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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~Opinioni~
Mentre il suo "breve" monologo proseguiva, la giovane Kobayashi sfruttò una delle pause che egli si prese per lasciarsi sfuggire un'interessante considerazione su quello che Atasuke sembrava essere."Hai davvero un pessimo carattere, tu "
Fece quasi per arrestare il suo discorso per ribattere, tuttavia notando la lieve risata della sua compagna decise di proseguire lasciando correre quella che aveva preso come una banale battuta ironica e che probabilmente era."Davvero nessuno, all'interno del tuo stesso Clan, se n'è mai reso conto?"
Rimase quasi stupito ignorando quanto in realtà ella avesse capito, forse travisando le sue parole o forse comprendendolo ben oltre di quanto si capisse lui stesso.«Beh, evidentemente no... Anche se ni verità non mi pareva di essere una persona dal carattere così pessimo...»
Rimase alcuni attimi con aria pensante cercando di meditare su che cosa la giovane intendesse dire, tuttavia dopo un po lasciò perdere andando avanti con la serata.
Alla sua offerta però la giovane shizuka reagì in maniera differente, ironica forse. Difficile era comprendere se lo facesse solo per prenderlo in giro o se avesse in qualche maniera travisato le sue intenzioni, o più semplicemente ancora non fosse in grado di elaborare il fatto che ella POTEVA entrare nei territori del clan Uchiha."Come scusa? Come hai detto? Ci conosciamo solo da qualche ora e già mi inviti nella tua casa con piattaforma panoramica? Sono allibita, sul serio... quanta intraprendenza voi uomini Uchiha, nulla di cui stupirsi se ogni donna del Villaggio vi guarda con passione... "
Le sue parole vennero accentuate ulteriormente dalla sua azione di mimare la classica aria sognante che le giovani ragazze di Konoha parevano avere ogni qual volta incrociavano un Uchiha. Stranamente mai gli era capitato di notare tali comportamenti nei rari casi in cui avesse incontrato una ragazza al villaggio. Forse perchè ella stava enfatizzando particolarmente l'azione, o forse perchè egli non aveva lo stesso fascino che dimostravano gli altri rampolli del clan.«Beh... Oddio... A me non sembrava uhna proposta così osè... e inoltre non ho mai notato una tale reazione da parte delle donne del villaggio, ma dato che tu sembri conoscere meglio l'ambiente mondano ti crederò sulla parola»
E poi rise ammettendo la sua pressochè totale ignoranza su quel particolare della vita del villaggio.
Rise finchè non si rese conto che la giovane si era praticamente spogliata restando davanti a lui coperta solo da una fascia sul seno, dalla parte inferiore della sua "divisa" ed una retina grigia che ne ricopriva il busto come una specie di maglietta. A quella vista Atasuke quasi arrossì rimanendo di sasso nel vedere le forme della giovane ma soprattutto notando con quanta facilità la ragazza si fosse spogliata davanti a lui quasi come se la cosa fosse normale.°Ma che diavolo... Che le è saltato in mente? Per carità... affascinante da ammirare ma spogliarsi così in mezzo alla strada...°
"I miei vestiti sono pieni di sangue Se anche avessi il permesso di entrare al Quartiere... come pensavi di farmi passare inosservata, precisamente? Coperta di sangue non credo ci riusciremmo, e del resto... dubito che nuda mi farebbero andare da qualche parte, o sbaglio forse?"
A quelle parole sensate, Atasuke si sbloccò iniziando a comprendere il motivo di tale gesto, anche se non ne comprendeva bene la libertà con cui la ragazza si era spogliata. Fece quasi per darle il suo mantello per coprirsi almeno fino alla sua casa dove le avrebbe dato qualche abito, quando ella riprese a parlare lasciandolo nuovamente pietrificato."Spogliati"
°Ma... Ma che diavolo? Che diavolo le prende così di punto in bianco?°
"Dammi il tuo mantello, o qualcosa che possa mettermi addosso Mi rendo conto di non essere un bello spettacolo, non fare quella faccia"
«Si... O meglio... No, non è per quello, anzi... Complimenti vivissimi a tua madre, il "problema" è un'altro...»
Disse porgendole il mantello che fino a pochi istanti prima stava per porgerle. Appena la giovane ebbe tempo di prendere il mantello, Atasuke si voltò iniziando la propria discussione con l'altro membro del clan che pareva osservarli ormai da tempo.
Alle parole dell'Uchiha ella rispose ironicamente con una risposta che ben poco si discostava da un "te lo avevo detto" tuttavia Atasuke non le diede ascolto e proseguì imperterrito sulla sua linea a dir poco aggressiva.
Con curiosità fin esagerata, ella si mise poi a leggere ciò che Atasuke stava imprimendo sulla sua carta ninja prima di porla nelle mani dell'altro Uchiha il cui compito era diventato quello di portare quel messaggio senza troppe storie.
Quando poi l'Uchiha si allontanò Atasuke si voltò nuovamente verso la giovane, mentre il vento che soffiava lieve tra le fronde degli alberi ne scompigliava i neri capelli disegnando una scena a dir poco "epica"."Perché? Nemmeno mi conosci"
Ella gli aveva chiesto poco prima che l'Uchiha svanisse nel vento con un mormorio appena. Una volta voltatosi, Atasuke con un tono poco più alto, ma di certo molto più caldo ed appacificante rispose con completa sincerità alle domande della giovane Shizuka.«Perchè è giusto così... Mi sembrava abbastanza chiaro che questo fosse uno dei tuoi desideri più reconditi e dato che mi hai salvato la vita... Beh... mi sembrava il minimo dato che ne avevo la possibilità»
"Non ho niente da darti in cambio per tutto questo, sappilo..."
Ella rispose con voce rotta e con una lieve venatura di rabbia, tuttavia Atasuke non vi fece a caso e le porse il braccio per accompagnarla verso il quartiere del clan.[...]
Giunti dalle porte di ingresso del quartiere, ella si avvinghiò ulteriormente stringensodi al braccio di Atasuke quasi a fermarne la circolazione sanguigna per quanto stava stringendo."Ho paura"
«Tranquilla... Non hai nulla da temere qui con me»
Rispose egli con tono calmo ed appagante cercando di infondere un po di coraggio nella giovane che sebrava allo stesso tempo lottare contro la sua più grande paura e compiere il suo più grande desiderio.
Varcata la soglia La giovane parve bloccarsi per un attimo coprendosi con una mano gli occhi e con l'altra andando a cercare l'impugnatura della wakizashi pronta a reagire. Rimase immobile per diversi istanti prima di svelare nuovamente il suo volto e lasciare la presa dall'arma."Ci sono Sono viva Hai capito che sono viva?"
Atasuke la osservò prima con stupore dimenticando per un attimo ciò che ella gli aveva detto in precedenza, per poi rammentare e cambiare completamente espressione. Se qualcuno lo avesse visto avrebbe visto nel suo volto tanta di quella compassione che difficilmente se ne sarebbe riivista altrettanta in un unica persona. Ella continuò poi ripetendo a se stessa che era viva, quasi come un mantra iniziando a singhiozzare per poi sbattere la sua fronte sul petto di Atasuke in cerca probabilmente di affetto e di conforto.
Egli con tutta la tenerezza di cui era dotato la strinse a se tra le sue braccia e con altrettanta tenerezza chinò il suo capo arrivando a baciarle la testa per poi sussurrarle parole di conforto.«Si, sei viva... Ci sei riuscita ed io sono qui con te per aiutarti come tu hai fatto con me...»
Poi ella si allontanò leggermente sfuggendo alla sua stretta iniziando a stropicciarsi il viso per cercare di cancellare le tracce di tutte quelle lacrime."V-voglio... Vorrei... vedere il Quartiere, prima di... prima di andare a casa Casa tua intendo Sempre se l'invito è ancora v-valido, s'intende..."
Mentre ella si preoccupava di risistemarsi i capelli che le erano scivolati sul volto Atasuke si prese il tempo necessario per meditare un piano di visita, tuttavia risolse che in quelle condizioni non le era di certo possibile visitare i quartieri del clan.«E perchè mai non dovrebbe più essere valido il mio invito? Tuttavia... Comprenderai bene che così conciata... Rischi di farti arrestare per altri motivi... inoltre io non sono propriamente in uno stato presentabile...»
