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.SPOILER (click to view)Eccoci qui *O*
Primo giro di ruolata, puramente free come potete vedere XDDDDD
Siete liberi di presentare il vostro personaggio introducendolo alla giocata come preferite, e arrivare comodamente al luogo dell'incontro, che avrò la premura di descrivere passo passo nel corso della giocata.
Per qualsiasi cosa non esitate a contattarmi! >_<. -
¬Wex.
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Capitolo I: il corso ha inizio"Tutte le famiglie felici sono uguali,
ogni famiglia infelice è infelice a modo suo"
L. TolstojCODICEGentile studente,
in seguito alla sua iscrizione all'Accademia Ninja, è stato smistato nel Team 27 sotto le direttive della sensei Shizuka Kobayashi e dell'aiuto-sensei Kuroi Gumo.
Il corso genin inizierà due settimane dopo la data di spedizione della lettera stessa. Il luogo d'incontro è segnato nella mappa allegata.
Si prega di portare TUTTA la documentazione presente in questa busta. I motivi saranno resi chiari a tempo debito.
Cordiali Saluti
Masayuki aveva ricevuto questa notifica da parte dell'accademia qualche giorno prima in seguito alla sua richiesta d'iscrizione al corso genin; era ormai al terzo giorno di viaggio e cominciava a sentire il disagio del viaggiatore: lontano da casa, dalle comodità, dalla famiglia e per di più in un paese straniero.
Il massimo proprio.
Con la nuova organizzazione mondiale sorretta dalla duratura pace tra i vari villaggi, si era venuta a creare l'istituzione sovranazionale dell'Accademia: istituto fondato sull'alleanza dei vari paesi il cui fine era quello di addestrare shinobi, per farli crescere accompagnandoli nel loro percorso di apprendimento.
Ne aveva sempre sentito parlare male: lui era originario di Kiri, un paese insidioso ed austero, freddo e distaccato e per la maggior parte dei suoi abitanti tutto ciò era considerato un insulto alla loro tradizione; questa mescolanza di culture e usi, tutta questa diversità: niente di tutto ciò era visto di buon occhio.
L'idea di dover viaggiare lontano dalla sua isola per allenarsi con degli sconosciuti di altri paesi era invece per lui uno stimolo: sebbene fosse stato cresciuto in quel paese, secondo determinati criteri, in un certo modo e avesse inevitabilmente assorbito certi modi di fare tipici del suo paese, era comunque stato in grado nel tempo di filtrare sempre più le informazioni e gli insegnamenti che gli venivano impartiti riuscendo a costruirsi una propria forma mentis.
La sua naturale predisposizione all'analisi gli aveva permesso di capire sempre meglio le persone, affindando una predisposizione particolare per il quale riusciva a capire le persone; non si parla certo di "leggere la mente" o simili: lui riusciva ad indovinare con una buona precisione la personalità e le inclinazioni di chi si trovava davanti, abilità che gli erano tornate utili più di una volta, soprattutto nel commercio. Masayuki infatti aiutava spesso suo zio nella sua piccola impresa di pesca e il rapportarsi con così tante persone l'aveva svezzato presto, rendendolo abile nel contrattare e nel capire se l'interlocutore lo voleva fregare o meno: del resto in un impiego simile o sei rapido nell'afferrare al volo quei piccoli indizi utili che trapelano dal modo di fare e di atteggiarsi delle persone o sei a terra.
Però questo ormai era il passato. Lui ora stava imboccando la strada per la crescita, il primo grande passo per la scalata della gerarchia militare lo aspettava.
Ma dove stava andando?
Estrasse dalla tasca la lettera dell'accademia e riguardò per l'ennesima volta la mappa allegata alla notifica e tutte alle altre scartoffie burocratiche; la prima volta che l'aveva vista aveva pensato ad uno scherzo: uno schizzo fatto a mano che indicava a grandi linee quale sarebbe stato il luogo d'incontro. Niente di strano fin qua...quello che l'aveva lasciato profondamente turbato e perplesso era quell'orsacchiotto posto in mezzo di quel che immaginava essere un bosco.
"Cioè un orsacchiotto...ma stiamo scherzando? Più che il luogo dove ci troveremo per sostenere il nostro allenamento mi sembra più l'indicazione del ritrovo di una scolaresca di bambini sui 4-5 anni...mi sarei aspettato un po' più di serietà: cos'è all'accademia hanno esaurito i sensei? Chissà magari ci ritroveremo con una ragazzino più piccolo, speriamo che sia almeno comptente e preparato"
All'inizio aveva pensato si trattasse seriamente di uno scherzo ma la mole di carte e i sigilli ufficiali presenti su ogni foglio l'avevano convinto del contrario.
Ed eccolo qua, in un paese straniero che un passo dopo l'altro avanzava verso il suo futuro.
La notte precedente aveva soggiornato presso una piccola locanda lungo la strada principale ad est dell'accademia; l'aveva ospitato una gentile vecchietta, fornendogli un letto (nè caldo nè comodo a dir la verità ma era quantomeno un giaciglio decente con un tetto sopra di sè) e un pasto caldo. La sera prima aveva diluviato e quelle quattro mura erano state per lui una vera manna dal cielo: si era potuto riposare, ristorare e -cosa non da meno- asciugare.
Era mattino inoltrato e quel rifugio un po' spartano era ormai alle spalle.
<<"L'accademia dista una ventina di chilometri da qua, sempre dritto in direzione ovest; ma per dove devi andare tu troverai superata la collina uno stretto sentiero che devia leggermente a nord: imboccalo e ti ritroverai dritto dritto dentro la foresta>>
Effettivamente quel sentiero c'era e lo faceva sempre più avvicinare alla foresta (che aveva scoperto essere di bamboo).
"Dopo l'orsetto ci mancava solo la foresta di bamboo: un setting più normale no? A quanto pare no. Beh sono proprio curioso di vedere in faccia chi caspita mai ha pensato a un luogo più strano e inusuale. Eheh perlomeno arrivo riposato all'incontro, al ritorno mi devo fermare ancora da quella simpatica nonnina: mi ha dato un buon consiglio e un rifugio per la notte e mi ha fatto pagare anche poco!"
Masayuki era molto attento al denaro: era una risorsa preziosa che non andava sprecata, difficile da ottenere e ardua da amministrare. Ma lui era bravo in queste cose e tirando un po' di qua, un po' di la era riuscito a risparmiare parecchio, sebbene stesse girando con davvero poco. Controllò il borsello dei soldi per poter fare un po' di conti per il ritorno ma c'era qualcosa che non andava: soppesò, aprì e guardò dentro. Si mise una mano in faccia.
"Bastarda megera di me*da"
Effettivamente la "simpatica nonnina" si era fatta pagare la sera stessa e si occupò direttamente lei dei suoi vestiti...ed evidentemente anche di quello che c'era dentro: aveva pensato bene di lasciare nel borsello solo le monetine "alleggerendogli" il carico di banconote. Al ritorno non gliel'avrebbe fatta passare liscia.
Almeno non avrebbe dovuto camminare ancora a lungo poichè era giunto ai margini della foresta: secondo la mappa la distesa di estendeva per diversi chilometri ma il punto di ritrovo era a circa 2 chilometri da dove si trovava in quel momento; quindi entrò.
La prima impressione che ebbe era che si trattava di un luogo "vergine" che aveva poco conosciuto l'uomo: le uniche tracce che aveva lasciato erano quel piccolo sentiero in terra battuta che si inoltrava nel fitto delle canne e un ponticello che permettava di guadare il fiume che tagliava la radura. Non era certo limpido e cristallino come i ruscelli di campagna che fino ad allora l'avevano accompagnato nel suo viaggio: l'acqua torbida e melmosa non ispiravano certo fiducia.
Più avanzava più sentiva il peso della non indifferente umidità dal luogo: la respirazione era resa difficoltosa e sulla pelle insisteva una spiacevole sensazione di "appiccicaticcio". Sebbene venisse da un villaggio marittimo dove questa era la prassi non sarebbe mai riuscito ad abituarcisi.
Poco dopo arrivò al luogo di ritrovo era il primo non c'era ancora nessuno: del resto era arrivato con un'ora di anticipo rispetto a quello che era indicato sul foglietto; per lui era meglio arrivare un giorno in anticipo che in ritardo, non ci poteva fare niente. Si distese dunque, poggiando la schiena su un fusto imponente, assaporando la pienezza che quel luogo gli trasmetteva ai suoi sensi: l'intensità degli odori, i colori sgargianti, la musicalità dei suoni. Spesso il vento alleggeriva il fardello dell'umidità, scuotendo le fronde degli alti alberi; questi sbattevano uno con l'altro creando melodie uniche e rilassanti: proprio quello che ci voleva.
Stava per assopirsi carezzato dal vento e cullato da quelle melodie quando scorse tra le canne una figura: una persona di certo, sicuramente non alta.
"Ti prego no"
Questa fu l'unica cosa che riuscì a pensare nel vedere quella ragazzina comparirgli davanti.
Edited by ¬Wex - 17/5/2012, 15:21. -
bono92.
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I don't belong here
Gentile studente,
in seguito alla sua iscrizione all'Accademia Ninja, è stato smistato nel Team 27 sotto le direttive della sensei Shizuka Kobayashi e dell'aiuto-sensei Kuroi Gumo.
Il corso genin inizierà due settimane dopo la data di spedizione della lettera stessa. Il luogo d'incontro è segnato nella mappa allegata.
Si prega di portare TUTTA la documentazione presente in questa busta. I motivi saranno resi chiari a tempo debito.
Cordiali Saluti
Finalmente sono stato inserito in un team per il corso Genin... Non c'ho asssolutamente voglia ma... devo! Questo è solo il primo di una lunga serie di passi che mai avrei penato di dover percorrere, ma ho scelto la mia via e devo arrivare fino in fondo. Devo diventare forte, più duro dell'acciaio.
Ho un obiettivo: vendicare la distruzione del mio villaggio, chiunque sia stato non la passerà franca, dovrà pagare con il suo sangue per tutte le vite, tutte le lacrime, tutto il sangue che ha versato. I miei amici, i miei familiari, i miei conoscenti, giacciono tutti insepolti, tranne mio padre, nel posto dove sono stati barbaramente trucidati... tutto questo non può retare impunito...
Ma ora non sono in condizione ne' di andare in missione da solo per investigare su quale sia la verità ne' sono lontanamente forte abbastanza per cavarmela da solo là fuori.
