Ombra e Fiamme

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    [Interludio - Risposte da Volpe]

    Nell'istante in cui l'ultima sezione di muro venne sfiorata, Raizen si sarebbe sentito immensamente più debole, con i sensi che si facevano sfocati ed ottusi, mentre alle sue spalle una lastra di pietra cadere a sigillare la via da cui era giunto. Là , in quel cubo di corridoio fra due rocce impenetrabili, sarebbe forse morto solo come un cane, con la sola consapevolezza che almeno non avrebbe sofferto gli ultimi istanti, perchè la sua mente avrebbe ceduto alla pazzia molto prima?

    Trappola? Può essere. Ma non ricordi?

    Atttento, non devi ricordare!.



    Kyubi_cage



    La volpe sembrò confusa di fronte a quella domanda sul vecchio, ma la sua domanda non era forse più confondente? "Non ricordi?"...cosa poteva significare? L'animale avanzò fino al limitare della sua gabbia, mostrando i denti in un ghigno demoniaco che non poteva trasmettere proprio niente di buono.


    Quelle ferite le hai appena fatte tu.

    NON GUARDARE L'ORA!!



    Allungò l'artiglio fino ad indicare la spada che Raizen portava con sè, sporca di sangue. Non era un genjutsu, questo era sicuro perchè qualsiasi tecnica del Rilascio non avrebbe cambiato nulla in ciò che il colosso percepiva. Possibile che il vecchio avesse provato a fermarlo e fossero poi finiti a combattere sul serio, fino a quel punto? Ma perchè allora non ricordava nulla?


    Succede all'inizio. Si perde il controllo...imparerai.

    Avete combattuto, ma io ero con te e hai vinto.

    Il legame esiste già...

    Hai perso ogni controllo, se la liberi sarà peggio!









    Raizen avrebbe sentito un bruciore intenso all'addome, là dove, a ben guardare, le vesti erano state stracciate ed un sigillo assai complesso era stato tracciato sulle sue carni con il sangue. Un'occhiata più attenta avrebbe notato che ormai stava andando affievolendosi...e che le dita dell'anziano guardiano erano sporchè del suo stesso fluido vitale...non ci voleva molto per fare due più due.





    Ti ha fermato con la sua vita, ma ha sancito un legame più stabile. Liberami e tutto sarà finito.

    Ma le sbarre erano così la volta scorsa?







    CITAZIONE
    Piccolo interpost. Attento a valutare bene la situazione.
     
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    Loop







    Girò attorno al corpo del vecchio, mentre le parole della volpe iniziavano a scavargli nel cuore, nell’animo, lentamente ma con tenacia, irrefrenabili. Cosa mai avrebbe dovuto ricordare? E cosa era quella fastidiosa voce che continuava a dirgli di non ascoltare la volpe?
    Con le domande che gli frullavano nella testa si chinò sul cadavere per esaminarne meglio le ferite, erano tutte state apportate da una lama, non di certo dagli artigli della volpe, troppo grossi per quelli che erano tagli e non gli squarci che avrebbe fatto un artiglio di due metri.
    Strizzò gli occhi come se cercasse di connettere tra loro dei tasselli di cui non distingueva bene i bordi, mentre le due voci gli riempivano la testa come un fiume in piena che si scontra su un secchio, solo qualche parola emergeva mentre cercava di concentrarsi, dopotutto, se vi viene detto “non pensare ad un elefante” a cosa si pensa?
    In un primo momento non comprese cosa il suo cervello gli dicesse mentre cercava di capire chi avesse potuto ridurre il vecchio in quello stato.


    Cosa diavolo dovrei ricordarmi?

    Forse che teneva una spada in mano? Che era lordo di sangue.

    Si certo, e perché non avrei dovuto notarlo prima, hai sempre il solito gusto per le illusioni, ma tali restano.

    Ma nonostante il tentativo di rilascio nulla cambiò, impugnava davvero una spada, ed era davvero lordo del sangue del vecchio, ma allora cosa era successo?
    Più continuava a domandarselo più il ventre gli bruciava ed osservandolo notò una scrittura scomposta e frettolosa, fatta col sangue, un sigillo potente gli ardeva in quella zona. Era il sangue del vecchio e la sua vita gli bruciava in corpo, perché mai non ricordare?
    Lo scontro, la furia del demone, il sacrificio del vecchio per rimettere apposto ciò che il Colosso aveva infranto. La risposta era semplice: per gettare negli abissi del subconscio le chiavi del nuovo nascondiglio della Volpe: il peggiore shinobi che la foglia avesse tra le sue fila, Raizen Ikigami.
    Sorrise prima di prendere parola.


    Non sono il primo stupidotto che passa, sai? La vita di un vecchio ai miei piedi, anche se rubata brutalmente e in un momento di smarrimento è solo in grado di togliermi il sonno per qualche notte. Però tu ci hai provato eh? Sei furba vero?
    Devo ammettere che prendere una vita per così poco e dar così poco peso ad un uomo morto per svolgere il suo dovere mi fa sentire in colpa, ma non riesco a sentire nulla oltre questo, per cui, niente shock, dispiace.
    Sfruttare in questa maniera ME e l’azione del vecchio è qualcosa di magistrale che solo un intelletto del tuo calibro sa concepire. Anzi, forse più che di calibro dell’ intelletto si può parlare di grande esperienza.


    Si fermò a giocherellare con la spada, sorpreso del fatto che la vita del vecchio pesasse ancora su di essa, al momento, non lo appesantisse, dopotutto ora l'obiettivo era un'altro, e stava oltre le sbarre.

    È una gara a chi fa più schifo questa?

    Strinse la lama, che neanche il lieve shock di scoprirsi assassino gli fece lasciare e usandola come un bastone la usò per sollevare il vecchio all’altezza del bacino, per poi puntellarlo sulle ginocchia e sul mento, come se fosse uno sgabello, poi con attenzione ci si sedette.

    Credi davvero di vincere? Non so quali umani tu abbia incontrato sino ad oggi, ma da queste parti non sono troppo famoso per il mio buon carattere.
    Il vecchio è stato a dir poco fine nelle sue mosse, cercare di cancellare tutto e farmi vivere altre esperienze è stato davvero magistrale, probabilmente credeva che avrei ascoltato il suo consiglio. Avrebbe scaraventato le chiavi di questo luogo in un pozzo ben più profondo, anche se non avrei mai immaginato che il subconscio fosse così freddo.


    Guardò la volpe negli occhi, cercando di distinguere in quei fari luminosi le pupille a fessura verticale che li contraddistinguevano e gli davano quell’aria così selvaggia.

    Siamo al MIO interno, vero?
    O una proiezione dello stesso, quelle sbarre sono diverse, e questa tua scomposta impazienza già fanno fiutare qualcosa di strano, ma il sigillo, beh, è decisamente difficile da ignorare.
    Anche per te, vero? Dopotutto come si può ignorare quella catena che ti lega a ME?


    Cosa altro poteva essere dopotutto? La prima volta che aveva visto la bestia non erano presenti catene, non di quel tipo così spinoso e quasi lucente. Anche le sbarre del cancello erano diverse, agli effetti, se osservati i piccoli dettagli quella era un’altra stanza, ed ora che era presente il sigillo era presente anche quella, tutto tornava con la teoria che il vecchio avesse voluto nascondere quella che poteva divenire una tragedia con una semplice modifica dei ricordi, magari facendo uscire il Colosso dall’edificio per l’ultima volta ed a mani vuote, oppure sperando che seguisse il suo primo consiglio, più pensava al piano del vecchio più trovava geniale l'idea di averlo rinchiuso in quei falsi ricordi, probabilmente se avesse conosciuto meglio il carattere a dir poco tenace del Colosso non avrebbe compiuto quell'errore. Eppure, calibrando meglio quel briciolo di coscienza impressa sul sigillo, che in quegli attimi gli gridava di non dare ascolto alla voce della volpe, avrebbe potuto arroccarsi la vittoria, ma dopotutto in punto di morte e con Raizen fuori controllo era già stato magistrale nell'imprimere il sigillo con quel piccolo loop. Inoltre proprio così aveva fatto in modo che il Colosso non liberasse la volpe. Meritava senza dubbio una lode per la saggezza

    Volevi essere del tutto libera, è comprensibile, ma un patto e un patto, e lo rispetterò, ed oggi hai già avuto una vita, non essere ingorda.
    Hai divorato un eroe, spero ti abbia saziato a sufficienza.


    Detto poi da colui che sedeva sui resti dell’uomo era uno spettacolo abbastanza surreale.

    Per cui, o trovi un modo migliore per convincermi oppure questa farsa può anche interrompersi, ho un vecchio a cui dare la sepoltura che si merita.

    Disse mentre dava una pacca sul fianco del suo “sgabello”.
    Non voleva inimicarsi troppo la volpe, dopotutto se tutto filava liscio sarebbero dovuti stare assieme per parecchio tempo, per cui volle limitare il suo lato più caratteristico: l'antipatia, che nel suo caso non era un mero aggettivo, ma proprio un tratto distintivo.
     
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    [Il mare dell'Ira]

    Ci fu un lungo silenzio dopo la sconcertante rivelazione di Raizen. E durante quel silenzio la potente volpe non sembrò muoversi nè respirare oltre quelle sbarre che bloccavano i suoi movimenti. Quindi sollevò molto lentamente la zampa, fino a poggiarla con un sordo clangore sul metallo davanti a sè. Gli occhi fiammeggianti erano fissi sul ninja di Konoha, osservando ogni suo movimento mentre usava il cadavere a mò di sedia, puntellandosi sulla sua spada. Solo quando lui finì di parlare decise di rispondere


    Non essere ridicolo! Come potremmo essere nella tua mente? Tu non potresti certo contenermi.

    Spezza la catena, o il nostro patto è nullo, piccolo umano!

    E' nervosa. Attento, può comunque essere pericolosa!

    Non pensare di essere al sicuro!







