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Rokudaime.
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Mentre mia figlia finiva di espormi le sue argomentazioni, apparve nella tribuna Hayate, presentandomi brevemente. Feci personalmente una copia del rotolo che stringevo tra le mani e glielo porsi, in modo che egli potesse esaminarlo e firmarlo, una volta che fosse stato ultimato. Apposi il simbolo che mi rappresentava sull'originale che ancora tenevo con me, e lo affidai alle cure del ragazzo Anbu al mio fianco. Alla ragazza rivolsi un chiaro invito a prendere posto davanti al mio trono: la mia presenza, ancora una volta, era richiesta sulla sabbia dell'arena.
[...]
L'arrivo di Anko e dei pochi guerrieri sopravvissuti mi rese abbastanza sconcertato: possibile che le prove per un banale sigillo di potenziamento fossero così atroci ? Ma i miei pensieri furono interrotti dall'apparizione di un bizzarro cucciolo di cane: nonostante la massiccia presenza di cadaveri e la tensione palpabile, stava placidamente in braccio a Shinodari. Ed aveva un paio di occhi troppo umani... gli occhi di uno Hyuga.
[...]
Non feci in tempo a realizzare quanto era stato fatto che, con tutta la rapidità di cui disponevo, fui di nuovo nell'arena, proprio di fronte alla giovane Nara.
[Continua nella Discussione "L'Arena"].