Spero solo di non finire in squadra con dei bimbetti incapaci, non ho tempo da perdere, più il tempo passa più le speranze di ottener ciò che cerco si fanno vane, ma non voglio nemmeno degli enfant prodige sbruffoni che i credono il top del top. Li odio i tipi così.
Vabbè, si vedrà..
Diamo un'occhiata alla mappa... che merda, la foresta di bambù... ci sono già stato, non mi piace troppo come posto... c'è sempre una umidità pazzesca che spesso si condensa in una fastidiosa nebbiolina che impedisce di vedere bene e a volte può render difficile respirare... sembra di star quasi affogando! E poi.. su quegli steli dritti e lisci non ci si può neppure arrampicare agevolmente, e sembra sempre che nascosti nella foschia, fra stelo e stelo, si nascondano migliaia di occhi minacciosi pronti a saltarti addosso. Ma forse è solo suggestione...
Rileggo un po'... sensei Shizuka Kobayashi e aiuto-sensei Kuroi Gumo... aiuto sensei? Sarà un idiota troppo debole per fare qualche missione importante da solo, messo a seguire la sensei come un cagnolino da tenere a bada. Bah... Ancora non lo conosco e già ho pregiudizi, spero che conoscerlo me li tolga. Dalla sensei invece non so cosa aspettarmi. Credo sia del mio villaggio, l'ho già sentita nominare, ma non ho la minima idea di chi sia..
Mentre mi incammino verso la foresta di bambù, da solo, rifletto, mi fermo... Questo non è il mio mondo, sarò pure grande e grosso, forse incuto un po' di timore, ma non sono nato per combattere, chi me lo fa fare? Posso trovare altri modi per scoprire chi ha ucciso tutti quelli che conoscevo... se riuscissi a racimolare abbastanza soldi potrei sempliceente assoldare dei ninja perchè faciano il lavoro sporco per me, senza che debba diventarlo io un dannato ninja!
Ma che diamine sto pensando? È una questione di onore! Hanno ucciso tutti i miei amici, mio padre, come diavolo mi viene in mente di potermene stare rinchiuso da qualche parte a racimolare soldi per mandare dei fot**ti mercenari a fare il lavoro sporco?!? forse non sarò forte, non ancora, ma non voglio nemmeno pensare di essere così un debole! Dimostrerò a tutti di aver potenzialità, di esser forte. Devo guadagnarmi il rispetto degli altri ninja e sviluppare le mie tecniche!
Riprendo il cammino verso la foresta di bambù, ormai sono lì... in vistoso ritardo! Cominciamo bene... beh mi inventerò una scusa... poi mi impegnerò per rifarmi di questo imprevisto...
Eccome qua, vedo una persona di lontano... no sono due! Un uomo e una donna... lui non sembra un ninja vissuto, o è quello sfigato dell'aiuto sensei o uno dei miei compagni di squadra... sembra un po' cresciutello, forse non sarò neppure il più vecchio della mia squadra... e quella... quella nana non sarà mica la mia sensei?!?
"COUGH COUGH! Ehm... scusate il ritardo... io sono Rand Al'Thor... voi siete?...". -
Christopher M. Moon.
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Il Sole si era appena levato alto nel cielo e stranamente per Horo la nebbia che era sempre stata presente fin dalla più tenera età era scomparsa. Era in una terra straniera. Per la prima volta aveva lasciato il Villaggio di Kiri e per la prima volta nella sua vita aveva varcato il confine del Paese dell'Acqua. Era quasi ironico che si sentisse più perso lì che in mezzo alla bruma che gli offuscava la vista da dove veniva.
Non c'era tempo per la nostalgia: era stato appena assegnato al Team 27, un team che lo avrebbe fatto diventare un genin sotto la guida di un sensei esperto. Lui, di origini umili, nella cui famiglia nessuno aveva mai intrapreso la via per diventare uno shinobi, voleva scoprire che tipo di ninja sarebbe diventato.
«Ecco a lei, Akira-san. E' stato un piacere riposare nella sua locanda.»
Il giovane studente di Kiri fece un inchino dopo aver dato i Ryō necessari a pagare il pernottamento, dopo di che, con lo zaino in spalla, partì alla volta del punto che sulla cartina era stato segnalato simpaticamente con un orsetto.
Per quella missione aveva scelto un abbigliamento molto legato al suo clan di origine, i Fuyutsuki. I suoi vestiti e la sua fascia per capelli presentavano simboli tribali legati alle onde dell'acqua, tipici di una famiglia di coltivatori di riso che invocava gli spiriti del lago, presso cui avevano costruito la loro abitazione. per chiedergli aiuto e un raccolto abbondante, che puntualmente non arrivava mai.
Horo la ricordava ancora... ricordava ancora sua madre in lacrime. Lui era diventato un ninja per pagare le spese mediche ricevute dal Villaggio della Nebbia per il padre... "Una vita per una vita"... Così aveva detto sua nonna. Il giovane Fuyutsuki non era arrabbiato con la sua famiglia per esser stato usato come merce di scambio: lui, infatti, era fiero di servire il Mizukage e diventando un grande shinobi avrebbe potuto migliorare la sua condizione e allora avrebbe anche riallacciato i rapporti con loro.
Assorto tra i suoi pensieri il tempo volò e s'immerse in una foresta di bambù magnifica. Era a dir poco spettacolare. Lì - a giudicare dalla cartina - si sarebbe tenuto il suo addestramento lì avrebbe imparato che cosa realmente significasse seguire la via del ninja.
Devo essere il migliore... devo farcela per loro, per me e per il Villaggio.
Si disse mentre con un balzo raggiungeva la radura segnata dalla mappa. Davanti a sé vide una ragazza poco più alta di lui, che era solo ancora un bambino e altri due ragazzi che come lui avrebbero preso parte al corso. Uno forse lo aveva visto anche per il villaggio di Kiri, ma non ne era sicuro. Così evitò di mostrarsi troppo incuriosito nei suoi confronti per non risultare inopportuno e timidamente disse:
«Scusatemi per il ritardo.»
Era agitato e la voce era tremula. Subito arrossì per l'imbarazzo, che - dannazione - lo faceva sembrare un completo idiota. Non poteva dare quest'immagine di Kiri. Strinse le mani a pugni e rialzò gli occhi neri dall'aria furba verso gli altri. Non doveva abbattersi per quell'inizio incerto alla fine erano i fatti che contavano e lui era pronto a mettersi alla prova.. -
¬Cruxolo.
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Caramelle, Indovinelli e Bamboo
Atto Primo
Al scoccar della mezzanotte Oto si tingeva di nero. Le luci soffuse delle case lentamente venivano spente dagli abitanti di tutti i quartieri del Villaggio, lasciando il vuoto negli animi di chi, in ritardo, doveva ancora rientrare nella propria dimora e si vedeva abbandonare anche dagli ultimi stracci di illuminazione artificiale. Quella sera, poi, il cielo era coperto da nuvole incredibilmente opache, e la luna, maestra della notte, era celata dietro il dorso di quelle creature del cielo. Da qualche parte qualcuno festeggiava il compleanno di un certo Kazato, ululando ai quattro venti gli anni che ormai quell'uomo sconosciuto si portava sul groppone; il sakè doveva esser andato giù molto bene quella sera. Senza più una casa, il coprifuoco del Ragno era scivolato inesorabilmente verso le ore più tarde della notte: troppo spesso si ritrovava a salutare con occhi stanchi il sorgere del fratello splendente della luna. Le sue nottate prevedevano avventure spericolate tra i tetti delle abitazioni di Oto: la mutazione non lo aveva solamente fatto diventare un aracnide, ma lo faceva anche pensare come tale. Ogni tanto si ritrovava in viottole disabitate a cercare un angolo dove lasciare il segno del suo passaggio, come se volesse catturare, data la dimensione delle sue ragnatele, delle mosche grandi come un maiale. Quella sera però Kuroi Gumo non era in giro a spaventare topi e gatti randagi: quella sera erano seduto a gambe incrociate sulla piazzola rialzata dove aveva eretto la sua lussuosa (?) dimora; dei cinque sensi a sua disposizione, solo l'udito era attento a ciò che stava accadendo per le strade e i locali quasi deserti di Oto - qualcuno aveva rovesciato la sua bottiglia di liquore e stava imprecando chissà quale divinità -; i suoi occhi, invece, erano fissi su un foglietto di carta, giunto pochi giorni prima, dove era stato scritto con calligrafia nitida e pulita che avrebbe dovuto presentarsi, fra circa una quindicina di giorni, su un luogo vicino all'Accademia, dove avrebbe dovuto presenziare in qualità di aiuto sensei ad un corso per aspiranti Genin. Il nome, segnalato come di dovere, era quello di Kuroi Gumo, il nome che aveva assunto solamente da poco tempo e che doveva essere sconosciuto ai più.
Che sia stato Febh?