    Se Raizen non avesse cambiato atteggiamento la creatura avrebbe poggiato pesantemente la zampa a terra, ringhiando appena mentre si ritraeva dalle sbarre, girando su sè stessa ed accucciandosi come per dormire. Dispose le nove lunghe code accanto al suo corpo, ritraendo al contempo quell'oppressiva aura di potere che riempiva l'intero ambiente...anche quando parlò la sua voce sembrava molto meno pesante e certo non vibrava di quella forza immensa che fino ad un attimo prima trasmetteva. Di contro, anche la voce appena sussurrata che accompagnava ogni sua parola sembrò placarsi del tutto. Molto bene, evidentemente mi sono sbagliato. Non sei tu la persona giusta con cui condividere il mio potere. Chiuse gli occhi. La porta è dietro di te. Ma se davvero pensi che questo posto sia immaginario allora prego, risvegliati pure, io non saprei come impedirtelo. Il tono della volpe era un misto di noia e disinteresse, completamente diverso da quello tenuto fino a pochi istanti prima.

    Ora devo solo ricominciare tutto da capo per trovare qualcuno degno di me. Sussurrò, mentre pian piano si addormentava sollevando ritmicamente la cassa toracica con il respiro. Una delle code si avvolse intorno alla catena che la imprigionava, rilassandosi completamente. In quello stato, la potentissima volpe non sembrava affatto diversa da un grosso gatto addormentato.

    E tuttavia, non appena Raizen avesse allentato la sua attenzione per cercare un'uscita da quella stanza (immaginaria o reale che fosse) un rugito improvviso lo avrebbe travolto con la forza di un'onda d'urto, mentre la volpe si scaraventava contro le sbarre cercando disperatamente di forzarle, stritolando al contempo la catena che la teneva imprigionata. Ogni impatto faceva tremare terribilmente quela sua gabbia, arrivando quasi al limite della sopportazione, come se stesse per forzarla...come se tutto stesse per cedere! Ed al contempo il suo chakra avvampava invadendo la stanza e saturandola di una luce rossa e crudele!

    AAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!

    AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!



    Appena una frazione del chakra della volpe poteva filtrare da quelle sbarre, e nonostante questo la quantià era incredibile, tanto intensa e brutale da essere come un fiume in piena, una marea innarestabile che travolse il corpo del ninja di Konoha senza che questi potesse far nulla! Era una sensazione simile a quel liquido che aveva bloccato la sua caduta, ma stavolta non si trattava di un comodo cuscino quanto piuttosto di un gorgo brutale e violento che voleva solo ridurre a brandelli il suo corpo!

    Ma il danno atroce che quel vortice cercava di trasmettere non si limitava solo ad un attacco superficiale capace di strappare le carni e la pelle riducendo le ossa in poltiglia, ma piuttosto era contemporaneamente un attacco profondo nell'io del colosso di Konoha. Era come una lancia incandescente che andava a scavare ogni più piccolo dettaglio cercando quelle parti che facevano più male ed amplificando il dolore e l'odio che da esse derivava. Ogni emozione sarebbe stata amplificata fin quasi a scoppiare: questo era il vero danno inferto dal chakra della volpe che cercava di sottomettere il suo portatore!


    PAGHERAI PER LE TUE AZIONI, UMANO!
    RIDURRO' IL TUO SPIRITO IN FRAMMENTI TANTO PICCOLI DA NON POTERLI MAI RICOMPORRE!

    Non...farti...sopraffare...tu...




    CrimsonTsunami_thumb%5B2%5D





    CITAZIONE
    Ultima prova per il livello I. Sopravvivi all'ondata di chakra e violenza con cui la volpe, per quanto prigioniera, cerca di sopraffarti, forzando il sigillo dall'interno.
    Non solo devi tollerare il danno, ma anche evitare di cadere davanti agli effetti mentali ed emotivi che amplificano ogni tua emozione negativa appoggiandosi ai ricordi ed al tuo carattere!
     
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    La chiave, La volontà







    Quando la volpe inveì contro di lui il Colosso comprese d’aver fatto centro, sorrise, anche se mascherandosi il volto. La Belva pareva essere più o meno tranquilla e non voleva alterare quell’equilibrio creato con così tanta fatica, anche se probabilmente quell’amabile carattere era una forzatura che la Volpe imponeva a se stessa per cercare di ingannare il Konohaniano.

    Vorresti annullare il patto?
    Perché mai? Tu sei al tuo posto, io al mio, ti porterò fuori di qui e il patto sarà rispettato, come promesso.


    Si alzò dal suo improvvisato sgabello mentre la pressione esercitata dalla volpe iniziava a dissiparsi, allontanandosi come un banco di nebbia, come se svuotasse l’aria da un qualcosa di pesante che permise al Colosso di inspirare a fondo e tenersi ritto sulla schiena. Senza accorgersene stava per chinare il capo alla Bestia. Si levò, alleggerito dalle parole della volpe, che recepì come un totale armistizio, o semplice infantilismo, ma comunque un qualcosa che non gli permetteva di vedere la realtà: ora era sigillata, e non poteva farci nulla. Anche la Bestia parve muoversi dietro le sbarre, con qualche ringhio sommesso tornò al suo posto, accucciandosi, quasi perdendo la sua aria minacciosa mentre si raggomitolava serena borbottando sull’inadattabilità del Colosso ad adempiere al suo ruolo di jinchuriki.

    Bene, alla pross...

    Da quel momento un incessante quanto forte fischio annebbiò del tutto l’udito di Raizen, intendo ad opporsi ad una corrente sempre più forte che lentamente lo spostava di peso, costringendolo a poggiare una mano per terra per trovare un maggior equilibrio, a quanto pareva la volpe non aveva ceduto, e la sua nuova dimore non era congeniale alla sua idea di “libertà”.
    Poteva resistere a quella pressione, con qualche sforzo sarebbe riuscito a non farsi spazzare via da una purissima emissione di chakra, soltanto quello era, chakra denso in una quantità che definire disumana era poco. E proprio mentre si acquattava ulteriormente, concentrato a non perdere la sua vita sotto la forza di quella marea, qualcosa gli sussurrò nel profondo, e li, le suppliche stridenti del cancello che si fletteva a causa dello strapotere della volpe avevano quasi una voce melodica, in quel posto erano dolci e modellavano tutta la rabbia che il Colosso vi aveva saputo rinchiudere dentro, anche se da quando era venuto a contatto con quella forza della natura aveva iniziato ad agitarsi, ora la volpe la faceva svliuppare solamente in fretta.


    Cosa aspetti? Che si faccia notte?
    Cedi, stupido cazzone!


    Lo appellò dalle sue spalle una figura imponente quanto lui, che non pareva preoccuparsi di quella corrente malefica che cercava di sradicare il Colosso.

    Non sono decisamente incline a farmi lisciare il pelo da te in questo momento, gira a largo.

    Lo vide accovacciarsi con la coda dell’occhio accanto a lui, per poi mettergli una mano sulla spalla.

    Quanto ti stai affaticando?
    Noi alla fine cosa vogliamo? Potere, no?
    Allora perché resisti? Osserva l’onda!
    Lasciati trasportare


    Sgranò gli occhi, inebetito quanto incredulo da ciò che aveva dinnanzi agli occhi, una gigantesca onda rossa e luminosa correva verso di lui spumeggiando e suonando come il tuono che violento si scarica sulla terra dall’alto delle nuvole.
    Si perse.
    In quel violento turbinio solamente una cosa manteneva netti i suoi contorni, la sagoma che gli diceva di porre fine a tutto quello.
    Dai suoi ricordi emergevano lentamente tutti i cadaveri che credeva d’aver sepolto ormai da tempo, ogni singola delusione e tutta la rabbia che essa si trascinava dietro cercava di portarlo affondo in quella calda placenta di odio in cui solo il suo gemello generato dalla vendetta avrebbe visto la luce cibandosi della carcassa di Raizen.
    Resistere era impossibile, sarebbe morto consumato da quella semplice ondata di chakra, oppure sarebbe risorto come un gomitolo di odio pronto a spazzare via qualsiasi cosa, solo per un motivo: la solitudine.
    Non gli importava per cosa, non gli importava perché, ora lui era solo ed aveva a disposizione il potere di cui necessitava per cancellare dal mondo persino quella stupida studentella che con tanta arroganza credeva di poterlo scavalcare.
    Lei che con tanta leggerezza lo chiamava amico, o fratello, come se l’avesse conosciuto da sempre, pur non sapendo nemmeno perché portava quel cognome, che pretendeva di essere una speranza senza preoccuparsi di fare qualcosa oltre che spendere parole che inevitabilmente il vento spazzava via.
    Lei e quell’ammasso di mattoni che chiamava villaggio avrebbero fatto la stessa fine, qualsiasi essere non l’avesse ringraziato per i suoi sforzi sarebbe stato cancellato, depennato come uno scarabocchio. Non sarebbe mai più stato al secondo posto, per nessuno.
    Avrebbe potuto schiacciare come mosche tutte quelle testoline arroganti che gli cozzavano addosso mentre si muoveva.


    Figlio di puttana! Non ti ho detto arrenditi!
    Ho detto di cedere! Piegati al vento, ma non diventare un rantolo in mezzo al suo soffio.
    Sarebbe patetico.


    Un uomo malvagio possiede un lato malvagio?

    Stai li a frignare come una fighetta.

    Un uomo malvagio forse possiede solo un bambino al suo interno, desideroso di rompere tutti i giocattoli quando questi smettono di divertirlo, dopotutto non è possibile che un diavolo abbia sulla spalla un altro diavolo, quando si chiede TUTTO non si può chiedere ancora. Ma se una volta messi davanti ad uno scaffale si prende il proprio oggetto dei desideri e lo si rompe prima di andare alla cassa non è un po’ stupido?

    Stai affondando per dare retta a dei capricci.
    Lo vedi?
    Affondi!
    Una volta toccato il fondo sarai la volpe, non più Raizen Ikigami, soltanto una bestia con la bava alla bocca che ha ceduto ad una mente più forte della sua, facendosi rubare ogni singolo sogno.
    Ahahah, bella fine di merda.
    Si, bella fine di merda, in effetti non capisco perché io debba stare qui ad osservarla con te.
    Io SO cosa voglio.


    Oppure un uomo malvagio possiede solamente fame. Una fame così grande da divorare il mondo, una brama così sconfinata da poter gettare un manto nero e spesso sul sole, oscurandolo per puro capriccio.
    Un uomo malvagio si sentiva tale? Oppure come tutti seguiva solamente la strada che il suo istinto e le sue scelte più intuitive gli mettevano sotto i piedi? Forse gli uomini malvagi non esistono, forse esistono solo strade diverse per uno stesso obiettivo: carota o bastone.
    La volpe sbagliava in un punto fondamentale: non poteva scavare nell’inconscio del Colosso, la sua mente era come uno stagno, e tutto vi galleggiava, che fosse un relitto o qualcosa di vivo non importava, il massimo che poteva fare era incresparne la superficie ma nulla di ciò che già era li presente sarebbe emerso a stupire il signore di quello stagno.
    Rimuoverne il tappo, come faceva, avrebbe solamente reso più vivide tutte le cose che stavano al suo interno, cosa ne sarebbe emerso dunque?


