziai a farmi qualche domanda a proposito. Una storia che sapevano un Kage, e un suo parente... già dalla premessa, non ci voleva un genio per capire che c'era qualcosa di problematico in arrivo.
    Peccato che principessa in esilio, fosse qualcosa di decisamente più grosso di quanto avessi mai potuto immaginare. I nobili affidavano lavori, ai Ninja. Una di loro con quelli come noi, suonava come una barzelletta.
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    Solo che non c'era nulla da ridere, nè riguardo al motivo per cui era finita là, nè per quello che era successo alla sua vecchia vita. Non dissi nulla per tutto il tempo, mi limitai ad ascoltare. Di tutte le domande che mi giravano per la testa però, quella più frequente era il perchè. Perchè era venuta a dire a noi, una cosa simile. Era una prova di fiducia d'alto livello, un rischio forse inutile. Si era sentita così in colpa con Ko? E in quel caso che c'entravo io? Mi conosceva da così poco, e in quel lasso di tempo ero solo riuscito ad irritarla. Mi aveva totalmente ribaltato ogni impressione che credevo di essermi fatto, e per la prima volta, nel corso di pochi minuti capii cosa volesse dire iniziare a parlare con una conoscente, e finire per chiedersi chi avevi davanti.
    Acquisiva senso il fatto che venisse da Tetsu, che si interessasse ai Kami, che si trovasse a disagio con atteggiamenti "plebei" come un mano che le scompigliava i capelli... ma guardando di nuovo quella ragazzina, mi trovai a dover far fronte con il mio, di sistema di valori. Mi avevano ripetuto sino alla nausea, cosa dovevo fare in presenza di personalità politiche e personalità "superiori" in genere. E non erano ricorsi solo alle parole, per far sì che non lo dimenticassi mai. Creare problemi a gente simile, era creare problemi alle Code. Un tabù che sapevo di dover evitare prima ancora di pensare.
    E io beh... di problemi ne avevo creati eccome, per quanto avessi ottenuto quella confessione che sinceramente, non sapevo come prendere. Era la prima volta dopo l'incontro con Nill, che una ragazza più piccola di me riusciva a mettermi a disagio.
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    E come scoprii per l'ennesima volta, quando perdevo il controllo di una situazione in cui non c'era la mia vita in gioco, tendevo a essere leggermente un codardo.

    ..Ho capito, Miyori-hime. La ringrazio per la franchezza, è...stata una sorpresa, le mie condoglianze per ciò che le è successo.

    Mi costrinsi a sorridere, cercando di non seguire il copione tipico di scene simili. Scappare dalla realtà in cui ero a due metri da una principessa, sarebbe solo stato un altro danno da aggiungere alla lista. Dovevo sì andarmene, ma non alla bene e meglio. Feci quindi un respiro, cercai di far funzionare quel dannato cervello che mi ritrovavo. Dovevo solo coadiuavare gli aspetti passabili del comportamento che avevo tenuto sino ad allora, e allo stesso tempo sostituire quelli che non andavano bene. Dopodichè dovevo solo entrare nel personaggio, nulla di più. Era facile, era la routine. Dovevo solo trovare la soluzione migliore.

    ..Tuttavia se posso darle un consiglio, sarebbe di non ripetere questa storia in un luogo simile. La ringrazio per il suo gesto, e mi scuso per tutti i fastidi che le ho arrecato sinora. Mi ha fatto piacere, conoscere la sua storia. Ora però è meglio che vada, la lascio sola con Ko, d'accordo? Sono sicuro che anche lui, ha qualcosa da dirle.

    Scoccai un'occhiata al draghetto, sulla linea di "scusati". Dopodichè, mi congedai con un breve inchino, e mi chiusi la porta dietro le spalle. O almeno quella era l'intenzione. Mi sentii afferrare per la mano, e nella porta socchiusa vidi spuntare un braccio. Dopodichè sentii solo qualcosa come "non sono una principessa, non trattarmi così". Al che almeno in parte mi rilassai, e cercai di sorridere in maniera più sincera.

    Non ti rovinerò l'atmosfera in pubblico, non temere. Ed eviterò pure altre sciocchezze, comportandomi normalmente. Buona... beh, direi ormai buongiorno.

    Attesi che la mano rientrasse nella porta, e dunque mi diressi verso la mia cabina, facendo lo stesso con la porta ma ovviamente finendo all'interno della stanza, stavolta.
    Dopodichè, rilasciai un sospiro tale che probabilmente avrebbe potuto uscirmi pure l'anima, insieme all'aria.
    yuukimiyo5
    Avevo fatto allusioni strane a una principessa. Avevo scompigliato l'acconciatura a una principessa. Avevo detto -chan a una principessa.
    Al che scoppiai a ridere.

    ..Una "Tsundere". Una Hime Tsundere. Ditemi che è uno scherzo, esistono sul serio?

    Mi trovai di fronte un altro mistero delle donne. Tuttavia quell'ultima reazione era una cosa positiva. Era scesa senza esitazioni dal piedistallo dopo essercisi messa per qualche motivo, e quella mano sulla porta era una mossa di certo inaspettata, ma in linea col personaggio, se stavo iniziando ad afferrarne il carattere in maniera corretta. Era sempre tutto così facile, quando dopo esserti ritrovato con dieci pezzi del puzzle, qualcuno ti rovesciava tutta la scatola addosso.
    Il divertimento era appena iniziato, forse. Per ora tutto era andato come doveva andare, potevo dire di essermi levato la seccatura della prima impressione andata a puttane. L'unica pecca era quella faccenda dell'essermene andato, ma anche a mente fredda, rimanevo dell'idea che cogliere la palla al balzo sarebbe stato troppo azzardato. Andava bene così.
    Anche se ora avevo una prigioniera che secondo il suo drago avrebbe voluto una sincera apertura di cuore, e una principessa adolescente e provata che nel peggiore dei casi aveva pensato di essersi trovata davanti un imbecille senza spina dorsale. E tutto perchè aveva iniziato con gli artigli sguainati e aveva concluso mostrando il suo lato provato dal suo passato. E ovviamente aggiungiamoci il drago che voleva fare l'adulto ma ragionava come un cucciolo. Un tris vincente.
    ...Dio, avrei dato via la mia casa per un'aspirina lì sul posto, davvero.

    [...]


    Tralasciando comunque tutti i casini del primo giorno di viaggio, c da assicurazioni due giorni dopo la partenza ci ritrovammo di nuovo coi piedi a terra, a sud del villaggio di Aurora se avevo capito bene. Prima dell'arrivo Hiruko ci rassicurò su come chiunque avrebbe trovato difficile impersonare la squadra di tre persone con cui avremmo lavorato, e che saremmo sbarcati proprio all'ingresso della prigione.
    Prima però dello sbarco vero e proprio, ci fu la terza convocazione da parte di Miyori. Vedere come sembrasse aver ripristinato il suo carattere originale, mi aiutò di molto a lenire qualsiasi senso di colpa che potesse essermi rimasto. Per il resto la mia attenzione fu presto distolta da ciò che stava dicendo, e di come volesse che imparassimo un codice al volo.
    Fissai solo Itai quando parlò della storia della madre, evitando di alzare gli occhi al cielo. Praticamente aveva appena detto che tutti i presenti potevano capire di cosa stava parlando. Potevo solo sperare Itai non le facesse la ramanzina per avermene parlato. Che tipa.

    ..Non sò quanto potrà essere utile, ma perchè no. Sentiamo.

    Feci del mio meglio per memorizzarla al volo, ma dovetti ripetermela un bel pò di volte lungo il tragitto. Tanto che prima ancora di rendermene conto, ci trovammo in mezzo a dei tizi armati.
    E la quantità di persone in giallo che mi comparvero davanti, fu la conferma di come fossimo ad Aurora, grazie alle carte di Febh. Passammo in mezzo a due file di guardie rigorosamente vestite in tale colore, e alla fine ci fermammo dinanzi a uno di quei tizi, che però a differenza dei suoi compagni era affiancato da due persone vestite in maniera diversa.
    Il primo si presentò come Arashi, totalmente scafandrato in un'armatura, e che alla fine del suo commento di benvenuto, o quello che era, si lasciò scappare delle fiamme dalla bocca. Alla faccia dei bruciori di stomaco.
    Subito dopo, si fece avanti una ragazza, o meglio una donna, che sembrava capace di manipolare le piante, o qualcosa di simile. Mi chiesi perchè non l'avessero mandata alla zona dei boschi, una così.
    Infine fu il turno dell'ultimo tizio, che si portava dietro due volatili piuttosto interessanti. Soprattutto per come fossero uccelli predatori diurno uno e notturno l'altro. Interessante scelta di quelli che palesemente non erano semplici animali da compagnia. Fu quello che mi fece l'impressione migliore, per quanto fosse anche quello che più di tutti, ci avesse detto in maniera forse ambigua, che avrebbe preferito altri accademici. Un tale Shika in particolare, mentre gli altri sembravano essere fissati con Febh e con un altro tizio. Il che aveva senso visto che erano tutti stati citati in quelle carte, ma che diamine...era come avere di fronte una scritta del "vorrei cambiare il pacchetto" a caratteri cubitali.

    Come ha detto il Capitano, siamo ciò che passa il convento e faremo del nostro meglio per non deludere le aspettative, o come nel suo caso, per superare il ricordo dei propri mentori.
    Ah, scusate, non mi sono presentato. Il mio nome è Yuki, lieto di conoscervi, spero potremo lavorare bene insieme.


    Arashi lo fissai ben poco, scafandrato com'era non c'era un granchè da studiare. Midori invece la squadrai da capo a piedi un paio di volte, persino inclinando la testa per cercare di coglierne un'inquadratura con un diverso spettro luminoso.
    Tuttavia qualcosa non mi tornava. Mi puzzava di maturità fino alle orecchie, il che non era un gran biglietto da visita. Però chissà, fino ad allora con quelle locali mi era andata male, chissà che le straniere riservassero trattamenti più formali e quindi più amichevoli. La sociologia umana era sempre affascinante nel suo creare casini.
    Per Fuu invece, per certi versi era quello che mi interessava di più. Dalle carte, il suo clan si affidava agli uccelli così come all'arco e alle frecce. Un collega, insomma, per quanto fossi ben cosciente di come dovesse essere anni luce più avanti di me come esperienza. E dubitavo di poter fare lo scolaretto in gita, in una situazione simile.
    Situazione che in sintesi era una falla nella sicurezza, tanti possibili colpevoli quanti erano i villaggi, e poche idee di base. A complicare le cose c'era inoltre la scarsa conoscenza del continente da parte mia, perlomeno.
    Forse non avevano tutti i torti, che un ninja che avesse già messo piede a Grimdad avrebbe evitato almeno dei problemi iniziali. C'era però da dire che anche con le consocenze dei nativi, si passava da zero sospettati a troppi sospettati. E in definitiva non si andava da nessuna parte.

    Piuttosto mi preoccupo di come escono dalle loro celle, prima di pensare a come facciano con gli altri.
    Perchè sono in cella, vero? Hanno qualche macchinario tirato fuori dal solito scenziato di turno che blocca ogni capacità strana, vero?
    Corruzzione, possibile? In entrambi i sensi. Sconti di pena, agevolazioni... se non sappiamo che pesci pigliare, possiamo provare con questo. Anche cercare di capire se fanno fronte comune, è un modo per capire con cosa abbiamo a che fare.


    Avevamo espresso tutti le nostre idee, ma Miyori ne tirò fuori una particolarmente...intricata. Fingersi prigionieri, e cercare informazioni così'. Era evidente che in una vera prigione, non c'era mai stata. A differenza del sottoscritto. Prima ancora di accorgemene avevo già stesso la mano per scompigliarle i capelli, ma riuscii a fermarmi a mezz'aria. Gran brutta bestia, l'istinto.
    Tuttavia ero con quella mano bloccata a mezz'aria, e non potevo mica ritirarla così. L'istante successivo dunque fissai prima la schiena della ragazza, ma mi dissi che forse non era il caso di colpirla lì, ancora troppo "familiare".
    Fissai quindi più in basso, e lasciai scorrere un sorriso divertito sul mio volto, per un attimo. Le diedi dunque un colpetto nella parte bassa della schiena, di davvero poco sopra la vita. Non c'erano rischi di punti presi male in tale zona, e per certi versi "non la stavo trattando da principessa".
    yukismile2
    Come al solito, scoprivo che mi bastava qualche ora per metabolizzare, e "Yuki-kun" tornava a essere il mio modello di comportamneto basilare. Con mia stessa sorpresa.

    Idea interessante, Miyori-san ma.... la diplomazia coi carcerati, la maggior parte delle volte comporta prestazioni che non credo tu sia disposta a concedere. Fidati.

    Rimasi in guardia per repliche fisiche, ma scherzi a parte Itai aveva anche ragione. Le congetture le avevamo fatte, ma senza vedere effettivamente con cosa avevamo a che fare, potevano anche essere congetture a vuoto.
    L'unica domanda che mi rimaneva, era sulla natura dei draghi. Stavo iniziando a pensare che la maggior parte delle leggende, erano balle pure e semplici. Un pò rassicurante e un pò deludente insieme, se dovevo essere sincero.
    In che razza di mondo vivevamo. Davvero.

     
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    Missione di recupero, parte terza

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    Rispetto

    I veri guerrieri
    non hanno ragione
    di essere crudeli.
    Essi non hanno bisogno
    di dimostrare la loro forza.
    I guerrieri sono cortesi
    anche con i loro nemici.
    I guerrieri non sono rispettati
    solo per la loro forza in battaglia,
    ma anche per i loro rapporti
    col prossimo.


    reit

    La vera forza
    di un guerriero
    diventa evidente
    durante i momenti difficili.