Era da molti giorni che il Ragno pensava a come avessero potuto sapere, in così breve tempo, del suo cambio di nome; si era autoconvinto però che qualcuno dell'Amministrazione Otese avesse fornito le sue nuove credenziali all'Accademia in seguito al suo dialogo con lo Yakushi, il quale lo aveva esortato a riambientarsi al mondo degli shinobi. Quel giorno tuttavia il ragazzo si era deciso a lasciar perdere, tanto non gli avrebbe sicuramente migliorato la vita scoprire chi avesse avuto l'idea di proporre il suo nome per un corso a delle matricole ninja: quella lettera formale non gli lasciava scampo, doveva presentarsi all'appuntamento col destino o l'Accademia avrebbe rotto le scatole. E di ulteriori noie Kuroi Gumo ne faceva piacevolmente a meno. Afferrò tutto ciò che gli sarebbe servito per trovare il posto una volta partito in viaggio, compresa la mappa con le indicazioni del luogo - non molto distante, ma sicuramente gli avrebbe preso del tempo arrivare fin là - e trattenne nel pugno il cartiglio col nome della persona che avrebbe dettato legge in quel dannato corso: Shizuka Kobayashi. Si grattò il capo, cercando di leggere bene il foglietto: stropicciato com'era, sembrava voler dire al Ragno che il suo superiore sarebbe stato una donna. Aveva provato invano a stirarlo con le mani, ma il nome non era mai mutato su quel pezzo di carta: Shizuka era, e Shizuka rimaneva. L'incontro con lei era stato fissato un'ora prima dell'arrivo dei tre studenti che avrebbero partecipato al corso; frustrato dall'ennesima lettura di quel dannato cartiglio, il Ragno lo lanciò per aria, approfittando di una leggera brezza fresca che si era alzata in volo da Nord. Mentre i suoi lunghi capelli scuri ondeggiavano secondo i ritmi dettati da quel fiato di vento primaverile - già, avrebbe dovuto legarli prima del corso, gli arrivavano a metà schiena ormai - la sua mano sinistra scagliò al cielo un strano oggetto appuntito che non aveva le fattezze di alcuna arma ninja: sembrava fatto della stessa sostanza delle sue ragnatele, solo più indurito e coriaceo. Il kunai modellato da una delle tanti mani del Ragno si scontrò col foglietto in volo, portandoselo dietro contro il muro di legno di un edificio abbandonato.Era una notte stellata quella designata per il viaggio verso l'Accademia Ninja. Kuroi Gumo si lasciò alle spalle il suo Villaggio natale, pronto ad immergersi nel buoi dei sentieri extraurbani: l'aria frizzantina che si poteva respirare durante le tenebre era un toccasana per uno shinobi abituato a vagare al calar del sole, quando il cinguettio dei pettirossi lasciava spazio al fruscio creato dalle ali spiegate dei pipistrelli. A volte - come in quel caso - gli pesava essersi isolato completamente dal mondo attorno: non aveva nessuno da salutare prima di partire per un qualsiasi viaggio, non aveva nessuno ad accompagnarlo attraverso la sua strada. Era associale, si, ma ogni tanto il ricordo del nido famigliare gli accarezzava il volto, lo turbava e lo rendeva instabile; qualche tempo addietro gli era capitato pure di piangere contro i lunghi capelli che gli coprivano il volto, ora raccolti in una coda cavallina proprio sopra a metà della nuca. Si scrollò di dosso quei pensieri che riteneva superflui, addirittura stupidi viste le circostanze, e si immerse nella pece della notte, accompagnato solo da un braccio che non era suo. La mattina pungente sarebbe sopraggiunta molto lentamente...
Ed eccola lì, alle prime luci del sole sorgente, la foresta di bamboo descritta nella lettera ancora appesa al muro di legno davanti la tana del Ragno. La sua fitta vegetazione impediva addirittura la visione del suo interno, come se nascondesse un segreto che per svelarlo avresti dovuto sbatterci addosso e non solo osservarne lo scrigno. Non era un esperto di corsi - si presentò al suo esame come privatista - ma al Ragno quel posto così idilliaco non dava assolutamente l'idea di un luogo adatto per addestrare degli studenti. De Gustibus, sussurrò ai primi raggi del sole, una kunoichi non avrebbe di sicuro scelto una caverna sporca e puzzolente. Lasciando cadere il cappuccio del mantello sopra le magre spalle per lasciarsi colpire dal sole splendente, Kuroi Gumo si addentrò nella foresta, cogliendo come prime sensazioni l'umidità presente nell'aria e l'incapacità di respirare a pieni polmoni. Il venticello primaverile che tante volte lo aveva accompagnato per le sue scorribande attraverso i luoghi più celati di Oto tornò ad accarezzargli la pelle, quasi fosse l'unico amico che il Ragno potesse permettersi di avere. Si lanciò tra le nodose radice che incapaci di raggiungere il cielo si destreggiavano immobili nel terriccio del luogo, saettando qua e là solo per il gusto di essere nuovamente immerso in un'habitat più selvaggio; era rimasto per troppo tempo chiuso tra le quattro mura di Oto.
Poi la vide, minuta, quasi invisibile attraverso la maestosa altezza delle piante di quel luogo: di certo non magra come lo era lui, capelli castani lunghi approssimativamente come i suoi. Dovette avvicinarsi per riuscire a vederne i lineamenti, morbidi, e gli occhi, di un verde lucente. Per una ragazza simile veder arrivare un personaggio come lui, con occhi infossati e carnagione molto chiara, poteva significare solamente un tentativo di aggressione; per fortuna si era almeno sistemato i capelli.La nostra Kunoichi, suppongo...
Per un ninja come lui era già tanto aver esordito con una simile frase. Parlando veramente di rado, Kuroi Gumo aveva perso qualsiasi capacità di dialogo, per non parlare del tatto verso il gentil sesso. Probabilmente non lo aveva mai visto, quindi era d'obbligo presentarsi quantomeno dicendo il proprio nome. Sicuramente sapeva che un certo Kuroi Gumo l'avrebbe dovuta aiutare nel corso.Kuroi Gumo, di Oto.
Kuroi Gumo avrebbe lasciato poi la sensei libera di parlare, come era suo solito fare; ascoltare, ascoltare, per poi rispondere assolutamente nulla. Una volta che la kunoichi, Shizuka se non aveva capito male, avesse finito di parlare, il Ragno sarebbe balzato sul bamboo più vicino a lui, senza rispondere ad eventuali domande della ragazza. Quel bosco era così complementare con il suo essere animalesco: i Geni ribollivano nel suo corpo alla vista di così maestose altitudini, perfette per scalate veloci e fulminanti discese. Dall'alto della pianta Kuroi Gumo aguzzò la vista, alla ricerca di qualcosa che potesse attirare la sua attenzione: di sicuro quel posto doveva celare non poche sorprese, visto che era stato designato dalla ragazza come luogo per un corpo Genin. Un corso di fanghiglia correva placido tra le radici di quella grandissima foresta, attraversato solo in un tratto da un piccolo ponticello in legno. Poi qualcosa attirò la sua attenzione, una presenza nel labirinto di bamboo; non faceva parte della fauna locale, era un essere umano, dai capelli - se Kuroi non stava errando, ma di rado la sua vista aveva sbagliato un colpo - color argenteo, e una tunica scura addosso. Non poteva che essere lo studente con il quale si era ritrovato in quella missione dove era stato Caposquadra, Masayuki se la memoria non lo ingannava. La sensei andò verso di lui, e il Ragno fece altrettanto, scivolando con agilità tra gli apici delle piante che caratterizzavano quel luogo. Non si sarebbe palesato tuttavia, sarebbe rimasto nascosto lì sul bordo del cielo, celato alla vista grazie alla mimesi naturale di quel magico luogo e al lungo mantello che riusciva a ricalcare quasi perfettamente il luogo su cui appoggiava.
Non passò molto tempo che gli ultimi due studenti arrivassero sul luogo dove sarebbe cambiata la loro vita. Kuroi Gumo si immaginò qualche anno più giovane, ancora tra gli Shimasu, a competere con altri ragazzi per un posto nell'albo dei migliori tra i vari corsi. Lui si che era stato furbo, si era presentato da privatista, evitando tutte le noie dell'Accademia. Forse questa era la sua punizione per aver evitato il Corso, addestrare altri studenti nel loro Corso! Uno dei due era un vero colosso, l'esatto opposto del giovane ninja del Suono: capelli rosso scuro, molto visibile tra il verde dei bamboo, l'altro era un ragazzino, troppo giovane anche solo per avvicinarsi all'età degli altri aspiranti, e dei due sensei. Kuroi Gumo decise allora di palesarsi al gruppo, visto che tutti coloro che dovevano essere presenti erano arrivati: si lasciò cadere dall'alto delle piante, facendo scorrere sulle mani scheletriche - solo due erano visibili, le altre erano coperte dal lungo manto - sottilissimi fili di seta. Giunse esattamente sul fianco della piccola sensei fogliosa, toccando agilmente il terreno con entrambe le piante dei piedi.«Benvenuti, Kuroi Gumo è il mio nome... Masayuki...»
Fece un quasi impercettibile gesto col capo; era uno dei saluti più amichevoli che il ragazzo riuscisse fare.
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.SPOILER (click to view)Eccoci qui, primo post attivo di gdr.
Tiratemi fuori nozioni teoriche degne di un professore accademico (XDDD) e poi divertitevi ad andare a caccia dei vostri compagni: Siete liberi di scegliere ciascuno una pista diversa e di adottare il comportamento che preferite, a seconda di come agirete, tuttavia, dal prossimo giro inizierò a gestire la ruolata ...
Ah, chiaramente in una giocata come questa il metagame si vede lontano un miglio, io soprattutto sono esperta nell'individuarlo (ho imparato dai miei errori XD), quindi anche i player faranno meglio a stare zitti, leggere il loro foglietto (vi ho inviato tutto tramite MP) e non farne parola con nessuno, altrimenti non c'è gusto... detto questo: Stay tuned!. -
¬Wex.
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Capitolo II: tutti contro tutti
In un arco di tempo abbastanza lungo
l'indice di sopravvivenza di un individuo scende a zero.
-Fight Club
La cose stavano peggiorando in modo catastrofico: derubato, in un posto assurdo, sperduto in mezzo ad una foresta di bamboo, un'umidità insopportabile e una sensei-bambina. Quello non era un addestramento genin, non poteva esserlo!
"Starò ancora sognando, è l'unica spiegazione...probabilmente sono ancora addormentato, al riparo sotto le coperte a casa; un'ora al risveglio, poi devo fare un sacco di cose!"
Ma quella era la realtà e lui, volente o dolente, avrebbe dovuto farci i conti.
In breve tempo il gruppo si era formato ed erano li tutti presenti: era stato sorpreso nel vedersi comparire tra le canne quell'energumeno di Rand Al'Thor, uno shinobi di Konoha col quale aveva avuto modo di scontrarsi qualche tempo prima: un tipo grosso, alto almeno due metri e pieno di cicatrici. Altra sorpresa era stato trovarsi davanti il ragno: Kuroi Gumo, genin di Oto, era stato suo caposquadra in una precedente missione. Un tipo molto particolare. Poi c'era un bambino, uno di Kiri ne era sicuro: aveva una faccia conosciuta, l'aveva sicuramente vista al villaggio. Qualche centimetro più alta del ragazzino era invece quella che sarebbe stata la loro sensei: Shizuka Kobayashi. Masayuki di persone ne aveva viste parecchie in vita sua ma quella ragazzina era completamente diversa: una schizzata immatura che parlava senza mai fermarsi, neanche per respirare. L'instabilità e i disturbi emotivi della donna-bambina erano stati inoltre dimostrati dal fatto che senza un apparente motivo questa estrasse qualcosa da un sacchettino che aveva in mano e la scagliò verso di lui.
"Oh cazzo: che cosa fa questa? Mi vuole ammazzare? Neanche le avessi fatto qualcosa!"
Ma a quanto pare si sbagliava: la sensei sembrava possedesse strani...poteri.