    Ti manca la volontà, dov’è la tua volontà?
    È qui.
    Qui dove?
    Qui davanti a me.
    Davanti a te non c’è nessuno!
    Sicuro?
    Hai capito che non ti dicevo di arrenderti, ma di ritrovare la Tua via, di solito non ti capisci.
    Volontà?
    Malvagità direbbero gli altri...


    Volontà sarebbe emersa.
    Con essa era arrivato sino a li, e con essa ne sarebbe riuscito, se una chiave aveva sbloccato il sigillo, vuol dire che la conosceva, e la stessa chiave avrebbe riportato il sigillo alla sua originaria solidità, ma avrebbe dovuto farlo in fretta, già da tempo quel chakra così intenso aveva iniziato a ferirlo scorticandolo sino a mettere in mostra i suoi fasci muscolari.
    Avrebbe utilizzato il procedimento applicato alla serratura aperta al piano superiore per richiuderla.
    Le dita gli si illuminarono della stessa luce con cui i bottoni si animavano poco prima, una volta ultimato il processo le avrebbe saldamente poggiate sul sigillo dipinto dal vecchio per poi ruotare dalla parte opposta in cui aveva ruotato quando apriva la serratura, fu come spegnere un interruttore.
    Purtroppo nessun interruttore ti lascia riverso con la faccia in un pavimento annerito dalle fiamme ed il corpo parzialmente ustionato.
     
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    [Un Sogno rosso sangue. Un Risveglio rosso sangue]

    Travolto dall'onda incontrollabile, Raizen avrebbe infine aperto gli occhi, anche se era stato convinto di averli già aperti fino a quel momento. Occhi aperti e nessuna onda, anche se si sentiva le mani bagnate ed a ben guardare erano rosse e vischiose. Sangue. Ma di chi poteva essere? Poco distante un corpo riverso nella penombra, vicino alle alte sbarre che aveva osservato pochi giorni prima, anche se non c'era nessuna volpe dietro ad esse.

    La vope era altrove, anche se nella stessa stanza. Dentro di lui, incatenata in una grotta, urlante, mentre cercava disperatamente di distruggere le sbarre che la contenevano.

    Ma era lui ad essere fuori, libero.

    O forse la volpe era riuscita a vincere quel duello?

    Chi era quel LUI che aveva aperto gli occhi?

    Santo cielo ragazzo, ma che hai fatto? Una voce alle sue spalle: quella di Omoi. ma a che cosa si stava riferendo?


    CITAZIONE
    Considero Concluso il Livello I con assegnazione della TS

    Attendo la convalida degli stemmi (se positiva) per proseguire per l'addestramento del livello II in questo stesso topic
     
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    Inizia il livello II del Chakra del Demone

    [Il Cerchio della Furia]

    C'era sangue intorno a Raizen. Il SUO sangue a giudicare dalle maniche stracciate della sua maglia e dagli schizzi, anche se non c'era alcun segno di tagli sulle mani o sugli avambracci. Cosa è successo? All'improvviso hai iniziato a correre e mi hai distanziato in pochissimo tempo, sono riuscito a raggiungerti solo adesso e ti trovo così...sembra quasi che tu ti sia graffiato a sangue da solo... Omoi aveva un tono sospettoso e manteneva le distanze, muovendosi in cerchio attorno a Raizen, cercando di avvicinarsi al corpo in penombra. Se questa è la stanza dove era conservata la volpe...allora che fine ha fatto? Qui non c'è nessuno e non mi pare proprio che quella creatura ami nascondersi.

    Raggiunse infine il cadavere, perchè di questo si trattava, solo per constatare con disappunto che era impossibile identificarlo. Irriconoscibile. E' come se lo avessero bruciato e poi mummificato. Borbottò, con una nota di preoccupazione ancora più evidente nella voce, riportando subito lo sguardo sul Foglioso, per poi mordersi il dito ed appoggiare il sangue così ottenuto al suolo, evocando un grosso scarabeo con un pennello tra le fauci [1 SD] Completa il circolo. Gli mormorò, e subito la creatura iniziò a zampettare rapidamente sul suolo [Gialla] cercando di compiere una circonferenza completa attorno a Raizen. Omoi nel mentre prese a disegnare alcuni strani simboli nel punto in cui partiva il cerchio. Resta là immobile ragazzo, devo verificare una cosa. Gli ingiunse con voce ferma, senza mai togliergli gli occhi di dosso.

    Nel mentre spiegami cosa è accaduto. Voce lenta, quasi conciliante nei toni, come se non volesse irritare il suo interlocutore. Solo quando il circolo fosse stato completato Omoi avrebbe tracciato il segno di chiusura, mentre lo scarabeo gli saliva sulla spalla...e in quello stesso istante il fuuinjutsu tracciato al suolo si sarebbe acceso di una luce rossa e cupa, stimolando ed incrementando l'aggressività di chi si trovava all'interno, rendendolo estremamente suscettibile ad ogni provocazione. Questo è il Cerchio della Furia, che combina un genjutsu di Oto con un fuuijutsu di mia invenzione. Lo uso per insegnare a mantenere la calma sotto pressione ai miei allievi, ma penso che possa reggere anche a questo.

    Se la volpe è dentro di te senza che ci sia alcun sigillo di contenimento, allora sei troppo pericoloso per lasciarti andare in giro. Ed in effetti di quel sigillo che era apparso in quello strano mondo onirico non restava alcuna traccia sul ventre di Raizen!

    CITAZIONE
    Giocata introduttiva del livello II. A te decidere cosa raccontare a Omoi o meno, o come reagire al suo comportamento ed al suo Jutsu.
     
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    Dopo le parole di Omoi solamente il fiato pesante di Raizen riempiva la gigantesca stanza, un ritmo veloce, affannato dalla fatica appena ultimata.
    Quale fatica?


    Ho fatto cosa?

    Si guardò le mani istintivamente meravigliandosi di trovarle così lorde del Suo stesso sangue, ma la meraviglia lasciò lesta lo spazio al raziocinio, e il tatto del Colosso gli rivelò che, al contrario di ciò che diceva Omoi, non si era graffiato ne ferito, quindi quello li intorno non era il suo sangue ammenoché questo non fosse uscito dai pori della sua pelle.
    Ancora accasciato rivolse lo sguardo verso il sigillatore, due occhi nuovi, rossi di fuoco e con una pupilla stretta come la porta d’uscita dell’inferno.


    No no no, senti qui…
    Che cazzo stai facendo?


    Lo appellò mentre l’otese prendeva a girargli attorno.

    Mi stai trattando come una cazzo di belva selvatica?

    Chiese pur senza muoversi e finendo di ascoltare cosa aveva da dire, per poi prendere parola e rispondere a tutte le lecite domande che gli venivano poste.

    La volpe dovrebbe essere sigillata, per cui, se temi possa fuggire prepara qualcosa per contenerla, non stuzzicarla prima, ora cerco di spiegarti cosa è successo.
    Quell’avanzo di essere senziente che sta li infondo credo sia il vecchio che la prima volta mi scorto sino a qua giù, non so di preciso cosa gli sia successo, ma è probabile che la volpe dopo essersi impossessata della mia coscenze mi abbia spinto ad attaccarlo e ucciderlo. Il sangue che ho addosso è il suo e penso di averlo qui attorno perché il sigillo che mi ha imposto richiedeva proprio questa tipologia di inchiostro più tutto il resto del suo chakra.
    Essendo privo di qualsiasi tipo di fluido vitale credo si sia trasformato in quella mummia, probabilmente un simile sigillo ha richiesto la sua vita.


    Si interruppe, cercando di riordinare i pensieri, seppur vi riusciva a fatica.

    Ti prego spegni questo sigillo, confinami, ma non cercare di punzecchiarmi, sono debole, e sto cercando di resistere.

    [3]Cercò di ritrovare la serenità per continuare a parlare, sperando che Omoi comprendesse, era un sottoposto di Diogene, non poteva essere così sprovveduto e avventato da non considerare anche la possibilità che il Colosso dicesse il vero e che quel sigillo non riuscisse a contenerlo una volta scatenato.

    Da quando ti ho abbandonato è probabile che la volpe, con ancora il sigillo allentato e parzialmente inutilizzato, abbia cercato di forzare la serratura, facendomi sprofondare sia nelle gallerie che nel mio inconscio, dove risiede la serratura.
    Li con l’inganno ha cercato la libertà, ma sono riuscita a smascherarla e a tornare cosciente, se non ci fossi riuscito probabilmente ora staresti combattendo contro di lei.
    Il vecchio credo che avesse preparato un legame col mio chakra la prima volta che ero sceso qui, probabilmente conscio del fatto che la mia volontà non avrebbe ceduto alle sue richieste di resa, ha preparato la cella insomma, e la seconda volta l’ha chiusa. Penso che abbia lasciato una parte di se a guidarmi, ma non ne sono certo, i ricordi sono...


    Si interruppe mentre la voce sfumava, strozzata tra i denti serrati.

    ...TI HO DETTO DI DISATTIVARLO! SPEGNILO! SPEGNILO! SPEGNILO!

    [2]Continuava a gridare, ormai furente, mentre dall’interno la bestia bussava, poteva sentirla come un maglio, scontrarsi a testa bassa contro la sua prigione agitata da quel fuuinjutsu ben più di quanto questo non agitasse il Colosso. Il sigillo intanto si palesava, cremisi abbagliante, dello stesso colore del sangue, e con lo stesso bagliore della vita. Solo Omoi avrebbe potuto notare che il sigillo era incompleto e che agli effetti il Colosso teneva la bestia a bada esclusivamente con la sua ferrea volontà di tenerla incatenata al suo interno, quello alla fine era il prodotto di un vecchio che aveva speso i suoi ultimi istanti, appannati dalla falce della morte sula gola, per crearlo, non poteva non avere delle mancanze.

