[Team 33] Un corso come un'altro?

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  1. Poison user
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    Kessen! - Battaglia finale!



    Questa di certo non me l’aspettavo.


    Disse Dokumaru dopo aver visto che praticamente l’intera organizzazione alba li aveva accerchiati. La situazione di certo non stava migliorando e ci sarebbe voluta una dose di fortuna equivalente a quella di una vita intera per poter uscire da quella situazione. Per quanto Atasuke potesse essere forte, si trattava comunque di una condizione di inferiorità numerica spaventosa e resosi conto di quella atroce verità, il cuore dello studente ridusse il tempo che incorreva fra una sistole e quella successiva, così aumentando l’afflusso di sangue.
    Era come se un coltello ghiacciato avesse preso residenza nel suo stomaco, che sembrava essere tanto freddo quanto quello di un cadavere. Probabilmente l’Hikigane ci avrebbe lasciato le penne in quel porto, ma poteva garantire che la sua vita avrebbe rappresentato l’articolo più caro del mercato in quella giornata.
    Visto che tutta o quasi la banda di criminali si trovava sul posto, sgominarne la maggior parte avrebbe rotto l’equilibrio, rendendo più difficili le cose a quel vecchiaccio, cosa che il sunese si sarebbe impegnato a fare anche a costo dell’ultimo sacrificio.

    Con un movimento veloce della mano, il ragazzo estrasse dal portaoggetti il tanto che portava con sé e lo posizionò di fronte al petto, stringendo con la sinistra l’impugnatura, mentre l’altra mano era leggermente appoggiata sulla gemella, andando a racchiudere la parte finale dell’impugnatura in una sorta di bozzolo. La lama invece era era inclinata di 60° rispetto al terreno e con la punta rivolta verso il basso; una posizione che rendeva facile bloccare altri fendenti con armi di grandezza simile o inferiore.

    Una voce sfortunatamente troppo conosciuta interruppe il silenzio che probabilmente sarebbe degenerato in un combattimento senza quartiere in quel molo. Lo shinobi si girò sul proprio asse il necessario per poter entrare in contatto con la figura di Mifune, il vecchio leader di Alba. Colpirlo gli avrebbe permesso di mettere fine a quella stupida guerra, ma ciò che rendeva tale compito difficile, se non impossibile, era la quantità di gente che il giovane avrebbe dovuto affettare – senza incorrere nello stesso destino – prima di poter riservare tale trattamento all’anziano. L’esplosivo che il ragazzo possedeva sarebbe stato utile, ma avrebbe avuto bisogno di una piccola mano, una sorta di miccia, nel caso in cui quella fornita dal vecchio fosse anch’essa una trappola.

    Atasuke, hai per caso dei katon fra le tue abilità o qualcosa che sia in grado di innescare gli esplosivi?


    Disse il giovane a malapena sussurrando. Sarebbe stato difficile, per qualcuno che non possedesse le orecchie demoniache del genin, ascoltare quelle parole, al limite sarebbe stato possibile percepire il labiale, che non poteva essere occultato per via delle mani occupate a tenere l’arma bianca.

    Una voce squarciò il silenzio che faceva da preludio alla battaglia, ma non apparteneva a Takashi, oppure Stregatto, ma a quelli di Tramonto. Perché la gang si trovava li? Gli altri due non avevano fatto il loro lavoro? Ad ogni modo a giudicare dalle parole pronunciate dal boss dell’altra banda. L’unico inconveniente fu il fatto che Mifune decise di “levare le tende” e l’Uchiha non si lasciò scappare l’opportunità, lasciando tuttavia solo il suo studente in mezzo ad un branco di pazzi furiosi e facendo così andare a far benedire il piano di far saltare in aria mifune con le bombe.

    Ancora una volta il sigillo sulla mano dello studente chiese il suo tributo in chakra e Dokumaru capì che doveva assolutamente chiudere la questione il più velocemente possibile, visto che sarebbe stato impossibile concludere quella battaglia senza fare uso di chakra e che in quella situazione non avrebbe potuto controllare costantemente i suoi livelli di energia.

