La Ballata Delle Foglie

QdC | Esplorazione - Bosco delle 1.000 Fonti

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Arashi Hime
        Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Y Danone
    Posts
    8,531
    Reputation
    +561

    Status
    Anonymous

    A P O L O G I Z E :
    More people should apologize, and more people should accept apologies when sincerely made.

    Shizuka Kobayashi's new try




    divisore





    Era riuscita di nuovo a perdere la pazienza. Ancora una volta era riuscita a creare attrito in un gruppo che già per sé stesso faticava a farsi coeso, distinguendosi tra tutti per la rapidità scoccante della sua lingua e il suo carattere iracondo ingestibile.
    […] Immobile al posto che aveva guadagnato come proprio, la giovane kunoichi dei Kobayashi voltò lentamente lo sguardo verso Drake e per un attimo chiuse gli occhi: Era stata chiamata lì per aiutare, ma come al solito non aveva fatto altro che compiere un errore dietro l'altro...
    … desiderava salire di gerarchia, affermarsi nel suo Villaggio, proteggere i suoi concittadini e la pace del continente per offrire agli altri il clima di serenità gentile nel quale lei aveva vissuto tutta l'infanzia, eppure ancora commetteva gli errori del principiante, facendosi sopraffare dai sentimenti impetuosi di un animo sanguigno come era il suo, e così, ogni volta, non riusciva ad afferrare il quadro generale, intestardendosi a guardare solo i dettagli irrilevanti.
    Strinse le mani a pugno, strizzando gli occhi: Era stata educata a non scappare di fronte agli errori commessi e a continuare a provare al massimo delle proprie capacità, pertanto, benché si potesse senza dubbio dire che il suo arrivo lì non fosse stato dei migliori -e vista la presupposta gravità della missione era lecito credere che le sue sciocchezze avessero già compromesso in modo letale l'esito di quell'incarico- l'unica cosa che poteva fare di fronte a quella vergognosa manifestazione di se stessa, era semplicemente prendere un profondo respiro, lasciare che la paura di non essere all'altezza della situazione e dei suoi compagni svanisse, focalizzare con attenzione tutto il quadro e non il singolo particolare, e infine...

    « Scusatemi »