    Omoi, chiudilo, sei qui per questo! Che diavolo stai aspettando!

    Non poteva che continuare a chiedere, lui non aveva abbastanza competenze per completare quel sigillo, ne per riscriverlo e tantomeno per rafforzarlo, ma gli era stato consegnato uno specialista, e non gli restava che aver fiducia in lui sin quando non si fosse almeno deciso a disattivare quello stupido circolo che non gli permetteva di controllare minimamente ne la volpe, ne quella parte di se stesso impegnato a reprimerla e respingerla. Non poteva far altro che fidarsi, l'unico in grado di portare a termine il sigillo era Omoi, mentirgli sarebbe stato inutile, e i particolari omessi, come il patto con la volpe, semplicemente non gli interessavano e non sarebbero stati d'aiuto

    Ho detto… CHIUDILA!

    [1...]L’ultima parola era probabilmente l’ultimo avviso utile, visto che si portò dietro un ondata di chakra abbastanza imponente da scuotere il pavimento e creparlo nel punto in cui il Colosso poggiava, facendolo affondare di qualche centimetro.
     
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    [Il Cerchio della Furia II]

    Non so di che sigillo parli, ragazzo. Disse il massiccio otese mentre stava ancora dinoccolato con la mano a terra, sostenendo il suo Fuuinjutsu. Sangue, sigilli...non c'è niente del genere sul tuo corpo, ma almeno mi hai confermato che la Volpe è ancora dentro questa stanza...solo che si è scelta un contenitore un pò più piccolo. Un vero peccato, ma confinarti è esattamente quello che sto facendo. Spiegò pazientemente. Non è possibile uscire dal Cerchio della Furia a meno di aver completamente calmato la propria mente. E senza un sigillo di contenzione il Bijuu è incontrollabile. Dubito proprio che potrai uscire mai da qui.

    Quello che è certo è che io non metterò piede là dentro per completare la procedura. Conosco il Tekko Fuuin (Sigillo dell'armatura di ferro), che può essere usato per creare i Jinchuuriki ma ora sei troppo instabile, non posso permettermi di applicartelo. Perlomeno là dentro non puoi fare danni, se anche la volpe si liberasse completamente non potrebbe farci nulla.
    Si alzò lentamente, incrociando le braccia sul petto. Non rimane che aspettare, forse se ti addormentassi avrei una possibilità, mentre ti sconsiglio di perdere i sensi. Mai perdere conoscenza mentre un demone prova a controllare i tuoi movimenti. Poi ebbe come un ripensamento. Anche il sonno è rischioso, ma meglio di niente.

    CITAZIONE
    Conosci un modo per renderti inoffensivo usando la TS?

    Cercare di uscire dal Cerchio della Furia causa una ferita MedioLeggera e spinge verso il centro del cerchio stesso con una Forza Nera più le tacche di vantaggio da te utilizzate nel tentativo di uscita.
     
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    Lo strappo







    [0]Omoi parlava, ma ormai iniziava ad essere veramente lontano, decisamente troppo per quella rabbia che montava da dentro al konohaniano. Così insensata ma densa e rovente come la lava e lo abbracciava, calda e quasi affettuosa nella sua morbida accuratezza, non era una rabbia incontrollata.

    Possiamo liberarci rapidamente da questa gabbia, il patto prevedeva che io ti dessi il potere, usalo…

    Scatenati…allenta il sigillo…



    […]

    Intanto Omoi buttò le sue ultime parole al vento, era probabile che Raizen non sentisse più e che solamente il suo ultimo pensiero conscio stesse muovendo il suo corpo alla ricerca di una faglia all’interno di quel sigillo, ma un simile gomitolo di furia e istinto come poteva cercarlo?
    Con la violenza.
    Si schiantò contro quella parete luminosa ad una velocità parecchio superiore a quella osservata da Omoi in precedenza, producendo un onda d’urto luminosa che rilevò la presenza di una barriera. Era confinato li per ora, e dalla forza con cui era stato sbattuto a terra non era il caso di continuare a insistere , non in quelle condizioni almeno.
    C’era bisogno di un impatto maggiore.

    […]


    Sei sempre così recidivo “Colosso” eppure la tua ira è così grande, così sconfinata che mi basta solamente tendere la mano per solleticarla…

    Ti ho in pugno… sei solo un fuscello in mezzo alla tempesta…





    Li dentro però il Raizen era lucido, distaccato dalla realtà, tuttavia assillato dai pensieri che quel sigillo gli aveva scatenato dentro, stupefacente come un sigillo potesse impadronirsi così semplicemente della sua mente.

    Guarda con i tuoi occhi, mi stai chiedendo sempre di più, tu VUOI di più.

    Tu vuoi essere controllato dal POTERE.





    Forse la volpe aveva incrinato troppo presto la crisalide di quel bozzolo d’odio, troppo presto perché il suo interno fosse maturo.

    […]

    Presto i capelli del Colosso si arrossarono, dividendosi in nove ciocche ben distinte, mentre rabbia e chakra permeavano dalla sua pelle, formando uno strato simile al pelo, ma duro e ispido, denso chakra rosso, era il manto della volpe, ed era un potere decisamente incontrollabile in quello stato.


    RRRAAAAAAAARGH!!!

    RRRAAAAAAAARGH!!!



    Si avventò nuovamente sulla gabbia, più protetto, più veloce, più rapido, questa volta lo schianto produsse un suono ben diverso e l’onda d’urto oltre che illuminare il muro invisibile lo deformò, come se fosse una bolla di sapone, ma ne conseguì solamente una repulsione ancora più forte che lo scaraventò all’estremità opposta della circonferenza. L’aveva deformata giusto? La sua spalla era andata oltre il muro no?
    La soluzione era la potenza degli attacchi, ce ne sarebbe voluto uno abbastanza forte però.
    Doveva racimolare le forze e tentare un ultimo attacco.

    […]

    Qualcosa agitò il corpo del Colosso, quasi esanime all’interno di quel luogo che aveva imparato a riconoscere, scatenarsi equivaleva a quello quindi? Ridursi ad un bozzolo indifeso, quasi tremante di paura mentre una volontà troppo grande lo teneva schiacciato al suolo.


    Sai, tu…

    Disse mentre un braccio strisciava fuori da quella placenta sicura e piacevole, che soddisfaceva i suoi istinti più nascosti, che lo insonorizzava persino dal suo mondo interiore, cercando di aggrapparsi a quella realtà immaginaria.

    … tu fai l’errore di parlare troppo.

    Avrebbe riso se la situazione l’avesse permesso.

    Ed è pauroso quanto mi assomigli in questo.

    Ora però poteva accorgersi di quel che succedeva, quel luogo era permeato da una presenza abnorme, che la sua coscienza, ora che l’aveva assimilata, non riusciva veramente a comprendere. Per quanto pensasse, per quanto riflettesse, non riusciva a vedere una fine, era come cercare di mettere in ordine una gigantesca tovaglia, per quanto tirasse gli spigoli non arrivavano mai, era troppo grande da poter abbracciare. Però poteva almeno provare a guardarla da un altro punto di vista, magari alzandosi in piedi.

    […]

    Il gomitolo di chakra si era arrestato, quasi pensieroso, era difficile vedere in esso un essere umano, nonostante un Raizen dai lineamenti inferociti fosse distinguibile all’interno di quella sagoma.
    Era fermo, immobile con le mani lungo i fianchi, come se annusasse l’intorno, come se potesse pensare, come se la mente gli si rischiarisse.
    Flesse le gambe, come per sedersi.
    Inarcò la schiena per mantenere l’equilibrio necessario all’azione senza capitombolare.
    Abbassò l’addome, cauto nel suo gesto, senza movimenti repentini.
    E poi all’improvvisò parti! Fletteva le gambe per cercare lo slancio, inarcava la schiena per dare potenza al salto, abbassava l’addome per caricare a testa bassa, una carica del tutto priva di ragione, eppure l’istinto gli aveva suggerito di non impattare con la testa, punto delicato, ma con la spalla, per scaricare tutto il suo peso con violenza e sicurezza.
    Gli parve di sentire uno scricchiolio. Forse quella era la via giusta.
    Inoltre, quanto mai poteva reggere quell’animale accovacciato che “nutriva” il sigillo?
    Nel profondo pensò ad una risposta.

    Più a lungo.

    […]

    Da li in alto poteva vedere che la rabbia era come un gigantesco magnete che traeva senza sosta il chakra della volpe da dietro le sbarre, affamata, ingorda, mai sazia.
    Tuttavia da quegli spiragli non arrivava solo il chakra, anche la natura più intima e selvaggia della bestia codata permeava da essa, col suo desiderio di libertà, con la sua rabbia verso chi la imprigionava, trasferendola da una prigione all’altra come un oggetto troppo pericoloso ma al contempo prezioso, un oggetto che sarebbe sicuramente stato meglio tenere di conto per le evenienze più oscure.
    Dimenticando quasi che quello non era un oggetto, ma una creatura, dotata di intelletto e sentimento e di necessità di vivere una vita propria, il tutto sovrastato per il risentimento verso quella specie che era riuscito a piegarla, quelle insensate formichine che collaborando l’avevano stremata, abbattuta e smembrato la carcassa.
    Poteva essere triste in effetti.
    Ma soprattutto era pericoloso, per un'unica ragione, quei sentimenti si allineavano in maniera perfetta con quelli di Raizen che li assorbiva quasi inconsciamente, lasciandosi divorare dall’odio, come se trarre la catena del chakra della volpe si portasse dietro infinite altre catene, e così tutti i suoi pensieri, anche quelli più oscuri, gli raschiavano l’anima, facendogli urlare al mondo unicamente la sua rabbia.
    Ma la sua rabbia era sua, e di nessun’altri.
    Trovare gli angoli della tovaglia era impossibile, sarebbe stato più semplice strappare quel manto rosso che stava completamente avvolgendo quell’ambiente che ormai il Colosso aveva immaginato fosse la rappresentazione della sua psiche, quasi un conto alla rovescia.


    Sei prigioniera ormai, mia, prigioniera.
    È un termine orribile, lo so, ma se lo accetterai, forse, ti apparirà differente.