« “Ti prego no” ...cosa!? Non voglio commenti da uno che veste con quell'orribile mantello addosso! Ecco! Oppure credevi che non ti avessi sentito? »
Effettivamente lui riteneva che lei non l'avesse sentito, era certo di averlo solo pensato: non si sarebbe mai sognato di esordire in un modo simile, tantomeno verso un superiore, tantomeno con una donna. Eppure lei l'aveva sentito. A questo punto i casi erano tre: o lui aveva parlato senza rendersene conto o lei poteva leggere la mente o chissà...magari era schizofrenica. Lui pensava che quest'ultima possibilità fosse la più accreditata ma gli era appena stato dimostrato che anche pensare poteva risultare pericoloso...sarebbe stato meglio eseguire gli ordini senza indugi, doveva rifarsi. Quella non era normale, stava sotto la media comune di buon senso e savoir faire ma destino o sfortuna che fosse era toccata a lui.
Quantomeno nessuno si era fatto male: lei si era limitata a scagliargli contro una caramella gommosa. Non era certo la tipica arma da lancio ninja...ma poco importava, lui era vivo e aveva guadagnato una caramella. Aprì il palmo della mano, stupendosi della velocità con cui l'aveva afferrata.
"Arancione: sì dev'essere arancia. Peccato, avrei preferito mora."
Eccolo li: il team 27 al completo. Quello che sarebbe stato il suo team.
« Ben arrivati. Il mio nome è Shizuka Kobayashi, Genin del Villaggio della Foglia. Mi trovo qui, oggi, in qualità di vostra Sensei, supportata e aiutata da... » esordì Shizuka scoccando un'occhiata che piuttosto sbieca al loro aiuto sensei Kuroi Gumo. « L'allenamento che si prospetta dinnanzi a noi è difficile e complicato, ma sono sicura che a prescindere da tutto, si verrà a creare un buon legame tra di noi. Vogliamo andare intanto?»
Il gruppo si accodò alla sensei, Masayuki era l'ultimo nella fila e una volta dietro si concesse di mangiare la caramella che aveva ottenuto precedentemente.
"Non male dai..."
Intanto la sensei mentre camminava non smetteva mai di parlare: blaterava riguardo le loro origini, le loro conoscenze e la necessità di formare gruppo.
«Tanto per cominciare, dato che provenite da villaggi diversi e non conosco dunque la vostra preparazione di base...che ne dite di parlarmi in primo luogo del motivo che vi ha spinto a intraprendere la via dello Shinobi? Cosa guida i vostri passi? Parlate molto, è importante che si venga a creare un buon gruppo... il lavoro di squadra è spesso basilare in un questo mondo, sarà meglio che ve lo mettiate subito in testa. Vorrei sapere quali sono le vostre basi: provenite da famiglie di ninja? Come siamo messi a preparazione teorica? Qualcuno di voi mi sa dire, per esempio, qualcosa sul Chakra? Definizione, utilizzo, sistema circolatorio, porte... insomma, un po' di tutto.»
Decise di prendere subito parola per cercare di riparare il danno di prima.
"Ma mi avrà veramente sentito? Come avrà fatto?" pensò. Poi esordì «Mi chiamo Masayuki Hasegawa e provengo da Kiri; ho scelto di diventare uno shinobi per seguire le orme dei miei genitori: erano entrambi dei ninja del Villaggio della Nebbia ma sono scomparsi poco dopo la mia nascita. Non ho mai avuto modo di conoscerli e le circostanze della loro scomparsa mi sono ancora ignote. Non sogno di diventare il più forte, di raggiungere le più alte vette militari o cose simili: voglio solo crescere, diventare più forte per poter proteggere chi amo, niente manie di grandezza o sentieri di vendetta per me».
Pensava veramente tutto questo? No: però era quello che gli era stato richiesto di dire, per cui si adattò.
«Per quanto riguarda la teoria penso di essere molto preparato: ho sempre amato i libri e studiare non mi è mai risultato un peso. Per ciò che concerne la sua domanda il chakra è una forma di energia che noi ninja siamo in grado di operare: è la risultante tra la propria energia cellulare e la propria energia spirituale. La quantità a disposizione di ognuno può aumentare con l'esercizio; risulta utile sia per usare jutsu di ogni tipo sia per potenziarsi: controllando l'energia è infatti possibile incrementare proprie qualità come resistenza, forza, velocità e simili. Il sistema circolatorio del chakra è molto simile a quello sanguigno e sono presenti centinaia di punti di fuga dai quali il chakra può scorrere: in otto zone del corpo questi punti di fuga sono concentrati e vanno a formare le cosidette "porte". Servono a regolare il flusso di energia e sono le seguenti: porta dell'apertura, del riposo, della vita, della ferita, della chiusura, della visione, dello stupore e della morte. I possessori del Byakugan, tecninca oculare di Konoha, sono in grado di individuare e di sigillare tutti i punti di fuga mentre chi è a conoscenza del Loto della Foglia è in grado di aprire tutte le porte ottenendo prestazioni estreme. Inoltre a seconda della persona questa può possedere una determinata impronta elementale ottenendo vantaggi nei jutsu basati su quel determinato elemento. Gli elementi in tutto sono cinque: fuoco, vento, terra, fulmine e acqua. Il fuoco è forte contro il vento ma debole contro la terra. Il vento è debole contro il fuoco ma forte contro il fulmine. Il fulmine è debole contro il vento ma forte contro la terra. La terra è debole contro il fulmine ma forte contro la terra. Va da sè che l'acqua è debole contro la terra ma forte contro il fuoco.»
Questo era tutto quello che sapeva.
"Spariamo basti"
Continuarono a camminare fino a raggiungere una piccola radura nella quale si fermarono. Shizuka non perse tempo ad aprire la bocca.
« Ah, scusate, prima volevo chiedervi: Qualcuno di voi ha portato delle provviste di cibo e di acqua per caso? Non vi preoccupate, avreste fatto molto bene, vi chiedo solo di metterle qui davanti ai miei piedi... si, si tutte quante, fino all'ultima briciola, mi raccomando non provate a barare! Vi assicuro che capisco quando mi mentite, e non sono molto incline a perdonare chi cerca di prendermi in giro, quindi vi prego, siate collaborativi »
Masayuki non perse tempo poggiando a terra tutto quel poco che aveva: una borraccia d'acqua riempita a metà e qualche provvista.
Una volta che ebbero eseguito quanto richiesto la sensei iniziò a spiegare l'addestramento:
«A tutti i presenti di questo corso è stata recapitata una lettera di convocazione, comprensiva al suo interno di una mappa e di un terzo foglietto... vi pregherei dunque di estrarre proprio quest'ultimo dalle vostre scartoffie burocratiche, avendo la premura di non lasciarlo vedere a nessun altro. sopra vi è segnata solo una lettera. Alcuni di voi avranno una “C” altri, invece, una “I”: la “C” sta per “COLPEVOLE” mentre la “I”, invece, indica l' “INNOCENTE”. L'obiettivo di questo addestramento è individuare chi è il colpevole, e una volta trovato... ucciderlo. Chi è Colpevole può depistare chi è Innocente, in verità, tutti potete fare tutto... non mi interessa, questo gioco non ha regole tranne due: Non potete dire cosa c'è scritto nel vostro biglietto e... l'allenamento durerà una settimana, avrò premura di considerarlo terminato nell'ora del Cavallo del settimo giorno, e per allora tutto dovrà essere finito...»
Non c'era tempo per pensare o per stare ad ascoltare ulteriori chiacchere, bisognava agire in fretta.
«...spero siate messi bene in ricerca delle tracce avversarie e nel puro e semplice combattimento: oserei dire che, senza queste doti, siete praticamente spacciati...»
Compose il sigillo della scimmia...
«...sono sicura che non ci domande, del resto il gioco è facile da capire... dato che il tempo è prezioso in missioni d'infiltrazione e spionaggio, come sono convinta voi sappiate, vi auguro buona fortuna e chiaramente buon divertimento! Che la caccia abbia inizio!»
Sul finire dell'ultima parola calò una fitta nebbia [slot tecnica: velo di nebbia]: questa copriva un'area di 100m2, in modo che tutti e 5 gli shinobi fossero occultati nel banco. Essendo stato l'ultimo nella fila si trovava all'esterno del gruppo: Shizuka era un paio di metri davanti a lui, leggermente alla sua sinistra. Gli altri stavano alla sua sinistra.
Mentre calava la nebbia aprofittò dell'occasione e del probabile scompiglio per scattare rapidamente in avanti al fine di raccogliere in un sol gesto le sue provviste e magari anche quelle di altri li adiacenti [slot azione gratuito]: gli era stato chiesto di poggiarle per terra, non gli era stato proibito di raccorgliele. Per quanto riguardava le provviste degli altri...era un'eventualità. Non era neanche sicuro di fare in tempo a prendere le sue; ma se fosse riuscito sarebbe stato meglio così: aveva un vantaggio rispetto agli altri. Niente di corretto ovviamente ma la sua sopravvivenza era la sua priorità.
Raccimolato quel poteva scartò a destra cercando di infiltrarsi nella foresta in direzione del fiume[slot azione 1 e 2: unico movimento di 20 metri]: in questo modo avrebbe cercato di occultarsi agli altri, potendone studiare le mosse, osservandone i comportamenti.
Quello non era un setting da combattimenti clamorosi: le bambusae avrebbero resto arduo un combattimento corpo a corpo e i ninjutsu sarebbero stati notevolmente limitati. Bisognava agire d'astuzia cogliendo l'avversario di sorpresa.
"Intendeva questo la sensei quando parlava di formare gruppo? Questo mi ricorda gli esami genin di 40 anni fa nel suo paese quando i ragazzi dovevano sterminarsi a vicenda...possibile che sia davvero così? Ne dubito...se non è uno dei tiri della bambina pazza dev'esserci qualcosa sotto. Del resto l'Accademia è una struttura internazionale: omicidi ad un corso genin avrebbero creato attriti politici notevoli tra i Paesi. Dev'esserci per forza dell'altro...devo scorpirlo".
Solo allora estrasse il suo bigliettino: lo aprì e guardò il glifo che gli era capitato. Sorrise. Era ora di andare a caccia.. -
bono92.
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Ok, bene... iniziamo male... con la teoria sono messo veramente da cani... beh dai però qualcosa sul chakra lo so... -Allora... il chakra è l'energia che sfruttiamo per usare le tecniche ninja più svariate: taijutsu, genjutsu, ninjutsu... chi più ne ha più ne metta!- mmh... la sensei non è molto convinta... forse devo fare un po' più il serio... -Ha un suo particolare sistema circolatorio di trasporto, con vari punti di fuga, e otto porte che possono essere "sbloccate" per liberare più chakra danneggiando però l'utilizzatore- mannaggia se solo fossi stato un po' più attento su quelle lezioni di teoria... -Parte fondamentale dell'allenamento di ogni ninja sta nell'imparare a sfruttare al meglio il proprio chakra, senza sprechi, sopratutto perchè consumare tutto il proprio chakra può portare a gravi conseguenze, che possono portare anche alla morte- beh dai... ora la sensei sembra un po' meno perplessa... forse non avrò dato una risposta poi troppo esauriente ma non ho nemmeno fatto scena muta...
