La Ballata Delle Foglie

QdC | Esplorazione - Bosco delle 1.000 Fonti

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  1. Arashi Hime
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    Y Danone
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    S T R U G G L E AGAINST T I M E:
    One of the most beautiful qualities of true friendship is to understand and to be understood.

    Shizuka Kobayashi's damnation




    divisore





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    Era una splendida giornata a Konoha.
    Il sole brillava alto nel cielo e con il suo tepore di giovane primavera accarezzava gli abitanti del più importante villaggio delle Terre del Fuoco, offrendo loro il conforto dell'inizio della stagione dei fiori di ciliegio in sostituzione alla più plumbea delle piogge. Era un vero piacere sostare all'aria aperta dunque, potendo così godere dei profumi del risveglio della natura e dei suoni tipici della vita che rinasce ancora una volta... un'occasione, questa, che nessuno pareva deciso a perdersi. Proprio nessuno.
    « Ojou-sama, desiderate della frutta fresca di stagione? La carovana di mercanti del Nord ha portato delle ceste in dono a vostro padre »
    A parlare era una giovane donna il cui timbro di voce, soffuso e gentile, sembrava esser la sede del più grande affetto e della più sconfinata dolcezza. Una melodia raffinata dunque, che senza dubbio risultava esser un piacere da udire, o almeno questo fu quello che pensò colei a cui quelle parole erano state indirizzate...
    … lei che, seduta sul porticato in legno lucido di uno dei tanti corridoi di una magione molto più che imponente, si stava abbandonando al seducente bacio del sole con gli occhi chiusi e il sorriso sulle labbra, assaporando quella stagione che molto più delle altre amava.
    « No, Ritsuko, non ti preoccuparti... sto bene così » Rispose la donna, senza voltarsi verso la propria interlocutrice, preferendo piuttosto rimanere immobile al suo posto, con le gambe e le braccia scoperte in un abito di leggera seta bianca che poco conveniva alla più famosa Principessa delle Terre del Fuoco « Voglio solamente rimanere a godermi questo tempo... »
    « Vi scotterete la carnagione, ojou-sama... lasciatevi almeno tergere il volto, vi prego... »
    Mormorò però sconsolata l'altra, la quale, vestita di un bel kimono rosso e compostamente seduta in ginocchio accanto a colei che sembrava essere la sua padrona, pareva irrazionalmente preoccupata. I suoi occhi infatti, di un celeste color del mare che raramente si poteva ammirare, non si distoglievano dalla figura immobile della sua signora, cui rivolgevano un'apprensione dettata da una fedeltà che sconfinava nell'amore fraterno.
    Nulla di cui stupirsi, del resto Ritsuko Aoki, ultima discendente di un clan vassallo al servizio della prestigiosa famiglia Kobayashi dall'era senza tempo di Izanami e Izanagi, era cresciuta al fianco della sua amata Shizuka sin da quando entrambe emettevano solo i vagiti innocenti della prima infanzia, ragion per cui ella non vedeva altro nella sua vita se non l'obiettivo ultimo di servire la sua padrona, cui offriva la propria lealtà, esperienza e, c'è chi maliziosamente diceva, persino il suo cuore...
    « Non sono più una bambina, Ritsuko... sono abituata ai cambi di stagione ormai » Rispose la famosa Shizuka Kobayashi, accompagnando le sue parole con un sorriso rassegnato che parlava per lei delle sue considerazioni circa quel comportamento servile che ormai non sentiva più suo da molto tempo, e di fronte a lei, per l'ennesima volta, la discendente degli Aoki sospirò sconsolata, lasciando precipitare le spalle verso il basso e limitandosi a scuotere la testa.
    Sciocca signorina... da quando era divenuta una kunoichi era diventata molto più resistente di quando si limitava a vestire i panni della ricca principessina, ben abituata ad essere servita e viziata nel migliore dei modi. Sembrava esser divenuta una donna indipendente ormai, e questo, da un certo punto di vista, non le piaceva... a cosa poteva servire lei, fedele domestica personale, se ormai la sua padrona era in grado di cavarsela da sola?
    Per quanto non volesse, arrivati a quel punto, avrebbe proprio dovuto cominciare a vagliare la seconda strada a cui erano destinati gli eredi del Clan Aoki, quella del...