Sottolineò facendo notare alla ragazza lo stato in cui versavano gli abiti che aveva addosso particolarmente lacerati a causa della missione da cui era tornato.«... quindi se non ti spiace preferirei prima fare una tappa a casa per rifarmi le fasciature con qualche benda nuova e cambiarmi... Poi cercheremo di trovare qualche abito che ti vada bene per la serata... che ne dici? Non trovi sia meglio darci una rinfrescata prima di visitare il quartiere? Tanto più che messi come siamo rischiamo di non godercelo appieno»
Disse sorridente Atasuke aprendole la via verso la sua "umile" dimora nelle profondità del quartiere Uchiha.«Da questa parte»
Disse in aggiunta al gesto con la mano sinistra che fece per indicare la direzione alla sua ospite. per poi offrirle nuovamente la destra qualora ella avesse voluto stringerla come facevano al loro ingresso al villaggio.[...]~Casa di Atasuke, Quartiere Uchiha~
Giunti dinnanzi alla sua casa, Atasuke aprì il cancelletto di ingresso per poi richiuderlo quanto entrambi fossero passati entrando definitivamente nella sua proprietà. Con rapidi passi si avvicinò alla porta di ingresso aprendola alla sua ospite per poi farle cenno di entrare.«Prego, fai come se fosse casa tua»
E poi la precedette mostrandole molto alla veloce l'inetro edificio per poi portarla al piano di sopra nella sua camera da letto, conscio del fatto che ella probabilmente avrebbe potuto pensare male di quella cortesia.«Bene, questa invece è la mia camera da letto, una volta appartenuta ai miei genitori... In questo armadio invece ci sono un po di vestiti da donna... Non so se c'è qualcosa della tua taglia, tuttavia sono sicuro che troverai qualcosa di adatto per la serata»
Disse aprendo l'ampio armadio che si stagliava di fronte al letto a due piazze che usava abitualmente per dormire. Egli aprì davanti alal giovane solo la metà in cui erano presenti i vecchi abiti appartenuti alla madre che tuttavia erano ancora perfettamente tenuti, oltre che particolarmente eleganti. La madre di Atasuke era meno prosperosa della giovane shizuka ed era leggermente più alta e filiforme, tuttavia Atasuke era portato a pensare che la giovane Kobayashi non avrebbe di certo avuto problemi nel trovare qualcosa che le andasse comunque bene, al massimo con qualche rapido ritocco.
Intanto egli prese dall'altra pare dell'armadio i suoi abiti eleganti e dei nuovi rotoli di bende per ripristinare quanto era stato utilizzato e per effettuare delle nuove bendature. Poi uscì dalla stanza lasciando la giovane Kobayashi nella sua intimità.«Ok, ti lascio un po di intimità, intanto vado a rifarmi le bendature ed a cambiarmi nella stanza matrimoniale di sotto davanti alla cucina. Se hai bisogno di me non hai che da chiamarmi ed arrivo subito, nitanto scegli pure con libertà un'abito o una combinazione di vestiti che ti piaccia»
E poi con un sorriso si chiuse dietro a se la porta scorrevole dirigendosi al piano inferiore.[...]
Se la giovane non lo avesse chiamato prima, quando si sarebbero rivisti, avrebbe trovato Atasuke vestito di tutto punto con una camicia bianca contornata da un gilet nero con le bordature dorate e da un paio di eleganti pantaloni neri, il tutto rigorosamente in seta.
Nei piedi indossava un paio di scarpe eleganti nere appena lucidate e con se portava una lunga giacca dai bottoni ed i decori dorati al pari del gilet mentre al fianco sinistro portava la sua wakizashi, questa volta indossata in maniera "classica" alla cintura di cuoio marrone.«Se vuoi possiamo andare a visitare il quartiere, o preferisci mettere prima qualcosa sotto i denti?»
Le chiese con il consueto sorriso sincero lasciandole tutto il tempo che voleva per decidere.. -
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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~Donne~
Al suo ingresso nella casa di Atasuke la giovane Shizuka non diede quasi segni di particolare stupore o interesse, segno probabile di una sua qualche forma di abitudine agli edifici di grandi dimensioni e abbastanza lussuosi, per quanto la casa di Atasuke fosse tutto meno che effettivamente lussuosa nel suo arredamento."I tuoi genitori sono fuori?"
Domandò la ragazza ignara di quanto quella domande fosse triste e dolorosa per il povero Atasuke, il quale a parte una breve pausa per meditare una buona risposta, non diede a vedere il suo sconforto interno.«Si, in un certo senso si...»
E poi più nulla. Ella non pronunciò altre parole per tutto il tragitto sino al piano superiore e neppure si espresse prima che Atasuke uscisse dalla stanza per lasciare un po di intimità alla giovane e per cambiarsi a sua volta dopo aver rinnovato le bende. Unica forma di comunicazione che potè cogliere fu una opsa ed uno sguardo particolarmente imbronciato a causa di quanto egli aveva involontariamente detto. Non gli era ben chiaro quale fosse la causa di quel broncio, ma non gli fu difficile intuire quanto quella reazione fosse legata probabilmente alla sua opinione sulle possibilità della ragazza di trovare qualcosa che le andasse.
Tuttavia, proprio quando stava per chiudersi al porta alle spalle, la giovane dei Kobayashi riprese la parola perdendo tutta quell'aria imbronciata che aveva avuto sino a pochi istanti prima."Posso davvero indossare gli abiti di tua madre? C-credo che prenderò solo un piccolo cambio... che provvederò a portare a casa per lavarlo, stirarlo"
Rimase quasi stupito della reazione mistra tra eccitazione e terrore che la ragazza aveva in quel momento, tuttavia non le diede troppa attenzione.«Certamente che puoi indossarli, altrimenti non ti avrei portato fin qui... Comunque stai tranquilla, non c'è nessuna necessità di tanta premura per l'abito... Comunque ora vado, sai dove mi puoi trovare...»
E quindi richiuse dietro di se la porta incamminandosi a passi leggeri fin nella camera matrimoniale del piano inferiore.°Certo che tra tutte le persone che ho incontrato, questa è la più strana di tutte...°
[...]~Una cenetta?~
Atasuke attendeva la sua ospite nella sala da pranzo al piano inferiore, vestito di tutto punto, anche se in verità queli erano gli abiti che generalmente indossava nel tempo libero a konoha, eccezion fatta per la giacca lunga."Stai molto bene Ti dona la tenuta elegante"
Disse la giovane con uno splendido sorriso«Beh, grazie, anche tu non stai affatto male... Anzi, se permetti un consiglio, ti donano di più i capelli così sciolti, dovresti tenerli sempre così... Missioni a parte»
Rispose lui con un sorriso per poi concludere con una velata risata a sottolineare la velata ironia che lo divertiva nel sottolineare la necessità di un differente abito e stile per quanto riguardava i combattimenti e le missioni.
Alla domanda che Atasuke espose, tutta la sicurezza della giovane ed il suo desiderio di visitare il quartiere quasi vennero a mancare, come se per qualche arcano motivo qualcosa la tutbasse, portandola a preferire stare in casa. Nuovamente fece la sua comparsa sul volto della kobayashi un broncio che difficilmente si era visto in persone di età superiore ai 10/12 anni. Ancora una volta Atasuke era rimasto impreparato nel vedere una così strana reazione nella giovane."Non ho molta fame"
Esordì la giovane, lasciando quindi ad intendere che preferisse visitare prima il resto del quartiere per poi tornare a casa, oppure soffermarsi ancora per mangiare qualcosa al termine della "gita".«Immagino quindi che tu preferisca...»
Non ebbe tempo di terminare la sua frase che la giovane riprese la parola proponendosi come cuoca per cucinargli qualcosa."Posso cucinare io Credo di poterti preparare qualcosa di buono!"
«Ma... Veramente...»
Ella non gli diede possibilità alcuna di controbattere alla sua proposta, ed alla fine dovette arrendersi alla decisione della giovane Shizuka.[...]
Non ci volle molto che la giovane era già in preda ad una rapida frenesia culinaria, la quale sarebbe terminata probabilmente con una ciotola di ramen. Ella infatti non era a conoscenza delle abilità culinarie del giovane erede degli Uchiha, am allo stesso modo non era a conoscenza del fatto che in quella casa vi fosse soltanto lui a viverci.