    Ancora ferma vicino al letto di Drake, la kunoichi, flessa verso il basso con profonda riverenza, fece aderire i palmi delle sue mani alle gambe, cercando così di calmarsi mentre, di fronte a tutti i presenti, lasciava che le sue paure l'abbandonassero, prendendo la forma di parole che non avrebbero più dovuto ritornare sulle sue labbra. Mai più.
    « Ho paura di non riuscire ad essere d'aiuto e viste le condizioni che mi si sono prospettate davanti mi sono spaventata e ho perso la capacità di ragionare » Disse con voce ferma mentre ancora non accennava ad alzare lo sguardo, per la vergogna, forse, di essere vista in volto « Sto ancora provando a superare un trauma che ho vissuto al mio villaggio a seguito di un attacco terroristico che non sono riuscita ad arginare... e il terrore di sbagliare di nuovo e portare alla morte qualcun altro, o di fallire nuovamente in una responsabilità assegnatami, mi perseguita » Dopo l'attacco di Kurotempi a Konoha, Shizuka era già uscita in missione e non si poteva dire che quella fosse realmente una giustificazione alla sua reazione folle, ma mai come in quel momento aveva avvertito la possibilità vivida di vedersi scivolare gli eventi tra le dita, com'era successo quella volta con Karasu... « Le mie capacità da Shinobi sono ancora da migliorare quindi è possibile che commetterò degli errori, e sicuramente potrò di nuovo perdere la pazienza e il raziocinio durante questa missione... » Esitò « ...si può dire che ho un bel problema a gestire la rabbia, ecco » Mormorò, domandandosi tra sé e sé se la spiegazione data fosse effettivamente valida, visto che ciò con cui aveva un “bel problema” era qualcosa di effettivamente molto più preoccupante di una semplice ruvidezza caratteriale « ...Ma amo i miei compagni, e sono qui per portare a termine ciò che loro hanno iniziato » Continuò dopo una breve pausa, alzando poi di nuovo lo sguardo nel mostrare i suoi occhi, colmi ora di una determinazione che fino a quel momento non aveva trovato il coraggio di affermarsi sul suo volto, che per un attimo visitarono tutti quelli dei presenti « Quindi vi prego davvero di scusarmi e di darmi un'altra possibilità, mi impegnerò al massimo per aiutarvi » Affermò « Cerchiamo di... » E lentamente voltò lo sguardo verso il ragazzo di Kiri cui, in modo piuttosto impacciato e decisamente imbarazzato per i precedenti ancora freschi, sorrise « ...lavorare insieme come un team » Mormorò, arrossendo un poco: Una ragazza, dopotutto, rimane pur sempre una ragazza... anche se Kunoichi « In qualche modo immagino ce la faremo » Concluse, abbassando nuovamente la testa con rispetto, come era nella tradizione quando ci si trovava a parlare con uno o più individui di cui si aveva stima e considerazione.
    […] Erano ormai passati tre mesi dall'assalto perpetrato ai danni del Villaggio della Foglia, ma lei, in tutto questo tempo, non era riuscita ancora a guarire della sua ferita... una lesione che andava ben al di là dello sfregio visibile a tutti -rifletté, portandosi con esitazione la mano destra a sfiorare la pelle sfigurata del suo corpo.
    Aveva trascorso un mese solamente a piangere nel cimitero del suo villaggio, trovando la forza di spostarsi da lì solo di notte, quando si trascinava stancamente tra le macerie delle abitazioni distrutte dalla sua inesperienza e debolezza, per cercare così di apportare ordine tra i detriti e i rottami, quasi sperasse in quel modo di riuscire a raccogliere i cocci di ciò che rimaneva di lei... non rendendosi però conto che ciò che avrebbe dovuto quanto prima arginare era il fiume di disperazione che si riversava in lei, rendendola insicura, spaventata, iper-vigilante e molto spesso pericolosamente instabile a livello emotivo. Una minaccia più che un dispiacere per una maledetta dall'odio come lo era lei.
    Anche il suo tentativo di annegare tutto nel lavoro, gettandosi a capo fitto in corsi genin tenuti come maestra o missioni diplomatiche di ogni genere avevano riscosso scarsi risultati... ogni volta riconfermandole il suo grande timore: Non era guarita, e forse non lo sarebbe stata mai. Forse, per sempre, avrebbe pianto quelle persone ed evitato determinate zone di Konoha.
    Proprio come “per sempre” avrebbe fatto i conti con la sua cicatrice e “per sempre” avrebbe ricordato il passato, non riuscendo ad avere pietà per se stessa...
    ... ma se realmente le cose stavano in questo modo, forse era proprio giunto il momento di rendere quel dolore una propulsione per raggiungere il suo scopo: Se era infatti vero, e lo era, che Konohagakure era stata distrutta perché lei non era abbastanza potente e brava da fermare chi la minacciava... il problema si sarebbe semplicemente risolto diventando più... "bravi", giusto?
    Sorrise tra sé e sé, e improvvisamente le tornò alla mente il suo corso genin. Per un attimo -mentre tutti i presenti si abbassavano al suolo seguendo i movimenti di Tooru la guida, intento a srotolare una grossa mappa consunta sulle lastre sconnesse del pavimento- la kunoichi si portò una mano alla fronte e se ne rese conto, impallidendo.
    « Sono l'Akarai di questo gruppo » Mormorò cupamente, riportando alla mente il peggior studente che avesse mai avuto in termini di socialità: Burbero, impulsivo, solitario e, perché no, anche paranoico.
    Aveva passato giorni a sgridarlo per poi diventare come lui. Gli Dei l'avevano in gloria quantomeno per non avere nessun testimone del suo crollo psicotico.
    Scosse la testa, e inginocchiandosi a terra accanto agli altri, rimase in silenzio, ascoltando.