    « OJOU-SAMA! »



    L'urlo che si infranse nel silenzio armonico di quel giorno di tiepida primavera, andando ad infrangere il passatempo di un'anima e le considerazioni decisive di un'altra, era quella di un'ennesima donna la quale, affannata e con il suo kimono da cameriera barbaramente disordinato, fece irruzione sul porticato nel quale Shizuka Kobayashi e Ritsuko Aoki godevano del pomeriggio in serenità.
    Appoggiandosi ad uno dei pilastri di sostegno del tetto spiovente del corridoio in legno, la giovane donna iniziò a balbettare confusamente circa ad un messaggio e un'urgenza impellente, un guardiano e una visita inaspettata.... ma non fece nemmeno in tempo a riprendere fiato ed esprimersi più chiaramente, che da dietro di lei fece capolino un uomo vestito del coprifronte del Villaggio della Foglia, il quale, senza poi troppe cerimonie se non un breve inchino, si sbrigò a porgere all'unica shinobi presente un rotolo di carta consunta e sporca.
    « E' arrivato con un piccione viaggiatore. Il sigillo che reca è di massima priorità, il guardiano delle voliere è stato assoluto nell'ordine di portartelo immediatamente dato che è impossibile aprirlo e l'unica cosa che presenta è il tuo recapito » Annunciò il tipo, piuttosto basso e con una scompigliata zazzera di capelli biondicci sul cucuzzolo della testa « La prossima volta vedi di venire direttamente tu a prendertelo, Principessa... » Aggiunse sprezzante, facendo un inchino di scherno al quale però la diretta interessata mise fine con un semplice gesto della mano, afferrando poi il suo messaggio con la gentilezza tipica della superiorità e lo sguardo divertito di una spettatrice di uno spettacolo di scarso successo.
    « Ti ringrazio Takuma, vedo della dedizione nel tuo ruolo di facchino... ti prego, continua così, contiamo tutti molto su di te » Rispose a quel punto Shizuka Kobayashi, inchinandosi poi abbastanza profondamente da infrangere l'educazione per sfociare nel sarcasmo, un dettaglio quello che non sfuggì all'uomo di fronte a lei, che avvampando di rabbia non poté far altro che girare i tacchi e imboccare la strada del ritorno con occhi furenti, lasciando le donne presenti senza nemmeno una parola di commiato.
    Dietro di lui, la giovane kunoichi sorrise divertita prima di farsi scura in volto.
    « Ritsuko, cerca di calmare Suzue e accompagnala nelle stanze della servitù. Spiegale che non ha colpa dell'irruzione di quel guardiano, e poi lasciala riposare » Ordinò alla donna che si era alzata in piedi subito dopo di lei e che le sostava silenziosamente al suo fianco, in attesa di comandi « Appena hai fatto tutto questo torna immediatamente qui, avrò bisogno di te » Aggiunse secca, e davanti a lei, per un attimo, vi fu l'esitazione.
    « “Massima priorità” … » Sussurrò infatti Ritsuko « … non sono mai buone notizie, vero? » Domandò, ma sembrò non aver bisogno di una risposta in quanto subito si sbrigò ad eseguire ciò che le era stato ordinato, avvicinando la cameriera che ebbe la premura di cingere con un braccio così da poterla guidare verso la fine del corridoio, che cominciarono a percorrere a piccoli passi e singhiozzi, lasciando la signora della magione alle prese con il suo messaggio che, senza esitazione, aprì.

    CITAZIONE

    Shizuka, ti prego accetta questa mia richiesta di aiuto. Sono Atasuke e mi trovo in missione a Taki in squadra con Alexander Hyuga e Drake Jo Ryouji. Attualmente il team ha subito dei gravi danni e difficilmente torneremo vivi se non riceviamo qualche supporto. Allegata troverai una mappa per localizzarci, attualmente siamo sotto copertua in un piccolo villaggio di contadini, ci troverai molto probabilmente alla locanda o poco lontano. Se non ci vedi chiedi di Shinichi, è quello il nome in codice che sto usando. Ti prego, sei la nostra unica speranza
    Atasuke Uchiha


    « Ritsuko, un attimo » Non finì neanche di leggere il Cognome del mittente del messaggio, la giovane Principessa di Konoha, che subito fermò la sua domestica personale, la quale, ormai all'angolo del porticato, si voltò verso la sua amata padrona, non potendo poi fare a meno di abbassare lo sguardo, conscia che l'espressione dipinta sul volto della sua interlocutrice era quella di chi sta per partire e non tornare per lungo tempo... « ...dove hai detto che è diretta la carovana del nostro Clan che parte domani? »

    . . . .



    Il viaggio non fu particolarmente snervante come invece lo sarebbe stato con un altro clima e un'altra temperatura. Shizuka Kobayashi scoprì infatti con piacere di essere stata benedetta dai Kami poiché durante tutta la sua traversata non incontrò altro che cielo terso e la fortuna di un'atmosfera mite che facilitò i suoi spostamenti, aiutandola a ridurre le soste che avrebbe invece dovuto prevedere su un tragitto più impervio.
    Immaginando che la missione per cui l'aveva contattata (quell'idiota di) Atasuke fosse qualcosa che difficilmente qualcuno eccetto lei avrebbe dovuto sapere, aveva avuto la premura di fornirne false informazioni ai guardiani delle mura, che l'avevano lasciata uscire con la riluttanza tipica di chi sa di non poter fare altrimenti.
    Aveva scelto i percorsi al limitare delle strade periferiche, lì dove gli alberi con le loro ricche chiome offrivano protezione dallo sguardo altrui e i cui tronchi di legno davano un'ottima possibilità di avanzare senza lasciare tracce. Riposava a intervalli regolari di due ore e mezza, dissetandosi, sfamandosi se necessario, e ristorando la fatica che il suo corpo doveva affrontare correndo senza sosta e sopportando il peso della sacca a tracolla che la kunoichi si era portata in vista di una situazione di cui non aveva ben chiara la cornice.
    Se gli insegnamenti di Raizen Ikigami erano giusti, e il suo randagismo meritava la fama di cui godeva, Shizuka aveva attuato ogni possibilità per avanzare rapida e inosservata verso la sua destinazione... un comportamento che tuttavia le fruttò ben due giorni di viaggio, e diverse imprecazioni sussurrate tra i denti.
    Di nuovo. Era di nuovo in mezzo a qualche casino.