    Narrato
    pensato
    «Parlato di Miyori Uchiha»
    Parlato di Ko
    "Parlato di niisan Hajime Saito"
    "Parlato di Toshi Hijikata"
    "Parlato di Susumu Yamazaki"



    Frammenti del mio passato: La Stella del Porto, Paese del The

    Non furono le parole esplicite dell'onorevole Sanga, ma quello che il suo commento volutamente celava a darmi una spiacevole sensazione al riguardo; Aizo Hazuma, uno dei capi della cospirazione come avrei scoperto in seguito leggendo le carte ninja forniteci da Febh san, era stato reso inabile a sfruttare l'arte segreta del suo clan, azione che potevo comprendere e che era perfettamente logica; ma la domanda che mi ero posta era un'altra: gli shinobi di quel continente che abilità avevano utilizzato per rendere priva di alcun valore una successiva vendetta contro quella persona?
    Ero al cospetto di uno dei Divini Sanga, ma non fu l'uomo dal volto celato a rivelarmelo, sembrava che parlare di sé non fosse suo compito, ma quello dei suoi sottoposti.
    Come avrei appreso più tardi riunendo i frammenti di informazioni ed ampliandoli con quelli contenuti nella mia copia delle carte ninja, quella misteriosa persona, che rispondeva al nome di En El Hu sama, non era un vero kami o una divinità in senso più largo dell'accezione, sebbene il popolo di Himarya lo venerasse come tale.
    Il discorso dell'onorevole Sanga, riguardo le mie considerazioni che vertevano sulla missione, poteva essere riassunto in poche parole: nessun aiuto ad eccezione della squadra di supporto che avremmo trovato in loco.
    Perfetto, non mi piaceva affatto, ma me l'aspettavo.
    Peccato che i nostri avversari erano quelli che agivano in casa, mentre noi eravamo il gruppo di infiltrazione.
    Sperai che almeno i nostri nemici avessero le nostre stesse difficoltà nell'inviare richieste d'aiuto o di informazioni.
    Per come riconoscere i nostri compagni, En El Hu sama aveva il dono di celare vari strati di verità nelle sue parole.
    Sospirai mentalmente, mentre rivolgevo un lieve cenno del capo nella direzione dell'uomo dal volto coperto.
    Non avevo nient'altro da aggiungere.

    Successivamente fu Hiruko san a prendere la parola, fornendoci gli ultimi dettagli sul viaggio. Apprezzai l'accorgimento da parte dei ninja di Grimdad di farci raggiungere i rispettivi luoghi allo stesso tempo. In quel modo il rischio che una delle tre locazioni potesse avvisare le altre sarebbe stato ridotto al minimo. Che esistesse un legame tra i posti era più che ovvio, come il forte sospetto da parte mia che quella non sarebbe stata la nostra destinazione finale.

    Il nostro team si separò dagli altri non prima dei saluti di rito.
    Mi diressi verso Febh san, rivolgendogli un inchino.

    «Se doveste trovare Shinodari o avere informazioni inerenti per favore fatecele sapere il prima possibile. Come sarà nostra premura ricambiare il favore.» Dissi, mentre scrivevo velocemente qualcosa su una carta ninja che consegnai al Jonin di Oto.
    C'erano informazioni che solo io, lui e Sunako chan potevamo conoscere. In caso di necessità sarebbero state la chiave per un messaggio in codice.

    Mentre Yuki kun era intento a parlare con la ragazzina sunese, mi rivolsi sottovoce a Shaina sama.


    «Ammetto di non conoscere Shinodari san, ma farò del mio meglio per aiutare mio cugino Itai e...» volsi per un breve istante lo sguardo verso “Tanuki”, sospirando. «...Spero non ci siano troppe complicazioni...» poi rifocalizzando la mia attenzione sull'amministratrice «Questa è per voi. Posso avere la vostra promessa che non la mostrerete a nessun altro?» Chiesi, assumendo un'espressione seria, mentre le consegnavo una carta ninja. «Così saprete se dovessimo ricontrarci in un momento di dubbi che avete davanti la vera Miyori.»

    Io non ho nulla da darti, ma solo la vera Shaina sa fare questo. Mi disse, poco prima di svelarmi la sua capacità di padroneggiare la sabbia.

    Osservai con attenzione l granelli fluire all'esterno della giara che portava con sé, scivolare lungo il braccio per adagiarsi sul palmo della mano ed assumere la forma di un cobra.
    Cobra che dissipò l'istante dopo.


    Davvero notevole.

    «Grazie Shaina sama, apprezzo e ne farò tesoro.» Replicai mantenendo il tono di voce basso.

    Infine fui avvicinata dallo shinobi di Konoha che mi sussurrò un augurio...


    " Buona fortuna, Miyori degli Uchiha. "

    Sulle mie labbra affiorò l'ombra di un sorriso

    «Anche a voi, Vergil sama...»

    mormorai in risposta, mentre si allontanava.


    Frammenti del mio passato: La Belva Azzurra

    All'uscita dalla “Stella del Porto”, qualcuno si unì al nostro gruppo.
    Yogan, il drago compagno di Itai.
    Li osservai discorrere tra loro, rivolgendo un'occhiata al piccolo Ko.
    Chissà cosa stava pensando il draghetto.
    Yogan era una creatura davvero maestosa, in grado di seguirci in volo per tutta la traversata via mare.
    Rivolsi un sorriso gentile al cucciolo; essere piccoli non era facile nel nostro mondo.
    Mentre ci dirigevamo alla nave, notai un certo interesse da parte di Yuki kun verso il cucciolo di drago che svolazzava accanto a mio cugino.
    Era come se il ragazzo di Suna si fosse trovato davanti la materializzazione di qualche antica leggenda.
    Potevo comprenderlo, in fondo io stessa avevo avuto un'espressione sorpresa quando mi era comparsa davanti una fenice.
    Solo che io quella volta non avevo sommerso di domande la povera creatura.
    Per quanto mi stessi guardando attorno con sguardo vigile, poiché non potevo escludere che la nostra presenza non avesse attirato l'attenzione di qualche spia, non potei fare a meno di sentire la replica abbastanza concitata di Ko chan.


    Ehi, ragazzino ninja... che ne dici di riprendere fiato? Sai che potrei farti anche io le stesse domande? Tu, ti chiami Yuki, Tanuki oppure hai un nome segreto? Perché quando sono venuto precedentemente a Suna, tu non c'eri? Sei nativo del villaggio o hai qualche super misteriosa storia da raccontarmi? Anche in privato se ti imbarazza... E poi... vediamo... come sei finito qui? Non mi sembra tu abbia legami con Shinny... o mi sbaglio?

    Fissai stupita il cucciolo che sembrava non riprendere fiato, rivolgendo un'occhiata interrogativa a Itai, sul tipo “ma fa sempre così?”

    Ah, si, ma tu ragazzo ninja volevi sapere qualcosa di me. Mi chiamo Ko, e sono un drago dei ghiacci. Mi piacciono molto gli zaffiri anche se mi posso accontentare di gemme di minor valore, cosa che mi aspetto come ricompensa per aver soddisfatto la tua super gigantesca curiosità. Ce ne sono altri come me? Ovviamente si. O pensi che il mondo sia popolato solo da voi umani? Accompagno Itai perché lei è una mia amica, non potevo restare a guardare senza poter fare nulla. Io e Shinny siamo legati da qualcosa di più di un semplice patto di sangue, la nostra è una profonda amicizia, nata da un rapporto di reciproca fiducia, quando salvò un cucciolo di drago d'ombra ferito gravemente. Sai, lei è una ragazza medico... Vivo con lei da qualche anno. I miei genitori mi hanno affidato a lei, perché voglio diventare la sua più forte evocazione, perché voglio proteggerla come lei ha fatto con me. Soddisfatto ragazzo tanuki?

    Quelle ultime parole mi colpirono profondamente...
    Amicizia...
    Rallentai il passo, riflettendo su quell'affermazione.
    Io che avevo da poco creato un legame di sangue con le antiche creature del mito, sarei riuscita ad ottenere con il tempo la loro amicizia come era riuscita lei con il draghetto?
    Sospirai...
    Avevo ancora tanta strada da percorrere e tante domande a cui dare una risposta.

    Una volta raggiunta la nave rimasi ad osservarla con attenzione, quasi con un misto di meraviglia.
    I viaggi in mare ogni volta erano un'esperienza unica.
    L'oceano aveva molti racconti da poter dipingere sul mio quaderno dei ricordi.
    Salii sulla passerella con passo svelto affrontandomi a raggiungere il gruppo, proprio nell'istante in cui sembrava essere nata un'altra di quelle fitte conversazioni tra Ko chan e Yuki kun.


    Vuoi che ti parli di lei? E' una richiesta accettabile, ma ad una sola condizione, che possa partecipare anche la ragazzina ninja. Sospetto che anche lei conosca quasi nulla di Shinny.

    Improvvisamente mi sentii sgradevolmente al centro dell'attenzione.

    Ragazzina ninja? Io?

    Stavo per replicare, quando mi accorsi di una strana occhiata, oserei affermare “complice”, che intercorse tra il draghetto e il sunese.

    Ma nella tua cabina no, ragazzo tanuki. Preferisco quella di una bella ragazza, non sei d'accordo con me?

    E senza neppure riuscire a dire una parola, tanto ero diventata rossa dall'imbarazzo, mi ritrovai il pestifero cucciolo di drago tra le mie braccia, che mi fissava con quegli occhi color smeraldo dallo sguardo disarmante.

    Solo per scambiare quattro chiacchiere... per favore... la prima volta che conobbi Shinny aveva all'incirca la tua età... un po' me la ricordi...

    Eh, no, questo era un colpo basso. Ma sul serio quello era solo un cucciolo?

    Feci un profondo respiro, in segno di resa.


    «Itai, Hiruko san, spero non sia un problema se ci assentiamo per qualche tempo.» Osservai in tono educato.

    « No no, tranquilla, comunque avremo tempo per parlare e organizzarci. Ma non metteteci troppo » Rivolsi un leggero cenno del capo nella direzione di mio cugino, per poi rivolgere la mia attenzione verso i due cospiratori.

    Ora tutto stava a capire quale fosse la mia cabina, sempre che non ce ne fosse stata assegnata una comune, ma di quello se ne occupò Yuki, ponendo la domanda direttamente a Hiruko san, facendo salire maggiormente il mio imbarazzo.

    Vogliamo andare, signorina?

    Gli scoccai un'occhiata sospettosa, non mi piaceva quel suo sorrisetto divertito.
    Mi porse la mano e in un altro momento, se non avessi pensato che mi stesse prendendo in giro, io gliel'avrei data.
    Senza rendermene conto avevo liberato una delle mani per porgere la mia, ma poco prima di sfiorare la sua, la schiaffeggiai.


    «Non sono una bambina, so camminare anche da sola.» Replicai risentita, sorpassandolo per seguire il marinaio incaricato di guidarci alla mia cabina.

    Quando l'uomo ci indicò la porta in questione, notai rivolgerci uno sguardo che non mi piacque affatto, per cui per evitare altro imbarazzo rapidamente aprii la porta cercandola di chiuderla alle mie spalle prima che qualcuno entrasse a sua volta.
    Peccato che il “qualcuno” in questione frappose il suo piede impedendomi di lasciarlo fuori.


    ...Vorrei chiarire che non l'ho richiesto io, il colloquio a tre, non serve essere così tesi. O è ancora arrabbiata per il saluto?

    Divenni ancora più rossa.


    «Entra!» sibilai afferrandolo per la manica se non si fosse sbrigato ad entrare.

    Una volta all'interno lo fissai con sguardo rovente.

    «Ancora non comprendi vero?» Sospirai «Puoi darmi del tu ormai...» rivolsi un'occhiata rassegnata alla porta. «...beh mica poso ucciderti per essere qui con me, nella mia stanza, da soli, giusto?» Poggiai delicatamente Ko sulla mia brandina sedendomi a mia volta.

    «E' molto complicato Yuki kun, ma al momento la missione viene prima di tutto, anche prima del mio imbarazzo nei tuoi confronti.» Ammisi, con un profondo sospiro.

    L'idea di Yuki per raccogliere informazioni su Shinodari era molto semplice, conoscevo io stessa la tecnicaInterrogazione Mentale
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre (Veloce)
    L'illusione si attiva Tramite il contatto con la vittima. L'utilizzatore sarà in grado di interrogarla mentalmente, cercando di estorcerle le informazioni direttamente dalla propria psiche; sarà impossibile mentire. Può essere utilizzata anche su bersagli incoscienti. Per resistere all'aggressione è necessario spendere un consumo di chakra pari a Medio ad ognuna di esse.
    L'efficacia è pari a 30. Non è possibile utilizzarla durante uno scontro.
    Tipo: Genjutsu - Tameshi
    (Livello: 4 / Consumo: Mediobasso )
    [Da genin in su]
    di cui voleva avvalersi.

    Solo, non è che posso includere altre persone, nel processo...

    «Non è propriamente esatto.» Lo interruppi. «Parteciperò anche io, visto che in un certo qual modo mi sono ritrovata coinvolta nei vostri piani.» Li fissai entrambi con l'aria di chi non avrebbe accettato un no come risposta.

    Per me va bene, ragazzo ninja. Risponderò, ma se qualcosa non mi piacerà interromperemo tutto.

    Furono le sue condizioni.
    Ma per me non era facile evitare di lanciare occhiate roventi nella direzione di Yuki kun, non dopo la sua velata battuta.


    «Sopra!»
    Esclamai, tagliando corto, sfiorando la mia mano sulla sua, poggiandole entrambe sulla testa del draghetto.

    Quindi per iniziare, ti và di parlare un pò di come hai incontrato Shinodari? Come ha trovato un drago d'ombra, e come l'ha salvato?

    Sono trascorsi quattro o forse cinque anni da allora, difficile fare un conto in base al vostro calendario umano. Shinodari venne da noi accompagnata da uno della sua razza, un occhi bianchi... Era il suo esame, era nostro compito vedere se avesse le qualità giuste per sigillare un contratto di sangue con noi. A quel tempo diffidavo degli umani e mi volli divertire alle spalle della ragazza ninja, fingendomi l'esaminatore e ponendole tante domande su noi draghi. Domande a cui lei seppe dare risposte esaurienti. Poi... per un istante mi parve di vedere le scaglie sotto gli occhi tingersi di porpora, ma fu giusto un attimo ...apparve il vero esaminatore, mio cugino Ryukage. Lui è un drago d'ombra e per comprendere l'animo di Shinny gli mostrò un cucciolo ferito gravemente. Vidi con i miei occhi come si prodigò per salvargli la vita, e seppi in quel momento che mi sarei potuto fidare di lei. Non ci vedeva come creature da evocare per combattere in sua vece, ma come compagni...no, come amici...