Egli la guardava con attenzione mentre al giovane cercava di dimostrare le sue abilità culinarie preparandogli quella rapida cena che in verità doveva essere Atasuke ad offrirle, o almeno così si era detto al loro incontro.
Pochi minuti dopo, la giovane iniziò ad assaggiare il brodo e trovandolo evidentemente buono, portò un cucchiaio alla bocca di Atasuke per farglielo assaggiare."Dimmi se ti piace"
E poi con gesto delicato gli poggiò il cucciaio sulle labbra afcendogli sorseggiare adagio il brodo."Troppo poco sale? Le spezie come ti sembrano? Non conosco i tuoi gusti, e non ho voluto esagerare... Io adoro le cose piccanti, ma qui noto che manca anche il peperoncino."
«No, tranquilla... sembrerebbe perfetto così... Sul puccante, devo ammettere che anche a me piacciono i gusti piccanti... sfortunatamente non ho più avuto al possibilità di fare la spesa negli ultimi giorni e quindi non sono riuscito a rifornire la dispensa... ma credo che a questo provvederò domani»
"Tua madre non ama cucinare immagino... Oh non ti preoccupare! Cioè non è un'offesa! E' solo che anche mia madre non è capace, neanche riesce a preparare del Tofu lesso, pensa te! Ho pensato così che magari il problema risiede nel fatto che le donne Uchiha non sono poi proprio propense alle doti di casa... Beh in ogni caso non importa, dammi una mano con le ciotole e le bacchette, tra cinque minuti siamo a tavola! "
A quelle parole il cuore di Atasuke parve quasi andare in pezzi. Il suo sguardo da allegro divenne torvo e particolarmente triste. Non era offeso dalle parole della ragazza, perlomeno non in maniera diretta. Egli era piuttosto triste nell'anima. Triste di non sapere se sua madre fosse in grado o meno di cucinare, triste di non averla potuta conoscere e triste di aver perso quella che fino ad un anno da quel giorno sapeva essere sua madre e che ora non c'era più, uccisa con tutti coloro che credeva essere suoi parenti e concittadini, in quell'assalto che distrusse tutto ciò che sapeva essere il suo passato e che credeva essere casa sua.
Menre la giovane, ancora ignara di cosa aveva fatto trotterellava verso i fornelli, Atasuke con passo lento andò a prenderle le due ciotole per il ramen e quanto serviva per apparecchiare per due andando poi ad apparecchiare il tavolo presente nella cucina senza stare a preparare nella sala adibita dove generalmente pranzava e cenava con gli ospiti.
Con sguardo spento si sedette sulla propria sedia restando a fissare il vuoto dinnanzi a se e lasciando che la giovane continuasse a giocherellare ai fornelli alle sue spalle. Dalle ampie vetrate era possibile scorgere la via da cui si entrava nella casa ed i lampioni che come piccole lucciole iniziavano ad accendersi con una luce fioca che via via diveniva sempre più intensa illuminando le strade.
Quando poi la giovane si fosse seduta alla sua sinistra dall'altro lato del tavolo, Atasuke le avrebbe nuovamente rivolto la parola, non tanto per confessarsi, qaunto per evitare che nuove situazioni spiacevoli come quella potessero nuovamente fare comparsa.«Prima di cominciare, shizuka... Dovrei parlarti di una cosa...»
Egli continuava a guardare verso la sua ciotola di ramen, anche se realmente i suoi occhi spenti continuavano a guardare il nulla dinnanzi a lui.«Prima di tutto mia madre non era un Uchiha... Ma una Yamanaka... In secondo luogo, io non l'ho mai potuta conoscere... Sono cresciuto in un villaggio al di fuori di Konoha da alcuni amici dei miei genitori... Probabilmente avrai sentito parlare di me... Io sono il figlio del traditore Uchiha, colui che dopo aver sposato una Yamanaka contro il volere di entrambi i clan è fuggito con sua moglie dal villaggio abbandonando suo figlio... Un figlio illegittimo, un figlio che ha fatto ora ritorno alla sua vera casa»
Si prese una pausa per cercare di riacquistare pienamente il controllo su se stesso, cercando di resistere ai brutti ricordi, a tutto quello che aveva visto, a tutto ciò che era accaduto e che ora pareva ritornare, tentando di sottometterlo in un alone di sofferenza. Cercando di trasformarlo in una bestia quale egli non era e che non voleva diventare.
Nelel sue parole non vi era rabbia verso la giovane, per quanto il suo tono fosse leggermente duro. In realtà le sue parole erano cariche d'amore verso i pochi ricordi che aveva di sua madre, ma soprattutto erano cariche di tristezza... Tristezza e disperazione nell'aver conosciuto sua madre solo attarverso racconti e documenti scritti che aveva trovato.«Quindi... Se non ti spiace... Preferirei che non parlassi più di mia madre, soprattutto non fare più commenti su di lei o su quelle che credi possano essere le sua abilità o mancanze... d'accordo?»
Egli sapeva bene che qualunque risposta ella gli avesse dato non si sarebbe ripreso di li a poco e sicuramente non avrebbe aiutato a farlo sentire meglio. Tuttavia preferì esporre questo problema per poi cercare di annegare i suoi dispiacer nel cibo mangiando la ciotola di ramen che la ragazza aveva preparato.
Per quanto quella pietanza fosse ottima, al suo palato parve quasi senza gusto a causa di quello che sentiva nel proprio cuore. Egli era quasi assente, ma soprattutto era assente la voglia ed il desiderio che aveva poco prima di conoscere meglio quella ragazza.... -
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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~Scambio di opinioni, la breve vista della giovane~
Quando Atasuke terminò di parlare scese un silenzio quasi innaturale. La giovane erede dei Kobayashi pareva esser rimasta ormai senza parole, o forse ne aveva ancora molte da dire, ma in quell'attimo, forse l'imbarazzo, forse la comprensione, pareva averla paralizzata.
Ed il silenzio permase, per alcuni secondi, simili quasi a lunghi minuti per quanto il tempo era in grado di dilatarsi in situazioni di quel tipo, poi, come dal nulla, riaffiorò nuovamente la voce di Shizuka, con un tono meno allegro e giocoso di poco prima e certamente molto più sommesso."Sai... Io penso che ogni genitore ami il proprio figlio, in qualche modo"
Egli tacque. Non tanto perchè non sapesse cosa rispondere o non ne avesse il desiderio. Semplicemente intuì che quello non era altro che l'inizio di un breve discorso e che in un certo senso lo riguardava, o pareva comunque riguardarlo."Mi rendo conto che a questo mondo esistono individui che abbandonano le persone amate, decidendo così di camminare da soli... ma, sai... preferisco pensare che, in qualche modo, una famiglia rimanga unita anche nella lontananza... In verità, a mio parere, questo accade ogni volta che si viene a creare un legame... tu non credi? "
«Si, non nego che le tue parole siano corrette, anzi, le condivido appieno, tuttavia non sono sicuro di capire dove vuoi andare a parare...»
E poi ella ancora riprese a parlare cercando di affinare maggiormente ciò che intendeva dire aggiungendo dettagli che fino a poco prima aveva omesso."Quando delle persone si conoscono, ho sempre immaginato che si legassero le une alle altre con una sorta di... di nastro, ecco Il nastro del destino Questo nastro è uno dei grandi misteri della vita, poiché non importa quanto siano distanti le persone che esso unisce: Ovunque e per sempre, queste saranno collegate da qualcosa che supera il semplice legame di sangue o di amicizia... Proprio per questo motivo, se queste persone lo desidereranno, tirando il loro nastro, potranno far avvertire a coloro cui sono legati che il loro pensiero gli è in quel momento rivolto e così, forse, ci potrà essere una ricongiunzione. Una riappacificazione. Un ritrovamento. Ma esistono anche persone che si dimenticano di quel filo d'unione e non lo sfruttano mai. Semplicemente."
Ed a quel punto anche il volto della giovane erede divenne cupo, forse anche più cupo di quello di Atasuke, il quale in vero non comprendeva perfettamente la causa di quella tristezza della giovane, anche se intuì che quella parte di discorso forse si riferiva a Kuroro, il ragazzo di cui la giovane aveva "parlato" nella propria mente mentre Atasuke cercava di estrapolarne i motivi della sua sofferenza e del suo odio."Non pensi di essere un po' troppo rassegnato per essere un bambino che non ha mai conosciuto i propri genitori, Atasuke?"