    « E' piccolo. Ci sono contadini. Immagino sia il dettagliamente descritto “piccolo villaggio di contadini” di cui quel pezzente di un Uchiha mi ha scritto » Vi era della quasi impercettibile irritazione nella voce di Shizuka Kobayashi quando, al tramonto del secondo giorno, ella si ritrovò ad un centinaio di metri da un piccolo conglomerato di capanne di paglia e bambù, circondato da appezzamenti di terreno coltivato che emanavano il tipico odore di sterco fresco.
    Arricciando un labbro nel tentativo di non mettersi nuovamente a bestemmiare, la giovane kunoichi strinse le mani a pugno, inspirò a fondo quel tanto che le occorreva per cercare di calmarsi, e infine cominciò ad avanzare verso il villaggio, entro il quale entrò dopo aver avuto la premura di sistemarsi sulla testa il cappuccio del mantello nero che aveva deciso di indossare per l'occasione.
    […] Trovare la locanda non fu difficile, come poteva esserlo del resto? Quel misero buco di esseri umani contava a malapena dieci capanne mal sistemate benché, proprio per la piccolezza del luogo, la quantità di sudiciume e polvere era notevole e, da un certo punto di vista, persino ammirevole.
    Alzando gli occhi al cielo, la donna si avvicinò dunque all'uscio del locale, e dopo essersi presa un attimo di concentrazione, entrò: Era un luogo angusto, piuttosto piccolo ma, rispetto alle strade che lo costeggiavano, particolarmente pulito. Le persone presenti erano per lo più uomini riuniti in gruppi, poiché solo poche persone preferivano la solitudine di se stessi alle chiacchere degli amici, e fu proprio a queste che la Shinobi rivolse la propria attenzione mentre avanzava verso il bancone abbassandosi il cappuccio sulla testa.
    Le ci volle meno di un istante per adocchiare l'immagine di colui al quale questa volta avrebbe fatto saltare la testa, il quale, di spalle rispetto all'entrata, pareva guardare con grande interesse il bicchiere di fronte a cui sedeva in silenzio.
    « Un bicchiere d'acqua ojii-san» Mormorò la donna, e il solo suono della sua voce bastò per far alzare diversi sguardi. Niente di cui stupirsi, una forestiera in una locanda a quell'ora della prima sera era piuttosto insolita da vedere...
    … nel caso di Shizuka Kobayashi, poi, era una visione decisamente sconvolgente poiché ella, con quella sua cascata di lunghissimi capelli castani e quel suo volto da bambola di porcellana caratterizzato da profondi occhi verdi, magistralmente truccati, e carnose labbra scarlatte, pareva esser il ritratto di una Mononoke delle fiabe tradizionali giapponesi.
    Benché il mantello da lei indossato celasse un poco il suo corpo e ciò di cui esso era vestito, non era difficile scorgere sotto il tessuto un fisico prosperoso, un bustino di pelle scura riccamente decorato e un paio di pantaloni neri intrappolati dentro degli alti stivali stringati... sebbene, oltre questo, poco altro si poteva sbirciare. Da lì in poi, era tutta immaginazione.
    « Grazie » Si limitò a dire la donna, sorridendo all'uomo immobile dietro al bancone prima di lasciare sullo stesso qualche ryo, di cui non volle il resto, e prendere il suo bicchiere d'acqua. Alcuni uomini abbassarono immediatamente lo sguardo appena si accorsero ch'ella si era girata, ma lei non ci fece troppo caso, e fingendo un po' di indecisione adatta alla circostanza di un locale senza tavoli liberi, si decise infine a dirigersi verso uno posto in fondo alla stanza, cui si avvicinò per poi adagiarvi sopra la sua misera ordinazione.

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    « Posso sedermi? » Domandò a quel punto, simulando una voce gentile e indifesa che poco aveva a che spartire con il suo reale carattere « Il mio nome è Himeko Takahashi... sono una danzatrice nomade e cerco ristoro dopo un lungo viaggio. Vi è di disturbo la mia intrusione, mio signore? » E così dicendo, si inchinò, rimanendo poi in quella posizione, in attesa.

    Giusto perché in quel momento c'erano spettatori che non avrebbe voluto insospettire...
    … ma dopo, di sicuro, gli avrebbe rotto l'osso del collo a quel maledetto bastardo di Atasuke.


    divisore




     
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