La Ballata Delle Foglie

QdC | Esplorazione - Bosco delle 1.000 Fonti

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  1. Arashi Hime
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    Y Danone
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    B A L A N C E OF R E A L I T Y:
    The truth is balance.
    However the opposite of truth, which is unbalance, may not be a lie.

    Shizuka Kobayashi's doubts




    divisore





    La situazione nella quale si trovava le sembrava oltremodo paradossale, e per un attimo si chiese se non fosse lei a vedere tutto distorto, oppure se effettivamente la verità dei fatti fosse allucinante.
    Seduta di fronte ad Atasuke, Shizuka Kobayashi si limitò a guardare il compagno in silenzio prima di rivolgergli un lungo sguardo, mentre egli le parlava delle sue motivazioni e dei suoi pensieri, quasi cercasse in quel modo di riscattare l'errore madornale commesso poc'anzi...
    … nonostante tutto però, per qualche motivo, la kunoichi continuava a vedere l'errore laddove l'amico trovava la rettitudine, tanto che quand'egli terminò di parlare, lei non poté far a meno di sentir crescere nel suo cuore la convinzione di trovarsi tra le mani una persona molto più provata di quello che si era immaginata; una possibilità, quella, che non le piacque, ma che al contempo decise di mettere da parte, poiché si rendeva conto che una missione si svolgeva insieme ai propri compagni, e con essi si affrontavano le disgrazie quanto le gioie. Ciò voleva dire che se veramente Atasuke era così stremato come temeva, sarebbe stata lei a sostenerlo... almeno questa volta.
    « Il fatto che cercasse o meno ninja di Ame mi risulta del tutto irrilevante. I motivi per cui potrebbe aver tentato di fare quanto ha professato potrebbero essere mille, un'infiltrazione per esempio, oppure un tradimento, perché no? » Sorrise ironica: L'idea che un tipo del genere desiderasse remare contro il proprio Villaggio, qualunque esso fosse, per dedicarsi alla via dello spionaggio o dell'illegalità la divertiva quanto uno spettacolo Kabuki « Non mi baso sulle parole, ma sui fatti. In mia presenza potrà dire tutto quello che vorrà, ma per quanto mi riguarda sarà il suo comportamento a rivelarmi la sua personalità. Siamo in una situazione in cui non ci possiamo permettere di giocare all'indovinello della lealtà o della scorrettezza, a mio parere » Che era un modo più cortese per dire che indipendentemente da quale luogo quel ragazzo venisse, lei non vi avrebbe fatto caso fintanto che lui l'avesse aiutata a raggiungere i suoi obiettivi. Non era certo una novità, del resto, che la famosa Principessa di Konoha fosse disposta a ricorrere ad ogni metodo pur di salvare il proprio villaggio e i suoi concittadini... la legalità, a suo dire, pareva essere solo un semplice e piacevole ideale per i più piccoli. Era nata mercante dopotutto, di questo non bisognava scordarsi « Portiamolo dietro e usufruiamone come meglio ci aggrada, ad occhio e croce direi che non ci risulterà comunque difficile rompergli l'osso del collo qualora minacciasse l'esito della nostra missione o l'incolumità dei nostri compagni, no? »
    Parlava con semplicità la bella Principessa, sorridendo nel guardarsi le unghie proprio come se l'omicidio di un uomo rappresentasse per lei nient'altro che un imprevisto disgraziato che, tuttavia, poteva risultare addirittura giustificabile nel contesto in cui era stato inserito... era forse per questo motivo che sembrava quasi ci fosse qualcosa di agghiacciante in lei? Oppure era l'effetto della stanchezza?
    Sicuramente qualcosa era cambiato nella giovane kunoichi rispetto all'ultima volta in cui ella si era incontrata con il moro Uchiha. Qualcosa era mutato, e lo aveva fatto per sempre.
    Per un attimo, forse, Atasuke avrebbe avuto l'impressione che l'innocenza sempre presente dell'amica fosse scomparsa, dileguandosi in un sentimento più grande e più potente. Un sentimento a cui però, probabilmente, lui non avrebbe saputo ancora dare un nome.
    In ogni caso, arrivati a quel punto Shizuka Kobayashi si alzò dalla branda sulla quale si era precedentemente accomodata, non perdendo l'occasione di stiracchiarsi un poco attendendo le eventuali risposte del compagno, cui infine rivolse un sorriso malizioso.
    « In ogni caso dormirò in un'altra stanza Atasuke, non avertene a male... sono arrivata in questo villaggio recitando una parte, e intendo continuare a farlo fino a quando mi dimenticherò il luogo geografico in cui questo buco di civiltà è situato. Non è mio uso abbandonare una copertura nel bel mezzo di una missione, e capirai che per due sconosciuti dormire nella stessa stanza al loro primo incontro risulta piuttosto... indecoroso, ecco » E così dicendo, la ragazza riprese in mano il suo mantello « Temo la pessima reputazione che potrebbe poi accompagnarmi, e la chiusura di possibilità in cui potremmo incorrere » Detto questo, senza poi troppi complimenti, si avvicinò alla porta d'entrata, non senza però aver lanciato un ultimo lungo sguardo a Drake « Domattina cercheremo un'altra guida e ripartiremo verso la foresta... buonanotte » Non disse altro.