Come d'un lampo le parole della giovane proruppero in quella brevissima pausa di tristezza con un tono che chiaramente non ammetteva repliche. Repliche che Atasuke avitò di fare renstando ancora in ascolto della giovane finchè questa non avesse terminato di esporre ciò che andava dicendo.
A seguire infatti vi fu un breve crescendo delle teoride della giovane, delle sue opnioni e di ciò che ella avrebbe fatto qualora fosse stata al posto di Atasuke per poi concludere con un diretto accenno a se stessa e probabilmente alla sua ricerca di quel tal Kuroro, ma lasciandosi un'acida conclusione alle spalle, rivolta ad Atasuke. Una conclusione che molti avrebbero preso come un'offesa o una sorta di accusa, ma a cui Atasuke reagì in maniera completamente differente.
Egli infatti si lasciò scappare un breve sbuffo di disappunto prima di voltarsi verso la giovane con uno sguardo difficile da descrivere ma che di certo aveva il suo effetto.«Tu credi? Credi forse che non abbia tentato? Credi che mi sia arreso? Tu credi questo quindi?»
Richiuse gli occhi per tornare a fissare la ciotola dinnanzi a se concedendosi anche una breve pausa utile più che altro a creare suspance piuttosto che a raccogliere meglio le proprie idee.«Certo, ciò che dici è giusto e non lo nego affatto... Tuttavia... Chi ti ha detto che io non sia alla ricerca? Chi forse ti ha detto che io mi sia piegato al mio destino? Io ti ho solo raccontato la storia che fino ad ora il clan ha sentito e raccontato nei miei confronti, non ciò che è accaduto, non ciò che realmente è...»
Ancora una pausa ed ancora una nuova presa di fiato da parte dell'Uchiha.«Ogni singola missione che accetto di portare a termine per il clan ha lo scopo di avvicinarmi il più possibile alle informazioni che cerco... Ogni mia minima azione al di fuori del villaggio è guidata alla ricerca di mio padre per scoprire quale sia la vera storia prima ancora che dallo scopo diretto della missione. Non credere solo a ciò che ti pare di vedere... Tu di me hai solo visto una parte, e con questo tuo discorso ti sei limitata a vedere ciò che tutti vedono... Non ti biasimo, tuttavia non sempre la prima impressione è quella giusta, anzi... spesso è il contrario ed il fatto che ora siamo qui a parlarne ne è una prova... Se mi fossi fermato alla prima impressione probabilmente sarei morto, o forse lo saresti tu, chissà, eppure così non è andata»
Si lasciò sfuggire un nuovo sorriso, leggermente amaro a causa di ciò che stava per raccontare, ma non per questo meno sincero.«Tuttavia ho voglia di raccontarti ciò che c'è dietro la maschera, o almeno quello che per ora so... Per cominciare so che mia madre è morta qualche anno dopo essere fuggita mentre lavorava in una miniera con mio padre sotto copertura... Quello che so è che è morta tra atroci sofferenze a causa di un cancro ai polmoni causata dai fumi tossici della miniera e che da li mio padre fuggì nuovamente dilaniato dal dolore e dalla rabbia...»
Atasuke dovette prendere un'ulteriore pausa prima di poter nuovamente riprendere il discorso in maniera accettabile senza che il dolore gli impedisse di parlare.«Poi so dirti che in un qualche modo mio padre è collegato a dei gruppi di nukenin che pare abbia "tradito" in passato e che ora gli danno la caccia, tanto più che non sono poche le volte in cui mi sono imbattuto in nukenin sulle sue tracce... Inoltre so dirti che mio padre è ancora vivo e che si nasconde da qualche parte per questo vasto mondo, anche se non so ne il perchè ne altro»
Si prese un'ultima pausa prima di concludere il proprio discorso riportando poi il suo sguardo duro e serio sulla giovane, non tanto per intimorirla, quanto per sottolineare la sua determinazione e la sua sicurezza.«Ed infine... So che i miei genitori mi amavano e che mi hanno abbandonato per proteggermi, non so da chi o da che cosa, ma stai pur certa che lo scoprirò, anche a costo di metterci degli anni... Non ha importanza... Tuttavia... per rispondere alla tua provocazione... io non mi pongo a salvatore, tuttavia per ciò che ho ottenuto fino ad ora, posso dire di aver salvato già gran parte di me stesso»
E solo a quel punto permise alla giovane shizuka di controbattere o comunque di rispondere al suo breve ma ispirato monologo che in sunto era la storia della sua vita per non dire quasi dell'anno circa che aveva passato li a Konoha dopo il suo ritorno.. -
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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~Una proposta inaspettata~
Mentre le parole di Atasuke uscivano dalla sua bocca, ella rimase in silenzio ad ascoltarlo stringendosi i pugnie chiudendo gli occhi i quali fino a pochi istanti prima osservavano solo il nulla ed il vuoto nel pavimento. Poi li riaprì come uno scatto per poi continuare ad osservare il nulla. Per Atasuke non fu complesso decifrare ciò che quel volto gli stava dicendo. Per quanto la conosesse da poco aveva ormai iniziato a comprenderla laddove, probabilmente, molti fallivano. Comprese infatti che ella si era in qualche modo calata nei suoi pensieri, rivolgendoli nuovamente al tal Kuroro. Non poteva sapere che cosa ella pensasse ed allo stesso modo non poteva in alcun modo immaginare come la cosa potesse palesarsi nella mente della giovane, ma sapeva che non lo stava ascoltando con la piena attenzione. Poi come d'un lampo ella riprese a parlare facendo prendere uno sguardo incuriosito da parte di Atasuke."Dici di aver salvato in gran parte te stesso Molto bene, allora L'altra metà, la salvo io Non ci si salva bene da soli, da quel che mi risulta, oppure sbaglio? Facciamo un patto, ti va?"
Egli tacque, dacchè il suo sguardo interrogativo la diceva ben lunga, ma soprattutto era tranquillamente in grado di esprimere tutto ciò che quella specie di proposta aveva scatenato in lui: ubbio e curiosità. Si permise quindi un breve gesto dela mano con la quale intese incitare la giovane a proseguire con il suo discorso, poi stette quindi a sentire la successiva proposta della giovane.
Di tutta risposta la giovane si alzò portandosi dinnanzi a lui in una poasa che probabilmente voleva essere maestosa e con le mani sui fianchi iniziò ad esprimere ciò che intendeva fare ed a cui probabilmente non ammetteva repliche."Diventerò io la tua compagna. Ciò vuol dire che sarò io la persona che ti sostiene quando pensi di non farcela e la mano che ti tira in piedi se cadrai a terra Mi sembra di aver già dimostrato di essere brava in questo Facendo così, potrai concentrarti meglio sulla ricerca di tuo padre, perché per quanto lontano andrai e per quanto veloce correrai, ci sarà sempre qualcuno che ti guarda le spalle In poche parole Ti sto dicendo che divento io la tua famiglia finché non ritrovi quella che hai perso di vista... così, anche nell'eventualità questo non accadesse, non ti perderai: Avrai sempre qualcuno da cui tornare"
Rimase quasi sbalordito dall'audacia di quelle parole e soprattutto rimase niterdetto per il significato intrinseco che queste potevano avere. Che realmente essa volesse diventare la sua compagna? O forse quello era solo un suo impacciato modo di dichiarare il suo supporto morale e logistico? In quel momento era impossibile saperlo, tuttavia, in un certo senso quelle parole risvegliarono dentro ad Atasuke altri tristi ricordi. A quelle parole gli tornò in mente la vecchia casa, quella che era stata la sua famiglia, coloro che lo avevano allevato, il piccolo villaggio, che in fondo era più una sorta di famiglia allargata che un villaggio per lui, ma soprattutto gli tornarono in mente tre persone. Shay Hyuga, la quale fin dall'inizio al suo arrivo nel villaggio lo aveva aiutato a superare i suoi primi problemi affermandosi in quel mondo; Akane, colei che sola era riuscita a conquistare il suo cuore e che per lui era stata un vero e proprio riferimento, un motivo per cui tornare a casa ed infine Ayame Uchiha, la nipote della vicina di casa, la prima degli Uchiha ad avero accettato e che stava guadagnando giorno dopo giorno sempre più importanza per lui e che al momento era divenuta un punto fermo per cui tornare a casa.