    Non c’era un modo per combattere la rabbia, combattere la Volpe, non esisteva, combattere comportava violenza, violenza comportava furia. Furia comportava perdita di controllo.
    Mentre l’immobilità cosa comportava? La fermezza e la totale inamovibilità cosa comportava?
    Uno strappo.
    In quel mare tempestoso non poteva che essere lo scoglio, lasciare che le ombre si infrangessero, tagliandosi nella sua dura superficie, l’unico modo per impedire al demone di far tirare quell’odiosa catena di odio era semplicemente mollare la presa.
    Stette in piedi, immobile, non curante di quel chakra denso di odio che scalava le pareti cercando di avvilupparlo, lo lasciò fare, non guardò neanche in basso, dove poggiavano i suoi piedi. Era sicuro che in quel punto quell’alone rosso fuoco non poteva più arrivare e che quello squarcio lentamente diventasse sempre più grande.


    Io ho accettato un patto che sapevo difficile da gestire.
    Tu, dovrai accettare, prima di ogni altra cosa un fatto: io sarò braccato, odiato e osservato perché sono la bestia che ho in me.
    O scappi insieme a me, o fai la polvere qui.


    NO!

    NO!



    Quell’ultimo ruggito fece avvampare il chakra dentro e fuori il cancello, ma ormai c’era uno strappo troppo grande di serenità a cui non poteva più appigliarsi, si diradò, come fumo nell’aria.
    Come il manto di chakra attorno a Raizen.


    Fai veloce Omoi, completa il sigillo, sono innocuo.

    Era crollato a terra, stremato, fumante. Persino il sangue che aveva nelle braccia era stato mondato dal manto di chakra, dopo quello sforzo volente o nolente, sarebbe stato impossibile che la volpe si riattivasse, anche lei, nella sua piccola rocca, avrebbe dovuto riorganizzarsi.
    Stranamente, dopo quello sfogo di inaudita violenza, stava bene.
     
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    [La seconda fase del Sigillo]

    Un'ulteriore conferma. Mormorò Omoi mentre il giovane Jinchuuriki anomalo andava a scagliarsi contro il sigillo solo per ritrovarsi sospinto indietro con tanta forza da bloccare per un istante anche le azioni del demone fuori controllo! Non so quando sia stato posto il sigillo di contenimento sul tuo corpo ma è sicuramente incompleto. Il ninja di Oto strinse i denti mentre Raizen si abbandonava al potere della volpe che come un velo drappeggiato intorno al corpo andava a stimolare ogni singola fibra muscolare, caricandola di un'energia senza limite! Se dovessi superare il sigillo potrei anche essere costretto a... Non concluse la frase, perchè l'impatto successivo riuscì nuovamente, anche se a fatica, a respingere la carica del mostro in forma umana.

    Omoi fece un cenno alla creatura che aveva evocato, che lentamente iniziò a muoversi intorno al suo corpo lasciando numerosi simboli e segni: probabilmente pensava che la barriera non reggesse ancora a lungo e stava preparando un qualche Fuuinjutsu di potenziamento per riuscire a combattere alla pari col Demone. E tuttavia non distolse mai gli occhi dall'ammasso di chakra che come un animale selvaggio stava studiando l'ambiente, sondando quella barriera che lo limitava prima di attaccare ancora. Sul viso dell'Otese si dipinse un velo di preoccupazione nel vedere una minima incrinatura nella sua tecnica: non era stata certo concepita per trattenere un Jinchuuriki.

    Ma l'animale, perchè in altro modo non era possibile chiamarlo, si fermò per qualche istante di troppo, come incerto...combattuto. Il sigillo parziale gli impediva di sprigionare tutta la sua potenza e quindi la gran parte del suo chakra andava esaurendosi con il tempo...pochi secondi ancora e quel manto si sarebbe disperso lasciandolo privo di forze. Certo...sempre che la mente di Raizen non fosse stata completamente schiacciata perchè in quel caso non sarebbe servito a nulla nemmeno provare a tracciare il Tekko Fuuin. Avanti...ancora un poco e tutto il suo chakra sarà inutilizzabile per qualche minuto. Pochi secondi ancora.

    Finalmente il manto si dissolse e a giudicare dalle parole dell'alto shinobi sembrava che la Volpe fosse sotto controllo...almento per qualche istante. Poteva essere una trappola, o almento questo è quanto l'istinto dell'Otese stava gridando da qualche parte dentro la sua testa, ma al contempo si trattava di un'occasione unica! Quando un Jinchuuriki disattiva il Manto in genere c'è un breve periodo in cui il suo chakra è completamente disorganizzato. Li aveva visti in azione molte volte nella sua carriera, aveva visto anche dei sigilli incompleti, pronti a liberare il Demone completamente come se il portatore fosse un semplice proiettile, ma per avere un vero ninja capace di sfruttare il potere della creatura a suo vantaggio serviva un sigillo di maggiore potere, capace di essere rilasciato a comando, ma solo parzialmente.

    Omoi spezzò il suo Cerchio della Furia, balzando addosso a Raizen nel tentativo di atterrarlo in una presa di lotta libera, quindi avrebbe conficcato uno spiedo nell'addome del ninja di Konoha. Il Tekko Fuuin si basa sul metallo, cerca di sopportare il dolore, devo sovrapporlo al sigillo attuale senza danneggiarlo quindi stai fermo! Il chakra crepitava intorno alle dita del ninja e si estendeva lungo l'arma fino al corpo del Jinchuuriki, trasformandosi in sottilissimi filamenti colorati ed incandescenti che, uno alla volta, andarono a disporsi per formare il Sigillo di Contenimento. Uno vero, che sovrapposto a quello tracciato col sangue (ora visibile) non avebbe permesso alla volpe di scatenarsi liberamente, se non in risposta a grandissimi stress emotivi o per l'effetto di qualche jutsu apposito.

    Lo spiedo era scomparso, smembrato dalla tecnica ed integratosi in quel simbolo sull'addome di Raizen che stava già diventando più tenue, fino a sparire. Tutto fatto. Lo liberò dalla stretta, rialzandosi ed arretrando di qualche passo. Come ti senti ora? La Volpe dovrebbe essere enormemente limitata adesso. Incrociò le braccia sul petto, osservando lo Shinobi. All'inizio anche il tuo chakra potrebbe essere un pò alterato quindi evita di fare sforzi eccessivi. Si guardò intorno, caricando il cadavere sulla spalla. E ora usciamo di qui...rimettiti in piedi, dobbiamo anche seppellire questo poveraccio...aveva deciso di portare un peso troppo grande per le sue spalle.

    Si incamminò verso l'uscita, fermandosi però dopo appena una manciata di metri. Che significa questo? Drake di Konoha stava sulla soglia di quell'enorme stanza sotterranea ed ansimava pesantemente, con una freccia conficcata nel fianco sinistro. Hoshikuzu...anf...è di fuori...anf...gli ho detto di andare avanti...anf... Intrecciò le mani in una manciata di sigilli, scatenando poi un'enorme palla di fuoco che costrinse Omoi a scattare lontano. PERCHE' CI IMPEDISCI DI USCIRE??

    drakewi



    Drake, sempre che fosse lui, si limitò a sogghignare in un modo che poco aveva a che vedere con le sue normali espressioni. Questo idiota...anf...ha già avvisato Konoha della Volpe prima...anf...che potessi riprendere il controllo...anf... portò alla bocca un tonico e nel giro di pochi secondi sembrò parecchio più in forze. Stanno per arrivare, quindi ho poco tempo per portare via la Volpe...non temere, c'è una Maschera già pronta ad accoglierti, Raizen-kun. Quanto a te. E si rivolse verso Omoi. Mi spiace, ma ti soffierò la preda: non permetterò che la Volpe finisca ad Oto, al guinzaglio di quel dannato Mikawa! Questa non è mai stata la mia inten... TACI! Non è importante perchè saremo noi ad avere pieno controllo di tutti i Jinchuuriki! Ne abbiamo già uno, quindi non ci vorrà poi tanto! Ma di cosa stava parlando? Tutti gli occhi dei presenti erano puntati su Raizen...era una preda o qualcosa da difendere?


    CITAZIONE
    Questo post fa un pò da intermezzo, non c'è una prova precisa salvo esprimere il cambiamento dei rapporti tra Jinchuurii e Bijuu ora che c'è un sigillo completo ed efficiente.
     
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    Armi preziose







    Si, era KO al momento, o quantomeno lo era in parte e non occorreva Omoi per dirglielo.

    Sai, non l’avrei mai detto.
    Proprio mai.


    Disse mentre i suoi tentativi di alzarsi si limitavano a delle scomposte flessioni, anche abbastanza buffe, con tutta la fatica accumulata non sembrava altro che un patetico ubriaco che cerca in vano di seguire una linea retta.

    Omoi! Che cazzo fai?!?
    Sei troppo vicino! Troppo!


    Disse quando l’uomo gli si piazzò sopra immobilizzandogli le braccia e mettendolo in una posizione tale da far risultare inoffensive le gambe.

    Otese, stai mettendo alla prova un lato di me che ti assicuro non vuoi stuzzicare!
    Levati di torno in tre secon…!


    Avrebbe spezzato la frase per via dello spiedo che Omoi gli aveva conficcato nel ventre per realizzare il sigillo, l’aveva chiamato Tekko fuuin, il sigillo di ferro.

    MA SECONDO TE CHE CAZZO MI FREGA DEL SIGILLO ?!?
    MI HAI INFILZATO CON UN FOTTUTO SPIEDO!!!


    Disse mentre si divincolava con scarsi risultati a causa dell’enorme fatica che gli gravava sulle spalle, arrendendosi poco dopo per stringere i denti dal dolore causato dal sigillo che andava formandosi, in una maniera che definire affascinante era riduttivo. Lo spiedo prese ad arroventarsi partendo dalla punta ed al contempo sfaldarsi dividendosi in vari filamenti di polvere incandescente, dando vita a quelli che sembravano quasi dei capelli luminosi che poggiandosi sulla pelle scrivevano quasi marchiandolo a fuoco, l’intero sigillo. Esaurito lo spiedo e le scritture, del sigillo rimase solamente un grosso kanji “tekko”.

    Ferro. Mi sembra un po’ grezzotto, ma dopotutto e otese e penso reggerà.

    La sensazione per il Colosso in un primo momento fu spiacevole, sentì il tantien stretto in una morsa non stretta quanto dura, come se lo bloccasse, immobilizzandolo in quella situazione di calma, come se si fosse settato su quella portata di chakra e fosse li per mantenerla invariata.