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    La notte trascorse serena per Shizuka Kobayashi, che aveva affittato una delle camere rimaste libere in quella locanda mal organizzata, giovando di una notte di ristoro in un giaciglio diverso dal terreno umido e persino di un bagno spartano che contribuì a toglierle di dosso gli odori del viaggio affrontato in precedenza. Una situazione che andava sicuramente a suo vantaggio quella, poiché la mattina dopo la ragazza risultava sicuramente più rilassata, tanto da apparire completamente diversa con i capelli raccolti in un'alta coda di cavallo e il trucco rifatto a regola d'arte.
    Fu dunque proprio con questo nuovo e più sereno aspetto che la kunoichi scese nella sala comune del loco la mattina dopo -la quale era benedetta da un sole alto in un cielo terso e brillante- non perdendo poi tempo ad avvicinarsi al bancone dietro al quale sedeva pazientemente il proprietario del tugurio, che ella non perse l'occasione di ringraziare per la nottata trascorsa in serenità. Teneva a manifestarsi il più estroversa e gentile possibile, sicura che così facendo avrebbe avuto più possibilità di veder adempiute le sue richieste in un secondo momento, ma nonostante quel comportamento analitico e calcolatore sarebbe dovuto esser tutto proteso alla ricerca di una nuova guida per il viaggio che la attendeva, fu altro ad attirare la sua attenzione durante la sua frivola conversazione mattutina con l'avventore del locale.
    Non le ci volle molto per capire immediatamente quale fosse il soggetto di cui si andava tanto parlando.

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    “Ti dico che è così!
    Ma dai, figurati se può esistere una bestia così!
    Io dico che è stato evocato dalle Streghe!
    Io piuttosto vorrei capire perchè distruggere tutto senza ferire nessuno. Se non aveva fame cosa ci faceva là?
    E poi perchè di primo mattino?
    Io ho paura per la mia famiglia
    Io dico di dargli la caccia!”