Tuttavia mentre egli andava perdendosi nei suoi pensieri la giovane dei Kobayashi proseguì con il suo discorso e la sua proposta cercando di inquadrarla meglio e con meno ambiguità."Non posso dire che condividerò ogni tua scelta e che tutto ciò che fai mi piacerà. Non posso nemmeno dirti che un giorno non mi ritroverò a contestarti o metterti le mani al collo... del resto, tu mi stai decisamente antipatico Mi fai arrabbiare dieci volte su otto, e se devo essere del tutto onesta trovo gran parte dei tuoi atteggiamenti veramente intollerabili, se solo mi fosse possibile ti prenderei a schiaffi dalla mattina alla sera Tuttavia devo ammettere che sei un tipo gentile... per essere un Uchiha intendo Quindi la mia proposta è questa: Smettila di cercare da solo quello che manca all'appello di te... ti aiuto io, quando non ce la fai In cambio però adesso usciamo, e tu mi porti a vedere tutto il quartiere Uchiha fino a che non potrò dire soddisfatta una vita di curiosità!! Ti va bene?"
E con una profonda risata ella concluse la propria esposizione. Atasuke meditò alcuni istanti, o meglio, finse di farlo [Abilità], portandosi la mano destra al mento chiudendolo con l'indice in una sorta di appoggio mentre il gomito si posava sul tavolo creando così una sorta di sostegno per il mento. Per poi socchiudere gli occhi iniziando a parlare con tono pacato.«In vero apprezzo molto la tua offerta, non posso negarlo... Tuttavia... Sei veramente certa di ciò che mi sati offrendo? Sai verso quali rischi ti stai imbarcando con queste tue parole? Non dico che tu non ne sia all'altezza... anzi... è solo che non sono molto incline a rischiare la vita altrui per cose mie personali... Tuttavia... se davvero sei convinta di ciò che dici e se davvero ti senti in dovere di aiutarmi, sarò ben lieto di chiederti aiuto qualora se ne presentasse l'occasione»
Ed a quel punto attese una risposta, anche solo un cenno con la testa della giovane che ne confermasse o ne smentisse le intenzioni prima di poter proseguire con il suo discorso.«Tuttavia, prima di uscire per goderci il quartiere del clan in tutta la sua bellezza... Che ne diresti di finire di mangiare? Sarebbe un pessimo spreco buttare via questo ramen... Poi ti prometto che ti porterò ovunque io abbia accesso all'interno del quartiere se ciò ti ispira tanto»
Sorrise prima di richiudere gli occhi tornando a concentrarsi sulla propria ciotola in modo da finire il prima possibile in modo che la giovane potesse sfruttare più tempo possibile per visitare il quartiere.[...]
~Una proposta inaspettata~
Il resto della cena proseguì quindi in silenzio, o comunque con brevi battute e risposte senza particolare importanza. Giunse quindi il momento di uscire di casa e portare la giovane Kobayashi in visita alle strutture del clan.«Bene, allora è finalmente giunto il tuo momento... Da che cosa vorresti cominciare con la tua visita?»
Si prese una breve ed imbarazzata pausa per meditare che cosa fare sorridendo alla giovane.«Sai com'è... Non sono così abituato a fare da guida turistica alle persone, ma soprattutto questa è la prima volta che faccio visitare il quartiere Uchiha a qualcuno... Sai com'è... di solito non sono in molti a voler visitare il quartiere del clan...»
Si lasciò sfuggire un nuovo sorriso per poi guardare nei verdi occhi la giovane in attesa che questa decidesse che direzione prendere per cominciare con il tour, di visita.
Quando poi i due si fossero messi in moto, Atasuke avrebbe ripreso la parola cercando di ottenere qualche altra informazione sulla giovane.«Pensavo... Prima, quando parlavi della mia "rassegnazione", mi è parso di intendere che anche tu stia cercando qualcuno, è vero? Sai com'è, il dubbio mi è parso dal fervore che avevi nelle tue parole ed in un qualche modo, mi sembrava uno scambio più corretto aiutarti nella sue ricerca al pari di come tu sei intenzionata ad aiutare me... Anche perchè il tour del quartiere te lo avevo già promesso»
Si fermò quindi voltandosi verso la giovane con un sorriso in volto nella speranza che essa gli fornisse una risposta affermativa, giungendo quindi ad un patto certamente più equo di quello che lei aveva proposto.. -
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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~Una strana reazione~
Alle sue parole la giovane shizuka reagì con non poca aggressività, come se in qualche modo la avessero offesa. Atasuke dal canto suo non comprese bene che cosa la giovane avesse in testa di fare, tuttavia per una pacifica convivenza la lasciò fare, in maniera che potesse sfogare in qualche modo quella aggressività repressa.
Non solo ella rispose beffardamente, cosa che di per se non era un problema e per cui Atasuke non si era posto la questione di fermarla in qualche modo, poi iniziò a prenderlo per il collo della camicia con sguardo minaccioso, segno che forse stava andando fin troppo oltre. Anche qui preferì non reagire, attendendo in vero un attacco diretto prima di rispondere a quell'aggressività, ma forunatamente non ve ne fù necessità. Ella infatti, terminata la sua serie di parole in cui aveva semplicemente racchiuso gran parte della giornata, sorrise nuovamente, come se in un qualche modo fosse riuscita a sfogarsi recuperando la calma e la sanità mentale.°Dannazione, credo che dovrei stare ancora più attento a come parlo con lei... Tuttavia non è normale una reazione così aggressiva... Che sia causa di quello che il clan le ha fatto? Oppure è colpa di qualche sensei folle che l'ha seguita in passato, magari al corso genin? mah... di sicuro va capita ed educata su questo aspetto... deve imparare a controllarsi, ma soprattutto bisogna riuscire a sfogare tutta questa rabbia prima che esploda di nuovo, magari in condizioni peggiori...°
Pensava mentre la giovane sorridente proseguiva con il suo discorso senza mollarlo un attimo. In un certo senso si sentiva minacciato da quella sepcie di presa, anche se in verità sapeva bene di non correre rischi, ma soprattutto da una posizione del genere con lui quello a rischiare era assolutamente quello che lo teneva al collo.
Poi, finalmente, la giovane mollò la presa per portarsi entrambe le mani al petto, dando così modo ad Atasuke di risistemarsi alla svelta il colletto spiegazzato."Non importa se gli Uchiha mi odiano, ora che mi è permesso entrare in questo quartiere voglio provare a stare al loro fianco cercando di proteggerli, e non perché così spero di poter ottenere chissà cosa, ma perché è così che reputo giusto...
… proprio per questo motivo voglio poter aiutare anche te.
Posso starti accanto, se è questo che desidererai, ma devi essere il primo ad esserne convinto, perché se non crederai in me come io sono pronta a credere in te, non riusciremo mai ad andare avanti fianco a fianco Hai capito? So che non ci conosciamo, ma abbiamo tutto il tempo per imparare a farlo, no? Vogliamo provarci?"
Egli sorrise, lasciandosi sfuggire anche una lieve risatina prima di rispondere alla giovane.«Invero avevo già compreso ciò che intendevi dire, ma volevo solo esserne sicuro...»
Disse allungandole la mano ed andando a dtringere quella di lei in una vigorosa ma dolce stretta.«Quindi si, sarò ben lieto di fare la tua conoscenza e di stare al tuo fianco. Una persona come te è assolutamente indispensabile. Forte come una tigre, candda come la neve e dolce come il profumo di una rosa... Sono rari i fiori con queste caratteristiche»
Alluse alla giovane portandola verso di se con un rapido e deciso strattone della mano facendo si che le mani strette si levassero in alto, fin al di sotto dei loro menti con gli avambracci che facevano da divisione tra i loro petti che altrimenti avrebbero cozzato.
Gli occhi di lui intensamente la guardavano come tuffandosi in quelli verdi di lei mentre con solennità la sua voce risuonava in quelle brevi parole che racchiudevano una altresì solenne promessa.«Possa questo essere un giorno di speranza. Da oggi saremo compagni e ci batteremo fianco a fianco contro le avevrsità che questa nostra "maledizione" ci ha posto dinnanzi»
Ed a quel punto solo più un dolce sorriso a rasserenargli il volto prima di lasciare la presa lasciando che la sua giovane ospite potesse nuovamente tornare a sedere.[...]