Poi, giunti ad una radura la Sense esordisce con...
« Ah, scusate, prima volevo chiedervi: Qualcuno di voi ha portato delle provviste di cibo e di acqua per caso? Non vi preoccupate, avreste fatto molto bene, vi chiedo solo di metterle qui davanti ai miei piedi... si, si tutte quante, fino all'ultima briciola, mi raccomando non provate a barare! Vi assicuro che capisco quando mi mentite, e non sono molto incline a perdonare chi cerca di prendermi in giro, quindi vi prego, siate collaborativi »
Poca puttana... avevo preso qualche bella preda venendo per la strada... un fagiano, due pernici, anche un paio di pesci... non è che mi vada proprio a genio l'idea di abbandonare il mio bottino qua... vabbe' meglio non cercare di fare troppo il furbo...
«A tutti i presenti di questo corso è stata recapitata una lettera di convocazione, comprensiva al suo interno di una mappa e di un terzo foglietto...»
mmh... non me n'ero reso conto...
«Alcuni di voi avranno una “C” altri, invece, una “I”: la “C” sta per “COLPEVOLE” mentre la “I”, invece, indica l' “INNOCENTE”. L'obiettivo di questo addestramento è individuare chi è il colpevole, e una volta trovato... ucciderlo.»
C-c-cosa?!? ucciderlo? ma stiamo scerzando?!? ma-ma-ma... non dovrebbe essere un esame, un allenamento?!? Ancora non ho iniziato la mia vita come ninja e già rischio la pelle... in un contesto in cui ereo sicuro di essere... AL SICURO!!!
Do una veloce letta al biglietto... ok... se siamo in ballo... che la danza delle spade inizi!
Aspetta ma che sta facendo quello? <sigillo della scimmia> CAZZO! è il velo di nebbia! furbo il tipo... devo cogliere anche io l'occasione per telarmela finche non sono visto... Corro verso dove mi sembrava i bamboo fosseropiù fitti, rimanendo nell'area coperta dalla nebbia [slot azione 1 e 2: unico movimento di 20 metri] e... ora? Tecnica della trasformazione! [slot tecnica: tecnica della trasformazione] sono un po' grossetto come macigno... ma dovrei riuscire a rimanere inosservato per un po'... forse e meglio se me ne sto rintanato quì un attimo a vedere che fanno gli altri... mi concentro sull'udito... i suoni dei passi... attendo che anche gli altri facciano la loro mossa per reagire prontamente... -
Christopher M. Moon.
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Una Genin?
Horo rimase un po' perplesso da quella rivelazione. Come poteva la sua sensei avere solo un grado in più rispetto al suo? Forse era così in gamba che il grado non indicava il suo reale valore. Forse quella ragazzina di bassa statura nascondeva abilità superiori a quelle di un Genin. Incuriosito la guardò fisso, sperando che gli rivelasse di più di lei, ma così non fu ed anzi stava a loro parlare per presentarsi alla squadra.
«Mi chiamo Horo Fuyutsuki e provengo dal villaggio di Kiri. La mia famiglia è composta da coltivatori di riso e da praticanti di medicina omeopatica e quindi nessuno ha mai fatto il ninja. Il motivo per cui ho intrapreso la via dello shinobi è stato mio padre: recentemente ha avuto un problema cardiaco che ci ha spinti a chiedere aiuto al team medico di Kiri, ma non avendo sufficienti Ryo la mia famiglia mi ha offerto al Mizukage-sama come suo ninja.
Io voglio quindi diventare Genin per poter servire Mizukage-sama e per ripagarlo della sua infinita generosità. Voglio diventare il migliore, voglio dimostrare al Mizukage-sama che non ha sbagliato a curare mio padre ed ad accettare me come merce dei suoi servigi.
Come potrete capire non so ancora quali sono le abilità che potrebbero contraddistinguermi da shinobi o quali sono le tecniche per cui sarò portato; questo mondo sarà tutto da scoprire per me!»
Esclamò entusiasta. Era fiero di ciò che era e delle sue origini umili. La sua ambizione poteva essere percepita trasudare da ogni suo poro. Nessuno lì gli avrebbe potuto dire cosa sarebbe potuto diventare e se sarebbe potuto essere un grande shinobi. Benché fosse il più giovane del gruppo(undici anni circa), il suo ego era grande come una montagna e la sua voglia di dimostrare a tutti ed in particolare al mizukage cosa fosse in grado di fare era tantissima.
«Visto che i miei compagni sono stati davvero esaustivi sugli argomenti da lei proposti, Shizuka-sensei, vorrei poter approfondire l'argomento sui differenti tipi di chakra: è vero che esistono solo cinque tipi di chakra, ma essi possono essere fusi tra di loro da particolari individui, che possiedono abilità innate. Qui a Kiri ho sentito parlare di tre abilità innate prodotte dalla fusione di due elementi di chakra: l'arte del Ghiaccio, prodotta da acqua e vento; l'arte dell'Ebollizione, prodotta da fuoco ed acqua; l'arte della Fusione, prodotta da fuoco e terra...»
*Si fermò, forse anche lui aveva un'abilità innata, forse il suo Clan anticamente era un Clan Ninja e non di coltivatori di riso, ma a Kiri vi era stata una grande discriminazione da parte dei piccoli Clan limitrofi al villaggio delle Abilità Innate e per questo avevano smesso di praticare il ninjutstu... Ma forse quella era solo la fantasia di Horo.*
«Mmm... riguardo a quest'ultima abilità innata ho sentito alcune voci: ho sentito che anche alcuni del villaggio della Roccia e della Nuvola la posseggano. Loro però la manifestano diversamente da chi del villaggio della Nebbia la utilizza: i miei fortunati compagni la usano sotto forma di Lava Fusa; quelli della Roccia, invece, o sotto forma di lapilli vulcanici o di calce viva; la Nuvola, infine, sotto forma di gomma vulcanizzata.»
Concluse lui incerto se dar o meno adito a queste informazioni. Dopo tutto il mondo dei ninja era costellato da leggende di vario tipo e quella sull'Arte della Fusione poteva essere l'ennesima di tante. Altre abilità lui non ne conosceva, essendo molto radicato nel suo villaggio e non essendo da molto nel mondo dei grandi e valorosi shinobi.
A quel punto la docente li fermò e spiegò loro il significato di quella lettera. A quel punto doveva esserci una vera e propria prova di sopravvivenza/caccia all'uomo/spionaggio. E chi era la preda a loro non era dato sapere.
Horo aprì il suo bigliettino. Fece una smorfia... Forse si aspettava qualcosa di più. Il suo zaino era pieno di oggetti ninja ed eccetto una bottiglietta d'acqua non consegnò altro alla sensei.
«Che la caccia abbia inizio!»
Horo mosse il capo in segno di assenso e poi con uno slancio si allontanò dall'area circostante a grande velocità. Era iniziata la prova che avrebbe determinato il suo futuro nel mondo dei ninja!
Nebbia?
Anche i suoi compagni avevano iniziato a muoversi in quella prova sfoderando la tecnica del Velo di nebbia. Sicuramente era stato il suo compagno di Kiri ad investirli con quella bruma, che però su Horo non aveva l'effetto di disorientarlo, bensì di farlo sentire a casa.
Aspetterò che diano loro inizio alle danze e poi ne approfitterò. Non permetterò a nessuno di mettermi nel sacco!
Pensò lui risoluto piombando a terra, ormai a una distanza sufficientemente grande dal punto d'incontro. Ora sarebbe avanzato a piedi, stando attento a non fare particolari rumori. Un ninja doveva essere un'ombra e quella nebbia, lo avrebbe aiutato ancor più a nascondersi.
Horo avrebbe dovuto anche pensare a preparare un luogo dove stabilire una specie di quartier generale da dove avrebbe potuto piazzare trappole da spargere per quella terra per cacciare qualche animale con cui sfamarsi e magari anche qualche suo compagno.. -
¬Cruxolo.
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Caramelle, Indovinelli e Bamboo
Atto Secondo
Caramelle? Pensò il Ragno, quando da sopra l'albero sul quale era salito vide la sensei supplicarlo di accettare la sua offerta. Kuroi Gumo lasciò cadere il suo volto in un'espressione perplessa, come se non capisse se quella ragazza stesse facendo sul serio o meno. Lo implorava di scendere dalla vetta del bamboo, cercando in tutti i modi di creare un dialogo al quale il Genin di Oto non era interessato: d'altronde mesi di solitudine lo avevano reso refrattario ad ogni tipologia di contatto umano. Fissò per l'ultima volta il volto radioso della ragazza, per poi lanciarsi su un'altra pianta; ma sarebbe stato scortese non rispondere alla sensei, soprattutto visti i vantaggi che avrebbe potuto dare la conoscenza di una persona esterna al Villaggio del Suono. Decise allora di lasciare un barlume di speranza alla ragazza che tanto voleva mettersi in buoni rapporti con lui.
Non sono un amante delle caramelle, magari più tardi potrei provarle però..
Non era stato òìinizio ideale per una buona amicizia, questo è vero, ma Shizuka - si chiamava così? - avrebbe imparato col corso del tempo che non si poteva pretendere molto dal Ragno. Già il fatto che le aveva risposto era un evento veramente eccezionale.La prima sfida per gli studenti fu rispondere ad una domanda basilare sul chakra. Al Ragno, perennemente distratto, venne in mente il suo esame da privatista, passato egregiamente: allora gli chiesero esattamente la stessa cosa, una domanda sul chakra da sviluppare in ogni suo singolo tratto, dal sistema circolatorio al suo utilizzo nel mondo degli shinobi. I tre risposero nei modi più variegati, analizzando - unendo le tre risposte - praticamente tutti i punti fondamentali. Il ragazzino di Kiri aggiunse alcuni particolari utilizzi del Chakra, abilità innate si può dire, delle quali il Ragno aveva solamente sentito accennare e nulla di più. Kuroi Gumo incise nella sua piccola ma laboriosa testolina tutto quello che aveva detto il ragazzo: magari un giorno ne avrebbe avuto bisogno.