    Quelle parole, mi ricordarono i cuccioli ancora non nati delle fenici che erano stati rapiti.
    E così era stato quello il loro primo incontro.


    «Yuki kun, preferisco aspettare. Vai avanti pure tu con le domande.» Replicai, notando la curiosità del mio compagno.

    Ko, eri con loro, quando è stata rapita? Puoi farmi una sintesi di cosa è avvenuto nella sua ultima missione?

    Lo vidi rabbuiarsi, evidentemente non gli piaceva ricordare.

    Era una missione di indagine. Shinny, assieme a Shaina chan, Febh e Yami erano stati contattati dall'Accademia per rispondere ad una richiesta da parte di Grimdad. In una sorta di tempio, un luogo dove si riunivano quei tizi dai vestiti colorati, erano avvenute morti sospette e per evitare attriti tra i vari villaggi, fazioni o quello che era, in pratica avevano chiesto l'aiuto di estranei. Persone che, a detta dei miei compagni umani, potevano essere benissimo sia sacrificabili che delle vittime in caso di problemi, contrasti. L'Albero Bianco, era quello il luogo, ma non vi hanno fornito dati sulla precedente missione di Shinny? In ogni caso trovarono una serie di piste che portavano verso una serie di grotte, caverne sotterranee e qui purtroppo non posso dirvi di più. Non ero con lei quando è stata rapita. Io ho ricevuto la notizia dopo la sua scomparsa. Sebbene abbia percepito una sorta di distacco, non saprei come spiegarlo. Non ero in forma di evocazione per cui per avere una risposta più precisa dovreste interrogare i miei fratelli draghi. Purtroppo non ho notizie neanche di loro. Siamo tutti preoccupati in famiglia.

    Mi spiaceva per Ko, per quello che stava provando. Rivivere quei fatti anche se per aiutarci a capire meglio la situazione doveva costargli molto caro.
    Mi chiesi se Yuki lo capiva o era troppo preso a fare domande su domande al cucciolo.


    Poi..sarebbe utile, sapere qualcosa di suo che potrebbe conoscere solo lei. Un modo per confermarne l'identità, insomma. Sai dirmi qualcosa a riguardo?
    Tipo, chi erano i suoi genitori? O perché ha tradito Konoha?


    Erano domande molto personali...

    Ko sembrò rifletterci su ancora una volta.


    Shinny è l'erede di un clan molto particolare. Lei è in grado di utilizzare le ombre per creare costrutti, armi, difese e quando si arrabbia le sue iridi cambiano colore virando sul nero. Quella caratteristica degli occhi è ereditaria, da parte di madre. Vedete il padre è un ninja medico di Konoha, ma la madre, lei non era originaria del villaggio. Da quello che ho capito per anni si era finta una normale persona, che si occupava della casa e di cose come ikebana o simili... e, invece, era una shinobi e il suo desiderio era che la figlia imparasse i segreti del loro clan. Perché ha tradito Konoha? E' complicato, dovreste chiederlo a qualcuno che lo sappia meglio, forse Shaina chan lo sa o... beh, lui credo lo sapesse, ma è morto... Yami kun... Posso dirvi che lo fece per salvare un suo caro amico, un occhi bianchi, ma non riuscì... lui morì e lei fu imprigionata a vivere ad Oto... A vivere accanto alla persona che in qualche modo aveva decretato la fine del suo amico... Sayaka Okamikumo... Avete mai sentito parlare del torneo di Oto? Il primo torneo di Oto? Quello che ci raccontò dopo mi fece gelare il sangue. Le prove, quella sorta di tortura, e io volevo sul serio vivere in quel mondo? Beh con il tempo ha imparato ad amare quel villaggio, ma è così diverso da lei... Eppure si è sempre data da fare per rendere quel villaggio un luogo dove gli shinobi non fossero degli strumenti...

    Ancora una domanda...

    ...Non ha mai cercato vendetta?

    Vendetta?

    Scoccai un'occhiata interrogativa a Yuki.

    Ko non era un sospetto e Shinodari era la vittima, ok a voler conoscere i fatti, ma qui si stava andando sempre di più sul personale.


    No, ragazza ninja non è quel tipo di persona. Lei ha parenti a Konoha e non potrebbe mai far loro del male. Sebbene quei parenti non siano accorsi in suo aiuto ora che ne ha bisogno. Percepii una punta di amarezza nel tono della sua voce.

    Potevo comprendere... Solo Itai era venuto e lui ora abitava a Kiri.

    E questa...Sayaka, è ancora a Oto?

    Ko scosse il muso.

    E' morta, uccisa da due shinobi. Ma non credo che questo possa interessare per le ricerche ragazzo ninja.

    In effetti, aveva ragione.

    Doveva essere dura, a Oto. Solo Febh e quel tizio strano col cappello sono venuti, oggi. Come ha fatto a mantenere quella natura gentile, in un posto simile?

    Da quanto conosce Shaina-sama? Non l'ho mai vista così seria...o meglio, mai così seriamente determinata a voler far qualcosa.

    Anche lei è una ragazza di stampo "una donna al potere, basta e avanza"?

    Mi domandai per quanto ancora avrebbe retto il cucciolo.

    png
    Febh san e Ledah, sono amici di Shinny. Shaina chan è la sua migliore amica, lo trovi strano ragazzo ninja? Tu cosa faresti se una persona a te cara fosse in pericolo? Non faresti di tutto per salvarla? O sei solo capace di fare domande? E per quanto riguarda quella domanda sulla donna al potere, non ho capito, ma posso dirti che Febh san è ora l'amministratore di Oto e un'ultima cosa... pensi che queste domande te la faremo riportare indietro se la incontrerai? Lo vidi poggiare una zampa sul palmo della mano di Yuki. Una sola ultima domanda e poi basta.

    «L'ultima la farò io.» Mi intromisi. Mi era tornato alla mente il discorso tra Ko e l'amministratrice di Suna. «Chi è Ryutsuki? Perdonami, ma non ho potuto fare a meno di ascoltare quel nome mentre Shaina sama lo pronunciava.»

    Lo vidi tremare, come se stesse combattendo per evitare di rispondermi. Lui... è... un parenTE! BASTA!!!!! urlò cercando di divincolarsi da noi.

    Tolsi la mano interrompendo la tecnica, fissando sorpresa il drago.


    Ci sono cose private che devono restare tali, ok? Continuava a tremare, mentre si acciambellava in un angolo del letto.

    «Scusami Ko, non pensavo...» furono le mie sole parole, poi uscii dalla cabina quasi correndo fuori.

    Dannazione! Ero stata indelicata, proprio io che sapevi cosa significasse nascondere la propria storia.

    Poggiai la meni sul parapetto della nave cercando di respirare e calmare le mie emozioni.


    Frammenti del passato di Ko: Cabina di Miyori

    CITAZIONE
    Il cucciolo di drago non riusciva a smettere di tremare. Accettando di subire quell'interrogazione aveva messo a rischio la sicurezza di Ryutsuki. Aveva in parte svelato il più importante segreto di Shinodari.
    A malapena sollevò lo sguardo verso Yuki, che era rimasto nella stanza atteggiandosi a ragazzo maturo, a chi credeva di avere la ragione dalla sua parte.
    Lo apostrofò con parole dure, rammentandogli che quello che aveva fatto era per il bene di Shinodari, per poterla riportare indietro.


    A dopo allora.

    Il drago emise un acuto sibilo.

    Fermati ragazzo ninja! Ora parlo io! O sei capace di sostenere solo una conversazione a senso unico? Aveva assunto un'espressione indecifrabile, anche se era difficile capire l'animo di un drago per chi non conoscesse quelle creature. Chiudi la porta, non vorrai che la gente si interessi di qualcosa che non la riguarda affatto. Attese che Yuki facesse come richiesto poi continuò. Tu sei qui solo per dovere non è vero? Non sei legato a Shinny, ma credi di sapere cosa passi nell'animo di chi veramente tenga a lei. Itai, Shaina, Febh, Ledah e anche Hoshi e Vergil sono legati a lei, chi più chi meno, ma tu... sei solo uno shinobi in missione. Parli senza sapere, pensando che quelle domande possano farti riconoscere come un salvatore e non come un nemico da lei, ma ti sbagli di grosso. Per mesi l'ho cercata fino ad esaurire le mie energie, trascinandomi indietro nell'unico posto dove potessi tornare, da Ryutsuki. Tu definisci il nostro rapporto padrona, servo, ma non è così che funziona con il nostro popolo. Il legame si basa sull'estrema fiducia. Io sarei disposto a dare la vita per lei, come lei lo sarebbe per noi. Siamo amici, compagni, se non comprendi questo, non comprenderai mai lei. Per Shinodari la vita è prima di tutto, per Shinodari è la persona che conta non il coprifronte che lo etichetta. E quello che vi ho rivelato a causa della domanda di Miyori, che di certo non poteva saperlo, è il più importante segreto di Shinodari. Contento? Volevi una carta vincente dalla tua per farti riconoscere? E' quella. Per quanto riguarda accompagnarti, d'accordo verrò con te dovessimo restare separati dagli altri, ma se la troveremo non sarà la mia presenza ad aiutarti con lei. Sarete tu e lei, e vediamo se quei racconti ti serviranno o forse basterebbe solo aprire il tuo cuore. Un'ultima cosa, sono in grado di prendere da solo le mie decisioni.

    Alla fine anche il cucciolo non aveva più ne' la voglia ne' la forza per controbattere.
    Rimase in silenzio fino a quando la porta non si chiuse, lasciandolo solo nella cabina della kunoichi di Konoha.


    Io la mia decisione l'ho già presa, Yuki... Non sono io quello che potrò aiutarla, non mi è permesso combattere questa battaglia, purtroppo potrò solo stare al tuo fianco quando sarà, nulla di più...

    Frammenti del mio passato: La Belva Azzurra, parte seconda

    Quella notte non riuscii a dormire. Lasciai la cabina al cucciolo e io mi trovai un angolo di quella nave dove potessi disegnare in tranquillità. Era un modo per riflettere, per ricomporre i frammenti di informazioni, per trovare una soluzione per far pace con il draghetto.
    Poco prima dell'alba decisi di andare alla ricerca di Yuki; in un certo senso quella era l'unica idea che mi era venuta in mente.
    Mi sentivo in imbarazzo a chiedergli di venire nella mia cabina, ma poteva essere un primo passo nei confronti di entrambi.
    Ma quel primo passo non fu affatto facile, come purtroppo scoprii di lì a poco.
    Lo trovai nella sua cabina e per tutta risposta se ne uscì con una delle sue solite battute, che gli procurò una porta sbattuta in faccia.
    Beh, sapeva dove trovarmi.
    Quando si presentò, non diedi segno di notare che era a piedi nudi...
    Se a lui andava bene girare così, di certo non me ne sarei fatta io un problema.
    Lo feci accomodare dove preferiva, non che ci fosse tutto questo posto, ma almeno lo spazio era sufficiente per due persone e un cucciolo di drago.


    «Ko chan, Yuki kun...» esordii, rivolgendo lo sguardo prima all'uno poi all'altro. «Credo sia giusto che vi racconti una parte della mia storia, una parte della mia verità... Forse non potrà farmi perdonare da te, Ko per la mia domanda indelicata, e forse Yuki riuscirai a capire il motivo del mio imbarazzo, ma è quello che io sono... è nel mio passato...» Inspirai profondamente «Quello che sto per raccontarvi, ne è a conoscenza solo Itai... e in parte il Mizukage...» spiegai...

    Vivere in una gabbia dorata con pochi contatti con l'esterno... per me anche il semplice accarezzare i capelli era un gesto a cui non ero abituata, che non sapevo come gestire... sperai che Yuki ora lo comprendesse, dopo aver saputo...

    Mi tolsi la lente mostrando la mia iride cremisi...


    Miyori Hime...

    Faceva male sentire quel titolo.
    Non volevo essere chiamata così, non volevo che Yuki kun lo utilizzasse.
    E non volevo neanche le sue condoglianze.
    Se l'avessi fatto, allora avrei dovuto accettare la possibilità che lei fosse morta quel giorno, e non volevo farlo... Nutrivo ancora la speranza che mia madre ed anche il mio fratellastro si fossero salvati, per quanto non avessi nessun legame con quel ragazzino.

    Ci sono momenti in cui essere addestrati a comprendere le emozioni umane è solo una dannatissima fregatura, sebbene non avessi bisogno di chissà quale interpretazione riguardo ai suoi sentimenti.


    «Non vi preoccupate, Yuki san, sono perfettamente consapevole dei rischi che ho corso nel rivelarvi la mia storia.» replicai con voce atona, non riuscivo a guardarlo negli occhi.
    Percepii i suoi passi che si allontanavano.
    Senza accorgermene, agii d'impulso, scattai verso di lui afferrandogli la mano, mentre lui aveva già varcato la soglia.


    «Non sono più una principessa, non trattarmi come tale. Io sono semplicemente Miyori... Miyori Uchiha...» gli dissi cercando di non far vibrare la voce.

    Non ti rovinerò l'atmosfera in pubblico, non temere. Ed eviterò pure altre sciocchezze, comportandomi normalmente. Buona... beh, direi ormai buongiorno.

    Sollevai lo sguardo verso quel sorriso che in un certo senso poteva essere definito quasi sincero...
    Mi sarebbe dovuto bastare.
    Lasciai andare la mano, lo lasciai andare, chiudendo la porta e appoggiandomi con la schiena.
    In fondo lo sapevo, la mia era una vita di solitudine se non avessi voluto vivere nella menzogna.
    Era stato egoistico da parte mia rivelargli il mio passato...
    Cosa avevo sperato davvero? Cosa volevo? Cosa mi aspettavo da lui?
    Non comprendevo, non capivo più nulla...
    Respirai a fondo.
    Volevo un amico, in quel mondo che faticavo a comprendere.
    Che idea stupida.
    Nessuno mi avrebbe accettato per quello che ero realmente: una principessa ninja, davvero ridicolo, e Yuki me l'aveva dimostrato in pieno.
    Alla fine per quanto fosse stato imbarazzante il chan mi piaceva, anche se non era un parente a usarlo, ma quello che pensavo fosse un amico.