    Esitò, immobile con le mani ancora appoggiate sul bancone di legno logoro al quale si era appoggiata, e per un attimo mimò sconcerto, rivolgendosi poi al proprietario del luogo tutta timorosa, rivelando lui la sua sconfinata paura per i rettili “che proprio, ahimé, non sopportava”. Sperava di far tenerezza al suo interlocutore atteggiandosi in quel modo, ma dopo quell'ennesimo slancio di iniziativa tacque, accomiatandosi. Per quella mattinata aveva finito la sua dose di manfrine.
    Un rapido sguardo all'interno della stanza le bastò per adocchiare sia Atasuke che il Kiriano, verso i quali avanzò a passo deciso ma leggiadro e suadente, proprio come avrebbe fatto la danzatrice per cui ella si era spacciata.
    … C'era una possibilità che cominciava ad affiorarle alla mente. Un'eventualità irreale e piuttosto sciocca addirittura, ma a cui non riusciva a smettere di pensare dal giorno precedente, e che continuava a ingigantirsi all'interno del suo cuore ad ogni nuovo pettegolezzo che sentiva giungerle alle orecchie.
    Visto e considerato che ormai da tre giorni tutto quello che avveniva attorno a lei le sembrava estroso, immaginò di non dover escludere nessuna ipotesi. Nemmeno le più creative.
    « Vi auguro un buongiorno, miei signori » Esordì la kunoichi, quando si fu portata davanti al tavolo dei due ragazzi « E' un piacere vedervi anche questa mattina, temevo che la notte vi portasse via come un sogno, e io non potessi fare in tempo a porgervi i miei umili saluti » Sorrise, portandosi una mano davanti alla bocca. Indubbiamente era un'attrice eccezionale « Ieri siete stati così gentili e ben disposti nei miei confronti che per tutta la notte non ho potuto far altro che pensare ad un modo per riscattarmi » Continuò poi, alzando gli occhi al cielo, pensierosa « Purtroppo una danzatrice come me ha poco di valore tra i suoi effetti personali, ma avrei piacere che prendeste i sonagli con cui sono solita ballare durante le mie esibizioni... perché non vi scordaste mai di me » E così dicendo si inchinò quel tanto che sarebbe bastato affinché la lunghezza dei suoi capelli cadesse a coprirle il volto, con cui richiamò l'attenzione sia di Atasuke che del Kiriano, indicando loro con un gesto rapido degli occhi le scale che portavano alle stanze da notte « Se avrete piacere a raggiungermi sull'uscio della mia stanza, quando avrete finito il vostro pasto, sarò ben felice di darvi quanto promesso... » Benché il suo tono di voce fosse tranquillo e soave, la Shinobi sembrava avere fretta, molto più di quella che una semplice occhiata poteva trasmettere, un dettaglio quello che sperò potesse esser carpito da Atasuke, che la conosceva abbastanza bene da notare in lei i cambiamenti del carattere e quelli dell'espressione. A guardarla meglio, in effetti, persino Yagura Isobu avrebbe potuto scorgere nei lineamenti da bambola della sua interlocutrice un vago cenno di ansia.
    Per un breve e rapido istante, la Principessa sembrò esser vittima dei suoi stessi dubbi...
    … una condizione che svanì presto però quando alle sue spalle si delineò la figura di una giovane e graziosa cameriera la quale, vittima di una concatenazione di eventi piuttosto strambi, si spaventò talmente tanto dell'irruzione nella locanda di un avventore maleducato, da perdere l'equilibrio e, con esso, la caraffa piena d'acqua che stava trasportando su di un vassoio.
    Da quel momento in poi tutta la situazione si svolse molto rapidamente: Shizuka Kobayashi, senza neanche voltarsi, sgranò gli occhi proprio mentre dietro di lei la donna stava perdendo di mano la brocca, e lo fece con una tale rapidità di riflessi da lasciar intendere che le sarebbe bastato scostarsi appena verso destra per evitare l'irrimediabile... una cosa però che lei non fece, chiudendo piuttosto gli occhi proprio mentre la scrosciata di acqua fresca le cadeva addosso e la caraffa si infrangeva al suolo. Non si mosse di un millimetro la Principessa di Konoha, se non dopo qualche istante, quando, voltandosi verso la cameriera con il volto completamente cambiato dallo spavento e dallo stupore, non si portò entrambe le mani al petto, schiudendo la bocca in un'espressione tutto fuorché arrabbiata.
    « C-che spavento! » Gemette infatti la ragazza, ed era deliziosa persino in quel momento: Che la sua determinazione a non compromettere la sua copertura e, con essa, l'esito della missione, arrivasse a tanto? « P-perdonatemi, io non... temo di essermi trovata i-in mezzo... c-chiedo umilmente perdono, lasciatevi aiutare a pulire, vi preg-- » Ma stavolta la sua recita non ebbe modo di trovare una fine, poiché una voce tonante fece irruzione all'interno della sala, infrangendosi con particolare potenza nella direzione di Atasuke, verso il quale lo sconosciuto appena giunto sembrava avercela a morte.

    “TU! COME TI E' VENUTO IN MENTE DI MOLLARMI LA'??”