« Ah, scusate, prima volevo chiedervi: Qualcuno di voi ha portato delle provviste di cibo e di acqua per caso? Non vi preoccupate, avreste fatto molto bene, vi chiedo solo di metterle qui davanti ai miei piedi... si, si tutte quante, fino all'ultima briciola, mi raccomando non provate a barare! Vi assicuro che capisco quando mi mentite, e non sono molto incline a perdonare chi cerca di prendermi in giro, quindi vi prego, siate collaborativi »
I ragazzi lasciarono cadere ai piedi della sensei alcune provviste: lo studente del quale non ricordava già più il nome mise in bella vista un gran numero di animali, selvaggine che forse aveva catturato durante il viaggio o forse prima di partire, ma comunque sicuramente morta da poco. Kuroi Gumo non aveva nulla con se se non il suo equipaggiamento ninja: non essendo mai stato partecipe ad alcun corso Genin, avrebbe scommesso che fosse stato compito dell'Amministrazione o quantomeno della sensei provvedere alle provviste per i giovani aspiranti ninja - più aiutosensei si intende - e perciò non lasciò nulla ai piedi della schizzofrenica. Si aspettava inoltre che le lezioni del Corso sarebbero durate poco tempo, quindi non si era preparato veramente nulla da mangiare.« Molto bene, ora siamo davvero pronti! Vogliamo dare inizio all'addestramento? A tutti i presenti di questo corso è stata recapitata una lettera di convocazione, comprensiva al suo interno di una mappa e di un terzo foglietto... vi pregherei dunque di estrarre proprio quest'ultimo dalle vostre scartoffie burocratiche, avendo la premura di non lasciarlo vedere a nessun altro. Come potete vedere, sopra vi è segnata solo una lettera. Alcuni di voi avranno una “C” altri, invece, una “I” … la “C” sta per “COLPEVOLE” mentre la “I”, invece, indica l' “INNOCENTE” ...a-ah, non fate vedere il vostro foglietto a nessuno, e sia chiaro, nessuno di voi può comunicare agli altri di sua spontanea volontà la sua posizione, vi spiego subito perché. L'obiettivo di questo addestramento è individuare chi è il colpevole, e una volta trovato... ucciderlo »
Kuroi Gumo si voltò verso la febbricitante ragazza, sfoggiando un sorriso macabro che mai e poi mai si era visto sopra il suo pallido viso. Aveva veramente intenzione di farli massacrare con le loro stesse mani? Quella ragazza era veramente diabolica! L'idea di vedere tre studenti uccidersi per un giochetto simile gli faceva schizzare energia da tutti i pori: si stava trasformando in una piccola Shizuka. Certo, probabilmente ci sarebbe stato qualcosa sotto, non poteva essere reale un addestramento simile, soprattutto in un corso affiliato con l'Amministrazione Accademica, sicuramente contraria ai spargimenti gratuiti di sangue.« Capite perché non è conveniente che diciate agli altri qual è la vostra posizione? Potreste venir uccisi... o essere costretti a farlo, chi lo sa. Beh, ovviamente chi è Colpevole ha il diritto, se non il dovere, di difendersi; non chiedo certo passività... del resto, anch'io mi ribellerei se sapessi di essere destinata a morire. Chi è Colpevole può depistare chi è Innocente, in verità, tutti potete fare tutto... non mi interessa, questo gioco non ha regole tranne due: Non potete dire cosa c'è scritto nel vostro biglietto e... l'allenamento durerà una settimana, avrò premura di considerarlo terminato nell'ora del Cavallo del settimo giorno, e per allora tutto dovrà essere finito. Spero siate messi bene in ricerca delle tracce avversarie e nel puro e semplice combattimento... oserei dire che, senza queste doti, siete praticamente spacciati. Sono sicura che non ci domande, del resto il gioco è facile da capire... dato che il tempo è prezioso in missioni d'infiltrazione e spionaggio, come sono convinta voi sappiate, vi auguro buona fortuna e chiaramente buon divertimento! Che la caccia abbia inizio! »
La O della parola inizio scandì l'inizio dell'azione offensiva di uno degli studenti. Kuroi Gumo si ritrovò avvolto da una nebbiolina che in pochi secondi condenso per diventare una fitta muraglia invalicabile per uno tra i più importanti sensi, la vista ovviamente. La tensione si percepiva nell'aria. Tuttavia per gli studenti quella mossa avrebbe lasciato un segno indelebile sul resto del corso: ovviamente l'aveva lanciata un ragazzo di Kiri, e ovviamente, foglioso a parte, l'altro della Nebbia era a conoscenza che questi aveva voluto fuggire sfruttando l'elemento chiave del loro Villaggio. Di sicuro - pensò Kuroi Gumo - colui che ha lanciato il Velo di Nebbia nasconde qualcosa; o forse non aveva altre idee per abbandonare il luogo d'incontro. Il Ragno riuscì a sentire, in quel momento, i movimenti scalpitanti dei tre compagni di merende, tutti sempre più lievi, come se si stessero allontanando. No, aspetta, qualcosa sembrava sempre più vicino: con l'orecchio ben teso Kuroi Gumo riuscì a sentire qualcuno passare poco distante a lui, probabilmente solo qualche metro, era difficile a dirsi; ma ecco comparire una figura attraverso la foschia, che aveva infatti l'unica pecca di lasciar intravedere qualcosa fino a circa un paio di metri, o forse più: Kuroi Gumo riuscì a vedere una figura alta più o meno come lui, ad esclusione - pensò - poteva essere solo Masayuki: questo era praticamente davanti alla sensei, con le mani lanciate verso le cibarie. Poi più nulla. La situazione tornò calma, come la superficie dell'acqua dopo una brutta tempesta, quando le onde trovano finalmente pace; tutti gli studenti probabilmente si erano allontanati in direzioni diverse, per evitare uno scontro diretto esattamente dopo 5 minuti dall'inizio del gioco. Chissà se avrebbero veramente tentato di uccidersi..« Beh? Che ci fai qui? Mi sembra che anche tu abbia ricevuto un terzo foglio... o forse sbaglio? »
Cosaaaaa? E quindi anche lui era in gioco? Cavolo se l'avesse saputo prima, avrebbe potuto già ferire gravemente il ragazzo di Kiri! Quando aveva aperto la lettera, non si era accorto di un foglietto extra: aveva la mappa accuratamente disegnata, l'invito, ma non ricordava che ci fosse altro. L'invito era rimasto conficcato in un kunai nella casa adiacente la sua tana: la lettera, però era ancora con lui, poichè la mappa gli era servita per raggiungere in luogo d'incontro. La estrasse e ci infilò una delle tante mani dentro, sfregando contro la ruvida carta: ne venne fuori un piccolo foglietto semichiuso, dove dentro era sicuramente segnata la sua lettera. Le diede una rapida occhiata, avvicinandosi non poco al cartiglio per leggere a causa della fitta nebbia che ancora copriva la piccola radura tra i bamboo che era stata designata come luogo del loro primo incontro.« Sei veramente pazza a lasciarmi giocare. Beh, io aspetto che si dissolva la nebbia, come ci hanno detto anche loro il chakra è fondamentale e usarne troppo per questo sottospecie di occultamente sarebbe sicuramente un suicidio.. »
Cercò di guardare l'espressione della sensei tra la nebbia, per provare a capire dalle espressione facciali le sue emozioni in quel momento.« Tu giochi? »
Sfoggiò un sorriso a trentadue denti.
. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Molto bene, come promesso eccoci qua: Ognuno ha raccolto ciò che ha seminato, se avete malus o ferite imparate a gestire meglio il vostro comportamento, babbioni ♥
Nell'eventualità non abbiate capito (Parlo di Wex che è lento ) i foglietti che avete avuto la premura di guardarvi erano dei Fuinjutsu e voi siete stati intrappolati in un'illusione nel momento in cui Shizuka ha dato fuoco al suo. Non vi è possibile in nessun modo capire che siete vittime di Genjutsu e ogni ferita, colpo o situazione vi sembrerà reale come se la steste vivendo realmente. L'unica persona che può avere VAGHI dubbi è Kuroi Gumo, voi no. Ah Ah Ah [...]
L'obiettivo del vostro post è combattere con gli avversari che vi trovate a fronteggiare, ma non limitatevi solo a difendervi dagli attacchi che ho descritto io, proseguite il combattimento come meglio preferite. Dimostratemi che siete in grado di difendere e offendere.
Siete liberi di gestire il combattimento come preferite, correte per la foresta, applicate strategie, rotolate, zampettate, è vietato il cannibalismo e lo stupro comunque
Vi auguro un buon divertimento come sempre, e vi ricordo che per qualsiasi domanda o dubbio sono a vostra totale disposizione.
Ah si... Cruxi sorpresa!!!!!!!. -
¬Wex.
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Capitolo III: scontro tra le canne
"Chissà cosa staranno facendo gli altri, probabilmente sarò riuscito a sfuggire al bambino e all'energumeno: vediamo come si sviluppano le cose, devo riuscire a trovare un modo per aggirarli e ottenere da loro quel che mi serve".
Rilasciò il velo di nebbia appena si nascose al sicuro tra le fronde, incominciò ad elaborare un piano per poter avere la meglio sugli altri due compagni di squadra.
"Ma il ragno e la nana parteciperanno?" si chiese.
Ma non poteva sapere quel che loro due avevano in mente per i loro studenti.
Ormai erano passato qualche minuto e regnava la quiete: nessun frastuono di scontri, nessun grido, nessun rumore causato da un movimento. Regnava un silenzio irreale.
Nel frattempo l'umidità aveva incominciato a farsi pesante e un malessere cominciava a permearlo: la svista era annebbiata e la respirazione era resa particolarmente faticosa dalla pesantezza dell'aria. Provò ad alzarsi per cambiare posizione e per cercare una possibile migliore visuale e notò che la sua resistenza era calata facendogli tremare leggermente le gambe e i suoi riflessi erano notevolmente ridotti; per non parlare della velocità a cui si muoveva, sembrava un rottame arrugginito.
"Ma cosa sta succedendo? Possibile che sia solo una conseguenza dell'umidità di questo posto? Non sarà che quella vecchia bastarda mi ha pure drogato; no non ne avrebbe avuto motivo…forse è una qualche tecnica, un ninjutsu o un genjutsu: ma se anche fosse chi cazzo la sta usando? Ma devo smetterla di pensare a queste cose, si tratterà solamente di suggestione, sono stanco dal viaggio e il luogo non mi è congeniale. Devo tornare ad essere lucido e calmo…ora PORCA PUTTANA"
Masayuki fu scagliato ad un paio di metri di distanza, sbattendo violentemente la testa contro un tronco troppo cresciuto.