~Gita in quel del Clan~
Terminata la cena, la giovane, in trepidante attesa di poter visitare il quartiere decise per qualche strana ragione di aver bisogno del mantello di Atasuke, anche se era più che chiara la totale assenza di tale necessità. Tuttavia ella non volle uscire finchè non fosse soddisfatta tale condizione, ed alla fine Atasuke non potè fare altro che accettare. Iniziarono così a vagare per il quartiere. Lui, un giovane rampollo vestito di tutto punto con il massimo dell'eleganza che sapeva concedersi e lei, una specie di fagotto nero che saltellava gioioso per le vie celando il proprio aspetto al di sotto di quel nero mantello che faceva tutto, tranne che donarle.°Quasi mi vien da chiedermi perchè mai avesse dovuto prendere un vestito di ricambio se poi va in giro infagottata in quela maniera... bah... donne, valle a capire certe volte°
Con quel pensiero nella mente Atasuke cercava di studiarsi un piano di visita tale da poter soddisfare tutta quella sete di scoperta che la sua compagna aveva nei confronti di quel territorio che finora le era stato negato.
Ella diceva di non sapere da dove volesse cominciare con la visita rivelandogli di come la sua mente avesse immaginato infinite planimetrie, luoghi, strade ed edifici di quel settore di Konoha in cui non aveva ancora mai messo piede.
A stento Atasuke riusciva ade evitare di ridere alle reazioni a dir poco esagerate della giovane, specie quando con "abilità" glissava amabilmente le domande di Atasuke a riguardo dei suoi dubbi, segno chiaro del fatto che aveva fatto centro ma che ella ancora non era pronta a rispondere a quelle domande, forse per paura o forse per altro... Tuttavia con le sue reazioni la ventenne pareva esser divenuta una bambina di dieci anni lasciata libera in un negozio di caramelle, eccitata quasi come fosse in overdose di zuccheri, ella saltellava qua e la beandosi della sola vista dei negozietti, dei locali, degli uffici e delle case che ad una ad una incontravano lungo il percorso.
Ad ogni edificio che Atasuke conosceva egli si fermava alcuni istanti narrandole di chi vi abitasse, quale scopo avesse tale edificio o anche solo chi ne fosse il proprietario, cercando così anche di metterla al corrente della "storia" degli ultimi anni di quel quartiere, anche se in vero egli era forse l'ultimo a poterne narrare lo sviluppo dato che le poche informazioni che aveva erano frutto del suo "rapporto" con la giovane Ayame e dei racconti che la nonna, ovvero la sua vicina di casa, gli narrava di tanto in tanto.~Un particolare incontro~
Il tempo trascorreva felice e la notte sembrava proprio essere piccola come diceva un famoso detto, tuttavia, tanto quanto la notte anche il mondo era piccolo ed ancor più piccolo era il quartiere Uchiha. Tanto piccolo da portare ad un incontro che a stento si poteva definire inatteso, se non forse anche indesiderato.
Di li a poco, infatti all'uscita di una locale, ella parve come pietrificarsi di botto alla vista di due uchiha all'uscita dello stesso. Atasuke rimase momentaneamente spiazzato da una tale reazione, in fondo quelli non erano i primi due Uchiha che avevano incontrato lungo il loro percorso e dal suo punto di vista quei due non avevano nulla di differente dagli altri, o perlomeno nulla di così vistoso da poter provocare una tale reazione. Tuttavia di li a poco ebbe modo di comprendere il perchè di quella particolare reazione.«Shizuka, tutto bene? Che hai?»
Le chiese con cortesia e con un velo di preoccupazione nella speranza che la sua voce potesse in qualche modo sbloccarla da quella specie di paralisi indotta dalla vista di quelle due persone e del bambino che poco dopo li raggiunse trotterellando fuori dal locale.
Egli non prestò particolare attenzione alle parole dei due figuri e del bambino, tuttavia parve che shizuka vi ponesse non poca attenzione quasi ignorando le parole che Atasuke stesso aveva pronunciato. Poi con voce rotta e flebile iniziò a ripetere un nome, un nome che Atasuke le aveva già "sentito dire": Okaa-sama.°Diavolo... che sia realmente la stessa persona? Che sia l'Okaa-sama che vuole uccidere? La situazione è problematica, qui si rischia grosso... Spero solo che si tratti di un caso di omonimia e che solo il nome le abbia provocato questa reazione, altrimenti... Ho timore per quello che potrebbe fare valutando come reagì poco fa in casa per molto meno...°
Pensava tra se Atasuke preoccupandosi sempre più per quella situazione che pareva peggiorare mentre Shizuka sembrava aver riacquisito controllo di se e delle proprie parole dirigendosi verso le due figure e verso il centro della strada che stavano percorrendo.
Atasuke la seguì con passo svelto ed attento, pronto a reagire ad un'aventuale reazione spropositata della giovane, anche se per fortuna non accadde nulla di così grave... forse..."Konbawa Oji-sama, Oba-sama"
°Dannazione pare proprio si tratti della stessa persona! Non va affatto bene°
"Atasuke... ti presento mio zio, mia zia, e a quanto pare, anche mio cugino Questi sono i parenti che mi hanno rinnegata prima che io nascessi"
°Ecco, nulla di così eclatante e diretto come temevo, ma di certo nulla di così diplomatico... Speriamo solo che questa frecciata non provochi reazioni a catena...°
Atasuke sorrise, celando il suo stato d'animo leggermente alterato da quella lieve tensione che si stava creando, [Abilità] specie nella sua mente, la quale essendo già a conoscenza di informazioni potenzialmente pericolose stava già elaborando i peggiori scenari possibili, preparandosi al peggio.
Intanto il suo volto sprizzava gentilezza e cortesia, nella speranza che un comportamento accomodante potesse in un qualche modo aiutare ad evitare eventuali rischi aggiuntivi.«Buona sera, come immagino abbiate udito, io sono Atasuke Uchiha, lieto di fare la vostra conoscenza...»
Disse inchinandosi in modo rispettoso ai due membri del clan che aveva dinnanzi oltre che al loro pargoletto.«Se così si può dire»
Sibilò infine tra i denti con un tono tanto basso che a stento riusciva a sentirsi da solo, in maniera che i due interlocutori non avessero modo alcuno di udirlo, evitando così eventuali spiacevoli discussioni.. -
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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~Discorsi di Famiglia~
In un primo momento parve che i parenti di shizuka non avessero in alcun modo udito le sue presentazioni, anche se forse le avevano udite, ma erano di importanza assai ridotta se paragonate a vedere la loro nipote nei quartieri Uchiha senza essere informati della cessazione del divieto.
Diverse furono le parole e molto fu il tempo che intercorse in discussione diretta tra shizuka ed i suoi parenti, quasi come se tutti d'un tratto avessero iniziato ad ignorare la sua presenza. Atasuke comprendeva che in effetti la sua presenza fosse di importanza limitata in quel frangente, tuttavia non gli piaceva molto essere messo da parte senza spiegazioni. Specie quando di tanto in tanto si vedeva puntato da sguardi gelidi ed assassini al pari di una preda puntata durante una battuta di caccia.°Non mi piace questa situazione, perchè diavolo mi stanno puntando con aria tanto minacciosa? Meglio se mi tengo pronto a reagire a qualunque situazione°
Ad un tratto lo zio sparì affiancandosi a Shizuka. Brutto segno, ma forse poteva anche non essere così tragica come temeva dentro di se, anche se una presa di posizione tanto preponderante non prometteva nulla di buono. Egli tentò di trascinarla via per riportarla da sua madre, evidentemente in un istinto protettivo, piuttosto che in una forma di aggressione. Tuttavia egli non poteva sapere che la restrizione di shizuka non vi era più.«No! fermi! ha diritto di stare qui!»
Esplose Atasuke ignorando la differenza di potenza e di grado tra lui ed i suoi interlocutori scattando a prendere il polso dello zio che a sua volta teneva quello di shizuka per trascinarla via. Intanto anche Shizuka si oppose iniziando poi a farfugliare una sorta di riepilogo alquanto contorto ed agitato della serie di eventi che in realtà pareva in gran parte inventato sul momento, o almeno Atasuke non ricordava di alcun maiale o di una maratona ed una lavanderia.
Gli occhi di lui continuarono a fissare il jonin, mentre la sua mano avrebbe lasciato il polso dello stesso solo nel momento in cui egli avesse mollato quello di Shizuka.