    Quella era la cosa peggiore che poteva capitare in quel momento: L'improvvisazione mal riuscita durante il primo spettacolo di stagione.
    Il forestiero che si delineò agli occhi di Shizuka era un vecchio, bagnato dalla testa ai piedi e con una spada ben ferma sulla schiena, l'unico dettaglio che poteva renderlo temibile in una cornice tutt'altro che inquietante. Ovviamente non aveva idea di chi egli fosse, ma questo non era importante perché lui sembrava al contrario conoscere molto bene Atasuke, e sembrava farlo in quel modo tipico che appartiene alle persone iraconde: Offuscato e scarsamente intelligente.
    Una sua parola fuori posto e tutta la copertura fino a quel momento tenuta in piedi sarebbe crollata in un attimo... e lei, di certo, non aveva piacere a prendersi secchiate d'acqua addosso di primo mattino senza avere l'assicurazione della buona riuscita del suo sacrificio.
    Le bastò appena un attimo per lanciare un'occhiata all'Uchiha, che sperò capisse di doversi dileguare nella sua stanza immediatamente, per poi scivolare rapida e silenziosa accanto al nuovo giunto, che cercò di afferrare per un braccio con tutta la velocità di cui era a disposizione [Velocità 525]. Qualora fosse riuscita nel suo intento, poi, avrebbe stretto con forza il polso del vecchio quel tanto che sperò bastasse per metterlo a tacere [Forza 500], mentre con i suoi occhi gelidi non andava a inchiodare l'animo di lui, cercando così di indurlo all'immobilità.
    Questa volta avrebbe veramente avuto bisogno di un miracolo per uscirne.
    « Ojii-san! Che i Kami siano lodati, temevo di dover aspettare il ritorno al Villaggio del Riso per poterti rivedere! Come ti senti?! » Esclamò la ragazza, contenendo a stento le sue lacrime di gioia che non si preoccupò di nascondere al proprietario in piedi di fronte al bancone d'entrata quando, girandosi verso di lui, spiegò come avesse perduto suo zio, che la scortava durante il suo viaggio (poiché per una donna sola sarebbe stato sconveniente vagare al fine di far conoscere la propria arte), e non fosse riuscita a ritrovarlo più, tanto da dover essere costretta a proseguire verso Nord da sola, nella speranza così di riuscire a trovare un centro abitato in cui soggiornare fino a nuova decisione.
    Voltandosi verso il vecchio, di cui non avrebbe comunque mollato il braccio, la kunoichi finse poi di asciugarsi il volto e inchinandosi verso il padrone della locanda, si accomiatò dai presenti additando come scusa di voler offrire ristoro al proprio parente... ovviamente non prima di aver abbracciato quel vecchio con calorosa dolcezza, di fronte alla quale sperò tutti si sciogliessero come gli uomini che erano.
    In effetti c'era proprio bisogno di un po' di affetto...
    … visto e considerato che quando la donna fece irruzione nella camera di Atasuke, Alexander e Drake, spingendoci dentro il vecchio e avendo premura poi di chiudere la porta a chiave, era tanto scura in volto da sembrar sul punto di estrarre una qualsiasi arma da taglio e procedere all'omicidio di massa di tutti i presenti.
    Persino i suoi occhi sembravano più scuri, più ombreggiati. Più inquietanti.