    Umani e draghi provano sentimenti simili, piccola kunoichi; ma per ora voglio parlarti di un altro piccolo shinobi. Anche Ryutsuki ha passato quello che ora stai provando tu. Sollevai lentamente lo sguardo verso il drago. Te la senti di sederti accanto a me e ascoltare una storia? E' il minimo visto quello che mi hai rivelato. Shinodari capirà, ne sono sicuro. Lo fissai sorpresa, ma mi limitai ad annuire.

    Serrai la porta con il catenaccio e mi sedetti affianco a Ko.


    Ryucchan è di circa un anno più piccolo di te, almeno nell'aspetto esteriore. Non ricorda nulla del suo passato, fino a tre anni fa. Gli fu raccontato di essere stato trovato nel paese della notte terna, un luogo mistico, ormai perso nelle memorie di pochi. Pur essendo solo un bambino è stato cresciuto come uno shinobi dalla madre di Shinny, che non gli ha risparmiato nulla della vita. Ha sempre pensato che poteva farcela da solo, che avere amici fosse una debolezza fino a quando non ha incontrato Vergil. Lui è stato il suo primo amico. E ti assicuro che non è stato facile per lui comprendere questa cosa, come non lo è per te. Considera Shinodari come sua sorella minore e, anche se finge di non ammetterlo, le è molto legato, come lo era con Yami. Quando morì, Ryucchan crollò, fu un periodo duro per lui. Vedi Yami in qualche modo lo sentiva vicino, come un fratello maggiore per quanto, in realtà, non si conoscessero bene; ma c'è dell'altro, quello che non intendevo rivelarti con quella tecnica. E' un segreto importante, però anche tu hai messo in gioco la tua vita, per cui ascolta, ma prima giura su quanto hai di più caro che non lo rivelerai a nessuno. Siamo intesi?

    Su quanto mi era di più caro...

    «Giuro sui Kami, sulle persone che considero la mia famiglia, su quello che sono che non tradirò mai la tua fiducia Ko, ne' rivelerò mai questo segreto...»

    Percepii il suo sguardo per qualche istante su di me, poi abbassando il tono della vice cominciò a raccontarmi la storia di Shinodari e di Ryutsuki...


    Isola Prigione di Fhemali

    Qualche tempo prima dello sbarco avevo chiesto ai miei due compagni di vederci ancora una volta, lontani da orecchie o sguardi indiscreti.
    Durante il resto del viaggio avuto il tempo necessario per voltare pagina, trascorrendo quelle ore nella meditazione, nei kata con la katana e cercando di ottenere qualche informazione in più da Hiruko san su Grimdad, per completare i dati trascritti nelle carte ninja copiate da Febh.
    Al momento la missione veniva prima di tutto.
    Una volta che ci fossimo accertati di poter parlare liberamente, spiegai loro il motivo della mia richiesta.


    «Non possiamo essere certi che non ci separeremo, per cui vorrei che vi imparaste questa filastrocca, in essa sono contenute le parole chiave per decifrare una sorta di codice... in caso dovessimo passarci informazioni confidenziali o dovessimo far arrivare un messaggio ad uno di noi quattro. Si, Ko, anche tu fai parte del team.» Gli sorrisi «Nacque come un gioco quand'ero piccola, ma poi si trasformò in una necessità per poter parlare con mia madre, per esprimere liberamente i nostri pensieri senza che altri sapessero la verità dietro quelle normali parole scritte.»

    Ora che i presenti conoscevano la verità, almeno con loro potevo parlare liberamente, senza sotterfugi.
    Attesi che imparassero l'intera sequenza e poi rivelai le parole chiave e come utilizzarle per dare vita ad un codice.


    «Non posso garantire che non venga decifrato, ma in ogni caso ci darà un certo vantaggio.» Considerai seria.

    Quando Itai mi chiese di scambiare due parole in privato, in un primo momento pensai che volesse chiedermi spiegazioni sull'aver rivelato qualcosa della mai storia a Yuki, invece, il motivo era un altro.
    Mi spiegò il suo comportamento, un comportamento in un certo senso da Oniisan. Ma man mano che parlava, le sue parole acquistarono sempre più una logica che non potevo negare.


    «Itai, grazie per le tue spiegazioni. Non sentirti in colpa, non è stato un atteggiamento egoistico... a dire il vero... in un certi senso lo ho apprezzato. Non sono abituata ad avere una vera famiglia, ma questo gesto mi fa capire quanto abbia perso in questi anni. Speravo di poterci conoscere in altre circostanze, ma va bene così. Solo...» un velo di tristezza rabbuiò il mio sguardo «...Spero non debba pentirti mai di questa tua scelta. Io non ho paura dell'inferno, l'ho visto e provato su me stessa, ma... quello che sono, la mia eredità di sangue ha causato troppo dolore a quelle persone che mi sono accanto da quando ero appena una bambina. Non voglio che possa accadere a te o ai tuoi cari.» osservai con sincerità.

    Quando sbarcammo mi guardai alla ricerca dei nostri nuovi compagni.
    Certo l'accoglienza che ottenemmo non fu delle migliori.
    Si notava lontano un miglio che sperassero di vedere qualcun altro al nostro posto.
    Squadrai con attenzione il colorato terzetto, socchiudendo leggermente gli occhi.
    Un tizio in armatura che emetteva fiamme azzurre dalla bocca, una seducente ragazza dal pollice verde e un giovane con al seguito due rapaci.
    Mi costrinsi ad assumere un atteggiamento controllato per quanto frasi del genere erano il miglior modo per indisporre qualcuno.
    Yuki fu il primo a presentarsi dopo un commento di Itai circa la morte di Yami, notizia che avevo precedentemente appreso da Ko.


    «Miyori Uchiha...» mi presentai a mia volta, rivolgendo loro un inchino formale. «Signori, voglio sperare che non siate tipi che valutino solo le apparenze... Avete ragione, non siamo chi speravate fossimo, ma pensate che potremo riuscire a collaborare senza inutili pregiudizi?» Osservai sostenendo il loro sguardo.

    Il piano d'azione sarebbe stato deciso durante la nostra traversata del ponte, il collegamento via terra con la prigione.
    Mentre camminavo riflettei su quello che ci avevano detto, o meglio che avevamo avuto modo di ascoltare visto che sembrava come se fosse una conversazione a tre piuttosto che a sei o sette, se si contava anche Ko.

    ...Otto...

    Mi corressi mentalmente ricordando la presenza della "cucciola" di drago appena uscita dall'uovo.
    Inarcai un sopracciglio nell'osservare Yogan.
    Alla faccia della discrezione, sorrisi tra me.

    Inutile prendersela con il team di Grimdad.
    Il sunto dell'intero discorso era che eravamo al punto d partenza, anche dopo le loro spiegazioni.


    «In definitiva ci state dicendo che tutto è possibile. Che non abbiamo una straccio di indizio di come avvenga questo via vai da e per le prigioni. E di certo se entriamo così dubito che qualcuno voglia collaborare. Lo prendete come un gesto scortese da parte mia se vi chiedessi di essere meno appariscenti? L'ideale sarebbe che non veniste identificati in base alla vostra terra di appartenenza... e... ehm.. quei colori che indossate vi etichettano fin troppo bene...» sottolineai cercando di non sembrare troppo maleducata. «L'ideale sarebbe provare ad entrare come se dovessimo scontare una condanna, solo che in quel caso servirebbe un modo per occultare le nostre armi... quelle visibili... Avete dei contatti nelle prigioni? Una planimetria della struttura? E' possibile varcare quei portoni senza che l'intero complesso sappia chi siamo veramente? Preferirei evitare la via sottomarina, in quanto non ho le branchie e il mio stile è più adatto alla terraferma. Per quanto riguarda la via aerea, saremmo fin troppo visibili in effetti. E se possibile non credo sarebbe molto saggio da parte nostra aprirci la strada combattendo, almeno non all'inizio. Sarebbe un inutile spreco di risorse. Per quanto ne sappiamo potremmo trovare di tutto all'interno. Anche il direttore che mostra all'esterno solo una facciata di comodo di quello che accade in realtà all'interno.» Ci avevano detto troppo poco e avevamo troppo poco tempo per un piano a lungo termine. Probabilmente non ci restava che improvvisare per quanto la cosa non mi piacesse affatto.

    «D'accordo niente ingresso da prigionieri, anche se qualcuno dei "prigionieri" potrebbe sapere qualcosa sul misterioso via vai. Preferivo la via diplomatica sull'ottenere informazioni...» sottolineai in risposta all'obiezione di Itai, sebbene era meglio cominciare a pensare ad un modo per uscire fuori da quella dannata prigione una volta svolta la nostra missione.

    E per poco non fulminai con lo sguardo Yuki, quando ebbe la bella idea di darmi una pacca sulla schiena poco sopra la vita.

    La vera forza di un guerriero diventa evidente durante i momenti difficili. ripetei mentalmente allontanando la mano che istintivamente si stava stringendo sull'impugnatura della katana.
    Piuttosto scoccai un'occhiata penetrante al sunese.


    La diplomazia coi carcerati, la maggior parte delle volte comporta prestazioni che non credo tu sia disposta a concedere. Fidati.

    Quelle parole mi rimasero impresse per un bel po'.

    Possibile che Yuki conoscesse il significato della prigionia?
     
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    È colpa tua. Ratty

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    [Paese del the]

    Quando Miyori gli si avvicinò per scusarsi (o perlomeno lui intese a quel modo le sue parole) lui si limito a grugnire qualcosa sul genere: Ti assicuro che in questo preciso momento non mi importa minimamente degli avversari. Mi basta risolvere in fretta tutta questa faccenda. Dopodichè la laciò perdere, tornando a concentrarsi sui ninja di Grimdad. Tutto intorno si consumavano scenette irritanti come la nana sunese che lanciava scarpe o strani discorsi tra Shaina e Miyori. A lui non interessava nulla di tutto questo, ed era già atanto se aveva lasciato perdere quel folletto irritante e il suo degno amico.

    La risposta del Sanga lo fece accigliare, ma si immaginava che non gli avrebbero concesso qualche minuto in allegria con il prigioniero immortale, quindi scrollò le spalle, pur legandosi al dito quel piccolo svago che gli veniva negato. Intanto quelli spiegavano un pò meglio la situazione. I luoghi dove andare erano distanti, quindi anche se formalmente tutti quei ninja erano ingaggiati nella stessa missione, sarebbero alla fin fine stati divisi in tre gruppi distinti, separati e senza possibilità di comunicare tra loro. Almeno fino alla fine della missione.

    Allora noi saliremo sulla Luce Minore. Disse concisamente, una volta terminato. Facendo un pò di conti, sarebbe finito in squadra con il tappo rosso e con il pazzo. Due Sunesi quindi, il che non era una brutta cosa se si trovavano sottoterra, con roccia da plasmare. Sempre che ne fossero in grado. Non avrebbe detto altro fino all'imbarco, fatto salvo un cenno con la mano, a pollice alzato, verso Shaina. Sperava sinceramente di non dover strappare la lingua a quel rompiscatole della Sabbia che si ritrovava come compagno.

    [La Luce Minore]

    Due giorni di viaggio da riempire alla meglio. Febh li avrebbe passati quasi interamente sul ponte o nella sua cabina, perennemente assorto e taciturno. A differenza del solito non avrebbe nemmeno mandato le sue lucertole in giro per la nave per cercare informazioni o divertirsi. Non riusciva a essere il solito sè stesso, non in quella situazione.

    Quel pomeriggio Hoshikuzu gli si avvicinò, chiedendo di vedere le carte ma in realtà intenzionato a indagare sulla missione all'Albero Bianco. Febh lo fissò a lungo, per poi lanciargli le carte ninja con le informazioni. Inizialmente non disse nulla, ma poi sbuffò. La missione all'Albero Bianco è stata un casino come pochi. iniziò quello che sarebbe stato un lungo discorso.

    Io, Yami Kaguya, Shinodari e Shaina eravamo stati convocati in una specie di città-tempio, chiamata Albero Bianco, dove da qualche tempo avvenivano strani omicidi. Molti omicidi in effetti. Alcuni causati dal veleno, altri dal fuoco, altri ancora da armi che ricordavano delle code o delle chele...o roba simile.

    Gli omicidi si susseguivano da diverso tempo, e dato che all'Albero erano riuniti dei rappresentanti di tutti i villaggi, tranne Nuctem, ovviamente c'era tensione, nessuno si fidava degli altri, se non dei propri compaesani, e nemmeno sempre. Per questo avevano chiamato degli esterni..noi.

    Scoprimmo che alcune delle vittime avevano qualcosa in comune: avevano preso in biblioteca dei libri su alcuni argomenti..uno su tutti: Il Culto dell'Occhio Blu. A tutt'ora non sappiamo bene cosa sia, ma dovrebbe essere una vecchia religione che venerava una specie di portale verso altri mondi, o roba simile. Ad ogni modo, alla fine venimmo a capo della situazione, più o meno.

    C'erano due gruppi in azione. Alcuni erano delle specie di ibridi, metà umani e metà rettili, con la capacità di usare la pelle dei morti per nascondercisi all'interno indipendentemente dalla loro stazza, e poi spacciarsi per persone normali, senza che nessuno sospettasse nulla. L'altro gruppo era formato da alcuni di Mizukumi e chissà chi altro, che voleva abbattere i Sanga e ripristinare il custo dell'occhio blu, o almeno crediamo..in ogni caso miravano a sovvertire l'ordine costituito e dare il via a una guerra di conquista.

    Entrambi i gruppi, però, volevano ottenere alcune pietre conservate nella tesoreria del Tempio. Non riuscimmo a sventare il furto, ma ci eravamo preparati abbastanza bene da limitare le vittime, e poter iniziare rapidamente un inseguimento. I nemici si erano insidiati in delle grotte..e dopo una dura battaglia riuscimmo a recuperare le pietre e abbattere buona parte degli uomini-rettile. Poi però furono i ninja di Mizukumi a sfidarci, dopo averci separati con un Doton tanto potente da alterare le grotte stesse.