    Il suono della serratura del cancello questa volta era ben diverso, il sigillo completo fece produrre al cancello un suono profondo e pieno, inespugnabile se così poteva definirsi un suono.

    È finito, no?

    Chiese aspettandosi una risposta dalla volpe.

    Tu sei da una parte delle sbarre, io dall’altra.
    Siamo pari.


    Giunse solo un profondo gorgoglio dall’altra parte del cancello, ma oltre quello neanche un movimento, persino il chakra che sino a pochi minuti prima invadeva tutto quel posto ora aleggiava tranquillo attorno al demone, disteso dietro il gigantesco cancello.

    Il patto è rispettato, no?

    Si mosse qualche coda per rispondere alla domanda, coda seguita, poco dopo, dall’intero corpo. Era strano stare a pochi passi da una creatura così imponente, sentirla muoversi dietro le sbarre, percepire quell’enorme massa muoversi e avvicinarsi per via del riscontro dell’aria che il suo corpo muoveva.

    Sai.

    Interloquì, con un tono che, per quanto “demoniaco”, era ingentilito, forse dall’aver accettato quella realtà.

    I jinchuriki più abili, diciamo più legati al loro demone, sono in grado di comunicare e scambiare il chakra con esso semplicemente col tocco, anche se il primo passo è un semplice saluto, quasi una stretta di mano.

    Mentre parlava dall’ombra allungò un braccio, gigantesco e di quel rosso così vivo e particolare che quasi brillava.

    Si usa congiungere i pugni. Tra jinchuriki e demone è solo questione di forza, il rapporto è basato su di essa e su di essa è basata la fiducia reciproca.

    Il Colosso fu quasi esterrefatto, non riusciva a penetrare l’oscurità con lo sguardo, non riusciva ad arrivare a scorgere l’espressione del volto ferino, poteva solamente individuarne i grandi occhi luminosi come due grandi sfere di metallo incandescente.
    SBRAM!
    Fu proprio quando, dopo aver osservato il braccio teso della volpe così tranquillamente, stava per muovere un passo avanti che la mano si schiuse mostrando gli enormi artigli, grandi a sufficienza da tagliarlo in due semplicemente infilzandolo, che la mano gli venne incontro, assieme al corpo che impattò violentemente col gigantesco cancello, rapace, affamata, bramosa delle sue carni.

    CEDERAI PRIMA O POI! ABBASSERAI LA GUARDIA, PRIMA O POI!
    E io aspetterò! Starò qui, accovacciato, aspettando che tu mi dia le spalle solamente un istante!
    Non dimenticartelo! Ikigami!
    NON sei il padrone di niente, questo cancello non separa nulla, divide solo due realtà!


    Tuttavia, nonostante lo sfogo il cancello, pur scuotendosi di dosso un po’ di polvere, non mostrò alcun segno di cedimento, non si mosse minimamente, rimase impassibile e inviolabile.
    Se prima di quello scatto il Colosso avesse potuto vedere all’interno probabilmente non si sarebbe fidato del ghigno che segnava il viso della volpe.


    Il tempo ti calmerà.
    E io mi faccio fregare soltanto una volta.


    Tuttavia, mentre la volpe riaffondava nelle tenebre il Colosso scorse di fianco ad essa una sagoma che in quel momento non gli sembrò niente di più che una forma umanoide, chissà quanto erano vere le parole del demone e cosa in realtà rappresentasse quel cancello. Era molto probabile che, come diceva il demone, fosse soltanto una linea che separava due realtà coesistenti entrambe poste su una bilancia, comandava il piatto più pesante, ed al momento era palese quale dei due lo fosse.
    Eppure, nonostante il Colosso sapesse che del demone non ci poteva fidare non riusciva a vederlo come una totale minaccia, non ora che a separarli c’era quel cancello, visto che il problema era eliminato Raizen non poteva che trarne vantaggio, ossia la potenza domata di un demone. Ma non solo quello lo rasserenava, non poteva certamente vantare una vita lunga come quella del Kyuubi, eppure sentiva che qualcosa li rendeva simili, non certo l’intelletto, il carattere o altre cose simili, scontate. Era come se vibrassero alla stessa frequenza, in fondo, parecchio in fondo qualcosa li accomunava, cosa fosse e perché e quando il Konohaniano se ne sarebbe reso conto era ancora da scoprire, ma da qualche parte c’era.

    […]

    Trovate le forze per alzarsi il Colosso si sarebbe diretto verso l’ingresso della sala insieme ad Omoi, per poi venir ostacolato da Drake e restarne del tutto stupefatto.


    Ma che sei scemo rospo del cazzo? E poi guarda come sei conciato! Chi diavolo ti crederebbe al momento, che ti è successo? Ma soprattutto, che maschera intendi?
    E ringrazia lui se al momento il Kyuubi non ti sta trasformando in un delizioso piatto da gourmet con la puzza sotto il naso!


    Avrebbe quindi cercato di spostarlo con un braccio per fare spazio ad Omoi mentre qualcosa dentro di lui si agitava, divertita.

    Mhmhmhm!

    Una risata rocca e baritona agitò il suo chakra come la pelle di un tamburo, era una sensazione che il Colosso non provava da quando era riuscito a far curare la sua follia, una sensazione che lo lasciava confuso, agitato e di certo non proprio agio.

    Ti piace, eh?
    Ami definirti libero, vero?
    E ora cosa sei? Un tesoro? Un arma? Qualcosa da custodire o da mettere al guinzaglio.


    Domandò la volpe con una voce divertita e profondamente indagatoria, il demone sapeva la risposta, la sua intera vita poteva rispondere con maggior sincerità di quanto Raizen avrebbe mai fatto per convincere se stesso o il prossimo.

    Fatti da parte stronzo.
    E credi a me, se le tue labbra gracchiano di nuovo la parola demone davanti a me sarà l’ultima cosa che riuscirai a gracchiare.


    Ohhhhh, è difficile?
    Non sei neanche nato che già hai un collarino sul collo TUTTO PER TE!
    Puoi personalizzarlo almeno?


    La voce della volpe si spense in una risata mentre riaffondava nelle tenebre della mente di Raizen, libera di scorrazzare li dentro. Non serviva elucubrare sulle parole del demone, quella volta non c’erano mezze verità da ribaltare o rigirare, grazie al potere acquisito Raizen non poteva che essere ciò che era stato appena definito: un arma, o un contenitore perfetto per essa, ma di sicuro qualcosa da celare con gelosia. Si rendeva conto che agli effetti il patto che aveva fatto con la volpe forse era un po’ a senso unico dal momento in cui gli aveva messo davanti quel cancello, ma dopotutto era stato necessario.

    Non è difficile, non lo è mai stato, se sei abbastanza veloce da pensare che il collare te lo puoi sempre sfilare dal collo.
    Mi rendo conto che chiudendoti li dentro ti ho fatto un torno, ma dopotutto, sei tu che sei venuto meno al patto. Ma ti sarai reso conto di una cosa, la tua libertà è la mia libertà.
    Io non sono mai stato prigioniero e nessuno sarà in grado di mettermi dietro a delle sbarre, questo col tuo aiuto ovviamente.
    Libero io, libero tu.


    Disse con un alzata di spalle.

    Questo cancello, questo sigillo, sono qui perché io voglio che ci siano.
    È ovvio che io, che al momento sono il tuo carceriere, non posso chiederti, dopo il catenaccio, di essere accondiscendete, ma pazienta e non sarà difficile come pensi.


    Non arrivò nessuna risposta, tutto taceva.
    E quel rospo fulminato ancora gli sbarrava la strada.


    Non hai tanto tempo, non sfidare la sorte rospo, hai già detto PARECCHIE parole di troppo.
    Rispondi alle domande e Levati di torno.


    Era un demone ora, per osmosi, ma lo era, e nessuno avrebbe avuto “il pieno controllo” su di lui e su tutti quelli come lui. Ne ora, ne MAI.
     
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    [Una trappola elaborata?]

    Uhmmmm...mmmhhhm...mmmhhhhmm.. Drake iniziò a mugugnare come in preda ad un piacere estatico mentre la sua mano destra affondava nella carne del braccio lasciando i segni profondi delle cinque unghie, sanguinanti e pulsanti. Mmmh....questa freccia doveva essere avvelenata, ecco perchè mi scombussola tutto...già... Niente, assolutamente NIENTE di quel modo di parlare somigliava anche solo lontanamente al comportamento abituale di Drake. Mmmmhhh..come sto bene però ad agire liberamente...niente a che vedere con quella volta del coma e del serpente!

    Cosa accade al tuo amico? Perchè questo comportamento? Omoi aveva visto molte cose strane nella sua carriera...aveva visto un intero villaggio di marionette talmente convincenti da passare per esseri umani e persino un uomo capace di condividere la sua mente con quella di "emissari del Cielo"...o almeno così li chiamava. Ma questo era completamente diverso: possibile che il ninja di Konoha fosse semplicemente impazzito? O magari era il veleno della freccia a provocargli allucinazioni? Ma non erano troppo strutturate per delle semplici allucinazioni? E' come se fosse posseduto, ma non so fino a che punto possa essere colpa di questo sotterraneo e delle sue trappole!

    Un lancio di Kunai avrebbe costretto l'Otese a scartare lateralmente, allontanandosi così da Raizen, ma quando lo realizzò era tardi! Levarmi di torno? Ma certo!! Non appena ti avrò messo insieme alle altre armi nel giusto fodero! AVANTI!! Un gran numero di suoi cloni, certo creati in precedenza, fece il suo ingresso dall'apertura, e mentre tre si gettavano su Omoi, tenendolo impegnato, quattro scattarono sul muro, portandosi fino al soffitto con un salto quasi in contemporanea con la sparizione del Drake ferito dalla freccia! Una tecnica molto elementare di Konoha, chiamata Alzata della Foglia, permetteva all'utilizzatore di sparire e riapparire sotto il nemico per cercare un singolo attacco fisico quasi del tutto privo di potenza, ma capace di spingere a mezz'aria la vittima.