Ad alleviare la tensione ci pensò poi il piccolo bambino che si liberò dalla presa della madre correndo loro incontro e chiedendo chi fossero loro due. Atasuke non potè non sorridere a quella dimostrazione di innocenza, tuttavia preferì non abbassare la guardia. In fondo aveva "aggredito" un suo superiore, seppur avendone titolo.
Giunsero così gli attimi delle presentazioni, dato che il piccolo, giustamente, non aveva idea di chi loro due fossero. Il padre iniziò a raccontare in breve sottolineando il fatto di avere una sorella, restando però interdetto dalle sue stesse parole, come se in qualche modo non sapesse più proseguire su quella linea del discorso. La moglie gli venne in aiuto con un esclamazione, prima di riprendere il discorso elogiando la madre di Shizuka per le sue capacità e scatenando così l'interesse e la curiosità del piccolo, il quale concluse chiedendosi il perchè del fatto che non la aveva mai conosciuta.
Agli occhi di Atasuke quello pareva quasi essere un "classico" quadretto familiare, per quanto gli fosse chiaro che tutta quella storia, non fosse altro che una rosea visione degli eventi, resa semplice e da un certo punto di vista lieta per le piccole orecchie che la stavano udendo.
Alla fine della storia, dopo averci meditato per bene su, il piccolo si fiondò addosso a Shizuka iniziando a tempestarla di domande, come se ella fosse il suo nuovo giocattolino dalle mille risposte.
Dal canto suo, Shizuka chiese silenziosamente aiuto ad Atasuke con uno sguardo sufficentemente eloquente. Era chiaro che anche ella non sapesse che cosa fare per arginare le mille domande del piccolo, il quale da un certo punto di vista andava esagerando con la sua sete di sapere.
Atasuke osservò per alcune domande la scena, quasi divertito dalla cosa, per poi intervenire poco prima della risata degli altri due Uchiha, seguita poi dalla loro offerta.«Hey, hey, capisco il tuo entusiasmo, ma se la tartassi così di domande rischi di farla svenire»
Rise«Che ne dici di darle qualche attimo di tregua? In fondo il mondo non finirà questa sera, quindi per colmare la tua curiosità c'è tempo»
"Volete prendere una tazza di té a casa nostra oppure avevate altri programmi?"
E con quelle parole il piccolo venen strappato a forza di dosso a Shizuka liberandola così da quella specie di scimmietta che non la lasciava più stare."Non potevo immaginare cosa tu avessi fatto per Shizuka, ti prego di perdonare il mio comportamento oltremodo scandaloso Lascia che mi presenti nuovamente, ti prego Il mio nome è Isamu Uchiha, Jonin del Clan e primo educatore delle leve di primo pelo Questa invece è mia moglie Junko, Chunin ed educatrice accademica, e mio figlio Tatsuya"
Egli rispose di rimando al sorriso con un'altro sorriso, comprendendo che forse la criticità era svanita e che quindi poteva rilassarsi. Sembrava che la situazione si fosse finalmente calmata, quindi sperava che finalmente ci si potesse godere la serata senza altri intoppi.«Lieto di fare la vostra conoscenza... Come dissi pocanzi, io sono Atasuke Uchiha, genin ed evidentemente collega di vostra moglie... Anche io sono un sensei accademico, per quanto sia solo un genin... Per quanto riguarda la vostra proposta, non saprei, se a Shizuka va bene, per quanto mi riguarda sarei ben lieto di accettare la vostra offerta, ma dacchè questo è il suo primo giro nel quartiere, sta a lei decidere cosa fare»
Mentre egli palava, Junko si avvicinò al marito intrecciando un braccio con quello di lui e lanciando ad entrambi una eloquente occhiata che non presupponeva nulla di buono, o almeno, non propriamente...°No... Non starà mica pensando che... Perchè ha quello sguardo supponente? Non vorrà mica°
"Beh, e voi invece da quanto siete fidanzati precisamente?"
°Ecco... Come temevo... lo ha detto... Ma come diavolo faccio a finire in queste situazioni... che ho fatto di male?°
Atasuke rimase, ovviamente, incastrato da quella specie di affermazione, che da un certo punto di vista poteva considerarsi legittima, anche se un po forzata. Egli ci mise alcuni istanti a cercare di elaborare una buona risposta da dare, dacchè, in effetti, non sapeva affatto cosa rispondere ad una domanda del genere.«Beh... ecco... in verità... noi due ci siamo conosciuti solo oggi... Per essere precisi qualche ora fa, quindi non direi proprio che siamo... ehm... fidanzati... anche perchè... suvvia, anche volendo... ci conosciamo da così poco tempo»
Non seppe che cosa rispondere d'altro, tuttavia si rese conto che quella risposta non era nulla di così convincente, per quanto in effetti fosse il vero. Era visibilmente a disagio in quella situazione, specialmente per la sua incapacità nel poter trovare una buona risposta da dare a quella particolare domanda che in effetti era a dir poco invadente.. -
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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~Giocosi litigi e ringraziamenti...~
Alla risposta di Atasuke, si aggiunse un più sonoro urlo di conferma da parte di Shizuka, probabilmente allertata dal dubbio sguardo della zia, anche se più che dubbio pareva ben conscio della "falsità" delle parole di Atasuke, come se in qualche modo quel suo primo tentennare avesse dimostrato che invero quella fosse una menzogna buttata li, piuttosto che la nuda e cruda verità."Neanche so chi sia ...Vero?"
Puntualizzò ella, aspettandosi probabilmente una conferma da parte di Atasuke, il quale però non diede una conferma totale della questione.«Oddio, non proprio fino a questo punto, tuttavia confermo che ci conosciamo a malapena da qualche ora, nulla più, quindi si potrebbe quasi dire che neppure ci conosciamo, o perlomeno non abbastanza da...»
Egli si ferò, rendendosi conto che il discorso andava prendendo una piega "pericolosa" e che non aveva la più pallida idea di come gestire un discorso di quel tipo, senza almeno aver pianificato un buon piano d'attacco.
Si sentì poi trascinare via, comprendendo che era la giovane ad allontanarlo dalla famigliola, forse per conferire privatamente con lui o forse chissà che altro."La situazione si sta mettendo male Guarda che i miei zii poi ci credono davvero che stiamo insieme Cosa penserà la tua ragazza?! Mi ucciderà Vedi di essere più convincente, per l'amor degli Dei, altrimenti... Altrimenti vedrai"
Atasuke rimase come imbambolato per appena un'attimo, cercando di capire quali contorti ragionamenti la ragazza avesse portato avanti prima di rispondere.«Ragazza!? Ti ucciderà!? Non so di chi tu stia parlando... Io non ho nessuna ragazza e beninteso non sono neppure sposato... Quindi non capisco di cosa tu stia parlando... Se poi ti da tanto problema quello che pensano i tuoi zii, d'accordo, cercherò di essere più convincente»
Rispose lui con tono curioso e confuso, non essendo sicuro di quale oscura macchinazione avvenisse nella mente della sua ospite che fissava quasi in cagnesco la famigliola.
D'un tratto la voce del piccolo attirò nuovamente la sua attenzione, sbucando come dal nulla a chiedere loro se non fossero realmente fidanzati, prima di venire zittito dallo sguardo serio del padre che continuava a fissarlo con un eloquente sguardo.
Di li in poi, la scena scemò in una sorta di duello assurdo ed asoslutamente infantile di botta e risposta tra shizuka ed il cuginetto. Situazione da cui Atasuke pensò bene di prendere le distanze evitando come la morte di intervenire in quella assurda discussione senza senso.
Il tutto ebbe una dose di rincaro con l'intervento di Isamu, il quale sottolineò la somiglianza dei due, portando così shizuka a protestare ancora una volta, ma dando questo giro la possibilità ad Atasuke di intervenire.«Shizuka... per favore... calmati un attimo e lasciamo perdere queste discussioni... non è il caso di alterarsi tanto...»
Sapeva bene che probabilmente le sue parole sarebbero rimaste ignorate, tuttavia volle tentare.[...]
A concludere quella serie di eventi ci pensò però Junko, la quale intervenne con stupore esprimendo il dubbio che da tempo li affliggeva e sottolineando che forse i geni irrequieti del figlio provenivano proprio dal ramo di shizuka.
Atasuke venne come preso da parte, mentre gli altri tre proseguivano qcon quella specie di baruffa dissennata."E' davvero da così poco che la conosci? Posso chiederti una cosa?"