    Io e Shaina sconfiggemmo i nostri avversari. Shinodari no. Yami era rimasto al Tempio e assieme al Sanga aveva affrontato il capo dei ribelli di Mizukumi: Aizo Hazuma, uno dei ninja più potenti di grimdad..o almeno così dicono.
    Febh chiuse gli occhi, respirando profondamente. E questa è la storia. Ora, Shinodari è stata rapita mentre era in missione con me. E io non solo ci ho fatto al figura del cretino...ma mi ritrovo anche con un'amica in meno. Un'amica che si fidava di me. Dovrebbe essere viva, anzi deve essere viva...perchè se non lo fosse, credo che questi gruppi criminali non avranno più un continente da conquistare. Concluse con un tono duro, violento e carico di minaccia.


    La sera del primo giorno, però, avrebbe avvicinato il loro accompagnatore: il monaco Hai Ki Ke. Permette una parola? Sarebbe stato da solo, senza coinvolgere, se possibile, i suoi compagni. Vorrei sapere cosa è successo all'Albero Bianco dopo la nostra partenza. Avete esplorato quelle maledette grotte...o scoperto qualcosa di nuovo sullo Chap'pai? A braccia conserte, tranquillamente, avrebbe cercato di sviscerare l'argomento, per comprendere qualcosa di più sul gruppo di nemici che avevano di fronte. Nello specifico, sapete qualcosa di più su quegli ibridi uomo-rettile? Sembravano a loro agio nelle grotte, ed è quantomeno probabile che ce ne siano anche nelle grotte orientali, se tanto mi da tanto. Più informazioni abbiamo e meglio sarà.


    Quella notte non riuscì a prendere sonno fino a notte fonda. Stava nel letto con le braccia conserte, sbuffando e rigirandosi più volte. L'idea di addentrarsi in un complesso di grotte non era per nulla allettante. Certo, le poteva inondare di lucertole, e farle crollare a piacere, ma contro i rettiloni forse, e si ribadisce: "forse" non sarebbe stato sufficiente. Era certo di poter scardinare più o meno chiunque nell'uno contro uno, se l'avversario non conosceva le sue tecniche, ma se fossero stati più d'uno avrebbe potuto avere dei problemi. E in tutto questo, la voce della ragazzina di Konoha gli rimbombava nella testa, parlando di armonia, squadra e altre amenità...


    Alla mattina del secondo giorno, invece, sarebbe stato lo Yakushi a contattare i due compagni sul ponte. Aveva le braccia conserte e la stessa espressione seria dei giorni precedenti. Parliamoci chiaro. Avrebbe esordito. Per quanto mi riguarda portare a termine la missione ha la precedenza. Quindi non me ne frega niente di vostre eventuali remore o segreti...io dico che ciascuno di noi dovrebbe esporre nei dettagli tutte le sue tecniche e conoscenze agli altri..e dovremmo cominciare a elaborare possibili strategie combinate, così da essere pronti.

    Non ci conosciamo per nulla, e per quanto io sia abbastanza autosufficiente..
    tacque un istante, forse riascoltando nella testa le parole di Miyori ..dicevo, per quanto io sia abbastanza autosufficiente siamo pur sempre un Team.

    Se fossero stati daccordo, avrebbe passato la mattina a spiegare a grandi linee le sue capacità, ascoltando e memorizzando poi le informazioni sugli altri, e ragionando assieme a loro per elaborare combinazioni di attacco efficaci. Ovviamente sarebbe stato sempre brusco, irritabile e abbastanza antipatico, perchè per quanto le parole di Miyori avessero colpito nel segno, comunque non bastavano a soverchiare la determinata irritazione di cui aveva indossato il manto.


    [Le Grotte Orientali]

    Le grotte di quella regione si aprivano direttamente sul mare, come immense cavità scavate dall'acqua che nei secoli aveva divorato le pareti di roccia. Impressionanti.. Commentò lo Yakushi, che non aveva mai visto nulla di simile. Probabilmente quelle pozze di tenebra che si addentravano nella montagna avevano reclamato più di una vita, e ora loro ci si sarebbero infilati senza ripensamenti.

    La comparsa di un tentacolo d'ombra gli strappò un fugace, appena accennato sorriso. Probabilmente dall'altro capo di quel ponte nero c'era una sua vecchia conoscenza..o qualcuno con doti molto, molto simili. Ma fu solo un attimo..ora aveva altro a cui pensare...e soprattutto c'era sempre la questione degli uomini-abito. Dopo essere stato fregato due volte non intendeva cascarci di nuovo!

    Ed una volta arrivatu all'ingresso della grotta, trovarono il team di supporto: un tizio, una tizia...e Kuroka.
    Una ragazza bionda si lanciò in corsa verso il tappo di Suna, che pure sembrava entusiasta di quell'incontro. Febh non intervenì nell'abbraccio, ma socchiuse gli occhi, assai minaccioso, mentre un Kunai gli appariva in mano. Tutto questo è molto commovente, ma io ora scioglierei l'abbraccio Hoshikuzu...
    Il perchè di quell'atteggiamento fu presto spiegato. Ciao Kuroka...e sono felice di conoscerti, Zong di Astris...tuttavia, penso capirete se ho qualche riserva... Tra i nemici esiste chi può prendere le sembianze di altri shinobi senza che nessuno riesca a rilevarli...quindi prima di qualunque altra cosa, vorrei che mi provaste che siete davvero voi...poco importa l'essere membri di un Team anche da lungo tempo...all'Albero Bianco sono stati imbrogliati in tanti...

    Kuroka avrebbe potuto cavarsela con qualche citazione dei loro ultimi incontri, o magari dimostrando di poter evocare i suoi strani polpi d'ombra, e Hoshi sembrava conoscere quella Nussha, quindi poteva verificare. Il problema restava per Zong... Le rassicurazioni di Hai Ki Ke potevano anche bastare, ma dopotutto era possibile che all'Albero Bianco non ci fossero sensitivi che potessero aver notato le sostituzioni? Non valeva forse la pena pensare che quel furto di pelle potesse imbrogliare anche un sensitivo?

    Una volta fugati i dubbi, Febh avrebbe messo via la sua arma, salutando Hai Ki Ke, che tornò alla nave. Un pò sollevato, lo Yakushi si sarebbe avvicinato all'altro gruppo, facendo una presentazione un filo più sentita. Sono Febh Yakushi di Oto..con te Kuroka ci conosciamo già abbastanza bene.. Abbozzò un sorrisetto, mentre agli altri due disse. Su di voi invece non so praticamente nulla, ma spero riusciremo a organizzarci e portare avanti la missione nel migliore dei modi. Se volete, possiamo cominciare.

    Kuroka li fece accomodare attorno a un tavolo, spiegando un pò la situazione. Febh nel mentre salutò con un cenno del capo gli altri due ninja che avrebbero curato le comunicazioni e la difesa del campo base. Poi fu il momento del Briefing: c'era una struttura sospetta nelle grotte, e solo alcuni percorsi ancora disponibili per arrivarci. Investigare era d'obbligo, perchè poteva benissimo essere una base per i ribelli, o per gli uomini-rettile...per non parlare del rischio di apertura dell'Occhio Blu...qualunque cosa fosse.

    Dei tre percorsi, uno era stretto, uno pieno d'acqua e l'altro ampio e di facile attraversamento. Il primo avrebbe limitato parecchio i loro movimenti, e nessuno di loro aveva jutsu acquatici decenti per poter combattere decentemente nel secondo. Restava il terzo, che probabilmente sarebbe stato quello più pericoloso in quanto a ostacoli artificiali, visto che a differenza dei precedenti non ne presentava di naturali. Di fronte al dubbio dei tre grimdadiani, Hoshikuzu propose di andare per la via principale, e Febh fu abbastanza daccordo. Concordo. La via principale sarà probabilmente quella meglio guardata, ma ha maggior spazio di manovra, e confido che possiamo sfondare le difese del nemico senza eccessivi problemi. Nelle altre strade potrebbe bastare una trappola per farci secchi tutti quanti Inoltre un assalto diretto sarebbe stato la cosa che meno si sarebbero aspettati i nemici, verosimilmente.

    Direi comunque di mandare delle evocazioni negli altri cunicoli, giusto per sicurezza. Posso impiegare le mie lucertole. Al minimo pericolo spariranno nel nulla, e sono grandi quanto le loro controparti normali....non dovrebbero correre troppi rischi.

    Aveva anche una mezza idea di evocare la Lucertola Camaleonte che li aveva aiutati all'Albero Bianco, e fare in modo che li seguisse, discretamente e da invisibile, mentre avanzavano per la via centrale...ma questo sarebbe dipeso unicamente dalle dimensioni del condotto stesso...probabilmente la creatura era troppo grande [15 Slot Dimensionali]
    Eventualmente sarebbe ricorso ad altre lucertole..forse la Principessa, o il focoso Ssalschnell...tutto dipendeva da cosa avrebbero trovato.
     
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    Falce dei Kaguya


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    Il gruppo avrebbe avuto modo di conoscersi e di fare una prima disquisizione.
    Dalle loro presentazioni, Krom diede uno sguardo un pò sorpreso sia verso lo Hyuga, specie perché non aveva mai visto prima degli occhi come quelli dell'altro, sia al ninja otese che si definì l'opposto di un assassino, per quanto, sapere che quello possedesse dei felini adatti all'esplorazione, fu una piacevole informazione.
    Uno sguardo di disappunto fu invece rivolto a Deidara, dall'alto dei due metri e passa di Krom Kasov, poiché dovette essere Shaina a presentare la giovane kunoichi sunese.

    Quando poi Vergil chiese relativamente al clan Hazuma, dopo le parole dell'Otori, fu proprio il gigante ad aggiungere altro: "Turrin, come il suo padrone, sta vivendo gli ultimi anni della sua esistenza privo del dono dell'immortalità che quei loro vermi gli donano, una punizione dolorosa, a ciò che mi è stato detto.
    Ad ogni modo, assieme agli Hazuma, c'é la possibilità che si trovino anche delle Amazzoni Bianche e forse qualche altro traditore sia del mio villaggio, Mizukumi, sia di altri.
    Delle Amazzoni Bianche posso dirvi che sono ottime arciere, abili nel combattimento a cavallo e che fanno uso di particolari tecniche segrete congelanti, in più è facile che gente del mio villaggio, oltre ad un'elevata conoscenza dei doton siano anche capaci di maneggiare veleni e sostanze derivate da piante d'ogni tipo e ci sono anche de ninja esperti nel controllare la vegetazione stessa, come alberi e simili."
    , spiegò il Kasov.

    Alla fine delle proposte, fu invece Sunami a prendere la parola: "Personalmente, mi trovo più favorevole al piano di restare uniti; sarebbe un rischio dividerci ed andare in direzioni diverse, sia per chi è da solo, sia per le varie coppie. L'idea di Ledah-san, trovo sia migliore: io non ho evocazioni, personalmente, ma Kujaku e Krom ne sono provvisti e potranno di certo aiutarla in questo senso.", suggerì la kunoichi aspettando un cenno dei suoi due compagni di multeplici missioni.
    Kujaku si morse un dito sorridendo, mentre Krom si portava una mano al volto, mormorando un "No..." ed in pochi secondi attorno al ninja in rosso apparvero quattro piccoli volatili tutti piuttosto simili fra loro.
    "Kujiku-chin! Kujiku-chin! Che bel posto! Quanta gente! C'é una festa?", iniziarono a ripetere a turno, svolazzando attorno al loro evocatore felici.
    "Questi sono i miei cucciolette: Jeka, Jika, Joka e Juka, sono incredibilmente di compagnia, seppur un tempo pensavo che le uniche piume che potessi apprezzare fossero le mie sole. In fondo, sono Kujaku della Piuma Scarlatta!!!", esclamò, prima che Krom gli desse un altro scappellotto, "Krom-nii-sin", esordirono i quattro piccoli volatili, volacchiando ora attorno al gigante.
    Il Kasov, non preoccupandosene, si voltò verso l'otese: "Non saranno discrete, ma possono aiutare, assieme agli occhi di Kujaku su di loro ed alle abilità che Otori-dono dice di aver appreso, le tue evocazioni, ninja accademico. Se avete altre evocazioni che possono aiutare, ditelo pure, i miei vitelli dubito potrebbero investigare ottimamente qui, troppa vegetazione ed i tori farebbero troppo rumore.", concluse.

    Se alla fine il gruppo si fosse trovato d'accordo, le uniche cose che, le evocazioni, investigando avrebbero potuto trovare di strano solo una cosa, l'elevata quantità di fauna, anche piuttosto estranea a quelle zone, in alcuni casi, che si trovava a diversi chilometri verso Nord-Ovest dalla loro posizione.
    C'era ogni tipo di animale, ma fra tutti, vedere diversi cavalli bradi nelle vallate e, quasi assieme a loro, dei leoni di montagna, senza che i primi scappassero dai secondi, in alcuni casi, era, quanto mano, sospetto.
    In più, investigando nella stessa direzione, a circa 7 chilometri, Shaina avrebbe potuto notare diverse fonti di chakra che, avrebbe potuto facilmente dedurre, erano delle evocazioni, poiché erano fonti di chakra provenienti da cavalli, felini e da delle lucertole, o qualcosa di simile, distribuite quasi in modo strategico nel bosco al margine del suo campo percettivo.

    A ben vedere, comunque, le creature erano divise in aree: i cavalli si trovavano tutti nei pressi di un torrente, alcuni parevano, addirittura, per potenzialità superiori persino al chakra di alcuni dei presenti, seppur di poco e quasi tutti affini al vento; distribuito lungo il percorso di quel torrente per circa un mezzo chilometro, o almeno fin lì Shaina li avrebbe potuti seguire, verso Nord.
    Le lucertole, invece, erano nella boscaglia, lontani circa mezzo chilometro verso ovest dal torrente, il loro numero era quasi inimmaginabile, seppur, il chakra che ogni singola lucertola possedeva era, a dir poco, misero e si distribuivano su ogni albero nel campo percettivo di Shaina, tutti con la medesima affinità verso la terra, l'acqua e qualcosa di diverso che, verosimilmente, la kunoichi non aveva mai avvertito da quando era diventata un ninja sensitivo. Non era possibile quantificare fin dove arrivassero.
    I felini, invece, erano quattro, poco più ad Est rispetto al torrente, tutti più o meno potenti quanto Shaina stessa, tutti affini al fuoco e tutti distanziati duecento metri circa l'uno dall'altro.
    [8 Cavalli percepibili (2 gialle, 3 verdi, 1 rossa, 1 blu, 1 viola); rettili: 20, ognuno con Mediobasso di chakra in corpo.
    Felini: 4 tutti energia blu]


    Superfluo supporre che quelle creature non fossero coincidenze, specie per l'elevato numero ed organizzazione, il dubbio era come agire di conseguenza.