"Ma che cazzo.."
Si rialzò più disorientato di prima e toccandosi la testa nel punto in cui aveva sbattuto sentì la vischiosità del sangue sulle sue dita [Danno: 1 lieve]. Ma non era certo finita l'aggressione del colosso di Konoha: il kiriano non fece in tempo ad abbassarsi per schivare il colpo che gli stava per arrivare in quanto era ancora troppo intorpidito per poter riuscire ad evitare il pugno di Rosso Malpelo: impastò dunque del chakra nel collo affinchè questo non si spezzasse col pugno, aumentandone la resistenza. [Danno: 1 leggera]. Non era riuscito a difendersi ma quantomeno aveva limitato i danni.
"Ma questo figlio di puttana quando cazzo è arrivato?"
Il rosso incalzava e non accennava a fermarsi e sembrava che l'ambiente non avesse lo stesso malevolo effetto che aveva avuto su Masayuki. Dopo una lunga serie di colpi lo studente della foglia passò alla fase finale dell'attacco: estrasse due kunai e li lanciò con la palese intenzione di uccidere mirando alla gamba destra ed alla gola; il kiriano riuscì a schivare a pelo le due armi letali scagliate da pochi metri di distanza lanciandosi parallelamente al terreno verso la sua sinistra, eseguendo una capriola una volta atterrato a terra per potersi rimettere in piedi [Slot difesa 1].
Aveva sì evitato i due pugnali ma la sua difesa elaborata aveva permesso all'avversario di comporre i seals per una tecnica: ebbe solo il tempo per vedere gli ultimi due sigilli e ciò non era certo sufficente per poter analizzare anche grossolanamente la tecnica. Non sapeva cosa gli stava per succedere ma una cosa era sicura: doveva quantomeno togliersi dalla linea diretta dell'avversario se non voleva finire male. Scattò lateralmente [Slot difesa 2] nell'istante in cui Rand Al'Thor espulse dalla bocca una grande quantitativo di olio: aveva scattato sì ma non abbastanza velocemente. La parte destra della sua tunica era stata investita dalla sostanza in concomitanza alla sua gamba e al suo braccio destri.
Non sembrava che il liquido avesse proprietà corrosive ma appesantiva notevolmente le vesti riducendo ulteriormente la velocità e i riflessi già delibitati di Masayuki.
"Speriamo che questa merda non sia infiammabile almeno" pensò.
Fece scivolare il tanto che teneva nascosto nella manica sinistra pronto a controbattere ma a quanto pare quel macigno un po' troppo grossetto aveva ancora qualcosa in serbo per lui: composta un'ulteriore serie di sigilli espulse una palla di fuoco di raggio due metri e mirava proprio a lui. Non poteva permettersi di subire un attacco simile quindi scartò [Slot azione convertito in slot difesa] a lato per evitare la sfera, la quale esplose a contatto con l'olio presente sul terreno.
"Me la sono vista bruttissima..."
Mentre l'avversario stava componendo i sigilli per la palla di fuoco Masayuki squarciò col suo pugnale la tunica in modo tale da poterla togliere più agevolmente senza perdere tempo, avvantaggiando il nemico. Schivato il jutsu se la tolse definitivamente, lanciandola nel rogo [Slot gratuiti].
Sotto la tunica portava un paio di pantaloni da combattimento: stretti, ma non attillati, gli avrebbero permesso di muoversi liberamente senza intralci. Fortunatamente l'olio era particolarmente vischioso e non era stato in grado di filtrare tramite il primo strato di vestiti.
Il tronco nudo e snello metteva in risalto i muscoli definiti, l'unica sbavatura era il sangue che ancora gli colava dal naso rotto.
«Tocca a me bastardo...» sussurrò tra sè. Non voleva che sentisse, voleva solo darsi la carica, far sì che l'adrenalina salisse.
I due si trovavano ormai a circa 7 metri di distanza.
Masayuki estrasse [Slot azione gratuito] due kunai dal borsello che teneva attaccato ai pantaloni e li lanciò in direzione del suo compagno di corso all'altezza della vita [Slot azione 1]. Indipendentemente dal risultato sarebbe arretrato di 3 metri e mezzo [slot azione gratuito].
«Ora si gioca a modo mio» questa volta parlò in modo tale che l'altro lo sentisse chiaramente.
Una volta accertatosi che l'avversario avesse schivato l'attacco e che lo stesse guardando avrebbe composto i seal necessari per attivare la distrazione illusoria [Slot tecnica 1]: in questo modo sarebbe scomparso dalla sua vista per poter provare a gestire meglio la situazione e per cercare di riprendersi da quello status malsano.
Ne aveva prese abbastanza era ora di provare a restituirgliele.. -
Christopher M. Moon.
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«Nessuno ce lo vieta...»
Rispose un po' scettico a quell'affermazione del compagno. Era da poco che gli parlava e già Horo se ne voleva liberare. Loro erano sì dello stesso villaggio, ma la promozione se la guadagnavano singolarmente.
Tu abbatterai per me quello di Konoa... Io abbatterò te per accertarmi che non ci sia più alcun colpevole...
Il mondo degli shinobi è solo una labile realtà, che muta alleanze come i serpenti mutano la pelle...
Si trovò a riflettere Horo proseguendo assieme al suo compagno di villaggio, ma quello fece una cosa che lui non avrebbe mai previsto: lo colpì dritto allo stomaco con un Kunai. Per quanto Fuyutsuki avesse previsto un suo possibile tradimento, mai l'avrebbe collocato a così breve distanza dalla stretta di quella fasulla alleanza.
Un dolore lancinante lo colpì al petto, che sanguinava copiosamente. Fece qualche passo all'indietro guardando il suo avversario che lo sbeffeggiava. I suoi occhi erano lucidi e pieni di lacrime dal dolore che provava. Non poteva piangere, se l'era imposto, ma mai in tutta la sua vita aveva provato un dolore fisico tanto forte.
Sbeffeggiami quanto vuoi... appena ti avrò vicino, il mio primo pensiero andrà al tuo collo e a come potrò squartartelo...
MERDA!
La sua mano sinistra copriva la parte ferita già non riusciva ad impedire la fuoriuscita di sangue, che scorreva sulle sue dita lento e caldo. Odiava quella situazione e - come si dice - al peggio non c'era mai fine: ora, invece di un avversario, ne aveva ben tre! Aveva usato la tecnica della moltiplicazione acquatica del corpo. Se Horo fosse stato più lucido, se i suoi pensieri non fossero tutti rivolti al dolore che provava, forse si sarebbe accorto che lì non c'era acqua... Avrebbe capito che quella quindi era solo un illusione... Ma, anche se se ne fosse accorto come avrebbe mai potuto fermarla, da studente qual'era? Senza alcuna conoscenza di una tecnica per sciogliere illusioni qualsiasi informazione sarebbe risultata inutile!
Ecco che attacca!
Ancora con la sinistra intenta a fermarsi l'emorragia, saltò verso sinistra[Slot Difesa 1]. Gli attacchi del suo avversario erano diretti a bloccare ogni sorta di tentativo di fuga, ma lui era pronto a reagire a tutto, quello infatti aveva mirato alle sue gambe al suo ventre ed alla sua testa, ma non ai suoi lati, quelli li aveva lasciati liberi, dando ad Horo la possibilità di elaborare una semplice strategia, nonostante fosse annebbiato dal dolore.
[Slot tecnica][Estrazione Mortale/consumo 10/100 chakra]
«ESTRAZIONE MORTALE!»
Rapida la sua mano destra avrebbe estratto dal fodero nascosto sotto il suo zaino un Dadao, una piccola sciabola, con una velocità due volte superiore alla norma. Essa avrebbe dovuto avere due scopi: colpire direttamente la copia che si era scagliata nel corpo a corpo e respingere gli shuriken che gli erano stati diretti verso il torace contro l'altra. Sferrò quindi il suo fendente laterale mentre a denti stretti tentava di non farsi bloccare dal grande dolore che provava[Slot Azione 1].
Preso dalla foga estrasse un kunai con la mano sinistra, senza badare all'emorragia [Slot azione Gratuita] e gli lanciò [Slot azione 2] sempre contro la copia che lo attaccava a distanza, convinto che respingere gli shuriken con il primo fendente non lo metteva al sicuro da quella. Se quel primo attacco fosse andato a segno, quel kunai avrebbe avuto un altro scopo: ovvero mirare all'originale, quello che ora stava componendo i sigilli per una tecnica che a Horo era ignota. Fortunatamente, il piccolo dai capelli azzurri, aveva tanta adrenalina in corpo da fargli ignorare o - per meglio dire - sopportare il dolore provato...
Man mano che il tempo passava il suo viso impallidiva sempre di più... troppo sangue aveva perso per sferrare il suo secondo attacco: ma Horo era consapevole che essere uno shinobi implicava il sacrificio e che aveva ancora i suoi tonici da usare.. -
¬Cruxolo.
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Caramelle, Indovinelli e Bamboo
Atto Terzo
Shizuka, o come diavolo si chiamava, il Ragno dimenticava sempre i nomi delle persone, gli fece capire che anche lei avrebbe preso parte al gioco. Una cosa un po' scorretta, dato che era stata proprio lei a ideare il gioco, e con tutte le probabilità del mondo sapeva benissimo se davanti aveva un Innocente oppure un Colpevole. Continuando a sorridere, la sensei fece roteare tra le mani un foglietto che dava tutta l'idea, appunto, di essere identico a quello che egli stesso aveva letto qualche istante prima: di sicuro era in gioco anche lei. La ragazza decise poi di bruciare il foglietto che aveva appena mostrato al Genin di Oto, probabilmente per evitare che finisse nelle mani dello shinobi del Villaggio di Oto; ma visto che il gioco consisteva nell'ammazzare gli altri partecipanti, non avrebbe fatto la differenza sapere se in quel foglietto appena incenerito ci fosse stata una I o una C.