    Raizen non sapeva se Drake conoscesse o meno quella tecnica, ma forse per via del chakra ancora sottosopra non sarebbe riuscito ad evitarla o difendersi efficacemente, trovandosi quuindi a mezz'aria dopo una pedata sul mento. E non era finita qua, perchè i quattro cloni sul soffitto approfittarono di quel breve istante di disorientamento per intrappolare i quattro arti del neo-jinchuuriki grazie ad alcuni Kusari-Fungo un pò particolari: gli anelli della catena alternavano delle scritte bianche e rosse, appena brillanti, come se fossero un qualche Fuuinjutsu di contenimento. Non era previsto usarle sin da ora, ma vedremo di mettere a frutto quello che ci ha insegnato il sette-code!

    In effetti quelle catene non solo immobilizzavano il colosso, ma sembravano in grado di nullificare ogni suo tentativo di impasto nella muscolatura! Anche se Drake di suo non era certo più forte di Raizen, l'impossibilità di potenziare la propria forza avrebbe pesato parecchio in quello scontro diretto! Certo, poteva sempre ricorrere al potere della volpe, resa più trattabile dal sigillo, ma sarebbe bastato? O anche la forza extra derivata dal Bijuu sarebbe stata nullificata? [I Kusari-Fundo impediscono di impastare chakra per potenziare le statistiche principali. Bloccano anche le tacche derivanti dal Chakra del Demone]

    Maledizione! Omoi non aveva possibilità di intervenire o sarebbe stato distrutto dai cloni, mentre il Drake ferito, con quello sguardo folle così poco affine al suo carattere stava per concludere la faccenda. Non perdere tempo a dimenarti...ora ti soffocherò fino a farti perdere i sensi...ed al risveglio non ricorderai niente di tutto quello che è successo...tranne che nel sonno, ovviamente. Dalla tasca estrasse un rocchetto di nylon e iniziò ad avvolgerci intorno un brandello dei suoi calzoni in moda da poterlo usare come garrota senza tagliare le carni del Jinchuuriki. Non ci vorrà molto, non temere...quanto all'otese potremmo anche dire che stava cercando di rubare te e la volpe da Konoha...uno scontro diretto con oto ci farebbe decisamente comodo! Non so chi sei ma la pagherai cara! Raizen! La volpe! Lei può aiutar.. Ma non fece in tempo a finire la frase per evitare un altrimenti letale colpo di Katana. I movimenti dei cloni si fecero più serrati, impedendo ulteriori suggerimenti!

    CITAZIONE
    La cattura da parte di quegli strani Kusari-Fundo è autoconclusiva, ma non è detto che tu non possa liberarti. Tuttavia anche attivando il Demone questa trappola bloccherà ogni potenziamento fisico, negando ogni vantaggio in tacche e bloccandoti braccia e gambe...hai un qualche modo per distruggere o danneggiare i Kusari-Fundo senza però usare i tuoi arti? Purtroppo nè il Simulacro di Spine nè i Fuuton avranno grande efficaci, serve proprio qualcosa che prenda le catene e le spacchi a viva forza!
     
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    I 4 anelli






    Il Colosso rimirò il Rospo a lungo con uno sguardo del tutto disorientato e stupito.

    A questo idiota è del tutto partito il cervello. Lascialo cantare e passiamo oltre.

    Avrebbe cercato di scostarlo o di sbatterlo al muro se l’opposizione del rospetto l’avesse reso necessario, ma non riuscì neanche ad avvicinarsi a più di un metro che dovette schivare gli attacchi di alcuni cloni creati dal compaesano chissà quando, in preparazione dal momento.
    Presto fu separato da Omoi dai cloni creati da Drake, sette in totale, di cui tre si dedicarono all’otese, tenendolo lontano dal Colosso, che di quel passo avrebbe perso le staffe da li a poco, tuttavia presto spuntarono quattro cloni che distraendolo si spostarono prima sul muro e poi sul soffitto, quando Raizen portò gli occhi sul vero Drake questo scomparve riapparendo poco sotto di lui cimentandosi nell’alzata della foglia che di li a poco gli avrebbe permesso di catturare Raizen e legarlo come un salame.


    DEFICIENTE SCHIZZOIDE!

    Ringhiò mentre si dimenava in cerca di liberarsi con sempre maggior foga, ma nonostante la forza le catene non cedevano, e il chakra, visti i sigilli che si illuminavano in contemporanea ai suoi impasti , veniva assorbito dai sigilli, rendendolo di fatto inutile.
    Da li la situazione prese una piega del tutto spiacevole quanto rapida nella sua evoluzione, e cosa incredibile il rospetto pareva avere la meglio.
    Solo quando Omoi venne impossibilitato a parlare il Colosso si rese davvero conto di quanto l’amministratore facesse sul serio, e tanto bastava a lui per prendere una rapida decisione: andava reso inoffensivo, il prezzo di tale azione l’avrebbe scelto lui, Raizen avrebbe solo agito il più efficientemente possibile per far si che tale cosa si avverasse.


    Pft. E ora?
    Vorresti davvero il mio aiuto?
    Ahahahah


    Una grassa quanto rocca risata si spanse per quel luogo senza dimensione, riempiendolo sino al colmo con quel suo caratteristico gelo, fortunatamente il Konohaniano aveva fatto il callo a quel lato così oscuro della volpe, ma riprovare quella sensazione era ogni volta un esperienza fastidiosa. Così come il freddo mordeva i muscoli e la pelle, privandoli di mobilità e sensibilità, il chakra del demone addormentava la mente di Raizen avvolgendola in una coperta ovattata dolorosa e al contempo così piena di ira da essere anestetizzante.
    Dopo quella risata uno schiocco di dita interruppe ogni cosa in quella sala.


    Non credere che il solo rinchiudermi qui dentro ti permetta di venire qui, e dopo aver sventolato la bandierina dell’amicizia poter pretendere il mio potere.

    Il Colosso invero non aveva fatto alcuna domanda, pareva che la volpe, nonostante fosse seppellita chissà dove dal fuuinjutsu , percepisse dall’esterno ciò che percepiva Raizen, pareva che di fatto condividessero alcuni sensi se non tutti.

    Già, diamogli solo il tempo di metterci nel “giusto fodero”

    Non sapeva cosa avrebbe potuto fare, e neanche come avrebbe potuto reagire visto che ne il chakra ne il suo fisico, legato com’era, sarebbero stati utili. C’era una cosa che Raizen odiava al mondo, o meglio, una che fra le tante odiava maggiormente: perdere. Che poi quasi ogni suo singolo giorno di vita fosse una battaglia da vincere e che quindi vivesse costantemente sul filo di uno scatto d’ira era un’altra cosa.
    Avrebbe dovuto cercare un modo per forzare il sigillo, non tanto per lasciare uno spiraglio alla volpe ma per poter trarne a se il suo immenso chakra senza rischiare di trascinarsi altro dietro. Ma il sigillo otese permetteva questo?
    La maggiore difficoltà era interagire con un sigillo così complesso essendo dei quasi totali ignoranti in materia, un po’ come un ladro che al posto di scassinare una serratura cercava di forzare l’intera porta con un piede di porco, più o meno con la stessa raffinatezza dell’animale che dava il nome allo strumento.


    "Fodero". Girino intraprendente, non ne avrai mai uno abbastanza grande.

    Però restava sempre da forzare il sigillo per trasformarlo da un qualcosa che arginava, chiudeva, sigillava per l’appunto, ad una cosa che sottraeva, che faceva permeare.

    No, non ci provare, il sigillo si romperà, non è mica di gomma sai?
    Non puoi mica prenderlo stiracchiarlo allargarlo, devi solo aspettare, ancora un po’ e vedrai cosa vuol dire essere presi con la forza ed essere sbattuti in prigionia senza che nessuno abbia chiesto il tuo permesso.


    E il demone era indubbio che si credesse divertente dalla sommessa risata che scaturì dopo la sua frase.

    Per me sarà sempre uguale, cambieranno solo le sbarre, ma sai, mal comune mezzo gaudio.

    Sentì il sorriso della bestia allargarsi nell’oscurità, e mentre la mancanza d’ossigeno iniziava a far sfumare la vista sentì il calore salire, divampare, arrampicandosi tra le ossa come se riuscisse a passare nell’infinitesimale spazio che le separa infiammandolo come se vi scorresse del metallo incandescente. Sapeva che la volpe era sempre pronta a ghermirgli le spalle con i suoi artigli.

    Sei lievemente sveglio, abbastanza da essere prudente, ma io so aspettare, ho sempre aspettato.
    Quando tu sei debole, quando sei alle strette, quando il tuo istinto si scatena per tenerti in vita…
    … IO sono il RE!
    E tu non potrai mai vincere contro l’istinto!


    Raizen avrebbe anche potuto controbattere, ma in quel momento il suo stato di incoscienza gli permetteva solamente di restare in equilibrio tra furia totale e perdizione, dovuta a quel dolce potere che lo rinvigoriva, avvolgendolo nuovamente nel manto della volpe. Sapeva che la volpe non avrebbe potuto resistere e non trovò utile rispondergli, poteva dargliela "vinta"

    Vuoi vedere come si fa?
    Guarda, per fare veloce non userò neanche la metà del mio potere!


    I bracciali sigillanti di Drake presto si infiammarono, brillando come non mai, mentre cercavano di assorbire il potere che la Furia stava rilasciando, ma nonostante la loro efficacia non potevano nulla contro il manto di chakra che iniziava a premere su di oro e sulle quattro grosse protuberanze che andavano formandosi intorno al bacino del Colosso.

    Una coda per ogni anello,
    una coda per ghermirli,
    una coda per stritolarli,
    una coda per spezzarli e nel buio abbandonarli!


    Cantilenava, quasi assuefatta dal suo controllo sempre maggiore su Raizen mentre le code di chakra crescevano andando ognuna su un anello per insinuarvisi sotto e tirare con forza verso l’alto, cercando di romperlo con una forza tutt’altro che indifferente [pot. 30 x coda]

    Un sigillo su un pezzo di ferro!
    Hahahah! Stupido… come lo chiami? Rospo? Hahahah!


    Le code di chakra non impiegarono troppo a forzare gli anelli con quella loro potenza ormai così caratteristica, divenuta leggendaria grazie a quei racconti che le descrivevano in grado di creare tornadi solamente con un repentino movimento.
    Distrutto l’obiettivo il redivivo Incubo rosso attese guardingo la reazione di Drake, da qualche parte Raizen era ancora cosciente, ma la sua vista era ridotta ad un foro così piccolo che c’era posto solamente per un obiettivo: l’amministratore, il suo avversario, gli ringhiò contro l’ultimo avvertimento prima di scattare, lievemente incerto su cosa fosse al momento, se bestia o se uomo. Ancora non rispose alle parole della volpe, ancora voleva dargli un pò di corda, e soprattutto non voleva rischiare di stare a secco. Sapeva di poter ottenere il potere del demone in un modo o nell'altro, anche rischiando un filino, come aveva fatto in quel frangente, ma la scommessa al momento risultava vincente, e probabilmente Drake avrebbe dovuto ritirarsi alla precedente mano, dopotutto, scommetteva la vita.