    “Se volete ancora seguire me come guida la mia proposta è semplice.
    Da qui andremo fino al limite della foresta. Poi raggiungeremo la casa di un mio conoscente: vive da eremita e si mantiene tagliando e vendendo legna.
    Quindi prenderemo un percorso un pò tortuoso fino a raggiungere la grande area centrale dove iniziano le Fonti. Con un pò di fortuna dovremmo riuscire ad evitare le Streghe. Dal villaggio al taglialegna sono appena dieci ore. Poi ci vorrà un giorno per la prima parte fino alla curva ed infine un altro giorno per arrivare a destinazione.”



    Il grande vantaggio di Shizuka Kobayashi nel mondo Shinobi risiedeva nella vita di nomadismo che aveva condotto fino ai 16 anni, seguendo le carovane mercantili del padre per imparare l'arte della recitazione, della manipolazione e ovviamente del commercio. Disgraziatamente, per quanto fosse già stata a Taki in adolescenza, non poteva dire di essersi avventurata nel territorio della piccola regione abbastanza da pensare di conoscerla, ragion per cui non vedeva altro da fare che affidarsi alla scelta della guida.
    Ma c'erano domande che aveva... e a cui doveva necessariamente avere una risposta prima di fare qualsiasi altra cosa.
    « Cosa sono queste “streghe”? » Domandò improvvisamente la kunoichi, rimanendo inginocchiata a terra mentre i suoi occhi scandagliavano la mappa con la velocità e precisione tipica di chi ha imparato a rendere un pezzo di carta il suo unico modo per tornare da dove è partito « Kunoichi esperte in ninjutsu immagino... o meglio, in genjutsu? » Benché Shizuka Kobayashi fosse Shintoista e credesse dunque agli Dei come agli Yokai, accettare l'esistenza di creature fatue come le cosiddette “streghe” era qualcosa che proprio esulava anche dalla sua più articolata apertura mentale in fatto di esoterismo, ragion per cui trovava la necessità di trovare un sinonimo a quello che immaginò essere nient'altro che una sorta di "leggenda" diventata realtà « Perché questa missione è così segreta? » Riprese a chiedere, e adesso si rivolgeva ad Atasuke « Perché sembra che nessuno debba saperne niente? » Riportò lo sguardo su Tooru « Non conosco queste terre bene quanto le conoscete voi Tooru-sama e non posso che rimettervi alla vostra decisione » Disse con tono conciliante, benché ci fossero ancora troppe cose che non le tornassero di quanto era accaduto fino a quel momento: Il serpente, la condizione di Drake... poteva dirsi paranoica, ma era sicura che non sarebbe riuscita a mettere da parte quei punti di domanda su cui, per quanto non le paresse il caso di insistere ulteriormente, avrebbe continuato a fare attenzione da sola « Vi prego di espormi gli estremi della missione e tutti i dettagli della stessa, perché il mio arrivo improvviso, oltre che ad avermi portato a cercar di sventrare un mio concittadino, non mi ha dato il tempo di chiedere ancora delucidazione in merito » Mormorò, per poi chiudere brevemente gli occhi.
    Era sicura che c'era qualche altra domanda che le sfuggiva o qualcosa che, per quanto evidente fosse, non riusciva ad afferrare. Ancora una volta avvertì quella pungente sensazione di inadeguatezza che la affligeva da mesi... si morse le labbra, scuotendo la testa.