    La rissa, perché quella zuffa non aveva niente di un comune combattimento, iniziò ed ovviamente quelli di alba non vollero lasciare spazio al sunese. Un folle corse nella sua direzione con un’arma sanguinante, segno che si era sbarazzato, oppure aveva reso innocuo un suo avversario. Questi cominciò l’offensiva con un fendente verticale, indubbiamente veloce, ma non impossibile da evitare.

    L’Hikigane procedette alla manovra evasiva semplicemente si basò su una semplice frapposizione dell’arma bianca su una traiettoria perpendicolare all’altra. L’unico dettaglio che differenziava quel movimento rispetto ad una comune parata fu l’inclinazione, che spinse la lama a scorrere per azione della gravità, dopo aver sortito il colpo, evitando così un’inutile confronto di atrito. Sfortunatamente la forza dell’arma nemica era superiore alla capacità del tanto di subire colpi [Slot difesa n°1].
    Senza darsi per sconfitto, lo sconosciuto riprovò ad attaccare, questa volta sfruttando un affondo al cuore. Lo spazio di manovra ristretto permise al sunese di tentare qualcosa che prima di allora non aveva mai testato, ovvero una schivata che gli avrebbe permesso solamente di evitare il colpo, ma senza allontanarsi dall’oggetto in questione. Allo studente bastò canalizzare negli arti inferiori una quantità minima di chakra [½ basso di chakra in riflessi - 150 slot difesa n°2] per poter evitare il colpo, ma lo spostamento non raggiunse i venti centimetri verso la propria sinistra, rendendo inutile quell’affondo e ponendo in una buona posizione il ragazzo per il contrattacco. Questi infatti scattò al massimo della propria velocità lasciando cadere il coltello, visto che non sarebbe stato in grado di reggere un altro colpo durante quella zuffa. L’offensiva seguente fu semplice e la vicinanza dall’obbiettivo avrebbe dovuto aiutare il ragazzo nella sua impresa.

    Concentrando del chakra nelle braccia, il ragazzo posizionò i pugni all’altezza di faccia e stomaco ed eseguì la tecnica che nelle arti marziali viene chiamata Yamazaki [Doppio colpo ravvicinato + ½ basso alla velocità slot azione 1 e 2]. Il vantaggio di quella tecnica risiedeva nel fatto che il pugno in direzione del volto normalmente avrebbe richiesto quasi tutta o tutta la concentrazione per eseguire una schivata o parata, mentre il colpo allo stomaco non veniva notato oppure ignorato in virtù di un punto vitale.




    Al "piacevole" scontro si aggiunse un altro desideroso di botte, questa volta l'ometto si rivelò più veloce rispetto al maldestro compagno ed anche più organizzato, perché non attacco direttamente e di forma prevedibile, ma optò per una spazzata. Bastò un semplice salto per evitare il colpo, ma questi fu più intelligente rispetto allo studente, poiché in piena fase di atterraggio, si formarono dei cumuli di terra sotto il piedi del giovane che andarono ad esplodere. Il massimo che Dokumaru poté fare fu concentrare la massima quantità di chakra permessa dalla situazione negli arti inferiori andando a limitare il danno, anche se non si poteva di certo dire che ne fosse uscito bene.


    Il ragazzo cadde a terra dolorante, le gambe gli facevano male, ma dovette reagire in fretta perché il suo avversario, un ex membro del villaggio della sabbia si mosse in direzione dello studente, ma fu scongiurato tramite una capriola verso sinistra [slot difesa n°2]. Questa volta lo studente scattò verso il suo nemico estraendo uno shuriken dal portaoggetti e lo scagliò contemporaneamente ad un “pestone” in direzione del ginocchio del nemico, se tale attacco fosse andato a segno, avrebbe compromesso le capacità di movimento dell’avversario per il resto dello scontro. Ancora una volta l’Hikigane sentì le forze diminuirgli a causa del sigillo, che andava a sommarsi ai consumi di energia della battaglia.

