[Team 33] Un corso come un'altro?

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  1. Poison user
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    Questo è troppo



    Le parole di Atasuke lo fecero arrabbiare e molto. Ciò che il genin fece fu sbattergli in faccia l’obbligo di cooperazione con i suoi compagni, come se si potesse collaborare con uno che a malapena sapesse che diamine ci stava facendo in quel posto. Per non parlare poi di quando disse che celare le proprie azioni con una mano di fronte alla bocca avesse potuto aumentare le possibilità di successo. Ribattere non avrebbe portato a molto, ma quando gli fu rinfacciato il fatto che uno pseudo shinobi, forse neppure quello, fosse più ninja di lui…. A malapena riuscì a contenersi. Ciò che lo studente si permise di affermare fu una cosa sola:

    Continueremo questo discorso in sede più appropriata, continuando in questo modo non riusciremo ad andare avanti con la missione.


    Durante il tragitto, l’onorevole smemorato disse che forse era meglio se si chiamava fuori dal combattimento, allegando il fatto che non fosse di molto aiuto, aspetto della questione su cui Dokumaru concordò in pieno, ma non potè fare a meno di dimostrare un certo disprezzo per la codardia del “vero” shinobi e decise di lasciare quell’intervento senza una sua risposta appropriata. La destinazione fu una piccola casetta, verso il quale il sensei mosse dei passi sicuri e svelti. Ciò che stupì Hikigane maggiormente fu la condizione in cui si trovava l’abitazione. Ponendo un paragone fra la dimora della contraente e il suo vicinato, l’abitante del villaggio della sabbia non potè fare a meno di chiedersi quanto fosse importante il loro cliente. Che la vecchina fosse una ricca signora commerciante? Oppure poteva essere qualche vedova di un ricco mercante locale? Forse le risposte sarebbero arrivate di li a qualche momento. Giunto all’uscio dell’abitazione, l’Uchiha battè gentilmente alla porta, ma nessuno si affacciò. Che la vecchina fosse morta di infarto per le azioni dei vandali oppure per percosse date dai marginali? Ci mancava solo che dopo tutta quella lunga parentesi introduttiva fra presentazione, spiegazioni, esercizi e come scordarsi dello scambio di opinioni fra studente e maestro la missione finisse li.

    Il sunese sentì una fortissima voglia di incanalare una grossa quantità di chakra nella gamba sinistra e tirare un calcio a quella porta per entrare, prendere l’eventuale cadavere della vecchina e riempirla di schiaffi fino a quando questa, sentendo il dolore sin dal paradiso o inferno che si trovasse, tornasse per pregare il giovane di smettere.

    Ad un passo dal cedere a questo piccolo momento di follia, la porta si aprì ed una nonna decrepita apparve all’uscio.

    Giustamente la donna chiese ai quattro chi fossero e che cosa potessero volere da lei. Domanda giusta e legittima, se ignoriamo il fatto che aveva chiesto all’accademia di aiutarla a risolvere una questione personale e quindi doveva necessariamente aspettarsi visite.

    Quando Atasuke si identificò spiegando chi fosse il quartetto e per quale motivo si fossero presentati alla porta la novantenne disse di ignorare la situazione esposta al maggior organo militare del paese, Dokumaru non seppe quale forza divina lo trattenne dall’abbattere la sua furia sulla vecchia. Oggi aveva avuto a che fare con fin troppi smemorati e giurò a se stesso che se entro tre secondi quella non avesse ritrovato i ricordi, avrebbe iniziato a menare i due senza memoria fino a quando non gli fosse ricordata.

    Ad un tratto la vecchia disse di non chiamarsi Akiko, ma che questo fosse il nome della figlia. Per un istante Dokumaru riuscì a trattenersi, anche se dovette fare ricorso a tutto il suo autocontrollo, ma quando la novantenne lanciò un urlo che avrebbe fatto crollare il palazzo del Kazekage ed apparve una donna incinta alla porta, Hikigane riuscì a calmarsi e la gravida chiese ai quattro che cosa volessero.

    Ma qua ci pigliano per il culo!


    Facendo uso del consiglio di Atasuke, il sunese parlò ad un tono di voce talmente basso che rasentava la barriera degli infrasuoni. Il quartetto fu invitato all’interno dell’edificio fino ad un salotto dove lo accolsero cinque sedie e l’Uchiha, rispolverando l’antica arte della cavalleria spostò la sedie per la ragazza in dolce attesa.

    I convenevoli proseguirono fino a quando il maestro non passò la palla ad i suoi allievi, mentre Dokumaru, involontariamente, assunse con la faccia un’espressione fra lo stupefatto ed il pesce lesso allo stesso tempo. Ricompostosi in un momento il giovane prese parola e rivolse un paio di domande alla cliente:

    Salve, mi chiamo Dokumaru. Avrei qualche domanda da porle: Innanzitutto il nostro osservatore parlò di una signora anziana come contraente della missione. Potrebbe spiegarmi per piacere il perché di questa informazione falsa? Inoltre ci è stato riferito di certi malviventi che le stanno rendendo la vita difficile.



    Seguì una breve pausa dove assunse uno sguardo estremamente serio, ma che non voleva assolutamente creare imbarazzo o spaventare la donna.

    Mi piacerebbe sapere se c’è un qualche motivo alla base di queste azioni intimidatorie oppure si è trasformata infelicemente in un obbiettivo di qualche sbandato in maniera totalmente aleatoria?



    Dokumaru avrebbe aspettato la risposta per poi proseguire.

    Mi piacerebbe sapere se è in grado di fornirci qualche dato riguardo al gruppo, come il numero delle persone che lo compongono e dove possiamo trovarli.


    Pazientemente il sunese avrebbe aspettato la risposta ai suoi quesiti ed avrebbe ascoltato i suoi compagni. Dokumaru voleva sentire in quale modo Stregatto avrebbe potuto collaborare alla loro causa, visto che si era già dichiarato incapace di agire nell’azione combattiva.
     
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36 replies since 3/9/2012, 13:25   568 views
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