    « Bene, aspettiamo qualche altro amico prima della festa, magari un Kage, oppure per questa volta non abbiamo più visite inaspettate!? » La sua voce era un sibilo mal contenuto che trasudava rabbia da ogni singola sillaba mentre si rivolgeva ad Atasuke, l'unico evidentemente ritenuto degno di rispondere a quella domanda di circostanza « Chi diavolo è questo vecchio? Ah no, fammi indovinare... non sarà la guida che avevate smarrito? » Incredibilmente, uno sguardo accurato avrebbe notato che le mani le tremavano « L'avete persa proprio bene, complimenti... infatti non è neanche tornata a cercarvi » Così dicendo si voltò verso il kiriano, a cui indicò la porta della stanza con un gesto secco della mano « Non far uscire o entrare nessuno, e ovviamente non azzardarti a scappare perché altrimenti avrò la premura di trovarti ovunque ti nasconderai, e stai pur certo che ti strapperò il cuore dal petto » Sussurrò con veleno prima di azzerare la distanza che la separava dal letto in cui giaceva Drake, il quale venne afferrato per un braccio così da poterlo alzare dal materasso sporco quel tanto che sarebbe bastato perché, il lasciarlo andare, provocasse la caduta inerme del suo corpo.
    Ferma di fronte al Chunin di Konoha, Shizuka Kobayashi ne guardò il volto e per un attimo si fece pallida di un sentimento conteso tra la disperazione e la rabbia.
    « Dunque... in quale realtà parallela questa condizione di, chiamiamola morte apparente, corrisponde ad uno Shock? » Domandò a quel punto la kunoichi, sorridendo graziosamente in direzione dei presenti « Posso capire lo spavento di una circostanza tanto sfavorevole quale quella che mi avete descritto, ma non vi è mai saltato in mente che magari non si trattasse solo di questo...? Siano stramaledetti gli Dei, ma non lo vedete che sta peggio addirittura di ieri!? In una notte ha subito un simile aggravamento, non oso immaginare quanto possa essere degenerato dal vostro arrivo qui » E così dicendo, si sarebbe voltata nuovamente verso Drake, a cui avrebbe rivolto un lungo sguardo privo di parole.
    Per un istante immaginò di esser diventata pazza almeno quanto Atasuke e decisamente molto di più di un Kiriano che giocava a fare l'intruso, ma... arrivati a quel punto, immaginò che persino un suo errore sarebbe stato giustificabile. Del resto in quella stanza di normale non c'era nessuno, poco ma sicuro.
    « Drake è stato ferito dal serpente, oppure è stato solo trascinato sul fondo del fiume? » Non avrebbe posto la domanda a nessuno in particolare, ma vista la pausa che seguì a quel quesito era evidente che attendesse una risposta « Mi sembrava piuttosto strano che il rospo fosse ridotto a letto per lo spavento, ma a guardarlo stamattina potrei giurare di non riconoscerlo rispetto a ieri... è come se qualcuno gli stesse succhiando via tutte le energie. Ha mangiato in questi giorni? » Adesso la domanda aveva un destinatario: Atasuke « Oggi alla locanda giravano voci circa un grande serpente che pare aver piacere a distruggere tutto quello che si trova davanti senza però ferire nessuno. A quanto sembra questa bestia non compie le sue irruzioni per fame, ed è probabile che si riveli solo di prima mattina, anche se di questo non posso essere pienamente sicura » Detto questo, senza troppe premure, la ragazza si abbassò su Drake, di cui afferrò la parte superiore della sua divisa shinobi, sfilandogliela di dosso così da lasciarlo a torso nudo davanti a tutti « Dunque... supponiamo che il serpente di cui si chiacchera tanto non abbia effettivamente fame, e attacchi per un motivo diverso, quale potrebbe essere? » Allungando le mani, la kunoichi si accovacciò in terra, iniziando a toccare l'addome del Chunin della Foglia cercando così di mettere in pratica quella blanda nozionistica medica che possedeva « Supponiamo che questo serpente sia mandato da qualcuno, visto che questo qualcuno è il motivo principale per cui ci troviamo qui, e supponiamo anche che questo rettile abbia un obiettivo ben preciso, che certo non trova concretezza nello spaventare a morte tutti »
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    Detto questo la ragazza, rapida come un'ombra, estrasse di scatto un kunai dalla saccoccia ninja che teneva nascosta sotto il fiocco dell'obi da lei indossato, e impugnando la lama fece l'atto di accoltellare Drake alla pancia.
    Adesso il suo atteggiamento era completamente cambiato, così come la sua espressione.
    « Per quel che mi riguarda il serpente avrebbe potuto immettere dentro il corpo delle proprie vittime qualcosa, ecco perché non sembra essere interessato ad uccidere. Se gli servono dei contenitori, non avrebbe motivo di ammazzare i suddetti, oppure mi sbaglio? » Detto questo, si girò di scatto verso il vecchio, cui lanciò uno sguardo gelido « Tu per esempio, perché sei ancora vivo? E perché sei bagnato come se ti fossi pisciato addosso? Dimmi ti prego... » Sussurrò gentilmente « ...precisamente, questo serpente o chi per esso, cosa ti ha fatto? » La sua voce era ciecamente tagliente, precisata e calcolata « Non posso rimanere in una missione di cui non so assolutamente nulla. Tanto per cominciare perché Alexander non dice niente e sembra insistere sul non contattare Konoha!? Perché qui abbiamo un ragazzino con un coprifronte alla testa che decide di mettere a repentaglio la propria vita per una causa non sua!? E soprattutto... perché nessuno ha pensato di chiedere informazioni su questo stramaledetto serpente invece di stare a giocare all'infiltraggio!? » Ringhiò furibonda, fulminando con lo sguardo tutti i presenti « Io sicuramente potrei non uscire viva da qui dentro, ma vi assicuro che se non cominciate a spiegarmi tutto dettagliatamente, almeno uno di voi uscirà di qui senza un braccio... e vi assicuro che questa è una parola »


    divisore




     
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