    Prigione di Fhemali

    I ninja di Grimdad, alla notizia della morte di Yami parvero tutti e tre decisamente rattristati ed ascoltarono poi in silenzio le rimostranze, mentre si presentavano, dei vari shinobi sul non essere nessuno che loro si attendevano.
    Fu però Midori, con un sorriso un pò sforzato, a rispondere per prima: "Non era nostra intenzione offendervi, accademici. Sono certa che chiunque sia stato inviato in questa missione deve essere un ninja abile, ma immaginate la nostra sorpresa quando non abbiamo visto chi ci aspettavamo, ed ancora di più nel sapere una così spiacevole notizia...", esordì, rattristandosi un attimo, "ad ogni modo, spero anch'io che avremo modo di collaborare al meglio e ritrovare la kunoichi accademica vostra compagnia, di certo daremo il massimo in tal senso.", concluse, mentre Fuu, prima, ed Arashi poi facevano un segno d'assenso con il capo.

    L'arrivo poi della gigantesca draghessa fece indietreggiare sorpreso Arashi e lasciò visibilmente sbalordita anche Midori, apparentemente solo Fuu rimase più o meno tranquillo, come i suoi due volatili, accennò solo un mezzo sorriso; questo prima che i ninja accademici iniziassero a parlare di strategie e ponessero domande sulle celle e quant'altro, cosa che spinse Arashi a sollevare le mani per far loro cenno d'attendere.
    "Forse non mi sono spiegato bene: Fhemali è un'isola prigione. Non ci sono celle, l'isola è la prigione.
    Tutto intorno ci sono delle postazioni di guardia, il mare è infestato da ogni tipo di animale pericoloso e l'intera isola è costruita su un sigillo che blocca le evocazioni, o una cosa del genere, non conosco i particolari, quindi sull'isola, a meno di avere inciso addosso un particolare fuuinjutsu che alcune guardie conoscono, è impossibile utilizzare la tecnica del richiamo, inoltre ci sono dei sensitivi, fra le guardie che controllano la zona aerea così che non ci siano delle fughe dall'alto, che non arrivino evocazioni volanti a soccorrere il loro padrone e cose così.
    L'isola è progettata perché sia relativamente possibile entrarci via cielo, o via mare, ma impossibile fuggirne, come ogni prigione in fondo.
    Per il cibo, ogni settimana vengono inviate delle scorte nei diversi settori, dato che, i prigionieri, in larga parte si dividono per villaggio di appartenenza in zone diverse dell'isola; vi sono dei sistemi protettivi che impediscono l'uso di ninjutsu sulle barriere esterne dell'isola stessa, creati dai nostri migliori fabbri e le guardie, di norma, non scendono in mezzo all'isola, lì dentro chiunque vive come vuole, prigionieri, prigioniere, bestie varie di chi vi abita ed indigeni.
    Ciò che non capiamo è come qualcuno riesca anche solo ad utilizzare delle evocazioni subacquee, dato che mantenere i piedi a contatto con il terreno, anche indirettamente, attiva il fuuinjutsu.
    Uno di voi potrebbe mettersi sulle spalle di un altro e tentare da lì di evocare una creatura, ma lo stesso il compagno farebbe da conduttore per l'effetto di questo sigillo bloccante."
    , spiegò Arashi, prima di sollevare l'indice, come ad indicare che aveva ricordato qualcosa, ed aggiungere: "Inoltre, noi tre, per non risaltare particolarmente, dovremmo solo aggiungere una fascia grigia attorno al braccio sinistro, segno che siamo carcerati, voi, con vestiti pluricromatici, risultate dei non grimdadiani.
    Per noi i colori sono come i vostri coprifronte, penso che anche i traditori ed i criminali li portino, anche se con qualche variazione, o no?"
    , avrebbe concluso, dando così ai tre modo di riflettere su delle informazioin che, dalle loro parole, non gli erano chiare prima.

    Fuu, però, mise una mano sulla spalla dell'altro, "Scusate i modi forse bruschi. Comunque, per rispondere alle ulteriori domande che Arashi-san ha saltato: non hanno armi nel senso convenzionale, ma possono costruirsele lì, in fondo ci sono anche shinobi capaci di generare il metallo qui ad Aurora ed alcuni sospetto siano stati arrestati e per sopravvivere usino le loro abilità come merce di scambio, lo ritengo verosimile.
    Se anche entrassimo, solo i guardiani, che non dovrebbero essere in contatto con nessun prigioniero, potrebbero sapere chi siamo in realtà, se adeguatamente travestiti.
    Infine, è giusto aggiungere una cosa che Arashi-san non ha detto: in quest'isola non ci sono condanne diverse dall'ergastolo; a Fhemali vengono spediti i peggiori criminali del continente, nessuno viene inviato qui per poi essere rilasciato.
    L'idea di utilizzare dei cloni e la vista della sua draghessa, Itai-sama, mi vede favorevole, tanto più che anche Kai e Kito potrebbero aiutare in questo senso."
    , concluse, lasciando infine la parola ai tre accademici.
     
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    Vergil sorrise alle parole dell'amico. Il fatto che anche l'altro pensasse di visitare il villaggio dell'altro per ritrovarsi a parlare tranquillamente gli faceva senza dubbio piacere. La proposta dell'altro lo colse un po' di sorpresa: se Hoshi fosse stato ospite di Vergil era chiaro, come l'etichetta imponeva, che questi sarebbe stato trattato come un ospite di riguardo. Gli venne quasi da ridere per il buonumore. Era evidente che i loro mondi fossero completamente differenti.

    " Andata. "

    Di certo lo Hyuga non avrebbe combattuto con l'obbiettivo di mangiare gratuitamente. Un combattimento amichevole invece sarebbe potuto essere un premio divertente. Anche se, realizzò, in effetti le sue capacità erano tese all'assassinio e combattere con l'intento di non uccidere sarebbe stato problematico, soprattutto nel caso di un elemento come il Chikuma. Dirigendosi all'esterno dopo aver salutato, Vergil si preparò a contare.

    [...]

    Il modo cordiale con cui l'amministratrice di Suna rispose al suo saluto e l'educazione mostrata nei momenti precedenti il piccolo colloquio che sarebbe avvenuto lasciarano allo Hyuga una piacevole prima impressione della ragazza dalla carnagione abbronzata. Finalmente qualcuno a cui erano state insegnate le buone maniere. Apprezzando i suoi modi, venne incontro alla sua richiesta di essere meno formali.

    " Come desiderate, Shaina-shi. "

    Adottare l'appellativo "shi", quando lei si era rivolta a lui utilizzando "san" era una moderata dimostrazione di rispetto: il grado superiore della ragazza non era sfuggito allo Hyuga. Invitando l'amministratrice a seguirlo ignorò completamente sia la persona sia l'inappropriata reazione della ragazzina bionda che quella si portava dietro. Da quello che aveva potuto vedere, era senza dubbio la soluzione migliore.

    Una volta al riparo da orecchie indiscrete Vergil gettò la bomba. Mentre guardava il mare, avvertì la ragazza sussultare lievemente alle sue spalle. Era comprensibile: se aveva fatto centro, come credeva, lei doveva sentirsi parecchio esposta. Lo raggiunse sul bordo della nave, appoggiandosi alla ringhiera. Quando Shaina si girò per guardarlo a sua volta lui ascoltò con attenzione le parole di lei, notando come le fosse difficile riflettere il suo sguardo nei suoi occhi perlacei. Poi, quel nome, inaspettato senza dubbio. Non battè ciglio, nè la interruppe, continuando ad osservarla in silenzio mentre procedeva nel suo discorso.

    Infine Shaina tacque lasciando una domanda aleggiare nel silenzio e per la prima volta i suoi occhi si fissarono senza tremore in quelli di luna dello Hyuga. Vergil attese un attimo prima di replicare. Sì, pensò fissandole le iridi: Shaina era convinta di quello che diceva, ed era molto probabile che ogni cosa corrispondesse al vero.

    " A quanto pare, Shaina-shi, si possono scorgere molte cose anche senza i miei occhi. "

    Sulle sue labbra si dipinse un lieve sorriso e la mancina riportò delicatamente la sciarpa rossa di quella a coprire il simbolo sul collo.

    " Avete ragione, la differenza con la Forza Portante dell'Eptacoda non mi era sfuggita. La vostra è senza dubbio una condizione peculiare. "

    Si interruppe un momento, lasciando che la ragazza desiderasse le parole successive. In fondo - come il Re aveva notato - trovava che un pizzico di teatralità, purchè non eccessiva, donasse più gusto alla vita.

    " Dovreste farne tesoro. "

    Con questo, come era chiaro, intendeva assicurarla che non considerava il suo status come qualcosa di negativo e che, di certo, non la guardava con disprezzo per la sua scelta di legarsi ad un Cercoterio. Il suo commento però era rimasto vago, in modo che la sua posizione sulle altre Forze Portanti - innegabilmente differenti da lei - non trasparisse: fin da piccolo era stato addestrato nella sottile arte della retorica e all'alba dei ventun'anni ne era ormai un maestro. Si voltò verso il mare.

    " Non conosco questo Kaze, come non conoscevo Sakiji, ma il nome di Shiraki non mi è nuovo. Una volta, nel grande dojo degli Hyuga, ho avuto occasione di affrontarlo in combattimento. "

    Sembrava che parlasse di un'esperienza non troppo lontana nel passato.

    " Non era messo bene quando si è arreso. "

    Tornò a guardarla. Raramente si era trovato di fronte ad un cuore spezzato e nel comunicarle quella notizia non sapeva bene che aspettarsi. Sorpresa? Possibile. Rabbia? E perchè no? Soddisfazione? Er.. forse? Non avrebbe saputo dirlo. Lasciando che la ragazza digerisse la cosa, aggiunse qualche parola per sdrammatizzare.

    " Ad ogni modo direi proprio che non mi somigli: l'unica caratteristica comune che posso concedervi, Shaina-shi, sono gli occhi perlacei. "

    Composto sorriso.



    Attese un eventuale commento della ragazza, poi tornò al motivo principale di quella conversazione. Quello che Shaina gli aveva detto per lui era sufficiente: lo sguardo della giovane amministratrice gli diceva di potersi fidare riguardo quanto sentito poco prima. Chinò lievemente il capo in avanti, prendendo congedo.

    " Lieto che abbiamo chiarito. Sarà un piacere condividere questa missione con voi. "

    Detto questo si staccò elegantemente dal parapetto e si diresse nelle sue stanze. Sembrava che ogni Hyuga sulla terra fosse un mascalzone! Tempo fa Sakiji, oggi Shiraki, domani che avrebbe scoperto? Non che lo riguardasse di persona, visto che in fondo all'interno del clan le differenze erano molteplici e marcate, ma sapere il nome degli Hyuga associato a sentimenti negativi lo infastidiva. Con Shinodari credeva di aver rimediato, e sperava che con quel colloquio e durante la missione avrebbe potuto fare lo stesso con Shaina. In fondo, si stuzzicò, era nel suo sangue che scorreva la Linea Pura. La nomea del clan era anche e soprattutto una sua responsabilità.

    [...]

    Nel pomeriggio l'Otese pallido ed emaciato, in un comportamento che non lo Hyuga non si sarebbe aspettato, si presentò al suo cospetto chiedendo a cuor leggero di condividere le informazioni che questi riteneva avesse ottenuto sugli shinobi non accademici presenti alla riunione. Quella domanda significava che il tizio aveva qualche nozione sul Byakugan? Vergil, che stava osservando in pace il mare, in un primo momento non si voltò, nè rispose.

    L'interessante risposta che Ledah aveva dato alla mocciosa sull'evidente misandria di questa, unita alla disarmante sfacciataggine del medico e agli arnesi che si portava in corpo lo avevano reso quantomeno degno di attenzione da parte dello Hyuga. C'era anche da dire, però, che a pelle il tizio gli comunicava la sensazione di un vago senso di superiorità intellettuale celato da una maschera di finta umiltà. E questo non gli piaceva, per svariate ragioni. Si girò verso il medico circa un paio di secondi dopo che questi aveva esternato le sue richieste.

    Non vedeva alcuna utilità nel rivelargli quelle informazioni, dato che con la missione centravano poco o nulla.

    " Posso dirti che affrontandoli, mastro guaritore, avresti un brutto quarto d'ora. "

    Aveva pertanto detto tutto e nulla: quanto affermato poteva voler dire che affrontandoli tutti il medico avrebbe perso, ma anche che il risultato sarebbe stato lo stesso in un duello singolo. Inoltre il termine di paragone era unicamente l'Otese che pertanto non avrebbe potuto ricavare informazioni utili sulla forza di altri, come l'amministratrice di Suna o lo Hyuga stesso. Il tizio ci aveva provato, ma lo Hyuga non era tenuto a dire nulla di più, nè dai suoi doveri verso l'obbiettivo della missione nè dalla semplice cortesia.

    Quando poi il tizio gli chiese che cosa significasse per lui Shinodari, Vergil fu tentato di rilasciare la sua aura a causa della scortesia di una simile questione posta da uno sconosciuto. Non volendo incrinare i rapporti prima dell'inizio della missione, però, si trattene e rispose fraintendendo deliberatamente in senso troppo letterale la domanda.

    " L'obbiettivo della missione. "

    Nel frattempo guardava il medico Otese dritto negli occhi, senza animosità o minaccia, ma il messaggio che passava era chiaro: non sono fatti tuoi. Impassibile, tornò tranquillamente a guardare il mare.

    " Sigilli di richiamo come quelli che porti sottopelle sono degli strumenti interessanti, Otese. "

    Se non ricordava male, agli Otesi piacevano i patti. E se la sua intuizione era giusta - ovvero che il tizio, data la sua professione e i numerosi impianti nel suo corpo, fosse un un professionista del settore - ne aveva uno pronto per lui.