« Ecco perché, in verità io ho già cominciato a giocare da parecchio tempo »
Kuroi Gumo si accorse in una frazione di secondo di essere in una situazione di netto svantaggio: non era mai stato un maestro nel corpo a corpo, anzi, lo aveva addirittura evitato per l'intero corso della sua vita. Aveva a pochi passi una Fogliosa che sicuramente sapeva il fatto suo nei combattimenti ravvicinati, le informazioni di cui il Ragno era in possesso gli facevano pensare a quello. E non ci volle molto perchè la ragazza gli togliesse ogni suo piccolo dubbio a riguardo.La giovane balzò in avanti mentre il velo di nebbia iniziava a diradarsi, segno che il ragionamento del Ragno era risultato più che giusto. Come una scimmietta Shizuka effettuò un buon salto, superando addirittura l'altezza non indifferente del ragazzo Otese. Con agilità impressionante la sensei appoggiò i suoi piccoli piedi sulle spalle scheletriche del suo aiutante, pronta, molto probabilmente, per effettuare un attacco. Kuroi Gumo non ebbe modo di reagire all'assalto frontale, non era mai stato una mente rapida e il suo istinto si era assopito a causa della solitudine di quegli ultimi anni: l'unica cosa che gli venne in mente in quella frazione di secondo era che una simile preparazione per un attacco non poteva che portare ad un'offesa nella zona cefalica del giovane del Suono; perchè mai - pensò il Ragno - la sua sensei avrebbe dovuto saltargli sopra se non per colpirlo nella zona più alta del suo corpo? Da la sopra non avrebbe potuto far altro, se non saltare via verso altre direzioni.
Ed infatti le sue mani andarono a cercare il collo dell'aiutosensei. Una mossa fulminea, quasi istantanea, ma preceduta, tuttavia, da un balzo che non riusciva a nasconderle le intenzioni della guerriera di Konoha. Kuroi Gumo, sorpreso, certo, ma consapevole di ciò che poteva accadere dopo un salto simile, si ritrovò le braccia più alte del suo tronco pronte a guizzare verso gli arti superiori della sensei, o, per meglio dire, nemica: l'impasto di una modesta quantità di chakra sarebbe stata necessaria per essere altrettanto repentino nei movimenti, i rischi per una mancata reazione a quell'attacco erano troppo alti [Basso, Riflessi 400]. Il ragazzo Otese si ritrovò in una posizione di stallo, con le mani di Shizuka strette attorno al suo magro collo e due delle sue appoggiate agli avambracci della sopracitata; le braccia scheletriche del Ragno tradivano l'effettiva forza che ci celava al loro interno: chiunque l'avesse visto non avrebbe scommesso un centesimo sulla sua potenza muscolare, che invece non era affatto irrilevante [Forza 475]. La pressione che Kuroi Gumo esercitò sulla parte più prossima alle mani della sensei impedì alla stessa di portare a termine la propria offensiva, la quale avrebbe avuto bisogno di una notevole forza per spezzare la "presa" ferrea del ragazzo dalle sei braccia.
Ma l'attacco ovviamente non terminò lì: sfruttando la situazione decisamente vantaggiosa - Kuroi Gumo imprecò mentalmente per non essersi messo subito sulla difensiva una volta lanciato il Velo di Nebbia - Shizuka decise di lanciarsi dietro le spalle del malcapitato "compagno di gioco", appoggiando le mani sulle spalle del ragazzo abbandonando così l'iniziale tentativo di omicidio istantaneo. L'attacco venne portato con troppa rapidità; il Ragno non ci capì più nulla, se non che il corpo a corpo non era pane per i suoi denti: le mani della ragazza trattennero saldamente le sue spalle ossee affinchè fosse scaraventato a terra dalla forza del salto. In un istante tutta l'azione si concluse. La terra rumorosamente accolse la schiena del povero Genin Otese, che lanciò in aria uno stridio soffocato dalle mascelle saldamente chiuse in un'espressione di dolore lancinante [2 Leggere per Contusione]. Tutto il corpo rabbrividì a causa del duro colpo subito alla schiena: la caduta risultò tuttavia dolorosa non tanto per la forza del volo a terra - ne aveva fatti di "incidenti volanti" a Oto - ma per il colpo di frusta subito a causa della coriacea terra fatta di radici nodose sulla quale era atterrato. Quella schiena non si sarebbe messa a posto nel giro di un'ora o due.Ma Kuroi Gumo sapeva che non c'era tempo da perdere; era a terra, contuso, con un ninja apparentemente più forte di lui nel corpo a corpo in piedi, pronto, presumibilmente, a colpire di nuovo l'avversario inerme. Sapeva che doveva girare le carte in tavola, e farlo sdraiato per terra, con le due braccia più alte distese lungo l'umido terriccio, non era la soluzione migliore: ma non poteva nemmeno girarsi, scappare via, perchè la distanza che avrebbe percorso per un'eventuale fuga avrebbe lasciato a Shizuka l'opportunità di colpirlo nuovamente, sfruttando le paure del Ragno di Oto. Per levarsi da quell'orrenda situazione Kuroi Gumo doveva pensare velocemente a un diversivo, una qualsiasi mossa adatta a rallentare il nemico-amico; l'adrenalina gli pulsava in corpo, il sangue non arrivava al cervello nel modo più opportuno per ragionare consapevolmente: e la schiena doleva come se fosse caduto dai tetti scivolosi del suo paese natio. Il Ragno d'istinto balzò sui due piedi con un singolo movimento di tutto il corpo, lasciando le spalle e la schiena - sempre dolorante - scoperte per un possibile attacco nemico: le braccia ben distese perpendicolarmente l'asse del corpo, per mantenere una sorta d'equilibrio precario. Non avrebbe lasciato il tempo a Shizuka di attaccare, però; pensando al fattore sorpresa che avrebbe potuto aiutarlo, d'istinto girò sul lato destro, angolando il suo volto in direzione della diretta avversaria. Non si erano mai incontrati, prima d'ora: la ragazza non avrebbe potuto prevedere che dalla sua bocca sarebbe partito un getto denso di appiccicosa ragnatela, diretto contro le gambe avversarie in modo da legarsi, presumibilmente, oltre che agli arti inferiori dell'ignara preda anche al terreno sul quale appoggiava [Slot Tecnica, Consumo Basso: Diametro Ragnatela 1 m (2 slot)]. La distanza, pressapoco sui due metri, che divideva i due avversari avrebbe reso l'attacco difficilmente schivabile, anche grazie all'imprevedibilità del colpo: infatti la ragazza avrebbe visto un ninja con le braccia ben visibili voltarsi e sparare una ragnatela dalla bocca, una cosa che non capita tutti i giorni. Ma per sfuggire alla morsa della sensei non sarebbe bastato bloccarla per qualche istante nella vischiosa creazione orale, e il Ragno lo sapeva: nell'effettuare la mezza giravolta e l'attacco "ragnoso", Kuroi Gumo avrebbe infatti sfruttato un paio di mani non visibili, nascoste appunto sotto il lungo manto, per unire un kunai e una cartabomba in una specie di missile esplosivo [Slot Gratuito Veloce]. Nell'effettuare il lancio della ragnatela, Kuroi Gumo avrebbe provveduto ad attivare il meccanismo, che subito avrebbe lanciato contro il ventre dell'avversaria, colpita o meno dalla sua appiccicosa creazione: il lancio sarebbe avvenuto un secondo dopo l'attivazione della bomba, e un tocco d'imprevedibilità sarebbe stato aggiunto dal fatto che a effettuare il colpo sarebbe stato una delle quattro braccia celate del Ragno: non aveva avuto ancora modo di vederle, come avrebbe fatto, in quei pochissimi istanti, a non rimanerne spiacevolmente scioccata [Slot Azione, Forza 475]? Nei due secondi scarsi che rimanevano prima della violenta esplosione, il Ragno avrebbe sfruttato la sequenza di attacchi per lanciarsi tra gli alberi alle sue spalle, per cercare di porre tra lui e Shizuka una distanza di circa venti metri [Slot Azione, Movimento 18 m]. Era l'adrenalina a farlo correre in quel modo, poichè il suo fisico - in particolare la schiena - diceva chiaramente di no. Una volta percorsa la distanza fissata, Kuroi Gumo avrebbe estratto e nuovamente scagliato un kunai: il lancio sarebbe stato veloce, ma facilmente schivabile - anche se la fitta vegetazione rendeva gli attacchi a distanza decisamente imprevedibili - ;tuttavia l'intento primario del Ragno non era quello di attaccare direttamente la sensei, ma di spaventarla con un attacco simile al primo, che avrebbe potuto far pensare a tutti una seconda cartabomba in arrivo. Il colpo era diretto nuovamente al ventre di Shizuka [Slot Azione, Forza 475]. Era un secondo diversivo: mentre la saette si avvicinava al nemico, il Ragno sarebbe nuovamente scattato nella direzione opposta, sfrecciando dolente tra gli alti fusti di bamboo, per altri sei metri [Slot Gratuito, Movimento 6 m]. Una volta giunto a destinazione - e sperando di aver distratto sufficientemente la ragazza di Konoha - il Ragno si sarebbe appoggiato dietro uno dei migliaia di tronchi presenti nella zona, attivando una delle specialità del suo mantello: questo avrebbe subito preso la colorazione della vegetazione circostante, un camuffamento più che adatto per resistere quantomeno ad un ulteriore offesa. Il camuffamento sarebbe stato migliorato dalla distanza che aveva percorso per allontanarsi dalla Fogliosa.
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Scusate se vi posto così in ritardo, ho avuto febbre, problemi personali e anche l'università chiamava, ma non è questo il punto, passiamo a noi.
Come avete notato nel post precedente ho forzato parecchio la mano su tutti voi perché le valutazioni incombevano e io non avevo ancora capito di che pasta eravate fatti, da questo post invece ho ridimensionato le cose, ciò non toglie che quello che avete seminato avete raccolto.
In questo post siete alle prese con un troiaio di melma e fango che vi arriva alle ginocchia, voi praticamente dovete uscirne perché, come avrete capito, si tende ad affondare. Vi ho messo solo un malus che ho identificato come [Intralcio Medio], leggetevi gli status qualora non lo abbiate già fatto. Non ho voluto aggiungere o fare altro perché vorrei che foste voi, da soli, a capire fin dove potete spingervi valutando la vostra situazione. Rendetevi UMANI, per favore: Se ricevete un pugno in pieno viso talmente forte che avrebbe potuto “rompervi l'osso del collo” e lo incassate pieno... per l'amor di Dio, almeno dovete rimanere talmente intontiti da non capire dove state messi. Siete apprendisti ninja, ma prima di essere ciò, siete dei ragazzi come tutti, ricordatevelo.
Per ogni cosa sono a vostra completa disposizione, come sempre... e scusatemi per il post schifoso, purtroppo non ho proprio testa in questi giorni ^^"
Fate Vobis
p.s. vvb
Edited by Arashi Hime - 29/6/2012, 18:43.