    « E' ancora presto » Disse la kunoichi, guardando fuori dalla finestra sporca della stanzina in cui si ritrovava: Calcolando che si era alzata all'alba e si era portata nella sala comune verso le 6 del mattino, adesso erano forse le sei e quaranta... o qualcosa del genere « Avrei preferito partire prima » Ammise « Ma immagino non ci si possa fare niente, giusto? » Sorrise, cercando di far finta che gran parte del ritardo non fosse causato dal suo vaneggio « Se partiamo ora, dopo aver preso adeguate provviste, dovremmo arrivare presso casa del vostro conoscente a metà pomeriggio e avremo perciò il tempo di saggiare le condizioni del percorso e valutare le successive decisioni con calma, prima che si faccia notte » E così dicendo si portò una mano alla bocca « Se a voi va bene, insisto nel proporre una pausa ogni due ore di marcia, vorrei tenermi pronta a qualsiasi pericolo, e in ogni caso visto il percorso scelto mi sembra che il tempo non sia uno dei nostri avversari, sbaglio? Inoltre... » Ma tacque un attimo, perplessa: Non conosceva minimamente le capacità di nessuno dei presenti, come avrebbe potuto, arrivati a quel punto, cercare di offrire delle idee in merito a qualsiasi altra cosa?
    Rifletté rapidamente, facendo scorrere lo sguardo sul volto dei tre compagni che quella missione le aveva affiancato, e dopo essersi torturata per un po' il labbro inferiore della bocca con il pollice e l'indice della mano destra, annuì: Era più una scommessa a dadi con la fortuna, la sua, che altro.
    « Che ne dite se procedessimo con una formazione che vede in testa al gruppo, affiancati, me e Tooru-sama, con in mezzo Yugata-san e a chiudere il team Atasuke? » Domandò, sorridendo « Se la mia corporatura mi offre un'unica cosa buona, questa è il rendermi agile e veloce, e avendo veramente ottimi riflessi potrei coprire la parte frontale del tragitto, mentre il compito di controllare i lati del cammino sarebbe affidato a Yugata-san » Che “non avendo altra scelta”, ahimé, per quel che le riguardava poteva piantarli al minimo pericolo, mentre tenendolo in una posizione come quella avrebbe avuto ben poche possibilità di darsela a gambe e sarebbe perciò stato motivato a proteggersi la pelle, se era intelligente « mentre il retro del tragitto e la parte sovrastante lo stesso la si potrebbe affidare ad Atasuke... » ...che lo sperò abbastanza “pronto di rilessi” essendo un Uchiha « Ci rimane solamente il suolo, quindi a meno che Tenma il Dio degli Inferi non decida di aprire una voragine e tirarci giù... » Annichilì, vista la sfortuna di cui era vittima ultimamente non poteva escludere nemmeno quella possibilità a ben pensarci « … dovremmo essere ben protetti e riuscire ad arrivare dove ci siamo prefissati, no? » Esclamò con un grande sorriso che andò ad addolcirle incredibilmente i lineamenti, restituendole la bellezza che l'aveva resa famosa come la Principessa di Konoha « Mi scordo niente? Cosa ne pensate? » Chiese, rimanendo ad ascoltare ogni possibile punto di vista, che avrebbe affrontato con gli altri fino a trovare un punto d'incontro sul quale tutti sarebbero stati d'accordo.
    Per quanto il suo esordio all'interno di quel gruppo fosse stato senz'altro tragico, sperò che iniziando da quel momento a recuperare la calma e la fiducia di tutti, sarebbe riuscita in qualche modo a creare un team solido quantomeno per affrontare i possibili problemi e le eventuali avversità nei quali sarebbero inciampati.
    Se un gruppo non è coeso, di fronte al pericolo si sfalda. Lo sapeva fin troppo bene.

    Abbassando lo sguardo, pregò perché ogni sua decisione e azione da quel momento in poi fosse giusta.
    Nessun errore era permesso... così almeno, immaginò di dover pensare.


    divisore




     
    .
45 replies since 17/9/2012, 23:01   1239 views
  Share  
.