    " Ne desidero tre. In cambio, potrai avere le informazioni che desideravi a proposito dei cinque shinobi di prima. "

    A lui la palla: Vergil era certo che il tizio non si aspettasse una simile proposta, ma che avrebbe rapidamente fatto i calcoli: tre sigilli in cambio di una mappatura completa su cinque personalità di spicco non appartenenti all'Accademia. Un'occasione, come si sarebbe presentata ai suoi occhi, da non lasciarsi sfuggire. Avevano ancora un giorno e mezzo di navigazione davanti a loro e Vergil confidava che in caso l'altro avesse accettato avrebbero potuto concludere prima dello sbarco. Quello dello Hyuga, ad ogni modo, si configurava più come un capriccio che come una necessità: se la trattativa fosse andata in porto, bene, in caso contrario, bene lo stesso.

    [...]

    Il colloquio con l'amministratrice di Suna si era rivelato più interessante di quanto si fosse aspettato e di certo la questione sulla scissione del potere del Biju era quantomai singolare. Ma in fondo da quelle creature di puro chakra e volontà - e dalle loro forze portanti - era lecito aspettarsi più di una sorpresa. In tutto questo le reazioni della ragazzina che Shaina si portava dietro lo impensierivano: era chiaro che Hoshikuzu avrebbe potuto evitare quella scarpa se avesse voluto, ma il solo fatto di attaccare un superiore era preoccupante. Le varie reazioni della stessa di cui era stato testimone con i suoi occhi, poi, gli avevano dato la conferma di due cose: uno, la tizia era isterica ad un livello tale da risultare un pericolo per la missione e due, specialmente da quando aveva chiesto a Shaina di parlare in privato, sembrava avercela particolarmente con lui.

    Non che questo lo preoccupasse, sia chiaro. Per quanto isterica e molto "donna" - ovvero mentalmente poco stabile - il suo chakra era quello che era e ci voleva qualcosa di più di un gracile metro e sessanta con un paio di lame per impensierirlo. Poi, di nuovo quel flash di suo padre mentre gli donava uno degli insegnamenti più utili della sua vita.



    " Non giudicare mai gli altri con il tuo metro. "

    Sospirò. In fondo restava sempre una kunoichi allieva della seconda carica più alta della Sabbia: un occhio di attenzione non avrebbe guastato. Considerando chiusa la seccante questione lo Hyuga iniziò i consueti preparativi per le notti in missione.

    [...]

    Non appena Deidara apparve dall'altro lato della porta avrebbe potuto notare come la discretamente ampia stanza dello Hyuga fosse composta unicamente da due stanze: la zona letto e il bagno. La zona letto era arredata con un paio di armadi, un tavolo con una sedia e ovviamente il letto, pure con due sedie vicino. Su quest'ultimo, a piazza singola, stava lo Hyuga, ma non nella posizione in cui lei si aspettava di trovarlo: il sonno del guerriero. Gli unici mutamenti nel suo aspetto erano la mancanza del kenseikan e il fatto che non indossasse la preziosa sciarpa e il candido haori, la prima appoggiata sul tavolo e il secondo che ricopriva fino al pavimento una delle sedie ai piedi del letto.

    A parte questo e forse il fatto che il pallido medico Otese fosse in un'altra cabina, tutto andò come previsto. Anche quando il suo particolare jutsu mimetico giunse al termine non sembrarono esserci mutamenti nello Hyuga: respiro regolare, occhi chiusi, immobilità. Già, perchè all'improvviso, quando ancora era a tre metri dallo Hyuga, il jutsu giunse al termine. Passò circa mezzo secondo, durante il quale la ragazzina avrebbe potuto rendersi conto di quello che era appena accaduto. Perchè le era andata male? Com'era possibile che la tecnica del Mimetismo si fosse sciolta all'improvviso? In quegli attimi, nel buio totale della stanza, la piccola Sunese non avrebbe trovato risposte. Trascorso quel mezzo secondo, giunsero problemi più grossi.

    " Questo è sconveniente. "

    Un terrore primordiale avrebbe colto Deidara, la cui mente sarebbe stata riversata del tremendo potere omicida dello Hyuga[Intento Assassino]. Mentre i loro occhi si incontravano e il potere del Byakugan la trafiggeva quel terrore, se possibile, aumentò ancora: molto scortese entrare senza permesso nella stanza di un'altra persona. Se poi quella persona era un superiore di grado, beh, era anche peggio[Egida della Disciplina].

    Quando si alzò, lasciando la katana sul letto e riducendo la distanza a due metri, il suo sguardo era fisso negli occhi della ragazzina(anche se non sapeva se lei potesse o meno vedere al buio). Avrebbe potuto dirle quanto fosse stata scortese, o che - per quanto la sua tecnica non fosse male - il divario tra loro era troppo grande perchè potesse sperare di alzare un dito contro di lui, ma già sapeva che non sarebbe servito a nulla: quella tizia dava retta solo ad una persona, Shaina Otori, e gli altri erano per lei poco più che spazzatura. Con una così, immatura e troppo "donna", non valeva la pena di perdere tempo.

    " Torna sotto l'ala dell'amministratrice, ragazzina. "

    Un sigillo più rapido di quanto lei potesse fare e un'enorme forza si sprigionò dal palmo aperto dello Hyuga[Palmo d'Aria][Sigilli Veloci][VEL:575]. Se l'avesse colpita, come era probabile vista la distanza di trenta centimetri con il suo palmo e il diametro di tre metri dell'attacco, la ragazzina - presumibilmente ancora impietrita dall'aura assassina dello Hyuga - sarebbe stata violentemente sbalzata indietro da una forza invisibile appena sotto il petto. Se tutto fosse andato come previsto Deidara avrebbe cozzato contro la debole porta di legno, fracassandola, e sarebbe atterrata qualche metro dopo sul ponte della nave, impolverata e spettinata, ma fondamentalmente illesa. Lo Hyuga ci era andato piano.

    Se, tirandosi su, quella avesse guardato nella direzione da cui era volata avrebbe potuto scorgere Vergil che camminava lentamente verso di lei. Lo schianto era stato piuttosto sordo ed era improbabile che qualcuno avesse sentito, anche se avendo un jonin a bordo non si poteva mai dire.



    " Detesto infierire su una donna, specialmente se in miniatura. "

    Messaggio sottinteso: non costringermi a farlo. L'esito finale di quella bambinata sarebbe dipeso solo dalla ragazzina: certamente Vergil non aveva alcuna voglia di assestarle gli sberloni che si meritava, ma d'altra parte tutto aveva un limite. Tollerare un'intrusione armata in maniera così pacifica era da parte sua una dimostrazione di quanto tenesse ad evitare inutili attriti tra la Foglia e la Sabbia, ma se quella avesse perseverato nella sua condotta a Vergil sarebbero rimaste solo due opzioni: chiamare Shaina perchè raddrizzasse la mocciosa o fare da sè, gettandola fuori bordo imbavagliata e legata ad una corda per tutta la durata del viaggio. Ad ogni modo la sua aura omicida non diminuì di un'oncia.

    In tutto questo il piccolo grifone da guardia richiamato dallo Hyuga era rimasto immobile, completamente coperto dall'haori se non per gli occhi e pertanto non percettibile al buio. Quando il suo chakra aveva fatto interferenza con la tecnica del Mimetismo era stato un po' sorpreso di ritrovarsi improvvisamente una femmina umana davanti e con una wakizashi sguainata, ma, perfetto nel compito assegnatogli dall'evocatore(ovvero fare la guardia durante la notte e avvertire in caso di pericolo), era rimasto fermo e senza esitare un momento aveva lanciato un grido nella mente dello Hyuga[Lingua del Sole e della Luna]. Ancora immobile in quel momento guardava la schiena dello Hyuga, fiero di aver svolto bene il suo compito. Chissà, forse il ragazzo dagli occhi di luna gli avrebbe fatto i complimenti!

    [...]

    Una volta che lo Hyuga ebbe esposto il suo punto di vista fu Shaina a prendere la parola, aggiugendo qualche informazioni in più rispetto a quelle di Febh riguardo gli Hazuma. Quello che emerse era che i tizi erano in grado di rigenerare perfettamente lesioni esterne. Il chakra dello Hyuga crepitò. Come si sarebbero comportati dovendo affrontare l'arte juken? Shaina proseguì con l'analisi del da farsi e se, per quanto riguardava la struttura da cercare, concordava con Vergil, non era dello stesso avviso sulla divisione del gruppo. La notizia delle sue capacità di sensitiva giunse inaspettata, ma sicuramente benvenuta: un'arte molto utile in quel frangente. Fu poi il turno di Deidara, che diede ulteriore prova di quanto il talento che possedeva fosse sprecato e smussato da una testa di moccioso. Il pallido medico Otese concordava con Shaina sul fatto di rimanere uniti, e suggeriva l'utilizzao di piccole evocazioni. La sua motivazione lasciò Vergil un po' perlplesso, ma scelse di non commentare. A quanto pareva era in minoranza e, anche se aveva la certezza che un gruppo così vasto avrebbe fatto da bersaglio, la differenza di grado con Shaina imponeva di darle ascolto.

    " Sia fatto come dite voi, Shaina-shi. "

    La strategia di ricerca era stata decisa. Il gigante dalla voce profonda rispose alle domande di Vergil, confermando le voci sui due Hazuma ed elencando alcune abilità che i nemici avrebbero potuto avere. Lo Hyuga non aveva mai affrontato arcieri o cavalieri e nel caso sarebbe stata un'esperienza istruttiva; non fu contento invece della possibilità di trovarsi di fronte degli utilizzatori di veleni: un modo estremamente noioso di combattere, quello. Si segnò di prestare assoluta attenzione a qualsiasi elemento che, nella sua esperienza, avrebbe potuto causare la contaminazione dell'organismo.

    Le piccole e vivaci creature richiamate da Kujaku si sarebbero senz'altro unite a quelle del medico Otese, il che, unito alle sue capacità ed a quelle di una sensitiva, avrebbe assicurato la copertura di una vasta area. Quando il gigante disse che le sue evocazioni non sarebbero state adatte in quel frangente, lo Hyuga si aggiunse in coda non appena quello terminò.

    " Lo stesso vale per me. Da parte mia basteranno i miei occhi. "

    Vilya volava alto nel cielo e per ora non c'era motivo di chiamarlo: si sarebbe avvalso dell'aiuto dei grifoni più in là, e solo se necessario. Era necessario stabilire la formazione di marcia più eventuali accorgimenti, - un compito che spettava a Shaina in quanto più alta in grado - dopodichè il gruppo sarebbe potuto partire.


    OFF GAME

    Per chi fosse interessato, qua è presente una lista dei suffissi giapponesi accompagnata da una breve spiegazione.

    _____________

    I Livello di Analisi: Stato d'Animo[Speciale]: Se attivo "Occhi sul Mondo" l'utilizzatore è in grado tramite osservazione di individuare il reale stato d'animo della persona con cui interagisce.
    [Da Genin in su]

    II Livello di Analisi: Personalità[Speciale]: Se attivo "Occhi sul Mondo" l'utilizzatore è in grado tramite osservazione di individuare a grandi linee la personalità della persona con cui interagisce.

    [Da Chunin in su]

    Intento AssassinoVillaggio: Specializzazione Assassino
    Posizioni Magiche: Nessuna (Veloce+)

    L'illusione si attiva entro un raggio di 15 metri dall'utilizzatore. La vittima vedrà la furia omicida dell'utilizzatore riversarsi sulla propria mente, paralizzandolo. La vittima non potrà utilizzare tanti slot azione e tecnica quanti slot azione e tecnica inutilizzati dall'utilizzatore; ogni grado di differenza tra utilizzatore e vittima riduce di 1 extra gli slot azione. Le azioni gratuite saranno difficili da sfruttare.
    L'efficacia è pari a 50; colpisce chiunque presente entro il raggio d'azione. Può essere mantenuta per massimo 2 round.

    Tipo: Genjutsu - Bakkin-Tameshi
    [Livello: 3 / Consumo: Alto - Mantenimento: MedioBasso]
    [Da Chunin in su]

    Egida della Disciplina[Arte]: A condizione di avere a che fare con persone che si dimostrano scortesi, volgari o irrispettose di un superiore, l'utilizzatore è in grado di esternare la sua furia tramite un'intensa aura di potere. Chi venisse colpito subirà un effetto variabile a seconda della differenza di energia. Non ha effetto su superiori di energia.

    [Se parienergia, inquietudine improvvisa. Se inferiore di un'energia, battito cardiaco aumentato, timore. Se inferiore di due energie, sudorazione copiosa, battito cardiaco aumentato, paura. Se inferiore di tre energie, rigidità parziale degli arti, battito aumentato, sudorazione copiosa, panico. Se inferiore di quattro o più energie, paralisi totale del corpo, rischio di svenimento, terrore.]

    [Attivazione: Basso ogni 10 metri di effetti, massimo Medio]
    [Da Chunin in su]

    Palmo d'AriaVillaggio: Konoha - Derivata
    Posizioni Magiche: Tigre (Veloce)

    L'utilizzatore può rilasciare di colpo il chakra con un colpo di palmo, causando un'onda d'urto del diametro di 3 metri. La velocità del colpo è pari alla concentrazione dell'utilizzatore.
    L'onda d'urto, se colpito una persona, può allontanarla di 12 metri; se colpita una superficie solida, l'utilizzatore può allotanarsi dalla parte opposta in cui diretto il palmo.

    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    [Livello: 3 / Consumo: Medio]
    [Richiede Byakugan II][Da Genin in su]

    Sigilli VelociMaestria: L'utilizzatore riduce di 2 la statistica esecuzione, rendendo più veloce l'esecuzione dei ninjutsu.

    Lingua del Sole e della LunaI Grifoni capiscono qualsiasi linguaggio e sono in grado di comunicare tramite il pensiero con ogni creatura vivente entro 20 metri. La comunicazione mentale può avvenire solo dal Grifone verso l'esterno.