    Edited by F e n i x - 22/6/2013, 17:50
     
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    [Uno spiraglio nella Furia]

    Riesce già a manifestare le code? Omoi sembrava stupito, mentre schivava l'ennesimo attacco di un clone riuscendo stavolta a reagire abbastanza prontamente da afferrargli la testa con le sue mano e spiaccicarla contro un muro. Un clone in meno, ma la rapida crescita di Raizen era preoccupante. Come aveva fatto la volpe a rilasciare abbastanza chakra da manifestare metà delle sue code? Possibile che il sigillo fosse già così debole? O forse il foglioso stava già riuscendo a controllare la forza del Bijuu?

    In ogni caso è troppo rischioso...se perdesse il controllo... Ma il suo scontro era altrove: doveva far fuori i cloni di quel pazzo prima di pensare a come gestire la Volpe! Dal canto suo Raizen era riuscito a liberarsi facilmente da quelle catene, spezzando anche la presa di Drake ed il conseguente strangolamento, tanto che atterrò come un animale furioso sulle quattro zampe mentre il "Rospo" arretrava con aria stizzita. Quel dannato sette-code non ci aveva mostrato tutto allora...o forse il numero di code incide sulla potenza... Mise mano ad una Wakizashi, impugnandola in presa rovesciata davanti al torace, mentre lentamente il suo corpo assorbiva il chakra dall'ambiente attivando i poteri del Senjutsu, l'arte dell'eremita!

    Ma anche così non mi farò troppo problemi a catturarti! Diede inizio allo scontro, con molte finte a cui faceva seguito un attacco furtivo che non mirava tanto a far danno quanto a debilitare, danneggiando le articolazioni e gli arti, o cercando di accecare il mostruoso Jinchuuriki. Anche con le code, la strategia elementare della creatura non sarebbe stata sufficiente per superare le difese dell'amministratore una volta che i suoi cloni scesero dal soffitto per assisterlo! Il Chakra dell'eremita forniva capacità fisiche paragonabili con quelle della Volpe e comunque si trattava di un cinque contro uno...troppo per un Jinchuuriki alle prime armi!

    w88



    Sai solo urlare più forte e muovere quelle stupide code, non puoi sconfiggermi! Drake subì pochi danni nello scontro, con uno dei cloni distrutto e una manciata di ferite superficiali al fianco destro ed alla spalla sinistra, ma di contro Raizen si sarebbe ritrovato, dopo pochi scambi, con il braccio sinistro inutilizzabile, un ginocchio malconcio ed il piede sinistro fratturato, tanto da non poterlo poggiare al suolo...pochi minuti ancora e sarebbe finito in catene, prigioniero!

    Doveva intervenire, cambiare in qualche modo il corso della battaglia...ma era solo uno spettatore per la furia della volpe, il cui potere non controllato rendeva quasi impossibile una strategia efficace. Drake stava sfidando un'animale...se solo Raizen fosse riuscito a far emergere un pò del ninja sottostante allora forse...forse...


    CITAZIONE
    Cerca di imporre almeno un minimo il tuo controllo sulla Furia della Volpe per riuscire a combattere con un minimo di calma extra. Senza usare una tecnica non riuscirai mai a battere Drake nella sua Modalità Eremitica.
     
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    Il cordone






    Era libero, giusto? Pareva che fosse a terra, sulle sue gambe e che niente lo tenesse prigioniero.
    Era strana quella sensazione, si sentiva un po’ come una torcia, una fiamma ossidrica ad alta pressione che bruciava col fragore delle urla di una bestia, alimentata dalla rabbia e spinta da un entità che la potenziava all’inverosimile.
    Tuttavia la distruzione del primo obiettivo gli permise di schiarirsi lievemente le idee, reprimendo lievemente quel suo istinto in grado di trarre a viva forza il potere della volpe, istinto che, ora non era più necessario.
    Nonostante il lieve miglioramento della situazione rimanevano ancora quattro cloni più il Drake originale da abbattere, una situazione decisamente sfavorevole per il Colosso, soprattutto vista la preparazione fisica del rospetto, indubbiamente buona, persino per Raizen. Ma al momento era una bestia cieca messa all’angolo, non poteva attaccare con la rabbia più pura sperando di danneggiare il nemico, nella quasi totale incoscienza caricò, con l’unico obiettivo che individuasse: la sagoma di Drake.
    Ma il chunin era organizzato, tranquillo, mentre il Colosso attaccava in maniera prevedibile, trasportato dall’ira, limitandosi a piogge di colpi disordinate doveva riuscire a sedarsi, ma come poteva riuscirci se nemmeno sapeva di doversi controllare?
    Tuttavia, dall’esterno giunse un avviso più che inequivocabile, gli attacchi di Drake iniziavano a danneggiarlo seriamente, per quanta violenza usasse nell’opporsi era necessaria l’attenzione, altrimenti avrebbe fatto la fine del topo.
    Doveva riprendere il controllo, reprimendo prima di tutto le code del demone, principale motivo dell’alto controllo che ora la volpe esercitava su di lui, erano un arma potente ma ancora il Colosso doveva fare dell’esperienza per utilizzarle al meglio.


    Senti il dolore?
    Mi stai rompendo, letteralmente, se continui così tra qualche attimo saremmo punto e a capo, lasciami spazio.


    Lasciarti spazio? Non è colpa mia se non riesci a gestire il mio chakra e ti trasformi in una bestia senza controllo! Se hanno ridotto me così figurati cosa farebbero a te!

    Come al solito la logica più semplice non poteva funzionare, per cui avrebbe dovuto fare da solo, avrebbe dovuto riallacciare il contatto con la sua parte cosciente e premunirsi, per le prossime volte, di una corda di emergenza che gli permettesse di prendere il controllo prima di una simile disfatta, per meglio dire un cordone ombelicale che lasciasse proiezione e vero corpo costantemente connessi. Si sedette, all’improvviso, dal lato opposto della stanza, ignorando del tutto la volpe che comunque era dall’altra parte del cancello e non poteva muoversi e che fino a quel momento aveva solamente fatto filtrare il chakra utile a controllare l’inesperto Raizen.
    Comunicare con se stesso da dentro se stesso non era mai troppo semplice, in situazioni di tranquillità poteva sfruttare quella dimensione interna come meglio poteva per comunicare con la volpe e proiettarsi al suo interno, ma ora che quella proiezione rappresentava anche la sua vera coscienza il gioco era più difficile, anche perché di fatto il chakra della volpe aveva avviluppato tutto, isolandolo dal resto.


    Vorresti tornare?

    Una risatina divertita si diffuse nella sala, ma presto sfumò insieme a qualsiasi stimolo proveniente da li, persino il pesante chakra della volpe che continuava a sovrastarlo non lo impensieriva. Doveva cercare di sentire nuovamente l’esterno. Il sigillo in quel momento aveva uno stadio di rilascio intermedio, il primo passo sarebbe stato agire su di esso per farsi aiutare a reprimere le code, una volta ritirate quelle la sua coscienza sarebbe tornata a galla come un palloncino, e sul sigillo poteva agire anche come proiezione, chiudendo lievemente il rubinetto dall’interno.

    […]

    Il cervello di Raizen in quello stato non poteva fare troppo, e quel lento risveglio, quella necessità di creare una lieve strategia o comunque di utilizzare colpi ben più pericolosi portò la sua mano destra a muoversi verso la spada, che sin dagli albori della sua carriera di shinobi era stata come un undicesimo dito, come un terzo braccio, un pezzo del suo stesso corpo acquisito e sviluppato per mera necessità, la prima arma che il cervello gli suggeriva, come ad un qualsiasi uomo suggerisce di stringere i pugni prima di sferrarli. Mentre il velo di chakra di ritirava, facendo emergere nuovamente il Colosso nelle sue fattezze più note la mano estraeva la spada intanto che le code si riducevano sempre più fino a ritirarsi del tutto.


    Un piede rotto, un ginocchio mal preso e il braccio sinistro praticamente andato… farei più danni a lanciarmi a peso morto su di lui.

    Avrebbe dovuto aspettare gli attacchi di Drake, lanciarsi contro di lui al momento sarebbe stato inutile, una valutazione abbastanza semplice da fare una volta registrati quei danni, sarebbe stato lento e scoordinato e per via del dolore un bersaglio semplice tanto quanto un elefante azzoppato, al contempo la presa della volpe era ancora salda e l’analisi di quello scontro poteva basarsi al momento solo sul suo status fisico in quanto era abbastanza complesso concentrarsi su Drake se non nei pochi secondi in cui gli avrebbe dato la possibilità di colpirlo. Al momento pareva che il rospetto lo credesse in uno stato di furia profonda, magari sarebbe stato insospettito dall’estrazione della katana, ma i lenti movimenti effettuati per compiere quel gesto avrebbero probabilmente fatto pensare ad uno status di incoscienza parziale, aspetto quindi un ulteriore attacco, come una bestia ferita che finge di star più male del dovuto per far avvicinare il suo aguzzino e strappargli via la vita con un decisivo attacco prima di venir abbattuta.
    Appena Drake fosse giunto a portata di tiro infatti Raizen avrebbe attivato l’Omicidio Elettromagnetico, una tecnica molto fine, bastarda a sufficienza da colpire quell’amministratore mezzo rincoglionito che badava solamente ad incatenarlo.
    Se la tecnica fosse andata a buon fine si sarebbe fatto vicino all’amministratore, puntandogli la lama alla gola, non era difficile capire chi fosse il reale dopotutto: l’unico ferito, se avesse visto ancora quella strana follia nei suoi occhi lo avrebbe ferito gravemente, in caso contrario gli avrebbe intimato di legarsi da solo.




    CITAZIONE
    non mi era ben chiaro se dovevo o meno gestire anche un post d'attacco, in quel caso comunica e faccio un piccolo edit
     
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46 replies since 25/10/2012, 22:14   790 views
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