Tempio del vento

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    Il primo veleno
    Non si scorda mai







    Dopo che il Colosso ebbe imboccato le scale il piccolo drago si fece sentire, era molto vicino a Kubomi per le sue dimensioni, ma il carattere era differente, Raizen pensò che fosse da attribuirsi alla vita differente condotta dai due, ed era possibile che, circondato da invasati quali erano i draghi neri, Yajirushi fosse cresciuto più in fretta, o quantomeno credeva così.
    Per cui decise di evitare una sequela di quelle battute in “agriturismo style” in cui il drago figurava come un corpo oblungo che rivaleggiava in dimensioni col suo pisello, poco dopo alzò gli occhi al cielo, pensando che a volte la sua cafonaggine fosse decisamente troppa.


    Ah, bene, se mi dici così allora posso anche rallentare un po’ il passo.

    Interloquì mentre rallentava, per poi trovarsi qualche tempo dopo dinnanzi ad una porta metallica su cui erano scolpiti quattro dragoni. Ascoltò con attenzione il piccolo drago mentre parlava, rinunciando a seguirlo con lo sguardo nel suo svolazzare, e concentrandosi sulla porta.

    Capisco, mi sembra ovvio che dovrò aprirla quindi, altrimenti non sarei salito sino a qui.

    In realtà oltre la condizione di equilibrio non gli erano chiare poi troppe cose, tra cui la scissione di cui il piccolo rettile aveva parlato.

    Scissione? Già la parola la dice lunga sul fatto che i miei draghi non siano gli unici a circolare per questo tempio. Dimmi qualcosa in più, cosa è la scissione? O meglio, cosa l'ha causata?

    Chiese mentre accedeva alla stanza, un ambiente per nulla piacevole, e ben poco salubre, peggio di una grotta e parecchio più umida.

    Si, un bel luogo di villeggiatura si direbbe.

    Disse ironico mentre avanzava di qualche passo. Seguì le indicazioni della sua guida, salvo poi sentire una stretta al petto, pesante come un macigno, le parole del rettile furono illuminanti, ma non vennero accolte troppo bene.

    Lurida bestiaccia.

    La sua mano sarebbe scattata avanti, e se quel drago aveva delle abilità equiparabili a quelle di Kubomi sarebbe stato fortunato a vedere il gesto prima di sentirsi una morsa d’acciaio sul collo, senza però soffocarlo, voleva solamente mostrargli che avrebbe potuto torcergli il collo con un battito di ciglia.

    Tirami un altro scherzo simile e farò in modo di farti diventare una pratica borsetta, vedi di mettere da parte il tuo umor, se vuoi vincere.

    Già sfiancato dal dolore lasciò la presa, procedendo quasi a carponi nel tunnel, sorreggendosi con forza il petto come se volesse strapparne via il dolore.

    Passare questo schifo a qualcun altro, per chi mi hai preso fetente?

    Disse il Colosso della foglia, dopotutto la scalata era la sua, e le sue stesse disavventure gli avevano insegnato che il dolore e la fatica erano l'unica moneta con cui si poteva pagare la vittoria. Sputò violentemente del sangue a terra, voltandosi lievemente per non colpire il piccolo drago, non sapeva cosa fosse quella muffa, ma lo stava corrodendo dall’interno, ed anche con una certa efficacia, l’avrebbe prelevato per darci un occhiata con più calma se solo non avesse corso il rischio di rendere ancora più doloroso l’effetto del veleno.
    Solo quando portò una mano davanti al viso notò come la pelle si inscurisse mediante chiazze che andavano ingrandendosi sempre più, come se fossero degli ematomi, cambiando la sua cute in modo drastico, e facendola somigliare a quella del drago che lo scortava. Ora comprendeva il dolore di quelle bestie, e cosa potevano provare a vedere i loro compagni morire in una maniera così dolorosa.


    Potrebbe anche dispiacermi per il vostro fato sai?
    Purtroppo però non mi va giù che debba subirlo pure io, sai com’è, il dolore proprio mi sta antipatico.


    Disse ansimando con la voce spezzata di tanto in tanto dal dolore. La pelle bruciava come se il veleno aggredisse tutte le sue terminazioni nervose, quasi come se il cambio del colore della pelle fosse dovuto alla carbonizzazione della stessa.
    Quasi strisciando giunse alla seconda porta, in cui l’aria pareva essere più libera dall’azione della muffa, tuttavia il suo fisico era già decisamente provato da quel passaggio e sarebbe stato costretto a riposarsi se solo il temere altre inalazioni di quel tunnel non l’avesse spinto qualche passo più in la.


    Mh, si, allora direi che di chakra ancora ce ne sta a sufficienza.

    Era il Colosso della foglia. Niente e nessuno l’avrebbe aiutato. Anche se nonostante tutto sperava che non ci dovessero essere altre prove simili, il suo corpo era già decisamente provato, il veleno l’aveva distrutto con una minuzia invidiabile, gli sarebbe presto servito qualcosa che agisse in maniera del tutto opposta.
     
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