«Si, come ho ribadito la conosco solo da poche ore... Comunque certamente, se sono in grado di rispondere, chiedi pure...»
Le diede del tu ignorando la netta differenza di età e di grado dato che la situazione, unita al tono familiare della donna, pareva ormai giustificare un tale tono confidenziale in cambio del precedente tono serioso tenuto sino a pochi istanti prima."Come hai fatto a capire che lei era degna di fiducia? ...Mi spiego meglio Sei stato tu a far dare il permesso a Shizuka perché potesse accedere al nostro quartiere, giusto? Cosa ti ha spinto a rischiare la convocazione di fronte al Consiglio degli Anziani per una... una Kobayashi? Sono traditori Il loro nome è impronunciabile nel nostro quartiere, i nostri bambini sono stati cresciuti nell'ignoranza della loro storia, e noi adulti ci impegniamo da anni per evitare ogni contatto con qualsiasi membro di quella dinastia... cosa ti ha spinto dunque a pensare che lei fosse degna di mischiarsi alle nostre genti, di parlare con i nostri amici e parenti e di partecipare alla vita del nostro Clan? Non pensi che un giorno possa tradire le tue aspettative? La tua fiducia?"
La domanda della donna, per quanto titubante era una domanda molto seria, forse fin troppo valutando la situazione assurda in cui versava quell'incontro. Dal canto suo Atasuke titubò a sua volta, cercando però di contenere le pause tutte in una maggior attesa prima della sua risposta, dandosi così il tempo di pensare con attenzione ad una risposta che era tutto meno che banale e scontata.«La tua è una domanda complessa ed importante, e come tale credo meriti un'altrettanto completa ed importante risposta... Se dovessi dirti perchè mi sono voluto fidare di lei beh, semplicemente mi ha salvato la vita, già solo per questo ritengo sia degna di fiducia... Sulla questione dei Kobayashi ammetto di non esser stato informato precedentemente di questo "marchio" della loro famiglia, ma personalmente non mi interessa... non è il cognome della tua famiglia a fare chi sei, e neppure la fama e le leggende dei tuoi antenati decidono chi diventerai... Forse ha un pessimo cognome, ma non per questo lei sarà una pessima persona... Io non so se e quando mi tradirà, so che non mi aspetto nulla da lei e so che posso comunque fidarmi della sua lealtà... So bene di non aver particolari prove a dimostrazionee di questa mia tesi, tuttavia... è come se me lo sentissi dentro, non è un pensiero razionale, è così e basta... Per quanto poi riguarda il consiglio, non c'è problema, sono stati loro a dirmi che potevo chiedere ciò che volevo, senza limitazioni, come ricompensa... Il peggio che posso subire credo sia avere delle rcompense predefinite prima delle missioni»
Terminò con tono scerzoso ed ironico come a smorzare la serietà delle sue parole, le quali avevano acquistato vigore man mano che il suo discorso a dir poco ispirato proseguiva.
Il tutto venne poi bruscamente interrotto dalla richiesta di aiuto di Shizuka, la quale, probabilmente stremata dal cuginetto non sapeva più che fare per riuscire a sfuggire dalla piccola peste. Atasuke non seppe più se ridere o piangere per quella situazione che sfiorava l'assurdo in cui nessuno sapeva più che fare.
Dopo un breve scambio di opinioni e di discussione, venne poi portata nuovamente a galla un'opzione, questa volta proposta direttamente a Shizuka, la quale con gentilezza decise di rigiutare mostrando un sorriso a dir poco forzato, probabilmente spento dall'idea di rivedere quel marmocchietto in futuro."Ma stasera c'è una persona con la quale voglio stare"
A quelle parole Atasuke ebbe come un sussulto, un breve sussulto che riuscì a tenere celato senza darlo a vedere all'esterno, come se in qualche modo quelle semplici parole lo avessero emozionato, come se gli facesse piacere venire in qualche modo "preferito" ai parenti che ella da tanto cercava e che ora poteva incontrare.[...]
Giunto infine il momento dei saluti, ella scattò verso i suoi parenti, abbracciandoli uno ad uno e sgorgando lacrime liete unite ad una risata. Una reazione che Atasuke non ricordava di aver mai visto prima. Ella pianse a lungo, anche mentre Atasuke salutava i parenti della giovane, stringendo prima la mano allo zio in una silenziosa e decisa stretta unita ad un cenno di saluto con il capo di entrambi, per poi passare alla zia che salutò con un più composto inchino ed infine passando per la piccola peste che salutò teneramente con un gesto della mano e con una carta ninja che lasciò al piccolo con su un breve messaggio farcito anche del suo indirizzo di casa.CITAZIONESe vuoi rivedere shizuka, passa un giorno a l'altro a casa mia con i tuoi genitori, se vuoi ti dirò dove abita, così potrete incontrarvi più spesso... l'indirizzo lo trovi in basso
Via XXX n.XX, Quartiere Uchiha
Atasuke
Ella continuava a piangere mentre i suoi parenti a poco a poco si allontanavano fino a svanire nel buio di quella notte dietro ad un angolo, e mentre loro si allontanavano, lei continuava a piangere e ridere, come se una qualche forma di isteria l'avesse colta, anche se Atasuke capì bene che quella non era isteria, bensì felicità, seppure dimostrata in maniera tanto strana.
Le mani di lei andarono ad intrecciarsi nei suoi corvini capelli mentre ella si avvicinava a passo incerto verso di lui. Atasuke rimase immobile, come se non sapesse che cosa fare, finchè ella non srofondò nuovamente il suo volto nel petto di Atasuke, continuando a piangere ancora ed ancora stringendolo a se. Con uno sguardo di compassione e tenerezza, Atasuke ricambiò l'abbraccio, cingendola con le sue forti braccia e stringendola a se in segno di conforto per poi poggiare la sua guancia sopra la testa di lei, come racchiudendola in un tenero bozzolo.
Ci volle tempo, ma poco alal volta ella parve recuperare fiato ed il controllo delle proprie parole fino a potersi esprimere liberamente senza singhiozzare. A quel punto Atasuke alzò nuovamente il capo come a lasciarla andare, ed ella avvicinò il suo orecchio per ringraziarlo."Grazie per l'opportunità che mi stai dando... Sei una delle cose migliori che gli Dei mi abbiano potuto mai regalare... Grazie"
E decine di altri grazie giunsero finchè la voce di lei a poco a poco non si fece più fioca, sino a diventare un sussurro e poi nulla. Un nulla seguito da un sonoro sospiro di sollievo.
Atasuke dal canto suo non fece altro che stingerla a se, comprendendo che a nulla sarebbe valso parlare in quella situazione, salvo che rovinare quel momento di sollievo per lei e di comprensione per lui. Stranamente si sentiva bene a confortarla, quasi come se gli piacesse in un qualche modo portarle conforto.
Nella sua mente ancora ronzavano le tomande di Junko Uchiha mentre la sua parte logica e razionale tentava di ideare delle nuove risposte a quei quesiti più assennate, più logiche, più regolari, tuttavia senza mai riuscirci appieno.«Grazie...»
Esordì poi dopo alcuni istanti di silenzio.«Tu mi ringrazi, tuttavia... Forse sono io a dover ringraziare te... In fondo sei stata tu a salvarmi la vita questa sera... E sei tu che hai deciso spontaneamente di aiutarmi d'ora in poi nella mia ricerca... Quindi alla fin fine sei tu che meriti un ringraziamento, non io... in fondo... che ho fatto di tanto speciale?»
Le chiese con tono lieve e dolve, come quasi a sussurrare parole d'amore ad un amante. Tuttavia Egli sapeva bene, o meglio, aveva ormai compreso l'importanza che aveva per Shizuka il suo gesto, ed aveva altresì compreso quanto importante fosse per lei tutto ciò che stava accadendo. Le sue parole infatti erano più atte a sminuire il suo operato e sottolineare quello di shizuka, più che una vera e propria analisi critica della situazione.«Tuttavia... Davvero devi tornare a casa? Perchè se vuoi puoi restare a dormire da me questa notte... Se il problema è avvisare i tuoi, sarà mia premura avvisarli... Ma se invece devi proprio tornare a casa... sarà un mio lieto piacere accompagnarti fino a casa»
Un dolce sorriso comparve sulle sue labbra nel pronunciare quelle parole e nell'attendere una risposta.. -
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