    Era come se quel combattimento non finisse mai, si aggiunse un terzo che cercò di colpire il ragazzo con un fendente alla base del collo. Ancora una volta, una schivata permise al ragazzo di evitare il colpo [Slot difesa n°1], ma le gambe “lanciarono un grido di dolore” ricordandogli gli effetti della tecnica precedente. Se voleva continuare a rimanere vivo, avrebbe dovuto prestare più attenzione a mosse come le spazzate ed altre con la finalità di minare il suo equilibrio.

    Ancora una volta il nemico cercò di colpire il ragazzo con un pugno al volto, rivelatosi una finta, per cercare di rendere più efficace una coltellata all’addome, ma un po’ di chakra negli arti inferiori ed un balzo all’indietro scongiurarono il pericolo [Slot difesa n°2 – ½ basso di chakra in riflessi].

    L’offensiva fu semplicissima, infatti il ragazzo equipaggiò il tekken che portava sempre con se nel portaoggetti e con una finta composta da una pseudo ginocchiata, cercò di colpire alla testa il nemico con un doppio jab sinistro [Slot free + Slot azione 1 e 2] di cui solamente il primo godeva di un potenziamento in chakra alla velocità [½ basso alla velocità].

    […]


    Quando Dokumaru pensò che tutto fosse finito, i due avversari che lo avevano messo precedentemente in difficoltà riapparvero. Il suo cuore quasi si fermò, in ricordo della precedente esperienza. Questa volta Mifune non li avrebbe bloccati, quindi si trattava di porre fine a quella storia definitivamente.

    I due partirono ancora con un attacco sincronizzato, ma bastò un rapido abbassamento del baricentro per evitarlo [Slot difesa n°1]. Come da copione uno dei due lo aggirò per prenderlo alle spalle, ma questa volta non trovò il ragazzo impreparato, che questi concentrò del chakra nelle gambe per evitare quel pericoloso abbraccio [Slot difesa n°2 + ½ basso di chakra ai riflessi]. Prima che la coltellata alla pancia lo raggiunse, il sunese ebbe il tempo sufficiente per effettuare il sigillo della capra, che non esigeva dal ragazzo la rimozione del tekken dalla mano sinistra e così la minaccia fu bloccata dal kouka no jutsu [Slot tecnica] la tecnica difensiva di Dokumaru, dove uno strato di terra rafforzò l’addome evitando che questi fosse penetrato dalla lama, andando così a ricevere dei danni in un punto vitale. Approfittando di quella propizia situazione, il ragazzo scagliò un pugno in direzione con la mano armata canalizzando prima una piccola quantità di chakra in velocità, per il primo colpo, poi ancora una volta del chakra andò ad aumentare la forza dell’arto, rendendo il secondo jab sinistro più forte e quindi più pericoloso [Slot azione n°1 + ¼ di basso alla velocità – Slot azione n°2 + ¼ di basso alla forza]. Il ragazzo sperò che quei due colpi mettessero fine all’accoppiata, che era pericolosa solamente per la capacità di coordinare gli attacchi.


    CITAZIONE
    Chakra rimasto: 1 basso
    Ferite: Ferita leggera al petto e ferita leggera alla schiena, una leggera e mezza alle gambe e mezza leggera all'addome.
    Tecniche utilizzate: Tecnica del Rafforzamento - Doton: Kouka Jutsu
    Villaggio: Suna
    Posizioni Magiche: Capra (Medio)
    L'utilizzatore, mantenendo il sigillo della capra con una singola mano, potrà richiamare uno strato di terra in grado di proteggerlo dalle offensive esterne. La potenza difensiva è pari a 25 e durezza 2.
    La tecnica renderà poco utilizzabile la zona protetta: la velocità e i riflessi della stessa saranno ridotti di 2 tacche.
    Tipo: Ninjutsu - Doton
    (Livello: 5 / Consumo: MedioBasso )
    [Slot Dimensionali Influenzabili: 1 ogni grado ninja]
    [Da studente in su]
     
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36 replies since 3/9/2012, 13:25   568 views
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