    Edited by Boreanz - 4/7/2011, 19:15
     
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    ~ Quella da salvare


    Ero partito con il piede giusto! Tutti avevano adorato la mia presentazione e mi guardavano con occhi intensi e pieni di ammirazione. Il musico urlò anche qualcosa verso di me, probabilmente era l'inizio di un poema che stava scrivendo. Sembrava carino, anche se non capii troppo bene il senso, e quindi sorrisi di rimando. Poi mi afferrò per il colletto, in un gesto di amicizia fraterna. A quel moto non potei che rispondere con un'amichevole abbraccio e uno dei miei più smaglianti sorrisi. Avevo proprio fatto colpo. Anche il Tanuki mi volle abbracciare, forse per mettere in chiaro che lui era più mio amico degli altri. Abbracciai anche lui, per trasmettergli la mia profonda amicizia e ammirazione verso il suo coraggio: non era da tutti infatti chiamarsi Tanuki, non è un nome facile. Molti non lo apprezzano. Sarà per le grosse... sfere. Probabile. Ma il Tanuki Tanuki, qullo mio amico, non sembrava soffrire di quel problema, quindi non era il caso di preoccuparsi per lui. Annuii con decisione ai miei pensieri e in quel momento mi resi conto che, per una qualche inspiegabile ragione, mi era sfuggito il senso delle parole che l'altro mi aveva rivolto. Probabilmente aveva parlato troppo basso o forse in quei millesimi di secondo in cui mi ero distratto aveva detto le cose più importanti. Fatto stà che ora si aspettava una risposta su non so cosa. Ma il Tanuki è uno simpatico, di sicuro non se gli rispondessi a caso mi direbbe che gli va bene comunque. Quindi non c'era problema, bastava dare una risposta qualsiasi, di sicuro lui avrebbe capito. In fondo siamo migliori amici, queste cose si capiscono al volo.

    - Beh... il secondo Martedì del mese! - chissà a cosa avevo risposto... magari dovevo specificarlo - Ma non sono proprio sicuro... - Ecco, molto meglio.


    Il Tanuki aveva la sua risposta. Ora toccava al musico. Stavo per andare da lui per ringraziarlo di avermi decantato il suo poema quando distribuì qualcosa. Delle carte per la precisione. Piene di informazioni interessanti, mica carte normali. Non capivo però se ne aveva di doppie. Sembrava di no. Chissà che gioco si faceva con quelle carte. Perché di sicuro si usavano in qualche gioco, non si sono mai viste carte che non hanno questa funzione. Quindi di certo voleva che facessimo una partita. Doveva essere il modo del villaggio dei musicanti di fare amicizia. Una bella partita a carte, che idea intrigante. Così, dopo che lessi tutte le carte, ne presi una tra le varie senza interessarmi troppo a quale fosse e con un gesto plateale la mostrai a tutti, allungando il bracci di fronte a me e reggendo la carta tra pollice e indice. Feci uno sguardo soddisfatto, uno di quelli furbi che tanto andavano di moda con le ragazze... credo. Ma in ogni caso, mostrai la carta a tutta la platea. Dai loro sguardi intuii che non avevano ancora ben afferrato cosa significasse il mio gesto, quindi condii il tutto con una frase a effetto, una di quelle che ti stendono sul colpo.

    - AH-ha! Ho vinto! -


    Dopo tutto questo fu il momento di separarsi, i gruppi erano stati fatti e io ero finito con il ragazzino fiammante di Suna, un compaesano, e il musico. Un gruppo simpatico. Ci avviammo verso la nave e durante il viaggio scambiammo qualche parola tra noi e con la nostra guida. Non fu un viaggio particolarmente appassionante, niente avventure e arrembaggi di barche, ma in fondo andava bene così. Anche se un arrembaggio ci sarebbe stato bene, uno di quelli con la "A" maiuscola. In fondo siamo in una missione "A" , un arrembaggio sarebbe il minimo. Ma anche stavolta rimasi deluso, probabilmente l'organizzazione non era il massimo. Sperai che i cattivoni avessero in mente un arrembaggio almeno per il ritorno. Una cosa giusto per salutarsi e scambiarsi i contatti, da persone civili. O si dice civette? Non ricordo, anche se persone civette non mi suona benissimo, o sono persone, o sono civette. Ma comunque, l'avventura era cominciata nel migliore dei modi. La mia presentazione aveva riscosso un successo clamoroso, di sicuro ora avevo più di qualche fan tra i vari villaggi. MI dispiaceva solo per il cieco. Lui di sicuro non aveva potuto seguire la mia performance. Un vero peccato. Di sicuro si sarebbe divertito. Magari poi, quando avevamo giocato alle carte aveva in mano quella vincente, ma nessuno gliel'aveva riferito. Improvvisamente provai un moto di tristezza profonda. Decisi che al ritorno gli avrei riferito che aveva vinto lui e che si meritava una coppa. E che la prossima volta gli avrei detto io che carta aveva in mano. Annuii solennemente ai miei pensieri, giusto in tempo per accorgermi che il rosso mi aveva chiesto qualcosa. Si, ma cosa? Mi era nuovo perso. E di nuovo gli altri mi parlavano mentre mi perdevo nei miei pensieri. Iniziava a farsi irritante la cosa. Magari era tutta una trama ordita per non farmi capire cosa volevano dirmi, sì, doveva essere assolutamente così. E ci doveva essere il Tanuki dietro, c'era il suo zampino. Si vedeva subito. Guardai quindi con aria severa il rosso e risposi.

    - No, non sono emozionato! E non cadrò nel tranello del Tanuki, lo scoprirò, stanne certo! Di sicuro ha messo qualcuno anche a Grimdad, ma vedrai, li scoprirò tutti! E nel mentre farò quello che c'è da fare per la missione. E lo farò bene. A proposito... mi sfugge una cosa che potrebbe impercettibilmente influire sul mio rendimento da talento naturale... cos'è che dobbiamo fare? - Domandai con sguardo interrogativo


    Arrivati al punto stabilito ci fu chiesto di camminare ancora e di metterci di nuovo in marcia per raggiungere l'imboccatura di alcuni tunnel. Chissà che ci facevano lì dei tunnel. A proposito, dove eravamo? Avrei dovuto chiedere anche quello, ma me ne ero dimenticato. In fondo è un dettaglio trascurabile. Hoshi aveva detto qualcosa a proposito di Grindvald. Di sicuro eravamo lì. Che nome buffo: Grindvald. Risi leggermente tra me e me, anche se forse non era proprio leggermente e nemmeno tra me e me. Ma non importa, non è quello che conta. Quello che conta era arrivare all'imboccatura dei tunnel. E da lì fare... Giusto, non sapevo cosa bisognava fare. Beh, di sicuro il musico avrebbe decantato un poema, e lì avrei capito. Spero. In ogni caso. Il rosso sembrò fare amicizia con una Grindelvaldiana. Più che amicizia direi. Se le grindelvaldiane avevano questa passione per i sunesi allora non c'era da stupirsi che Hoshi fosse impaziente di arrivare. Che fortuna! Anche io sono di Suna! Mi girai cercando la mia ragazza da abbracciare, ma non vidi nessuno. Forse si era persa. Peccato. Seguii il gruppo e arrivati al punto ci chiesero se preferivamo il tunnel di destra, di sinistra o centrale. Tutti e tre i tunnel avevano caratteristiche peculiari: uno infatti era a destra, uno a sinistra e uno al centro. Ragionai su quale prendere. In fondo non sapevo nulla del continente di Grindvald, quindi non avevo troppe informazioni su cui decidere. Il musico votò per il tunnel centrale, e il rosso pure. Annuii a entrambi. Quindi presi parola.

    - Per me è indifferente, anche perché Se i tunnel sono abbastanza vicini posso percorrerli tutti e tre contemporaneamente. Cioè, non tutti e tre io, io e due pezzi di carta, quelli con gli occhi. Avete capito no? Però devono essere abbastanza vicini tra loro. Se così in fosse opterei anche io per il primo: in caso di pericolo sembra quello che garantisce il miglior spazio di manovra, cosa da non sottovalutare, sopratutto dato che siamo in tre. Non vorrei infatti far male a qualcuno per colpire un nemico di Grindvald. Sarebbe terribilmente spiacevole.- Annuii sicuro alle mie parole, poi con sguardo deciso proseguii - In caso, se troviamo emissari del Tanuki lasciateli a me. Ma a proposito... - chiesi rivolto al musico a voce molto bassa - Com'è che si chiama quella da salvare?-

     
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    "Parlato di niisan Hajime Saito"
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    "Parlato di Susumu Yamazaki"


    Compresi ben presto che la posizione assunta nei confronti del team di Grimdad non sarebbe stata utile a nessuno. Per quanto ci avessero dimostrato un'accoglienza piuttosto fredda, la mia successiva reazione non aveva migliorato le cose.
    E come diretta conseguenza non avrebbe aiutato nella ricerca di Shinodari.
    La nostra era una lotta contro il tempo?
    Difficile a dirsi a questo punto.
    Erano passati mesi dalla sua scomparsa e tutto poteva essere successo, eppure nessuno di noi voleva pensare al peggio, soprattutto lui, mio cugino Itai.
    Dovevo mettere da parte i dubbi e fidarmi degli shinobi di Grimdad, per quanto l'integrazione tra i due team non la vedevo di così facile realizzazione.
    Le loro giustificazioni, le loro spiegazioni, me le sarei fatte bastare come punto di incontro.
    Certo sembravano restii a darci informazioni sul loro continente.
    Sebbene si trattasse di una missione congiunta, avevamo ancora che una manciata di dati, per giunta incompleti.
    Era come fare con loro il gioco di una domanda e una risposta a testa. Se non avessimo posto le giuste domande non avremmo ottenuto nulla.
    Sospirai nell'apprendere quanto non avessimo compreso nulla di ciò che ci attendeva.
    La prigione non era un semplice complesso di edifici come un po' tutti ci eravamo aspettati, bensì l'intera isola era la prigione.
    So che l'idea di fingerci prigionieri non piaceva, ma per come si stava evolvendo la cosa a me cominciava a sembrare una soluzione accettabile. Non che mi piacesse infiltrarmi in una terra senza legge con scarse informazioni in nostro possesso. Il rischio di venire scoperti, almeno per noi accademici, era alto; il punto fondamentale era quello di elaborare un piano che ci permettesse di non sprecare le nostre risorse da subito.
    Scoccai un'occhiata ai miei compagni, come a dire, “riprendo io la parola” e mi rivolsi al terzetto “monocolore”.


    «Suppongo che vi debba delle scuse per il mio comportamento poco educato.» Esordii mantenendo un tono di voce neutro «Creare attriti non serve a nessuno dei due team e di certo non aiuterà a compiere le nostre missioni. Noi vogliamo ritrovare la nostra compagna scomparsa e voi capire che cosa stia succedendo all'interno dell'isola prigione. Perfetto, possiamo fare entrambe le cose collaborando, ma... esatto c'è un ma... per quanto è nella natura dei ninja ammantarsi di verità non dette, per una volta vediamo di essere un po' più aperti di vedute, senza dover tirare fuori con le tenaglie le informazioni riguardanti la missione.» Lasciai vagare lo sguardo su ciascuno di loro. «Mi è venuta in mente un'idea, d'accordo per ora è solo un abbozzo e se avete di meglio, nessun problema, visto che la mia non prevede una via di fuga sicura, a meno di non avvalerci di quella usata da qualcuno all'interno. Però, prima, mi servono altri dati per verificare se sia attuabile. Su un punto avete perfettamente ragione: noi accademici non possiamo girare con questi abiti multicolore. Potete fornirci un travestimento adeguato? Qualunque sarà il metodo di approccio all'isola, sarebbe meglio mantenere un basso profilo. L'ideale sarebbe poter indossare i colori più adatti alle nostre capacità, quelli che riescano a celare al meglio le nostre effettive identità. Solo che sorge una domanda. All'interno, la divisione tra i villaggi è netta o non è inusuale la presenza di gruppi di shinobi multicolore che girino assieme? Da quanto precedentemente detto sembrerebbe che l'ipotesi due sia fattibile. Altrimenti a mio avviso la combinazione migliore sarebbe giallo per me, verde per Itai e rosso per Yuki kun, in base alle informazioni in nostro possesso su Grimdad. Dividerci per raccogliere dati probabilmente sarà necessario, ma è qualcosa che preferirei fare con cognizione di causa e non perché costretti a farlo. Inoltre poiché da quanto avete detto gli "ospiti" non sono inermi e hanno a disposizione in maniera più o meno legale delle armi, possiamo a nostra volta girare armati senza destare troppi sospetti? Mi spiego, anche nascondendo la maggior parte del nostro equipaggiamento, qualcosa per necessità di cose sarà visibile; ciò è realmente un vero problema? Sarebbero armi molto convenzionali le nostre? Suppongo viga la legge del più forte, per cui sarà inevitabile uno scontro, ma preferisco che sia per guadagnare la possibilità di muoverci senza trovare ostacoli ad ogni nostro passo, piuttosto che una coalizione armata contro delle spie.» Mi fermai per riprendere fiato «Per quanto faccia storcere il naso infiltrarci da prigionieri potrebbe essere la nostra chance migliore, se sul serio basta una fascia grigia. L'ideale sarebbe poter disporre del fuuinjutsu per richiamare le creature anche all'interno della prigione, ma qui tutto dipende fino a che punto siamo disposti a correre il rischio. Come avvisare le guardie della nostra presenza potrebbe sì, permetterci una copertura quando ce ne andremo, ma aumenterebbe la possibilità che un eventuale guardiano corrotto dia l'allarme. Per quanto riguarda gli aiuti aerei, posso contribuire anche io e, volendo, ho qualcuno che potrebbe mimetizzarsi anche all'interno, pronto ad intervenire in caso di necessità. Non ho nulla in contrario ad eseguire un controllo aereo preliminare, più dati abbiamo e migliori saranno le nostre possibilità di sopravvivenza sull'isola; però, cerchiamo di non dare nell'occhio. Itai, Yogan può fare un controllo in modo da non essere rivelata? A meno che non siano rari i draghi che perlustrino la zona. Fuu san, le vostre creature possono passare inosservate? Nel senso è normale che dei rapaci volino sopra la prigione?» Lo so, stavo ponendo domande su domande, ma mancavano ancora svariati tasselli. «Ah, un'ultima domanda, avete menzionato degli indigeni. Chi sono?»

    Avevo messo le mie carte in tavola, ora non mi restava che attendere le loro decisioni ed eventuali proposte.
     
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